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La circolazione dei modelli dottrinali e giurisprudenziali nel "mondo comunicante"

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32

L’Unità del Diritto

Collana

LIBER AMICORUM

LUIGI MOCCIA

Ermanno Calzolaio, Raffaele Torino, Laura Vagni

a cura di Il volume raccoglie saggi di studiosi italiani e stranieri dedicati a

Luigi Moccia come testimonianza per il contributo allo sviluppo della comparazione giuridica e del diritto europeo nel corso della sua attività scientifica. È articolato in tre tracce tematiche che delineano le linee fondamentali della sua riflessione: a) comparazione giuridica e dialogo tra common law e civil law; b) dalla comparazione all’integrazione giuridica: cittadinanza e diritto europeo; c) comparazione giuridica e prospettive di studio del diritto.

Ermanno Calzolaio è professore ordinario di Diritto Privato Comparato nel Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Macerata. È componente dell’International Academy of Comparative Law e del comitato direttivo dell’Associazione Italiana di Diritto Comparato.

Raffaele Torino è professore ordinario di Diritto Privato Comparato nel Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università Roma Tre. È componente dell’Associazione Italiana di Diritto Comparato. Laura Vagni è professore ordinario di Diritto Privato Comparato nel Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Macerata. È componente dell’Associazione Italiana di Diritto Comparato.

E. CALZOL AIO, R. TORIN O, L. V AGNI (a cura di) · LIBER AMICORUM LUIGI MOCCIA

(2)

niversità degli S

Università degli Studi Roma Tre ipartimento di G

(3)

1. P. Carnevale (a cura di), La Costituzione riscritta. Saggi sulla revisione costituzionale

in itinere, 2016

2. E. Battelli, B. Cortese, A. Gemma, A. Massaro (a cura di), Patrimonio culturale:

profi li giuridici e tecniche di tutela, 2017

3. R. Benigni (a cura di), Libertà religiosa, diritti umani e globalizzazione, 2017

4. A. Massaro (a cura di), La tutela della salute nei luoghi di detenzione. Un’indagine di

diritto penale intorno a carcere, REMS e CPR, 2017, 2017

5. V. Zeno-Zencovich, Comparative Legal Systems. A Short Introduction, 2017 (I ed.)

Comparative Legal Systems. A Short and Illustrated Introduction, 2019 (II ed.)

6. M. Gambacciani, Impresa e lavoro: il nuovo bilanciamento nei licenziamenti collettivi, 2017

7. A. Massaro, M. Sinisi (a cura di), Trasparenza nella P.A. e norme anticorruzione: dalla

prevenzione alla repressione, 2017

8. A. D. De Santis (a cura di), I profi li processuali della nuova disciplina sulla responsabilità

sanitaria , 2017

9. V. Viti, La locazione fi nanziaria tra tipicità legale e sottotipi, 2018

10. C. Cardia, R. Benigni (a cura di), 50 Anni dalla Populorum Progressio. Paolo VI: il

Papa della modernità. Giustizia tra i popoli e l’amore per l’Italia, 2018

11. G. Nuzzo, L’abuso del diritto di voto nel concordato preventivo. Interessi protetti e regola

di correttezza, 2018

12. G. Grisi, C. Salvi (a cura di), A proposito del diritto post-moderno. Atti del Seminario di

Leonessa, 22-23 settembre 2017, 2018

13. G. Maestri, L’ordinamento costituzionale italiano alla prova della democrazia paritaria, 2018

14. G. Conte, A. Fusaro, A. Somma, V. Zeno-Zencovich (a cura di), Dialoghi con

Guido Alpa. Un volume offerto in occasione del suo LXXI compleanno, 2018

15. E. Poddighe, Comunicazione e “dignità della donna”. Uno studio di genere, 2018

16. G. Grisi (a cura di), L'abuso del diritto. In ricordo di Davide Messinetti, 2019

17. S. Anastasia, P. Gonnella (a cura di), I paradossi del diritto. Saggi in omaggio a Eligio

Resta, 2019

18. S. Del Gatto, Poteri pubblici, iniziativa economica e imprese, 2019

20. M. Ruotolo (a cura di), La Costituzione...aperta a tutti, 2019 (I ed.); M. Ruotolo, M. Caredda (a cura di), La Costituzione...aperta a tutti, 2020 (II ed.)

21. N. Posteraro, M. Sinisi (a cura di), Questioni di fi ne vita, 2020

22. G. Resta (a cura di), L'Armonia nel diritto. Contributi a una rifl essione su diritto e musica, 2020

23. F. Lattanzi (a cura di), Genocidio. Conoscere e ricordare per prevenire, 2020

24. E. Toti, Diritto cinese dei contratti e sistema giuridico romanistico tra legge e dottrina, 2020

25. B. Cortese, La tutela in caso di vizio della res empta e della res locata: inadempimento

rispondenza ex fi de bona, 2020

26. M.S. Bonomi, La motivazione dell’atto amministrativo: dalla disciplina generale alle regole

speciali, 2020

27. G. Grisi, F. Rassu (a cura di), Perspectives nouvelles du droit. Thèmes, méthodes et

historiographie en France et en Italie, 2020

28. F. Aperio Bella, A. Carbone, E. Zampetti (a cura di), Dialoghi di Diritto

Amministrativo. Lavori del Laboratorio di Diritto Amministrativo 2019, 2020

29. S Caldarelli, I vincoli al bilancio dello Stato e delle pubbliche amministrazioni.

Sovranità, autonomia e giurisdizione, 2020

30. A. Massaro (a cura di), Connessioni di Diritto Penale, 2020

(4)

Nella stessa Collana

1. P. Carnevale (a cura di), La Costituzione riscritta. Saggi sulla revisione costituzionale

in itinere, 2016

2. E. Battelli, B. Cortese, A. Gemma, A. Massaro (a cura di), Patrimonio culturale:

profi li giuridici e tecniche di tutela, 2017

3. R. Benigni (a cura di), Libertà religiosa, diritti umani e globalizzazione, 2017

4. A. Massaro (a cura di), La tutela della salute nei luoghi di detenzione. Un’indagine di

diritto penale intorno a carcere, REMS e CPR, 2017, 2017

5. V. Zeno-Zencovich, Comparative Legal Systems. A Short Introduction, 2017 (I ed.)

Comparative Legal Systems. A Short and Illustrated Introduction, 2019 (II ed.)

6. M. Gambacciani, Impresa e lavoro: il nuovo bilanciamento nei licenziamenti collettivi, 2017

7. A. Massaro, M. Sinisi (a cura di), Trasparenza nella P.A. e norme anticorruzione: dalla

prevenzione alla repressione, 2017

8. A. D. De Santis (a cura di), I profi li processuali della nuova disciplina sulla responsabilità

sanitaria , 2017

9. V. Viti, La locazione fi nanziaria tra tipicità legale e sottotipi, 2018

10. C. Cardia, R. Benigni (a cura di), 50 Anni dalla Populorum Progressio. Paolo VI: il

Papa della modernità. Giustizia tra i popoli e l’amore per l’Italia, 2018

11. G. Nuzzo, L’abuso del diritto di voto nel concordato preventivo. Interessi protetti e regola

di correttezza, 2018

12. G. Grisi, C. Salvi (a cura di), A proposito del diritto post-moderno. Atti del Seminario di

Leonessa, 22-23 settembre 2017, 2018

13. G. Maestri, L’ordinamento costituzionale italiano alla prova della democrazia paritaria, 2018

14. G. Conte, A. Fusaro, A. Somma, V. Zeno-Zencovich (a cura di), Dialoghi con

Guido Alpa. Un volume offerto in occasione del suo LXXI compleanno, 2018

15. E. Poddighe, Comunicazione e “dignità della donna”. Uno studio di genere, 2018

16. G. Grisi (a cura di), L'abuso del diritto. In ricordo di Davide Messinetti, 2019

17. S. Anastasia, P. Gonnella (a cura di), I paradossi del diritto. Saggi in omaggio a Eligio

Resta, 2019

18. S. Del Gatto, Poteri pubblici, iniziativa economica e imprese, 2019

19. R. Benigni, B. Cortese (a cura di), La “giurisdizione”. Una riflessione storico-giuridica, 2019

20. M. Ruotolo (a cura di), La Costituzione...aperta a tutti, 2019 (I ed.); M. Ruotolo, M. Caredda (a cura di), La Costituzione...aperta a tutti, 2020 (II ed.)

