ESTREMO SUPERIORE E INFERIORE DI UN INSIEME NUMERICO
Definizione 1
Siano 0 AR e LR. si dice che il numero L è un maggiorante dell’insieme A se risulta La a A
. Si dice che l’insieme A è limitato superiormente quando è dotato di maggioranti.
Analogamente si dice che l’insieme A è limitato inferiormente quando è dotato di minoranti cioè se l R
: l a . Un insieme 0 Aa A R si dice limitato quando risulta limitato sia superiormente sia inferiormente e cioè l L, : l a L a A .Un insieme 0 AR si dice non limitato quando non risulta limitato superiormente, oppure inferiormente, oppure non risulta limitato ne superiormente ne inferiormente.
Osservazione 1
Sia 0 AR e supponiamo che A sia dotato di massimo. Ciò significa che esiste un numero reale :
MA M a Aa .
Osserviamo che M è caratterizzato dalle seguenti due proprietà. I) M è maggiorante di A;
II) Non esistono maggioranti di A minori di M.
Conseguentemente M è il più piccolo dei maggioranti di A e analogamente, il minimo di A è il più grande dei minoranti di A.
Osserviamo ancora che non tutti i sottoinsiemi di R hanno massimo o minimo. Ad esempio l’intervallo ]1,2[ non ha ne massimo ne minimo,
Sussiste in proposito il seguente risultato che si dimostra utilizzando l’assioma di completezza di R. Proposizione
L’insieme dei maggioranti (minoranti) di un insieme A limitato superiormente (inferiormente) è dotato di minimo (massimo).
Dim
Indichiamo con B l’insieme dei maggioranti di A. B è non vuoto per ipotesi A è limitato superiormente. Essendo A e B separati per l’assioma di completezza
: c R
a c b a A , b B Essendo c a c è un maggiorante di A e quindi ca A B. Essendo c b b B c è il minimo di B
Il teorema è dimostrato. Definizione 2
Sia 0 AR un insieme limitato superiormente. Il minimo dei maggiorante di A si chiama estremo superiore di A. Analogamente se A è limitato inferiormente il massimo dei minoranti si chiama estremo inferiore di A.
L’estremo superiore e l’estremo inferiore di A si indicano rispettivamente con i simboli supA e infA.
Osservazione 2
Una volta data questa definizione la proposizione precedente si può riformare dicendo che ogni insieme limitato superiormente ha estremo superiore e ogni insieme limitato inferiormente ha estremo inferiore.
Evidentemente se supAA allora supA è anche massimo di A e ,analogamente, se infAA infA è anche il minimo di A.
Si noti ancora che infAsupA perché aA inf A a supA.
Proposizione (sulle proprietà caratteristiche dell’estremo superiore e inferiore) Sia 0 AR un insieme limitato superiormente. Vale l’equivalenza:
1) ( sup ) 2) 0 a e e A : a A a A a e Analogamente se A è limitato inferiormente
1) ( inf ) 2) 0 : a e a A e A a R a e Dim
Basta osservare che la proprietà 1) equivale a dire che e” è un maggiorante mentre la proprietà 2) equivale a dire che ogni minore di e” non è un maggiorante. Conseguentemente le proprietà 1) e 2) messe insieme equivalgono a dire che e” è il più piccolo dei maggioranti e cioè, che e” è l’estremo superiore di A.
Definizione 3
Se 0 AR è un insieme non limitato superiormente si pone supAdef . In altri termini
(supA )def( L 0 a A: a L ) Analogamente A non è limitato inferiormente inf A=. Osservazione 3
Una volta data la nozione di estremo superiore e inferiore di un insieme è facile dimostrare la seguente proporzione.
Proposizione
Siano A e B due sottoinsiemi non vuoti di R. V.S.i.
