Il processo partecipativo
Introduzione
Nella nuova legge n. 18/19 di Regione Lombardia, la rigenerazione urbana e territoriale e, in generale, il tema del patrimonio edilizio esistente costitui-scono le questioni centrali. Questioni generali che, a seguito dell’emergen-za sanitaria, acquistano un’ulteriore importandell’emergen-za in un quadro economico di completa incertezza.
La rigenerazione urbana e il patrimonio edilizio esistente devono essere considerati non solo nella logica della riduzione del consumo ma valutati all’interno delle dinamiche di sviluppo urbano, basate principalmente sul concetto di sostenibilità, come già anticipato nel capitolo precedente.
Pertanto, risulta evidente la pluralità e l’articolazione della domanda che richiedono una diagnosi dei sistemi urbani correlata alla morfologia sociale diverse dal passato. Emerge la necessità di elaborare sistemi di offerta di servizi, capaci di cogliere non solo fabbisogni generali ma domande speci-fiche, diffusi a rete sul territorio e che lavorino in una logica sperimentale, incrementale in sinergia con la domanda sociale e di tutela ambientale.
D’altra parte, i processi di rigenerazione si confrontano con condizioni di mercato che sono di strutturale contrazione: le dinamiche immobiliari che rimangono vivaci sono concentrate nei centri urbani maggiori (ad es.
Milano), mentre una vasta classe di centri minori presenta un patrimonio dismesso o sottoutilizzato. Va sottolineato, a seguito del Covid 19, l’aprirsi di una lunga fase di incertezza e di rivisitazione degli standard di sviluppo, culturali, sociali nel loro insieme.
Di conseguenza, per i Comuni alle prese con la redazione del nuovo Piano urbanistico generale è assolutamente necessario acquisire nuove com-petenze sul lato della valutazione economico-sociale delle trasformazioni, delle capacità promozionali dei processi di rigenerazione urbana, delle pratiche nel gestire complesse fasi partecipative che coinvolgono tutti gli attori coinvolti nel processo.
Il “farsi” del Piano deve saper anche gestire processi che danno
nuo-va conformazione giuridica alle trasformazioni possibili ad esito di una negoziazione fra tutti gli interessi, pubblici e privati, che ne sono coinvolti.
Il “farsi” del Piano, altresì, deve prevedere nuove forme di partecipazio-ne, capaci di tradurre i bisogni dei cittadini in politiche e azioni, rendendo quanto più possibile inclusivo il processo decisionale, anche utilizzando le nuove tecnologie a partire anche dalla situazione emergenziale che si sta vivendo.
Al fine di costruire uno sviluppo effettivamente sostenibile è necessario rafforzare il capitale sociale e umano attraverso forme di partenariato, e più in generale, mediante costante e trasparente interazione tra stakehol-der, cittadini e decisori politici.
Gli attori che interagiscono in un processo di rigenerazione urbana sono il Pubblico, a cui è sempre e comunque affidata la regia del processo, il Privato economico e il Privato collettivo. Ciascuno di essi è portatore d’interessi specifici legittimi, talvolta contrastanti, che devono essere armonizzati.
Pertanto, tutti e tre i soggetti devono partecipare, a vari livelli e con diffe-renti responsabilità, per arrivare all’ approvazione del nuovo Piano che ha tante più possibilità di fattibilità quanto più è basata su un progetto real-mente condiviso.
È opportuno, pertanto, che questi si sviluppino in stretta aderenza al con-testo locale, producendo soluzioni differenti in ciascun concon-testo territoria-le.
In coerenza con lo studio sulle aree ex Galbani in Melzo, l’Amministrazione comunale ha scelto di intraprendere un percorso partecipativo composta da una fase di ascolto – consultazione e una fase più interattiva.
Le attività messe in campo, in un arco di tempo limitato e circoscritto, riguardano attività sia di consultazione che interattive.
Le prime però con numero ristretto di partecipanti, come le tecniche basate sulla selezione di specifici interlocutori come l’analisi di portatori di interesse [Stakeholder], alcune interviste individuali, il Prioritizing e la
Valutazione delle priorità.
Le seconde hanno riguardato attività con maggior grado di interazione come l’analisi Multicriteria.
La fase di consultazione[ascolto], il cui obiettivo è quello di ascoltare le opinioni di un numero più o meno ampio di soggetti per ampliare le basi conoscitive relative alle aree ex Galbani e ad una nuova visione di città, è articolata in due tempi distinti:
• il primo ha portato a definire un quadro di indirizzi e obiettivi di sviluppo nelle Linee Guida da considerarsi come elementi invariabili e irrinunciabili alla redazione della Variante;
• il secondo serve a valutare e ordinare il quadro di indirizzi e obiettivi di sviluppo delle Linee Guida approvate dall’Amministrazione comu-nale. Il lavoro è stato impostato attraverso focus group organizzati in tre laboratori tematici sul PGT, due relativi agli studi di settore e altri interni all’Amministrazione comunale di valutazione dei diversi risultati emersi. Accanto a questa modalità sono previste una serie di interviste mirate a stakeholder mirati. Alla fine di questa fase si prevede una restituzione pubblica.
A seguito dell’emergenza sanitaria Covid 19, si prevede di confermare la logica organizzativa della fase di consultazione ma le modalità di realizza-zione e condurealizza-zione sia dei Laboratori che delle interviste saranno svolte principale in via telematica e utilizzando i social network (ad esempio per la restituzione finale si può svolgere tramite diretta facebook).
Le risultanze complessive della fase di consultazione dovranno servire per sviluppare gli scenari di sviluppo e la bozza complessiva della Variante.
La fase interattiva si svolge utilizzando l’Analisi Multicriteria come tecnica per valutare con una serie molto ampia di criteri ordinati e pesati nella fase consultiva le diverse alternative individuate.