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ATTIVITA' FISICA ADATTATA NELL'ANZIANO: STUDIO E INDAGINE IN UN'ASSOCIAZIONE DEL TERRITORIO PISANO

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1 Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale

______________________________________________________________________________________________________

CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN SCIENZE E

TECNICHE DELLE ATTIVITA‟ MOTORIE PREVENTIVE E

ADATTATE

ATTIVITA’ FISICA ADATTATA

NELL’ANZIANO: STUDIO E INDAGINE

IN UN’ASSOCIAZIONE DEL

TERRITORIO PISANO

RELATORE

CHIAR.MO PROF. FRANCO NOCCHI

____________________

CANDIDATO

DOTT. MICHELE MONI

___________________

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2

INDICE

INTRODUZIONE ... 4

CAP.1 CONOSCERE L’ANZIANITÁ ... 6

1.1 L’INVECCHIAMENTO ... 6

1.2 CARATTERISTICHE DELL’INVECCHIAMENTO ...11

1.2.1 INVECCHIAMENTO OTTIMALE ...12

1.2.2 INVECCHIAMENTO USUALE ...13

1.2.3 INVECCHIAMENTO ASSOCIATO A MALATTIA ...16

1.3 L’ANZIANO NELLA SOCIETÁ ...19

CAP.2 L’ATTIVITÁ MOTORIA NELL’ANZIANO ...21

2.1 OBIETTIVI PRIMARI ...22

2.2 ABILITÁ E CAPACITÁ DA ESERCITARE ...25

2.3 IL METODO ...26

2.4 I MEZZI...28

2.4.1 ESERCIZI A CORPO LIBERO ...30

ESERCIZI IN PIEDI ...30

ESERCIZI A TERRA...31

2.4.2 ESERCIZI CON LA PALLA ...33

2.4.3 ESERCIZI CON IL BASTONCINO ...37

2.4.4 ESERCIZI CON SOVRACCARICO...37

2.4.5 LA MUSICA ...38

MUSICA E A.F.A. ...40

GINNASTICA AEROBICA ADATTATA...41

INDICAZIONI OPERATIVE ...45

2.4.6 LA RESPIRAZIONE...46

BENEFICI DELLA CORREZIONE ...48

ESERCIZI DI RESPIRAZIONE ...48

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3

CAP.3 L’INDAGINE ...55

3.1 SCOPO DELL’INDAGINE ...55

3.2 I SOGGETTI COINVOLTI ...55

3.2.1 UNI.DE.A. ...56

3.2.2 SCOPI DELL’ UNI.DE.A. ...57

3.2.3 C.U.S. PISA ...58

3.2.4 LA COLLABORAZIONE ...58

3.3 INDAGINE SUL GRUPPO ...59

3.3.1 IL QUESTIONARIO ED IL PROTOCOLLO ...59

3.3.2 IL QUESTIONARIO CONOSCITIVO ...60

RISULTATI EVIDENZIATI...65

INTERPRETAZIONE DEI DATI...70

3.3.3 INTERVISTA FACCIA A FACCIA: RISULTATI EVIDENZIATI...72

3.3.4 VALUTAZIONE ...75

3.3.5 IL QUESTIONARIO VALUTATIVO (PRIMA PROPOSTA)...76

RISULTATI EVIDENZIATI...80

INTERPRETAZIONE DEI DATI...86

3.3.6 IL QUESTIONARIO VALUTATIVO (SECONDA PROPOSTA) ...88

RISULTATI EVIDENZIATI: AGGIORNAMENTI ...89

CONCLUSIONI ...96

BIBLIOGRAFIA ...98

SITOGRAFIA ... 100

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INTRODUZIONE

I rapidi cambiamenti della società moderna e il miglioramento della qualità della vita negli ultimi decenni, hanno portato ad un innalzamento dell‟età media1 e dunque ad un aumento della percentuale di popolazione anziana. Meno rapidamente si è modificata la nostra “cultura dell‟anzianità” e l‟importanza che questa ha, caratterizzata da notevoli cambiamenti fisiologici e patologici legati all‟avanzare dell‟età; questi possono nel loro insieme, se non giustamente trattati, portare all‟isolamento e al peggioramento delle condizioni di vita.

Per far fronte a tale problematica sono da alcuni anni nati molteplici progetti, associazioni culturali, ricreative e sportive, centri e palestre f itness, al fine di favorire una nuova cultura dell’anziano favorendo la socializzazione, l‟invecchiamento sano ed attivo, la prevenzione, il recupero delle funzionalità perdute e la realizzazione di nuove abitudini che tengano conto delle nuove esigenze.

È in questo contesto che negli ultimi anni ho cercato di appro fondire le mie conoscenze sull‟argomento, svolgendo esperienze in associazioni che organizzano attività ricreative e motorie per soggetti di 70-80 anni di età, con patologie e non. Fra queste l’UNI.DE.A. (Università Degli Adulti) in collaborazione con il C.U.S.

PISA (Centro Universitario Sportivo), associazioni del territorio pisano che hanno

mostrato interesse ed impegno nello sviluppo di iniziative per tali soggetti, organizzando le attività prese in esame in questo elaborato.

Questo lavoro, frutto dell‟impegno in tali organizzazioni, è dunque distinto in tre parti principali che coincidono con i tre capitoli dei questo studio:

1

M. DI BARI, M. INZITARI, B. CROVETTI, A. LUMINI, A. COLOMBINI, G. MASOTTI, N. MARCHIONN “World aging: co mp ression of mortality, of morb idity, and of Disability” Società Italiana di Gerontologia e Geriatria G GERONTOL 2004;52:438-445

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I) inquadramento generale dell‟ anziano, con riferimento ai cambiamenti psico-fisici ai quali è soggetto, fisiologici e patologici.

II) approfondimento pratico con descrizione e motivazione di tecniche, strategie, mezzi, attuati con metodo Multidisciplinare ed utilizzati nel gruppo affidatomi.

III) da leggere come percorso personale e fulcro della tesi, d‟indagine iniziale del gruppo e successiva analisi dei risultati ottenuti nel tempo, valutati grazie alla somministrazione di questionari conoscitivi e di valutazione. Tali questionari sono stati presentati ai partecipanti del corso di AFA da Ottobre 2015 a Dicembre 2016, con lo scopo di e videnziare lo stato di salute psico-fisica e sociale derivante dalle attività da me proposte: attività studiate ed adattate al gruppo anche in considerazione delle necessità e dei bisogni scaturiti dalle indagini effettuate.

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Capitolo 1:

CONOSCERE L’ANZIANITÁ

Vorrei iniziare questo capitolo introduttivo con una frase che, nelle diverse letture effettuate, mi ha particolarmente colpito: «La vita non è statica, fluisce e cambia di

continuo; l’unico elemento costante è il cambiamento».2

La vita di ogni essere vivente e ancor più quella dell‟uomo, subisce cambiamenti continui; questo è normale e va compreso. Tuttavia, tali cambiamenti devono essere conosciuti e studiati per poter meglio rispondere al sopraggiungere di situazioni di difficoltà, di qualsiasi natura esse siano.

Prima di svolgere qualsiasi attività con soggetti in età adulta ed avanzata è importante aver chiaro cosa significano i termini “invecchiamento” ed “anzianità”, quali sono le caratteristiche psico-fisiche del soggetto definito “anziano”, quali sono i suoi obiettivi in termini di movimento ed attività fisica, nonché relazionali e quali i nostri in quanto terapisti del settore.

Un rapido excursus può introdurci meglio all‟argomento e alla rilevanza che questo ha per noi oggi.

1.1 L‟INVECCHIAMENTO

In biologia, l‟invecchiamento può essere definito come un Processo Biologico Multifattoriale3 che si manifesta con l‟aumentare dell‟età. Durante questa fase tutti gli organismi vanno incontro ad un progressivo declino delle funzioni, ad una

2

Ruthy Alon, “Vincere il mal di schiena con il Metodo Feldenkrais ”, Red edizioni, Como, 1993

3N. Ferrara, G. Corbi, D. Scarpa, G. Rengo, G. Longobardi, M. Mazzella, F.Cacciatore e F. Rengo, “The

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7

maggiore sensibilità alle variazioni ambientali e di conseguenza ad un aumento della probabilità di ammalarsi e di morire4. Tali fenomeni si manifestano in tutte le specie viventi e anche nell‟uomo.

