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Documento preliminare all'avvio della progettazione ed elaborati preliminari del progetto di un palazzetto dello sport polivalente ad Altopascio

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UNIVERSITA’ DI PISA

FACOLTA’ DI INGEGNERIA

CORSO DI LAUREA IN

INGEGNERIA EDILE

TESI DI LAUREA

A.A. 2003 – 2004

Documento preliminare all’avvio della

progettazione e progetto preliminare di un

palazzetto dello sport ad Altopascio.

Relatori: Prof. Ing.

Pier Luigi Maffei

Dott. Ing.

Walter Salvatore

Dott. Ing.

Nicola Marotta

Laureando

Riccardo Ghiandi

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Il lavoro che segue riguarda la stesura del Documento Preliminare

all’avvio della Progettazione, Dpp, e la presentazione degli elaborati

grafici preliminari del progetto di un Palazzetto dello sport polivalente ad

Altopascio, paese in provincia di Lucca situato a metà strada tra la

provincia appena menzionata e quella di Pistoia.

L’attenzione è stata rivolta a soddisfare le esigenze della committenza,

costituita dall’autorità comunale in rappresentanza della popolazione, sia

dal punto di vista prestazionale sia dal punto di vista compositivo

architettonico e strutturale.

Il documento è stato caratterizzato proprio in considerazione di

quest’ultimo aspetto con un approfondimento tematico sul legno

lamellare, materiale usato per la realizzazione dell’intera struttura di

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INDICE

1. Storia, Sport e Architettura

1.1. Cenni storici delle Olimpiadi... pag. 1 1.2. Evoluzione storica del concetto di sport... pag. 5 1.3. Il Palazzo dello sport nel tempo ... pag. 13

2. Documento preliminare all’avvio della progettazione - Dpp

2.1. Premessa ... pag. 21 2.2. Situazione iniziale ... pag. 24 2.3. Obiettivi generali... pag. 28 2.4. Esigenze ... pag. 30 2.5. Regole e norme tecniche... pag. 35 2.6. Funzioni e attività (Ambiti Funzionali Omogenei) .... pag. 37 2.7. Requisiti tecnici... pag. 40 2.8. Impatto ambientale ... pag. 50 2.9. Limiti finanziari e stima dei costi... pag. 51

3. Il progetto architettonico

3.1. Il quadro territoriale... pag. 52 3.2. Accessibilità e aspetti distributivi ... pag. 54 3.3. La struttura... pag. 62 3.4. I materiali ... pag. 66

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4. Il legno lamellare

4.1. Cenni storici ... pag. 76 4.2. Generalità ... pag. 80 4.3. Caratteristiche chimiche... pag. 82 4.4. La tecnica ... pag. 82 4.5. Scelta della specie legnosa ... pag. 84 4.6. Relazione tra legno e umidità... pag. 86 4.7. Classificazione ... pag. 89 4.8. Preparazione delle lamelle... pag. 94 4.9. Giunzione di testa ... pag. 94 4.10. Incollaggio e composizione delle travi... pag. 95 4.11. Finitura... pag. 96 4.12. I collegamenti... pag. 96 4.13. Il montaggio ... pag. 99

5. La struttura di copertura

5.1. Considerazioni di carattere generale... pag. 102 5.2. Tecnologie per grandi coperture ... pag. 104 5.3. Tipi di copertura per palazzi dello sport ... pag. 107 5.4. Le scelte effettuate... pag. 112

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6. Dati di base per il calcolo

6.1. Introduzione... pag. 117 6.2. Dati per calcolo e predimensionamento ... pag. 119 6.3. Schemi statici... pag. 121 6.4. Dati per la verifica di deformabilità ... pag. 124 6.5. Dati per la verifica di resistenza... pag. 126 6.6. Dati per la verifica di stabilità ... pag. 129 6.7. Dati per il calcolo dei controventi... pag. 130

APPENDICE A - Schemi di calcolo ... pag. 132 APPENDICE B – Uscite SAP ... pag. 160 Bibliografia ... pag. 182

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1.

Storia, sport e architettura

1.1. Cenni storici delle Olimpiadi

La storia delle Olimpiadi é antichissima. Re impadronitosi di un vasto territorio (l'Elide), dove poi sorgerà Olimpia, decise di celebrare la vittoria facendo disputare una competizione sportiva. Era l'anno 776,

ed ebbero così luogo i "Giochi dell'Olimpico Giove", in seguito chiamati OLIMPIADI, imperniati su una sola gara.

Il succ

Ifito dell'Elide, sconfitti i Piasti e

esso non mancò e a gran richiesta furono aggiunte altre prove; quella

momento si svolgevano nell'arco di un giorno e i partecipanti della corsa dei carri e dei cavalli, del disco, del giavellotto, salto in alto e lungo, il pentathlon (che premiava l'atleta più completo nelle cinque discipline sportive più seguite) ed infine la lotta e il pugilato. L'impegno per organizzare la manifestazione fu grande, le spese pure, e si decise, di ripetere i Giochi ogni quattro anni.

In un primo

provenivano dalle zone circostanti l'Elide, poi la durata dei Giochi fu portata a cinque giorni e furono organizzate, prima in una dimensione regionale peloponnesiaca, poi ad una molto più vasta, di risonanza panellenica. Appositi

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araldi percorrevano grandi città d'altre regioni, per annunciare l'imminente svolgimento dei giochi.

Per l’importanza che i Giochi andavano assumendo, iniziarono ad essere coinvolte molte persone tra cui Principi, Re e governanti di altri Stati; in questo modo la vittoria in una disciplina diventò un fatto nazionale, politico, che coinvolgeva il prestigio del Paese.

I GIOCHI dal 776 a.C., ogni 4 anni, per 1172 anni furono celebrati in continuazione, per un totale di 294 edizioni. Fu l'Imperatore Teodosio che nel 396 d.C. li soppresse, perché i Giochi e tutte quelle manifestazioni ad essi collegate (riti, balli, e feste d’ogni genere, ma anche fiorenti palestre dove tutto l'anno si allenavano gli aspiranti neo campioni) li considerò tutte pagani.

I Giochi rinacquero nel 1896 per iniziativa del barone parigino Pierre Fredi de Coubertin, grande umanista del tempo questi abbandonò l’insegnamento e si dedicò interamente all'educazione sportiva, sostenendo che lo sport era il miglior rimedio contro i pericoli di corruzione, sedentarismo, depravazione, pigrizia mentale e fisica dei giovani. Il 25 novembre del 1894 intervenne alla Sorbona in un congresso internazionale di organizzazioni sportive convocato a Parigi. Il suo discorso conquistò i rappresentanti delle 12 nazioni intervenute che votarono all'unanimità la rinascita delle Olimpiadi. Costituirono il Comitato Internazionale Olimpico (CIO), e la prima manifestazione fu deciso che si sarebbe svolta ad Atene.

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Ai primi giochi di Atene del 6 Aprile 1896 erano presenti 13 nazioni e 285 concorrenti. Dieci i giochi di gara e nove gli sport in programma: atletica leggera, nuoto, canottaggio, scherma, ginnastica, lotta, pugilato, sollevamento pesi, ciclismo, tennis (le gare di canottaggio, non ebbero luogo per mancanza d’iscrizioni). Nel 1904 fu la volta delle olimpiadi di St. Louis (dal 14 maggio al 18 novembre) caratterizzate da un’abnorme proliferazione di gare (390, ma solo 58 quelle ufficiali). Un’edizione non ufficiale dei giochi ebbe luogo nel 1906 ad Atene per celebrare il decimo anniversario della restaurazione delle gare olimpiche. I giochi del 1908, assegnati in un primo tempo a Roma, furono poi spostati a Londra per l'impossibilità del Comitato Olimpico Italiano di organizzarli. Il programma a Londra si allargò fino a 21 sport e il successo fu notevole: più di 2000 concorrenti, di cui 36 donne, per 22 Paesi.

Seguirono quelle di Stoccolma nel 1912. Nel 1916 i giochi che avrebbero dovuto svolgersi a Berlino non furono disputati per la guerra. Ripresero ad Anversa nel 1920 e a questi (fra le tante punizioni) la Germania non fu invitata. Nel 1924 a Parigi concorsero 300 atleti fra cui 136 donne, in 19 sport. Ad Amsterdam nel 1928 la Germania fu riammessa alle olimpiadi, e fu introdotta la simbolica fiaccola olimpica; ma la durata dei giochi fu limitata a 2 settimane. Per la prima volta furono ammesse anche le donne per partecipare alle gare di atletica leggera. Le olimpiadi Los Angeles del 1932 videro per la prima volta molti atleti di colore nelle prove di atletica. Proprio un atleta americano con la vincita delle sue 4 medaglie d'oro fu il grande protagonista dei successivi giochi di Berlino

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(1936). Helsinki si offrì di ospitare le olimpiadi del 1940 che però purtroppo non furono disputate per la guerra; e non ci furono nemmeno quelle del 1944 che si sarebbero dovute svolgere a Londra, che si svolsero poi nel 1948.

