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Il ragionamento controfattuale: un modello e la sua applicazione al ragionamento pratico

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Academic year: 2021

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(1)

UNIVERSITY

OF TRENTO

DEPARTMENT OF INFORMATION AND COMMUNICATION TECHNOLOGY

38050 Povo – Trento (Italy), Via Sommarive 14 http://www.dit.unitn.it

IL RAGIONAMENTO CONTROFATTUALE: UN MODELLO E LA SUA APPLICAZIONE AL RAGIONAMENTO PRATICO Roberta Ferrario

Decemb er 2002

(2)
(3)

Cotutela con l’Universit`a di Strasburgo

Il ragionamento controfattuale: un modello e

la sua applicazione al ragionamento pratico

Roberta Ferrario

Ciclo XV A. A. 2002/2003

Coordinatore: Prof. Giambattista Gori Relatore: Prof. Andrea Bonomi

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(5)

Cotutelle avec l’Universit´e de Milan

Le raisonnement contrefactuel : un mod`

ele et

son application au raisonnement pratique

Roberta Ferrario

Doctorat Nouveau R´egime A. A. 2002/2003

(6)
(7)

Le raisonnement contrefactuel : un mod`ele et son application au raisonnement pratique. R´esum´e 5 1 Introduzione: condizionali controfattuali e ragionamento

con-trofattuale 29

I

Quale teoria per il ragionamento controfattuale

53

2 Teorie formali per i condizionali controfattuali 55

2.1 Approcci vero-funzionali . . . 56

2.1.1 La funzione di somiglianza di Stalnaker . . . 57

2.1.2 Le sfere di mondi di Lewis . . . 61

2.1.3 La situation semantics e i controfattuali . . . 67

2.2 Approcci “consequenzialisti” . . . 74

2.2.1 Goodman e la cotenibilit`a . . . 74

2.2.2 La teoria inferenzialista: Kvart . . . 77

2.2.3 La teoria coerentista: Rescher . . . 81

2.2.4 La revisione di credenze . . . 84

2.3 Considerazioni conclusive . . . 88

3 Dai condizionali al ragionamento controfattuale 91 3.1 Alcuni approcci in intelligenza artificiale . . . 92

3.2 Gli spazi mentali di Fauconnier . . . 99

3.2.1 Gli spazi mentali . . . 99

3.2.2 Controfattuali analogici . . . 101 i

(8)

3.2.3 Considerazioni conclusive . . . 103

3.3 Le rappresentazioni ripartite di Dinsmore . . . 104

3.3.1 Spazi e contesti . . . 104

3.3.2 Ragionamento parrocchiale e ripartito . . . 105

3.3.3 Ragionamento ripartito e controfattuali . . . 107

3.3.4 Considerazioni conclusive . . . 108

4 Un modello formale per il ragionamento controfattuale 111 4.1 Che cos’`e la semantica a modelli locali . . . 111

4.2 Qualche definizione nella semantica a modelli locali . . . 121

4.3 Una semantica a modelli locali per il ragionamento controfat-tuale . . . 125

4.4 Semantica a modelli locali per i controfattuali: un esempio analizzato con la SML . . . 131

4.5 In che modo la semantica a modelli locali `e adatta a rappre-sentare il ragionamento controfattuale . . . 137

4.6 Prospettiva cognitiva e “metafisica” a confronto sui controfat-tuali . . . 142

II

Il ragionamento controfattuale su azioni

raziona-li

145

5 Nozioni fondamentali per una teoria del ragionamento pra-tico 147 5.1 Chi o che cos’`e un agente razionale . . . 147

5.2 Diversi tipi di razionalit`a . . . 154

5.2.1 La razionalit`a strumentale . . . 154

5.2.2 La razionalit`a ex-post . . . 163

6 Il ragionamento controfattuale come un tipo di ragionamento sui mezzi 171 6.1 Il ragionamento controfattuale come strumento di apprendi-mento . . . 172

(9)

6.2 Il ragionamento controfattuale come processo di revisione o

conferma dei piani . . . 176

7 L’atteggiamento controfattuale e la razionalit`a retrospettiva181 7.1 La teoria di March rivisitata . . . 182

7.2 Il ragionamento controfattuale sui fini . . . 187

7.3 Esempio riassuntivo . . . 192

III

Sviluppi futuri

199

8 Sviluppi futuri 201 8.1 Razionalit`a scientifica e controfattuale . . . 202

8.1.1 I due tipi di razionalit`a nell’impresa scientifica . . . 202

8.1.2 Dagli esperimenti alla teoria . . . 204

8.1.3 Dalla teoria agli esperimenti . . . 208

8.1.4 Il ragionamento controfattuale nella ricerca scientifica . 211 8.2 Razionalit`a e controfattuale per agenti artificiali intelligenti . . 221

8.2.1 Modelli di razionalit`a strumentale nell’intelligenza ar-tificiale . . . 221

8.2.2 Razionalit`a ex-post per agenti artificiali . . . 223

8.2.3 Agenti artificiali autenticamente autonomi . . . 225

8.3 Gli scenari multiagente . . . 228

8.3.1 Il controfattuale di immedesimazione: “Se io fossi in te” 229 8.3.2 Il ragionamento controfattuale in situazioni di coope-razione . . . 231 8.3.3 Il ragionamento controfattuale in scenari di competizione233

Conclusioni 237

Bibliografia 239

Indice delle figure 255

(10)
(11)

s’i’ fosse D´ıo, mandereil’ en profondo; s’i’ fosse papa, allor serei giocondo, ch´e tutti cristiani imbrigarei; s’i’ fosse ’mperator, ben lo farei: a tutti tagliarei lo capo a tondo. S’i’ fosse morte, andarei a mi’ padre; s’i’ fosse vita, non starei con lui: similemente faria da mi’ madre.

S’i’ fosse Cecco, com’ i’ sono e fui, torrei le donne giovani e leggiadre:

le zop[p]e e vecchie lasserei altrui.

(12)

L’unica prefazione necessaria a questa tesi `e un’avvertenza per gli eventuali lettori: la tesi tratta di controfattuali e razionalit`a, ma l’ipotesi principale da cui prende le mosse `e che gli esseri umani siano degli agenti razionali; questa ipotesi `e essa stessa completamente controfattuale.

La brevit`a della prefazione sar`a invece compensata dalla lunghezza dell’e-lenco di persone da ringraziare, lunghezza causata, almeno in parte, dall’es-senza stessa della tesi che, essendo un lavoro interdisciplinare inserito in un programma di cotutela, mi ha portato a trascorrere i tre anni del dottorato in citt`a e istituzioni diverse.

Comincerei da Trento, la citt`a dove ho trascorso la maggior parte del mio tempo e dove hanno sede l’universit`a e l’istituto (l’ITC-IRST) che mi hanno a lungo ospitato mettendomi a disposizione strutture e risorse. A Trento lavorano alcune delle persone che hanno fornito il contributo maggiore al mio lavoro, primo fra tutti Paolo Bouquet, che l’ha seguito passo passo dalla proposta del progetto di ricerca al Coll`ege Doctoral di Strasburgo fino alla redazione definitiva; a lui va un ringraziamento sentito per la pazienza e per i preziosi consigli. Insieme a lui vorrei ringraziare il Prof. Fausto Giunchiglia, che mi ha dato fiducia e mi ha permesso di lavorare con la sua logica, oltrech´e con le persone del suo gruppo di ricerca, tra cui vorrei ricordare Luciano Serafini, Chiara Ghidini, Stefano Zanobini, Matteo Bonifacio e Diego Ponte, i quali hanno sostanziato, con le loro osservazioni, parti importanti della tesi. Un altro ringraziamento va ad Achille Varzi, sperando di aver seguito degnamente il suo consiglio di “aprire molte porte, ma rimanendo sempre a camminare nel corridoio”.

Sempre a Trento si trovano alcuni amici che vorrei ringraziare per avermi sopportato con pazienza, soprattutto nella parte finale del lavoro: tra questi

(13)

vorrei ricordare la mia compagna d’ufficio Roberta, le mie coinquiline Elisa-betta e Anna Rita e Marco, che mi ha aiutato ad appianare le divergenze tra me e l’informatica.

Seconda tappa di questo viaggio `e Strasburgo, dove ho trascorso un anno del mio dottorato e dove si trova l’istituzione che ha sovvenzionato questi tre anni di studio, il Coll`ege Doctoral Europ´een. La prima persona a cui vanno i miei ringraziamenti `e il Prof. Andr´e Thibault, mio direttore di tesi per parte francese, che ha accettato la sfida di dirigere una tesi in italiano e i cui commenti mi hanno spesso indotto a vedere le cose in una prospettiva diversa; vorrei inoltre ringraziare tutto lo staff del Coll`ege, in particolare il Prof. Patrick Foulon, M.me Catherine Naud e M.me B´eatrice Bader, sempre oltremodo disponibili. Vorrei infine ringraziare due persone che mi hanno praticamente “adottato” durante tutto il mio periodo strasburghese, aiutan-domi a superare il momento di solitudine iniziale: Marie Pierre (che `e stata anche la mia insegnante di francese e che mi ha aiutato nella redazione del r´esum´e) e la mia compagna di viaggio Amaya.

