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Il nuovo movimento femminista negli anni '70 nella Repubblica Federale Tedesca

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LE CONDIZIONI ECONOMICO- SOCIALI DELLE DONNE NELLA GERMANIA DEL SECONDO DOPOGUERRA

Il periodo dal 1933 al 1945

Una volta al potere, con le elezioni politiche del 1933, Hitler attuò la sua politica autoritaria e patriarcale. Hitler riteneva che alla donna dovesse essere assegnata solo la funzione procreativa, per svolgere il ruolo di lavoratrice solo nell’ ambito domestico. Questo pensiero aveva la sua realizzazione anche nel settore economico: la donna, anche se occupava posti di lavoro nella pubblica amministrazione, rappresentava anche un sostegno dell’ uomo.

Josef Goebbels, parlamentare, sostenne il provvedimento che vietava la presenza di rappresentanti delle donne in parlamento; dichiarava che all’ uomo erano attribuite lo svolgimento delle funzioni politiche e del servizio militare per il bene del popolo. Lo Stato razionale si distingueva proprio grazie alla “naturale” divisione del lavoro dei sessi.

Nel periodo che va dal 1933 al 1945 tutte le associazioni, che si occupavano di questioni politiche, cercavano di incanalare la donna nel sistema di valori tradizionali, tipici del regime nazionalsocialista.

Al vecchio movimento femminista non restò che adeguarsi all’ ideologia dominante o cessare qualsiasi attività.

La Bund deutscher Frauenvereine( Associazione federale delle donne tedesche) si sciolse nella primavera del 1933 per sfuggire a questo livellamento.

La soluzione presa dalla BDF segnava la fine dell’ indipendenza del movimento femminista in Germania.

Altre associazioni, di contro, come la Deutschevangelistische Frauenbund

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(associazione delle casalinghe e delle contadine) aderirono al Nazionalsocialismo e si fusero per formare la Gesamtorganisation deutscher Frauen (organizzazione delle donne tedesche).

Rudolf Hess1 fondò la Deutsche Frauenwerk (lavoro delle donne tedesche), che fusa alla NS Frauenschaft, rappresentava la forma d’ organizzazione per eccellenza.

Il presidente del circondario Krummacher era Rudolf Hess, ma dal 1934 l’ incarico fu ceduto a Gertrud Sholtz Klink2 che ricoprì poi anche altre funzioni:

era Presidente sia della NS Frauenschaft che della Frauenamtes der Deutsche Arbeitsfront (ufficio femminile del fronte del lavoro tedesco).

Una rivista di quel periodo3 scriveva che la signora Scholtz- Klink era stata scelta da Hess perché ottima seguace, piuttosto che una militante del “periodo di combattimento” della NS Frauenschaftsfuhrerin: la sua entrata nel partito era dovuta al fatto che rappresentava l’esempio della perfetta casalinga.

Inoltre si scriveva che lei non avesse idee proprie riguardo al lavoro femminile all’ interno del partito, perché quello che scriveva e diceva era solo il discorso che le veniva dettato.

La Frauenschaftsfuhrerin impersonificava la perfetta madre tedesca (camicia accollata, pettinatura alta intrecciata ed avere tanti bambini erano le caratteristiche della madre e della donna tedesca).

1Rudolf Hess( 1894-1987): influente uomo politico tedesco. Nel 1923, in carcere insieme a Hitler,

lo aiutò a scrivere il Mein Kampf, (la mia battaglia), testo sacro del nazismo. Dal 1933 Hitler lo nomina suo vice, Reichsleiter, e gli assegna ampi poteri all’ interno del partito e nel governo.

Fu favorevole all’ aggressione alla Polonia. Paracadutatosi in Scozia, egli fu catturato ed arrestato dall’ esercito inglese.

Siccome prima dell’ inizio dell’olocausto si dichiarò pentito, evitò la condanna a morte al processo di Norimberga( gli fu assegnato solo l’ergastolo nel carcere di Spandau).

2 Gertrud Sholtz- Klink (1902- 1999): nata nel 1902 a Adelsheim e figlia di un alto funzionario,

dopo gli studi insegnò e svolse la professione di giornalista. Nel 1920 sposò il capo di circoscrizione della NSDAP Friedrich Klink, dal quale sei figli. Nel 1929 entrò nella NSDAP, partecipa alla propaganda e, stimolata dal marito, svolse il lavoro sociale (Sozialarbeit) per la NSDAP. Inizia così la vera adesione al Nazionalsocialismo. Nel marzo del 1930, durante una manifestazione, il marito morì a causa di un attacco di cuore: la Klink intensificò la sua attività nel partito per istaurare rapporti duraturi e profondi. Nel 1932 la Klink sposò il dottore Gunther Scholtz. Dal 1933, con l’ascesa del Nazionalsocialismo, ottenne una personale protezione da Robert Wagner (1859-1946), alto sostenitore del Reich, che sostenne la sua carriera. Egli la nominò Referente per le richieste delle donne nel ministero degli interni del Baden.

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Nonostante la critica politica che ricevette, ella mantenne gli incarichi che le erano stati affidati fino alla fine della seconda Guerra Mondiale.

Dopo il 1933 le donne persero il diritto di scegliere la propria professione: era vietato loro insegnare all’ università e nelle scuole superiori. In seguito venne vietato anche di esercitare le professioni di avvocato e di giudice.

Il principio dell’ uguaglianza salariale tra gli uomini e le donne perse valore ed importanza, nonostante il fatto che la Deutsche Arbeitsfront (Fronte del lavoro tedesco) si battesse per l’uguaglianza salariale.

Le operaie specializzate guadagnavano 1/3 dello stipendio dei loro colleghi e le generiche il 30% meno.

Le donne, per ottenere stima e rispettabilità dal governo nazionalsocialista, dovevano aspirare a diventare madri e casalinghe modello.

Lo Stato, sui principi nazionalsocialisti, aveva bisogno della donna esclusivamente per le sue funzioni biologiche. Questo pensiero veniva applicato nel settore politico- sociale; s’introdussero alcune leggi a favore del matrimonio, con lo scopo di incrementare il numero delle nascite: il 1 maggio del 1933 nacque il prestito erogato a favore delle coppie che contraevano matrimonio, finanziato dalla tassa sugli scapoli4.

Il giorno della festa della mamma era festeggiato con sfarzo, veniva commemorato il Prestito per la croce al merito5 alle mamme: la maternità non solo aveva valore e

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Geschichte der deutschen Frauenbewegung, Florence Hervè, PapyRossa Verlag, Berlino 2001 5La croce al merito della madre tedesca (Mutterkreuz) fu istituita dalla NSDAP come onorificenza/

premio di un ordine. Occupava una funzione, per le mamme, simile a quella della croce di ferro per i soldati ed esprimeva un posto di merito nella società. La madre con molti figli era premiata per il suo impegno “ventre e vita” per la nascita e l’ allevamento dei bambini. Adolf Hitler, che la conferiva in nome dell’ onore,definiva la maternità come “campo di battaglia” della donna. Solo poche donne rifiutavano l’assegnazione.

Come per l’ordine militare, anche la croce al merito aveva diversi livelli. Il valore era strutturato in base al numero dei figli: da 4 bambini era assegnata la croce di bronzo, da 6 quella d’argento e da 8 quella d’oro. Era un ciondolo a forma di cuore con la svastica nel mezzo che era rivestita con la scritta “la madre tedesca”. Le madri dovevano portare il premio negli eventi festivi con una fascia bianca e blu al collo o come mini croce al rovescio. Il carattere meraviglioso dimostrava l’onore ed era illegale mettere la croce nel quotidiano e sul vestito da lavoro. La croce al merito veniva assegnata solo alle madri del Reich tedesco che potevano dare prova di essere ariane e tenevano i bambini in buona salute.

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facoltà d’agire nella sfera familiare, ma sosteneva anche gli uomini nello svolgere i rituali militari e le prestazioni obbligatorie per il benessere della comunità.

Negli anni ’20 si discusse per un provvedimento dell’ “Anno obbligatorio” che fu approvato nel 1938: la donna nubile, sotto i 25 anni, prima di avere il permesso di entrare nel mondo del lavoro, doveva lavorare un anno intero in campagna od in casa. Anche le attività della Frauenwerk e della NS Frauenschaft si concentravano sempre più sulla sfera domestica: nacquero corsi di formazione per “Reichsbrauteschulen”6(scuole di sposa del Reich), “Reichsmutterdienste”7 (posti di madri del Reich) e corsi di formazione per “Posti per l’ assistenza pubblica ai malati”. Il prendersi cura della prole, l’educare, il custodire e possedere un animo nobile erano la base del carattere di una donna ed applicati, rispecchiavano le virtù femminili. L’ambito della domesticità era riconosciuto pubblicamente, ma alle casalinghe era vietato di partecipare direttamente alla vita politica.

Dal 1933 al 1939 aumentò il numero delle nascite, in quanto si celebrarono più matrimoni. Nonostante ciò la propaganda in favore della maternità non riuscì a raggiungere l’ obiettivo prefissato: 4 nascituri per famiglia.