L'emblema olimpico è costituito da 5 anelli rappresentanti i cinque continenti ( blu per l’Europa, giallo per l’Asia, nero per l’Africa, verde per l’Oceania e rosso per l’America ), e dal motto: " Citius, Altius, Fortius ". La bandiera olimpica, bianca, recante gli anelli e il motto, è stata adottata per la prima volta ai giochi di Anversa nel 1920.

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1.2. Evoluzione storica del concetto di sport

Se s’intende lo sport come un gioco è possibile affermare che esso nasce con l'uomo come esigenza primaria dei bambini e componente importante di tutta la vita.

I giochi e le sfide, cosi tanto in uso fra i greci, erano principalmente incoraggiati poiché mirabilmente si adattavano a rendere le membra dei giovani vigorose e robuste, e a farli atti a sostenere le fatiche non solo della guerra con l'armi, ma anche le fatiche e le battaglie della vita, e per ragione ancora che formavano una parte del loro spirito al culto religioso.

"Panem et circenses" scriveva il poeta latino Giovenale, satireggiando sulla politica degli imperatori romani. Pane e gare da circo, o grandiosi spettacoli sportivi, così la plebe non si accorgeva degli imbrogli fatti a suo danno nei palazzi del potere.

"Sport" è un termine inglese il cui attuale significato risale alla seconda metà del XIX secolo. Indica propriamente "divertimento". La parola ha origine dal francese antico "desport" e cioè "disporto, svago".

Tre diverse accezioni del termine sport che trovano la loro logica nel corso della storia.

E' necessario premettere anche che lo sport è sempre lo specchio d’alcune caratteristiche della società in cui s’inserisce, quindi occorre tener presente che molti aspetti tipici delle nostre manifestazioni sportive nel passato erano del tutto assenti: disciplina, competizione, autorità, razionalità ed

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nelle sue discipline sportive, ma non è affatto scontato che lo fossero nella Grecia classica, nella Roma imperiale o nell’Italia dei Comuni.

Nell’antichità lo sport fu di solito legato ad attività in cui la componente estetica e la spettacolarità prevalevano sugli aspetti più propriamente agonistici; quasi sempre attraverso lo sport si è voluto dare un saggio della propria forza e abilità nel combattimento (quindi nella guerra) facendone un mezzo per dimostrare la superiorità delle classi dominanti.

Le testimonianze giunte fino a noi riguardo la civiltà Sumera dimostrano che le discipline praticate furono improntate unicamente a scopi militari o paramilitari: la lotta, il nuoto e le gare equestri erano attività che, se svolte con maestria, potevano tornare assai utili in guerra. Inoltre la pratica sportiva era appannaggio pressoché esclusivo delle classi dominanti ed assolveva una triplice funzione: mantenere la forma fisica, nonostante la condizione sociale permettesse di dedicarsi ad una vita agiata, dimostrare la propria superiorità sugli altri popoli e tenersi pronti alla guerra utilizzando la pratica sportiva come addestramento militare.

Del tutto diversa era invece la situazione in Egitto: dal 3000 al 1670 a. C. circa l'Egitto visse una situazione di grande stabilità e di pace pressoché assoluta. Per tutta questa fase gli uomini ricchi competevano in sfarzo ed opulenza e si dedicavano all’attività sportiva che rimase comunque di esclusivo appannaggio delle classi superiori. In questo caso si trattava però di

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lunga superiore a quello agonistico. Altre discipline che ebbero un posto di rilievo nella società Egiziana furono quelle acquatiche, e non poteva essere diversamente vista importanza centrale che aveva il Nilo nell'economia di quel popolo.

Una volta riconosciuto che le nuove tecniche di conduzione della guerra e la sua preparazione erano diventate essenziali per il mantenimento della stabilità, nuovi e più seri divertimenti e competizioni entrarono a far parte della vita degli appartenenti alle classi agiate Egiziane. I Re del Nuovo Regno furono continuamente impegnati a crearsi una fama di atleti supremi e grandi cacciatori e ogni nuovo Faraone doveva superare i risultati del suo predecessore.

La società che senza dubbio più si è avvicinata al nostro concetto di sport è la Grecia classica. In Grecia esistevano delle grandi manifestazioni "internazionali", la gara divenne una competizione da tenersi in pubblico, atleta vincitore era ricoperto di glorie ed allori e la polis (la città) da cui proveniva era orgogliosa del suo eroe e ne faceva uno strumento di propaganda politica; per la prima volta vi furono spedizioni di veri e propri tifosi che si sobbarcavano viaggi spesso massacranti pur di sostenere i propri atleti e, sempre per la prima volta, lo sport ebbe delle proprie regole, codificate, note a tutti e uguali in tutto il territorio. Va ricordato anche che le Olimpiadi, vale a dire la più importante manifestazione del mondo Greco,

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importantissima festa religiosa ed erano un momento d’aggregazione fondamentale per lo sviluppo della cultura Greca in ogni sua forma. Un elemento che può dare l’idea dell’importanza che i Giochi avevano per i Greci è il fatto che per secoli essi misurarono il tempo in Olimpiadi dando ad ogni quadriennio il nome del vincitore della gara di corsa e della sua città. Lo sport ha dunque raggiunto il suo apice nella Grecia del V sec. a. C., ma dopo questo periodo ha conosciuto un tramonto lento ed inesorabile che l’ha portato ad essere più o meno bandito al principio del Medio Evo. L’inizio del declino della concezione greca dello sport è fatto risalire ai tempi della guerra del Peloponneso; da allora e fino alla conquista definitiva da parte dei Romani, avvenuta quasi 300 anni dopo, la politica Greca fu in continua agitazione, le polis aumentarono di numero a seguito della massiccia colonizzazione dell’Asia e dell’Africa, e si perse di conseguenza quello spirito di "grecità" che rappresentava la vera anima dei giochi olimpici antichi. Già nel V secolo la figura dello sportivo-dilettante-aristocratico di omerica memoria era scomparsa per lasciare spazio ad atleti professionisti attentamente reclutati ed addestrati nelle province.

La presa sul pubblico rimaneva forte, ma quando si passò da un sistema di polis divise e unite nello stesso tempo, che ogni quattro anni si confrontavano nelle gare atletiche, ad uno Stato unico che organizzava una

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definitivamente.

Il ludus (il gioco) romano ha attinto molti elementi dagli agones (giochi) greci, ma non ha mai abbandonato la matrice etrusca che era alle sue origini. Gli spettacoli etruschi, dei quali facevano parte i danzatori, i clowns e i giocolieri, presentavano delle manifestazioni più cruente il cui scopo era lo spargimento di sangue e, alla fine, la morte dei protagonisti, che naturalmente appartenevano ai ceti più bassi; le lotte gladiatorie, le battaglie tra belve feroci e altri spettacoli di questo tipo, saranno presenti nelle società Romana di ogni epoca.

I Romani furono sempre e solo spettatori pronti ad applaudire atleti professionisti e a farne degli idoli, ma incapaci di vedere gli aspetti educativi e morali dell’esercizio fisico che vanno al di là della spettacolarità. I ludi più che come competizioni erano visti come cerimonie ufficiali legate a feste religiose, commemorazioni, adorazioni di divinità. Se la gioventù greca amò la palestra, lo stadio e l’atletismo puro, quello romano preferì il circo, l’anfiteatro e lo spettacolo; realtà testimoniata dalla "pompa", sfilata che apriva i ludi e che dimostrava tutta la mondanità e l’esteriore spettacolarità di queste cerimonie. Fino al termine del periodo repubblicano lo sport fu un aspetto del tutto marginale della società romana, una società impostata su saldi principi militari, protesa verso la sobrietà e rigidità dei costumi e per questo sempre pronta ad esaltare la vivacità culturale ed artistica dei Greci,

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addiceva ad un popolo così battagliero e concreto.

Questa grande attività derivava da un preciso calcolo politico fatto da Imperatori consci della necessità di mantenere il più possibile l’ordine pubblico in una città in cui vivevano 150.000 disoccupati a carico dello Stato; la convinzione, forse nel giusto, era che un popolo ozioso ed annoiato può minacciare intrighi e rivolte più di uno a cui i suoi governanti offrono talmente tante possibilità di svago da non lasciargli il tempo di pensare. Durante tutta la storia Romana, l’educazione fisica, soprattutto a scopo militare, ebbe una grande importanza, ma di sport, nell’accezione che qui interessa, non si può mai parlare: prevalsero sempre spettacoli in cui la competizione era solo un pretesto per dare sfogo ad una sanguinosità e violenza assai distanti dal nostro modo di pensare.