Passiamo ora a Milano, che `e in un certo senso il luogo da cui proven-go, oltrech´e la seconda universit`a, insieme alla Marc Bloch di Strasburproven-go, firmataria della cotutela. Qui vorrei ringraziare in primo luogo il Prof. An-drea Bonomi, mio tutor per parte italiana, i cui consigli hanno notevolmente influenzato la forma che ha assunto la tesi, soprattutto nella sua parte pi`u fi-losofica. Assieme a lui vorrei ringraziare anche la Sig.ra Paola Maestri, che mi ha aiutato a districarmi con i problemi legati alla “doppia amministrazione” del mio dottorato.

Tappa finale del viaggio, l’universit`a di Stanford, dove ho trascorso tre importanti mesi, grazie all’ospitalit`a del Prof. John Perry, e dove ho potuto seguire dei corsi che hanno contribuito moltissimo alla mia formazione, in particolare quelli tenuti dal Prof. Johan Van Benthem. Insieme a loro vorrei ringraziare Dikran Karagueuzian per la sua simpatia e per i suoi preziosi consigli e due amiche nonch´e attente lettrici delle bozze della mia tesi e – spero – future collaboratrici su molti progetti, Claudia Arrighi e Viola Schiaffonati.

Infine, un ringraziamento “ubiquitario” agli amici e amiche di sempre, che mi sono stati vicini nonostante questo mio continuo peregrinare. Cito

(14)

solo l’inizio di un elenco che in realt`a `e molto pi`u lungo: Chiara, Edo, Gaia, Ivana, Lorella, Paola, Susanna, Viviana. . . a loro un grazie speciale.

(15)
(16)

un mod`

ele et son application au

raisonnement pratique.

esum´

e

Le sujet central de cette th`ese est constitu´e par le raisonnement contrefactuel : `a quoi sert-il, quand et pourquoi est-il utilis´e ; quelles sont, en supposant qu’elles existent, sa signification et son utilit´e et, surtout, quelles sont les dimensions contrefactuelles que les agents rationnels d´eveloppent ou peuvent d´evelopper au cours de proc`es de cognition et quel syst`eme th´eorique peut-il rendre compte de mani`ere satisfaisante de ce ph´enom`ene si courant et aussi r´epandu.

Avant de commencer, il convient de clarifier ce que signifie contrefactuel et, plus particuli`erement, ce que signifie le raisonnement contrefactuel.

Quelques d´

efinitions

L’Oxford Companion for Philosophy donne la d´efinition suivante : A counterfactual is a conditional whose antecedent is false (typi-cally, in philosophical practice, known to be false). The term is usually reserved for those (non-truth-functional) counterfactuals which are not true in virtue simply of their antecedent’s falsity. Lawlike generalizations support counterfactuals: “Sugar dissol-ves in water” licenses “If this sugar cube were dropped in water

(17)

it would dissolve”; but “All coins in my pocket are silver” does not yield “If this penny were in my pocket it would be silver”1.

[The Oxford Companion for Philosophy]

Il semblerait, donc, qu’il d´ecoule de cette d´efinition que le terme contrefac-tuel se r´ef`ere `a un ph´enom`ene li´e `a une forme grammaticale particuli`ere, et plus sp´ecifiquement, au conditionnel. Toutefois, il existe deux raisons pour lesquelles il n’est pas souhaitable de limiter l’analyse de la contrefactualit´e `a la seule analyse de la logique des conditionnels.

La premi`ere raison tient au fait que la contrefactualit´e peut ˆetre exprim´ee de diff´erentes fa¸cons qui n’exigent pas toutes l’utilisation du conditionnel, par exemple en conservant implicite la structure grammaticale de l’ant´ec´edent ou du cons´equent, en l’occurrence:

En le sachant, je n’aurais pas ´et´e pr´eoccup´e (1)

J’ai rat´e le train, sinon j’aurais ´et´e ponctuel (2)

Si la coupole de Saint Pierre est mise `a 1000 K, alors elle s’allumerait2 (3)

Ni Hitler, ni bombe atomique.3 (4)

Il est ´egalement possible d’exprimer la contrefactualit´e `a travers un concept qui comprend non seulement la description de l’´etat dans lequel se trouve un certain objet, mais aussi la description de l’´etat dans lequel l’objet pourrait

1

Un contrefactuel est un conditionnel dont l’ant´ec´edent est faux (sp´ecifiquement dans la pratique de la philosophie, retenue faux). Le terme est habituellement r´eserv´e pour ces contrefactuels (non vrai-fonctionnels) qui ne sont pas vrais simplement en vertu du fait que l’ant´ec´edent est faux. Les contrefactuels se basent sur des g´en´eralisations en accord avec la loi: “Le sucre se dissout dans l’eau” autorise “Si ce morceau du sucre ´etait mis dans l’eau, il se dissoudrait”; mais “Toutes les pi`eces contenues dans mes poches sont en argent” ne m`ene pas `a la conclusion “Si ce penny ´etait dans ma poche, il serait en argent”. [traduction de l’auteur ]

2

Exemple pris de Dalla Chiara et Toraldo di Francia, en [34], p.68

3

(18)

se trouver, ´etant donn´e les circonstances, comme le cas du pr´edicat dispo-sitionnel. Un exemple en est l’adjectif “soluble”, cit´e dans la d´efinition de l’Oxford Companion for Philosophy.

Claudio Pizzi en [126] fournit une explication tr`es claire de la raison par laquelle ces pr´edicats dispositionnels sont soutendus par une dimension contrefactuelle:

In primo luogo, la presenza dei controfattuali nel linguaggio `e po-co apparente perch´e a volte usiamo po-costrutti linguistici in cui essi non compaiono in modo esplicito. Se dico che la zolletta che ho di fronte `e solubile nel caff`e ci`o implica che se fosse stata messa nel caff`e si sarebbe sciolta: dove l’ipotesi `e certamente falsa in quanto, se si fosse verificata, non avrei nemmeno di fronte la zol-letta di zucchero di cui sto parlando. Predicati come “solubile”, “irascibile”, “fragile” ecc. sono detti disposizionali perch´e descri-vono la disposizione di un ente a reagire a determinati stimoli in circostanze possibili di qualche tipo4.

[Il Ragionamento Controfattuale, p.86]

La seconde raison – la plus importante – pour laquelle il est bon de ne pas s’arrˆeter `a l’analyse linguistique est que, quelle que soit la forme avec laquelle ils sont exprim´es, les contrefactuels repr´esentent un type sp´ecifique de forme de raisonnement et, comme tels, leur instances peuvent ˆetre combin´ees entre elles ou avec les instances d’autres formes de raisonnement, peuvent ˆetre it´er´ees et “ins´er´ees” dans des processus de raisonnement plus vastes et plus complexes.

4

Premi`erement, la pr´esence des contrefactuels dans le langage est peu apparent car nous utilisons parfois des constructions linguistiques dans lesquelles ils n’apparaissent pas de fa¸con explicite. Si je dis que le cube de sucre que j’ai en face de moi est soluble dans le caf´e, cela implique que s’il avait ´et´e mis dans le caf´e, il se serait dissout : l’hypoth`ese est donc sˆurement fausse car, si elle avait eu lieu, je n’aurais plus face `a moi le cube de sucre dont je suis en train de parler. Les pr´edicats comme “ soluble ”, “ irascible ”, “ fragile ”, etc. sont dispositionnels car ils d´ecrivent la disposition d’une entit´e `a r´eagir `a des stimuli dans certaines situations d’un type donn´e. [traduction de l’auteur ]

(19)

Interpr´et´ee sous cette seconde acception, la contrefactualit´e se montre comme une dimension constituante de la rationalit´e humaine, incarn´ee par la capacit´e qu’ont les humains de faire abstraction de certains traits d’une situation qu’ils per¸coivent comme r´eelle, d’imaginer des situations alterna-tives `a celle-ci, de raisonner dans les confins de ces sc´enarios alternatifs en obtenant des informations qui rel`event de la situation r´eelle, mais qui ne pouvaient pas ˆetre directement inf´er´ees de celle-ci.

De fa¸con similaire, John Pollock en [129] d´ecrit ce qu’il entend par raisonnement suppositionnel, qui n’est rien d’autre que le raisonnement hypoth´etique, duquel le contrefactuel est une sub-partie sp´ecifique :

The employment of subsidiary arguments comprises suppositional reasoning, wherein we suppose something “for the sake of the ar-gument”, reason using the supposition in the same way we reason about beliefs and interests nonsuppositionally, and then on the basis of conclusions drawn using the supposition we draw further conclusions that do not depend upon the supposition. [. . . ] Wi-thin the supposition, we reason as if the supposed propositions were beliefs, using all the rules for adoption and interest that were discussed in connection with linear reasoning5.

[Interest driven suppositional reasoning, p.427]

Les fonctions du raisonnement contrefactuel

Ainsi d´efini, le raisonnement contrefactuel est dou´e d’une s´erie de fonctions aussi h´et´erog`enes qu’importantes dans les inf´erences du sens commun

nor-5

L’utilisation d’arguments subsidiaires comprend le raisonnement suppositionnel, dans lequel nous supposons quelque chose “par amour de la discussion” et nous raisonnons en utilisant la supposition de la mˆeme fa¸con que nous raisonnons sur des croyances et int´erˆets non suppositionnels, et apr`es, sur la base des conclusions obtenues avec la supposition, nous obtenons des conclusions qui ne d´ependent pas de la supposition. [. . . ] Dans la supposition, nous raisonnons comme si les propositions suppos´ees sont des croyances, en utilisant toutes les r`egles pour l’adoption et l’int´erˆet qui ont ´et´e discut´es en connexion avec le raisonnement lin´eaire. [traduction de l’auteur ]

(20)

malement utilis´ees par les humains pour ex´ecuter des devoirs qu’ils ont jour-nellement `a g´erer. Ces fonctions appartiennent au domaine intellectuel, au domaine ´emotif ainsi qu’au domaine pratique.