Con l‟allungamento della vita media, scienze come la Biogerontologia, ovvero lo studio scientifico dei meccanismi biologici che sono responsabili dei fenomeni dell‟invecchiamento e la Geriatria, vale a dire la disciplina che si occupa della prevenzione, diagnosi e terapia delle malattie dell‟anziano, stanno divenendo sempre più importanti.

Questo perché la popolazione anziana, come evidenziato da numerosi studi5, sta crescendo ad una velocità senza precedenti e di gran lunga superiore a quella delle altre fasce di età: entro il 2050 sono previsti incrementi intorno al 200% delle persone con più di 65 anni e del 400% di quelle sopra gli 80 mentre la crescita percentuale dei giovani sarà tuttavia solamente dal 5 al 15%.6

Assistiamo così ad un importante cambiamento della Piramide Demografica di inizio „900 che era caratterizzata da una struttura con apice in alto e base in basso7, e che oggi si mostra notevolmente modificata lasciando prevedere a metà dell‟attuale secolo una trasformazione non irrilevante, quasi voler diventare una forma con apice in basso e base in alto, ovvero una Piramide Rovesciata.

4 Harman D. “The free radical theory of aging Antioxid Redox Signal”, University of Nebraska College of

Medicine, Department of Medicine, Ott. 2003 da PubMed: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/14580310

5

World Health Organization, “World report on ageing and health” , 2015

6 Report Istat, “Il futuro de mografico del paese: previsioni regionali della popolazione residente al 2065”, Dic.

2011

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Nell‟immagine seguente (Figura 1), a sinistra sono rappresentati i soggetti di sesso maschile mentre a destra quelli di sesso femminile: possiamo qui notare l‟evoluzione della piramide dall‟inizio del secolo scorso, con cambiamenti ogni periodo di 50 anni.

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Secondo i dati ISTAT al 1 gennaio 2016 la Piramide delle Età si mostra attualmente come evidenziato nella Figura 2.

Figura 2 – Piramide delle Età, secondo i Dati ISTAT al 1 gennaio 2016

Oggi più di sempre l‟aspettativa di vita, grazie alle migliori condizioni ambientali (alimentazione, scoperte medico-scientifiche, benessere in generale), è talmente alta da permettere alla maggior parte delle persone nel nostro Paese, di giungere ai settanta anni e a molte di giungere alla ottava e nona decade; sempre più numerosi sono anche i centenari.

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Anche recenti dati ISTAT8 (Figura 3) ci permettono di capire l‟entità di tali cambiamenti nella popolazione, qui italiana in rapporto al resto d‟Europa. All‟interno della graduatoria dell‟Indice di Vecchiaia9

dei 28 paesi appartenenti all‟UE, l‟Italia si colloca al secondo posto dietro la Germania (158,4 per cento contro 151,4 per cento). Considerando il valore medio della UE28 (116,5 per cento), il nostro paese si mostra essere un paese sempre più “vecchio”.

Figura 3

Lo studio di questo fenomeno ci rivela quanto sia importante trattare l‟argomento, poiché tali cambiamenti determinano e determineranno sempre più modificazioni delle abitudini di vita delle persone. É per questo motivo che è necessario perciò approfondire e trovare soluzioni idonee a problematiche come l‟abbandono e

8

ISTAT, Annuario Statistico Italiano, 2014

9

L‟Indice di Vecchia ia è un rapporto demografico d i co mposizione, defin ito co me il rapporto percentuale tra la popolazione in età anziana (65 anni e più) e la popolazione in età giovanile (meno di 15 anni). Si t ratta di uno dei possibili indicatori demografici adatto a misurare il livello di invecchiamento di una popolazione.

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l‟isolamento dell‟anziano, con conseguente aumento della sedentarietà e delle patologie psico-fisiche associate.

1.2 CARATTERISTICHE DELL‟INVECCHIAMENTO

L‟invecchiamento è un evento naturale ed inarrestabile della vita, un processo biologico e fisiologico al quale tutte le persone vanno incontro, ed è caratterizzato principalmente da:

- un aumento della mortalità con l‟avanzare dell‟età

- una variazione biochimica dei tessuti con il passare degli anni - un progressivo calo delle funzioni fisiologiche

- una ridotta capacità di rispondere correttamente agli stimoli ambientali - una minore tolleranza alle malattie con maggiore vulnerabilità

Quelli descritti sono cambiamenti fisiologici che possiamo trattare e ritardare con corretti stili di vita e cure mediche, tuttavia, non possiamo evitarli per sempre; spetta al soggetto stesso e agli specialisti del settore trattare in maniera adeguata tali mutamenti, favorendo un invecchiamento psico-fisico il migliore possibile e cambiamenti degli stili di vita che accompagnino in questa nuova fase della vita.

Non sempre, tuttavia, si è in presenza esclusivamente di un invecchiamento fisiologico, quindi “regolare” ma possiamo trovarci di fronte a difficoltà, problematiche e patologie. Ogni individuo ha una sua storia personale, un suo passato, per cui il processo d‟invecchiamento sarà diverso l‟uno dall‟altro; possiamo così distinguere tre principali tipi d‟invecchiamento:

1) Invecchiamento ottimale o “di successo”: piuttosto raro, è quello di soggetti che, grazie all‟assenza di malattia, giungono in età anche molto avanzata svolgendo le normali attività delle vita quotidiana con eccellenti prestazioni

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fisiche e mentali che non si discostano poi molto da quelle dei soggetti molto più giovani di loro (giovani-adulti);

2) Invecchiamento usuale: quello che si riscontra nella maggior parte degli individui che non presentano malattie;

3) Invecchiamento associato a malattia: il più frequente, caratterizzato da cambiamenti fisiologici in presenza anche di una o più patologie non strettamente legate all‟invecchiamento;

Figura 4

Dal grafico (Figura 4) possiamo osservare come nella fascia di età 70-80 anni come anche negli over 80, sia uomini che donne, siano più numerosi i soggetti con 1 o 2 patologie mentre al secondo posto troviamo persone con più di 2 patologie, infine al terzo quei soggetti più “fortunati” che invecchiano senza alcuna malattia.

1.2.1 INVECCHIAMENTO OTTIMALE

É la situazione migliore alla quale possiamo trovarci di fronte; è piuttosto rara ed evidenzia un invecchiamento ottimale senza particolari difficoltà.

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1.2.2 INVECCHIAMENTO USUALE

Il fenomeno dell‟invecchiamento dell‟uomo si manifesta essenzialmente attraverso alcuni avvenimenti: l‟invecchiamento cellulare, l‟invecchiamento dei tessuti connettivi e della matrice extracellulare. Rilevanti sono le modificazioni biologiche, quindi microscopiche, che sono alla base di cambiamenti visibili poi ad occhio nudo. Per l‟argomento di questo capitolo mi soffermerò più sulle evidenze macroscopiche che caratterizzano l‟invecchiamento dell‟anziano, delle quali la nostra figura professionale deve tenere conto e sulle quali basare il lavoro in palestra.

I cambiamenti ai quali assistiamo sono di tipo anatomo -strutturale a carico dei tessuti e modificano di conseguenza la funzionalità di organi, sistemi e apparati. Fondamentale è la capacità di riconoscere ciò che in un soggetto è fisiologico e ciò che invece è segno di patologia. Certamente esistono delle variabilità individuali per cui, nell‟esecuzione di esercizi motori, dobbiamo conoscere fin dall‟inizio i diversi soggetti con cui stiamo lavorando; in generale possiamo evidenziare alcuni cambiamenti così comuni da considerare fisiologici con l‟avanzare dell‟età.

Assistiamo, dunque, ma sono solo alcuni brevi esempi, a :

- CAMBIAMENTI DELLA DIMENSIONE E COMPOSIZIONE CORPOREA a) ALTEZZA – La statura diminuisce dai 50 anni circa a causa della

compressione dei dischi intervertebrali, della postura scorretta, della riduzione degli spazi articolari, del cedimento della volta plantare, successivamente soprattutto nelle donne a causa del fenomeno osteoporotico.

b) PESO – Il peso tende ad aumentare, fino 50-60 anni circa, soprattutto per una maggiore assunzione di calorie non adeguatamente bilanciata da attività fisica corretta; successivamente tende invece a diminuire.

c) RAPPORTO MASSA GRASSA/MASSA MAGRA – Il rapporto fra i due tende a modificarsi a favore della massa grassa poiché la massa magra

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tende a diminuire in seguito alla riduzione della componente muscolare; ciò in quanto l‟anziano riduce l‟attività fisica e il movimento in generale per una ridotta o assente attività lavorativa. La diminuzione eccessiva di tessuto muscolare può condurre al fenomeno della Sarcopenia, prevenibile e reversibile con idonea attività fisica.

d) MASSA OSSEA – Si ha riduzione del tessuto osseo con possibile conseguente Osteoporosi.