Fino al 1937 fu vietato il lavoro alle donne che avevano ricevuto il prestito per il matrimonio e solo durante la guerra il governo chiese loro collaborazione e sostegno in settori prima di monopolio maschile (esempio nell’ industria meccanica ed elettronica).

Nel giugno del 1941, due giorni prima che la Germania attaccasse la Russia, fu approvato un decreto che dichiarava che le donne sposate aventi diritto agli alimenti, con l’ inizio della guerra, avevano il dovere di abbandonare la loro attività domestica per essere impiegate nell’industria di produzione di armi per servire nel migliore dei modi la patria.

6 Reichsbrauteschulen: scuole create apposta dal governo per “istituire” madri modello. Venivano

date delle lezioni alle giovani spose su come tenere la casa (pulizia, ordine), prendersi cura del marito, essere ubbidiente e remissiva nei suoi confronti, appoggiare ogni sua scelta senza discutere.

7Reichsmutterdienste: si svolgevano corsi pubblici su come svolgere il ruolo di madre. Occorreva

avere una prole prosperosa e impartire ad essa un’ educazione basata sull’ ordine, la disciplina, l’onore e l’amor di patria. Solo le donne appartenenti alla razza ariana potevano svolgere questa funzione ed immolare i loro figli da grandi al servizio dell’ impero tedesco.

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Tra maternità e professione: la posizione della donna nel periodo nazista

Nel nazionalsocialismo le donne erano esaltate nel loro ruolo di madri e al tempo stesso sfruttate come lavoratrici.

Già dal 1933 nei posti statali la presenza femminile era a ribasso.

Dal 1934 furono introdotte delle restrizioni lavorative per le dottoresse sposate.

Le donne non potevano diventare né giudici né avvocati. Il doppio mestiere era vietato, sia alle donne che alle mogli.

La legge sulla riduzione della disoccupazione riguardava le coppie sposate aventi diritto al prestito per il matrimonio, introdotto nel maggio del 1933, (tipico delle idee nazionalsocialiste) solo se la moglie rinunciava al suo lavoro. Negli anni tra il 1933 ed il 1937 erano stati concessi complessivamente 800.000 prestiti di circa 600 marchi per le donne del Reich.

Le misure particolari (come l’introduzione del numero chiuso nel 1933) colpivano le studentesse. Così l’ aliquota delle studentesse non raggiungeva più del 10% degli studenti. Ogni ragazza, che voleva studiare, doveva svolgere un anno e mezzo di periodo di lavoro obbligatorio.

Nel 1934 fu introdotto l’ “anno di lavori domestici” ( hauswirtschaftliches Jahr). Nel 1937 ogni studentessa doveva sostenere un esame riguardo alle sue conoscenze delle faccende domestiche.

Nella sezione della politica del riarmo forzato, nonostante la forza lavoro insufficiente, fu adottato dopo il 1937 il lavoro femminile a basso costo che era considerato ancora come innaturale e disonorante, ma erano state prese delle misure, a favore della patria, per occupare le donne nell’industria.

Dal 1938 le donne nubili tra i diciassette ed i venticinque anni erano tenute a svolgere lavori agricoli e domestici.

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Dopo l’inizio della guerra i prigionieri nei campi di concentramento erano sfruttati come forza lavoro nell’industria del riarmo. Tra questi centinaia di donne rinchiuse nei campi di Ravensbrueck e Bergen-Belsen: ebree, prigioniere politiche tedesche ed altre donne che provenivano da territori occupati.

L’obiettivo della politica sociale del nazismo era combattere la diminuzione delle nascite, impedire la nascita di una generazione geneticamente malata, per contenere la razza pura. Con questo disegno si assicurava la selezione della razza e si emanarono più leggi al riguardo. Nel luglio del 1933 fu emanata la legge per la prevenzione delle malattie ereditarie con l’obiettivo di impedire il concepimento indesiderato di bambini non ariani ed ostacolare le famiglie “malate”. In questo modo, sulla scorta di nuove e molteplici diagnosi, si poté operare la sterilizzazione forzata sulle donne. Nell’ ottobre del 1935 si varò la legge sulla protezione del patrimonio biologico del popolo tedesco, quindi le coppie di sposi che non potevano avere figli erano viste quasi come nemici dello stato.

Dopo la legge per la salvaguardia del sangue tedesco (zum Schutze des deutschen Blutes) e dell’onore tedesco dal settembre del 1935 i matrimoni con i non ariani erano perseguitati.

Matrimoni e relazioni amorose tra tedeschi ed ebrei erano vietati.

Queste leggi decidevano l’inferiorità razziale degli ebrei, dei Sinti e dei Rom.

Nel quadro della politica popolare del Nazionalsocialismo erano state create delle misure che dovevano assicurare “la nuova generazione ariana” come componente dell’ Europa germanizzata. Così venne fondata l’organizzazione “Lebensborn e.V”, sotto la guida del capo delle SS Himmler8, un modello educativo per la creazione di bambini ariani.

8 Himmler (1900-1945):Nato a Monaco di Baviera e secondo di tre figli di Gebhard Himmler e

Anna Maria Heyder. Nel 1923 s’iscrisse al partito nazionalsocialista, partecipò al fallito putsch di Monaco, però mentre Rohm ed Hitler furono arrestati, Himmler venne considerato un componente insignificante. Nella primavera del 1925 perse il suo lavoro e decise di entrare nella nuova formazione politica “Movimento di liberazione nazionalsocialista” di Erich Ludendorff. Dopo la ricostruzione della NSDAP nel 1925, Himmler scalò i vertici del partito: divenne funzionario del Gau della Bassa Baviera e s’impegnò a rivitalizzare le sezioni nazionalsocialiste della zona; dopo poco fu promosso vice Gauleiter della Bassa Baviera- Alto Palatinato e nel 1929 capo delle SS.

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La sterilizzazione forzata di “inferiori di razza” faceva parte della politica sociale del terzo Reich, come anche il divieto per le donne sane e di razza ariana di interrompere la gravidanza.

Un’ulteriore militarizzazione della società portò all’introduzione della legge sul servizio militare del 1935 che fissava l’impegno delle donne in guerra.

L’ideologia delle donne nazionalsocialiste vedeva le donne soprattutto sotto una prospettiva biologica e razziale. Goebbels, ministro della propaganda del Reich, sosteneva che la “donna ha il compito di mettere al mondo i bambini. Questo non è né grezzo né arcaico. Il tipo di donna modello si veste a festa per l’uomo e cova le uova per lui.”

Il modello della donna “angelo del focolare” valeva, per i nazisti, solo per le donne ariane ed era utile e economico.

Le promesse demagogiche, come la campagna contro il lavoro femminile per la rivalutazione della casalinga e madre e per uno svolgimento del lavoro si rifacevano a problemi reali. Le esperienze del sovraccarico e dello sfruttamento sul posto di lavoro facevano in modo che molte donne preferissero dedicarsi solo al ruolo di madre nella famiglia. Il periodo di lavoro obbligatorio appariva per qualcuna come una via d’uscita dalla disoccupazione.

Tali modelli servivano a coprire l’oppressione della donna ed ad allontanarla dalle professioni migliori.

Le organizzazioni delle donne nazionalsocialiste contribuivano ad affermare la politica e l’ideologia delle donne. Questi erano gli obiettivi della NS-Frauenschaft, che nell’ ottobre del 1931 era stata fondata dai membri delle organizzazioni dei diritti della Repubblica di Weimer, come il Deutscher Frauenorden (ordine tedesco delle donne) e il Deutscher Frauenkampfbund (lega di lotta tedesca delle donne): le NS-Frauenschaften erano impegnate contro le organizzazioni di donne che avevano idee politiche differenti.

Le organizzazioni delle donne fondate dalla NSDAP dovevano cogliere tutti gli ambiti quotidiani delle donne per l’obiettivo nazista. L’obiettivo della NS -

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Frauenschaft sotto la guida della Reichsfrauenfuhrerin Getrud Klink era l’affermazione delle donne ariane tedesche come sostenitrici della politica del nazionalsocialismo.

Mentre la NS – Frauenschaft si dichiarava l’elite dell’associazionismo che i membri della NSDAP sostenevano, nell’ottobre del 1933 fu fondato anche il Deutsche Frauenwerk (lavoro tedesco delle donne), che era “la patria comune” di tutte le donne tedesche. La sezione più importante del Deutsche Frauenwerk era la Reichmutterdienst, che organizzava corsi sui lavori domestici, sul mantenimento della salute e sullo studio delle razze.

Nel luglio del 1932 furono fondati anche il Bund deutscher Madchen (associazione delle ragazze tedesche) per le ragazzine dai 14 ai 17 anni ed il BDM- Werk Glaube und Schonheit per le donne tra i 17 ed i 21 anni.

L’obiettivo era educare le portatrici devote all’ideologia nazionalsocialista.

La nascita delle prime associazioni femminili nella Germania del secondo dopoguerra.

Nell’immediato dopoguerra le donne, in Germania, giocarono un ruolo fondamentale nella ricostruzione del Paese.

