• Non ci sono risultati.

Identita 2.0 Analisi e riflessioni da un'esperienza empirica

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Identita 2.0 Analisi e riflessioni da un'esperienza empirica"

Copied!
84
0
0

Testo completo

(1)

1

Ringraziamenti

Desidero innanzitutto ringraziare il Professor Andrea Salvini per il suo aiuto e per la sua grande disponibilità e umanità dimostrata durante la stesura della mia tesi. Inoltre, ringrazio sentitamente la Dottoressa Irene Psaroudakis per le ore dedicate alla mia tesi e per essere sempre stata disponibile a dirimere ogni mio dubbio durante la stesura di questo lavoro.

Intendo poi ringraziare tutti i ragazzi della 4^B Lic.Scienze Umane del Liceo Scientifico Francesco Cecioni e i ragazzi del Cantiere Giovani Associazione Progetto Strada per la grande disponibilità, sensibilità, cordialità, simpatia e fiducia dimostrata nei miei confronti durante lo svolgimento delle interviste e naturalmente per le importanti parole sottolineate con tanta semplicità e spontaneità che sono risultate di vitale importanza per la stesura della mia tesi, ma in particolare vorrei ringraziare la Professoressa Cecilia Semplici e il Responsabile del Cantiere Giovanni La Sala per avermi dato piena disponibilità a svolgere le interviste con i loro ragazzi.

Inoltre, ho il desiderio di ringraziare, con tanto affetto, i miei genitori per avermi sempre stimolata a dare il meglio di me, mia sorella Giulia per avermi sempre ascoltata, Leonardo e la piccola Tia per avermi consolata e fatta sorridere nei momenti di sconforto, la mia grande amica Valentina per avermi sopportata e per l’aiuto dimostrato con i ragazzi del Cantiere Giovani e tutti coloro che in un modo o nell’altro mi sono stati sempre vicini.

(2)

2

Introduzione

Tale elaborato rappresenta un’analisi volta a comprendere l’importanza di uno dei fenomeni più discussi degli ultimi anni, ossia la nascita e l’ampia diffusione dei social network nelle nostre società. In sostanza, illustra il modo in cui i social network sono diventati parte della nostra quotidianità. Con lo sviluppo di questi nuovi strumenti, il nostro modo di comunicare e di relazionarci è cambiato enormemente, senza neppure accorgercene è entrato nella nostra quotidianità e ci ha catturati in modo semplice ed efficace.

L’obiettivo di tale elaborato è infatti quello di riuscire a comprendere l’impatto che i social network determinano nelle nostre vite, ma soprattutto nelle vite dei nativi digitali ossia degli adolescenti che sono i principali protagonisti di questo nuovo strumento in quanto assolutamente capaci nell’utilizzare i social network con particolare semplicità e destrezza, ma anche con naturalezza e spontaneità. Dunque, la scelta del tema è legata alla volontà di comprendere l’impatto che i social network possono determinare sull’identità degli adolescenti, ma anche l’impatto che possono determinare dal punto di vista relazionale e comunicativo durante una delle fasi più critiche della vita di ogni individuo, ossia l’adolescenza. Per fare ciò sarà necessario affrontare tematiche e concetti illustrate dai principali autori ed esperti sul tema e successivamente verificare se tali teorie hanno un riscontro reale sui giovani del nostro territorio.

Il primo capitolo, costituisce una sorta di analisi sui social network, il tentativo è quello di spiegare che cosa sono i social network, cercare di comprendere l’impatto sociale dei social network sugli individui che costituiscono la società oltre che comprendere il perché, ossia le motivazioni principale che ci spingono ad adoperare i social network. Per fare ciò sarà necessario andare a studiare i principali autori che si occupano da anni di tale aspetto come ad esempio Lee Rainie e Barry Wellman che hanno ampliamente affrontato tale argomento, in particolare, hanno cercato di indirizzare le loro ricerche sul concetto di networked individualism, gli autori usano tale termine per definire il “nuovo sistema

(3)

3

operativo sociale” in quanto sostengono che sia il termine che più di ogni altro descrive il modo in cui le persone si connettono tra loro, comunicano e scambiano informazioni, gli autori usano questa definizione anche perché sottolinea il fatto che le società, come i sistemi informatici, hanno strutture basate sui network, che offrono opportunità e vincoli, regole e procedure.