Un exemple pris dans le domaine intellectuel est celui de la s´erie de contre-exemples au raisonnement d´eductif, soit qu’ils soient entendus comme reduc-tio ad absurdum dans un raisonnement formel, soit comme falsificareduc-tion pour un raisonnement empirique (scientifique ou non)6 .

Un autre exemple int´eressant est repr´esent´e par les formes de raison-nement ambigu¨es qui utilisent des m´etaphores, des double sens, de l’ironie et, en g´en´eral, un raisonnement analogique, comme celles qui peuvent ˆetre appliqu´ees aux contextes de fiction.

En ce qui concerne le domaine ´emotif, une importante litt´erature, th´eorique ou exp´erimentale en psychologie (cf. [114], [106], [149], [139], [86], mais surtout [115]) a soutenu l’hypoth`ese que le raisonnement contrefactuel accomplit des fonctions diff´erentes selon qu’il institue une comparaison en-tre la r´ealit´e et un sc´enario meilleur (le soi-disant conen-trefactuel upward ), ou entre la r´ealit´e et un sc´enario pire (contrefactuel downward ).

Dans le cas upward, le raisonnement contrefactuel peut amener le repentir (quand le sujet per¸coit qu’il n’a pas fait tout ce qu’il aurait dˆu faire pour rejoindre un objectif fix´e), le regret (quand le sujet a fait quelque chose qui a port´e pr´ejudice `a quelqu’un - soi-mˆeme ou un autre sujet - alors qu’en ´evitant d’ex´ecuter l’action il aurait aussi ´evit´e le dommage).

Un autre effet du raisonnement contrefactuel upward est d’amplifier les ´emotions douloureuses quand le sujet comprend que, avec une petite mo-dification du pass´e, sa situation actuelle serait vraiment meilleure. Le but suprˆeme du contrefactuel upward serait alors de g´en´erer chez le sujet - au moment o`u celui-ci se trouve face `a une situation analogue `a celle sur laquelle

6

Pizzi, en [126], dit: “Ragionamenti in cui si ipotizza qualcosa della cui verit`a non si `e sicuri, o addirittura qualcosa della cui falsit`a si `e sicuri, sono di uso corrente non solo nelle scienze formali ma anche nelle scienze empiriche e nella sfera del senso comune.” (“Rai-sonnements dans lesquels on fait l’hypoth`ese qu’une chose dont on n’est pas sˆur qu’elle soit vraie, ou, encore plus fort, dont on est sˆur qu’elle soit fausse, sont commun´ement utilis´es non seulement dans les sciences formelles, mais ´egalement dans les sciences empiriques et dans le domaine du sens commun ”) [traduction de l’auteur ].

(21)

il a raisonn´e contrefactuellement - un rappel douloureux qui l’am`ene `a ´eviter de r´ep´eter les erreurs du pass´e.

Les phrases suivantes donnent un exemple pour chacun des cas :

• Contrefactuel upward exprimant le repentir : “Si j’avais ´etudi´e davantage, j’aurais r´eussi mon examen ”;

• Contrefactuel upward exprimant le regret: “Si je n’avais pas pass´e la fin de la semaine pr´ec´edente en fˆetes, j’aurais r´eussi mon examen”;

• Contrefactuel upward amplifiant les sensations douloureuses: “Si j’´etais arriv´e ne serait-ce qu’une seconde avant, j’aurais pu prendre l’avion ”.

Le contrefactuel downward, quant `a lui, est source d’´emotions positives telles que l’orgueil et la satisfaction ; c’est le cas lorsque, grˆace `a l’intervention de l’individu raisonnant, des ´ev´enements n´egatifs, qui auraient pu arriver, sont ´evit´es ; une autre ´emotion positive est le soulagement quand on se trouve `a un pas de la catastrophe mais que celle-ci, grˆace `a un d´etail apparemment insignifiant, se ne produit pas. Aussi dans ce cas, le but suprˆeme devrait ˆetre de conduire l’individu `a prendre des d´ecisions plus ad´equates grˆace au rappel des ´emotions positives ressenties dans des situations similaires.

• Contrefactuel downward exprimant l’orgueil : “Si je n’avais pas ´etudi´e aussi fort, je n’aurais pas r´eussi mon examen ”;

• Contrefactuel downward exprimant le soulagement : “Si j’´etais rest´e sous l’arbre quelques instants de plus, la foudre m’aurait frapp´e”. Le troisi`eme domaine, le pratique, comprend l’individualisation de sous-objectifs lorsque la d´emarche pour atteindre un objectif final est tr`es com-plexe, la construction de sch´emas d’action alternatifs, le contrˆole de plans formul´es dans le pass´e et, par cons´equent, la pr´evision de l’issue des plans futurs.

(22)

C’est essentiellement sur cette troisi`eme dimension qu’est centr´ee notre ´etude et sa l´egitimation est ´etablie par le fait que le raisonnement contrefac-tuel est consid´er´e comme particuli`erement important pour l’agent rationnel, plus encore que pour un sujet g´en´erique rationnel.

En d’autres termes, le raisonnement contrefactuel est particuli`erement utile pour tous les processus cognitifs finalis´es vers l’action, car il permet d’explorer diff´erentes strat´egies alternatives.

La pens´ee rationnelle acquiert un avantage ´enorme grˆace au raisonne-ment contrefactuel car celui-ci rend explicite deux sc´enarios en mˆeme temps : le contrefactuel et le factuel (par contraste). Pour soutenir cette th`ese, les psychologues Ruth Byrne et Alessandra Tasso ont conduit une ´etude empi-rique [29] dans laquelle, grˆace `a quatre exp´erimentations, elles ont montr´e le pouvoir d’explicitation des deux sc´enarios alternatifs que le raisonnement contrefactuel poss`ede :

Reasoners represent explicitly the case mentioned in the condi-tional, and they keep track of the possibility that there may be alternatives to it7.

[Deductive reasoning with factual, possible, and counterfactual conditionals, p.727]

De plus, les exp´erimentations semblent indiquer que le processus d’explici-tation inh´erent aux contrefactuels a des effets positifs sur la r´ealisation des devoirs assign´es aux sujets.

On this account, we can also make the further prediction that the initial understanding of a counterfactual is more difficult than the initial understanding of a factual conditional, because the coun-terfactual requires the construction of multiple models. Once this extra work is completed, however – as the results of these

experi-7

Les sujets raisonnants repr´esentent explicitement le cas mentionn´e par le conditionnel, et ils gardent trace de la possibilit´e qu’il y ait une alternatives `a celui-ci. [traduction de l’auteur ]

(23)

ments have shown – it provides a richer basis for the subsequent tasks of deduction, verification, and falsification8.

[Deductive reasoning with factual, possible, and counterfactual conditionals, p.738]

Le syst`eme th´eorique que Byrne et Tasso utilisent pour rendre compte de r´esultats obtenus qui ne soient pas – du moins dans les intentions – formels, semble cependant inadapt´e pour le discours global que l’on veut tirer de cette th`ese ; les ´evidences empiriques semblent conforter l’intuition, que nous partageons avec Byrne et Tasso, selon laquelle le contrefactuel fournit une valeur ajout´ee sp´ecifique au bagage cognitif d’un sujet rationnel.

En ce qui concerne l’action rationnelle, l’utilit´e du raisonnement contre-factuel d´ecoule de l’´eventuelle possibilit´e ou – plus fr´equemment – de l’im-possibilit´e de v´erifier dans la r´ealit´e les effets d’une action ; c’est le cas pour le pilote oblig´e de juger dans la r´ealit´e (plutˆot qu’avec des hypoth`eses contre-factuelles) que toutes les manoeuvres de vol sont correctes ; c’est ´egalement la situation du savant oblig´e de v´erifier “ dans la r´ealit´e ” la validit´e d’une loi scientifique qui fait abstraction de tout frottement (comme la loi d’inertie).

Toutefois, ce type d’avantage relatif `a l’action, n’est pas l’apanage du rai-sonnement contrefactuel ; il appartient aussi `a d’autres types de rairai-sonnement hypoth´etique, par exemple au raisonnement hypoth´etique de la possibilit´e. En d’autres termes, le mˆeme pilote peut raisonner contrefactuellement : “ Si je n’avais pas vir´e, j’aurais percut´e les cˆables de l’haute tension ”, mais il peut ´egalement raisonner sur la possibilit´e : “ Si je ne vire pas maintenant, je percuterai les cˆables de l’haute tension ”.

Quel avantage peut offrir le contrefactuel en comparaison du raisonnement hypoth´etique de la possibilit´e ? L’avantage d’avoir un point fixe, c’est-`a-dire de savoir comment les choses se sont pass´ees r´eellement.