Questo fu uno dei motivi principali per cui le donne rivendicarono i loro diritti civici e politici.

Già nel 1945 nacquero, sia all’est che nell’ovest, associazioni femminili.

Nel 1947 la Deutsche Frauenarbeit e la Deutsche Frauenbund, nate nell’autunno del 1945, si fusero alla Demokratische Frauenbund Deutschland (associazione democratica delle donne della Germania), che presto entrò a far parte della Internationale Demokratische Frauenfoderation (confederazione democratica internazionalista delle donne).

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Nelle tre zone occupate dell’ovest (dalla Francia, dall’Inghilterra e dagli USA) venne fondata, il 5 settembre del 1947, la Deutsche Frauenring9 (associazione tedesca delle donne) della Repubblica Federale, con l’intento di coordinare le associazioni femminili di carattere culturale e professionale.

La fondatrice (presidente fino al 1952) fu Theanolte Bahnisch, di Hannover.

L’associazione cercava di agire presso i partiti rappresentati alla Camera dei Deputati.

Le continue petizioni e risoluzioni indirizzate ai comuni ed al Parlamento federale non riguardavano solo il lavoro, ma anche altre questioni: sgravi fiscali per le madri lavoratrici, la partecipazione delle donne agli organi decisionali in politica, economia e nelle pubbliche amministrazioni, l’uguaglianza salariale e la giustizia sociale.

L’Associazione Femminile Democratica Tedesca tentò, con l’intervento pubblico, di raggiungere gli obiettivi sopra elencati, creando contatti informali ed unioni personali con associazioni ed assemblee politiche. Dedicò particolare attenzione, sin dal principio, ai rapporti internazionali, in quanto aderente ad altre associazioni.

Nel 1951 venne fondato il “Servizio d’informazione per le richieste delle donne” e, nel 1958, il “servizio d’informazione e circolo di lavoro delle associazioni femminili e di gruppi femminili”, che si occupavano dei problemi di lavoro.

Le socie di ciascuna associazione erano in media 40.

9 La Deutsche Frauenring ( associazione tedesca delle donne) è (esiste ancora) la più grande

associazione femminile tedesca. Dichiara di essere di pubblica utilità, apartitica ed interconfessionale e, a livello nazionale, ha 100 associazioni locali ben coordinate. E’ parte integrante in tutti gli ambiti della vita pubblica per agire nell’interesse delle donne che fanno parte della forza lavoro attiva. Rappresenta gli interessi di queste attraverso petizioni, risposte, richieste, riscontri e la collaborazione con gli organi pubblici. Si batte per la parificazione e per il rapporto egualitario nell’ambito pubblico, professionale e privato tra gli uomini e le donne e per la tutela dell’ambiente. Offre massima collaborazione nell’ambito lavorativo- discorsivo inerente agli argomenti di politica femminile, un’ulteriore formazione attraverso seminari sul posto, nelle regioni e a livello nazionale, organizzazioni culturali con referenti, dibattiti con politici e studenti/esse, contatti con le istituzioni sociali e collegamenti con altri gruppi femminili. La DFR è membro del Consiglio delle donne tedesche, delle associazioni coordinate, del Servizio di informazione per la parità, dell’Alleanza internazionale delle donne (IAW) e del Concilio internazionale delle donne (ICW).

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Il consiglio femminile principale tedesco chiedeva : uguaglianza dei diritti ed opportunità per le donne, collaborazione nella famiglia per avere più tempo e possibilità di carriera nell’ambito lavorativo, portate avanti da diverse associazioni. I membri delle associazioni e dei consigli provenivano da classi differenti, ma avevano tutti gli stessi obiettivi da raggiungere: discutevano delle misure legali a livello nazionale ed internazionale, tentavano di fare il loro ingresso in politica, prendendo parte a dibattiti e petizioni.

Le associazioni femminili puntavano a cambiamenti radicali in direzione dell’uguaglianza dei sessi, per raggiungere la parità giuridica ed utilizzarla a proprio vantaggio.

I membri dei Consigli delle diverse associazioni e le donne che abbracciavano la causa per la liberazione della donna dalla società patriarcale, contestavano il fatto che a causa della natura biologica alla donna fossero attribuiti solo i ruoli di partoriente e custode della famiglia.

Questo pregiudizio ostacolava l’emancipazione della donna in società (sia nella famiglia che in altri ambienti, valevano forti limitazioni, per lei naturali, in quanto dedita al sacrificio).

Con il risveglio della forza femminile, si doveva ribaltare questa situazione, per raggiungere la fondamentale parità dei diritti.

Tra gli obiettivi da raggiungere erano la rivisione della tradizionale divisione dei ruoli e l’annullamento dei privilegi maschili.

La politica delle donne nella Germania dell’est dopo il 1945

L’amministrazione militare sovietica in Germania (SMAD), diede alle donne l’ ambito amministrativo per svolgere compiti di informazioni culturale, politico- educativo, per incoraggiare la partecipazione delle donne alla vita pubblica,

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diffondere la democrazia e sostenere le madri per l’educazione dei bambini nel “pensiero democratico”.

Tuttavia l’ambito d’azione delle donne rimaneva limitato, la partecipazione pubblica non liberava le donne dai compiti di madre e casalinga che, a causa del loro sesso, erano stati assegnati loro.

Molto presto s’introdussero le prime riforme nella zona sovietica fatte dal comando SMAD.

Le imprese erano obbligate a versare una retribuzione equa ai lavoratori, indipendentemente dall’età e dal sesso e fu deciso con un decreto la concessione di un mese retribuito per le donne che svolgevano lavori in casa e per le madri lavoratrici.

Al secondo consiglio di partito, nel 1947, la SED varò una risoluzione riguardo ai compiti da svolgere per l’uguaglianza politica ed economica delle donne in tutti i settori del quotidiano. Oltre a ciò assegnò alle donne il diritto alla partecipazione attiva per la costruzione del futuro.

Nel 1949 furono costituite la DDR e la BRD. Cosicché la Germania fu divisa in due stati per circa quaranta anni.

La politica delle donne della SED nella DDR aveva una costituzione che favoriva molto più le donne rispetto a quella della BRD, dove governava il cancelliere federale Adenauer (CDU).

Inizialmente, nel parlamento le donne erano più rappresentate rispetto a quello dell’ovest: alla prima camera dei deputati appartenevano sette donne e alla camera popolare c’era il 24%.

La DFD, l’organizzazione di massa per le donne nella DDR, aveva una propria frazione, ma era comunque un ente statale, che perseguiva gli interessi dei suoi membri.

Il diritto di eguaglianza formale dei sessi non significava la loro equiparazione di fatto.

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I tre punti fondamentali della “politica dell’uguaglianza” della SED erano: la creazione dello stato di eguaglianza legale delle donne e degli uomini, la richiesta della professione femminile e soprattutto la protezione delle donne e dei loro bambini. Questi punti furono attuati: dal 1946 al 1970 con l’integrazione delle donne nella professione, nel loro perfezionamento e formazione.

La seconda fase, dal 1970 al 1989, per conciliare innanzitutto il lavoro e la famiglia. Anche i padri potevano interessarsi e prendere parte all’educazione dei bambini, sebbene ciò avesse scarso significato.

La SED tentava con la sua strategia della cura patriarcale di ricoprire i ruoli della realtà dittatoriale, assegnando alle donne un preciso disegno di vita, cioè la maternità e l’attività lavorativa. Questa “Muttipolitik” (politica della mamma), portava a delle discussioni accese.

Concetti come il femminismo ed il patriarcato nella DDR erano ufficialmente dei tabù.

Siccome non era possibile avere pareri ed interessi differenti dall’opinione del partito, non si potevano svolgere dibattiti pubblici con richieste di carattere politico.

Nella DDR non c’era separazione dei poteri, bensì il potere legislativo, esecutivo e giudiziario erano in una sola mano, cosicché anche il diritto stesso aveva poco significato.

Tuttavia la DDR dava un significato maggiore a queste richieste rispetto alla Repubblica Federale Tedesca.

La SED varò già nel 1950 una legge che disponeva la fondazione delle istituzioni per la cura e l’assistenza dei bambini e per la sicurezza dei diritti al lavoro per le donne e per la qualificazione personale, il nuovo regolamento dei diritti della famiglia e delle coppie ed il miglioramento della prestazione e la protezione per il lavoro assicurato per le donne incinte e quelle con i bambini fino ad un anno.

Nel 1952 il Comitato Centrale (ZK) decretò la formazione di commissioni delle donne nelle imprese che dovevano affermare l’uguaglianza e le richieste delle donne.

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Il Comitato Centrale era scelto dal Congresso del Partito come il più alto organo del Partito Marxista- Leninista, eseguiva risoluzioni del Congresso del Partito, era dipendente da esso e svolgeva le attività complessive del Partito.