(A e B separati e contigui)
supAinf B
ESTREMI DI UNA FUNZIONE REALE
Definizione 1Sia f X: R si dice che f è dotata di massimo in X se il suo condominio f(X) è dotato di massimo
e cioè se
:
x X
f x( ) f x( ) x X
Si chimi massimo di f nell’insieme X il massimo del condominio f(X) (se esiste) e si denota col simbolo maxx f . Conseguentemente:
max defmax ( )
x f f X
Ogni punto xX : f X( ) max x f si chiama punto di massimo di f in x. Analogamente si definisce il minimo di f in X (se esiste) ponendo:
min defmin ( )
x f f X
Osservazione 1
Si noti che il minimo e il massimo di f in X sono unici, invece i punti di minimo e massimo possono essere anche infiniti.
Definizione 2
Sia f X: R. Si dice che f è limitata superiormente (inferiormente), in X se tale è il suo condominio f(X). Si dice f è non limitata superiormente (inferiormente) se tale è il suo condominio f(x).
f è limitata superiormente in x l’estremo superiore del suo condominio f(X) si chiama estremo superiore di f in X e si denota
sup defsup ( )
x
f f X
Se invece f è non limitata superiormente in X si dice che l’estremo superiore di f in X è e si pone sup f def
In conclusione
sup ( ) se f è limitata superiormente
sup
se f non è limitata superiormente f X
f In maniera analoga
inf ( ) se f è limitata inferiormente inf
se f non è limitata inferiormente f X
f Osservazione 2
Rileviamo esplicitamente che l’estremo superiore come pure l’estremo inferiore non sono in generale valori della funzione.
Evidentemente se x X : ( ) supf x f e cioè se l’estremo superiore di f in X è il valore f(x) di f in x allora supx f maxx f f x( ). Analogamente vale per l’estremo inferiore.
SUCCESSIONI NUMERICHE
Definizione 1Si chiama successione numerica ogni funzione reale definita nell’insieme di numeri naturali N e cioè una legge che ad ogni numero naturale associa un unico numero reale :a N è unaR successione numerica si pone andefa n( ) n N e cioè si indica con an il valore della funzione in
n, una volta introdotta questa notazione la successione stessa si denota col simbolo
1, ,...., ,...2 n
a a a
Oppure anche con i simboli più compatti ( )an n N ; (an)
I valori a a1, ,...., ,...2 an che la funzione a assume nei punti 1,2,…..,n,….. si chiamano termini
della successione più precisamente a1 si chiama primo termine, a2 secondo termine,…..,an termine
n_esimo o anche termine qualunque della successione. Osservazione 1
Il codominio di una successione si chiama anche sostegno della successione. Osservazione 2
Alle volte non è possibile definire una successione numerica il suo termine generale. Consideriamo ad esempio la successione di Fibonacci
1,1,2,3,5,8,13,21,……….. Tale successione è definita dalla seguente proprietà:
1 1, 2 1, n 2 n n 1
a a a a a n N
Perché ogni termine dopo il secondo è somma dei due termini precedenti. In tali casi si dice che la successione è definita induttivamente(questo so riuscito a tradurre non so se è il termine esatto), ciò significa che ogni termine deve essere calcolato utilizzando termini precedenti.
Osservazione 3
Essendo una successione ( )an è ( )an è limitata superiormente se tale è il suo sostegno e cioè se
: L R
an L n R
: l R
an l n R
E cioè il suo sostegno è limitato inferiormente.
Infatti la successione ( )an si dice limitata se è limitato sia superiormente che inferiormente e cioè
se L l R, : l a n L n R
Notiamo che se poniamo M max
l L,
risulta l a n L M an M an M . Conseguentemente possiamo affermare che
an limitata
M 0 :an M n N
Definizione 2
Col simbolo R che si legge R ampliato si denota l’insieme R e cioè l’insieme che si
,
ottiene aggregando all’insieme R i due simboli e .Conseguentemente
x R
(x R oppure x oppure x ). Definizione 3 (intorno di un numero reale)Sia l un numero reale. Si chiama intorno di l e si denota col simbolo I l( ) ogni intorno aperto (limitato o non limitato) al quale l appartiene.