Le invasioni barbare e l’avvento del Cristianesimo misero fine a questo tipo di manifestazioni. Da un lato l’avvento di una cultura assai primitiva rispetto a quella romana e l’insediamento di popolazioni votate principalmente alla guerra, segnarono la fine delle manifestazioni pubbliche imperiali, prime fra tutte quelle sportive; dall’altro il Cristianesimo abolì le manifestazioni cruente e spostò l’attenzione sullo spirito mettendo in secondo piano l’educazione fisica.

Per molti secoli i soldati furono gli unici a cui era permesso portare armi e possedere un cavallo. Nacque così la suddivisione feudale tra gli aristocratici

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potevano, evitavano la battaglia, perché essa poteva significare, oltre che la morte, la perdita del proprio cavallo o dell’armatura e, quindi, della propria posizione sociale. Così, per rendere esplicita la loro minacciosa forza alle popolazioni locali o per accrescere il proprio prestigio tra i loro pari, crearono degli sport nuovi in grado di farli distinguere: la caccia, la giostra, il duello. Dopo il 1500 diventa impossibile fare un discorso unitario sia sulla storia dell’Europa che su quella dei suoi sport. Nascono in questo periodo numerose discipline a carattere regionale, se non comunale. Alcune di esse possono essere considerate le progenitrici degli sport moderni, di altre si è persa ogni traccia. Nascono i primi sport di squadra (diffusi soprattutto tra i ceti inferiori), ma non esiste alcuna grande manifestazione che vada al di là del valore folkloristico.

In ogni caso si ha enorme diffusione della pratica sportiva che favorirà la nascita dello sport moderno avvenuta in Inghilterra tra il XVII e il XVIII secolo. Molte attività ricreative dotate di alcune caratteristiche dello sport moderno sono comparse ed hanno trovato ampio sostegno proprio in quella nazione. Queste discipline e soprattutto l’atteggiamento nei confronti dello sport, successivamente ebbero evoluzione con più rapidità in America e più tardi ancora conquistarono il mondo.

Lo sport fu presto introdotto nelle scuole, anche pubbliche, e questo portò ad un aumento esponenziale dei praticanti, oltre a permettere che ognuno

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le scuole, soprattutto le università, diedero poi vita a nuovi sport o a nuovi modi di praticare quelli già noti, formarono delle squadre e dei circoli e costituirono una base d’appassionati entro cui scegliere gli atleti migliori. Da allora in poi, grazie anche alle maggiori possibilità di comunicazione e di trasporto, lo sport conoscerà l’escalation di popolarità inarrestabile che lo porterà ad assumere gli aspetti attuali.

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1.3. Il Palazzo dello sport nel tempo

Nella Grecia antica si assiste alla formazione e sistemazione dei principali tipi di edifici per lo sport: il ginnasio, lo stadio, l'ippodromo.

Nel mondo greco si trovano testimonianze storiche della presenza di ippodromi, di cui però restano scarse tracce. Sembra che l'ippodromo greco non fosse dotato d’impianti fissi né per il supporto delle attività agonistiche né per il pubblico.

Di tutti i rami della greca politica, quello che riguardava l'educazione della gioventù era il più ammirabile e tenuta in grande considerazione da parte del Governo, e a tale oggetto erano istituiti pubblici luoghi dove si svolgevano esercizi per formare il corpo e perfezionare la mente.

L'Arena era chiamata STADIO, dalla misura di tal nome contenente circa seicento piedi, ed era anticamente l'intero spazio destinato per l'esecuzione di tutti gli esercizi. Col progredire del tempo, non solamente il particolare spazio in cui si contendevano i disputanti, ma similmente anche quello occupato dagli spettatori fu chiamato con quella denominazione, benché oltrepassasse forse l'estensione.

Per la cura del corpo essi dovevano prima della loro comparsa ai pubblici giochi spendere dieci mesi nei ginnasi dove sotto la direzione di particolari maestri destinati a tale oggetto, osservavano la più rigida temperanza per indurire i loro corpi e adattarli agli esercizi richiesti.

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dei valori etici religiosi e didattico formativo si privilegiavano gli aspetti addestrativi dell'attività sportiva e quelli spettacolari, portò al massimo sviluppo i tipi edilizi destinati ai giochi circensi e alla pratica dell'esercizio sportivo come svago. Si distinguono così tre impianti tipici:

o il circo, destinato alle gare ippiche;

o l'anfiteatro, destinato al combattimento dei gladiatori; o le terme, destinate alla ginnastica e alle attività balneari.

Nel mondo medievale si assiste alla decadenza della pratica sportiva intesa come disciplina formativa individuale e come spettacolo. Resta testimonianza del permanere di scarsi bagni pubblici, la cui crisi era accentuata dall'obsolescenza della rete di acquedotti romani.

Al principio del sec. VIII si formò il corpo disciplinare dell'addestramento alla cavalleria e a partire dall'anno Mille iniziarono tornei cavallereschi, manifestazioni spettacolari che avevano luogo in arene costituite da ampi spazi delimitati da recinti o steccati, di forma circolare o quadrilatera. Una spina di legno, con due corsie adiacenti poste all'interno del recinto, forniva lo spazio per le giostre. Erano realizzate tribune per i giudici di gara e il pubblico selezionato. Padiglioni a tenda rappresentavano i servizi di supporto per i cavalieri.

Dal sec. XVI i tornei furono sostituiti da caroselli e altre manifestazioni di carattere spettacolare.

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attività sportive, introducendo tipologie d’impianti ancor oggi in vigore. Il gioco della paume, sviluppatosi a partire dal sec. VIII, poteva essere svolto in impianti recintati coperti ( courte paume) o all'aperto (longue paume). Nel sec. XVI si contavano in Francia più di 300 impianti. Altri giochi, come la soule, avrebbero dato origine agli impianti per i giochi del calcio e del rugby. Con l'umanesimo e il rinascimento ebbero luogo le prime complete teorizzazioni accademiche relative all'esercizio fisico (a1 1374 risale il trattato sulla «Cultura fisica in generale» di Paolo Vergerio da Capo d'Istria, mentre ne1 1423 Vittorino da Feltre fonda la «Casa zoiosa» alla corte dei Gonzaga); gli esercizi sportivi, sia quelli di carattere ginnico preparatorio, sia quelli più propriamente legati agli sport d'arma (scherma e tiro con l'arco) cominciarono a svolgersi all'interno delle corti. In tutte le tipologie di dimora signorile (castelli, fortezze, ville, palazzi di città) trovarono posto, a partire da quest'epoca, le sale da scherma. Solo in un secondo momento le accademie di scherma saranno collocate in edifici autonomi. In occasione di eventi spettacolari gli sport d'arma erano praticati in impianti di carattere generalmente provvisorio.

Lo sviluppo di edifici per l'equitazione avvenne a partire dalla fondazione della scuola napoletana (sec. Xll); in particolare nei paesi nordici furono realizzati impianti per l'equitazione al coperto, nel quale il campo (

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provvisorio anche gli impianti per il gioco del pallone e del calcio fiorentino. A partire dal Seicento sino alla metà dell'Ottocento la concezione prevalentemente mondana e mi1ilitare dello sport, perpetuata dalle scuole e dalle accademie, circoscrive ancora la pratica delle attività sportive all'interno delle sale cittadine, frequentate esclusivamente dalla classe signorile.

A partire dai primi anni del sec. XIX ebbe luogo lo sviluppo delle prime forme moderne d’associazione sportiva; si inserisce in tale contesto il contributo teorico dei primi fautori del valore sociale e formativo della pratica sportiva. Furono realizzate in tale periodo le prime sale pubbliche espressamente destinate alla pratica sportiva (in particolare all'attività ginnica). Le accademie destinate allo svago della classe nobile furono progressivamente sostituite da attrezzature urbane di quartiere e da palestre scolastiche. Nello stesso periodo videro la luce i primi edifici destinati agli sport natatori: al 1839 risale la piscina di Graz, al 1842 i1 Diana Bad di Vienna e il Bagno Thana di Milano, a1 1843 i Paddington Baths di Londra.

Nella seconda metà dell'Ottocento, con la rinascita del movimento olimpico e la codificazione dell'atletica e dei moderni sport di squadra ha avuto inizio l'evoluzione che ha condotto all'attuale concezione dello stadio. I modelli dell'antichità classica furono, dopo secoli, l'unico riferimento per l'opera degli architetti dell'Ottocento; nel 1896, in occasione della prima Olimpiade di Atene, fu fedelmente ricostruito lo stadio Panatenaico (eretto nel 180 a.C.