Il secondo capitolo, invece, rappresenta un’analisi sui principali contenuti riguardanti l’adolescenza in modo da riuscire a comprendere cos’è e in che modo riesce a portare a compimento il processo di formazione dell’identità. Per comprendere a pieno il concetto di identità, risulta inoltre necessario fare riferimento ad alcuni degli autori più importanti che sono i principali esperti del tema come Erik Erikson, ossia una delle figure chiave nella storia del concetto di identità nelle scienze sociali, ma anche due grandi autori come William James e George Herbert Mead, che più di altri, nel corso della storia hanno dato il loro contributo sul tema dell’identità. In un secondo momento sarà necessario concentrarci su quello che è l’impatto che i social network determinano sui giovani adolescenti cercando di andare a prendere in considerazione non solo i contro, ma anche i pro che i social network determinano sui nativi digitali e quindi sarà necessario andare a far luce su entrambe le facce dei social network.

Il terzo, ed ultimo capitolo, invece, nella prima parte cerca di illustrare i motivi che mi hanno spinta a scegliere Facebook come social network di riferimento per la ricerca andando a ricostruire la storia del social network più diffuso e amato tra gli adolescenti, oltre che cercare di riassumere quelli che sono i numeri della diffusione dei social network e di Facebook in Toscana. La seconda parte, invece, riassume i tratti più salienti delle interviste sottoposte a 12 ragazzi adolescenti frequentanti il Cantiere Giovani: Ass. Prog. Strada e la 4^B del Liceo Scientifico F. Cecioni, in modo da realizzare un confronto tra le teorie analizzate a la realtà circostante a me più vicina.

Lo strumento più adatto per raggiunger tale obiettivo è stata l’intervista semistrutturata. Si tratta di uno degli strumenti più importanti tra i metodi qualitativi, esso è caratterizzato dalla presenza di una traccia predefinita che riassume gli aspetti necessari da trattare. A ogni intervistato sono state sottoposte,

(4)

4

più o meno le stesse domande proprio nel tentativo di cogliere le dinamiche che stanno alla base del fenomeno e in modo da cogliere quelli che sono gli elementi più importanti per comprendere che tipo di influenza abbia Facebook nell’identità, ma anche nel modo di relazionarsi ed esprimersi degli adolescenti della città di Livorno.

(5)

5

CAPITOLO 1

I social network

Negli ultimi anni, a partire già dalla fine degli anni 90’, abbiamo assistito ad un grande boom dei tanto discussi social network. Si tratta di un argomento ampliamente discusso in ogni campo di ricerca sociale, in particolare da quelle discipline come la sociologia e la psicologia che si interessano e che cercano di scoprire l’impatto che questi nuovi mezzi di comunicazione hanno all’interno delle società e sugli individui in quanto primi utilizzatori. Naturalmente si tratta di un tema ampliamente diffuso e discusso non solo in ambito accademico e di ricerca, ma anche all’interno della società stessa composta da madri e padri preoccupati e perplessi circa l’impatto che i social network possono avere sui loro figli e sui giovani in generale.

Tali preoccupazioni sono generalmente legate alla convinzione che le tecnologie digitali, e in particolare Internet, possano avere effetti spiacevoli sui rapporti sociali fino a condurre gli individui all’isolamento in quanto troppo interessati a passare il loro tempo libero “soli” davanti all’interfaccia di un computer e nelle loro abitazioni private, piuttosto che in un rapporto faccia a faccia in un parco o in un bar della propria città in compagnia di un amico. Naturalmente un ruolo molto importante nella diffusione di tali notizie e preoccupazioni sono da associare al ruolo svolto dai media che molto spesso tendono a generalizzare gli avvenimenti per scopi puramente pubblicitari senza tener conto degli effetti che queste notizie potrebbero comportare all’interno delle nostre società.

A tal proposito risulta assolutamente necessario avere chiaro che cosa sono i social network e cercare di valutare e capire i pro e i contro di tale strumento ormai alla portata di tutti, a partire della parte più giovane della popolazione, ma anche dei segmenti più maturi di essa. Per fare ciò è molto importante

(6)

6

abbandonare ogni concezione o preconcetto legato ai social network per cercare di ampliare i nostri orizzonti culturali sul tema specifico.

1.Cosa sono i social network ?

Il punto di partenza è cercare di capire cosa sono i social network. Naturalmente, rispondere a tale domante non è alquanto semplice, ma se vogliamo definire tale concetto in termini puramente di definizione ci basta sapere che i social network altro non sono che i nuovi strumenti di comunicazione di massa, o più specificatamente una « piattaforma che consente all’utente di gestire la propria rete sociale »1.