In altri termini se a,b R e a<b
I l( ) ] , [ a b
( ] , [)l a b (a l b )Sia ancora un numero reale positivo. Si chiama intorno di l di centro l e semidimensione e si denota col simbolo I(l, ) l’intervallo ]l,l[
Conseguentemente
x I l ( , )
(l x l )Chiamiamo infine, intorno di (di ) e si denota con il simbolo I( ) (col simbolo I()) ogni intervallo aperto e non limitato superiormente (inferiormente). In simboli
( ) ] , [
I a a R (I( ) ] , [a a R)
Osservazione notevole
Si noti che, se l è un numero reale allora ogni intorno di I(l) di l contiene un intorno di centro l, I(l, ).
Infatti posto I(l)=]a,b[ a<l<b. Posto allora min
l a l b ,
E cioè indicata con la più piccola distanza di l dagli estremi a e b dell’intervallo ]a,b[ ( , ) ] , [ ] , [ ( )
I l l l a b I l
Definizione 1
Sia (an) una successione e lR. Si dice che (an) converge a l o anche che (an) ha per limite l o
anche che an tende a l e si scrive
(*) limn an l oppure an l(si legge an tende a l)
Quando la successione (an) verifica la seguente proprietà.
Per ogni numero reale positivo esiste un indice, cioè un numero naturale v, allora an l
In simboli dunque:
limn an l
( 0 N n: an l )Osservazione 2
Essendo anl l an l an ]l ,l[
La proprietà di convergenza di (an) si può anche esprimere nella maniera seguente:
: n N n l a l : n ] , [ N n a l l
Ricordando che l’intervallo ]l,l[ si chiama intorno di l di centro l e semidimensione e si denota col simbolo I(l, ), osservando che I(l, ) è assegnato quando è assegnato il numero positivo
, la definizione di convergenza si può formulare anche come segue:
limn an l
def( I l( , ) N n: anI l( , ))Definizione 2
Si dice che la successione (an) diverge positivamente o anche che ha per limite + o anche che n
a tende a + e si scrive
limn an
oppure an Quando accade che per ogni M>0 esiste un tale che se n> N an M
In altri termini
limn an
( M 0 N n: an MOsservazione 2
Vediamo esplicitamente che essendo
] , [ ( )
n n
a M a M I
limn an
( I( ) N n: an I( )Definizione 3
Si dice che la successione (an) diverge negativamente ( o anche (an) ha per limite -) e si scrive:
lim n
n a oppure an
Quando (an) verifica la seguente proprietà:
Per ogni M>0 esiste un indice tale che se n> allora an<-M
In altri termini:
limn an
( M 0 N n: an M )Osservazione 3
Anche ora osservato che an M an ] , [M I( ), la definizione di limite precedente si può anche esprimere
limn an
( I( ) N n: an I( ))Definizione 4
Una successione si dice regolare quando ammette limiti (finito o infinito); si dice non regolare o oscillante quando non ammette limite.
Considerando questo paragrafo sulla definizione di limite osservando che poiché ogni intorno I(l) di l contiene un intorno I(l, ) di centro l, le varie definizioni di limite si possono riassumere nell’unica Definizione generale di limite
Sia (an) una successione e lR.
limn an l
( I l( ) N n: anI l( ))Teorema sull’unicità del limite
Ogni successione regolare (an) non può tendere a due limiti diversi.
Conseguentemente il limite se esiste è unico Dim
Supponiamo, per assurdo, che (an) ammette due limiti l1 l2
Posto 1 2
2 l l
>0 per la definizione di limite in corrispondenza di tale numero positivo
1
: n
N n a l
Ma ciò è impossibile. Infatti per la disuguaglianza triangolare se ciò è vero dovrebbe risultare
1 2 1 n n 2 1 n n 2 2 1 2
l l l a a l l a a l l l E cioè l1 l2 l1 l2
Si conclude che l’ipotesi posta nel nostro ragionamento non può sussistere e quindi l1l2
PROPRIETA’ NOTEVOLI DEL LIMITE DI UNA SUCCESSIONE
Proposizione 1 (criterio di convergenza per confronto)(teorema dei carabinieri)Consideriamo tre successioni (an) , (bn) e (cn) e un numero reale l.