21. N. Posteraro, M. Sinisi (a cura di), Questioni di fi ne vita, 2020

22. G. Resta (a cura di), L'Armonia nel diritto. Contributi a una rifl essione su diritto e musica, 2020

23. F. Lattanzi (a cura di), Genocidio. Conoscere e ricordare per prevenire, 2020

24. E. Toti, Diritto cinese dei contratti e sistema giuridico romanistico tra legge e dottrina, 2020

25. B. Cortese, La tutela in caso di vizio della res empta e della res locata: inadempimento

rispondenza ex fi de bona, 2020

26. M.S. Bonomi, La motivazione dell’atto amministrativo: dalla disciplina generale alle regole

speciali, 2020

27. G. Grisi, F. Rassu (a cura di), Perspectives nouvelles du droit. Thèmes, méthodes et

historiographie en France et en Italie, 2020

28. F. Aperio Bella, A. Carbone, E. Zampetti (a cura di), Dialoghi di Diritto

Amministrativo. Lavori del Laboratorio di Diritto Amministrativo 2019, 2020

29. S Caldarelli, I vincoli al bilancio dello Stato e delle pubbliche amministrazioni.

Sovranità, autonomia e giurisdizione, 2020

30. A. Massaro (a cura di), Connessioni di Diritto Penale, 2020

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Università degli Studi Roma Tre Dipartimento di Giurisprudenza

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L’Unità del Diritto

Collana del Dipartimento di Giurisprudenza

LIBER AMICORUM

LUIGI MOCCIA

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ricerca e diffondendo la conoscenza mediante l’uso del formato digitale ad accesso aperto.

Comitato scientifico della Collana:

Paolo Alvazzi Del Frate, Paolo Benvenuti, Bruno Bises, Mario Bussoletti, Giovanni Cabras, Giandonato Caggiano, Enzo Cardi, Paolo Carnevale, Antonio Carratta, Mauro Catenacci, Alfonso Celotto, Renato Clarizia, Carlo Colapietro, Emanuele Conte, Giorgio Costantino, Antonietta Di Blase, Carlo Fantappiè, Lorenzo Fascione, Ernesto Felli, Sabino Fortunato, Aurelio Gentili, Elena Granaglia, Giuseppe Grisi, Andrea Guaccero, Luca Luparia Donati, Francesco Macario, Vincenzo Mannino, Luca Marafioti, Enrico Mezzetti, Claudia Morviducci, Giulio Napolitano, Giampiero Proia, Giuseppe Ruffini, Marco Ruotolo, Maria Alessandra Sandulli, Giovanni Serges, Giuseppe Tinelli, Luisa Torchia, Mario Trapani, Vincenzo Zeno-Zencovich, Andrea Zoppini.

Collana pubblicata nel rispetto del Codice etico adottato dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi Roma Tre, in data 22 aprile 2020.

Il volume pubblicato è stato sottoposto a previa e positiva valutazione nella modalità di referaggio double-blind peer review.

Coordinamento editoriale: Gruppo di Lavoro

Elaborazione grafica della copertina: mosquitoroma.it

Caratteri tipografici utilizzati:

American Typewriter condensed, Brandon Grotesque, Gotham rounded (copertina e frontespizio) Adobe Garamond (testo)

Impaginazione e cura editoriale: Colitti-Roma colitti.it

Edizioni: ©

Roma, marzo 2021 ISBN: 979-12-5977-003-5 http://romatrepress.uniroma3.it

Quest’opera è assoggettata alla disciplina Creative Commons attribution 4.0 International License (CC BY-NC-ND 4.0) che impone l’attribuzione della paternità dell’opera, proibisce di alterarla, trasformarla o usarla per produrre un’altra opera, e ne esclude l’uso per ricavarne un profitto commerciale.

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Collana del Dipartimento di Giurisprudenza

L’unità del diritto

La collana di studi giuridici promossa dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Roma Tre assume un titolo – quello de L’unità del diritto – che può apparire particolarmente impegnativo perché il fenomeno giuridico riflette la complessità delle società che il diritto mira a regolare, si sviluppa intorno ad una molteplicità di articolazioni e sembra pertanto sfuggire ad una definizione in termini di unità. Anche la scienza del diritto, intesa come riflessione intorno al diritto, come forma di conoscenza che assume il dirit-to ad oggetdirit-to diretdirit-to e immediadirit-to di indagine, sia nella prospettiva teorica sia in quella storico-positiva relativa ad un singolo ordinamento, soffre a trovare una sua dimensione unitaria. La riflessione intorno al diritto, da qualunque punto di partenza si intenda affrontarla, ammette una pluralità di opzioni metodologiche, contempla una molteplicità di giudizi di valore, si caratterizza inevitabilmente per una pluralità di soluzioni interpretative. L’unico, generalissimo, elemento che sembra contraddistinguerla in senso unitario è dato dal suo essere rivolta alla conoscenza del diritto, dal suo ca-rattere conoscitivo dell’esperienza giuridica complessivamente intesa, una unità, potrebbe dirsi, figlia della diversità e varietà delle scelte di metodo e del pluralismo interpretativo, ma pur sempre una unità quanto meno in questo suo nucleo irriducibile. Ed è allora questo il senso da attribuire al titolo della collana che prende l’avvio, ossia quello di dare ospitalità a con-tributi di studiosi diversi per formazione e interessi ma che si riconoscono tutti nella comune esigenza di indagare il fenomeno giuridico applicando con rigore il metodo prescelto, nella consapevolezza della condivisione di un patrimonio formativo e culturale idoneo a creare una adeguata coscienza di sé e sulla cui base costruire l’impegno scientifico del giurista.

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convegni e seminari ma anche materiali didattici che possano proficuamente essere utilizzati nella formazione dei giovani giuristi.

La collana entra a far parte della struttura della editrice Roma TrE-Press che, affiancando alla tradizionale pubblicazione in volumi la pubblicazione in formato digitale on-line, consente un accesso libero ai contributi scientifici contribuendo, così, ad una nuova e più ampia diffusione del sapere giuridico.

Prof. Giovanni Serges Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza Università Roma Tre

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Indice

Introduzione 13

Luigi Moccia, Rileggendo la mia bibliografia…annotazioni (e ricordi)

a margine 15

Bibliografia 33

Lia Pop, Luigi Moccia: l’accademico dedito alle istituzioni e

alla costruzione dell’Europa… e non solo! 49 PARTE I

COMPARAZIONE GIURIDICA E DIALOGO TRA COMMON LAW E CIVIL LAW Faustino Martínez Martínez, Moccia En Madrid: Historia Y

Fases De Una Traducción 65

Maurizio Lupoi, English ‘equity’ and the civil law – a tale of two worlds 81 Diego Corapi, Comparazione e diritto privato nella tradizione giuridica

occidentale 93

Antonino Procida Mirabelli di Lauro, La circolazione dei modelli

dottrinali e giurisprudenziali nel «mondo comunicante» 115 Vincenzo Zeno-Zencovich, A Normative Metastasis? 153 Ermanno Calzolaio, Il ruolo della giurisprudenza come fonte normativa

tra civil law e common law 175

Biagio Andò, Il diritto privato maltese tra fonti della tradizione e

processo di codificazione 197

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Sabino Cassese, The European Common Constitutional Traditions 245 Silvio Gambino, La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione fra (quasi) costituzionalismo europeo e costituzionalismi nazionali 255 Francisco Balaguer Callejón, La costruzione di un’identità cittadina europea 281 Ennio Triggiani, Fra sovranità e sovranismi nell’Unione europea 295 Fulvio Attinà, Due cause del blocco integrativo 313 Salvatore Bonfiglio, Il metodo degli Spitzenkandidaten e

la riforma dei trattati 327

Alessandro Somma, Il Meccanismo europeo di stabilità e il mercato delle

riforme: un dialogo con gli economisti 341

Daniela Preda, La partecipazione nel processo d’integrazione europea:

il ruolo delle élites e del popolo 363

Fabio Zucca, L’Università di Pavia e l’Europa: dall’utopia all’azione politica 375 Antonello Miranda, Smoke gets in Euro-eyes: fusione e fissione del

diritto comunitario 389

Michele Graziadei, The European Court of Justice at work: comparative law

on stage and behind the scenes 437

PARTE III

COMPARAZIONE GIURIDICA

E PROSPETTIVE DI STUDIO DEL DIRITTO

Guido Alpa, La “proprietà” dei dati personali 465

Laura Vagni, Proprietà e tutela dell’affidamento: note a margine di

(12)

Francesco Paolo Traisci, L’animale. Oggetto o soggetto di diritto? 515 Enrico del Prato, Status di figlio: autoresponsabilità e verità 533 Mario Serio, Diritto di visita dei familiari dei ricoverati in case di cura,

emergenza sanitaria e questioni etico-giuridiche di carattere generale

nella giurisprudenza inglese 549

Raffaele Torino, Déséquilibre significatif e clausole contrattuali ingiustificatamente gravose nella filiera agro-alimentare.

Spunti di comparazione giuridica fra Francia ed Italia 571 Giulio Napolitano, Le leggi sul procedimento amministrativo.