Il secondo importante passo è quello di comprendere la differenza tra social media e social network. Per quanto riguarda i social media, possono essere definiti come un gruppo di applicazioni basate sul web 2.0 ossia « tecnologie che hanno lo scopo di far circolare messaggi e informazioni e che agiscono all’interno della società di massa »2, quindi possiamo intendere i social media come uno strumento per condividere contenuti e informazioni con un ampio pubblico. I social network, invece, come dice la parola stessa, rappresenta un reticolo, una rete costituita da persone, individui che condividono interessi di varia natura e che vanno a creare una vera e propria struttura sociale basata sulla conversazione, quindi come abbiamo affermato in precedenza, si tratta di piattaforme che vengono usate per gestire la propria rete sociale.

Un ulteriore e importante passo da fare è quello di cercare di comprendere l’impatto sociale dei social network sugli individui che costituiscono la società.

1

G.Riva, I social network, 2010, Il Mulini, pag 17

2

D.Bennato, Sociologia dei media digitali. Relazioni sociali e processi comunicativi del web

(7)

7

Autori come Lee Rainie e Barry Wellman hanno ampliamente affrontato tale argomento, in particolare, hanno cercato di indirizzare le loro ricerche sul concetto di networked individualism. Gli autori sopra citati usano tale termine per definire il “nuovo sistema operativo sociale” in quanto sostengono che sia il termine che più di ogni altro « descrive il modo in cui le persone si connettono tra loro, comunicano e scambiano informazioni. Usiamo questa definizione perché sottolinea il fatto che le società – come i sistemi informatici – hanno strutture basate sui network, che offrono opportunità e vincoli, regole e procedure »3 . Sostengono, inoltre, che questa definizione richiami in un certo senso le caratteristiche delle tecnologie più diffuse che appunto, funzionano grazie ai sistemi operativi. Quindi, in un certo senso, gli autori sottolineano come le caratteristiche dei sistemi operativi dei computer siano molto simili a quelle del sistema operativo che gestisce la rete sociale degli individui. Wellman e Rainie ritengono che come molti sistemi operativi tecnologici, anche il sistema operativo sociale sia: « personale – l’individuo si trova al centro in modo autonomo esattamente come quando opera attraverso il suo personal computer; multiutente - le persone interagiscono con interlocutori numerosi e differenziati; multitasking – le persone fanno molte cose; multi traccia – le fanno più o meno simultaneamente »4. Gli autori ritengono quindi che gli individui, in seguito allo sviluppo delle nuove tecnologie hanno cambiato il loro modo di comunicare, affermano che « sono diventate sempre più networked in quanto singoli individui, piuttosto che integrate in gruppi »5. Quindi, affermano tutto questo perché ritengono che le nostre società non siano più costituite intorno a ristrette gerarchie sociali e piccoli gruppi tra loro fortemente interconnessi (es: nuclei familiari), ma che ciò avvenga intorno a strutture organizzate e basate sui network ossia intorno a delle reti sociali che sono ampie e più differenziate rispetto alle organizzazioni sociali del passato. Al loro posto, infatti, si è sviluppato un nuovo ordine sociale strutturato intorno a reti sociali ampie e più differenziate. Quindi, come fortemente sottolineato sul testo di riferimento, Wellman e Rainie, sostengono che

3

L. Rainie, B Wellman, Networked. Il nuovo sistema operativo sociale,2012, Guerini Scientifica, pag 26.

4

Ibidem, pag 26

(8)

8

« il sistema operativo del networked individualism offre alle persone nuovi strumenti per risolvere i problemi e per soddisfare i bisogni: oggi gli individui hanno più libertà che in passato, perché hanno più spazio di manovra e maggiore capacità di agire in modo autonomo »6. Gli autori infatti, alla luce di tutto ciò, attribuiscono grande importanza alla diffusione di internet in quanto ha portato innovazione, ha permesso agli individui di fare un passo avanti. Rainie e Wellman sottolineano con grande fervore il loro sostegno nei confronti della diffusione di internet, nel considerare internet un elemento più che positivo e nel sostenere che tutte le varie forme di tecnologia dell’informazione e della comunicazione aiutino affettivamente le società/comunità e non che al contrario isolino le persone. Gli autori sostengono che « le tecnologie di oggi sono più integrate nella vita sociale di quanto lo fossero le tecnologie precedenti. Le persone non sono legate ai gadget, sono legate le une con le altre. Quando navigano su internet, non si isolano: al contrario, conversano con gli altri »7. Quindi si può ben capire come la nostra società si stia in un certo senso trasformando e adattando alle innovazioni, le persone con il passare del tempo hanno sempre più preso confidenza con le nuove tecnologie divenendo, utilizzando i termini di Wellman e Rainie, sempre più networked. Il tutto sta andando, cosi, a generare una rivoluzione della comunicazione e dell’informazione.