- CAMBIAMENTI ANATOMO-FUNZIONALI

e) ORGANI DI SENSO – Nel Tessuto Cutaneo si ha atrofia dell‟epidermide, dei follicoli piliferi e delle ghiandole sudoripare con conseguente compromissione della termoregolazione; ma abbiamo, anche, degenerazione delle fibre elastiche, riduzione del grasso sottocutaneo , cute sottile, rugosa, secca, fragile con aumento della possibilità di ferite e guarigione più lent a. Nell‟occhio assistiamo a diminuzione della lacrimazione, della trasparenza, alterazione della percezione dei colori. Nell‟orecchio ridotta sensibilità alle alte frequenze, diminuzione udito e localizzazione suoni. Anche in questi casi si possono riscontrare situazioni più gravi che possono condurre a diverse patologie.

f) ARTICOLAZIONI – Si riduce il contenuto di acqua, proteoglicani e condroitinsolfato che porta ad una diminuzione del tessuto cartilagineo, importante per le articolazioni.

g) TENDINI – Riduzione elasticità tendinea con aumento della rigidità e fragilità.

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h) FUNZIONE MUSCOLARE – La riduzione delle fibre muscolari e dei capillari per unità motoria, riduce: la forza, la velocità di contrazione e la potenza che può essere espressa dal muscolo.

i) FUNZIONE CARDIOVASCOLARE – Cambiamenti a vari livelli, quali ad esempio aumento della componente grassa, riduzione delle cavità dei ventricoli, fibrosi, calcificazioni, aumento spessore vasi, riduzione numero e calibro di questi, etc..

j) FUNZIONE RESPIRATORIA – Riduzione elasticità ma aumento della rigidità toracica, riduzione forza e resistenza dei muscoli respiratori e della superficie alveolare; quindi riduzione della capacità respiratoria e della resistenza.

k) FUNZIONI CEREBRALI – Atrofia con riduzione del numero dei neuroni e delle sinapsi fra essi con interessamento particolare della memoria; si ha una diminuzione della capacità di apprendimento, della destrezza, della coordinazione e aumento dei tempi di reazione. Con l‟esercitazione è possibile favorire fenomeni plastici delle strutture nervose, ritardando il decadimento.

I cambiamenti descritti determinano conseguenze, in un modo o nell‟altro, su tutti gli aspetti della vita quotidiana dell‟anziano, influenzando sia il movimento che la psiche, quindi le relazioni che instaura e mantiene con gli altri individui. Sono perciò fondamentali per poter conoscere il soggetto, capirlo e apprezzarlo nella vita quotidiana e nello svolgimento delle diverse attività in palestra.

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1.2.3 INVECCHIAMENTO ASSOCIATO A MALATTIA

Frequentemente in età anziana si può essere colpiti da malattie non strettamente legate a questa fase della vita oppure come conseguenza di cambiamenti tipici dell‟età avanzata. Analizziamo brevemente alcune di quelle che più frequentemente riscontriamo nei partecipanti dei corsi in palestra per la 3^ età e che per l‟appunto, in alcuni casi, ho avuto modo di rilevare.

SARCOPENIA: Può essere legata all‟età oppure conseguenza di una patologia, ed è uno stato caratterizzato dalla progressiva perdita di massa muscolare e di forza; il motivo principale è l‟inattività fisica, per cui la pratica di essa, riduce la Sarcopenia. Dal punto di vista epidemiologico la sua incidenza va dal 15% nei soggetti tra i 65-70 anni fino al 50% negli over 80; tra i fattori di rischio abbiamo l‟età, il sesso e il livello di attività fisica, ma può essere anche associata a malattie come osteoporosi, obesità, diabete di tipo 2 e insulino-resistenza.

OSTEOPOROSI: Come sappiamo è caratterizzata da perdita di massa ossea ed è molto frequente nella donna dopo la menopausa ma si può riscontrare in entrambi i sessi dopo i 70 anni circa (O.Senile). L‟Osteoporosi può essere causata da diversi fattori (nutrizionali, metabolici, patologici) e può contribuire all‟insorgenza di fratture come quelle alla colonna vertebrale, al bacino e alle ossa lunghe in genere. L‟attività fisica adeguatamente programmata è nell‟Osteoporosi una validissima forma di prevenzione.

IPERCOLESTEROLEMIA – É l'eccessiva concentrazione di colesterolo nel sangue (HDL+LDL Max 200mg/dl e LDL Max 100) e può essere considerato più un disordine metabolico che una vera e propria malattia; è però rilevante la sua presenza perché può condurre a patologie cardiovascolari. Se perdura negli anni, l‟Ipercolesterolemia può favorire la formazione di placche all‟interno delle arterie, riducendo il flusso ematico fino ad interromperlo, privando così organi come cuore e cervello di nutrienti e ossigeno; inoltre può causare la formazione di trombi, causa

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a loro volta di ictus ed infarto cardiaco. L'attività fisica regolare, soprattutto se di tipo aerobico, è in grado di aumentare il colesterolo HDL (quello definito “buono” perché rimuove il colesterolo in eccesso dai diversi tessuti e lo trasporta al fegato, che lo elimina) a scapito dell‟ LDL (definito “cattivo” perché lo immagazzina nelle cellule del corpo), di diminuire la pressione arteriosa, lo stress e in generale di favorire sane abitudini di vita (alimentazione, fumo).

IPERTENSIONE ARTERIOSA – L‟ipertensione è una patologia caratterizzata da un‟eccessiva pressione del sangue nelle arterie (valori limite max 140 min 90) e che può accompagnarsi ad altri fattori di rischio, come l‟ipercolesterolemia e l‟obesità conducendo in alcuni casi a problematiche anche più gravi. Negli anziani l‟indurimento delle arterie (fattore di rischio) è legato all‟invecchiamento generale dell‟organismo e aumenta le resistenze periferiche e quindi anche la spinta che il cuore deve imprimere al sangue in circolo per superarle. Alla base dell‟Ipertensione Arteriosa di tipo Primario abbiamo tra i fattori di rischio le abitudini alimentari, il sovrappeso e la sedentarietà, sui quali possiamo in un certo senso influire positivamente grazie alla costante pratica di un‟attività fisica corretta.

PRESBIACUSIA: É la diminuzione dell‟udito per effetto di vari fattori fra cui l‟invecchiamento; essendo presente in modo più o meno lieve, in quasi tutti i soggetti anziani, possiamo considerarla molto comune. É per noi importante in quanto spesso è causa di conseguenze psicologiche rilevanti, quali difficoltà di comprensione e conversazione, che conducono a perdita d‟interessi (ascoltare radio, guardare la tv), isolamento sociale (incontrarsi coi coetanei), fino alla perdita d‟autostima. Può essere inoltre uno dei fattori di aumentato rischio di perdita d‟equilibrio e cadute.

INSONNIA: Riscontrabile intorno al 60% negli anziani, rappresenta un problema individuale e sociale che s‟ identifica in un sonno insoddisfacente a causa di difficoltà all'addormentarsi, numerosi risvegli, sonno frammentato, superficiale con risveglio mattutino precoce ed irritabilità.

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ARTROSI: Diffusissima fra le patologie articolari (50 % circa negli over 60) è cronica e caratterizzata da lesioni degenerati ve della cartilagine articolare che provocano rigidità, dolore e atrofia muscolare. Se nell‟invecchiamento fisiologico il contenuto di acqua a livello della cartilagine diminuisce , in presenza di artrosi abbiamo alterazione della cartilagine con formazione di osteofiti, membrana sinoviale iperemica, ipertrofica e capsula edematosa. Può essere causata da fattori genetici oppure essere conseguenza di eccessivo sovraccarico nelle zone interessate per motivi lavorativi o sportivi. Zone più interessate sono generalmente la colonna, le ginocchia, le anche, le mani. In assenza di dolore acuto, l a corretta attività fisica, regolare e a basso impatto, può ampliare la funzionalità articolare ed il trofismo, riducendo il dolore percepito.