Appunti per un’analisi comparata 611

Ricardo Maurício Freire Soares, Camila Miranda Sousa Race, The human dignity as an axiological framework of the Brazilian

constitutional system 623

Marina Timoteo, Il diritto nelle parole: aspetti linguistici del

diritto cinese contemporaneo 643

Federico Roberto Antonelli, L’extraterritorialità e le concessioni: contributo alla modernizzazione dei sistemi giuridici locali e profili di

comparazione giuridica 657

(13)
(14)

Introduzione

«Il male non è che i sapienti non vedono la risposta, ma che non

vedono l’enigma»1.

L’acuta osservazione del grande scrittore inglese Gilbert Keith Chesterton descrive l’esperienza nata dall’incontro con Luigi Moccia. Guardandolo insegnare, o frequentandolo in occasione di lunghi dialoghi, spesso scaturiti dalla lettura di nostri testi sottoposti al suo esame, si è sempre costretti ad alzare lo sguardo, stimolati a collocare ogni tema in un contesto più ampio,

ma anche più profondo. Quando si cercano risposte, ci si trova invece di

fronte a nuove domande.

Condividendo questa esperienza tra noi che abbiamo avuto più diretta-mente il privilegio di formarci alla sua scuola, è nato il desiderio di invitare alcuni studiosi, che in circostanze diverse hanno incontrato Luigi Moccia nel corso degli anni, ad offrire un loro contributo. Un Liber Amicorum, appunto. Come occasione per rendergli omaggio, in luogo di asettici ‘scritti in onore’ con intenti celebrativi, così estranei alla sensibilità dell’interessato.

Ne è uscito un quadro ricco e variegato, che si è pensato di articolare in tre tracce tematiche. Esse delineano – ci sembra – le linee fondamentali della riflessione che Luigi Moccia ha condotto nel corso della sua attività scientifica: comparazione giuridica e dialogo tra common law e civil law; dalla comparazione all’integrazione giuridica: cittadinanza e diritto europeo; comparazione giuridica e prospettive di studio del diritto.

Quando poi abbiamo posto mano alla bibliografia, davvero imponen-te, ci siamo resi conto che il modo più adeguato per tracciare un profilo dell’Autore era quello di ‘lasciar parlare’ i suoi scritti. Di qui l’idea di pro-porgli di ricostruirne la trama, rileggendo in prima persona ambiti e filoni di studio. Una testimonianza diretta, insomma, che potesse costituire una guida per seguire il percorso di una vita dedicata allo studio e alla ricerca. In modo forse inusuale, abbiamo quindi pensato di dare avvio a questa raccolta proprio con la ‘lettura’ della sua bibliografia (ivi inclusa), che l’Autore ha così generosamente accettato di scrivere.

Nello stesso tempo, poiché la verità di una testimonianza si apprezza alla luce del lascito che essa genera in chi vi si imbatte, abbiamo voluto proporre come primo contributo degli amici la riflessione della studiosa rumena Lia

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di un’avventura, insieme entusiasmante e rischiosa, di una ricerca ‘a tutto campo’ o (come a lui piacerebbe dire) ‘senza confini’. Nella confusione che caratterizza il contesto attuale c’è davvero bisogno di ‘maestri’. Luigi Moccia lo è. Per questo gli siamo grati.

Macerata-Roma, gennaio 2021

Ermanno Calzolaio Raffaele Torino Laura Vagni

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Luigi Moccia

Rileggendo la mia bibliografia… annotazioni (e ricordi) a margine

Rileggendo la mia bibliografia, mi si è presentato uno scenario nel quale mi sono come ‘ritrovato’. Come fosse un ritorno a tempi lontani, in luoghi dove si è vissuto, rivedendo volti di persone, stanze e oggetti, riascoltando voci, riprovando sentimenti, emozioni. Ma solo con la mente, e la consapevolezza del dopo: quella di conoscere il finale di una storia: s’intende, come fin qui raccontata nei e dai titoli di questa mia bibliografia. Il che mi porta subito al punto.

Dato il tanto tempo trascorso rispetto a buona parte dei titoli che vi compaiono, di alcuni dei quali avevo perso il ricordo, ripassandoli in rassegna tutti insieme, per la prima volta, ho potuto (col senno di poi, appunto) capire un po’ meglio come e perché questi titoli stanno insieme tra loro. Come e perché sono nati. Dove volevano collocarsi, cioè in quale orizzonte tematico. Quali sono gli snodi e i raccordi, cioè i passaggi da e gli incroci tra un orizzonte e l’altro. Insomma, capire (per convincermene una volta di più) che tutto non è avvenuto per caso, anzi…!

Sarebbe bastato fare una bibliografia ‘ragionata’? Forse sì. Ma l’elenco cronologico dei titoli (per chi mai fosse interessato) ne facilita di gran lunga il reperimento; nel senso di offrire una visione d’insieme, scandita secondo l’ordine temporale della loro pubblicazione.

Ad ogni modo, dal momento che questo elenco era già stato compilato, riordinarlo, completarlo e, quindi, ‘rileggerlo’, mi ha permesso di fare qui alcu-ne annotazioni riguardo ad ambiti e filoni di studio di cui mi sono occupato.

Mi pare di poterne individuare sette, nei seguenti: 1. Diritto inglese; 2. Diritto comune europeo (revisiting della comparazione civil law-common law); 3. Comparazione giuridica (in generale); 4. Diritto e giurista europeo; 5. Unione e Cittadinanza europea; 6. Diritto cinese; 7. Attualità della comparazione (giuridica).

1. Diritto inglese

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giusto che sia così. Perché la mia tesi di laurea (relatore Maurizio Lupoi, allora assistente ordinario alla “Sapienza” di Roma), sul sistema di giustizia inglese, non solo mi impegnò al punto da dovermi laureare con un anno di fuori corso (nel 1971), ma mi offrì l’occasione (mentre ancora ci lavoravo sopra) di andare a Londra (grazie a una borsa assegnatami per un breve soggiorno di studio). Dove in seguito (grazie al sostegno del British Council nell’ambito del programma “European Young Lawyers”), è iniziata la mia frequentazione dei luoghi simbolo del mondo giuridico inglese: (non le università, ma) le corti centrali londinesi e annessi studi forensi tra le mura storiche delle inns of court.

I primi lavori sono tutti dedicati a temi vari riguardanti il diritto inglese (tranne uno sul “modello di contrattazione collettiva nella pubblica amministrazione in Svezia”, che pure si spiega con quanto dirò subito appresso).

‘Temi vari’ significa sostanzialmente temi scelti, o nei quali mi imbattevo, sull’onda di vicende dell’attualità di allora e di motivazioni legate a circostanze e interessi di impegno in senso ampio sociale e culturale (che hanno, poi, continuato ad accompagnare la mia attività).

In questo modo o, meglio, con questo spirito facevo le prime esperienze di comparazione come ‘spazio di libertà’, aperto su altri spazi. Come un tempo si diceva dell’aria di città che rende liberi, così la comparazione e già solo la sua base d’origine, il diritto straniero, mi hanno sempre dato l’impressione di respirare un’aria di libertà di scelta, assieme alla possibilità, appunto, di affrontare temi i più vari, e di farlo attingendo informazioni e ispirazioni a fonti non solo e sempre giuridiche.

Naturalmente, l’ambiente dell’allora Istituto di Diritto Comparato dell’Università di Roma “La Sapienza” (diretto dal ‘maestro dei maestri’ della comparazione giuridica in Italia, Gino Gorla), che avevo preso a frequentare assiduamente, già prima e dopo la laurea, sono stati per me, e tanti altri, un ‘luogo privilegiato’ di questo modo ‘diverso’ di studiare diritto

Tra i temi con cui mi sono cimentato, in testi (alcuni firmati assieme a Ferdinando Albisinni) di commento a leggi o casi giudiziari inglesi, vorrei menzionare quelli pubblicati (grazie all’amicizia con Massimo D’Antona) nella “Rivista Giuridica del Lavoro e della Previdenza Sociale”, tra le più antiche riviste italiane di diritto del lavoro, che si apriva in quegli anni a contributi di diritto straniero e comparato.

Sempre con riguardo a quei primi lavori, mi piace qui annotare i temi relativi alla riforma del processo e della giustizia, all’epoca molto sentiti e dibattuti nel nostro paese, trattati con riguardo a certi aspetti rilevanti, in una chiave di lettura che traeva spunto dall’esperienza inglese.