8

Sous cet aspect, nous pouvons aussi faire la pr´ediction ult´erieure que la compr´ehension initiale d’un contrefactuel est plus difficile que la compr´ehension initiale d’un conditionnel factuel, car le contrefactuel demande la construction de plusieurs mod`eles. Quand ce travail pr´eparatoire est r´ealis´e, toutefois – ainsi que les r´esultats de ces exp´erimentations l’ont montr´e – il donne une base plus riche pour les actions de d´eduction, de v´erification et de falsification qui lui succ`edent. [traduction de l’auteur ]

(24)

Pour reprendre l’exemple pr´ec´edent, le pilote sait qu’en virant il a ´evit´e les cˆables de haute tension et il peut utiliser cette information (ainsi que d’autres informations qu’il peut d´eduire de celle-ci) pour raisonner sur l’hypoth`ese contrefactuelle ; dans le second cas, l’agent peut seulement croire qu’avec cette manoeuvre il va ´eviter l’obstacle, mais il ne peut pas en ˆetre sˆur9.

Domaines d’application possibles pour le

contrefactuel

Bien que l’´etude des contrefactuels puisse apparaˆıtre au premier regard com-me un simple exercice intellectuel, il semble que son utilit´e comcom-mence `a ˆetre largement reconnue, tant il a acquis de l´egitimit´e dans un nombre tou-jours plus grand de disciplines pour lesquelles il est devenu un instrument fondamental.

Il existe par exemple une s´erie d’´etudes qui conjuguent jurisprudence et psychologie criminelle (cfr. [149], [33], [161], [118]), dans lesquelles le contre-factuel est utilis´e pour ´evaluer les circonstances att´enuantes ou aggravantes d’un d´elit ou pour comprendre si l’action de l’accus´e est la v´eritable cause du dommage souffert par la victime (ce qui dans le jargon juridique est d´efini comme conditio sine qua non).

En ´economie, l’usage des contrefactuels a ´et´e essentiellement appliqu´e dans deux branches sp´ecifiques : la th´eorie des d´ecisions ([56], [119]) et la th´eorie des jeux ([15], [14], [13], [151], [80]), le contrefactuel y est de-venu un puissant instrument heuristique, en particulier dans les situations d’information imparfaite.

En ce qui concerne la psychologie, en plus des travaux d´ej`a signal´es qui ´etudient les contrefactuels et les situations g´en´erant diff´erents types de con-trefactuels, il existe des ´etudes dans lesquelles les contrefactuels sont utilis´es

9

Quand nous disons que l’agent sait ce qui s’est pass´e, nous n’entendons pas que l’agent “ croit que A et A est vrai ”, comme on l’a souvent soutenu dans le cadre de la “ tradition ” philosophique, mais plutˆot que, dans la th´eorie que l’agent utilise pour raisonner sur celle qu’il croit ˆetre la r´ealit´e A est vrai ; au contraire, dans le cas hypoth´etique de la possibilit´e, A ne prend pas une valeur de v´erit´e d´efinie dans la mˆeme th´eorie.

(25)

beaucoup plus comme instruments d’analyse que comme objets d’analyse ; c’est le cas de l’´etude de psychoses telles que l’autisme, dans lequel, selon la lecture qui identifie en partie le syndrome autistique avec l’incapacit´e du sujet `a ´elaborer une th´eorie du mental (cf. par exemple, [4] et surtout [30], qui recueille une longue s´erie d’articles sur le sujet), le raisonnement con-trefactuel peut ˆetre interpr´et´e comme un des moyens dont dispose l’individu pour ´elaborer une th´eorie du mental en direction des autres.

Dans le domaine de l’intelligence artificielle, il y a eu des ´etudes dirig´ees vers l’application du contrefactuel dans le planning et dans le diagnostic des erreurs (`a ce propos cf. surtout l’avant-gardiste [67] ; d’int´eressantes remarques existent aussi dans [87] et [41]).

A cot´e de ces d´eveloppements qui sont pour la plus part acad´emiques, il y a un courant, particuli`erement f´econd lors des derni`eres ann´ees, dans lequel recherche scientifique et production litt´eraire se confondent et cr´eent une soi-disant “ histoire virtuelle ”. D’un cˆot´e, on ´etudie l’importance historique de certains ´ev´enements, en imaginant des issues vari´ees pour des batailles d´ecisives ou des attitudes strat´egiques diff´erentes pour des g´en´eraux et des condottieres (c’est le cas d’ouvrages comme [157], [55] et [43]), de l’autre cˆot´e, on cr´ee des r´ecits et romans fantaisistes `a partir de l’alt´eration d’un fait historique, dans un cadre historiographique fid`ele `a la r´ealit´e – ou pr´esum´e tel (comme en [158], [148] et [84]). Pour saisir comment les reconstructions historiques soign´ees et les cr´eations purement fantaisistes se mˆelent dans ce genre de litt´erature, on peut se reporter `a une partie de l’introduction de l’anthologie d’essais r´ealis´ee par Robert Cowley [43]:

Et si une ´epid´emie myst´erieuse n’avait pas frapp´e les assaillants assyriens de J´erusalem en 701 avant J.C., aurait-on eu une reli-gion h´ebra¨ıque ? Ou le Christianisme ? Prenons des faits d’une dur´ee de l’ordre de la fraction de seconde : Qu’est-ce qui se se-rait pass´e si la trajectoire d’une hache de guerre n’avait pas ´et´e interrompue et si Alexandre, ˆag´e de 21 ans, avait ´et´e tu´e avant de devenir “ Magnus ” ? Ou si Cort´es, qui fut quasiment captur´e pendant le si`ege de Tenochtitl´an, l’actuelle Mexico City, avait r´eellement ´et´e fait prisonnier ? Il est tr`es probable que les jeunes ´

(26)

sur leurs confins m´eridionaux. Essayons aussi de consid´erer le rˆole du hasard : si, dans la guerre civile am´ericaine, le c´el`ebre “ ordre perdu ” n’avait pas ´et´e vraiment perdu, il est probable que, comme James M. McPherson l’a ´ecrit, les ´Etats Conf´ed´er´es seraient rest´es ind´ependants. Un “ ordre perdu ” analogue a in-fluenc´e l’issue de la bataille de la Marne en Septembre 1914 et, en cons´equence, la Premi`ere Guerre Mondiale elle-mˆeme.

[La storia fatta con i se, traduction de l’auteur ]

Le fonctionnement du raisonnement

contrefac-tuel

Tous les cas d´ecrits jusqu’ici ont en commun un sc´enario centr´e sur un pro-bl`eme `a r´esoudre et sur une s´erie de solutions envisageables entre lesquelles on peut choisir. Le raisonnement contrefactuel devient alors un instrument pour analyser et juger la qualit´e des choix effectu´es. Cette dimension prag-matique du raisonnement contrefactuel est justement celle que nous voulons approfondir dans ce travail ; la dimension pragmatique doit caract´eriser no-tre description th´eorique non seulement pour rechercher comment fonctionne celui-ci, mais aussi comment il est intrins`equement constitu´e.

Du cˆot´e du fonctionnement du raisonnement contrefactuel, notre hypo-th`ese de travail est qu’il s’oriente vers deux directions, identifi´ees par deux formes de rationalit´e :

• La rationalit´e moyens-buts : `a partir d’un ensemble d’assomptions et de pr´ef´erences consid´er´ees comme fixes et immuables, elle d´etermine un objectif et applique sa fonction critique-dialectique aux diff´erents moyens disponibles pour l’atteindre ;

• La rationalit´e ex-post : `a partir d’un ensemble de moyens (capa-cit´es, ressources), consid´er´es comme fixes et immuables, elle soumet `a la critique dialectique les pr´ef´erences/assomptions pour d´eterminer un objectif que l’on peut atteindre `a partir des moyens `a disposition.

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Intuitivement, le premier type de rationalit´e semble r´eductible `a un proces-sus de r´evision des ´el´ements dans une th´eorie, au contraire le second semble plutˆot correspondre `a la prise d’une nouvelle perspective, c’est-`a-dire `a l’at-titude qui consiste `a revoir le mˆeme probl`eme `a la lumi`ere d’une th´eorie diff´erente.

C’est pourquoi le syst`eme `a adopter pour traiter le raisonnement contre-factuel doit ˆetre capable de repr´esenter en mˆeme temps les op´erations qui se passent dans les th´eories et celles qui se passent entre les th´eories, capable d’expliquer conjointement le caract`ere circonscrit de certains raisonnements et l’importance des relations qui existent entre les processus de raisonnement conduits sur la base d’assomptions diff´erentes.

Une th´

eorie contextuelle pour le raisonnement

contrefactuel

L’id´ee de laquelle nous partons pour d´ecrire notre th´eorie est que cette th´eorie devrait rendre compte le plus clairement possible de la fa¸con dont un agent rationnel ´elabore un processus de raisonnement contrefactuel10.

A notre avis, l’id´eation d’une hypoth`ese contrefactuelle (et du raisonne-ment cons´equent) est un processus de pens´ee qui en pr´esuppose un autre : celui de la s´election de l’information que l’agent juge ad´equat pour raisonner sur l’argument sp´ecifique.

Ce processus de s´election est central et il est aussi crucial pour la d´etermination de l’issue du raisonnement contrefactuel car, selon les infor-mations et les r`egles que l’agent d´ecide d’utiliser, le processus cit´e donne des r´esultats diff´erents. Nous consid´erons donc cette caract´eristique comme une chose `a laquelle on ne peut pas renoncer car elle permet d’expliquer d’une part le fait que des agents diff´erents peuvent ´elaborer des raisonnements con-trefactuels avec des r´esultats contraires en consid´erant le mˆeme probl`eme et, d’autre part, elle rend compte du fait que le mˆeme agent, quand il a

con-10

Une formulation pr´eliminaire des intuitions qui nous ont conduit `a la d´ecision de traiter le raisonnement contrefactuel dans une perspective contextuelle est contenue en [57].