Assolutamente importante quindi è cercare di capire quale sia l’impatto di tale rivoluzione sulla vita degli individui networked.

Rainie e Wellman parlano di una tripla rivoluzione : la Rivoluzione delle Reti Sociali, la Rivoluzione di Internet e la Rivoluzione della Telefonia Mobile. In tale elaborato concentreremo la nostra attenzione verso la così detta Rivoluzione di Internet in quanto lo scopo principale sul quale intendiamo concentrarci riguarda proprio quello di capire qual’è l’impatto sociale dei social network sulla popolazione.

6

L. Rainie, B Wellman, Networked. Il nuovo sistema operativo sociale, 2012, Guerini Scientifica, pag 28

7

(9)

9

Per quanto riguarda la prima rivoluzione denominata Rivoluzione delle Reti Sociali, possiamo dire che ricopre un ruolo di particolare importanza infatti, gli autori sostengono che « la rivoluzione delle reti sociali ha offerto alle persone l’opportunità di andare oltre – e di stressare – il mondo dei gruppi coesi »8

. Tale rivoluzione ricopre un ruolo di rilievo in quanto ha reso possibile un importante passo avanti in ambito relazionale, ha consentito una diversificazione delle relazioni non più limitate ai gruppi coesi, ma ha offerto alle persone la capacità di espandere le loro possibilità di relazionarsi al mondo e di muoversi al suo interno in modo più esteso e libero dai confini gerarchici ristretti del passato.

Prima di passare alla Rivoluzione di Internet è necessarioillustrare anche l’importanza della cosi detta Rivoluzione della Telefonia Mobile, essa è molto evidente ai giorni nostri in quanto, con lo sviluppo dei tanto amati smartphone ha permesso alle persone un importante potere ossia quello della continua connessione. Gli individui sono assolutamente liberi di poter contattare amici e parenti in ogni momento della giornata senza nessuna limitazione di tempo e di spazio. Secondo gli autori, infatti, « la rivoluzione della telefonia mobile ha reso l’ITC un’appendice del corpo, che permette alle persone, ovunque si trovino, di connettersi liberamente con i propri amici e di accedere all’informazione »9

.

Ritornando alla Rivoluzione Internet è importante comprendere il ruolo che negli ultimi anni ha appunto, assunto internet nella nostra quotidianità. Secondo Rainie e Wellman, infatti, « la rivoluzione di internet ha attribuito agli individui un inedito potere comunicativo e una capacità di procurarsi informazioni senza precedenti »10

Internet rappresenta una tecnologia assolutamente rivoluzionaria che ha cambiato il nostro modo di pensare circa l’accesso alle informazioni. Il primo tentativo legato al trasferimento di informazioni (file) tra due computer risale al 1969 e bisognerà attendere quasi due anni per la prima e-mail. Per quasi più di venti anni internet è stata una tecnologia isolata, nel senso che era conosciuta e utilizzata da

8 L. Rainie, B Wellman, Networked. Il nuovo sistema operativo sociale, 2012, Guerini Scientifica,

pag 32

9

Ibidem, pag 32

(10)

10

una cerchia ristretta di persone in quando confinata all’interno di determinati luoghi come le università, alcune istituzioni e naturalmente aziende tecnologiche.

Verso gli inizi degli anni Novanta internet inizia a diffondersi all’interno della popolazione e inizia il suo grande decollo fino ai giorni nostri divenendo la più importante tecnologia che si sia mai diffusa nella storia. Possiamo asserire che nel giro di pochi anni internet si è affermato come una delle tecnologie più diffuse e apprezzate dalla società, si è totalmente integrato nella vita quotidiana di tutti proprio per le sue eccezionali caratteristiche in quando permette alle persone di connettersi in qualsiasi momento con amici e parenti, offre molte possibilità di arricchimento personale e di svago oltre che garantire l’accesso immediato verso una quantità sempre maggiore di informazioni utili non solo per fini personali come il divertimento, la salute e lo shopping, ma anche fini strettamente lavorativi, economici e finanziari.

Internet, come sottolineato dagli autori, ha attribuito alle persone un importante potere comunicativo e una straordinaria capacità ad assumere informazioni senza precedenti nella storia delle invenzioni tecnologiche che caratterizza le nostre società. In base a ciò, possiamo certamente iniziare ad affermare che le tecnologie aiutano le persone nella loro quotidianità, a mantenersi in contatto oltre che a gestire un ampio e diversificato insieme di relazioni che senza le nuove tecnologie non sarebbe stato certamente possibile.