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su un solo lato da una curva, mentre sul lato aperto sorgeva un ingresso monumentale per il pubblico e le sfilate. In questo tipo di stadio la conformazione dell’arena (che ad Atene era larga appena 40 m) permetteva lo svolgimento delle sole gare atletiche (la stessa pista podistica non poteva avere la curvatura oggi richiesta dai regolamenti). Negli anni successivi fu seguito uno schema a «v» allargato per consentire la realizzazione di campi per i giochi di squadra e piste regolamentari per l'atletica (Parigi, 1900; Saint Louis, 1904; Stoccolma, 1912). Prevalse successivamente lo schema mistilineo, che consentiva il recupero di una curva con evidente incremento di posti a sedere, con tribune perimetrali che seguivano la pista podistica formata da due rettilinei uniti da curve semicircolari (Anversa, 1920; Colombes, 1924; Wembley, 1923-48; Helsinki, 1940). Si affermò infine lo schema a curvatura continua, derivato dall'anfiteatro romano, i cui primi grandi esempi risalgono a1 1927 (Los Angeles) e al 1936 (Berlino).

I primi palazzi dello sport furono realizzati quando le manifestazioni agonistiche legate agli sport che si svolgevano tradizionalmente al coperto assunsero carattere di spettacolo popolare: al 1878 (ma fu ricostruito nell'attuale sede nel 1925) risale il Madison Square Garden di New York, al 1929 l'Indoor Stadium di Saint Louis. Si può costatare come lo svolgimento in sedi sempre diverse delle manifestazioni spettacolari di livello internazionale ( OlimpIadi, campionati mondiali di specialità ) abbia rappresentato

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sportive di grande livello, talora distribuite sul territorio, talora concentrate in ampie aree connesse al sistema del verde urbano. Il problema della sistemazione territoriale degli impianti sportivi è legato allo sviluppo dell'urbanistica moderna; l'esercizio della pratica sportiva e il godimento dello spettacolo sportivo sono stati interpretati come esigenze comuni a tutta la collettività e l'impianto sportivo, destinato alla pratica e allo spettacolo, è stato inquadrato nel sistema delle attrezzature sociali la cui distribuzione nel territorio urbano e regionale doveva seguire dei criteri di pianificazione e programmazione al fine di consentire la massima accessibilità alla pratica sportiva.

Insieme ai grandi impianti per lo spettacolo sportivo nati in occasione dei giochi olimpici, sono stati realizzati, a partire dagli anni Venti, villaggi olimpici, particolari unità residenziali destinate all'alloggio degli atleti concorrenti. Tali villaggi hanno presto assunto la caratteristica d’interventi coordinati a progettazione unitaria, dotati di un elevato livello di attrezzature collettive. I villaggi erano realizzati in aree generalmente a contatto con il verde e facilmente accessibili rispetto agli impianti per l'allenamento e la competizione. I primi villaggi furono costruiti con strutture più o meno provvisorie, destinate in ogni modo alla sola ospitalità degli atleti olimpici; Si ricordano in proposito i villaggi di Colombes (1924), Los Angeles (1932), Berlino (1936). Il villaggio di Los Angeles era costituito da

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muratura. In seguito si è cercato di prevedere per tali villaggi una possibilità d’utilizzazione stabile successiva all'evento spettacolare per i quali venivano realizzati, trasformando il villaggio stesso in un quartiere cittadino.

Le più recenti tendenze nella realizzazione di complessi o singoli edifici per lo spettacolo sportivo mostrano alcune significative linee di tendenza:

a) nella costruzione degli stadi non vi sono grandi modificazioni rispetto ai tipi consolidati storicamente e qui descritti; prevale in genere il tipo con tribune ad andamento anulare (Bari, Torino, Roma) laddove siano presenti le piste per l'atletica leggera, mentre in alcuni impianti destinati alla sola pratica del calcio (Milano, Genova) si adotta il tipo ad andamento perimetrale rettangolare, con massimo avvicinamento dello spettatore al campo; si assiste tuttavia alla crescente esigenza di aumentare al massimo il comfort dello spettatore garantendone la visibilità ottimale e realizzando ovunque possibile tribune coperte; b) nella realizzazione dei palazzi dello sport si persegue la massima

polifunzionalità al fine di contenere gli altissimi costi di esercizio. Tale requisito diviene spesso il tema centrale dell'organizzazione formale e distributiva dell'edificio;

c) nella costruzione degli stadi si tende generalmente a privilegiare le esigenze spettacolari della disciplina sportiva cui lo stadio stesso è destinato ( per es. il calcio); ciò non esclude l'utilizzo dell'impianto per

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grande afflusso di pubblico, anche se difficilmente lo stadio assicura condizioni acustiche e di visibilità tali da garantire la perfetta fruizione degli eventi.

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2.

Il Documento preliminare all’avvio della

progettazione ( Dpp )

2.1. Premessa

La realizzazione di una nuova area sportiva polivalente è uno degli obiettivi programmatici che la giunta comunale si prefigge ormai da tempo.

Il Paese in via di forte espansione e la conseguente crescente necessità di aree attrezzate per lo sport hanno portato il comune di Altopascio ad individuare un’area da destinarsi alla realizzazione di un moderno Palazzetto dello sport e di un impianto per piscine coperte e all’aperto.

Nello specifico il presente documento pone le basi per il progetto di costruzione del Palazzetto dello sport polivalente.

Il Palazzetto, e più in generale l’intera struttura, andrà a coprire il fabbisogno di praticare sport da parte di una popolazione giovane in crescente aumento e, al tempo stesso, sopperirà alla mancanza di strutture di questo tipo non solo all’interno del comune interessato, ma diffusa anche nei comuni limitrofi.

Il programma d’intervento prevede la costruzione di un Palazzetto dello sport capace di 1500 spettatori e all’interno del quale sia possibile lo svolgimento primario delle seguenti attività sportive:

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• Pallacanestro • Pallavolo • Pallamano

• Calcio a cinque indoor.

L’area d’intervento, originariamente occupata da campi coltivati, attualmente incolti, è interessata ormai da anni dalla realizzazione di un complesso sportivo polivalente.

Più in particolare l’amministrazione comunale pensava di dotare la cittadina di un impianto di piscine coperte, mai esistite nel comune, e di un Palazzetto dello sport che andrà a rimpiazzare l’ormai sovra satura palestra comunale adibita impropriamente tale scopo.

L’area d’intervento diventerà un “polmone sportivo” non solo per il Paese di Altopascio e per i paesi che compongono il comune quali, citando i più grandi Spianate, Marginone e Badia Pozzeveri, ma anche per i comuni confinanti di Porcari e di Chiesina Uzzanese con i loro comprensori.

Il presente documento dà atto e risponde all’esigenza, finalmente codificata a livello legislativo, di mostrare in modo chiaro e puntuale i criteri, gli obiettivi e i requisiti della domanda progettuale.

Un buon documento preliminare deve essere in grado di unire la fase programmatoria della pubblica amministrazione con la fase progettuale vera

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e propria; quanto più chiaro e determinato sarà il programma economico tanto più la risposta progettuale sarà di qualità.

La progettazione del Palazzetto dello sport sarà aggiudicata mediante un Appalto concorso di affidamento dei lavori.

Il presente Documento Preliminare all'avvio della Progettazione (Dpp) è stato redatto in attuazione dell'articolo 15 del DPR del 21 dicembre 1999, n. 554 (Regolamento di attuazione della Legge Quadro in materia di lavori pubblici 11 febbraio 1994, n. 109).

Tale documento preliminare riporta le indicazioni tecniche e amministrative necessarie alla redazione del progetto.

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cinanza al mare conferiscono durante tutto

a un

Il primo quello di avere sul versante nord nord-est ampie zone campestri; il secondo il fatto di avere

2.2. Situazione iniziale

Il territorio di Altopascio è prettamente pianeggiante con zone che un tempo erano paludose e che oggi, anche a seguito delle varie bonifiche, tendono a saturarsi rapidamente di acqua la quale tende a ristagnare in caso di prolungati periodi di pioggia.

L’intera zona è piuttosto protetta, essendo riparata nel versante nord nord-est dagli appennini tosco emiliani e nel versante sud ovnord-est dai monti pisani. Questi ultimi ostacolano le perturbazioni provenienti dal mare, mentre i primi bloccano i venti freddi provenienti dal nord Italia. Questi fattori geomorfologici e la relativa vi

l’anno temperature miti. L’area oggetto di costruzione del centro sportivo occup terreno al limite della vecchia zona di espansione industriale ( foto 1 )

delimitato dalla via della

Sibolla a sud, dalla Strada comunale dei Ferranti a Ovest, da aree campestri a Nord e ad Est.

Una tale ubicazione consente un duplice vantaggio.

