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In che modo la semantica a modelli locali `e adatta a rappre-

`e adatta a rappresentare il ragionamento

controfattuale

La prima riflessione che ci ha condotto nella direzione della semantica a mo- delli locali `e relativa al fatto che, quando si formulano ipotesi controfattuali, in realt`a, data anche la complessit`a del tipo di ragionamento, si tende a iso- lare solo alcuni aspetti del problema che si sta esaminando e a inquadrare tale problema in una determinata prospettiva.

A questo punto crediamo di poter affermare che le teorie basate sui mondi possibili (e quelle a esse equivalenti) portino con s´e una conseguenza controin- tuitiva, cio`e che un agente, ragionando su un’ipotesi controfattuale, debba considerare tutta la conoscenza che ha a disposizione relativamente al mondo

reale e, prima di poter valutare un enunciato controfattuale, debba conside- rare il valore di verit`a di tutti gli enunciati relativi al mondo (o a quella porzione di mondo) formulabili nel suo linguaggio.

La nostra ipotesi `e invece che il soggetto ragionante costruisca apposi- tamente uno spazio di ragionamento parziale (quello racchiuso dal contesto controfattuale appunto), il quale `e costruito a partire da un contesto di lavoro (quello contenente solo quelle credenze dell’agente, relative a quella limitata porzione della realt`a sulla quale si sta ragionando, che questi ha esplicita- mente presenti e che impiega per formare la teoria particolare che utilizza per quel ragionamento).

Va precisato che formalmente un contesto `e un insieme di modelli (quelli che vengono definiti modelli locali), ognuno dei quali pu`o essere visto come un modello classico (`a la Tarski). Proprio questa caratteristica `e all’origine della parzialit`a tipica del contesto, poich´e in esso le formule del linguaggio non devono necessariamente acquisire un valore di verit`a definito, dal momento che esse potrebbero essere vere in alcuni modelli del contesto e false in altri. Determinante nella scelta di assumere la prospettiva della semantica a modelli locali nella nostra analisi dei controfattuali `e stata la constatazione del fatto che tutti i suoi concetti basilari sono fortemente adatti a descrivere il fenomeno del ragionamento controfattuale.

In primo luogo, ci pare appropriato affermare che, quando ragioniamo controfattualmente, in qualche modo creiamo una nuova teoria, con dei pre- supposti diversi rispetto a quelli che utilizziamo quando ragioniamo su por- zioni di realt`a; questi presupposti possono essere, banalmente, una diversa assegnazione di valori di verit`a ad alcune formule del linguaggio (quando poniamo un’ipotesi controfattuale, il pi`u delle volte quello che facciamo con- siste semplicemente nell’affermare la verit`a di un enunciato falso in quella che chiamiamo la “situazione reale” o viceversa); oppure, pi`u raramente, un diverso insieme di assiomi (`e possibile violare ipoteticamente dei principi che consideriamo inviolabili allorch´e ragioniamo sulla realt`a).

Inoltre, appare chiaro come i principi di localit`a e di compatibilit`a siano validi nel caso del ragionamento controfattuale. Per cominciare, parte del ragionamento controfattuale si svolge evidentemente su un terreno diverso rispetto a quello dei fatti reali, in uno spazio dotato di regole proprie (que-

sta `e la parte intracontestuale del ragionamento, che avviene all’interno del contesto controfattuale). Tuttavia, l’ipotesi controfattuale non `e qualcosa che nasca improvvisamente e sia avulsa da tutto, ha dei vincoli ben precisi che discendono dal fatto che l’ipotesi generalmente `e basata su un’osservazio- ne reale e di conseguenza il contesto controfattuale mantiene delle relazioni con il contesto dal quale viene originato. Queste relazioni costituiscono la dimensione intercontestuale.

Infine, la relazione che lega due contesti in maniera tale da renderli uno controfattuale rispetto all’altro incorpora molto spesso uno spostamento di focus relativo alla regione parziale che si sta analizzando (se facciamo rotolare una sfera su un piano, prima o poi questa si ferma, ma se fossimo in assenza di attrito, essa continuerebbe a muoversi di moto uniforme – ossia, la legge vale solo se la porzione in esame `e limitata a una zona sottoposta alle leggi d’attrito), o un cambiamento del livello di approssimazione dell’indagine (non `e vero che in un dato posto la temperatura `e sempre minore di 35 gradi, ma sarebbe vero se effettuassimo la misurazione tutti i giorni a mezzanotte – ovvero, le cose cambiano con l’aggiunta di un parametro di valutazione), o uno slittamento di prospettiva (io posso affermare che non `e vero che in questo momento la sedia si trova dietro al tavolo, ma lo sarebbe se fossi tu a pronunciare questa frase – poich´e la sedia e il tavolo sono posizionati uno dietro l’altra tra me e te), oppure una combinazione di questi processi [10].