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Rileggendo la mia bibliografia… annotazioni (e ricordi) a margine

Così, il contributo Fonte regolatrice del processo e tutela possessoria in diritto inglese: l’‘azione civile contro ignoti’. Alcuni spunti per uno studio comparativo di diritto processuale inglese ed italiano (1976, il mio primo ad essere pubblicato in una sede prestigiosa come “Il Foro Italiano”, parte V), affrontava un tema all’epoca pressoché sconosciuto da noi (e, a quanto ne so, rimasto tale): quello relativo alla prassi di attribuire – su delega del Parlamento a (comitati ad hoc di) ‘giuristi pratici’ o ‘forensi’, insomma a giudici e avvocati – il potere di regolare la procedura (rule-making power) davanti alle proprie corti (in particolare le corti centrali: Alta Corte e Corte di Appello). Ricordo che l’articolo fu inviato in lettura all’allora direttore scientifico de “Il Foro”, il professore Virgilio Andrioli (tra i nostri più illustri processualcivilisti), il quale chiamò di primo mattino al telefono Gino Gorla (che, data l’ora e una ben nota ‘veracità’ di carattere dell’Andrioli, aveva temuto in una stroncatura, come mi confidò), esprimendogli il suo compiacimento per il ‘pezzo’, assieme a un certo stupore (credo in positivo) per la ‘peculiarità’ rappresentata da quella prassi. Come lo stesso Gorla ebbe però modo di accertare, anche da noi, presso i Grandi Tribunali (corti supreme) dell’Italia preunitaria, era in uso una prassi analoga che metteva nelle mani dei forensi la disciplina dello stylus curiae (ovvero del modo di procedere davanti a queste giurisdizioni). Sicché, se non proprio una fake news, anche quella peculiarità inglese andava ‘rivista’ nel quadro più generale del revisiting della comparazione civil law-common law (di cui più avanti, § 2), alla luce di una tradizione che aveva visto queste due famiglie giuridiche nei secoli d’antico regime più vicine tra loro di quanto si volesse far credere.

Questo filone tematico è stato poi ripreso con il saggio su I ‘Regolamenti della Corte’ nel quadro delle fonti della procedura civile inglese (1990). Ma lo sviluppo maggiore del tema si trova (per chi fosse interessato) nel volume Il processo civile inglese (Rimini, Maggioli, 1991). Volume da me curato (anche come co-autore). Dove, assieme a testi di Albert Kiralfy e Sir Jack Jacob, si trova (a mia firma) la versione italiana (la prima e la sola, credo) de “I Regolamenti della Corte Suprema. Selezione e Traduzione di testi” (contenuti nel c.d. White Book, dal colore della copertina, ovvero la fonte a tutt’oggi più autorevole di conoscenza su “practice and procedures” in uso presso le corti centrali), insieme con una mia “Nota introduttiva ed annotazioni esplicative” (pp. 65-447) e l’aggiunta di una “Nota bibliografica” finale. Si tratta di un lavoro, uscito nella collana “Ricerche sul Processo”, diretta da Nicola Picardi e Alessandro Giuliani (nell’ambito di un progetto finanziato dal CNR). Rileggendo la bibliografia, mi sono tornati

(19)

alla mente i rapporti di frequentazione (e annessi ricordi), in occasione dei miei soggiorni londinesi, con il professor Kiralfy (tra gli studiosi più noti di storia del diritto inglese), e con ‘master’ Jacob (dal titolo della carica giudiziaria da lui ricoperta presso l’Alta Corte per oltre trent’anni, che ne ha fatto un’autorità di riferimento in materia processuale, materia da lui introdotta per la prima volta nell’insegnamento universitario in Inghilterra). Ma anche i rapporti di amicizia e le tante occasioni di conversazione su ‘temi vari’, sia con Alessandro Giuliani che con Nicola Picardi. Ai loro nomi, del resto, si legano le mie prime monografie.

Il Glossario per uno studio della “Common Law” (1983, le cui ristampe si sono susseguite numerose, ancora in catalogo, a quanto ho scoperto, almeno fino al 2017), nasce come “Appendice” alla traduzione italiana del volume di Peter Stein e John Shand, “I valori giuridici della civiltà occidentale” (1981). Fu, infatti, Alessandro Giuliani a sollecitare la scrittura di un testo che, a completamento e nello spirito del volume tradotto, offrisse una sintesi per lemmi capaci di fornire alcuni punti essenziali di riferimento (a mo’ di chiavi di lettura) dell’esperienza giuridica inglese. Le cinque voci del glossario, scelte in ordine alfabetico (Bar, Case law, Civil law, Common law, Rule of law), racchiudono tematiche principali attorno alle quali, allora come ora, può essere presentata e comunque osservata questa esperienza, presa nel suo insieme come termine di paragone rispetto ai diritti del Continente europeo. Il sistema di giustizia inglese: profili storici e organizzativi (Rimini, 1984, anch’esso con successive ristampe, l’ultima delle quali nel 1995), deve la sua uscita all’interessamento di Nicola Picardi per la pubblicazione con l’editore Maggioli.

In questo filone di studi sulla giustizia in Inghilterra si colloca il testo su L’esperienza inglese della partecipazione dei laici all’amministrazione della giustizia, del 1978, pubblicato nella “Rivista di Diritto Processuale” (altra sede prestigiosa, per un ricercatore appena nominato assistente ordinario); grazie al fatto che Mauro Cappelletti, anche in questo caso parlandone con Gorla, volle che l’articolo fosse inviato alla rivista per la pubblicazione.

Ancora in tema di giustizia inglese e dintorni, un titolo rileggendo il quale sono affiorati lontani ricordi legati alle giornate dedicate alla ricerca e consultazione di testi e documenti d’epoca nelle biblioteche delle inns of court, nonché quelle trascorse presso la Biblioteca Unidroit a Roma (spesso in piacevoli conversari con il suo direttore, Walter Rodinò), è Appunti sul ‘law reporting’ in Inghilterra (1978). Vi si affronta un altro tema tra quelli meno indagati (da noi), all’epoca (come pure dopo, credo), relativo alle raccolte inglesi di casi giudiziari, dal periodo medievale fino ai giorni nostri.

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Rileggendo la mia bibliografia… annotazioni (e ricordi) a margine

In proposito, mi permetto di annotare che, quando si parla di giurisprudenza come fonte di diritto, sarebbe sempre bene avere presente un quadro delle ‘fonti di conoscenza’ e loro caratteristiche.

Tra i titoli di questo primo campo tematico, altri meritano una annotazione. Si tratta, in ordine di pubblicazione, dei seguenti.

Il contributo su ‘Science of legislation’, ‘educazione giuridica’ e ‘professiona-lità’ nella redazione delle leggi. Alcuni cenni sull’esperienza inglese, del 1987: per via della trattazione di un tema, il legislative drafting, piuttosto trascurato in ambito comparativo (almeno al tempo in cui me ne sono occupato), che riveste particolare interesse, non solo nel contesto inglese di judge-made law, ma più in generale sul piano di una educazione attenta ai profili di legal reasoning, in rapporto di implicazione reciproca con il legal drafting (come amava ripetere Alessandro Giuliani, che mi aveva sollecitato a scriverlo per la pubblicazione in un volume, a sua cura e di Picardi, sui “Modelli di legi-slatore e scienza della legislazione”).

L’articolo Diritto giurisprudenziale, legislazione e principio di legalità nel mondo di common law (1988): che mi fa piacere annotare, essendo stato il mio primo ad essere pubblicato nella “Rivista Trimestrale di Diritto e Procedura Civile”, per via di una lunga collaborazione (piuttosto continuativa, da allora fino ad oggi) con questa rivista (grazie alla benevola accoglienza di Federico Carpi).

Il saggio intitolato Prescription, Limitation e Adverse possession: ovvero il problema della prescrizione acquisitiva nel sistema inglese della real property (1994), dove vengono ripresi e approfonditi temi trattati in un mio volume dell’anno prima (di cui dirò in seguito, § 4): che mi fa piacere annotare per via della sua pubblicazione negli “Scritti in onore di Rodolfo Sacco”, il quale mi aveva espresso il suo apprezzamento per il volume in una lettera manoscritta (che, come dirò più avanti, ha sempre avuto l’amabilità di inviarmi, ogni volta che gli spedivo copia di una mia monografia).

Altri temi di studio del diritto inglese hanno formato oggetto di varie voci scritte per il “Digesto IV edizione” (1988-1992), e della voce Contract scritta per l’Enciclopedia Giuridica Treccani (1988).

Infine, il lungo saggio su Il modello inglese di proprietà, pubblicato nel volume collettaneo “Diritto privato comparato. Istituti e problemi” (nato da un’idea di Guido Alpa): la cui versione originaria (nella prima edizione del volume, 1999) è stata aggiornata nel 2012, per una nuova edizione del volu-me; segnando, per così dire, una linea che delimita temporalmente (almeno fino ad oggi) questo campo tematico di titoli dedicati al diritto inglese.