Vale la seguente implicazione
1)
lim
2) lim
lim
n n n n n n n n na
b
c n N
b
l
a
c
l
Dim Per l’ipotesi 2) 0 : N n n l a l n l c l Per l’ipotesi 1): n n n l a b c l E quindi vale anche la seguente proprietà 0
N n: l bn l
La quale, come sappiamo, esprime appunto che l è il limite della successine (an) per n che tende a
infinito.
Proposizione 2 (criterio di divergenza per confronto) Valgono le seguenti implicazioni
(an bn n N e limn an )(limn bn )
(an bn e n N lim n ) (lim n )
n b n a
Proposizione 3 (criterio della permanenza del segno) Consideriamo una successione (an) convergente. V.S.I.
(lim n 0( 0)) ( : n 0 n a N a n ) Dim Poniamo limn an a R. Consideriamo 0 2 a
. Per la definizione di limite : N 0 2 2
n
a a
a a n Corollario 1
Sia (an) una successione convergente V.S.I.
(an 0 n N)(limn an0) Dim
Se fosse limn an 0, per il teorema della permanenza del segno dovrebbe risultare an 0
definitivamente contro l’ipotesi. Corollario 2
Consideriamo le successioni (an), (bn) e supponiamo che tali successioni siano convergenti V.S.I.
(an bn n N)(limn an lim )n bn
Dim
Consideriamo la successione (an-bn). Essendo per ipotesi an-bn n N0 dal corollario
precedente risulta limn an bn 0 limn an bn limn anlimn bn
Definizione (successione limitata)
Una successione (an) si dice limitata quando il suo sostegno e un insieme limitato e quindi
0 : n
M a M
n N Proposizione 4
Ogni successione convergente è limitata e cioè V.S.I.
(lim n ) ( 0 : n
n a l R M a M n N).
Dim
Consideriamo . Per al definizione di limite risulta
: n 1 N a l n N E quindi ( ) 1 n n n a a l l a n l l l Posto allora
1 2
max , ,..., ,1 M a a a lSi conclude che
n
a M n N Osservazione
Si noti che l’implicazione contenuta nella proposizione 4 non si inverte cioè ((a )limitata) n (( a )convergente)n
Ad esempio le successioni (( 1) ) n è limitata tuttavia oscillante.
Proposizione 5 (applicazione del teorema dei carabinieri)
Sia (a ) è una successione limitata e (n bn) è una successione infinitesima, la successione (a n bn) e
infinitesima cioè
1)
0 :
(lim
0)
2) lim
0
n n n n n nM
a
M n
N
a b
b
Dim Per l’ipotesi 1) n n n n n a b a b M b Cioè n n n n M b a b M b n N La tesi segue dall’ipotesi 2) e dal teorema dei due carabinieri quando limn bn 0 limn bn .0
SUCCESSIONI MONOTONE
Una successione (a ), coerentemente a quanto detto per le finzioni si ha che è monotona se èn
crescente cioè:
m n
n m a a n m N,
Oppure decrescente cioè:
m n
n m a a n m N,
In particolare se la disuguaglianza ci dice che queste disuguaglianze valgono in senso stretto, allora si dice anche strettamente crescente strettamente decrescente.
Evidentemente se n N scegliamo m=n+1 allora
1
(( )an crescente)(an an n N ) 1
(( )an decrescente)(an an n N )
Teorema sul limite delle successioni monotone
(( )n ) (lim n sup )n n crescente a a a (( )n ) (lim n inf n) n decrescente a a a
Conseguentemente ogni successione monotona è regolare. In particolare ogni successione monotona è limitata e convergente.
Dim
Possiamo limitarci a dimostrare la prima implicazione perché la dimostrazione della seconda e del tutto analoga.