Inizialmente le nuove riforme furono attuate: nel 1955 fu varata un’ordinanza per facilitare il divorzio. Nella Repubblica Federale questo cambiamento si affermò nel 1977: secondo il paragrafo 1566 del codice civile, nella Germania Occidentale, si dichiarava fallito un matrimonio se i partner vivevano separati da un anno ed erano consenzienti entrambi alla separazione, oppure se vivevano separati da tre anni con un solo dei coniugi consenziente. La vita da separati si poteva svolgere anche in una comune abitazione.

Dal 1956, nella DDR, le madri che allevavano i figli da sole ricevevano il salario continuato in caso d’assenza per la cura dei bambini malati fino a quattro settimane l’anno, dal 1958 ricevevano un contributo per il sostegno al parto. Il Nuovo Codice Civile del lavoro dal 1961 conteneva l’obbligo per il miglioramento della cura dei bambini, il sostegno materiale per le madri sole in caso di malattia e la possibilità di un anno di maternità gratuito.

Il Comitato Centrale mirava, in quello stesso anno, a creare “la donna, la pace ed il socialismo” per raggiungere la professione tecnica e le funzioni guida del piano delle donne.

Erano stati presi dei provvedimenti per richiedere l’associazionismo e conciliare lavoro e famiglia.

Nel 1963 il VI congresso di partito della SED varò un programma per l’ulteriore miglioramento della situazione delle donne facenti parte della forza lavoro attiva e garantì un congedo per la cura dei bambini ed altre prestazioni di servizio.

Il Codice Civile della famiglia (FGB) della DDR entrò in vigore nel 1966, per questo fu introdotta la proprietà e l’unione dei poteri dei coniugi come anche i diritti comuni ed i doveri per l’educazione ed il mantenimento dei figli.

La scelta di professione era influenzata dalle misure del sistema di educazione e formazione. Questo portava perciò a far si che fosse esercitato un grande legame tra

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le donne e la loro professione, tuttavia più di ¾ di queste svolgevano professioni con piccoli stipendi.

La ragione giaceva nel fatto che perdurava la divisione del lavoro in base al sesso: la “Muttipolitik” nella Germania est sosteneva il vecchio modello dei ruoli perché alle donne erano conferiti l’educazione dei figli, le cure in caso di malattia ed altri doveri dei genitori. Mentre nel rapporto di formazione delle donne e degli uomini era ancora del 50/50, si trovavano solo poche donne ad occupare livelli alti della gerarchia sociale.

Nella DDR venne esteso il diritto allo studio: le iscrizioni alla scuola media superiore (EOS) crebbero, come anche la formazione della professione con licenza. Circa la metà degli studenti era di sesso femminile, ma nell’Ovest c’era una differenza notevole tra gli indirizzi di studio: la maggior parte delle donne studiava pedagogia, economia e lettere o anche medicina, e un numero ristretto di studentesse s’iscriveva alle facoltà tecniche e legislative.

Le donne nella SBZ, poi nella futura DDR, avevano ottenuto il diritto all’uguaglianza, ma rimanevano escluse dalle organizzazioni politiche.

Il principio socialista dell’uguaglianza conteneva il vecchio modello culturale dei maschi e delle femmine. La figura della donna era vista solo in quanto madre lavoratrice ed era subordinata sicuramente alla posizione di supremazia maschile. Nella DDR il movimento femminista diversificava con le attività della DFD, che era esistita dal 1947 al 1989. La DFD svolgeva molteplici compiti sociali: impegno contro il fascismo ed il militarismo a favore della pace, unione delle due Germanie per la ricostruzione e per la creazione di un’intesa di tutte le donne, per la stima della Germania a livello mondiale e per la partecipazione delle donne alla vita politica. La DFD annunciò le sue posizioni per una vita familiare equilibrata.

Fino alla metà degli anni ’50 il comitato lavorava ancora in maniera autonoma, ma dal 1957 la SED decideva la politica della DFD, che era stata apartitica fino ad allora. Dal 1958 nacquero centri culturali a livello nazionale sotto il nome di “Punto d’incontro della donna”.

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La sfera d’azione della DFD si limitava negli anni sessanta sempre più a livello locale, si occupava della creazione degli asili nido. L’ottavo congresso federale della DFD era il primo congresso delle donne a Berlino: doveva migliorare la reputazione della DDR nella sfera mondiale, in cui la politica dell’uguaglianza era rilevante.

Nel 1972 erano state introdotte nuove misure per il miglioramento della situazione delle madri sole, tra cui la sovvenzione per le nascite.

Nel 1976 crebbe il tasso di nascita dopo che erano stati deliberati i miglioramenti per le madri lavoratrici nel nono congresso di partito della SED.

Dalla metà degli anni settanta la DFD si concentrò sul miglioramento del territorio abitativo, costruendo parchi gioco e rinnovando spazi scolastici e organizzò corsi per lavori domestici. Queste offerte di pubblica utilità non servivano però solo per il benessere generale, ma anche per contribuire a controllare il tempo libero delle donne e per allontanarle da altri problemi sociali.

La DFD si poneva tra le aspettative contraddittorie dei membri e la SED: da un lato doveva sostenere gli interessi delle donne, dall’altro estendeva la visione del mondo marxista - leninista. Delle sue richieste valeva ad esempio l’impostazione dell’impunità all’interruzione volontaria della gravidanza nelle prime dodici settimane.

Con la svolta del 1989-1990 la DFD si rinominò “Demokratischer Frauenbund”

(associazione democratica delle donne). Il contenuto e l’organizzazione si erano trasformati dopo che questa aveva raccolto un’aspra critica per via della sua collaborazione con la SED. Il numero dei membri era fortemente calato, ma tuttavia la DF era ancora una grande associazione: nel 1989 possedeva all’incirca un milione e mezzo di membri, nel 1992 ancora sessantamila e dal 1995 la quota dei membri raggiungeva circa le diecimila unità.

Nel frattempo si erano creati numerosi nuovi gruppi di associazioni femminili nell’Est tedesco.

Accanto alle attività statali nella politica delle donne, dagli anni ’80, nella DDR c’erano anche gruppi informali di donne che erano legate alla chiesa evangelista.

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Solo poche di loro però si concentravano tuttavia sulle attività tradizionali ecclesiastiche, la maggioranza utilizzava il tempo libero per il confronto al di fuori delle regioni con tematiche che non erano di discussione pubblica per lo stato: pace, educazione, femminismo ed omosessualità.

La partecipazione al gruppo femminile per la pace, che aveva protestato contro la legge sul servizio militare del 1982, aveva subito una dura repressione statale sia concernente l’ascolto e le convocazioni, che la perdita dei posti di lavoro e dei diritti alla formazione.

Nel 1989, nella Repubblica Federale, un matrimonio su tre finiva in divorzio, nella DDR i divorzi raggiungevano persino il 38%, un terzo di tutti i bambini nasceva al di fuori del matrimonio.

Nello stato socialista, la chiesa aveva perso un significato riconosciuto, ma la maternità continuava a coniare quella figura della donna che aveva dominato: il 92% delle donne aveva figli.

Mentre nella DDR, l’80% delle donne lavoratrici sotto i diciassette anni avevano un figlio nel 1989, nella BRD erano solo il 43%.

Dopo la caduta del muro, nel dicembre del 1989, si era formata la “Unabhangiger Frauenverband” (associazione indipendente delle donne), un’associazione delle femministe della Germania est.

Almeno nei gruppi del movimento dei diritti borghesi, in cui Malerin Barbel Bohley (nata nel 1945), la politica Ulrike Poppe (nata nel1953) o Katja Havemann (nel 1947) avevano giocato un ruolo importante, le donne avevano lavorato insieme anche in precedenza: nella Lila Offensive (LILO), nella Sozialistische Fraueninitiative (SOFI), le quali avevano apportato cambiamenti nei gruppi di donne nati dopo il 1989.

Il capovolgimento della situazione dopo la fine della DDR dava anche la speranza al movimento femminista dell’Ovest per costruire la realizzazione di un mondo più giusto.

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L’obiettivo principale era l’equiparazione dei sessi. La strategia si basava su tre parti: formare una cultura d’opposizione delle donne extraparlamentare, raggiungere l’equiparazione e far entrare le donne nel parlamento.

Nel 1990 ebbe luogo il primo Congresso delle Donne Tedesche a Berlino.

Tuttavia le difficoltà di comunicazione tra tedeschi e tedesche impedirono alla fine un movimento comune – la loro storia era troppo diversa: le donne non avevano mai posseduto, durante la dittatura della DDR, lo spazio pubblico dei movimenti femministi dell’Ovest.

La rivista femminile della DDR “Fűr Dich” aveva vissuto sotto il controllo del Comitato Centrale e temi quali l’omosessualità non erano quasi mai emersi.

Nella DDR, durante gli anni settanta ed ottanta, il problema della pattuizione della famiglia e del lavoro si era intensificato ed i risultati avevano portato allo sviluppo del lavoro part-time per le donne ed all’innalzamento del tasso di divorzi; il tasso delle nascite era sceso.