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2. Diritto comune europeo (revisiting della comparazione civil law-common law) Questo ambito è stato caratterizzato da un intenso (quasi quotidiano) rapporto di collaborazione con Gino Gorla, iniziato (stabilmente) nel 1977 (con la mia assunzione in ruolo come assistente ordinario di Diritto privato comparato) e durato fino alla sua morte (nel 1992). Il ricordo che ne ho, in questa circostanza, è quello soprattutto di un “lessico famigliare” di espressioni da lui coniate, quali “diritto comune europeo”, “revisiting”, ordinamenti “aperti” e “chiusi”, che presi a utilizzare per i miei lavori, cercando di dare seguito alle sue sollecitazioni e di trovare conferme (ulteriori) alle sue intuizioni. La sensazione allora provata, durante quei quindici anni insieme, è stata appunto di una “famiglia” (di ricercatori, tra cui il sottoscritto), che Gorla stesso descrive in un suo scritto del 1978 (“Un centro di studi storico-compartivi sul ‘Diritto Comune Europeo’ presso l’Istituto di Diritto Comparato dell’Università di Roma”, in Foro it., V, col. 313 ss.).

Senza indulgere in ricordi personali, per restare al canovaccio di annotazioni che mi sono riproposto di fare a margine della mia bibliografia, una prima annotazione riguarda i due titoli, uno firmato assieme a Gino Gorla (A ‘Revisiting’ of the Comparison between ‘Continental Law’ and ‘English Law’ (16th to 19th Century”), l’altro – da lui sollecitato – apparso in una prima versione italiana (Sull’uso del termine ‘civil law’, 1980) e, poi, da me sviluppato in versione inglese (English Law Attitudes to the Civil Law): entrambi pubblicati nel 1981 sul “Journal of Legal History”, da poco fondato da Albert Kiralfy (1980), il quale fu lieto di accoglierli; pur consapevole (come ebbe a dirmi privatamente) delle reazioni che il tema avrebbe potuto suscitare, soprattutto in certi ambienti accademici e professionali inglesi.

Il tema del revisiting presentava (e presenta) due facce.

Quella della “grande lacuna” (altra espressione del lessico famigliare di cui sopra), riferita a una storia, in particolare riguardante l’Italia preunitaria, della giurisprudenza come fattore di diritto ‘comune’ al livello continentale, che Gorla riscopre (come fosse un ‘vuoto di memoria’ da colmare), ponendolo quale nuovo termine di paragone rispetto al diritto inglese (common law), per via delle tante similitudini (e concordanze) che vi si scorgono (di cui un esempio, sebbene diacronico, viene offerto anche in un mio testo dal titolo Sui limiti alla proprietà privata nell’interesse collettivo (Un notevole caso di concordanza fra una decisione del Vernaccini del 1780 e una recente opinion di Lord Denning) (1978).

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Rileggendo la mia bibliografia… annotazioni (e ricordi) a margine

di apertura e ‘dialogo’ degli ambienti di common law con il mondo dei civilians (interno all’Inghilterra) e con quello di civil law (testi e autorità di diritto continentale). Di qui l’esigenza di ripensare (revisiting), in termini quanto meno di relatività storica, idee, categorie e tassonomie riguardanti la comparazione civil law-common law; esigenza che si trova espressa nei due testi (a doppia firma) A Short Historical Account of Comparative Law in Europe and in Italy during Modern Times (16th to 19th Century), e Profili di una storia del ‘diritto comparato’ in Italia e nel ‘mondo comunicante’, entrambi del 1986.

Mentre un mio testo dal titolo (un po’ impegnativo) Historical Overview on the Origins and Attitudes of Comparative Law, inviato in risposta a una call for papers e presentato nel 1991 a un convegno (“The common law of Europe and the future of legal education”) presso l’Università di Maastricht, si trova pubblicato, nei relativi atti (1992), accanto a un titolo firmato da Raoul Van Caenegem (autorevole storico belga e studioso in particolare di storia del diritto inglese, visto in contrapposizione al diritto continentale). Ricordo che al termine delle nostre due presentazioni, diametralmente opposte, nella sessione del convegno a cui eravamo stati assegnati insieme (credo, con una certa malizia da parte degli organizzatori), mi rivolsi a lui, in un breve colloquio, dicendogli (con tono che avrebbe voluto essere conci-liante): “ciò che la storia del diritto divide, la comparazione unisce” (che era poi una interpretazione del motto coniato da Gorla “comparison involves history”, rovesciando quello di Maitland “history involves comparison”, dal momento che, a ben leggere, i due non dicono la stessa cosa).

In effetti, mentre la “grande lacuna”, dopo e grazie a Gino Gorla, ha preso ad essere colmata (dagli addetti ai lavori, cioè dagli storici del diritto), la stagione del revisiting non credo abbia entusiasmato (soprattutto da noi) il campo dei comparatisti. Se non forse nella prospettiva oggi rivolta, più che al passato (delle relazioni civil law-common law), al futuro del (di un) diritto comune europeo, in relazione al processo di integrazione dei Paesi membri dell’Unione (già Comunità) europea. A questa prospettiva si riferiscono i due ambiti che seguono.

3. Comparazione giuridica (in generale)

I titoli della bibliografia che possono essere associati a questo ambito di studio, sono di due tipi: a) di analisi di istituti (contratto e proprietà) e

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relative problematiche (terminologiche, concettuali, di contenuto storico e normativo); b) di riflessione in generale sulla comparazione giuridica, per quanto concerne sviluppi e sfide, a partire già dagli ultimi decenni dello scorso secolo, e tanto più in questo presente.

Riguardo al primo tipo, un’annotazione merita il saggio Promessa e contratto (1995), come versione ampliata di un testo scritto per un convegno organizzato all’Università di Macerata nell’ambito di un ciclo di “Colloqui sull’Interpretazione”, con la partecipazione di studiosi di altre discipline quali filosofi, linguisti, storici, letterati, psicologi, che ricordo essere stato fonte di ispirazione, in sede di stesura finale del testo.

Altri saggi tematici a sfondo comparativo sono quelli dedicati allo studio della proprietà (Basic Ways of Defining Property, 2007; Riflessioni sull’idea di proprietà, 2008; La proprietà intellettuale come ‘proprietà globale’: tendenze e problemi, 2011; Forme della proprietà nella tradizione giuridica europea, 2013), apparsi su riviste o pubblicati (o ripubblicati) come contributi a volumi, e alcuni anche tradotti; tutti però accomunati (con mio rammarico) da questa annotazione, e cioè, che non hanno potuto trovare (ancora) una collocazione unitaria, assieme ad altri scritti in parte già approntati, in un volume dal titolo “La proprietà. Percorsi di riflessione e comparazione giuridica” (come annunciavo in nota ad alcuni di essi).

Un’annotazione a sé merita un titolo (‘ritrovato’ rileggendo la bibliografia), Brevi note sull’indipendenza dei giudici, oggi (2000), che riprende il filone di riflessioni sulla giustizia, in un contesto di comparazione civil law-common law a sfondo storico-comparativo.

Per quanto riguarda i titoli di comparazione in generale, è stata lieta sorpresa quella di leggere al primo posto, nell’ ordine cronologico di una serie di scritti in tema, il saggio La comparazione come pedagogia giuridi-ca nell’opera di Gino Gorla (pubbligiuridi-cato negli “studi in memoria”, 1994). Seguìto (anche qui, non a caso) da un breve testo intitolato L’educazione alla comparazione, pubblicato nella raccolta di scritti “Per Alessandro Giuliani” (1999).

Sulla stretta connessione tra ‘comparazione’, come modo di studio e conoscenza del diritto (in generale), ed ‘educazione’ giuridica, sono tornato più di recente con il saggio Comparazione giuridica come modo di studio e conoscenza del diritto: l’esempio della tutela ambientale (2020), a conferma di una impostazione di cui sento tanto più oggi il valore e l’attualità, come ho cercato di argomentare in altri titoli (di cui parlo più avanti, § 7). Ai quali sono da aggiungere le altre pubblicazioni più propriamente dedicate al rapporto della comparazione con il tema del (di un) diritto e giurista

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Rileggendo la mia bibliografia… annotazioni (e ricordi) a margine

europeo (§ seguente).

A questo punto della mia rilettura della bibliografia, posso annotare le due monografie che riassumono, completano e sviluppano questo filo di riflessione.

Comparazione giuridica e diritto europeo (2005). Questo libro nasce dall’idea di fornire una visione d’insieme dei precedenti ambiti: diritto inglese, diritto comune europeo, revisiting, con una proiezione sul processo di integrazione europea come frontiera avanzata di una comparazione in grado di recuperare il senso storico-culturale del diritto comune dei secoli passati. Per questo motivo non poteva che essere un libro particolarmente ‘voluminoso’: di “oltre mille pagine” (come mi scrisse con divertita sorpresa Rodolfo Sacco, già così, comprendendone appieno questa trama complessa, nella sua consueta lettera manoscritta, di cui mi ha sempre gratificato, in risposta all’invio di copia del volume).