ARTRITE REUMATOIDE: É una malattia infiammatoria sistemica che colpisce generalmente le prime articolazioni distali, successivamente quelle prossimali. Sono interessate quelle dei polsi, mani, ginocchia, piedi, caviglie, spalla ed anca soprattutto nelle donne (rapporto 4:1) con conseguenti disturbi a livello sistemico come astenia, perdita di peso e alterazioni articolari. Nell‟articolazione colpita assistiamo a sinovite, distruzione della cartilagine, osteoporosi subcondrale, presenza di noduli articolari e di vasculite (infiammazione dei vasi sanguigni). L‟andamento della malattia presenta fasi alterne con progressiva evoluzione fino all‟anchilosi (saldatura dei capi articolari). Quando siamo in presenza di una riacutizzazione l‟articolazione è dolente e i movimenti limitati, fino al punto che, in casi più avanzati si ha ri gidità, deformazione e conseguente invalidità. L‟attività fisica ha, in questa patologia, il compito di preservare il movimento residuo, favorendo ampiezza del gesto, forza muscolare e riduzione del dolore.

SINDROMI DEMENZIALI: – Ovvero quelle patologie neurologiche caratterizzate da un deterioramento cronico della funzione mentale, con peggioramento nel tempo e creazione di difficoltà nella vita di tutti i giorni. L‟avanzare dell‟età ha un ruolo importante in queste patologie soprattutto intorno i 70-80 anni. Si tratta della

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Malattia di Alzheimer e del Morbo di Parkinson, patologie caratterizzate da per dita di memoria, iniziativa, concentrazione, disorientamento, fino alla diminuzione del movimento, quindi perdita di autosufficienza. Il Parkinson, spesso associato a demenza, è caratterizzato da ipocinesia, bradicinesia, movimenti involontari, prevalentemente a livello degli arti, del tronco e della muscolatura facciale. Il tremore si presenta a riposo mentre è assente o ridotto durante un‟azione; la rigidità interessa in maggior misura i muscoli flessori determinando la tipica postura distonica in flessione del soggetto. L‟alzheimer si evidenzia con difficoltà a ricordare informazioni apprese recentemente come nomi, appuntamenti o numeri telefonici. La smemoratezza è accompagnata da impoverimento delle funzioni cognitive quali il linguaggio, l‟orientamento, le abilità visuo-spaziali, l‟astrazione il problem solving. Una regolare attività intellettuale ma anche fisica hanno effetti positivi su queste due patologie.

DEPRESSIONE: – La fine dell‟attività lavorativa, insieme alle diverse problematiche già descritte (diminuzione udito, del movimento, patologie varie) spesso comportano per l‟anziano una riduzione della vita sociale e della cura di se stesso, portando sempre più all‟isolamento quindi alla solitudine. In alcuni casi si può arrivare fino a condizioni depressive, con stati d‟animo come noia, tristezza, disperazione. Stimoli come le relazioni sociali, gli hobbies, l‟attività fisica possono essere d‟aiuto per risolvere in parte, ma soprattutto prevenire, tali problematiche.

1.3 L‟ANZIANO NELLA SOCIETÁ CONTEMPORANEA

L‟anziano nella società contadina del dopoguerra viveva in famiglie numerose, patriarcali. Era molto considerato per la sua esperienza; i figli, le nuore ed i nipoti lo rispettavano e si sentiva utile ed importante; non aveva timore per il futuro sentendosi circondato dalle attenzioni della famiglia ed era attivo fino alla fine dei suoi giorni. Si trattava di una società più semplice ed anche la povertà non aveva conseguenze tragiche come spesso avviene al giorno d‟oggi.

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La società contemporanea è molto più complessa, non ci sono più famiglie numerose. L‟anziano spesso è solo. L‟invecchiamento spesso è vissuto come una fase negativa, non piacevole ma inquietante, in quanto caratterizzata da cambiamenti corporei e psichici (cambiamento dello Schema Corporeo), che creano difficoltà nella vita di tutti i giorni. Le problematiche e le patologie cui può andare incontro l‟anziano spesso determinano in lui preoccupazioni e paure, causando ulteriore isolamento e sensazione di inutilità all‟interno della società, oltre a difficoltà nelle relazioni sociali.

Purtroppo di frequente la stessa società invece di restargli vicino comprendendolo, assistendolo, fornendogli motivi e strumenti per vivere serenamente e attivamente la nuova fase di vita, lo emargina quando invece avrebbe bisogno di un maggiore sostegno di fronte ad eventi che possono compromettere lo stato di salute dell‟anziano, quali la morte del coniuge, la lontananza dai figli, la malattia, il bisogno economico.

Per fronteggiare queste situazioni di debolezza, visto la carenza di interventi dello Stato, sono importanti le varie associazioni di volontariato che suppliscono in parte a queste mancanze. Tali associazioni strutturate nelle città, ma anche nei piccoli centri, riescono ad aiutare l‟anziano in modi diversi come consegna di medicine a domicilio, assistenza per le visite mediche, aiuto nelle relazioni sociali, inserimento in attività di svariati generi.

Un esempio di queste associazioni di volontariato nella nostra città è l‟associazione UNI.DE.A che da 30 anni organizza attività culturali per la 3^ età ed un corso di Attività Fisica, argomento della tesi, di cui tratteremo nel capitolo seguente.

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Capitolo 2:

L’ATTIVITÁ MOTORIA NELL’ANZIANO

Il movimento per l‟anziano, così come per il bambino e l‟adulto, è parte fondamentale e indispensabile per la vita. Se pensiamo alle statue che rappresentano la figura umana notiamo che devono essere saldamente ancorate a una base massiccia per impedire che cadano alla minima scossa; devono quindi avere un‟ampia base per sorreggere la pesante struttura del capo, delle spalle e del tronco.

Nell‟uomo però non abbiamo questa base che ci stabilizza staticamente. Nei “Percorsi di Motricità Consapevole”10

, l‟autore afferma: «il corpo umano è più

vicino alla struttura ideale concepita per il movimento e meno adatto a stare in piedi immobile».«Il corpo in piedi è sempre pronto per l’azione; da questo punt o di vista è più perfetto del corpo di qualsiasi altro animale, avendo completa libertà di movimento a 360°».

La postura del corpo, le articolazioni, le catene muscolari ci consentono d‟iniziare un movimento in qualsiasi direzione e con estrema facilità. Si tratta di una “macchina” perfetta, creata per interagire con gli ambienti circostanti, ma che va tenuta costantemente accesa e in movimento.

Partendo dal presupposto che il movimento è parte fondamentale della vita di ogni uomo la motricità sarà, nei paragrafi seguenti, ampiamente trattata.

Viste le caratteristiche psico-fisiche e sociali che distinguono il soggetto anziano, ho analizzato obiettivi e scelte pratiche che possono essere più idonee per l‟attività fisica in palestra quando essa sia indirizzata ad un gruppo piuttosto eterogeneo ed in assenza di patologie in fase acuta; è questo il caso del gruppo da me preso in esame.

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2.1 OBIETTIVI PRIMARI

Le capacità e le funzio nalità su cui lavorare nell‟attività in palestra con il soggetto anziano sono molte. Partendo dal presupposto che frequentemente i corsi sono frequentati da anziani, con patologie più o meno evidenti, gli obiettivi principali sono di tipo generale, finalizzati al raggiungimento dell‟autonomia nella vita quotidiana, della salute psico-fisica e della prevenzione di dolori, limitazioni e disabilità.

Possiamo quindi riassumerli11 in:

Autonomia/Efficienza Fisica  Rendere autonomo il soggetto, consentendogli di

svolgere nel modo migliore le attività della vita di tutti i giorni come alzarsi da letto, lavarsi, vestirsi, cucinare, passeggiare fuori casa. A tal fine dobbiamo permettergli di avere un sufficiente Tono e Forza Muscolare, Mobilità Articolare e Flessibilità dei muscoli, Equilibrio statico e dinamico, Coordinazione generale dei movimenti. Se già siamo in presenza di autonomia, l‟obiettivo è favorir e il suo mantenimento nel tempo e la migliore efficienza fisica possibile.

Prevenzione e Cura del Dolore  Ridurre il dolore percepito sia a riposo che

durante il movimento, limitando Rigidità e posizioni scorrette nella Postura, migliorando le capacità di Rilassamento, Respirazione, Movimento; insegnare perciò l‟esecuzione corretta di movimenti fondamentali della vita di tutti i giorni, come alzare un oggetto da terra, riporlo, alzarsi correttamente da letto, effettuare le pulizie in casa, etc..