(28)

naissance de nouvelles informations, peut modifier largement ses processus de raisonnement, jusqu’`a en fausser les r´esultats.

En outre, c’est toujours de ce processus de s´election que d´epend le choix entre ce qui est factuel et ce qui est contrefactuel car, par exemple, si un agent se trompait sur le v´eritable ´etat des choses, il pourrait consid´erer comme factuel ce qu’un “ observateur externe ” jugerait comme contrefactuel et vice-versa ; mais le effets pratiques de son raisonnement (par exemple, les actions qu’il ferait `a partir de ce raisonnement), seraient toujours li´es `a son interpr´etation et non plus `a la r´ealit´e observ´ee par l’autre observateur (un exemple qui montre ce ph´enom`ene est d´ecrit dans la section 4.6).

Cette relativit´e et cette flexibilit´e des concepts de factuel et contrefactuel sont tr`es importantes pour l’´etude des th´eories scientifiques, en raison de leur nature provisoire et de la fr´equence des situations dans lesquelles les savants provenant de diff´erentes communaut´es scientifiques attribuent des signifi´es diff´erents aux mˆemes ´ev´enements et o`u certains voient une variable l`a o`u les autres envisagent une constante et vice-versa. De quelque mani`ere que ce soit, lorsqu’une th´eorie scientifique est consolid´ee dans une communaut´e, elle est trait´ee comme si elle d´ecrivait les faits (c’est-`a-dire comme si elle ´etait factuelle) et les autres th´eories sont per¸cues comme contrefactuelles ; toutefois, cette perspective peut ˆetre chang´ee `a tout moments.

En d’autres termes, un agent poss`ede, `a notre avis, une base de connais-sance tr`es grande et articul´ee11mais qui n’est pas imm´ediatement disponible

dans sa totalit´e lorsqu’il commence `a r´esoudre un probl`eme.

Cela r´esulte de plusieurs causes ; et prioritairement pour des causes “ ´economiques ” : si un agent devait prendre en consid´eration tout ce qu’il sait avant de pouvoir formuler un plan ou ´etablir une strat´egie, les processus d´ecisionnels seraient beaucoup plus lents et dispendieux. De plus, la base de connaissance d’un agent pourrait contenir des informations contradictoires qui auraient ´et´e apprises dans des circonstances vari´ees. Nous voulons, au

11

Compte tenu des objectifs de ce travail, il n’est pas indispensable de distinguer entre une base de connaissance ´enorme et indistincte et une base partag´ee en sous-domaines structur´es entre eux ; si nous pr´ef´erons la seconde th`ese, c’est parce que cette image est plus proche de l’id´ee que nous soutenons, selon laquelle un agent situ´e face `a un probl`eme `a r´esoudre, active chaque fois une portion sp´ecifique de ses connaissances.

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contraire, rendre compte du fait que l’agent peut choisir de consid´erer comme vrai un fait en raisonnant dans un contexte et comme vraie la n´egation du mˆeme fait en raisonnant dans un contexte diff´erent12. En outre, comme on l’a

d´ej`a signal´e, des agents diff´erents peuvent avoir des perspectives divergentes relativement `a un probl`eme pris isol´ement, sans que cela conduise `a tomber dans le relativisme absolu, car c’est la mˆeme s´election de l’information servant `a identifier le contexte factuel duquel on part qui d´etermine les contraintes que le raisonnement contrefactuel doit satisfaire et la coh´erence du raisonne-ment contrefactuel chez l’agent est donc subordonn´e `a sa capacit´e d’identifier l’information appropri´ee pour raisonner sur un probl`eme sp´ecifique13.

Comme Tetlock et Belkin remarquent en [156]:

Different investigators will inevitably emphasize somewhat diffe-rent criteria in judging the legitimacy, plausibility, and insight-fulness of specific counterfactuals. It would be a big mistake, however, to confuse epistemic pluralism (which we accept up to a point) with an anything-goes subjectivism (which we reject and which would treat all counterfactual claims as equally valid in their own way)14.

[Counterfactual Thought Experiments in World Politics]

12

Un exemple peut ˆetre utile pour pr´eciser ce point. Supposons qu’un agent croit que la loi de Newton sur la gravitation universelle soit fausse d’apr`es la th´eorie einsteinienne de la relativit´e ; une assertion qui d´ecoulerait de cette loi de Newton serait consid´er´ee par l’agent comme contrefactuelle par rapport `a un probl`eme g´er´e par la relativit´e einsteinienne. Le mˆeme agent pourrait toujours juger vraie (et la fixer comme telle dans l’hypoth`ese du raisonnement) la loi de gravitation universelle newtonienne en r´esolvant un probl`eme de physique `a l’´echelle “ terrestre ”. Dans ce contexte, les assertions qui d´erivent de la loi de Newton seraient consid´er´ees, chez cet agent, comme “ factuelles ”.

13

Nous ne pouvons pas exclure que notre position puisse ˆetre jug´ee, selon la citation de Tetlock et Belkin, comme “ sujetivisme du tout va bien ”, car pour elle le processus de raisonnement d’un psychotique qui raisonnerait `a partir de ces fantaisies serait tout `a fait l´egitime, si celles-ci gardaient leur coh´erence interne. L’int´erˆet premier de notre th´eorie est qu’elle d´ecrit une proc´edure de raisonnement correcte, au-del`a de l’ad´equation des pr´emisses desquelles elle part.

14

Des investigateurs diff´erents souligneront in´evitablement les crit`eres de fa¸con diverse en jugeant la l´egitimit´e, la plausibilit´e et la capacit´e d’approfondissement de contrefac-tuels sp´ecifiques. Ce serait vraiment une erreur grossi`ere que de confondre le pluralisme

(30)

Pour terminer, s’il ´etait vrai que, au moment de prendre une d´ecision, un agent a `a sa disposition tout ce qu’il sait, il serait difficile d’expliquer le fait que les agents commettent souvent des erreurs tr`es banales, mˆeme dans des domaines o`u ils sont experts.

Pour toutes ces raisons, l’hypoth`ese que la base de connaissance dans sa totalit´e soit le point de d´epart des raisonnements nous semble inadapt´ee. Au contraire, nous pensons qu’il est plus sens´e de soutenir que les agents, pour raisonner sur des probl`emes sp´ecifiques, “ d´ecoupent ” une portion de cette base de connaissance et l’utilisent pour construire la th´eorie partielle dont ils useront pour raisonner sur le probl`eme, c’est-`a-dire ce qu’on appelle, selon la d´efinition fournie en [20], contexte ou th´eorie de travail (working context).

Cette op´eration est pr´eliminaire par rapport `a celle que le sujet r´ealise quand il formule une hypoth`ese contrefactuelle et d´eveloppe, `a partir de celle-ci, un raisonnement ´egalement contrefactuel.

Dans notre mod`ele, c’est `a partir du choix initial des axiomes `a utili-ser dans le raisonnement sp´ecifique que le contexte factuel et le contexte contrefactuel ´emergent, grˆace au fait qu’ils sont situ´es dans une certaine re-lation de compatibilit´e (que nous appelons dans ce cas sp´ecifique rere-lation de contrefactualit´e). Selon les diff´erents syst`emes d’axiomes qui peuvent ˆetre as-sum´es chez un agent, on d´eterminera diff´erents couples de contextes factuels et contextes contrefactuels relatifs au mˆeme probl`eme.

Au niveau intuitif, confront´e avec un ´enonc´e contrefactuel auquel il doit assigner une valeur de v´erit´e, l’agent doit :

1. d´ecider prioritairement, quelles sont les lois g´en´erales qu’il peut utiliser pour raisonner sur le probl`eme qu’il doit r´esoudre ;

2. v´erifier ce que se passe dans la “ r´ealit´e ” ; 3. poser une hypoth`ese contrefactuelle ;

4. d´eduire les cons´equences de cette hypoth`ese `a partir des lois g´en´erales qu’il a s´electionn´ees ;

´epist´emique (que nous acceptons jusqu’`a un certain point) avec un sujetivisme du type “ tout va bien ” (que nous rejetons et qui traiterait les assertions contrefactuelles comme tout `a fait valides `a leur mani`ere). [traduction de l’auteur ]

(31)

5. estimer la valeur de v´erit´e de l’´enonc´e contrefactuel.

Ces ´etapes, au niveau logique, correspondent aux op´erations suivantes : 1. construire l’ensemble de tous les mod`eles possibles de la situation (`a

tra-vers toutes les combinaisons envisageables des termes du langage, parmi lesquelles on ´eliminera toutes celles qui contredisent les axiomes) ; 2. construire le contexte factuel en choisissant, dans les interpr´etations

re-stantes, celles o`u l’ant´ec´edent et le cons´equent de l’´enonc´e contrefactuel sont tous les deux faux ;

3. construire le contexte contrefactuel, en choisissant, parmi les inter-pr´etations possibles, celles o`u l’ant´ec´edent de l’´enonc´e contrefactuel est vrai ;

4. v´erifier la valeur de v´erit´e du cons´equent de ces interpr´etations : si dans toutes les interpr´etations restantes elle est vraie, alors l’´enonc´e contre-factuel sur lequel on ´etait en train de raisonner est valable ; si dans toutes les interpr´etations elle est fausse, alors l’´enonc´e semifactuel cor-respondant est valable ; si, au contraire, dans certaines interpr´etations elle est vraie et dans autres fausse, alors la valeur de v´erit´e de l’´enonc´e n’est pas d´eterminable `a partir de ces axiomes, c’est-`a-dire, dans cette th´eorie.