Comparazione giuridica e prospettive di studio del diritto. Raccolta di saggi (2016). Questo libro rappresenta, invece, l’altra faccia di quella stessa riflessione, che cercava e cerca di affrancarsi dalla logica della comparazione ‘per sistemi’, per guardare più avanti e oltre. (Ancora una volta Rodolfo Sacco, nella sua immancabile lettera manoscritta in risposta all’invio di copia del volume, ne coglie questa cifra, commentando: “Chi ha scritto il libro è il Luigi Moccia di sempre, e dunque il libro non dovrebbe stupire. E invece qualcosa ci sorprende. I problemi che tratti (salvo, forse, la Cina) sono i problemi che proprio ora incominciano ad essere sentiti da tutti. E allora bisogna convenire che i vari articoli riportati nel libro, e scritti tempo addietro, spesso nell’altro secolo, precorrevano i tempi”).

Siamo così già dentro l’ambito che segue.

4. Diritto e giurista europeo

Nel rispetto della trama cronologica della bibliografia, è bene procedere per ordine di tempo.

I temi relativi alla formazione di un diritto (e giurista) europeo hanno origine, come ho cercato di chiarire, nell’ambito degli studi riguardanti il diritto comune europeo e il revisiting.

A questo proposito, l’idea-guida era ed è lo ius commune. Non come ius civile, collocato cioè nell’alveo della tradizione di diritto romano-giustinianeo più o meno rinnovato e adattato nel corso dei secoli fino all’Ottocento.

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Ma inteso come articolato complesso (una sorta di ‘costellazione’, oggi diremmo) di regole e principi di produzione varia, professorale-accademica e professionale-forense; e con l’ausilio di materiali vari, testi del Corpus iuris e loro interpretatio, leggi, decisioni ed usi. Quale patrimonio condiviso, insegnato e applicato, in vari luoghi e a vari livelli. Uno ius che, come tale, portava in seno una propria valenza ‘cosmopolita’, come una sorta di diritto apolide (cioè, senza frontiere), per rapporto ai diritti locali/nazionali (iura propria). Questa valenza di per sé intrinsecamente comparativa ne faceva il perno di una koinè intellettuale e culturale che abbracciava l’intera Europa (Inghilterra inclusa). Una sorta di ‘prima globalizzazione’ del pensiero giuridico ‘occidentale’ (molto diversa rispetto a quella definita come Classical Legal Thought di matrice romanistico-pandettista, sviluppatasi in epoca ottocentesca).

Di qui la locuzione coniata da Gino Gorla di “diritto comparato e diritto comune europeo” (con evidente valore di endiadi della congiunzione), che campeggia nella titolazione del volume di raccolta dei suoi scritti (Milano, 1981): a significare la “reciproca immanenza della storia del diritto comparato ‘europeo’ e della storia del diritto comune ‘europeo’”.

Su questo sfondo storico-comparativo, ma nel contesto nuovo del processo di integrazione, veniva delineandosi una prospettiva di studio comparativo del diritto che poneva o, meglio, tornava a porre l’accento su una dimensione ‘europea’ a tutto campo: non solo ristretta al campo della Comunità, poi Unione europea; sebbene facendo leva su questo grande progetto di pacificazione e integrazione.

Per quanto concerne i titoli della mia bibliografia ascrivibili a questo ambi-to tematico, una prima annotazione meritano gli Atti del Convegno macera-tese del giugno 1989, Il diritto privato europeo: problemi e prospettive, dove per la prima volta compare il sintagma “diritto privato europeo”; poi raccolti e pubblicati nel volume omonimo (1993). Nella scia così tracciata si inseriscono un saggio del 1992 (La sicurezza degli acquisti immobiliari: figure di ‘usucapione’ e sistemi di pubblicità immobiliare nella prospettiva del ‘diritto privato europeo’), e la monografia che ne completava la trattazione: Figure di usucapione e sistemi di pubblicità immobiliare. Sintesi di diritto privato europeo (1993).

Sono poi seguiti, il volume a mia cura, I giuristi e l’Europa (1997), e una serie di contributi: Les bases culturelles du juriste européen: un point de vue continental (1997, anche in una versione italiana del 1998); La formazione dell’avvocato europeo: questioni e risposte di prospettiva (1999); The ‘European Lawyer’: From Past to Present Scenarios (2002); La formazione del giurista in prospettiva europea (2008); Diritto europeo, ordinamento aperto e formazione giuridica (2012); Formazione di un giurista e di un diritto europeo: scenari e

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Rileggendo la mia bibliografia… annotazioni (e ricordi) a margine

prospettive (2015).

In una chiave sempre storico-comparativa di riflessione, una notazione particolare merita il volume La formación del derecho europeo. Una perspectiva histórico-comparada (2012), che ripropone in una versione completamente rinnovata (e arricchita di una bibliografia finale) la terza parte del libro “Comparazione giuridica e diritto europeo”, quella su “Civil law e rapporti con la tradizione di common law: per un diritto europeo” (nella traduzione ed edizione a cura di Faustino Martínez Martínez).

5. Unione e Cittadinanza europea

Questo ambito si sovrappone in qualche misura all’ambito che precede, ma va tenuto distinto, nel senso che pone in evidenza quei titoli della bibliografia che trattano di ‘diritto europeo’ in una chiave attenta piuttosto a profili e questioni giuridico-istituzionali dell’Unione. Sia come nuovo paradigma di una comparazione ‘multi-livello’, cioè tra livelli e regimi normativi che operano all’interno dell’ordinamento dell’Unione autonomamente e unitariamente inteso (nelle materie di competenza dello stesso), e di cui sono parte integrante i singoli ordinamenti nazionali. Sia come processo in evoluzione che, a partire soprattutto dall’inizio degli anni 1990, con i vari trattati istitutivi dell’Unione, è venuto spostando il suo asse non solo su aree di competenza sempre più estese, ma con una accentuazione sempre maggiore sui diritti (fondamentali) dei ‘suoi’ cittadini.

In tal senso, due filoni tematici, distinti ma connessi, vengono in considerazione sullo sfondo di questo ambito: quello della base di legittimazione del diritto dell’Unione come ordinamento autonomo, e quello della sua costituzionalizzazione, quale ordinamento a sua volta calato storicamente e culturalmente in una cornice di valori e diritti fondamentali, risultanti dalle tradizioni costituzionali comuni agli Stati membri e, come tali, facenti parte del diritto dell’Unione, in quanto suoi principi generali.

Sulla base di queste premesse, rilevano innanzitutto i titoli della bibliografia dedicati all’analisi della base giuridica di un diritto privato europeo, individuata nella cittadinanza dell’Unione, tra cui: Dal mercato alla cittadinanza: per un itinerario ‘ideologico’ di diritto privato europeo (2002); La prospettiva della ‘Cittadinanza dell’Unione’ come base giuridica per una codificazione europea di diritto privato (2002); Appunti su ‘Europa e diritto’: la ‘via della cittadinanza europea’ (2005); La ‘cittadinanza europea’ come ‘cittadinanza differenziata’ a base di un sistema ‘multilivello’ di diritto privato

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(2006); Il ‘sistema’ della cittadinanza europea: un mosaico in composizione (2010); Cittadinanza europea e spazio di libertà, sicurezza e giustizia (2010); European Private Law In-Formation (2010). Nonché il volume a mia cura The Making of European Private Law: Why, How, What, Who (2013), con un mio contributo European Law: From ‘Market’ to ‘Citizenship’.

Sotto il profilo dei diritti fondamentali e più in generale delle questioni connesse con la costituzionalizzazione dell’ordinamento dell’Unione, rilevano, tra altri, i seguenti titoli: il volume a mia cura Diritti fondamentali e Cittadinanza dell’Unione europea (2010); nonché una serie di articoli, tra cui: ‘Costituzione europea’ e nuovo trattato sull’Unione (2008); La cittadinanza nella prospettiva della federazione europea (2011); Cittadinanza e democrazia nell’Europa in crisi: quale via all’Unione politica (2012); La cittadinanza come ‘cuore federale’ dell’Unione (2012); Diritto comunitario e diritto europeo (2013); Union’s citizenship as the basis for European democracy (2013); Il diritto dei cittadini dell’Unione di avere un governo (2013); Democrazia, sovranità e diritti nella crisi europea: spunti per un discorso su riforme e futuro dell’Unione (2016); Unione politica e valore sociale della cittadinanza europea (2017); Cittadinanza ‘civile’ europea e politiche di integrazione (2018).

Un’annotazione ulteriore è che la maggior parte dei titoli qui elencati sono pubblicati nella rivista “La cittadinanza europea”, da me fondata e diretta, a partire dal 2002, nell’ambito delle attività del Centro europeo di eccellenza Altiero Spinelli. La rivista, collocandosi nell’area variegata e multidisciplinare degli “studi europei”, intende raccogliere la sfida costituita da una straordinaria originalità, complessità e per certi versi necessaria creatività del processo di integrazione, che sollecitano (e dovrebbero sollecitare) in modo particolare l’attenzione e la sensibilità dei cultori di comparazione giuridica, nei confronti di un diritto ‘sui generis’, quale il diritto europeo (dell’Unione), insieme sovranazionale, transnazionale, interno, nonché ‘comune’ ai singoli ordinamenti degli Stati membri.