Nel 1975 era stato approvato un decreto in favore di chi aveva molti figli: cosicché dal terzo figlio la madre, e non il padre, aveva diritto ad un anno e mezzo in più di ferie pagate, a lunghi periodi di riposo ed a ulteriori assegni familiari per i bambini. L’uguaglianza formale non aveva provocato alcuna equiparazione, bensì miglioramenti relativi all’assistenza dei bambini, alla protezione delle madri o anche al sostegno finanziario attraverso lo stato.

Nel 1970 l’aliquota delle donne occupate della DDR era complessivamente del 48%, e il 66% di tutte le donne aveva un’occupazione. Sei anni dopo l’82% di tutte le donne della DDR erano occupate o impegnate negli studi, il 50% aveva una formazione professionale.

Nella camera popolare, nel 1976, il numero delle delegate raggiungeva appena il 34%, nel parlamento federale repubblicano l’8%. Nel 1980, nella DDR, ancora il 73% di tutte le donne era abilitato alle professioni, erano studentesse e apprendiste per circa il 90%. Rispetto a ciò nel 1980, nella RFT, solo il 32% delle donne

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lavoravano. La DDR che aveva questo numero, raggiungeva la quota di guadagno delle donne nel mondo, attuava dei programmi pubblici per la cura dei bambini.

Nel 1986 fu varata una legge per l’inclusione del preventivo della pensione.

L’uguaglianza nel socialismo era così messa in pratica. Nel 1988, nella BRD, il 55% delle donne in età attiva lavoravano, il 22% di meno rispetto a quelle dell’ Est.

Dopo il cambiamento si diffuse lo slogan “le donne sono perdenti”.

Dalla riunificazione furono aboliti la cura pubblica per i bambini ed il diritto all’aborto senza conseguenze penali. La percentuale delle donne senza lavoro era considerevolmente salita: nel 1993 crebbe la percentuale delle donne disoccupate e raggiunse i 2/3, in qualche regione era persino più alta. Le donne lasciavano per lo più la loro professione e raramente ne trovavano una nuova. Nel 2002 l’aliquota di disoccupazione delle donne raggiungeva il 47%, nell’Est riguardava addirittura il 52% dell’intera fetta dei disoccupati. Accanto a ciò si poteva notare il 43% della forza lavoro attiva. La massiccia disoccupazione che dominava nella RFT già dagli anni ’70, non era presente nella DDR. L’acquisizione dei diritti all’ Ovest aveva conseguenze soprattutto per le donne e le madri. I regolamenti speciali della DDR servivano a conciliare la professione ed i bambini – allo stesso tempo erano in vigore dei regolamenti per la protezione delle madri contro i licenziamenti, per la costruzione degli asili nido e per il versamento di sostegni monetari.

Politica delle donne nella Germania dell’ ovest dopo il 1945

Nelle zone di occupazione dell’Ovest nel 1948 si costituì il consiglio parlamentare, un organo di 65 persone per stabilire nuove leggi. Attraverso l’operato di Elisabeth Selbert (membro della SPD) e quello delle altre “madri delle leggi fondamentali”, Helene Weber (CDU), Helene Wessels (Centro) e Friederike Nadig (SPD) venne aggiunta nella costituzione, nel 1949, la norma dell’uguaglianza contro le contraddizioni degli uomini in parlamento. L’articolo 3, comma 2, della legge

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dichiarava del rapporto tra i sessi: “gli uomini e le donne sono uguali”. Con ciò si riconosceva già nel 1919 l’uguaglianza per l’ordine del diritto generale, almeno come principio.

Tuttavia l’ingiustizia sociale, la disuguaglianza dei sessi, venivano praticate attraverso l’esercizio del potere borghese quotidiano.

Fino al 1953 era riconosciuto il “Paragrafo dell’obbedienza”, comma 1354, del codice civile borghese, che spiegava che solo al marito spettava prendere decisioni fondamentali “negli ambiti della vita matrimoniale”. Al proposito contava molto anche il “dovere coniugale” nel rapporto tra i sessi, che rendeva più forte la coppia. Dal 1957 venne apportata una riforma al codice civile borghese, che evidenziava il predominio maschile .

Agli inizi del 1976, sebbene fossero introdotte ulteriori riforme, la tradizionale divisione del lavoro dei partner rimase uguale e venne migliorata la “protezione nei confronti della maternità”.

Nel 1977 si trattò con maggiore intensità dei doveri domestici della donna e si diede meno importanza all’applicazione dei diritti d’uguaglianza tra i sessi. Le donne del “patriarcato” o “le donne oppresse” giustificavano questa ingiustizia sociale sostenendo che la posizione di vantaggio del predominio maschile non era una frase ideologica senza significato, ma un dato di fatto, che riguardava la vita degli uomini e ne traevano profitto.

Le femministe volevano abolire la figura della donna dedita al sacrificio, i valori borghesi e la gerarchizzazione della femminilità e della mascolinità. Gli uomini e le donne dovevano creare le possibilità per l’applicazione dell’uguaglianza e della parità dei sessi, o quanto meno demolire le barriere e costruire un grande spazio di gioco comune.

Il movimento femminista si formò dopo la fine della seconda guerra in tutte le zone dell’Ovest: a Stoccarda, nel 1945, la pacifista socialdemocratica e scrittrice Anna Haag (1888 – 1982) fondò la Lega internazionale delle donne per la pace e la libertà.

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Nel 1949 venne fondata la l’Associazione tedesca delle donne (DFR) nel Bad Pyrmont, la prima grande associazione delle vecchie e nuove associazioni delle donne. La prima presidente fu Theanolte Banisch, la seconda Agnes von Zahn – Harnack, che dal 1931 al 1933, era stata l’ultima presidente della BDF, e nel 1945, aveva fondato l’Associazione delle donne berlinesi (BDF), e nel 1947, la Bund Deutscher Akademikerinnen (associazione delle laureate tedesche).

La DFR, dal 1951, seguiva le decisioni a livello federale, dal 1969 si chiamò la Dachorganisation Deutscher Frauenrat (organizzazione principale del consiglio tedesco delle donne). La apartitica Demokratische Frauenbund Deutschlands si fondò nel 1947 e si estese anche nella zona sovietica di Berlino, ma poi, nel 1948, la sua unione indipendente alla DFD, fu vietata nell’ovest e nella Repubblica Federale Tedesca nel 1950, in quanto rifiutava i principi costituzionali ed era vista come minaccia per lo stato.

La DFD collaborava con il movimento femminista per la libertà della Germania dell’ovest (WFFB) nella Repubblica Federale contro la partecipazione al riarmo, a favore dell’uguaglianza, democrazia e libertà.

Entrambi i movimenti si ritagliarono uno spazio pubblico notevole.

La politica del governo federale restaurò poi la figura della casalinga e della madre. Nel 1939, all’inizio della seconda guerra mondiale, quando crebbe l’industria di guerra e sempre più soldati erano utilizzati come forza lavoro, quasi il 50% delle donne rispetto all’83% degli uomini lavoravano mentre negli anni ’50, nella Repubblica Federale, la percentuale delle lavoratrici era del 30% e nella DDR il 40%. Nel 1952 fu emanata, nella Repubblica Federale Tedesca, la legge per la protezione della maternità, che includeva anche una clausola contro i licenziamenti ingiustificati. Il ministro della famiglia, Franz –Joseph Wuermeling, dal 1953, promosse una campagna contro le donne lavoratrici: “La professione di madre è la più importante di ogni altra professione ed ha un valore inestimabile.”

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Nel 1955 entrò in vigore la legge per incrementare le nascite (finanziamenti a famiglie con molti bambini), tuttavia dagli anni ’60 nacquero meno bambini e si alzò il numero di divorzi.

Negli anni ’60 meno di ¼ erano studentesse.

Nel 1961, Elisabeth Schwarzhaupt (CDU) fu la prima donna che ricoprì la carica come ministro federale nella sezione della sanità.

Nel 1964 ci fu la quinta conferenza federale delle donne del sindacato dei metalmeccanici, che trattò anche del fatto che circa il 90% delle donne lavoratrici era forza lavoro non qualificata e meno del 10% aveva una formazione qualificata.

A venti anni dall’unificazione, nelle organizzazioni – associazioni – gruppi femminili, ci sono molte divergenze, soprattutto tra quelle dell’ovest e quelle dell’est. Ci si domanda spesso se, nella DDR, c’era un movimento femminista che non fosse statalista.

Il “cambiamento” significò per le donne dell’est una grande rottura riguardo alle condizioni di vita e richiese loro un grande adattamento; non fu così per le donne dell’ovest.

IL MOVIMENTO STUDENTESCO: PROGETTO PER LA RICOSTRUZIONE DELLA STRUTTURA SOCIALE

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Continuità dopo il 1945

La prima azione che la SDS( Lega socialista degli studenti) svolse, ed in seguito alla quale ruppe definitivamente il periodo di “ elaborazione teorica” che durava dalla scissione con la SPD nel 196110, fu la manifestazione, organizzata con la partecipazione dell' APO( Opposizione Extraparlamentare, composta da studenti, intellettuali ed artisti) e dei loro colleghi studenti africani, contro la visita a Berlino del presidente del Congo Moisè Ciombè, che era stato il responsabile nel suo Paese di una dura repressione dell' opposizione e dell' assassinio del presidente progressista Lumumba.