La cons´equence la plus importante d´erivant du fait d’assumer cette approche est que, sur une telle base, il n’est pas possible d’affirmer cat´egoriquement la v´erit´e ou la fausset´e d’un ´enonc´e contrefactuel, parce que sur le mˆeme couple ant´ec´edent-cons´equent on peut construire un nombre n, pouvant ˆetre infini, de couples de contextes factuels-contrefactuels, chacun d’entre eux ´etant individualis´e `a partir d’une relation de contrefactualit´e diff´erente.

Ce sc´enario d´etermine aussi une conception diff´erente de ce qu’est le “ factuel ” : ce n’est plus ce qui est vrai dans le monde r´eel (ou, en tous cas, dans un monde possible), mais ce que est vrai dans une th´eorie, c’est-`a-dire dans tous les mod`eles locaux d’un contexte individualis´e par une relation de compatibilit´e sp´ecifique.

(32)

Cet approche ´evoque un courant de la philosophie de la science des ann´ees 1900 ([82], [58], [91], [47], [127]), qui insiste sur l’impossibilit´e absolue d’affirmer la v´erit´e ou la fausset´e d’un ´enonc´e scientifique sans le replacer dans la tradition scientifique sp´ecifique ou, encore mieux, dans le paradigme th´eorique particulier `a partir duquel il a ´et´e g´en´er´e.

Cette approche peut ´egalement ˆetre mise en rapport avec le pr´ecepte linguistique que l’on pourrait qualifier d’holisme et qui est largement partag´e par notre notions de sens commun, selon lequel un mot gagne en signification uniquement dans le cadre d’un discours.

Le “ cas scientifique ” et le “ cas linguistique ” semblent tous deux sou-ligner que la v´erit´e et la fausset´e des ´enonc´es ou, en derni`ere analyse, leur signification, d´ependent d’une s´erie de r`egles qui ne sont pas g´en´erales et donn´ees une fois pour toutes, mais qui sont relatives `a un domaine sp´ecifique et c’est pr´ecis´ement ce domaine qui doit fournir une structure interpr´etative. Le point de vue privil´egi´e n’est donc plus celui de la r´ealit´e m´etaphysique, mais celui de la perspective cognitive particuli`ere de l’agent rationnel, qui ne fait plus des op´erations sur des ´enonc´es dans une th´eorie qui lui est donn´ee au d´epart, mais, au contraire, qui agit directement sur les th´eories qu’il construit au fur et `a mesure express´ement pour r´esoudre les probl`emes sp´ecifiques. Ceci serait confirm´e `a la fois par la v´elocit´e avec laquelle les agents font certains raisonnements, rapidit´e difficilement explicable si l’on consid`ere que ces agents peuvent prendre en consid´eration toute l’information qu’ils ont `a leur disposition, et `a la fois par le fait qu’ils arrivent souvent `a des conclusions diff´erentes quand ils obtiennent de nouvelles informations et, d’une certaine fa¸con, construisent une th´eorie nouvelle.

Les diff´erences entre ces deux types d’approche et les cons´equences qui en d´ecoulent pour la repr´esentation de la connaissance et pour les processus de raisonnement sont bien expliqu´ees en [19].

Un autre avantage du formalisme que nous avons choisi d’utiliser est celui de rendre beaucoup plus facile la repr´esentation du raisonnement, car celui-ci se d´eroule dans le contexte, qui est un ensemble de mod`eles, donc un objet partiel, qui n’assigne pas une valeur de v´erit´e `a tous les termes du langage qui le caract´erisent, mais seulement `a ceux desquels on veut parler dans la th´eorie. Le processus de raisonnement dans ce cas met uniquement en jeu

(33)

une partie limit´ee de l’information disponible et ceci rend les op´erations plus rapides et faciles.

Pour mieux comprendre les diff´erentes mani`eres de passer de la s´emantique des mod`eles locaux (SML) par rapport, par exemple, aux th´eories bas´ees sur des objets complets tels que ceux de la logique modale avec les mondes possibles ; on peut citer un exemple devenu classique, celui propos´e par Kit Fine relatif `a Nixon et `a l’holocauste.

Au cours d’une p´eriode de crise internationale, Nixon est assis dans la fameuse “ chambre des boutons ” ; nous savons que, heureusement, Nixon n’a pas appuy´e sur le bouton, mais Fine demande, “ si Nixon avait appuy´e sur le bouton, il y aurait eu l’holocauste nucl´eaire ” est-il un ´enonc´e vrai ou faux ?

Pour r´epondre `a cette question, les th´eoriciens des mondes possibles doi-vent comparer le monde duquel ils partent (par simplicit´e, on consid`ere que celui-ci est le monde r´eel) et les diff´erents mondes alternatifs. Pour cela, ils ont besoin d’assigner une valeur de v´erit´e `a tous les ´enonc´es du langage con-cernant chaque monde possible. Une fois que cette assignation a ´et´e faite, il faut ordonner les mondes selon leur ressemblance avec le monde duquel on est parti.

Ici apparaˆıt le probl`eme remarqu´e par Fine : dans le cas de Nixon, les th´eoriciens des mondes possibles (en particulier Lewis, contre lequel Fine dirige sa critique) affirmeront que l’´enonc´e contrefactuel ci-dessus est vrai, mais est-ce que cela signifie qu’un monde dans lequel il y aurait l’holocauste serait plus similaire au monde r´eel qu’un monde dans lequel il y aurait une panne du circuit ´electrique et o`u il n’y aurait pas d’holocauste ?

Maintenant on n´eglige dans ce contexte la solution propos´ee par Lewis, qui implique des miracles, petits et grands, et on se concentre sur la nature des diff´erentes r´eponses fournies par la SML.

En premier lieu, on construit dans la SML un contexte contenant tous les facteurs que l’agent retient comme n´ecessaires pour le raisonnement qu’il doit entreprendre et les axiomes qu’il entend utiliser : ce contexte consistera en un ensemble de toutes les interpr´etations possibles (r´esultant de la combi-naison des termes express´ement s´electionn´es pour raisonner sur le probl`eme) qui respectent les axiomes et les contraintes impos´ees par l’´enonc´e

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contre-factuel sur lequel on est en train de raisonner (dans le cas o`u l’ant´ec´edent et le cons´equent seraient faux). De la mˆeme fa¸con, on construit le contexte contrefactuel qui contient les interpr´etations qui respectent les axiomes et les contraintes (dans le cas o`u l’ant´ec´edent de l’´enonc´e contrefactuel serait vrai). L’´etape suivante consiste `a v´erifier quelle est la valeur de v´erit´e du cons´equent du contrefactuel dans toutes les interpr´etations contenues dans le contexte contrefactuel.

La solution qui a ´et´e fournie au probl`eme de Fine est essentiellement diff´erente de celle propos´ee par les th´eoriciens des mondes possibles : si la th´eorie de d´epart “ dit quelque chose ” de la panne du circuit ´electrique, la valeur de v´erit´e de l’´enonc´e contrefactuel d´ependra aussi du fait que la panne ait lieu ou non dans le contexte contrefactuel, autrement cela n’aura aucune influence. Si, par ailleurs, dans le contexte factuel on parle d’une panne ´electrique qui a effectivement eu lieu, mais que, dans le contexte contrefactuel il n’y a aucune hypoth`ese express´ement soutenue relative `a la panne, au contraire des s´emantiques `a mondes possibles on serait amen´e `a consid´erer des mondes possibles dans lesquels la panne aurait eu lieu et aussi ceux dans lesquels ¸ca se ne serait pas pass´e, car tous sont compatibles avec le raisonnement contrefactuel en objet.

A ce point, la question de la ressemblance disparaˆıt compl`etement car, `a travers le choix de la th´eorie sur laquelle on veut raisonner, on choisit aussi les facteurs qui doivent ˆetre pris en consid´eration dans le raisonnement et, une fois que le choix a ´et´e fait, il n’y a pas d’ordonnancements `a ´etablir, il faut seulement aller regarder ce qui se passe dans les interpr´etations satisfaisant `a certaines contraintes ; en d’autres termes, on n’´etablit aucune hi´erarchie entre les mod`eles locaux (contrairement `a ce que se passait avec les mondes possibles), on prend tous ceux et seulement ceux qui satisfont aux contraintes pos´ees par la relation de compatibilit´e.

Ainsi, au-del`a des ´el´ements qu’on a s´electionn´es et sur lesquels on est en train de raisonner, tout le reste peut ˆetre pareil ou diff´erer ´enorm´ement de la situation de d´epart : au de-l`a de ces ´el´ements, les interpr´etations les plus simi-laires et celles qui divergent le plus ont le mˆeme poids dans la d´etermination de la valeur de v´erit´e de l’´enonc´e contrefactuel, lequel est vrai ou faux dans une th´eorie.

(35)

En conclusion, ce sont deux aspects principaux – strictement li´es entre eux – qui d´eterminent le choix pour la SML.