Salute Psicologica  Favorire la salute psicologica, migliorando il tono dell‟umore,

incoraggiando la Socializzazione, l‟Autostima, il Benessere, per mezzo di esercitazioni anche ludiche e di gruppo con l‟utilizzo della musica. Per salute psicologica dobbiamo anche intendere la percezione del sé corporeo e la capacità di

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Gli obiettivi descritti, sono quelli che ritengo più idonei ricercare, sulla base dei volumi consultati, del materiale didattico del corso di laurea, delle esperienze di tirocinio e di lavoro effettuate.

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accettare con serenità i cambiamenti legati all‟avanzare dell‟età, tematica questa da non sottovalutare nell‟anziano.

Purtroppo, ci racconta il pedagogista Giuliano Franceschini «la società

contemporanea sembra respingere il principio secondo il quale ogni età ha la sua taglia, a favore di un modello unico per tutti; è il massimo condizionamento che la società attuale riesce a porre in atto, la trasformazione culturale di condizioni biologiche che da sempre hanno contraddistinto l’umanità» E continua, «La chirurgia plastica, la cosmesi farmaceutica, le attività motorie e sportive intensive, gli integratori alimentari e ormonali, sembrano assicurare l’eterna giovinezza e la prestanza fisica per tutte le età. Un’altra barriera culturale per chi non è più giovane e per chi è affetto da disabilità»12

La salute psicologica è probabilmente un argomento dato a volte per scontato in palestra, credendo che il lavoro debba essere più che altro finalizzato al la migliore condizione fisica: questo non deve succedere. Il lavoro in palestra deve anche e soprattutto favorire l‟accettazione di quei cambiamenti che sono da ritenersi fisiologici e adeguati alla propria età.

Partecipazione ad Attività di Svago e Hobbies  Favorire la partecipazione ad

attività extra al di fuori della propria abitazione, come camminate, gite, viaggi; in generale attività di movimento e hobbies che consentano all‟anziano di stare all‟aria aperta ed in compagnia. Favorevoli a tal fine sono attività con lieve e medio impegno cardio-respiratorio al fine di migliorare la condizione di cuore, polmoni, vasi sanguigni, etc..

12 De Mennato P. (a cura di), AA.VV., “Per una cultura educativa del corpo”, Lecce, Pensa MultiMedia ed.

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2.2 ABILITÁ E CAPACITÁ DA ESERCITARE

Per una migliore comprensione delle scelte da me fatte e quindi qui analizzate, è doveroso anticipare che gli esercizi descritti nella tesi sono stati applicati al gruppo da me indagato e studiato13

Gli obiettivi da raggiungere nel corso della stagione sono molti e di notevole importanza perciò dobbiamo esercitare abilità e capacità che ci permettano di raggiungerli tutti e al meglio.

13 Per una migliore comprensione delle attività pratiche descritte nei paragrafi successivi e quindi proposte

al gruppo è doveroso anticipare una breve descrizione di esso. Tale gruppo, costituito da 20 soggetti di età media di 71 anni circa è in possesso di valido certificato medico per “attività sportiva non agonistica”. Quasi tutti presentano difficoltà o problematiche legate all’invecchiamento o patologia, tuttavia non invalidanti e non in forma acuta, ma stabili. Il corso è organizzato in modo da prevedere esercizi per la maggior parte idonei a tutti, ma non esclude la possibilità dell’individualizzazione, quando necessario.

Il tempo a disposizione è di 1h per 3 giorni settimanali e per la durata di 3 trimestri l’anno. Discreto l’inserimento nella vita sociale e nelle varie attività svolte quotidianamente, in parte grazie anche alla partecipazione agli eventi organizzati dell’Associazione UNI.DE.A - della quale tutti sono soci attivi – e alla partecipazione costante ai corsi di attività fisica in p alestra.

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 Per il “Raggiungimento dell‟Autonomia” le scelte pratiche sono volte al miglioramento del tono muscolare e forza muscolare, in particolar modo del tronco e degli arti inferiori per evitare cadute e perdite di equilibrio. Sempre per l‟equilibrio effettuare esercizi proprio per il miglioramento di questa capacità coordinativa sia in forma statica che dinamica in movimenti di cammino in avanti, indietro, lateralmente oppure su un arto solo. Legato sempre alle cadute e alla perdita di equilibrio, l‟insegnamento di movimenti e gesti da fare o non fare in caso di situazioni di pericolo.

Anche la mobilità articolare e la flessibilità dei muscoli è di nostro interesse per effettuare movimenti “migliori”, più sciolti, rilassati e maggiormente performanti. Anche la coordinazione fra arti superiori ed inferiori ci interessa sempre per l‟equilibrio nei movimenti. Infine esercizi con interessamento cardio-respiratorio a lieve e media intensità ci permettono di avere più resistenza favorendo il cammino (o l‟uso della bicicletta) nel tempo libero e così conseguentemente avere beneficio anche sul metabolismo.

 Per la “Prevenzione e la Cura del Dolore” le scelte pratiche consistono nel cercar di diminuire il dolore o di prevenirlo soprattutto quando conseguenza di rigidità e posture scorrette. Le attività devono essere volte, alla ricerca del rilassamento e della respirazione corretta.

 Per quanto riguarda la “Salute Psicologica e lo Svago ” fra le attività devono essere presenti esercitazioni grazie alle quali si riesca a favorire la socializzazione, il benessere ed il divertimento: sono ad esempio le attività di ballo oppure di cooperazione in gruppo, con utilizzo di oggetti come palloni. Ma anche attività svolte individualmente e che possono essere corrette e commentate dall‟insegnante quando l‟esercizio è ben svolto, in modo da consegnare un feedbac k positivo a chi lo svolge, quindi autostima.

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2.3 IL METODO

La scelta del metodo è di fondamentale importanza e deve essere ben programm ato e specifico per il gruppo con cui lavoriamo. Un progetto con attività ed esercitazioni molto variate e di tipo Multidisciplinare, è sicuramente a mio avviso la scelta più corretta.

Con il termine Multidisciplinare personalmente intendo la conoscenza e l‟utilizzo di tecniche ed esercizi diversi, altamente variati al fine di mettere a disposizione un‟ampia offerta che sia da stimolo continuo ai praticanti: da esercizi del fitness tipicamente occidentale, ad attività di rilassamento e respirazione come frequentemente utilizzate nelle discipline Yoga, Tai-Chi, Ginnastica Dolce, da posizioni di Ginnastica Posturale (tecniche Mézières) ad attività musicali come la Ginnastica Aerobica Adattata, da attività di Gioco con palloni fino all‟utilizzo di piccoli attrezzi per il rinforzo muscolare, l‟equilibrio, la coordinazione in generale e la prevenzione.

Cercar di trovare un equilibrio corretto fra le numerose discipline citate è sicuramente un traguardo ambizioso e di non facile esecuzione. L‟uomo, tuttavia, è un insieme che possiamo definire psico-fisico-sociale, ovvero ha un corpo, una mente ed è inserito in una società. Non possiamo perciò, a mio avviso, pensar di distinguere una parte da un‟altra e quindi, in palestra, programmare attività finalizzate solo ad una componente piuttosto che un‟altra. Lavorare su più fronti, prendendo il meglio e ciò che più ci stimola dall‟esperienza millenaria delle diverse società, siano esse orientali od occidentali, oppure delle diverse provenienze, siano medico-scientifiche oppure più “da campo”, è per me la scelta migliore nella programmazione di una qualsiasi attività fisica, soprattutto se svolta in palestra.

Nella scelta del metodo, mi sono concentrato sui punti descritti precedentemente, utilizzando attività ed esercizi sia con un Metodo Ludico che non; così facendo è stato possibile focalizzarsi a seconda dei casi, più su una componente (emotiva) che sull‟altra (esercizio in sé), o viceversa.

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Per una migliore descrizione delle esercitazioni ho scelto di distinguere due macro-gruppi di attività su cui impostare il lavoro: un primo, costituito dalle capacità che interessano prevalentemente la Componente Fisica ed un secondo che interessa prevalentemente la Componente Psicologica/Relazionale.

Tuttavia, questa distinzione deve avvenire solo a scopo descrittivo ed essere intesa come “prevalenza” di una componente rispetto ad un‟altra; è infatti impossibile - e su questo ho focalizzato il mio lavoro – distinguerle totalmente, in quanto sono sempre e comunque in stretto rapporto fra loro.