La SDS basava il suo pensiero sull' approfondimento dell' analisi teorica delle idee e dei testi dei filosofi Francofortesi, quali Adorno ed Horkheimer, della Luxemburg e di Bakunin.

La “ rivolta studentesca” nacque a Berlino per diversi motivi: il primo era che la città aveva uno statuto speciale per via della particolare situazione creatasi nel dopoguerra, che esonerava gli abitanti dal prestare il servizio militare e dava così alla città quel carattere internazionale che attirava, fino alla costruzione del muro, antimilitaristi (come Rudi Duschke, “ la guida” della SDS), anarchici, comunisti ricercati nella RFT e beat.

Berlino era anche la città più libera della Germania, in quanto usciva dai rigidi schemi della società tedesca e permetteva a molti di realizzarvisi.

Il secondo motivo era la presenza della Freie Universitaet, istituto di vedute democratiche- liberali, fondato dagli angloamericani nel secondo dopoguerra, che serviva da propaganda del capitalismo occidentale perchè l' altra università, la

10 La dichiarazione di incompatibilità tra la SDS e la SPD fu il punto d' arrivo di una serie di atti

politici: nel novembre del 1959 si tenne il congresso di Bad Godesberg, nello stesso periodo( giugno del 1960) ci fu il voltafaccia del governo socialdemocratico nei confronti del movimento e delle campagne contro il pericolo atomico. Nel dibattito interno del 1959 non riuscì l' espulsione della SDS, così, nel maggio del 1960, gli studenti socialdemocratici di destra crearono la lega socialdemocratica di destra( SHB). A seguito di questi fatti, nel novembre del 1961, gli intellettuali socialisti che sostenevano la lega studentesca furono espulsi.

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Humbolt, si trovava nella zona sovietica. Questo dava al consiglio degli studenti maggiore libertà ed autodeterminazione, senza rinunciare ancora all'inizio degli anni '60 ad avere contatti e rapporti con i colleghi della Humbolt e con il socialismo.

Il quarto motivo era la particolare atmosfera che si respirava nella Germania ovest: “Un misto di paura, minaccia, nepotismo, ottusa arroganza ed inibizione individuale”11.

Anche politicamente Berlino assumeva il significato di una capitale: vi era eletto il presidente federale e c'erano alcuni organi federali, come la Corte Costituzionale federale.

La rivolta studentesca e la nascita dell' APO12 si svilupparono per creare una rottura definitiva col passato nazionalsocialista, in quanto nelle istituzioni continuavano a sedere coloro che avevano servito lo stato nazista. La stretta connessione col periodo nazista era evidente soprattutto nelle università: ciascun professore, che durante il nazionalsocialismo, aveva svolto in modo impeccabile il suo lavoro, non considerava ancora il nazismo come un' escrescenza maligna che aveva compromesso la salute generale dell' organismo13. Gli studenti non riuscivano ad accettare che la maggioranza dei tedeschi, molti dei quali occupavano cariche di alto livello

(dirigenti, impiegati, giudici, ufficiali ed opportunisti) che avevano abbracciato totalmente l' ideologia nazista, rimanessero impuniti.

Tutte le istituzioni, come la scuola, la famiglia, le amministrazioni, la chiesa mettevano in pratica i principi conservatori dell' era Adenauer.

Si era diffusa una rigida morale: gli scienziati affermavano che la masturbazione apportava conseguenze negative al midollo spinale ed al patrimonio genetico, gli adulti ed i professori cercavano di impartire alle ragazze un' educazione rigida e di preservare la verginità.

11 T. Fichter, S. Loenndoker: Kleine Geschichte des SDS. Rotbuch Verlag, Berlino 1977, pag 86. 12 La nascita dell' APO fu proclamata ufficialmente da Rudi Dutschke nel novembre del 1966 ad un'

assemblea della SDS.

13 Da un sondaggio effettuato dall' istituto federale di statistica d' Allensbach nel 1961, risultò che il

64% degli uomini e il 74% delle donne intervistate si era pronunciato a favore della prescrizione dei crimini di guerra. Cfr Abosch op cit. pag. 206.

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Nel 1966 un sondaggio rilevò che il 66% delle studentesse era ancora vergine.

Era insolito lasciare la casa dei genitori prima del matrimonio e molte studentesse vivevano ancora in famiglia.

La scelta extraparlamentare era maturata negli anni ' 60 ed aveva raccolto l' eredità del movimento “Ostermarsch” (marcia di pasqua)14. La scelta di creare un' organizzazione extraparlamentare come l' APO si era sviluppata come “ percorso obbligato” nella “ democrazia protetta”, in cui apparivano, nel Bundestag, solo tre partiti (FDP, SPD, CDU/CSU) in quanto il KPD si era sciolto nel '50. L' APO era “un concetto ombrello di un movimento a caratteristiche democratiche e decentralizzate. Non un' organizzazione, bensì un' etichetta che raccoglieva singole organizzazioni, campagne specifiche, comitati locali, impegnati tutti in un movimento comune per il perseguimento di alcuni obiettivi”15.

Le adesioni all' APO crebbero quando, con la caduta del Governo Erhard, nell' autunno del 1966, si costituì la Grande Coalizione: molti studenti non credettero più nella scelta parlamentare perchè la FDP( il partito dei liberali), l' unica opposizione, era ormai ininfluente e lontana.

L' APO partecipò, insieme ad un più vasto movimento d' opinione, a tentare di bloccare il progetto in discussione nel nuovo governo Kiesinger sulle “Notstandsgesetz” (leggi d' emergenza)16, che furono viste come una pericolosa involuzione della democrazia e possibile anticamera di un regime autoritario.

Il punto massimo dell' attività dell' APO fu raggiunto in coincidenza con le discussioni parlamentari che precedettero l' approvazione delle leggi, che avvenne il 30 maggio del '68. Il movimento extraparlamentare toccò anche altri settori, come i pacifisti che erano impegnati nelle marce contro il riarmo, comunisti e trotskisti che non avevano proprie organizzazioni, sindacalisti di sinistra ed intellettuali.

14 Due gruppi influenzarono l' APO: la “ Ostermarsch” che confluì nella campagna per la

democrazia e contro il riarmo e la SDS.

15T. Fichter, S. Loenndoker, Kleine Geschichte des SDS. Rotbuch Verlag, Berlino, 1977, pag 120. 16 Sul Notstandsgesetz J. Seifert, Der kampf um die Notstandsgesetze und die antiautoritaere Bewegung in 1968. 30 Jahre danach, V. Schubert, St. Ottilien 1999 pag 99-115.

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Già dagli inizi del 1966, l' APO partecipò alle mobilitazioni ed alle iniziative di protesta contro i bombardamenti indiscriminati degli USA in Vietnam, che erano documentati quotidianamente dalla televisione. Gli attacchi alle istituzioni statunitensi sotto lo slogan “Per la vittoria della rivoluzione vietnamita” fecero parlare molto del “ Semestre vietnamita”nelle università tedesche.

Il tema che fin dall' inizio impegnò di più gli studenti fu il problema del terzo mondo posto in relazione con l’occidente. Le prime esperienze d' impegno politico pratico per la generazione nata durante la guerra furono campagne per l' aiuto agli studenti algerini o sudafricani ed i contatti diretti coi paesi del terzo mondo.

Gli studenti fecero proprie le esperienze di liberazione del terzo mondo, abbandonando così definitivamente l' idea pacifista in favore di una lotta su due fronti: contro l' imperialismo mondiale e contro la sua proiezione locale, lo stato tedesco.

Il 2 giugno del 1967: l' inizio

Il 2 giugno lo Scià Reza Palahevi e la moglie si recarono in visita ufficiale a Berlino e nel municipio di Schoneberg furono registrati nel libro di visitatori della città.

In occasione di questo evento, studenti e coloro che avevano subito, in Iran, la repressione inflitta dal SAVAK, il servizio segreto iraniano, espressero il loro dissenso davanti al municipio. Ben presto accorse la polizia che spinse la massa di dimostranti in un punto ben preciso della zona per poterli arrestare.

Uno studente di teologia di ventisei anni, Benno Ohnesorg, tentò di scappare ma fu ucciso da un colpo di pistola alla nuca. Il funzionario di polizia, K.H.Kurras, colpevole del delitto, successivamente fu assolto e trasferito al servizio interno.

L'agire brutale della polizia lasciò interdetti i testimoni oculari specialmente gli stranieri, che denunciarono le tattiche fasciste della polizia ed il monopolio dell'

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editore Springer17. Le dichiarazioni del borgomastro di Berlino Albertz( SPD) e della stampa, in maggioranza controllata da Springer, difesero la polizia, giustificandone l' operato.

Nelle settimane successive in tutta la Germania Ovest manifestarono migliaia di persone e più di 10 mila parteciparono al funerale dello studente ad Hannover.