La premi`ere caract´eristique est de permettre d’´etablir la valeur de v´erit´e ou de fausset´e d’un contrefactuel de fa¸con diff´erente selon la th´eorie qui sert de base pour effectuer l’´evaluation. Cette caract´eristique entraˆıne comme co-rollaire, la capacit´e d’exprimer la non-unicit´e du raisonnement contrefactuel, c’est-`a-dire le fait que, `a la diff´erence du conditionnel mat´eriel, le contre-factuel peut changer de valeur de v´erit´e en ajoutant une pr´emisse15. Ce

ph´enom`ene, dans la SML, correspond `a la construction d’un contexte factuel diff´erent et, cons´equemment, d’un contexte contrefactuel ´egalement diff´erent. La seconde particularit´e est relative `a la description de la fa¸con dont se passe l’assignation de la valeur de v´erit´e en ´enonc´e contrefactuel, laquelle a lieu `a travers une proc´edure aussi simple que faillible, mais qui n’oblige pas l’agent `a consid´erer toutes les caract´eristiques de la situation qu’il est en train de vivre et des situations dans lesquelles il aurait pu se retrouver, mais seulement les caract´eristiques des situations s´electionn´ees sur la base de la th´eorie qu’on est en train d’utiliser.

Une formalisation du raisonnement

contrefac-tuel bas´

ee sur la SML

L’un des buts principaux de ce travail est de trouver une syst´ematisation formelle qui soit apte `a repr´esenter les caract´eristiques du raisonnement contrefactuel que nous avons remarqu´ees.

L’intuition de fond qui nous a conduits `a ce choix est que le raisonnement contrefactuel est un type particulier de raisonnement contextuel, c’est-`a-dire un raisonnement qui a lieu dans et `a travers des domaines circonscrits. Si ces domaines, comme on l’a expliqu´e en [10], sont d´ecrits comme ´etant ca-ract´eris´es par trois propri´et´es : la partialit´e, l’approximation et la

perspec-15

Comme dans l’exemple ci-dessus: “ Si Nixon avait appuy´e sur le bouton, il y aurait eu l’holocauste ” peut ˆetre vrai et, en mˆeme temps, “ Si Nixon avait appuy´e sur le bouton et il s’il y ait eu une panne dans le circuit ´electrique, il y aurait eu l’holocauste ” peut ˆetre fausse.

(36)

tive, les relations qui existent entre eux peuvent, en partie, ˆetre d´ecrites comme des variations du niveau de partialit´e, du degr´e d’approximation ou de perspective.

Le raisonnement contextuel et, avec lui, le raisonnement contrefactuel peuvent ˆetre d´ecrits et repr´esent´es en termes d’op´erations sur et entre des domaines partiels, approximatifs et prospectifs.

`

A partir de cette id´ee, nous avons choisi d’utiliser, pour la construction du syst`eme formel, un syst`eme logique (et la s´emantique qui s’y rapporte) ; ce syst`eme a ´et´e pens´e dans le but de repr´esenter le raisonnement contextuel et il s’est montr´e tr`es efficace pour r´esoudre toute une s´erie de probl`emes qui apparaissent lors de l’´etude de cette forme de raisonnement. Ce syst`eme logique prend le nom de Syst`emes MultiContexte (ou MultiContext Systems) et la s´emantique correspondante est la S´emantique `a Mod`eles Locaux (ou Local Model Semantics).

Les Syst`emes MultiContexte sont compos´es par th´eories (les contextes) li´es l’un `a l’autre par des types de liens particuliers. Du point de vue synta-xique, les contextes sont des th´eories caract´eris´ees pour chacune d’entre elles par un langage, un ensemble d’axiomes et un ensemble de r`egles d’inf´erence `a eux-mˆemes. Le lien entre un contexte et un autre s’´etablit grˆace `a la pr´esence de r`egles qui permettent d’importer et d’exporter l’information ; ces r`egles sont dites r`egles pont(ou bridge rules).

Sur le plan s´emantique, un contexte est un ensemble de mod`eles locaux (un mod`ele local est un mod`ele classique `a la Tarski), qui entretiennent entre eux des relations appel´ees relations de compatibilit´e, qui rendent explicite le type de contraintes qui doit exister entre deux contextes pour qu’ils puissent ˆetre d´eclar´es compatibles selon la notion sp´ecifique de compatibilit´e que l’on formalise `a ce moment l`a.

Dans notre travail, nous avons essay´e de fournir une s´erie de d´efinitions s´emantiques pour le raisonnement contrefactuel en construisant un Sy-st`eme MultiContexte sp´ecifique compos´e de couples de contextes fac-tuel/contrefactuel, dans lesquels la relation existant entre ces couples est une relation de compatibilit´e sp´ecifique, que nous avons qualifi´ee de relation de contrefactualit´e, construite en utilisant des contraintes sp´ecifiques que ces contextes doivent satisfaire pour pouvoir ˆetre d´efinis respectivement comme

(37)

factuel et contrefactuel.

Un raisonnement contrefactuel est donc un processus qui a lieu en-tre deux contextes d´etermin´es par deux faits (qui sont l’ant´ec´edent et le cons´equent de l’´enonc´e contrefactuel), qui sont tous les deux faux dans un cas (dans le contexte factuel) et dont l’un au moins est vrai dans l’autre cas (l’ant´ec´edent dans le contexte contrefactuel). Un processus d’inf´erence a lieu dans le contexte contrefactuel et la conclusion de ce processus est im-port´ee dans le contexte factuel et exprim´ee `a travers un pr´edicat relatif aux deux faits (le pr´edicat dit que l’ant´ec´edent et le cons´equent ont une relation contrefactuelle).

Naturellement, le mˆeme contexte factuel peut ˆetre connexe `a plusieurs contextes contrefactuels `a travers des relations de contrefactualit´e diff´erentes et le mˆeme rapport factuel/contrefactuel existant entre deux contextes peut ˆetre invers´e s’il est ´etabli par une relation de contrefactualit´e diff´erente et ces deux propri´et´es rendent le syst`eme fortement diff´erent de ceux qui constituent la vision standard en philosophie.

Structure du travail

La th`ese est structur´ee en trois parties ; une premi`ere partie dans laquelle on introduit le formalisme qui a ´et´e utilis´e pour d´ecrire la repr´esentation et le fonctionnement du raisonnement contrefactuel et dans laquelle on fait la comparaison avec d’autres formalismes ou d´eveloppements intuitifs fournis pr´ec´edemment ; dans la seconde partie, le raisonnement contrefac-tuel est appliqu´e `a certaines dimensions du raisonnement pratique, avec le but de montrer comme celui-ci peut constituer un instrument de rai-sonnement tr`es efficace ; enfin, dans la troisi`eme partie on trace les lignes g´en´erales des d´eveloppements futurs possibles, essentiellement en direction des applications.

La premi`ere partie montre le chemin qui nous a conduits `a l’´elaboration de notre syst`eme formel en partant de l’analyse qui a ´et´e r´ealis´ee, surtout dans les trente derni`eres ann´ees, dans le domaine de la philosophie du lan-gage, finalis´ee dans l’´etude de la s´emantique des conditionnels contrefactuels (chapitre 2), en passant en revue les th´eories, d´evelopp´ees en premier dans

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le domaine de la psychologie cognitive et de l’intelligence artificielle et qui interpr`etent le contrefactuel comme un ph´enom`ene de raisonnement mais, dans le premier cas, sans fournir aucun mod`ele formel et, dans le second cas, en fournissant des mod`eles qui n’utilisent que certaines des propri´et´es que nous consid´erons comme caract´eristiques de ce type de raisonnement (chapi-tre 3). Le chapi(chapi-tre 4 pr´esente le syst`eme formel que nous avons d´evelopp´e en utilisant la S´emantique `a Mod`eles Locaux, une logique pour le raisonnement contextuel qui est d´ej`a bien rod´ee dans la r´esolution de probl`emes sp´ecifiques, ´emergeant surtout dans la sph`ere de l’intelligence artificielle.

La deuxi`eme partie, quant `a elle, est structur´ee en trois chapitres : le chapitre 5 introduit les concepts-cl´e du raisonnement pratique et fournit les fondements de notre analyse, qui d´etermine une ligne directrice relative au probl`eme de la rationalit´e et qui peut ˆetre suivie selon deux sens oppos´es : des pr´ef´erences aux moyens `a se procurer pour rejoindre un objectif et des moyens disponibles `a de nouvelles pr´ef´erences, qui d´eterminent la formation de nouveaux objectifs ; les deux chapitres suivants, le 6 et le 7 montrent comment le raisonnement contrefactuel peut s’appliquer aux deux formes de rationalit´e.

Enfin, la troisi`eme partie, consacr´ee aux d´eveloppements futurs, introduit bri`evement des domaines d’application du raisonnement contrefactuel actuel-lement envisageables, tels que la rationalit´e scientifique, les agents artificiels et les sc´enarios multi-agents et elle fournit une description pr´eliminaire d’une mani`ere possible pour g´erer ces domaines `a partir du framework d´etermin´e auparavant.