1) Nel primo gruppo possiamo individuare tutte quelle capacità che interessano

maggiormente il corpo, quindi la muscolatura, lo scheletro, le articolazioni, i tendini: andremo perciò ad affrontare esercizi che, se svolti correttamente, permettono un adeguato tono e flessibilità muscolare, mobilità articolare e le varie capacità coordinative (equilibrio statico e dinamico, coordinazione oculo-manuale, percezione del tempo e dello spazio, etc..).

2) Nel secondo macro-gruppo possiamo invece individuare quelle caratteristiche

più prettamente psicologiche e fondamentali, a mio avviso, nel giovane così come nell‟ anziano, quindi il divertimento, la socializzazione, le relazioni sociali, ovvero tutto ciò che permette un lavoro sull‟emotività del soggetto.

Nota Riflessiva: se nella fase iniziale di una lezione si effettua una fase di

riscaldamento con movimenti a tempo di musica stiamo allenando la muscolatura ma anche la capacità di equilibrio dinamico, il sistema cardio -respiratorio e al tempo stesso stiamo lavorando sull‟emotività in quanto la musica libera emozioni e allontana pensieri ed ansie. Un lavoro di questo tipo permette di raggiungere ottimi risultati lavorando a 360°. Un lavoro incentrato esclusivamente sul miglioramento di una capacità specifica nel caso del gruppo di anziani in palestra, può portare certamente benefici nei confronti di tale capacità, ma particolarmente utili possono

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anche essere lavori globali che interessino contemporaneamente più capacità ; sono queste attività globali, a mio avviso, ad essere ancor più valide, in quanto fra gli obiettivi con l‟anziano abbiamo principalme nte la ricerca dell‟ autonomia durante i movimenti della vita quotidiana e il mantenimento di relazioni sociali.

2.4 I MEZZI

La scelta dei mezzi utilizzati ad inizio anno ha tenuto conto dell‟ambiente a disposizione per esercitarli, quindi dello spazio, della temperatura, dei grandi e piccoli attrezzi a disposizione e del tipo di gruppo interessato.

Fra quelli utilizzati, i più efficaci e spendibili sono a mio avviso i seguenti, evidenziati in tabella (Tabella 1).

MEZZO METODO OBIETTIVO

CORPO LIBERO INDIVIDUALE ADDESTRATIVO Coordinazione, Equilibrio, Rinforzo Muscolare, Allungamento Muscolare, Mobilità Articolare CORPO LIBERO IN GRUPPO LUDICO Cooperazione, Divertimento, Coordinazione, Equilibrio PALLONE LUDICO e/o

ADDESTRATIVO Coordinazione, Cooperazione, Divertimento MUSICA LUDICO (Ginnastica Aerobica Adattata) Ritmo, Divertimento, Coordinazione, Cap.Cardio-Respiratoria

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TAPPETO ADDESTRATIVO Allungamento Muscolare, Ginnastica

Posturale SOVRACCARICO

MANUBRI (0,5-1kg)

ADDESTRATIVO Rinforzo, Tono Muscolare Coordinazione BASTONCINO ADDESTRATIVO Coordinazione, Mobilità

Articolare

RESPIRAZIONE ADDESTRATIVO Rilassamento, Controllo e Consapevolezza

Respiro

* spiegazione dettagliata dell‟esecuzione e del numero di ripetizioni ** spiegazione dell‟esercizio ma maggiore libertà e ludicità

Tabella 1 – Rappresentazione schematica di mezzi, metodi ed obiettivi utilizzati

Andiamo quindi ad analizzarli e descriverli in dettaglio, motivando le scelte effettuate.

2.4.1 ESERCIZI A CORPO LIBERO

ESERCIZI IN PIEDI

Sono stati utilizzati tutti gli esercizi che permettono movimenti nei diversi piani spaziali ovvero movimenti di flesso-estensione, abduzione-adduzione,

intra-extrarotazione e circonduzione degli arti superiori, inferiori, del capo e della co lonna. Svolti con un numero medio di ripetizioni (10-12-15) partendo ad esempio dall‟alto verso il basso, oppure viceversa; talvolta anche alternando arti superiori ed inferiori in modo da effettuare un recupero attivo senza momenti di stop completo.

L ‟inserimento di tali esercizi nella lezione è stato effettuato secondo due modalità differenti:

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 Ad inizio lezione, come fase di riscaldamento, quindi in scioltezza favorendo la mobilità articolare e l‟attivazione neuro-muscolare.

Ad esempio:

A) Flesso-Estensione delle caviglie x 10 rip. B) Abduzione-Adduzione delle caviglie x 10 rip.

C) Circonduzione in senso orario ed antiorario delle caviglie x 10 rip. D) Flesso-Estensione delle ginocchia x 10 rip.

E) Flesso-Estensione delle cosce x 10 rip.

F) Circonduzione del bacino in senso orario ed antiorario x 10 rip. G) Esercizi per il capo, su tutti i piani, in maniera lenta x 5-10 rip.

NB: tutti i movimenti correttamente abbinati ad un respiro consapevole e controllato.

 A metà lezione, come fase centrale delle sedute centrate sul rinforzo muscolare e sull‟equilibrio sia statico che dinamico.

Ad esempio:

H) Cammino in avanti, alternato a stop su un arto x 3 -4 secondi, il tutto per 10 rip.

I) Cammino in avanti, alternato a stop su un arto, con movimento arti superiori J) Da fermo, in equilibrio sugli avampiedi, simulo una caduta in avanti e

recupero coordinando braccia/gambe

K) Sul posto, movimenti di Squat o di Accosciata con esecuzione tecnica corretta (anche per alzare un oggetto e riporlo su un piano più alto) x 10 rip. L) Esercizi di scioltezza degli arti inferiori (pendolo avanti/indietro e sx/dx)

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ESERCIZI A TERRA

Sono stati utilizzati tutti gli esercizi che permettono movimenti nei diversi piani spaziali, a terra su di un tappetino, dalle posizioni seduta, prona e supina; svolti nella seconda metà della lezione, in numero medio di 10-12 ripetizioni e finalizzati a:

3) Rinforzo muscolare 4) Ginnastica Posturale

5) Allungamento muscolare (stretching) 6) Respirazione

7) Rilassamento e Consapevolezza corporea

Ad esempio:

M) Per il rinforzo muscolare ad esempio: per i diversi gruppi muscolari (addome, dorso, gambe, glutei, etc..)

N) Esercizi di Ginnastica Posturale

O) Stretching per i muscoli che hanno lavorato maggiormente nella lezione P) Esercizi di Respiro consapevole (descritti più avanti).

Q) Rilassamento (descritto più avanti)

Quelli descritti sono solo esercizi esemplificativi fra i numerosi che sono stati utilizzati.

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L‟utilizzo di un oggetto, come ad esempio una palla, nel corso di A.F.A. ci permette di «fare da intermediario e creare un collegamento fra i partecipanti; è una sorta di estensione del corpo che permette di entrare in un contatto privo di fisicità»14

Lo svolgimento di attività con l‟uso di palloni ha un ruolo di grande importanza: può prevedere, infatti, momenti di attività finalizzata al consolidamento e al miglioramento di capacità coordinative, nonché di lavoro muscolare. Con l‟utilizzo di attrezzi come i palloni possiamo anche proporre esercizi utilizzando un approccio ludico, quindi, centrati maggiormente sull‟emozione che scaturisce dalla pratica con tali oggetti. «Con gli anziani possono essere fatti eseguire anche alcuni giochi, ma questi, devono essere prevalentemente di cooperazione, dove non conta la vincita ma l‟integrazione con il gruppo; questa modalità offre possibilità di confronto e di conoscenza».15

Se nel bambino il gioco è un momento di esplorazione e crescita, nell‟adulto e nell‟anziano può essere un modo per ricordare momenti piacevoli della gioventù: giochi, passatempi, amicizie, esperienze. Alcune di queste possono essere riproposte in palestra, adattate alle nuove esigenze e sfruttate come momento di divertimento e al tempo stesso allenante.

14 Giorgio G. Be llotti, Maria Rosa Madera, “Il Corpo in Ca mmino : l‟intervento psicomotorio con la persona

anziana”, Ed. Unicopli, 2009, pp. 56;

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Le esercitazioni con palloni di varia grandezza, consistenza e capacità di rimbalzo sono un interessante e divertente sostegno per il nostro “allenamento”.