Questo approccio presenta una serie di notevoli vantaggi: innanzitutto, un singolo enunciato controfattuale pu`o dare luogo alla formazione di una molteplicit`a di coppie di contesti fattuale/controfattuale, all’interno dei quali vengono condotti dei ragionamenti che portano a conclusioni molte volte diverse. La diretta conseguenza di ci`o `e il fatto che per non tutti gli enunciati controfattuali sia possibile determinare univocamente un valore di verit`a, ma la maggior parte di essi sar`a vero o falso a seconda del contesto controfattuale (compatibile con il contesto di partenza) all’interno del quale viene condotto il ragionamento.

Questo rispecchia il fatto che agenti diversi possono assentire o dissentire rispetto allo stesso enunciato e il fatto che anche lo stesso agente pu`o negare l’assenso a un enunciato al quale in un primo momento l’aveva dato, in se- guito a piccole precisazioni fornite da altri agenti; pensiamo a un agente che

affermi: “Se avessi saputo che c’era la coda in autostrada, ieri avrei preso il treno”, al quale un secondo agente replichi: “Ieri c’era lo sciopero dei tre- ni”, facendo concludere al primo: “Allora anche se avessi saputo della coda, non avrei preso comunque il treno”. Questo esempio mostra il carattere non monotono del ragionamento controfattuale. I differenti criteri di valutazione dell’enunciato controfattuale sono schematizzati nella figura 4.7, che rappre- senta il modello classico di Lewis che effettua la valutazione su una porzione di una sfera di mondi e nella figura 4.7 che, parallelamente, mostra come i vari contesti fattuali e, conseguentemente, controfattuali, siano costruiti a partire da una porzione del mondo; si noti inoltre che ciascun contesto pu`o avere un linguaggio suo proprio che normalmente non si identifica con tutto il linguaggio che un agente utilizzerebbe per parlare del mondo, ma solo con una parte di esso.

       

W

cF5 cCF5 cF1 cF2 cF3 cF4 cCF1 cCF2 cCF3 cCF4 W

Figura 4.7: Valutazione di un controfattuale `a la Lewis vs. SML Nel caso del ragionamento di senso comune, i contesti possono essere molto articolati (nel senso di composti da molti modelli locali) e tanto pi`u strut- turati quanto pi`u approfondita `e la conoscenza dell’oggetto di ragionamento da parte dell’agente e quanto pi`u `e importante per l’agente dare una rispo- sta corretta al problema. Di conseguenza, a partire da essi sar`a possibile costruire una miriade di contesti controfattuali costituiti da un alto numero di modelli locali; in questi casi sar`a quindi molto pi`u facile pervenire alla

situazione in cui un enunciato non `e n´e assolutamente vero n´e assolutamente falso.

Non `e da escludere, tuttavia, che in casi pi`u semplici (si pensi a un pro- blema statico a informazione perfetta nella teoria dei giochi, con un albero di alternative definito o a dei quesiti logici elementari, in cui vengono forniti a priori tutti gli elementi sui quali ragionare) – oppure quando si richiede una risposta in tempi molto brevi, questi contesti possono essere anche molto semplici, al limite composti di un solo modello locale.

Risulta a questo punto evidente che, seguendo questa linea di pensiero, l’elemento fondamentale attorno al quale tutte le nozioni in gioco prendono forma `e la relazione che sussiste tra due contesti, tale per cui uno venga considerato controfattuale rispetto all’altro.

La nostra analisi sposta il nucleo del fenomeno del controfattuale dall’enunciato e dalla relazione tra proposizioni alla relazione tra teorie.

Il vantaggio maggiore `e per`o forse quello offerto dal fatto che, facendo variare i vincoli sulla relazione di controfattualit`a, `e possibile rappresentare un’ampia gamma di fenomeni.

Questo significa che esisteranno un insieme di vincoli-base che determine- ranno quando un contesto `e controfattuale rispetto a un altro ma, a seconda del valore di verit`a che assume il conseguente del controfattuale all’interno dei modelli locali individuati dalla relazione di controfattualit`a, sar`a pos- sibile individuare anche altre tipologie di condizionali dell’irrealt`a, come le possibilit`a controfattuali (o might counterfactuals) e i semifattuali.

Un altro obiettivo `e quello di verificare se, modificando opportunamen- te certi vincoli, sia possibile rappresentare anche altri tipi di ragionamento supposizionale, come quello sulla possibilit`a e se, aggiungendone degli altri, sia possibile rappresentare i meccanismi di selezione (delle condizioni rilevan- ti o dei mondi possibili) che vengono utilizzati in altri approcci, come per esempio quelli basati sul minimo cambiamento (vedi Lewis, Stalnaker), per rappresentare diverse modalit`a di ragionamento controfattuale.

4.6

Prospettiva cognitiva e “metafisica” a