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(40)

Introduzione: condizionali

controfattuali e ragionamento

controfattuale

“Contrariwise” continued Tweedledee, “If it was so, it might be; and if it were so, it would be; but as it isn’t, it ain’t. That’s logic.”1 [Lewis Carroll]

Il tema centrale di questa tesi `e il ragionamento controfattuale: a cosa ser-ve, quando e perch´e gli esseri umani lo utilizzano, quali sono (se esistono) il suo senso e la sua utilit`a ma, soprattutto, quali processi cognitivi che gli agenti razionali svolgono o possono svolgere sono caratterizzati da una di-mensione controfattuale e quale sistema teorico pu`o rendere conto in maniera soddisfacente di questo diffuso e pervasivo fenomeno.

Prima di cominciare, `e utile fare chiarezza su cosa si intende per controfattuale e, pi`u precisamente, per ragionamento controfattuale.

1

“Al contrario” continu`o Tweedledee, “Se cos`ı fosse, potrebbe essere; e se cos`ı fosse, sarebbe; ma, siccome non `e, non `e. Questa `e logica.” [traduzione mia]

(41)

Qualche definizione

Citiamo di seguito la definizione fornita dall’Oxford Companion for Philosophy:

A counterfactual is a conditional whose antecedent is false (typi-cally, in philosophical practice, known to be false). The term is usually reserved for those (non-truth-functional) counterfactuals which are not true in virtue simply of their antecedent’s falsity. Lawlike generalizations support counterfactuals: ‘Sugar dissolves in water’ licenses ‘If this sugar cube were dropped in water it would dissolve’; but ‘All coins in my pocket are silver’ does not yield ‘If this penny were in my pocket it would be silver’2.

[The Oxford Companion for Philosophy]

Da questa definizione sembrerebbe quindi potersi inferire che per controfat-tuale si intende un fenomeno legato a una certa forma verbale, nella fattispe-cie, condizionale. Tuttavia, esistono due buone ragioni per le quali `e sensato non limitare l’analisi della controfattualit`a all’analisi dei condizionali.

La prima `e che esistono vari modi di esprimere la controfattualit`a che non richiedono di esplicitare per intero il condizionale, per esempio mantenendo implicita la struttura grammaticale dell’antecedente o del conseguente, come in:

Averlo saputo, non mi sarei preoccupato (1.1)

Ho perso il treno, altrimenti sarei arrivato puntuale (1.2)

2

Un controfattuale `e un condizionale il cui antecedente `e falso (tipicamente, nella prati-ca filosofiprati-ca, ritenuto falso). Il termine `e abitualmente riservato a quei controfattuali (non verofunzionali) che non sono veri semplicemente in virt`u della falsit`a del loro antecedente. I controfattuali si basano su generalizzazioni conformi alla legge: ‘Lo zucchero si dissolve nell’acqua’ autorizza ‘Se questo cubetto di zucchero fosse immerso nell’acqua si dissolve-rebbe’; ma ‘Tutte le monete nella mia tasca sono d’argento’ non porta a concludere ‘Se questo penny fosse nella mia tasca sarebbe d’argento’. [traduzione mia]

(42)

Se la cupola di San Pietro viene portata a 1000 K allora emette luce3 (1.3)

Niente Hitler, niente bomba atomica4 (1.4)

oppure addirittura esprimendo la controfattualit`a attraverso un singolo con-cetto che comprende sia la descrizione dello stato in cui un determinato oggetto si trova, sia la descrizione dello stato in cui si troverebbe date al-cune (diverse) circostanze, come `e il caso dei predicati disposizionali, di cui un esempio `e l’aggettivo “solubile” citato nella definizione dell’Oxford Companion for Philosophy.

Claudio Pizzi in [126] fornisce una spiegazione molto chiara del moti-vo per il quale tali predicati disposizionali siano sottesi da una dimensione controfattuale:

In primo luogo, la presenza dei controfattuali nel linguaggio `e poco apparente perch´e a volte usiamo costrutti linguistici in cui essi non compaiono in modo esplicito. Se dico che la zolletta che ho di fronte `e solubile nel caff`e ci`o implica che se fosse stata mes-sa nel caff`e si mes-sarebbe sciolta: dove l’ipotesi `e certamente falmes-sa in quanto, se si fosse verificata, non avrei nemmeno di fronte la zolletta di zucchero di cui sto parlando. Predicati come solubile, irascibile, fragile ecc. sono detti disposizionali perch´e descrivo-no la disposizione di un ente a reagire a determinati stimoli in circostanze possibili di qualche tipo.

[Il Ragionamento Controfattuale, p.86]

La seconda – e pi`u importante – ragione per la quale `e bene non fermarsi alla loro analisi linguistica `e che, qualunque sia la forma grammaticale attra-verso la quale essi vengono espressi, i controfattuali rappresentano un tipo specifico di forma di ragionamento (in altri termini, un’operazione cognitiva) e, come tali, le loro istanze possono essere combinate tra loro o con istanze

3

Esempio portato da Maria Luisa Dalla Chiara e Giuliano Toraldo di Francia in [34], p.68.

4

(43)

di altre forme di ragionamento, possono essere iterati e inseriti in processi di ragionamento pi`u ampi e complessi.

Interpretata secondo questa seconda accezione, la controfattualit`a appa-re come una dimensione costitutiva della razionalit`a umana, incarnata dalla capacit`a, che gli umani possiedono, di astrarre da alcuni tratti di una situa-zione che percepiscono come reale, di immaginare delle situazioni alternative a questa, di ragionare all’interno dei confini di tali scenari alternativi rica-vando delle informazioni che sono rilevanti per la situazione reale, ma che da questa non potevano essere direttamente inferite.

In modo molto simile John Pollock in [129] descrive quello che definisce ragionamento supposizionale, che altro non `e se non il ragionamento ipotetico, di cui quello controfattuale `e una sottoparte specifica:

The employment of subsidiary arguments comprises suppositional reasoning, wherein we suppose something “for the sake of the ar-gument”, reason using the supposition in the same way we reason about beliefs and interests nonsuppositionally, and then on the basis of conclusions drawn using the supposition we draw further conclusions that do not depend upon the supposition. [. . . ] Wi-thin the supposition, we reason as if the supposed propositions were beliefs, using all the rules for adoption and interest that were discussed in connection with linear reasoning5.

[Interest driven suppositional reasoning, p.427]

5

L’impiego di argomenti sussidiari comprende il ragionamento supposizionale, nel quale supponiamo qualcosa “per amor di discussione”, ragioniamo usando la supposizione nello stesso modo in cui ragioniamo non supposizionalmente su credenze e interessi e quindi, sulla base delle conclusioni ottenute usando la supposizione, traiamo ulteriori conclusioni che non dipendono dalla supposizione. [. . . ] All’interno della supposizione, ragioniamo come se le proposizioni supposte fossero credenze, usando tutte le regole per l’adozione e l’interesse che sono state discusse relativamente al ragionamento lineare. [traduzione mia]

(44)

Le funzioni del ragionamento controfattuale

Il ragionamento cos`ı definito svolge una serie di funzioni tanto eterogenee quanto importanti nelle inferenze di senso comune normalmente utilizzate dagli esseri umani in vista dell’esecuzione dei compiti che quotidianamente si ritrovano a dover affrontare.

Tali funzioni appartengono sia alla sfera intellettuale, sia a quella emotiva, sia a quella pratica.

Un esempio tratto dalla sfera intellettuale `e la generazione di controesem-pi al ragionamento deduttivo, sia essa intesa come reductio ad absurdum in un ragionamento formale che come falsificazione per un ragionamento em-pirico (scientifico o meno)6. Un altro esempio interessante sono le forme di

ragionamento “ambigue”, cio`e che fanno uso di metafore, doppi sensi, iro-nia e in generale di ragionamenti analogici, come quelli che possono essere applicati a contesti di fiction.

Per quanto riguarda la sfera emotiva, un’ampia letteratura sia teorica che sperimentale in psicologia (vedi [114], [106], [149], [139], [86], ma soprat-tutto [115]) ha sostenuto l’ipotesi che il ragionamento controfattuale assolva compiti diversi nel caso in cui istituisca il paragone tra la realt`a e uno scena-rio migliore (i cosiddetti controfattuali upward ), oppure tra la realt`a e uno scenario peggiore (controfattuali downward ).

Nel caso upward, il ragionamento controfattuale pu`o indurre rimpianto (quando il soggetto percepisce di non aver fatto tutto il possibile per rag-giungere un obiettivo che ha fallito), rimorso (quando il soggetto ha fatto qualcosa che ha danneggiato qualcuno – se stesso o un altro soggetto – ed evitando di compiere qualche azione che ha invece compiuto avrebbe potuto evitare insieme anche il danno). Altro effetto del ragionamento controfat-tuale upward `e quello di amplificare le emozioni dolorose quando il soggetto realizza che, con una leggerissima modifica del passato, la sua situazione at-tuale sarebbe decisamente migliore. Il fine ultimo del controfatat-tuale upward sarebbe allora quello di ingenerare nel soggetto – nel momento in cui questi

6

Pizzi, in [126], afferma: “Ragionamenti in cui si ipotizza qualcosa della cui verit`a non si `e sicuri, o addirittura qualcosa della cui falsit`a si `e sicuri, sono di uso corrente non solo nelle scienze formali ma anche nelle scienze empiriche e nella sfera del senso comune.”

Figura

Figura 1.1: Costruzione di coppie di controfattualit`a
Figura 4.1: La scatola magica
Figura 4.2: Compatibilit`a tra punti di vista
Figura 4.3: Contesti di credenza (SMC)
+5

Riferimenti

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