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Teoria allenamento 1 ALLENAMENTOSPORTIVO

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Academic year: 2021

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La definizione

L’allenamento sportivo è un processo sistematico mediante il quale si determinano dei cambiamenti nell’organismo che

permettono a un atleta di migliorare il suo livello di prestazione. Con l’allenamento l’organismo reagisce alla fatica indotta da ripetute, adeguate esercitazioni adattandosi e

attrezzandosi per poterne sopportare di ulteriori più pesanti oppure le stesse con minor fatica.

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Gli obiettivi dell’allenamento

• Capacità fisiche: le capacità organico-muscolari di forza, resistenza, rapidità, flessibilità;

• Capacità psichiche: aspetti legati alla conoscenza di sé, all’autocontrollo, alla forza di volontà;

• Capacità e abilità coordinative: si possono identificare nelle capacità tecniche;

• Capacità cognitive: riguardano sia aspetti tecnici e tattici delle abilità sia le conoscenze che si acquisiscono rispetto al processo d’allenamento.

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• Il concetto di omeostasi: l’organismo umano cerca sempre di mantenere costanti un insieme di parametri interni.

• Aggiustamento: l’organismo risponde a uno stimolo che altera il suo normale equilibrio reagendo in maniera rapida con un meccanismo temporaneo che nel giro di qualche minuto consente di ritornare allo stato di partenza.

• Adattamento: serie di lente ma durature modificazioni organiche che permetteranno all’organismo di sopportare un determinato carico con minor fatica.

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Stimolo

Adattamento

Miglioramento della prestazione Stimolo

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La supercompensazione

L’organismo, sollecitato dalla seduta di allenamento, gradualmente si affatica e riduce la sua possibilità di

prestazione. Terminato l’allenamento, l’organismo inizia la fase di recupero: attua una serie di adattamenti organici che gli permetteranno di sopportare lo stesso carico con minor fatica. Grazie a questi adattamenti, l’efficienza fisica migliora

raggiungendo un livello superiore a quello di partenza. La differenza tra questi due livelli viene chiamata

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Sono molto specifici e dipendono dal:

 tipo di lavoro  dal carico

 dagli intervalli  dalla durata

 dai gruppi muscolari impegnati

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• Intensità: rappresenta la grandezza dello stimolo. • Quantità: rappresenta la

somma degli stimoli di cui ci si è avvalsi in un

allenamento (kilometri percorsi, kilogrammi

sollevati, numero di volte ripetute a una certa

velocità ecc.).

Caratteristiche del carico allenante

L’insieme degli stimoli proposti a un atleta durante una seduta di allenamento determina il carico allenante.

Per risultare ottimali al processo di adattamento devono essere calibrati e misurabili.

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Caratteristiche del carico allenante

Carico esterno: è il rapporto ottimale tra intensità dello stimolo e

quantità di esercitazioni. Uno stimolo deve superare un minimo livello d’intensità per poter indurre la reazione di adattamento.

Carico interno: è la personale reazione organica all’allenamento: gli

stessi carichi di lavoro non inducono uguali reazioni in tutti i soggetti e anche nello stesso individuo la reazione al carico può variare in

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Il recupero e la rigenerazione

A ogni periodo di attività deve seguire un tempo di non attività. Questo vale per i singoli esercizi, le sedute, i

momenti di allenamento: si tratta di pause di recupero, che saranno più o meno prolungate a seconda degli obiettivi

dell’allenamento.

La rigenerazione, invece, è la risposta di adattamento allo stato di fatica che avviene durante la fase di recupero e

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Il recupero e la rigenerazione

• Mezzi pedagogici: s’insegna all’atleta a organizzare il proprio allenamento secondo le proprie capacità di recupero.

• Mezzi fisici: docce, saune, massaggi ecc.

• Mezzi farmacologici: integratori salini, vitamine ecc.

• Mezzi psicologici: tecniche di concentrazione, di rilassamento ecc.

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Il sovrallenamento

Un pericolo…

La sindrome da sovrallenamento è uno stato di stanchezza cronica derivante da un eccesso di sollecitazioni, conseguenza di un’errata metodologia di allenamento.

Si tratta di un vero e proprio stato di malattia che induce un

vistoso calo delle prestazioni e facile affaticabilità che può durare anche mesi. È necessario ridurre i carichi di allenamento, troppo elevati per quantità e/o intensità e spesso abbinati a tempi di recupero troppo brevi.

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Esercizi a carattere generale: costituiscono l’insieme di quelle attività che, anche se molto diverse dal gesto di gara, concorrono al miglioramento e al mantenimento di una condizione fisica ottimale.

Esercizi a carattere speciale: presentano grande affinità con il gesto di gara, riproponendolo in tutto o in parte.

Esercizi a carattere specifico: riproducono in parte o completamente i movimenti della competizione.

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L’allenamento in relazione all’età

I giovani devono evitare di specializzarsi troppo precocemente

perché rischiano di ridurre i margini di un futuro miglioramento: è un progetto a lunga scadenza (circa 8-10 anni). Focalizzare l’attenzione più sul lavoro da svolgere che sui risultati che si ottengono.

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I tempi dell’allenamento

Pianificazione: significa stabilire a più o meno lungo termine gli obiettivi intermedi, le scadenze più

importanti, i mezzi e i metodi che si adotteranno negli allenamenti.

Programmazione: riguarda i contenuti dei singoli allenamenti.