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on troppo accentuati e solcato da fosse

sud con la strada comunale della Sibolla.

A nord troviamo al confine

un’importante via di comunicazione nel raggio di poche centinaia di metri quale è l’autostrada A11 ed il relativo casello di Altopascio. Due situazioni che consentono di far apprezzare ancora la bellezza della natura pur usufruendo dei vantaggi e delle comodità che il processo d’urbanizzazione e modernizzazione portano con se.

Il terreno dell’area è incolto da alcuni anni e ha l’aspetto di un grande campo, posto su livelli differenti, ma n

campestri di raccolta delle acque ( foto 2 ).

Passando in rassegna le aree confinanti con il lotto in esame troviamo a sud ovest una proprietà privata sulla quale insiste un’abitazione con tanto di giardino e alcune

piantumazioni arboree.

Il lato ovest rimanente confina con la già citata via dei Ferranti, mentre quello a

Foto 2. Panoramica del lotto visto da sud.

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lta; a nord ovest un piccolo boschetto di pino piano allo sfondo dei monti appenninici in no proprietà private sulle quali insiste un una vecchia abitazione rurale.

realizzazione del Centro sportivo è costituito

hé altri più piccoli confinanti.

mezzi di trasporto

a a poche centinaia di metri dall’uscita autostradale e a circa 1,5 km dalla stazione ferroviaria del Paese, una situazione campestre inco

comune ( foto 3 ) fa da primo lontananza. Ad ovest si trova pioppeto di recente impianto ed Lo scenario urbanistico per la

dal Paese di Altopascio con tutto il suo comprensorio comunale, di circa 15.000 abitanti, e alcuni territori finitimi, in particolare i Comuni di Porcari e di Chiesina Uzzanese nonc

Un tale scenario fa riferimento a comportamenti urbani ormai consolidati in un’area estesa (spostamenti giornalieri per lavoro, studio, consumo, uso di servizi, intrattenimento, ecc); spostamenti quotidiani che comuni con lo sviluppo sempre maggiore della motorizzazione dei

pubblico, estesi a un territorio vasto e sempre in crescente aumento.

Questo macro comprensorio è costituito da una sorta di paese continuo nel territorio che presenta, tra un nucleo abitativo e l’altro, una sorta di continuità costruttiva costituita da realtà rurali ormai quasi interamente classificate come civili abitazioni.

La centralità del Centro rispetto a tutte queste realtà, assieme ad una posizione logistica intelligente nei confronti della viabilità stradale, permette la facile accessibilità dell’area.

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nuova struttura.

garantiscono l’accessibilità anche dai comuni esterni a quelli sopra citati, anche in previsione di future manifestazioni intercomunali e provinciali che potrebbero essere ospitate dalla

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2.3. Obiettivi generali

Lo sviluppo rapido del Paese ed una società sempre più improntata verso una vita sedentaria fanno crescere l’esigenza di mantenere in movimento un corpo nato per questo scopo. La riqualificazione dello sport, delle attività collettive ed individuali, di scambio, di confronto e di crescita, non solo per i più giovani, ma per un coinvolgimento più generali di tutte le fasce d’età, rendono possibile, oltre che auspicabile e anzi necessario, investire, maggiori risorse nel benessere fisico.

Negli ultimi anni sono sorte ovunque strutture private per la cura ed il mantenimento dell’aspetto fisico e del benessere; l’amministrazione comunale ha pensato di adeguarsi ai rinnovati interessi investendo capitali a tal fine andando incontro alle esigenze dei cittadini.

Tuttora le strutture disponibili a questo scopo non sono ancora adeguate. Le numerose attività che il comune sta portando avanti trovano, a fatica, spazio nelle palestre scolastiche, ormai al limite dello sfruttamento, di tutti i paesi vicini.

Un centro sportivo polivalente che fornisca gli spazi e le attrezzature per tali attività è quello che ci vuole, non solo per dare sfogo ad un sempre crescente fabbisogno di praticare sport, ma anche per accrescere la figura del Paese dandogli importanza, restituendo al tempo stesso l’originale regime di funzionamento alle palestre scolastiche sopra menzionate.

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La creazione di strutture di rilievo permetterà di assolvere sia le funzioni di grande centro sportivo al servizio del vasto bacino d'utenza comprensivo dei comuni limitrofi, sia funzioni d’integrazione con le strutture già esistenti all’interno del comune.

Il finanziamento alla realizzazione e gestione del Centro Polisportivo verrà assicurato da una partnership tra pubblico e privato, anche attraverso un soggetto allo scopo istituito, eventualmente un'impresa non lucrativa di utilità sociale.

Al fine di reperire anche capitali per la realizzazione e futura gestione, il progetto deve individuare una gamma di servizi che possano remunerare il capitale investito. In questa logica, anche nell'evoluzione normativa in atto, l’amministrazione pubblica garantirà la massima disponibilità al confronto verso soluzioni capaci di attribuire valore agli investimenti effettuati e di favorire ampi spazi di autofinanziamento del progetto.

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2.4. Esigenze

Dal punto di vista urbanistico il centro sportivo, e in particolare il Palazzetto, offre un servizio rivolto all’insieme della popolazione altopascese e, in alcuni casi, concorrenziale con i servizi offerti dai comuni limitrofi.

Se è vero, infatti, che il Paese di Porcari, situato a 5 km dal centro del Paese, è dotato di un Palazzetto dello sport, sebbene abbia più valenza di grande palestra comunale, data la sua limitata capienza, nei dintorni si deve arrivare alla più vicina e grande Montecatini Terme per trovare un vero e proprio Palazzo dello sport.

Questo allarga il bacino d’utenza del servizio non solo a tutti i paesi che fanno capo al comune di Altopascio, ma anche a quelli strettamente vicini ad esso e non dotati di strutture di tale genere.

L’esigenza primaria da soddisfare è quella della pratica sportiva ad un livello più elevato di quello amatoriale che, peraltro, non sarà abbandonato, ma al contrario, coltivato grazie ad un ampliamento delle risorse dovute alla costruzione di questa nuova struttura.

In particolare si verrà incontro alle sempre maggiori esigenze delle squadre di pallacanestro e pallavolo, i cui atleti sono ormai numerosissimi, le quali richiedono spazi e attrezzature migliori.

Essendo il Palazzetto progettato per un uso polivalente si apriranno nuovi spazi per sport in via di crescita come il calcio a cinque, la pallamano e per

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altri ancora già presenti sul territorio ma meno praticati quali la lotta, la ginnastica artistica, lo yoga, la così detta ginnastica dolce ecc. Queste ultime discipline e altre che non hanno bisogno di grandi spazi regolamentari per essere praticate troveranno modo di coesistere all’interno della struttura con un’attenta organizzazione degli orari.

Così facendo le fasce d’età, le cui esigenze sono rispecchiate nella pratica degli sport sopra menzionati, spazieranno dai primi anni fino alle età più avanzate.

Al fianco di queste esigenze trovano implicitamente la loro esistenza le normali esigenze classificate dalla norma UNI 8289 che sono di seguito riportate.

Sicurezza

È l’insieme delle condizioni concernenti l’incolumità degli utenti, alla difesa e alla prevenzione dei danni dipendenti da fattori accidentali nell’uso del servizio.

Sicurezza strutturale: attitudine della struttura a salvaguardare l’incolumità

fisica degli occupanti in condizioni normali e in condizioni aggravate da agenti esterni quali neve, vento, pioggia, sisma e incendio. Dovranno essere progettate le strutture in ogni componente per assicurare resistenza e stabilità dell’intero edificio nelle condizioni sopra citate.

Sicurezza fisica: idoneità alla salvaguardia fisica nei confronti di malesseri e

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Saranno, a tale fine, predisposti appositi sistemi per poter esplicare attività di soccorso.

Benessere

Insieme delle condizioni atte a garantire nel tempo il controllo di alcuni parametri relativi alla salute e allo svolgimento delle attività da parte degli utenti all’interno dell’edificio globalmente e localmente.

Benessere termo igrometrico: idoneità a garantire nel tempo il controllo della

temperatura dell’aria e dell’umidità relativa degli ambienti, dei disturbi dovuti all’irraggiamento, delle correnti d’aria e dell’intrusione dell’acqua; quest’esigenza dovrà essere soddisfatta in ogni ambito in cui è prevista la presenza dell’uomo, anche saltuaria, in relazione al tempo di permanenza.

Benessere illuminotecnico: idoneità a garantire nel tempo il controllo

dell’illuminamento degli ambienti, in relazione all’attività svoltasi all’interno, dei disturbi dell’abbagliamento dovuto a fattori naturali e/o artificiali;

Benessere acustico: idoneità a garantire nel tempo il controllo della diffusione

sonora all’interno degli ambienti, del disturbo provocato da rumori esterni e del disturbo provocato all’esterno dal rumore interno durante le manifestazioni.