Supponiamo in un primo momento (a ) limitata e supponiamon
sup n
e a
Per la proprietà caratteristiche che dell’estremo superiore risulta : I°) an e n N
II°) 0 N a: e
D’altra parte per l’ipotesi di convergenza di (a ) risulta anche:n
III°) n an a
Dalle proprietà II°, III° e I° si deduce 0
N n: e an e E di qui l’asserto per la definizione di limite della convergenza.
Supponiamo (a ) non limitata e supponiamo anche n supan 1
Per definizione vale allora la seguente proprietà: 0 M N a: M Nell’ipotesi di convergenza n> an a 0 M N n: an a M
E di qui l’asserto per la definizione di limite nel caso della divergenza. Il teorema e’ dimostrato
Osservazione (notevole) Abbiamo visto che, in generale
(( )an limitata) (( )a convergenten ) Il teorema nel limite delle successioni monotone precisa che
(( )an limitata e monotona)(( )a convergenten )
TEOREMI SULLA SOMMA, SUL PRODOTTO E SUL RAPPORTODEI LIMITI
(an bn) ; (a bn n) ; ( ) n n
a b
Si chiamano rispettivamente successione somma, successione prodotto e successione rapporto delle due successioni ( )an e ( )bn
Teorema sul limite della somma
Consideriamo le successioni (anbn)somma delle due successioni ( )an e ( )bn . Vale la seguente implicazione.
(lim n
n a a R e limn bn b R) (lim(n anbn) a b)
In altri termini se le successioni ( )an e ( )bn sono convergenti anche la successioni somma è
convergente e il limite della somma è uguale alla somma dei limiti. Dim Per ipotesi 2 2 0 : 2 2 n n a a a N n b b a
Sommando membro a membro le due doppie disuguaglianze, risulta anche 0 N n: (a b) an bn (a b)
E di qui l’asserto per la definizione di limite. Osservazione (notevole)
L’ipotesi di convergenza delle due successioni ( )an e ( )bn che figura nel teorema della somma è molto restrittiva. In effetti tale teorema si può generalizzare se introduciamo in R le seguenti due convenzioni:
1°) se a R si pone
( )
a a ; a ( ) a
Perché nel primo caso risulti a e nel secondo a 2°) I simboli
( )
; ( )
Non hanno alcun significato e cioè non denotano alcun elemento di R. Essi si riassumono nell’unico simbolo che indica la forma indeterminata della somma.
Ciò posto si dimostra il seguente risultato. Teorema generalizzato sul limite della somma
Siano ( )an ,( )bn sono regolari V.S.I. 1) lim ,lim (lim( ) ) 2) n n n n n n n a a R b b R a b a b a b
In altri termini: le successioni ( )an e ( )bn sono regolari anche la successione è uguale alla somma
dei limiti purché non si presenti il caso della forma indeterminata della somma. Osservazione
Il motivo per cui il simbolo si chiama forma indeterminata sta nel fatto che se una delle due successioni ( )an ,( )bn diverge positivamente e l’altra diverge negativamente, allora, per questo il
limite della somma (an bn) può succedere tutto:
Tale limite può esistere, non esistere, esistere finito o infinito. Teorema sul limite del prodotto
Consideriamo due successioni ( )an e ( )bn convergente V.S.I. (lim n
n a a limn bn b)(lim(n a bn n) a b)
Dim
Consideriamo la differenza a bn n ab . Sottraendo ed aggiungendo ab e applicando la
disuguaglianza triangolare del valore assoluto, si ha
( ) ( ) ( ) ( )
n n n n n n n n n n n n n n n
a b ab a b ab ab ab b a a a b b b a a a b b b b b a b b Osserviamo ora che, poiché ((bn) convergente)(( bn) limitato),
0 : n
M b M
n N Inoltre per la definizione di limite
0
N n: an e a bn b
Da tutto ciò consegue che 0
N n: a bn nab M a (M a)
Tenendo conto che la quantità (M a) può essere ritenuta, come la sola , quantità positiva arbitraria, l’asserto segue dalla definizione di limite riferita alla successione (a bn n).