Nota Esperienziale: L‟utilizzo con palloni è a mio avviso un valido metodo purché

l‟ambiente a disposizione abbia un discreto spazio oltre che un numero non eccessivo di partecipanti: un numero di 10 persone per uno spazio più piccolo, fino 15-20 se in presenza di un‟ampia palestra. Se questi requisiti non sono presenti, si può incorrere in un rumore fastidioso prodotto dai palloni, oltre che in un pericolo aggiuntivo creato dagli stessi: infatti, questi possono a volte “scappare” dalle mani e rotolare a distanza aumentando il rischio di cadute. I palloni sono perciò a mio avviso un mezzo molto utile per l‟attività fisica ma da utilizzare con cautela, attenzione e consapevolezza dei pericoli che ne possono derivare.

Nota Esperienziale: A tal fine prima di iniziare gli esercizi è fondamentale spiegare

a tutti di posizionarsi a distanza di sicurezza, di non rincorrere o lanciarsi a prendere una palla sfuggita di mano. É importante prima di una lezione come questa, ricordare e sottolineare queste indicazioni spiegando l‟utilità di tali esercizi, purchè non si perda il controllo della situazione. Lavorare con oggetti che rimbalzano e rotolano è sempre un piacere, sia per i bambini che per gli anziani: l‟importante è rispettare alcune norme di sicurezza.

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Con palloni piuttosto morbidi (spugna) e con buona capacità di rimbalzo possiamo effettuare i più svariati esercizi, coordinativi e non, utilizzando un singolo arto superiore oppure inferiore, sia dalla posizione eretta che seduta.

Alcuni esercizi che ho utilizzato, in progressione dal semplice al complesso, prima individualmente poi in coppie e successivamente in gruppo, sono i seguenti:

INDIVIDUALE – ARTI SUPERIORI

Ogni partecipante ha un pallone ciascuno:

A) Lancio verticale in aria con una mano e riprendo con entrambe; B) Lancio verticale in aria con una mano e riprendo con la stessa;

C) Lancio verticale in aria con una mano e riprendo con l‟altra mano; D) Lancio verticale in aria con due mani, le batto fra loro (1,2 o 3 volte) e riprendo la palla al volo;

E) Fermo sul posto, faccio rotolare la palla intorno alla vita in entrambi i sensi; F) Palleggio a terra, prima sul posto, poi camminando in avanti;

G) Palleggio a terra, camminando seguo una linea retta oppure curva disegnata a terra;

H) Palleggio a terra, camminando faccio uno slalom libero oppure fr a oggetti posti a terra;

INDIVIDUALE – ARTI INFERIORI

I) Pallone a terra, un piede su di esso, effettuo dei rotolamenti in avanti, indietro, a sx, a dx, in entrambi i sensi, poi cambio piede;

L) Effettuo dei passaggi fra piede sx e dx;

M) Cammino controllando il movimento della palla con i piedi; N) Effettuo uno slalom

A COPPIE – ARTI SUPERIORI

Ciascuna coppia ha un solo pallone ed è formata da due persone disposte una di fronte all‟altra.

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O) Effettuo un passaggio utilizzando due mani ed il compagno afferra con due; P) Effettuo un passaggio utilizzando una sola mano ed il compagno afferra con una; Q) Effettuo un passaggio con due mani dal basso, dal petto, dall‟alto;

R) Effettuo un passaggio facendo fare al pallone un rimbalzo a terra, oppure due, oppure tre;

A COPPIE – ARTI INFERIORI

S) Passaggi con i piedi (solo dx, solo sx, alternando) sia con un pallone che con due insieme;

IN GRUPPO

Uno o due palloni per tutto il gruppo.

T) Tutti in cerchio, passo la palla facendo 1 giro completo, poi cambio il gi ro;

NB: ad alta voce dico il proprio nome, oppure quello della persona a cui la passo (imparo i nomi)

U) Uguale ma saltando un compagno (solo numeri pari, oppure solo i dispari) V) Uguale ma con passaggi misti, in aria o rimbalzando la palla a terra; Z) Uguale ma con due palloni;

A SQUADRE

aa) Tiri liberi a canestro (NB: altezza ridotta, tecnica di lancio a piacere)

bb) Tiri in stile Boowling a colpire dei birilli o conetti (o bottiglie di H2O vuote)

Il gioco a squadre, quando presentato e spiegato correttamente, specificando l‟importanza della partecipazione e non della gara e sottolineando che ognuno deve rispettare i propri ritmi e le proprie capacità fisiche, (non ci sono né punteggi né classifiche) piace, diverte e non crea pericoli.

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ESECUZIONE

Esempio: scelgo alcuni o tutti gli esercizi descritti, e li eseguo ciascuno per 10 ripetizioni circa.

Per la corretta progressione relazionale fra le coppie che eseguono i diversi esercizi, è importante iniziare con attività prima individuali (una palla ciascuno), successivamente a coppie su una distanza di circa 4 metri da ridurre gradualmente fino a raggiungere una distanza anche inferiore ad 1 metro. Tali distanze sono, secondo la Prossemica dell‟antropologo Edward T. Hall16 , definite Distanza Sociale la prima e Distanza Personale la seconda. Quest‟ultima, pur prossima alla ancora più vicina Distanza Intima, permette di entrare in contatto fisico semplicemente allungando un braccio, ma anche di ritirarsi tempestivamente.

2.4.3 ESERCIZI CON IL BASTONCINO

Svolti in piedi, da fermi oppure camminando, sono utilizzati per la coordinazione e per favorire la mobilità articolare soprattutto degli arti superiori. Sono principalmente gli stessi movimenti effettuati a corpo libero ma con l‟aggiunta del bastoncino come variazione ed ampli azione delle proposte.

2.4.4 ESERCIZI CON SOVRACCARICO

L‟impiego di sovraccarichi leggeri come manubri da 0,5 o 1kg ciascuno è un valido strumento da me utilizzato da inserire, talvolta, per il rinforzo muscolare in alternativa al carico naturale; tale mezzo, usato in posizione eretta nello svolgimento di numerosi esercizi per gli arti superiori ed inferiori, permette di svolgere ad esempio i piegamenti delle gambe coordinando le braccia su tutti i piani di

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movimento: abbiamo così un richiamo di numerose azioni effettuate nella vita di tutti i giorni, come preparare un pasto in cucina, lavare i panni, stirare, riporre un oggetto nell‟armadio. Così facendo possiamo insegnare ed automatizzare lo svolgimento corretto e sicuro di movimenti con sovraccarichi. In pratica sono stati eseguiti fondamentalmente gli stessi esercizi del corpo libero ma con i manubri abbiamo modo di variare ed ampliare l‟offerta.

2.4.5 LA MUSICA

L'anziano, anche quello che non ha ricevuto un'educazione musicale, ha una competenza esperienziale in tutto quello che concerne il campo sonoro -musicale: la conoscenza di canti, il ricordo di eventi sonori per lui significativi, le pratiche sociali inerenti la musica come il ballo, le serenate, i cantastorie, gli strumenti musicali. Secondo il Musicoterapeuta Francesco Delicati 17 , la musica è una parte fondamentale della vita di ogni individuo e può essere di grande aiuto per :

 Movimento e Rilassamento: la musica è uno stimolo corporeo che aiuta il rilassamento e la distensione muscolare ed il movimento di arti colpiti; ha la capacità di motivare alla motricità e costituisce un supporto ed una spinta per la mobilizzazione attiva;

 Socializzazione: la musica, come attività sociale facilita la comunicazione, consente l'integrazione del gruppo, la partecipazione e lo stabilirsi di legami interpersonali, il rinforzo dell'identità del singolo, l'emergere di sentimenti positivi originati dalla sensazione di appartenenza;

17

De licat i F., “ Il canto fa venire fuori il paese più in fretta. Esperien ze d i musicoterapica con gli an ziani d i una casa-albergo”, Ed. Pro Civitate Christiana, Assisi, 1997

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 Ricreazione (aspetto ludico): la musica può essere fonte di godimento, di gioia e di divertimento spontaneo; essa dà un piacere momentaneo che non richiede sforzo di apprendimento né implica preparazione;

 Gratificazione (aspetto animativo): l'influenza di un clima musicale incoraggia visibilmente l'attività generale, l'espressività e la creatività, aumentando l'autostima;  Aiuto alla Memoria (terapia della reminescenza): la musica fa rivivere momenti del passato, rende presenti situazioni connotate in senso emotivo, soprattutto i periodi felici della vit a, e aiuta a ristrutturare la nozione del tempo; attraverso l'uso di canzoni e musiche accettate e riconosciute si stimolano i ricordi e le associazioni;  Apprendimento: la musica facilita l'apprendimento secondo due modalità principali:

- il riapprendimento di una destrezza perduta o menomata in seguito a malattie o traumi

- l'apprendimento di nuove competenze per compensare quelle perdute o menomate;  Sostegno e Rinforzo Psicologico: la musica dà sollievo alla propria ansia e consente all'anziano di allentare l'attenzione su se stesso e i suoi disturbi, allontanando pensieri negativi e atteggiamenti di compatimento;

 Proiezione (liberazione di emozioni e di tensioni psichiche): la musica può essere un mezzo proiettivo che stimola le libere associazio ni e produce la liberazione delle emozioni e dei contenuti inconsci, aiutando l'espressione e la canalizzazione delle pulsioni interne disturbanti; la musica può essere uno strumento proiettivo di induzione e di suggestione, finalizzato ad un cambiamento terapeutico.