6. Diritto cinese

Per rispetto sempre all’ordine cronologico in cui sono elencati i titoli della bibliografia, inserisco qui alcune notazioni riguardanti l’ambito tematico del diritto in Cina. I miei interessi di studio in questo ambito risalgono già agli anni 1990 (con l’avvio nel 1992-93 di un progetto di ricerca finanziato dal

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Rileggendo la mia bibliografia… annotazioni (e ricordi) a margine

nostro CNR, portato avanti in collaborazione con ambienti accademici e la partecipazione di studiosi cinesi invitati a dare propri contributi, e successivamente ultimato con l’acquisizione di tali contributi nel 1996-97 e relativi aggiornamenti nel 1998, con un ulteriore specifico aggiornamento avvenuto in corso di stampa sulla revisione costituzionale del marzo 1999 e sulla legislazione in materia di contratti economici); a seguito dei quali è stato pubblicato il volume a mia cura, Profili emergenti del sistema giuridico cinese, con una appendice sulle riforme economiche (1999). I contributi ivi raccolti (forniti in lingua inglese e tradotti in italiano) sono opera di un gruppo di studiosi cinesi coordinati dalla professoressa Sheng Yu, membro dell’Accademia delle Scienze sociali e all’epoca vice-presidente della Società cinese di diritto (China Law Society).

La preparazione di questo primo lavoro mi offrì la possibilità di visitare la Cina in più occasioni, mantenendo vivo lo stimolo per approfondirne la conoscenza. Ne sono così derivati una serie di lavori (Il sistema giuridico cinese: caratteri tradizionali e lineamenti attuali, 2000; Prologo breve sulla ‘originalità’ del diritto (tradizionale) cinese e sull’importanza del suo studio in prospettiva storico-comparativa, 2004; Il diritto cinese nella teoria dei sistemi giuridici: dalla tradizione alla commistione, 2006; Diritto cinese fra tradizione confuciana e modernizzazione socialista: un approccio comparativo, 2007). Ha preso così forma l’idea di dare corpo a una trattazione più estesa e articolata. Al fine di cercare di mettere insieme le caratteristiche tradizionali della società cinese, ancora forti e vitali ai nostri giorni, con le tendenze e le esigenze degli ultimi decenni, nate e dettate all’insegna dell’innovazione e trasformazione in campo economico e sociale, anche grazie al diritto, per fare della Cina un paese moderno e in grado di competere al livello internazionale. Il volume Il diritto in Cina. Tra ritualismo e modernizzazione (2009) vuole rappresentare e interpretare questa transizione da un mondo di diritto ‘latente’, quello della Cina imperiale, espressione di un sistema strutturato di riti e convenzioni sociali, a un mondo di diritto ‘in formazione’, quello della Cina popolare, bensì espressione di leggi e codici, di riforme costituzionali e spinte al cambiamento, con l’emergere di istanze sempre più diffuse socialmente e culturalmente di tutela di diritti individuali; ma dove ancora persistono condizioni e situazioni di ‘marginalità’ delle professioni giuridiche, di mancanza di indipendenza delle strutture giudiziarie e più in generale di carenza dell’idea stessa di ‘autonomia’ del diritto rispetto alla ‘politica’ (quest’ultima peraltro intesa in un’accezione che risente di valori e concezioni della tradizione culturale del paese).

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giuridica cinese antica quanto moderna, sono stati pubblicati altri saggi, tra cui: The ‘Dual Paradox’ of Modernity in China (2012); The Idea of ‘Law in China: An Overview (2018).

In definitiva, ritengo che in uno studio del diritto in Cina, l’intento di scoprire elementi caratteristici di una legal tradition nel mondo cinese (la cui ‘antichità’ dura fino alla caduta dell’impero, agli inizi del XX secolo, e che richiederebbe il possesso di specifiche competenze, non solo linguistiche, nel campo della sinologia), come mondo solitamente ritenuto assai diverso, se non addirittura ‘altro’, rispetto al mondo occidentale, abbia senso – questo intento – se unito all’esigenza (muovendo dal presupposto di valore educativo dell’approccio comparativo) di riflettere, alla luce di una esperienza così particolare, sul diritto in generale. Vale a dire, con un focus sulle relazioni (di grande interesse e attualità, dopo le stagioni del positivismo e del formalismo giuridico) del diritto con la società, i costumi, i valori e la cultura: relazioni che hanno sempre caratterizzato e continuano a caratterizzare in modo strutturale l’esperienza giuridica cinese; e che ne fanno un campo ‘ideale’ di studio, tanto più oggi, quale paese destinato a diventare, nel suo slancio di modernizzazione, una delle forze culturalmente egemoniche, al livello regionale e mondiale.

7. Attualità della comparazione (giuridica)

Questo ambito, a conclusione dei precedenti, riguarda (e non poteva che essere così) la trattazione, in anni più recenti, di temi di riflessione riconducibili alla questione dell’attualità della comparazione (giuridica), come loro motivo unificante.

Nei suoi termini generali, tale questione nasce e, comunque, ha molto a che fare, da un lato, con l’integrazione europea, e, dall’altro, con la globalizzazione; per via, nell’un caso come nell’altro, di una trasformazione profonda dei diritti nazionali. In un contesto non più solo ‘territoriale’, ma ‘spaziale’ – che corre cioè trasversalmente al mondo intero – di rapporti transfrontalieri, di società eterogenee (multietniche, multiculturali), di fenomeni di incidenza tanto locale quanto globale (ambiente, terrorismo, sicurezza, pandemie, rischi di catastrofi provocate direttamente per mano dell’uomo). In ogni caso, un contesto segnato da una componente di accentuata complessità e pluralità normativo-ordinamentale, che mette in discussione il punto di vista comparativo: non più solo

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dicotomico-Rileggendo la mia bibliografia… annotazioni (e ricordi) a margine

oppositivo (interno-noto/esterno-ignoto), ma relazionale-inclusivo (relativo/ universale, locale/globale, particolare/comune). Laddove, insieme con crescenti elementi di tensione tra queste due polarità, aumentano anche gli scenari (sfide e opportunità) giuridicamente rilevanti e significativi; al tempo stesso focalizzandosi sempre più su questioni trasversali a più settori e livelli (questioni globali), che assumono in sé rilievo comparativo (ad esempio, l’ambiente). In quanto tali, aventi natura di ‘fondamenti’ di comparazione, sui quali misurare divergenze e somiglianze, non più secondo il metro dei sistemi giuridici, ma sul piano, appunto, di principi e regole (incluse quelle di produzione non statale) di diversa provenienza, a base della complessità del mondo odierno. Complessità di cui, appunto, il ‘diritto’ (in tutte le sue diverse configurazioni e accezioni) è parte integrante (spesso invocato per finalità di armonizzazione, grazie alla comparazione come ‘luogo privilegiato’ di riflessione sul diritto).

In termini di ordine speculativo, ma più circoscritti, mi sono occupato in questo ambito di due temi, tra loro in apparenza distanti, ma a ben vedere convergenti, sul piano almeno di un approccio comparativo di carattere ‘educativo’, cioè inteso come esercizio critico di studio e apprendimento del diritto.

Un primo tema prende in esame le trasformazioni in atto del concetto di ‘cittadinanza’ (su scala ‘europea’ e ‘globale’), dal punto di vista delle molteplici implicazioni sia giuridiche che politico-istituzionali e sociali che ne riverberano.

A questo riguardo, i titoli della bibliografia che vengono in considerazione sono: Education to ‘Inter-Cultural Citizenship:’ A European Perspective to Global Citizenship (2014); Uniti nella diversità: verso una cittadinanza apolide? (2016); Global Citizenship: How to Approach Identity Issues from an Intercultural Point of View (2017: contributo al volume da me curato, “Identity Issues and Intercultural Challenges: A European and Global Perspective on Peace in the World”, per la Al-Babtain Cultural Foundation, Kuwait).

Un secondo tema, di orientamento più metodologico, ma che si avvale in particolare dell’idea di forme nuove (plurali o differenziate) di cittadinanza come argomento a base di una concezione plurale e aperta del diritto e dell’ordinamento (statale), riguarda l’idea di comparazione come modo di conoscenza del diritto.