Fruibilità

Insieme delle condizioni relative all’attitudine all’uso del servizio.

Dimensioni: idoneità del sistema edilizio e dei subsistemi a garantire le

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del progettista attenersi a dimensionamenti tali da consentire lo svolgimento delle attività e atti al soddisfacimento di quest’esigenza.

Accessibilità: Possibilità del raggiungimento di ogni parte dell’edificio da tutti

gli utenti con particolare riguardo a quelli con ridotte capacità motorie. Dovranno essere adottati accorgimenti tali da eliminare le barriere architettoniche e, ove non possibile, tali da poterle agevolmente superare. Aspetto

Insieme delle condizioni riguardanti la percezione visiva dei componenti che esplicano i vari servizi.

Estetica: è l’attitudine dei vari componenti a mantenere un adeguato aspetto

estetico nel tempo. Saranno scelti materiali idonei a conservare più a lungo possibile il loro aspetto estetico unitamente al mantenimento delle loro prestazioni.

Gestione

Insieme di condizioni riguardanti l’economia ed efficienza del servizio. Sarà affidata ad un organico amministrativo nominato dal comune, che avrà il compito di gestire l’andamento del Palazzetto registrando nuove e continue esigenze da parte della popolazione riferendo all’autorità comunale e avrà la mansione di amministrare i fondi necessari per lo svolgimento del servizio. Integrabilità

Insieme delle condizioni relative alla capacità dei componenti che esplicano il servizio a connettersi funzionalmente tra loro. Lo studio dei vari servizi sarà

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tale da permettere un dialogo e un’integrazione costante tra essi in riguardo anche alla loro disposizione spaziale. L’integrabilità sarà da riguardarsi sia all’interno della struttura sia all’esterno con particolare riferimento al bacino d’utenza sopra citato.

Salvaguardia dell’ambiente

Insieme delle condizioni relative alla capacità dei componenti che esplicano il servizio al mantenimento o miglioramento del sistema ambientale. Particolare attenzione sarà posta all’integrazione con il paesaggio circostante, ammodernandolo e salvaguardandolo al tempo stesso cercando soluzioni che siano meno invasive possibili. I materiali per la realizzazione della struttura dovranno essere scelti ponendo l’attenzione sulla loro riciclabilità e naturalezza per il soddisfacimento di questa esigenza

Oltre a queste esigenze, emerge l’interesse secondario di creare una struttura che dia importanza al Comune. Obiettivo che sarà senza dubbio raggiunto, mettendo a disposizione di un vasto bacino d’utenza una così vasta gamma di sport da praticare in una struttura nuova e sicuramente dotata di moderne attrezzature. Così facendo le attività che ruoteranno attorno alla gestione del Palazzetto dello sport saranno incentivate e il comune stesso ne trarrà benefici diretti e indiretti, sempre nell’ottica di fornire un miglior servizio possibile alla popolazione.

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2.5. Regole e norme tecniche

Nella progettazione e costruzione del palazzo dello sport devono essere rispettate le regole e norme tecniche vigenti in materia.

Sono di seguito richiamati i principali riferimenti normativi in materia:

o Legge Quadro in materia di lavori pubblici 11 febbraio 1994, n. 109 e successive integrazioni;

o Regolamento di attuazione della Legge Quadro in materia di lavori pubblici 11 febbraio, n. 109, e successive modificazioni (Decreto del Presidente della Repubblica 21 dicembre 1999, n. 554);

o Decreto Legislativo 24 luglio 1992, n. 358 e s.m.i. (articolo 11);

o Decreto Legislativo 17 marzo 1995, n. 157 “ Attuazione della Direttiva 92/50/CEE in materia di appalti pubblici di servizi”;

o Regolamento recante il capitolato generale di appalto dei lavori pubblici, ai sensi dell’articolo 3, comma 5, della Legge 11 febbraio 1994, n. 109 e successive modificazioni (Decreto del Ministro dei Lavori Pubblici 19 aprile 2000, n. 145);

o Piano Regolatore del Comune di Altopascio con relative Norme Tecniche di Attuazione;

o Regolamento Edilizio del Comune di Altopascio;

o Decreto Ministeriale del 18 Marzo 1996, “Norme di sicurezza per la costruzione e l’esercizio degli impianti sportivi”;

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o Decreto del Presidente della Repubblica n° 412 del 1993, “ Regolamento recante norme per la progettazione, l’installazione, l’esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, in attuazione dell’art. 4, comma 4, della l. 10/91.

o Decreto Ministeriale del 14 Giugno 1989, “Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell’eliminazione delle barriere architettoniche”.

Ai sensi delle leggi vigenti sono ammesse deroghe.

Nella progettazione e costruzione non sono presenti particolari e più restrittivi vincoli di legge al di fuori di quelli sopra citati.

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2.6. Funzioni e attività - Ambiti Funzionali Omogenei AFO

Funzioni di Accoglienza AFO1

La funzione di accoglienza inizia dal momento in cui si accede al lotto con il proprio mezzo di trasporto e finisce quando, arrivati all’interno della struttura, si accede allo svolgimento di altre funzioni. Fanno parte di questa funzione primaria le seguenti attività:

• Deposito del veicolo da parte del personale • Deposito del veicolo da parte degli utenti • Spostamento dal veicolo all’edificio • Accesso all’interno dell’edificio • Attività ricettiva e di smistamento

Funzioni di svolgimento di attività sportiva AFO2

Queste funzioni prevedono tutto ciò che riguarda l’attività fisica. Comprendono le seguenti attività:

• Attività di riscaldamento

• Svolgimento delle attività sportive • Attività di defaticamento

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Funzione di spettacolo AFO3

Comprendono le funzioni proprie degli utenti visitatori, in particolar modo l’attività di visione della zona gioco in tutta la sua integrità in situazione di riposo. La visione è riferita alla manifestazione di turno o semplicemente a quella degli allenamenti quando consentito.

Saranno possibili altre visioni in funzione degli eventi organizzati all’interno della struttura.

Funzioni di servizi amministrativi interni AFO4

Comprende le funzioni esercitate dal personale di gestione in ordine al corretto funzionamento della struttura. Consentono, inoltre, il dialogo amministrativo tra Comune e utenti esterni. Sono comprensivi delle seguenti attività:

• Attività di segreteria; • Controllo;

• Servizio informativo; • Attività gestionali.

Funzioni e servizi di supporto AFO5

Sono le funzioni collegate alle altre e che, integrate con esse, ne consentono un corretto svolgimento o uno svolgimento migliore. Sono comprensivi delle seguenti attività:

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• Spostamento interno; • Attività fisiologiche; • Attività igieniche;

• Attività medica e di soccorso; • Deposito materiali;

• Attività di ristoro; • Attività di stampa; • Attività impiantistiche.

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2.7. Requisiti tecnici

Requisiti di compatibilità ambientale

La nuova struttura deve tenere conto dei principi di salvaguardia ambientale, anche in assenza di indicazioni precise negli strumenti urbanistici e nei regolamenti edilizi.

Particolare attenzione dovrà essere posta nel legare la realizzazione al territorio circostante e nel mantenimento di una corretta regolazione del deflusso delle acque piovane.

Devono essere adottate per quanto possibile soluzioni atte a limitare i consumi energetici, intervenendo sulla regolazione e miglioramento del microclima locale.

Dovranno essere usati materiali a basso impatto ambientale orientati nella possibile ottica del riciclo e riutilizzo; in particolare per la copertura si prescrive l’uso del legno lamellare.

Si dovrà, nella progettazione, tenere conto di tutte le esistenze edilizie già presenti nei terreni adiacenti.

Requisiti di Integrazione con il Paese ed i servizi

La costruzione sarà realizzata tenendo conto del contesto cittadino, in particolare di fattori quali i collegamenti viari, cercando di posizionare in

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modo strategico le entrate e le uscite dal lotto senza gravare sulla già presente viabilità.

Il posizionamento della struttura terrà conto degli edifici esistenti nei lotti limitrofi e di quelli che andranno ad insistere sul medesimo integrando le funzioni da essi svolte.

L’attenzione sarà rivolta anche a servizi ausiliari che il Comune potrà mettere a disposizione prevedendo, perciò, adeguate risorse in merito.

Requisiti tecnici e tecnologici

Gli elementi tecnici in tutta la struttura devono essere scelti e valutati in modo da soddisfare la qualità attuale e nel corso del tempo.

L’edificio e i suoi sottosistemi devono assicurare la controllabilità e la facilità degli interventi di manutenzione.

Gli elementi tecnologici si affiancheranno a quelli tecnici per una caratterizzazione più moderna ed efficiente con un minor impegno gestionale.

