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2.2 Approcci “consequenzialisti”

2.2.1 Goodman e la cotenibilit`a

La prima posizione che andremo ad analizzare all’interno del paradigma con- sequenzialista `e quella di Nelson Goodman, che `e anche stata una delle prime in ordine di tempo a essere proposta.

Gi`a nei primi passaggi del suo celebre articolo [78], Goodman caratterizza la sua analisi in un modo che la contrappone agli approcci che sorgeranno in seguito all’interno degli studi sulle semantiche a mondi possibili:

[. . . ] the truth of statements of this kind [. . . ] depends not upon the truth or falsity of the components but upon whether the intended connection obtains16.

[The problem of counterfactual conditionals, p.10]

Questo `e un importante punto di distinzione rispetto agli approcci vero- funzionali: si afferma che non `e possibile in alcun modo costruire una tavola di verit`a per i controfattuali, ma che la loro essenza va ricercata nel tipo di legame che stabiliscono tra antecedente e conseguente.

Il secondo compito di Goodman `e quindi quello di scoprire in che cosa consiste questa connessione. Essa viene identificata con il legame che sussiste tra il conseguente del controfattuale (C) da una parte e l’antecedente (A) e

16

[. . . ] la verit`a di asserzioni di questo tipo non dipende dalla verit`a o falsit`a dei componenti ma dal fatto che si dia o meno la connessione intesa. [traduzione mia].

un insieme di asserzioni esprimenti le condizioni rilevanti che devono valere affinch´e C consegua da A.

Goodman parte allora alla ricerca di un criterio per identificare tali condizioni rilevanti:

It seems that we must elaborate our criterion still further, to characterize a counterfactual as true if there is some set S of true statements such that A · S is self-compatible and leads by law to the consequent, while there is no such set S0

such that A · S0

is self-compatible and leads by law to the negate of the consequent17.

[The problem of counterfactual conditionals, pp.15–16]

Tuttavia `e necessario escludere la possibilit`a che sia S a discriminare tra C e la sua negazione e specificare che deve essere la congiunzione di A con S a essere compatibile con C e non con −C:

Our rule reads that a counterfactual is true if and only if there is some set S of true sentences such that S is compatible with C and with −C, and such that A · S is self-compatible and leads by law to C; while there is no set S0

compatible with C and with −C and such that A · S0

is self-compatible and leads by law to −C18.

[The problem of counterfactual conditionals, pp.16–17]

Aggiungendo pezzo dopo pezzo, Goodman arriva a specificare completamen- te i vincoli che deve rispettare un controfattuale per essere giudicato vero, introducendo il concetto di cotenibilit`a:

17

Sembra che dobbiamo elaborare ancora meglio il nostro criterio, per caratterizzare un controfattuale come vero se c’`e qualche insieme S di asserzioni vere tali che A·S `e coerente e porta per legge al conseguente, mentre non c’`e un insieme S0tale che A · S0 `e coerente e

porta per legge alla negazione del conseguente. [traduzione mia]

18

La nostra regola dice che un controfattuale `e vero se e solo se c’`e qualche insieme S di enunciati veri tali che S `e compatibile con C e con −C e tale che A · S `e coerente e porta per legge a C; mentre non c’`e un insieme S0 compatibile con C e con −C e tale che A · S0

S, in addition to satisfying the other requirements already laid down, must not be merely compatible with A but ‘jointly tenable’ or cotenable with A. A is contenable with S, and the conjunction A · S self-cotenable, if it is not the case that S would not be true if A were19.

[The problem of counterfactual conditionals, p.18]

Dalla definizione di cotenibilit`a in termini di legame controfattuale tra A e S, `e facile intuire la ragione che ha spinto Goodman a parlare del problema dei controfattuali poich´e, come si pu`o notare, la nozione di cotenibilit`a, sulla quale Goodman basa l’assegnazione del valore di verit`a ai controfattuali `e a sua volta definita per mezzo di un controfattuale, con l’ovvia conseguenza di intrappolare l’argomento in un regresso all’infinito.

Lo stesso Goodman l’aveva di fatto gi`a segnalato nel suo articolo: But in order to determine whether or not a given S is cotenable with A, we have to determine whether or not the counterfactual ‘If A were true, then S would not be true’ is itself true. [. . . ] Thus we find ourselves involved in an infinite regressus or a circle; for cotenability is defined in terms of counterfactuals, yet the meaning of counterfactuals is defined in terms of cotenability20.

[The problem of counterfactual conditionals, p.19]

Un aspetto a nostro avviso molto importante dell’analisi di Goodman `e l’aver riconosciuto che la ricerca dei fatti rilevanti che costituiscono il solo tribunale

19

S, oltre a soddisfare gli altri requisiti gi`a elencati, non solo deve essere compatibile con A ma ‘unitamente tenibile’ o cotenibile con A. A `e cotenibile con S e la congiunzione A · S auto-cotenibile, se non si d`a il caso che S non sia vero quando A lo `e. [traduzione mia]

20

Ma per poter determinare se un dato S sia o meno cotenibile con A, dobbiamo deter- minare se il controfattuale ‘Se A fosse vero, allora S non sarebbe vero’ sia esso stesso vero o meno. [. . . ] Cos`ı ci troviamo avvolti in un regresso all’infinito o in un circolo; poich´e la cotenibilit`a `e definita in termini di controfattuali, e ancora il significato dei controfattuali `e definito in termini di cotenibilit`a. [traduzione mia]

per la valutazione di un controfattuale `e pi`u centrale rispetto alla ricerca di criteri di somiglianza per la classificazione di mondi possibili.

Se l’analisi di Goodman sotto un certo punto di vista sembra arenarsi sul regresso all’infinito, d’altra parte egli ha pur sempre il merito di aver segna- lato l’importanza della conoscenza di sfondo (rappresentata dagli enunciati cotenibili) nella valutazione del controfattuale, aprendo la strada a una linea di ricerca di criteri alternativi alla cotenibilit`a e non coreferenziali.