Il 1 novembre del 1966 la SDS organizzò il Congresso “ Università e democrazia. Condizione ed organizzazione della resistenza” alla Freie Universität. Il punto centrale della discussione fu l' elaborazione di un nuovo concetto di “ violazione delle regole”: per gli studenti l' opzione di opporre resistenza doveva essere presa seriamente in considerazione, in quanto le forme non violente e passive erano trattate allo stesso modo.

I filosofi della Scuola di Francoforte, contrari a questo modo di radicalizzare la protesta, si dissociarono e non diedero più il loro sostegno.

Nonostante ciò, gli studenti, guidati da Rudi Dutschke, si impegnarono, nei giorni successivi, ad impedire in massa la diffusione, tramite forme passive di resistenza, dei giornali davanti alle tipografie di Springer. Dopo i fatti del 2 giugno, l' APO si concentrò sull' analisi della stretta correlazione che esisteva tra il potere, la disponibilità alla violenza e la manipolazione dell' opinione pubblica per mezzo dei mass-media.

L' attentato a Rudi Dutschke

L' 11 aprile del 1968 il leader della SDS, Rudi Dutschke, fu ferito gravemente da un fanatico neo nazista nei pressi dello Zoo di Berlino. In un volantino della SDS si affermava: “Si può ben dire che questo delitto è solo la conseguenza della

17 Editore che possedeva l' 80% delle pubblicazioni a Berlino ed il 40% di quelle dell' intera

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sobillazione sistematica che Springer ed il Senato hanno esercitato sulle masse, scatenandole contro le forze democratiche.”18

I filosofi della Scuola di Francoforte concordarono con questa tesi, sostenendo che i mass - media esercitavano un potere sempre maggiore sulla formazione culturale dell' individuo.

Anche il sociologo W. Mills19 affermava che il sapere sociale era fortemente condizionato dai mass - media e poco di quello che la persona realmente sapeva gli proveniva di prima mano, in quanto le immagini proiettate dai media erano accettate passivamente, senza essere messe in discussione.

Nonostante le idee simili a quelle degli studenti, i Francofortesi, come abbiamo detto, si erano dissociati da loro già a partire dall' estate del 1967, in seguito ai fatti del 2 giugno. Il contrasto aumentò progressivamente fino a quando, nel gennaio del 1969, Adorno chiamò la polizia per far sgomberare la facoltà di filosofia di Francoforte( la technische Universitaet), occupata dagli studenti. Lo stesso giorno ci fu una riunione di protesta a cui presero parte duemila persone.

Nel suo discorso Bernd Rabhel20 disse chiaramente: “Il vero colpevole si chiama Springer e gli assassini si chiamano Neubauer e Schuetz” ( Neubauer era il capo della polizia berlinese e Schuetz il borgomastro succeduto al dimissionario Albertz)21.

18 Teodori, opuscolo cit. pag 127

19 W.Mills(1916-1962): Nacque nel Texas in una famiglia medio -borghese e cattolica. Sotto la

guida del padre, frequentò l’ accademia militare che lasciò dopo un anno perché ripudiò la vita della caserma e s’ iscrisse all’ Austin università. Qui si formò come sociologo e si dedicò ad analizzare il pragmatismo e l’ interazionismo simbolico. I suoi studi si orientarono in particolar modo verso la “finzione ufficiale”, cioè a tutto ciò che portava alla soppressione del libero pensiero e delle velleità spirituali in un uomo. I suoi continui attacchi alla società definita democratica, alle cariche costituzionali, alla politica ed al potere economico, lo emarginarono dal mondo accademico, perché considerato da molti filo- comunista. Per presentare il suo ideale di società, Mills si rifaceva al modello presente negli Stati Uniti del post- pionierismo, dove micro comunità sparse in aree isolate si reggevano su di un potere indebolito dalle competizioni fra le varie elites presenti sul territorio, decentrando così il potere stesso: così ognuno era coinvolto, indipendentemente dalla sua collocazione sociale, nel processo decisionale. Mills sposò lo stile di vita della generazione dei Beat degli anni’50.

20 Membro della SDS. 21 Fichter op cit pag. 127.

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Alla manifestazione tenutasi davanti alla Springerhaus parteciparono cinquecento persone che spaccarono i vetri a sassate ed incendiarono anche le auto nel parcheggio privato con bottiglie molotov.

Nei giorni successivi si susseguirono numerose manifestazioni a Berlino ovest ed in tutta la Germania, che in parte, come a Monaco, degenerarono in scontri che portarono a morti. Questo episodio fu secondo molti osservatori il punto di non ritorno sulla via della violenza. All' indomani dell' attentato a Dutschke, il giornale underground 883 dichiarò: “I colpi sparati su Rudi hanno messo fine al sogno della non violenza.

Chi non si arma muore; chi non muore è sepolto vivo nelle prigioni, nelle case di rieducazione, nelle periferie delle città satelliti, nelle pietre sinistre dei palazzi, nei giardini d' infanzia e nelle scuole affollate, nelle cucine perfettamente attrezzate.”22 Lo scopo principale delle manifestazioni organizzate era quello di danneggiare l' impero Springer, impedendo la distribuzione della Bild Zeitung23.

La Kommune 1: liberazione sessuale, provocazione politica

La “Kommune 1”( Comune 1) nacque per sviluppare una linea di pensiero antiautoritaria nell' ambito dell' opposizione extraparlamentare. Alla creazione del programma avevano partecipato tutti i suoi membri( studenti, artisti ed intellettuali), lo scopo era rifiutare ogni forma di repressione e sviluppare una maggior solidarietà e lavoro teorico e pratico tra i suoi membri.

Rispetto ad altre metropoli europee, dove i movimenti di carattere culturale rimanevano relegati alla sfera privata, senza sfociare in quella pubblica, a Berlino la

22 Citato in I. Fare, F. Spirito Mara e le altre, Feltrinelli economica Milano 1979 pag 136.

23 Occorre considerare la situazione di Berlino Ovest in cui nei decenni passati, la condizione della

città sul fronte della Guerra Fredda, aveva rappresentato un focolaio assai fecondo proprio per lo sviluppo della stampa di Springer e dove il problema dell’informazione era più presente che altrove. Sul “ Blocco di Springer” H.Grossmann, O. Negt( a cura di) Die Auferstehung der Gewalt.

Springerblockade und politische Reaktion in der Bundesrepublik, Frankfurter am Main

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Comune tentò di creare un collegamento tra i due ambiti. Con questo scopo l' assemblea della Comune 1 annunciò: “ Ogni organizzazione che intende produrre mutamenti radicali nella società deve essa stessa esemplificare, nella maniera in cui funziona, le trasformazioni radicali che vuole produrre.

Questo significa che ogni gruppo che vuole ristrutturare la società in maniera che divenga antiautoritaria deve organizzarsi su delle basi antiautoritarie, egualitarie e comunitarie”.

Nei primi mesi del 1967 questo progetto fu realizzato quando otto persone si riunirono per fondare una comune, reputando di non poter continuare a chiamarsi rivoluzionari quando le loro esistenze riflettevano gli stessi valori borghesi contro i quali combattevano.

Tra le personalità più celebri di questa organizzazione vi furono Dieter Kunzelmann, Fritz Teufel e Reiner Langhans. I primi due avranno a che fare con la lotta armata tedesca.

La Comune 1 organizzò manifestazioni ed azioni dirette, oltre che a dibattiti ed altre forme di propaganda. I comunardi adottarono tecniche d' intervento basate sulla provocazione psicologica e su tecniche di comunicazione occasionalmente spettacolare, come quando prepararono un “attentato al Budino” in occasione della visita del vice presidente americano Humprey a Berlino o come quando, per protestare contro l' incarcerazione di un loro compagno, parteciparono ai funerali di stato dell' ex presidente del Reichstag Loebe vestiti con costumi freak.

Nel maggio del 1967, la Comune fu espulsa dalla SDS, con l' accusa di creare solo una rivolta esistenziale per il cambiamento dell' io e dei comportamenti personali. La Comune si sciolse nel novembre del 1969, quando la maggioranza dei membri si trovava in carcere.

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I Kinderladen: la marcia al di fuori delle istituzioni

I Kinderladen (asili nido antiautoritari) furono istituiti agli inizi degli anni '70 come conseguenza della diffusa militanza sociale. Essi rappresentarono una continuazione della politica al di fuori delle università come soggetti interessati, in quanto organizzarono battaglie ecologiste contro il nucleare ed altre contro le “ istituzioni legali” (prigioni, strutture psichiatriche, esercito).

L' idea di creare i Kinderladen venne dal movimento femminista, che considerava la soluzione del problema dell' allevamento dei figli la base fondamentale per la liberazione della donna. Il “Comitato d' azione per la liberazione della donna” fondò il primo Kinderladen a Berlino Ovest.

I Kinderladen si diffusero ben presto a macchia d' olio (solo nel 1974 se ne contavano 200 a Berlino). In questi asili nido era impartita un tipo di educazione antiautoritaria che era stato apportato dalla psicoanalista rivoluzionaria Vera Schmidt24. Questa fondò a Mosca nel 1921 un giardino d' infanzia antiautoritario, in cui si rifiutava la morale borghese e veniva spiegata l' educazione sessuale e collettiva.