Gli elementi tecnologici serviranno a migliorare requisiti di accessibilità e di benessere, migliorando le prestazioni della struttura e fornendo al contempo un servizio migliore agli utenti.

Requisiti di durabilità e manutenzione

La struttura dovrà rispondere a requisiti di massima manutenibilità, durabilità e sostituibilità dei materiali e dei componenti con una

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contemporanea controllabilità nel tempo delle prestazioni. Il tutto in un’ottica di ottimizzazione del costo globale sia dal punto di vista realizzativo sia da quello gestionale e manutentivo.

Si passano in rassegna i requisiti relativi alle funzioni e attività precedentemente elencate, corrispondenti alle classi di esigenze.

a. Funzione di accoglienza

Deposito del veicolo da parte del personale: sarà riservato al personale un’area del

parcheggio nella misura pari a 0,5 posti auto a persona.

Deposito del veicolo da parte degli utenti. Le funzioni di sosta dei mezzi di

spostamento sono dimensionate in base alla legge 122/89, considerando due livelli di funzionamento della struttura:

o Funzionamento ordinario in cui la capienza stimata è pari a circa 1/20 di quella massima e si riferisce ad un uso quotidiano della struttura.

o Funzionamento straordinario in cui la capienza è quella massima della struttura. In tale calcolo si pensa di destinare a questa funzione lo spazio dell’area di pertinenza del Palazzetto, quello di pertinenza della piscina, non considerando la contemporaneità di eventi di rilievo in entrambe le strutture, e, inoltre, altri spazi appositamente creati sulle strade principali confinanti con il lotto, peraltro ampie, spaziose e caratterizzate da una bassa densità di traffico.

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Spostamento dal veicolo all’edificio. I percorsi esterni dovranno essere privi di

barriere architettoniche, intuitivi e dovranno consentire lo scambio contemporaneo di due persone più una sedia a rotelle (60 +60 +90 = 210 cm).

Accesso all’interno dell’edificio. Requisito essenziale sarà il dimensionamento

delle aperture: un ingresso con porte ad apertura e chiusura automatica e le uscite di sicurezza. La larghezza delle vie di fuga dovrà essere verificata sulla base della normativa facente capo al D.M. 18 Marzo 1996.

Attività ricettiva e di smistamento. Il grande spazio d’ingresso serve per

accogliere i visitatori che devono usufruire del servizio, acquisto dei biglietti in caso di manifestazioni e smistamento alle varie aree funzionali; la permanenza in queste condizioni è da calcolarsi intorno ai 4 – 5 minuti a persona. Lo spazio servirà anche per la sosta in parte in piedi in parte a sedere. In totale sarà dimensionato per accogliere circa 100 utenti contemporaneamente.

b. Requisiti per funzione di svolgimento di attività sportiva

Lo spazio per le varie attività sportive deve consentirne il regolare svolgimento; questo deve essere possibile singolarmente per quelle attività che necessitano di ampi spazi e simultaneamente per le attività che non ne hanno bisogno. Deve inoltre consentire le attività ad esse collegate come riscaldamento iniziale e defaticamento finale. Tale spazio è costituito unicamente dal campo da gioco polivalente che sarà direttamente collegato alle varie aree di supporto. Il dimensionamento minimo è fatto d’obbligo

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dalle misure regolamentari del campo più grande da ospitare nel Palazzetto, in questo caso quello di pallamano con le proprie fasce di rispetto, il tutto per un totale di 1100 mq di superficie libera. Aspetto importante per la pratica delle varie attività è quello di dotare tale area di un’adeguata pavimentazione, necessaria all’espletamento delle attività sportive.

c. Requisiti per funzioni di spettacolo

Per i dimensionamenti minimi ai fini della visone del campo da gioco si farà riferimento ad un ingombro, in posizione seduta, di 48 cm per persona; inoltre i valori minimi di alzata e pedata delle gradonate saranno pari a 40 cm per l’alzata e 60 cm per la pedata al fine di consentire una corretta visibilità della zona gioco

d. Requisiti per funzioni di servizi amministrativi interni

Attività di segreteria. Il dimensionamento minimo di quest’unità sarà

effettuato per un minimo di 6 mq / persona. Sarà illuminata ed areata direttamente e dovrà prevedere al suo interno la collocazione di un servizio igienico accessibile in quanto tali attività potranno essere svolte anche da persone con ridotte capacità motorie.

Attività di controllo. Il dimensionamento minimo di quest’unità sarà tale da

consentire lo svolgimento della vendita dei biglietti ad almeno due persone Il posizionamento andrà effettuato nelle immediate vicinanze degli accessi alla zona destinata agli spettatori al fine di consentire un più agevole controllo in entrata da parte degli utenti.

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Attività informativa. Per lo svolgimento di tale attività sarà sufficiente

l’apertura di uno sportello al pubblico che potrà trovarsi anche all’interno dei locali di segreteria consentendo una duplice funzione al medesimo spazio. Si raccomanda il posizionamento in modo da creare un collegamento all’interno dell’atrio d’ingresso per un contatto immediato con il fruitore esterno.

Attività gestionali. Tali attività si possono unire alle attività di segreteria per

cui il loro svolgimento si attuerà nelle medesime unità spaziali. e. Requisiti per funzioni di supporto

Attività di spostamento interno. Sono tutti gli spazi necessari per la completa

fruizione ed esistenza di tutta la struttura. In particolare, per quanto riguarda gli spostamenti orizzontali e verticali, si dovranno rispettare le dimensioni minime dettate dalla Legge 13 del 1989 relative all’abbattimento delle barriere architettoniche alla quale si rimanda.

Attività fisiologiche. Per quanto riguarda il dimensionamento dei servizi

igienici, particolari disposizioni sono dettate nel Decreto Ministeriale del 18 Marzo 1996 al quale si rimanda.

Attività igieniche. Lo spazio per l’igiene personale deve consentire tutte quelle

attività legate al singolo utente che gli permettono la preparazione allo svolgimento dell’attività sportiva e, successivamente ad essa, il ripristino delle condizioni per svolgere all’esterno altre attività. Questo resta valido sia

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per gli utenti utilizzatori dell’area sportiva, sia per gli addetti ai lavori e per i lavoratori saltuari come gli arbitri. Comprendono dunque:

o Spazi per gli atleti, ciascuno dimensionato per una capienza di almeno 15 atleti con un dimensionamento minimo di 1,5 mq /atleta;

o Spazi per arbitri, dimensionati per un massimo di 4 persone contemporanee per 2 mq/persona;

o spazi per custode dimensionato per un massimo di 3 persone, pensando anche ad un utilizzo saltuario da parte del personale addetto alle pulizie, con un minimo di 3 mq/persona.

Per ciascuno di essi dovranno essere presenti in numero adeguato: o docce

o servizi igienici

per il cui dimensionamento si rimanda alle varie direttive emanate dal C.O.N.I. relative ai vari tipi di sport ai quali si farà riferimento.

Attività medica e di soccorso. Tale spazio deve consentire il primo soccorso ad

infortunati nell’attesa di mezzi si soccorso esterni. È collegato all’area per le attività sportive e all’esterno da percorsi brevi. È possibile che vi si svolgano anche attività ambulatoriali durante il periodo settimanale e comunque non in presenza di manifestazioni. Deve contenere:

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o un servizio igienico in misura minima di 1,80 mq x 1,80 mq dotato di doccia a pavimento e servizi igienici di tipo sospeso a rispetto della Legge n° 13 del 1989;

o uno spazio non necessariamente chiuso per il cambio d’abito

Questo spazio è dimensionato per un’utenza minima di 3 persone, dottore più assistente e infortunato, ed una capienza massima di 6 persone, 2 barellieri più dottore e medico oltre all’infortunato e al suo eventuale accompagnatore per una superficie di 3 mq/persona.

Dovrà infine essere areato ed illuminato direttamente dall’esterno e dovrà comprendere almeno il seguente arredamento: una scrivania, un lettino per le visite, un armadietto.

Attività deposito materiali. Servono a stivare i vari materiali necessari ad un

corretto svolgimento delle varie attività svolte all’interno della struttura. Comprendono:

o deposito per attrezzature sportive, direttamente collegato all’esterno, per il facile scarico e carico dei materiali ingombranti, e alla zona gioco, per il facile reperimento del materiale necessario allo svolgimento delle attività; dimensionato come 1/20 minimo della superficie dell’area per attività sportive;

o deposito materiali per pulizia dimensionato con un minimo di 1/50 dell’area per attività sportive;

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o deposito per derrate alimentari a servizio dell’area di ristoro. Si troverà direttamente all’interno di essa e in posizione non distante dai collegamenti verticali. Dimensionata per un valore minimo di 1/10 della superficie destinata al ristoro.