In proposito, i titoli che ne trattano sono: Comparazione e studio del diritto (2003); La comparazione come ‘speranza’ del diritto (2003); Riflessioni sparse (e qualche involontario aforisma) su interpretazione e diritto (2008);

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Comparazione giuridica, diritto e giurista europeo: un punto di vista globale (2011); Diritto comunitario e diritto europeo (2013: pubblicato anche in versione francese, “Droit communautaire et droit européen”, 2014); Dalla comparazione all’integrazione giuridica: la via della cittadinanza europea (2015: pubblicato in una versione ridotta in francese, “De la comparaison a l’intégration juridique: le chemin de la citoyenneté européenne”, 2016); Le droit et le juriste européen: un point de vue comparé (2016); Legal Comparison and European Law: or the Paradigm Shift from a Territorial to a Spatial Viewpoint, in the Prospect of an Open and Cohesive Society Based on European Citizenship as Model of Plural and Inclusive Citizenship (2017); Comparazione giuridica come modo di studio e conoscenza del diritto: l’esempio

della tutela ambientale (2020)1.

8. Varie

Prima di chiudere queste annotazioni, restano da dire alcune altre cose. Una riguarda le traduzioni di miei testi (di alcune delle quali s’è fatta menzione), ma che qui vorrei ricordare per quanto concerne in particolare quelle destinate a pubblici dell’America del Sud, in portoghese e in spagnolo, frutto di proficue collaborazioni con giovani studiosi (rispettivamente, il professore Ricardo Maurício Freire Soares, il dr. Carlos Antonio Agurto Gonzáles e la dr.ssa Sonia Quequejana).

Tra i titoli (‘minori’), v’è ne uno, Clausola compromissoria ‘bifronte’. Poteri degli arbitri in sede di liquidazione del danno, nota a Collegio arbitrale, lodo reso secondo il Regolamento di arbitrato della Camera di commercio internazionale (1991), pubblicato sulla “Rivista dell’arbitrato”, che mi ha ricordato un periodo (breve, ma intenso) di collaborazione con l’Associazione Italiana per l’Arbitrato (con periodici incontri con l’allora Segretario, Mauro Ferrante, e il collega Giorgio Recchia, dedicati alla promozione di iniziative, convegnistiche e simili, in un settore di particolare interesse per gli studi di diritto straniero e comparato).

Questo ricordo, per così dire ‘a latere’, me ne sollecita un altro che chiamerei ‘dietro le quinte’. Mi riferisco, in questa circostanza, al lavoro svolto come traduttore di testi, in particolare di alcuni apparsi come voci

1 Per inciso, nella scia di questa produzione più recente, tra cui si inserisce il volume

“Comparazione giuridica e prospettive di studio del diritto” (2016), è stato a suo tempo promosso, nella Facoltà di Scienze Politiche dell’Università “Roma Tre”, l’insegnamento

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Rileggendo la mia bibliografia… annotazioni (e ricordi) a margine

sull’Enciclopedia Giuridica Treccani. Rispetto a questi ultimi, mi è caro il ricordo di una lettera manoscritta (che ancora conservo) di René David che, in perfetto italiano, mi ringraziava per la traduzione del suo testo per la voce “Unificazione internazionale del diritto”.

Tralascio di annotare la parte IV della bibliografia, riguardante gli articoli apparsi sul quotidiano “Avanti!”, i cui titoli bastano da soli per comprenderne (e anche rivendicarne) l’intento di portare all’attenzione di un pubblico (un po’ maggiore dei “venticinque lettori” di manzoniana memoria) temi di attualità, riguardanti soprattutto l’Unione europea.

Ugualmente tralascio di annotare la parte V della bibliografia, riguardante “altre pubblicazioni”, non di genere accademico, né professionale, che è stata inserita, per decisione dei curatori, in quanto (da loro ritenuta) utile per completarne il quadro, in complesso, con riguardo anche a miei interessi di puro diletto intellettuale e creativo.

Infine, poiché queste annotazioni a margine della mia bibliografia fanno parte di un liber amicorum a me dedicato, curato da Ermanno Calzolaio, Raffaele Torino, Laura Vagni, voglio qui ringraziarli per l’impegno dedicato nella circostanza. Ma non senza aggiungere il mio più sentito ringraziamento a tutti gli ‘Amici’ che vi hanno contribuito (e il cui ricordo potrò così tenere a portata di mano, o di computer, dal momento che il libro sarà pubblicato in formato elettronico, oltre che cartaceo).

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Bibliografia

I. Volumi pubblicati come autore

1983 Glossario per uno studio della “Common Law”, Milano, Unicopli, pp. 1-902.

1984 Il sistema di giustizia inglese: profili storici e organizzativi, Rimini, Maggioli, pp. ix-xi, 1-154.

1993 Figure di usucapione e sistemi di pubblicità immobiliare. Sintesi di diritto privato europeo, Milano, Giuffrè, pp. 1-134.

2005 Comparazione giuridica e diritto europeo, Milano, Giuffrè, pp. vii-xxi, 3-1076.

2008 Unione Europea: una guida per argomenti, ed. riveduta e aggiornata (1a ed. 2006, Roma, Philos), Roma, Aracne, pp. 1-150.

2009 Il diritto in Cina. Tra ritualismo e modernizzazione, Torino, Bollati Boringhieri, pp. 1- 258.

2012 La formación del derecho europeo. Una perspectiva histórico-comparada, traducción y edición a cargo de F. Martínez Martínez, Madrid, Universidad Complutense, pp. 1- 429.

2012 Las nuevas fronteras del derecho privado. Estudios de teoría del derecho y derecho comparado, Colección “Tendencias actuales del Derecho”, Dir. C.A. Hernández, S. Ortega, Bogotà, Universidad Libre, pp. 9-243. 2015 Comparación jurídica y perspectivas de estudio del derecho, traducción

y edición al cuidado de C.A. Gonzáles y S.L. Quequejana Mamani, “Biblioteca de Derecho Comparado”, vol. I, Lima, Motivensa Editora Jurídica, pp. 7-207.

2016 Comparazione giuridica e prospettive di studio del diritto, Padova, Cedam-Wolters Kluwer Italia, pp. v-xiv, 1-268.

2018 La formación del derecho europeo. Una perspectiva histórico-comparada, Edición Latino Americana, Santiago Chile, Ediciones Olejnik, pp. 1-392.

2 Originariamente pubblicato come Appendice al volume di P. Stein e J. Shand, I valori

giuridici della civiltà occidentale (trad. it. di “Legal values in Western Society”, Edinburgh

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II. Volumi pubblicati come co-autore/curatore

1991 (cur.) Il processo civile inglese, in N. Picardi, A. Giuliani, “Ricerche

sul Processo”, vol. 6, Rimini, Maggioli, pp. vii-xix, 3-465.

1993 (cur.) Il diritto privato europeo: problemi e prospettive, Milano, Giuffrè, pp. v-xii, 1-210.

1996 (cur.) I giudici di pace: storia, comparazione, riforma, Atti del Convegno

- Macerata, 17 giugno 1995, Milano, Giuffrè, pp. vii-xii, 5-132.

1997 (cur.) I giuristi e l’Europa, Roma-Bari, Laterza, pp. ix-xii, 5-128.

1999 (cur.) Profili emergenti del sistema giuridico cinese, Roma, Philos, pp. 5-428.

2010 (cur.) Diritti fondamentali e Cittadinanza dell’Unione europea, Milano,

FrancoAngeli, pp. 5-227.

2011 con R. M. Freire Soares, “e outros, coordinatores”, Estudios aplicados de teoria geral do direito, Salvador-Bahia, Egba, pp. 7-497.

2012 con G. Alpa, M.J. Bonell, D. Corapi, V. Zeno-Zencovich, A. Zoppini, Diritto privato comparato. Istituti e problemi, Roma-Bari, Laterza, 1a ed. 1999, Nuova edizione aggiornata, pp. 1-499.

2012 con R.M. Freire Soares, “e outros, coordinators”, Estudios aplicados de filosofia do direito, Editora JusPodium, Salvador-Bahia, pp. 7-504.

2013 (ed.) The Making of European Private Law: Why, How, What, Who,

Munich, Sellier European Law Publishers (selp), pp. v-xii, 1-225. 2014 (co-edited with M. Woesler) China and Europe. Fostering the Mutual

Understanding Between China and Europe by Multi-level Comparison of their Cultures, Societies, and Economies, in L. Moccia, M. Woesler (eds.), “European Studies – vol. 1”, Berlin-Bochum et al., European University Press/Europäischer Universitätsverlag, pp. 9-500.

2017 (co-edited with L. Pop) Migrants & Refugees Across Europe, in L. Moccia, M. Woesler (eds.), “European Studies – vol. 2”, European University Press/Europäischer Universitätsverlag, Berlin-Bochum et al., pp. 9-433.

2017 (ed.) Identity Issues and Intercultural Challenges: A European and

Global Perspective on Peace in the World, Abdulaziz Saud Al-Babtain Cultural Foundation, Kuwait, pp. v-xii, 1-168.

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