Osservazione 3 (notevole)
Anche il teorema sul limite del prodotto si può generalizzare. A tale scopo si introducono le seguenti convenzioni.
( ) a se se 0 0 a a oppure oppure a a 2°) i simboli 0 ( ) ; 0 ( )
Non hanno alcun significato e cioè non denotano alcun elemento di R. Essi si riassumono nell’unico simbolo 0 ( ) che si chiama forma indeterminata del prodotto.
Teorema generalizzato sul limite del prodotto Siano (an) e (bn) due successioni regolari. V.S.I
1 ) lim ,lim (lim ) 2 ) 0 n n n n n n n a a R b b R a b a b a b
In altri termini: se le successioni (an) e (bn) sono regolari anche le successioni prodotto (a bn n) è
regolare e il limite del prodotto è uguale al prodotto dei limiti purché non si presenti il caso della forma indeterminata.
Osservazione
I simboli 0 ( ) si chiama forma indeterminata perché quando per il prodotto il limite si presenta con tale forma, allora può succedere di tutto: può esistere, finito o infinito,oppure non esistere. Osservazione 4 (notevole)
Dal teorema nel limite del prodotto si deduce che se (an) è una successione regolare e se c indica
una costante, risulta
lim n lim lim n lim n
n c a n c n a c n a
E cioè ogni costante può essere portata fuori dal segno del limite. Teorema sul limite del rapporto
Siano ( ),( )an bn due successioni e supponiamo che risulti bn 0 n N . In tali ipotesii è lecito
considerare la successione rapporto ( )n
n
a
b .
(limn an a R e limn n
0 ) (lim( )n n ) na a
b b R
b b
In altri termini: se ( )an e ( )bn sono successioni convergenti e di più non infinitesime il limite del
rapporto è uguale al rapporto dei limiti. (Dim NO)
La dimostrazioni di questo teorema è simile alla dimostrazione relativa al limite del prodotto quando si osservi che n
n a b =an 1 n b .
Questo teorema naturalmente si può generalizzare. A tale scopo premettiamo una definizione e quattro convenzioni.
Definizione
Si dice che la successione (an) ha per limite il simbolo 0 che si legge zero più, se è infinitesima e
a termini definitivamente positivi. In altri termini
(limn an 0 )def(limn an 0
N a: n 0 )n N Analogamente si introduce il simbolo 0( zero meno) e si ha
(limn an 0 ) def(limn an 0 N a: n 0 )n N
Osservazione 6
Se aR si pone per convenzione. 1°) a =0 a R 2°) a se se 0 0 a a e e a a 3°) 0 se se 0 0 a a e e a a 4°) I simboli : ; ; ; ; 0 0
Non hanno alcun significato e cioè non denotano alcun elemento di R. I quattro simboli si racchiudono nell’unico simbolo
. I simboli e
0
0 si chiamano la forma indeterminata del rapporto.
Ciò premesso si denota il seguente :
Teorema generalizzato sul limite delle successioni
Considerati le due successioni ( ),( )an bn con bn 0 n N vale la seguente implicazione:
1) lim lim (lim ) 2) ha significato in R n n n n n n n a a Re b b R a a a b b b
In altri termini: se le successioni ( )an e ( )bn sono regolari e il simbolo
a
b non è una forma
indeterminata oppure il simbolo 0
a
, la successione rapporto ( n
n
a
b ) è regolare è il limite del rapporto
è uguale al rapporto dei limiti. Osservazione notevole
Nell’enunciato di questo teorema abbiamo tolto l’ipotesi b 0 perché con le convenzioni introdotte può essere anche b=0.
In tal caso: se b=0 allora (lim ) 0 n n n a a b se se 0 0 a a ; invece , se b=0 (lim ) 0 n n n a a b se se 0 0 a a Conseguentemente; se a 0 , b=0 e b0 allora la successione n n a b
è oscillante. Infatti non può essere convergente perché
0
a R