I Kinderladen, che divennero in poco tempo un vero movimento sociale, non vollero mai sovvenzioni da parte dello Stato per mantenere la propria autonomia.

La fine del movimento studentesco

Dopo vari insuccessi, il movimento studentesco visse una fase di declino: la campagna “ Espropria Springer” non aveva raggiunto il successo sperato, in quanto la

24 Vera Schmidt: Collega ed amica di Sabina Spielrein, fondò , nel 1923, insieme a lei un asilo

infantile a Mosca, chiamato “L’ asilo bianco”,perché i mobili e le pareti erano dipinte di bianco. L’ istituto era fondato su principi molto moderni per l’ epoca, si cercava di dar un’ educazione non conservatrice ai bambini e di farli crescere come persone libere. L’ asilo venne chiuso però tre anni dopo dalle autorità sovietiche, con l’ accusa di praticare principi educativi contrari alla dottrina del partito.

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distribuzione dei giornali era stata ritardata solo di poche ore; il “Notstandgesetz” (leggi sullo stato d’emergenza), nonostante le manifestazioni e le mobilitazioni, era stato approvato dalla maggioranza qualificata a fine maggio e la guerra in Vietnam continuava con la stessa intensità.

Il motivo principale della crisi dell' APO e della SDS stava nella contraddizione tra lo sviluppo politico e militante nel campo extraparlamentare al di là delle università e la mancanza di una nuova organizzazione per dare forma e struttura alla spontaneità. Nel 1969 l' ufficio nazionale della SDS dichiarò il proprio scioglimento perchè aveva perso la sua funzione di centro coordinatore ed unificatore.

Dal fallimento della SDS nacquero quattro correnti: la prima provò a diffondere le basi dell' opposizione alle masse tramite il lavoro di base, fondando cioè tanti gruppuscoli e partitini di stampo marxista – leninista - trotzkista, che avevano però pochi membri ed incentravano il loro lavoro nella propaganda delle fabbriche; la seconda corrente si ritirò dalla politica e dalla società per vivere una radicale alternativa di vita, all' interno della propria cerchia senza seguire la “ lunga marcia verso le istituzioni” teorizzata dai parlamentari tedeschi e resa impossibile dal

“Berufsverbot”( interdizione dall' impiego) precedentemente, quando la SDS esisteva ancora; la terza corrente, la più moderata, raggiunse la SPD; l' ultima scelse la lotta armata e leggendo le analisi teoriche della RAF si poteva capire il motivo: “Dovere di ogni rivoluzionario è di cogliere nelle masse qualsiasi tentativo di resistenza collettiva, svilupparlo e portarlo alla vittoria, anche contrariamente alle aspettative.”25

25 RAF: Le lacune della teoria rivoluzionaria indicano: “ Formare l' armata rossa” in “ Formare l'

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GLI SVILUPPI DEL NUOVO MOVIMENTO FEMMINISTA

Spose della rivoluzione?

Il pomodoro volò il 13 settembre del 1968 e prese in pieno viso Hans Jurgen Krahl, il teorico della SDS (lega socialista degli studenti). Chi compì quest’ azione fu Sigrid Ruger, studentessa di romanistica e delegata berlinese al congresso federale della SDS a Francoforte.

Sigrid, incinta, inizialmente non ne aveva l’intenzione, ma si innervosì quando i compagni, con una certa disinvoltura, volevano ignorare l’intervento di Helke Sander. Sigrid aggredì Hans Krahl, dandogli del controrivoluzionario e nemico della lotta di classe.

Il comportamento di Sigrid Ruger fu duramente criticato dalla maggior parte delle donne della SDS, che lo reputarono penoso. Nonostante ciò, proprio quel pomodoro “penoso”, divenne, per le intellettuali della SDS, il simbolo dell’inizio della liberazione della donna. Infatti, appena tornate nelle loro città, crearono numerosi “Weiberrate”26, gruppi di donne, nei quali era vietato l’accesso agli uomini. Qui le donne potevano parlare liberamente, senza essere sopraffatte da alcun compagno autoritario.

Al Bundeskongress (congresso federale) delle donne, che successivamente si tenne ad Hannover, si presentarono ben preparate e piene d’ orgoglio.

Il”Weiberrate” di Francoforte scrisse e diffuse il volantino con su scritto “Liberate le eminenze socialiste dai loro cazzi borghesi”.

Nel consiglio d’amministrazione del Weiberrate, Helke Sander, allora portavoce dei “consigli d’azione” di Berlino, iniziò il suo discorso piena di speranza e con molta calma: “L’uomo ha effettivamente dei ruoli di vantaggio nel sistema, ma questi gli sono stati assegnati dalla società capitalista, che ha imposto una rigida divisione dei ruoli.

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I gruppi che risultano facilmente politicizzati sono quelli delle donne con i bambini perché sono maggiormente penalizzate e ricevono scarsa attenzione anche dai compagni.

Le manifestazioni dei compagni risultano ormai insopportabili e noiose.”27

La maggioranza delle attiviste politiche concordava con l’opinione di Helke Sander, diventata madre di un bambino di un anno.

Le intellettuali della SDS sostenevano che l’azione di Sigrid Ruger era dovuta dalla mancanza di ascolto e di considerazione da parte dei loro compagni.

Numerosi articoli di giornali, come lo Spiegel, lo Zeit e lo Stern, trattarono di quel famoso “scontro tra i sessi” che dava inizio ad un interessante fenomeno sociale.

A distanza di breve tempo, esattamente nel dicembre del 1968, Ulrike Meinhof scrisse un articolo intitolato “Frauen in der SDS” (donne nella SDS). Il messaggio era chiaro: non si doveva parlare del permanente fallimento del matrimonio, ma delle cause che portavano a questo fallimento.

L’ entrata in scena delle donne di Francoforte e delle donne di Amburgo significò non solo la creazione di tre o quattro Weiberrate, ma anche il cambiamento della struttura dei consigli d’azione già esistenti: adesso la maggioranza era composta da studentesse.

Queste soffrivano soprattutto a causa degli atteggiamenti conservatori dei compagni. Per la prima volta furono rinfacciate pubblicamente ai compagni le nuove forme di sfruttamento sessuale (quelle che si riproponevano anche nel gruppo).

Karin Schrader-Klebert, una delegata della SDS, appena tornata da Francoforte, entrò a far parte del Weiberrate di Munster, la città dove insegnava pedagogia.

Tra gli anni ’60 e ’70 le donne aderenti ai Weiberrate, aumentò considerevolmente. Le componenti di questi gruppi organizzavano azioni creative, dimostrazioni e strategie di sviluppo per difendere i diritti delle casalinghe e delle lavoratrici.

Purtroppo questa rivolta iniziale delle donne coinvolse solo gruppi dell’ambiente universitario: rimase un fenomeno strettamente collegato al movimento studentesco.

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Tuttavia all’ inizio del 1969 si videro i frutti del lavoro dei Weiberrate. Karin Schrader-Kleberts fece pubblicare il suo noto libro “ Die kulturelle Revolution der Frau” (la rivoluzione culturale della donna) . Questo libro analizzava il nuovo movimento femminista tedesco sotto il punto di vista femminista-radicale.

Forme di protesta contro la legge 218

Al Bundesfrauenkongress (congresso federale delle donne), organizzato dal “Frankfurter Weiberrat”, dal “Die Frauenaktion70” e dal “Der sozialistische Frauenbund Westberlin”, tenutosi nell’ostello della gioventù di Francoforte sul Meno nel gennaio del 1971, parteciparono circa quattrocentocinquanta donne dei quaranta Weiberrate provenienti da tutta la Repubblica federale.

La frase che risvegliò gli animi delle donne fu: “I privilegiati, nella storia, non hanno mai abbandonato volontariamente i loro diritti.

Per questo noi esigiamo che le donne divengano un fattore di potere all’interno delle discussioni.

Devono organizzarsi da sé, perché solo così possono riconoscere i loro problemi personali ed imparare a rappresentare i loro interessi.”28

Dopo una prima fase di successi delle rivolte del movimento studentesco sessantottino, all'inizio degli anni '70 sembrava che le donne fossero ridiventate passive ed immuni alle ingiustizie loro inflitte.

La critica a questa apparente staticità fu formulata in un articolo da una rivista americana dal titolo”Brigitte”, nella primavera del 1971. L'articolo diceva: “Le donne tedesche non bruciano alcun reggiseno, alcun vestito da sposa, non attaccano i concorsi di bellezza, né redazioni di giornali conservatori, non richiedono

28 Privilegierte haben in der Geschichte ihre Rechte noch nie freiwillig preisgegeben. Deshalb

fordern wir: Frauen muessen ein Machtfaktor innerhalb der ausstehenden Auseiandersetzungen werden! Frauen muessen sich selbst organisieren, weil sie ihre urelgensten Probleme erkennen und lernen muessen, ihre Interessen zu vertreten. So fing es an, Alice Schwarzer, Roter Vertrag, Berlino 1983

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