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MUSICA E A.F.A

La musica a mio parere non può mancare in una lezione di attività fisica in palestra, si tratti di lezioni con giovani oppure con anziani; in base alla tipologie di brano, all‟entità del volume, dell‟ambiente che ci circonda e dell‟utilizzo che ne facciamo, la musica è un valido strumento per la migliore esecuzione degli esercizi proposti. La musica può essere difatti:

A) utilizzata come musica di fondo nell‟arco di tutta la lezione

B) utilizzata come mezzo di allenamento, quindi, parte fondamentale nelle esercitazioni di “Ginnastica Aerobica Adattata”

Nel primo caso la musica deve a mio avviso consistere in un‟unica traccia audio caratterizzata da una melodia piacevole, senza variazioni di volume, tono e ritmo, quindi continua, in modo da favorire una costanza di lavoro pratico che non disturbi o distragga il gruppo nello svolgimento degli esercizi.

Nel secondo caso la musica può presentarsi come un vero e proprio mezzo di allenamento grazie al quale è possibile effettuare movimenti rispettando il tempo (bpm) della traccia audio trasmessa.

Già alcuni autori18, hanno trattato l‟argomento descrivendo tale ginnastica adattata e definendola come “easy dance”, ovvero «un modo armonioso e bene accetto di

svolgere attività fisica». «Essa è particolarmente gradita perché le musiche, ad esempio degli anni ’60 e ’70 evocano ricordi piacevoli della gioventù e della maturità».

Per la scelta delle tracce musicali dobbiamo prendere in considerazione l‟utilizzo di brani differenti che abbiano la capacità di attrarre, incuriosire, divertire e favorire la creatività dei praticanti; si tratta perciò di melodie che devono essere possibilmente conosciute dai più e con variazioni di intensità vocali e strumentali al fine di non

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annoiare o stancare ma, anzi, mantenere alta l‟attenzione per tutta la durata dell‟esercitazione. Tale deve avere una durata approssimativamente dai 10 ai 15 minuti, perciò, la scelta ricade su circa 3,4,5 brani, impostati in sequenza graduale, ovvero privi di pause silenziose; brani che devono tenere in considerazione le diverse fasi metodologiche del riscaldamento, della parte centrale, infine del defaticamento, secondo un crescendo e decrescendo corretto dei bpm.

GINNASTICA AEROBICA ADATTATA

Le esperienze effettuate mi hanno portato a ritenere molto vantaggioso l‟utilizzo di movimenti a tempo di musica, denominati frequentemente con il nome di Ginnastica Aerobica (d‟ora in avanti G.A.). Nel lavoro con soggetti in età anziana ritengo valido l‟utilizzo di tale metodica purché questa sia adattata. Tale validità può avere una risposta conoscendo la storia della G.A.

La parola aerobica comparve per la prima volta grazie agli studi di un medico americano, il Dott. Kenneth Cooper, che pubblicò nel 1968 il manuale "Aerobica" con lo scopo d‟ideare un‟ attività che fosse utile a combattere l‟ipocinesi.

I primi programmi a quel tempo erano incentrati sul jogging, non particolarmente divertente per i più, il quale necessitava di molto tempo a disposizione; perciò, intorno agli anni '70 un‟ insegnante di educazione fisica, Jackie Sorensen, codificò i passi del jogging utilizzando tutti i piani di movimento e li trasformò in pass i e balzi dando vita così alla G.A.

Il programma di allenamento prevedeva una fase di riscaldamento, una centrale di lavoro aerobico in cui eseguire i passi codificati ed infine un lavoro di tonificazione: il tutto eseguito a tempo di musica. Con il passare degli anni i passi, le musiche e le tecniche si sono evolute dive nendo sempre più coreografiche e adattandosi anche alle diverse esigenze dei praticanti, delle palestre e delle mode del momento.

Il motivo del consistente sviluppo ed interesse di tale attività, ovvero il divertimento che consegue al muovere ritmicamente il proprio corpo a tempo di musica, è a mio parere un argomento da non sottovalutare e da prendere seriamente in

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considerazione – con gli eventuali adattamenti ai diversi gruppi di lavoro – per la pratica dell‟attività con anziani. Il piacere ed il divertimento che ne consegue, ma anche la capacità di distrarre da pensieri negativi e preoccupazioni fa della G.A. un metodo che non deve mancare in palestra.

VANTAGGI

All‟evidente vantaggio del divertimento, possiamo poi evidenziare anche:

 Unione Spaziale del gruppo : esercizi di G.A. permettono di tenere unito il gruppo in quanto i praticanti si trovavo l‟uno accanto o davanti/dietro l‟altro; ciascuno ha il propri metri quadrati e non invade lo spazio altrui; dunque non necessita di ampi spazi;

 Unione Sociale del gruppo : tutti svolgono il medesimo esercizio nello stesso momento e nella stessa modalità, favorendo così l‟appartenenza al gruppo, dunque a un qualcosa di comune;

 Liberazione da pensieri e preoccupazioni : lo svolgimento tutti insieme degli esercizi a tempo di musica permette ad ognuno di pe nsare al proprio movimento, seguendo le indicazioni dell‟insegnante; in conseguenza di ciò, ognuno sa di non essere guardato dagli altri partecipanti (i quali pensano alla propria esecuzione) quindi si ha la consapevolezza di essere più liberi, non giudicati, fondamentale in quei soggetti che hanno difficoltà o problematiche;

 Globalità dell'allenamento: gli esercizi permettono di coinvolgere tutti i sistemi organici con esaltazione delle principali qualità fisiche, ad esempio:

a) forza e resistenza muscolare (aumento tono muscolare)

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c) coordinazione neuro-muscolare (migliore equilibrio, migliore coordinazione fra arti superiori ed inferiori, migliore capacità di movimento in generale, minori cadute, etc..)

d) allenamento cardio-vascolare (efficienza del cuore, riduzione pressione massima e minima, aumento fluidità del sangue, etc..)

e) metabolismo (aumentare il colesterolo buono HDL e diminuire il colesterolo cattivo LDL, diminuire i trigliceridi nel sangue, aumentare la motilità intestinale, etc..)

 Tempistiche : la G.A., grazie all‟utilizzo di esercizi di recupero attivo (es. marcia sul posto), permette lo svolgimento di un ampio catalogo di movimenti svolti in un limitato arco di tempo, quindi, un elevato volume di lavoro.

Nota Esperienziale il cammino all‟aperto è molto utile per respirare aria

pulita e avere maggiori spazi di movimento; tuttavia, se portiamo a camminare ed effettuare esercizi un gruppo di persone vedremo che immediatamente alcune si ritroveranno lontane dalle altre; è importante che ognuna vada al “proprio passo” facendo ciò di cui è capace: esercizi in ampi spazi aperti conducono spesso a divisione e distinzione fra i partecipanti. Al contrario, attività come la G.A. svolta in una stanza chiusa e sul posto, compatta il gruppo: se un individuo perde dei passi della coreografia, questo, può recuperare il gruppo aspettando il tempo giusto per ripartire coi movimenti. La perdita di alcuni movimenti a causa di un errore o di un momento di affaticamento, non pregiudica infatti il lavoro generale.

L‟inserimento della G.A. può attuarsi all‟inizio di una lezione durante la fase di riscaldamento, oppure, come effettuato col mio gruppo, dopo una prima parte di cammino libero.

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