Periodizzazione: suddividere il ciclo d’allenamento in fasi temporali prestabilite (microcicli e macrocicli).

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Principi per l’allenamento sportivo 1/4

• Specificità: solo stimoli specifici producono effetti funzionali all’attività svolta sull’organismo.

• Intensità: solo stimoli allenanti che superano una certa soglia rappresentano sollecitazioni funzionali sufficienti a indurre

modificazioni organiche.

• Individualizzazione: il carico di allenamento dev’essere

individualizzato, cioè appropriato al livello di esperienza, allenamento e disponibilità psicologica del soggetto.

• Continuità: gli allenamenti devono succedersi con costanza, evitando lunghi periodi d’inattività.

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Principi per l’allenamento sportivo 2/4

•Progressività: per incrementare le capacità di prestazione occorre incrementare sistematicamente lo stimolo allenante (kilogrammi da sollevare, minuti da correre ecc.).

•Ciclicità: tutte le esercitazioni, perché abbiano un buon

effetto, devono essere ciclicamente ripetute e ogni volta che si ripresenta lo stesso esercizio esso va eseguito a un’intensità gradualmente superiore.

•Varietà: oltre a un certo livello il costante aumento del carico non è più sufficiente per produrre adattamenti. È necessario allora introdurre variazioni che richiedano all’organismo

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Principi per l’allenamento sportivo 3/4

• Ordine: prima si stimolano la rapidità e la coordinazione, quindi la forza e solo per ultima la resistenza.

• Alternanza: bisogna conoscere i diversi tempi necessari per la rigenerazione dei sistemi biologici e alternare le stimolazioni. • Inattività: in caso di inattività, le capacità di prestazione

acquisite velocemente si perderanno altrettanto rapidamente, mentre quelle acquisite lentamente regrediranno più

gradualmente.

• Programmazione: il processo di allenamento necessita di

un’attenta programmazione con alternanza di momenti di carico e scarico, fasi di maggior quantità di allenamento e fasi di

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Principi per l’allenamento sportivo 4/4

•Tempi di recupero: nel programmare una seduta di allenamento occorre non solo considerare il carico a cui si sottopone l’organismo, ma anche i necessari tempi di

recupero che, se troppo brevi, possono condurre troppo in fretta alla fatica.

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• Il riscaldamento: è la parte introduttiva della lezione o dell’allenamento. Consiste nel preparare l’organismo agli specifici impegni previsti dall’allenamento.

• Parte principale: è la fase in cui l’organismo si trova in condizioni ottimali di freschezza fisica e nervosa, quindi nelle migliori condizioni di rendimento e di apprendimento. • Il defaticamento o fase di ripristino: è la fase che

conclude la seduta di allenamento. Serve a facilitare il ritorno alla fase di equilibrio delle funzioni fisiologiche e organiche sollecitate dall’attività.

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• Miglioramento della disponibilità generale alla prestazione • Miglioramento delle capacità coordinative

• Ottimizzazione della disponibilità psichica alla prestazione • Prevenzione di infortuni

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Con l’aumento della temperatura corporea: • le reazioni biochimiche vengono accelerate;

• l’adattamento circolatorio è più rapido e aumenta così il trasporto di ossigeno;

• aumenta il flusso sanguigno;

• aumenta la cessione di O2 da parte dell’emoglobina;

• migliora il rendimento muscolare;

• viene facilitata la trasmissione degli impulsi nervosi. Effetti del riscaldamento

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• Riscaldamento generale attivo: indicato per tutte le

attività. Comprende semplici esercizi di mobilità attiva, esercizi di allungamento e di scioltezza muscolare; azioni di marcia e corsa che devono indurre una leggera traspirazione; esercizi di ginnastica generale semplici e complessi, con e senza attrezzi. • Riscaldamento specifico attivo: serve a preparare il sistema

nervoso centrale e l’apparato neuromuscolare alla realizzazione di quegli esercizi che formano la parte principale della lezione o dell’allenamento.

• Riscaldamento passivo: meno indicato di quello attivo, può essere ottenuto attraverso l’uso di saune, docce calde, pomate, massaggi ecc.

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• Accordo tra contenuto e carattere del riscaldamento e parte principale dell’allenamento • Ripetere gli esercizi più volte

• Ritmo dapprima lento e poi sempre più veloce • Ricercare l’ampiezza dei movimenti

• Non forzare

• Rispettare un ordine logico di lavoro

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I meccanismi di controllo delle reazioni biochimiche nei due sessi sono per lo più gli stessi. Ciò che cambia è la capacità dei sistemi che forniscono energia e forza.

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La costituzione fisica femminile risulta generalmente più svantaggiosa in quanto le donne hanno:

• una struttura mediamente più bassa dell’uomo; • un minor peso corporeo;

• un bacino più largo e leggermente ruotato in avanti sull’asse trasversale;

• busto e spalle più strette;

• una maggiore percentuale di massa grassa (4,5% in più); • una minore percentuale di massa magra (circa il 18- 20% in

meno di massa muscolare);

• il ciclo ovarico mensile, che costituisce, infine, la differenza fisiologica fondamentale.

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Nel nuoto le prestazioni femminili si avvicinano a quelle

maschili. Anzi, se si considera il rapporto potenza espressa/massa del corpo sono addirittura migliori.

Nell’acqua, infatti, la maggior percentuale di grasso corporeo della donna si traduce in una minore resistenza

idrodinamica. Il dispendio energetico si riduce, favorendo così, a parità di condizioni, un risultato migliore.

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