Attività di ristoro. Area che consente il ristoro a chi, dopo aver praticato

attività fisica, vuol reintegrare le energie disperse o a chi lavorando tutto il giorno nella struttura gradisce fermarsi per un pranzo veloce. Deve contenere:

o Spazio per servizio al banco con un personale minimo di 2 persone per una superficie minima di 3 mq / persona;

o Spazio per attività igieniche riservato al personale con disimpegno che può eventualmente funzionare come spogliatoio dimensionato come 1,5 mq/ persona;

o Spazi interni per almeno 35 posti a sedere con un dimensionamento di 1,5 mq /persona;

o Spazi esterni con almeno 20 posti a sedere con un dimensionamento di 1,5 mq /persona.

Attività di stampa. Spazio che consente, in caso di manifestazioni di una certa

importanza, il deposito momentaneo delle attrezzature necessarie per lo svolgimento di attività giornalistiche, nonché in casi straordinari lo svolgersi di riunioni amministrative interne. Dimensionato per la totalità degli addetti

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ai lavori più eventuali esterni, per un totale di 20 persone, per un minimo di 2.5 mq / persona.

Attività impiantistiche. Comprendono tutti quegli spazi dove trovano

ubicazione gli impianti tecnici dell’edificio:

o Spazio per impianto termico: locale in cui sono inseriti i bruciatori per il riscaldamento dell’acqua necessaria all’impianto idrico dell’edificio, nonché a quella necessaria per il riscaldamento dell’aria da inviare agli ambienti. Dimensionata come 1/30 della superficie destinata all’attività sportiva.

o Spazio per trattamento aria: locale dove trovano spazio i filtri e le pompe di mandata dell’impianto di riscaldamento ad aria calda pari a 1/60 della superficie destinata all’attività sportiva.

o Spazio per impianti elettrici: locale dove risiedono tutti i pannelli gestionali per i vari impianti tecnici all’interno dell’edificio fatto compreso l’impianto antincendio. Dimensionato come 1/50 della superficie destinata all’attività sportiva.

o Spazi tecnici per elementi meccanici di spostamento: da dimensionarsi in base al tipo d’impianto di sollevamento realizzato.

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2.8. Impatto ambientale

Trovandosi il lotto ai margini di una zona industriale, non ci sono particolari prescrizioni di valore ambientale da rispettare nella sua realizzazione.

Si ricorda che il medesimo lotto si trova anche in una posizione di confine con la campagna per cui potrebbe svolgere la funzione mediatore.

L’attenzione andrà posta prevalentemente sulla canalizzazione delle acque meteoriche in quanto struttura di queste dimensioni vanno a scaricare nelle fosse o nelle fognature un grande quantitativo d’acqua nei momenti di maggior precipitazione.

Potrebbe essere auspicabile la preventiva realizzazione di vasche di raccolta interrate nelle quali convogliare parte dell’acqua piovana da usare successivamente per l’irrigazione delle aree sistemate a verde o altrimenti da smaltire più lentamente nel tempo in modo da non sovraccaricare i sistemi di raccolta.

Da un punto di vista tecnico si raccomanda l’uso di materiali a basso impatto ambientale, più naturali possibili, adottando criteri di scelta nell’ottica della riciclabilità del prodotto.

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2.9. Limiti finanziari e stima dei costi

Per quanto riguarda il costo di costruzione ci si attiene allo stesso schema presentato dal comune:

• Costo della copertura ...€ 2.500.000 • Costo strutture in elevazione ...€ 400.000 • Costi per elementi di finitura ...€ 250.000 • Costi impiantistici ...€ 300.000 • Costi per sistemazioni esterne ...€115.000 • Oneri per la sicurezza...€ 70.000

Il costo totale stimato dell’intera opera è da stimarsi intorno a: • Costo totale ...€ 3.635.000

Nell’ambito di una programmazione triennale dei lavori si ripartiranno le spese come di seguito riportato.

Graduazione del costo complessivo distribuito nel triennio: anno: 2006 ...€ 2.900.000 anno: 2007 ...€ 550.000 anno: 2008 ...€ 185.000

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3. IL PROGETTO ARCHITETTONICO

3.1. Il quadro territoriale

Il territorio comunale di Altopascio dal punto di vista geomorfologico non presenta caratteristiche rilevanti e specifiche tali da condizionare particolari scelte costruttive, anche data la particolare ubicazione dell’area in esame. Se è infatti vero che il nucleo storico del Paese è un piccolo borgo medioevale appena fuori da esso si riscontrano realtà costruttive che tendono sempre più a quell’architettura tipica degli ani 60.

Se poi consideriamo che l’area oggetto d’intervento è situata ai confini della zona di espansione industriale ci rendiamo conto di essere ancor meno influenzati dalle radici storiche del Paese. Ai giorni nostri una ormai radicata fermezza su valori non proprio all’avanguardia, di alcuni progettisti ma anche di alcuni costruttori, sembra rallentare il processo di modernizzazione architettonica del Paese. Al contrario, alcune aziende, recentemente, per alcuni ampliamenti, hanno realizzato strutture moderne a conferma del tempo in cui ci troviamo.

A fronte di tutto ciò, un po’ per la vicinanza a situazioni architettoniche moderne, un po’ per la lontananza da quelle storiche, si è deciso di

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intervenire con una costruzione mediante l’utilizzo di materiali moderni che diano risalto e importanza all’opera ma anche a tutto il Paese.

Dal punto di vista dei collegamenti l’area sorge in prossimità del casello autostradale di Altopascio sull’autostrada A11 Firenze Pisa. È questo fattore, dunque, che crea i presupposti per un collegamento facilitato con tutto il resto d’Italia, utile per l’organizzazione di manifestazioni di rilievo, ma anche in fase di progettazione del cantiere per tenere conto dell’approvvigionamento dei materiali o di elementi strutturali di rilievo.

Un’altra arteria di collegamento è costituita dalla linea ferroviaria, non proprio vicina all’ubicazione del lotto, ma che con esso può essere integrato eventualmente tramite l’istituzione di appositi servizi navetta in concomitanza di manifestazioni particolari.

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3.2.

Accessibilità e aspetti distributivi

Dopo aver accolto le varie esigenze della committenza, si è fatta un’analisi degli aspetti distributivi che caratterizzano stessi tipi architettonici. Dal punto di vista macroscopico si è visto come atrio d’ingresso e area funzionale per le attività sportiva, siano i nuclei attorno al quale ruota l’intera organizzazione distributiva, iniziando tutto dalla zona di accoglienza, quale è il parcheggio esterno.

La distribuzione esterna è stata studiata in funzione diretta delle realtà esistenti e di quelle che coesisteranno all’interno dell’area ad intervento ultimato. Ci riferiamo in primo luogo alla viabilità stradale, alla zona

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industriale e alle situazioni campestri, in secondo luogo all’impianto per piscine il cui progetto è già stato definito.

Da un lato le due strade comunali dalle quali si è voluto appositamente allontanare il volume da realizzare, dall’altro la presenza dell’impianto per piscine occupante la zona a sud hanno guidato la scelta nella posizione a nord est del Palazzetto dello sport. In questo modo si ottengono anche altri due aspetti non marginali: l’allontanamento dalla zona industriale e l’avvicinamento alla zona campestre.

Gli spostamenti appena descritti non hanno ripercussioni a livello macroscopico urbanistico, ma ad un livello micro territoriale interno al lotto di terreno, consentendo, in un verso, la schermatura artificiale, mentre nell’altro la più progressiva integrazione con il territorio circostante.

A fronte di tali scelte si è creato uno spazio nella zona a nord ovest che ha consentito l’inserimento di un ampio parcheggio, studiato per consentire la manovrabilità di mezzi ingombranti, in particolar modo gli autobus, e di un filtro naturale costituito da un terreno gradualmente in pendenza che dalla quota parcheggio sale fino alla quota superiore delle gradinate. Quest’ultimo aspetto caratterizza il Palazzetto, inserendolo gradualmente nell’ambiente circostante non creando uno stacco netto e improvviso ad un osservatore che da ovest guardi verso est.

Quest’ultima scelta ha condizionato le scelte distributive interne che saranno prospettate più avanti.

Figura

Foto 1. Vista della vecchia zona di espansione industriale
Foto 3. Piccolo boschetto di pino comune
Tabella 6.3  FRECCIA AMMISSIBILE  con  controfreccia  senza  con-trofreccia          Tipo di trave  p g+p g+p  trave piena in legno lamellare  L/300  L/200  L/300  trave a sbalzo  L sb /150 L sb /100 L sb /150  pilastri e traverse soggetti a carico lateral
Tabella 6.4 – Grado di snellezza ammissibile

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