Gli autori, naturalmente, sottolineano l’importanza di questa tripla rivoluzione in quanto ritengono che l’insieme di queste tre rivoluzioni abbia portato alla creazione del nuovo sistema operativo sociale.

Naturalmente bisogna tener conto che i cambiamenti introdotti dalla tripla rivoluzione non sono tutti solo positivi o solo negativi, ma bisogna considerare entrambe le facce della stessa medaglia in quanto alcuni portano benefici, mentre altri potrebbero portare svantaggi. Il tutto è legato alle modalità attraverso le quali le persone utilizzano tali strumenti, alle loro capacità di gestione e di controllo personale.

(11)

11

2. Perché usiamo i Social Network? Opportunità e Vincoli :

Negli ultimi dieci anni, come abbiamo affermato nelle pagine precedenti, il nostro modo di relazionarci, connetterci e ottenere informazioni ha subito una notevole trasformazione grazie allo sviluppo di internet. Con la nascita e lo sviluppo di quest’ultimo, le relazioni sociali si sono estese, i confini delle nostre reti sociali sono diventati sempre più ampi ed è divenuto sempre più importante riuscire a mantenere i contatti con componenti delle nostre reti sociali allargate. A tal proposito i social network hanno ricoperto un ruolo molto importante in quanto si caratterizzano come il più importante strumento di supporto alla propria rete sociale oltre che come potente strumento per creare la nostra esperienza sociale.

Quindi quali sono i motivi che ci spingono ad adoperare i social network ? La risposta non è alquanto banale, ma per riuscire a dare una risposta è assolutamente necessario fare riferimento alle riflessioni di alcuni importanti studiosi ed esperti sul tema. Uno di questi è appunto il sociologo americano Everett Rogers. L’autore afferma che per capire l’importanza di un’innovazione è assolutamente necessario fare riferimento al concetto di opportunità o anche detta affordance, in quanto ognuno di noi fa uso di un qualsiasi tipo di strumento, oggetto o gadget tecnologico con lo scopo di raggiungere un determinato obiettivo o per soddisfare un determinato bisogno. A tal proposito uno dei contributi più interessanti viene proprio dall’analisi di un’importante psicologo americano, Abraham Maslow.

“Lo psicologo distingue tra diversi tipi di bisogni: - bisogni fisiologici ossia i bisogni fondamentali, connessi con la sopravvivenza

(ad esempio avere fame, sete o sonno) - bisogni di sicurezza ossia quelli che devono garantire all’individuo un certo

grado di protezione e di tranquillità - bisogni associativi come ad esempio la necessità di sentirsi parte di un gruppo,

di essere amati ed amare come l’amicizia e l’affetto - bisogni di autostima ossia quelli legati alla necessità di essere rispettato,

(12)

12

approvato e di sentirsi competente e produttivo - bisogni di autorealizzazione ossia l’esigenza di realizzare se stessi”11.

In base alla cosi detta piramide dei bisogni di Maslow è possibile riuscire a capire come il livello di opportunità è assolutamente legato alle caratteristiche proprie del soggetto e soprattutto al bisogno che lo spinge all’azione.

Secondo alcune analisi condotte dal professore di Psicologia della comunicazione all’Università Cattolica di Milano, Giuseppe Riva, « i social network sono in grado di soddisfare una serie di bisogni, che vanno dal bisogno di sicurezza, a quello associativo, a quello di stima e di autorealizzazione »12. Ma Perché?

Riva sostiene che le persone, generalmente, adoperano i social network per comunicare con gli amici, con persone che conoscono personalmente piuttosto che con gli estranei quindi permettono di soddisfare bisogni di sicurezza, garantendo alle persone di poter comunicare con altre persone di cui si fidano e dalle quali cercano di ottenere un certo grado di tranquillità e protezione. Inoltre i social network permettono alle persone di comunicare e scambiare opinioni e punti di vista su alcuni importanti temi come la politica, l’economia e la finanza ma anche su questioni di svago, divertimento e perché no anche sentimentali o nella possibilità di trovare l’anima gemella. Per quanto riguarda i bisogni di autostima, Riva sostiene che i social network garantiscono alla persona che ne fa un buon uso la possibilità di essere apprezzato, rispettato e approvato dagli altri che lo scelgono come “amico” (se mi hanno scelto come amico, allora valgo!), allo stesso tempo, per quanto concerne l’ultima categoria alla quale Riva fa rifermento, possiamo dire che i social network rispondono anche ai bisogni di autorealizzazione proprio perché permettono al soggetto di raccontare se stesso non solo e non più tra le pagine circoscritte del diario personale, ma permettono alle persone di rendere evidenti, all’ampia platea che costituisce la rete, le proprie considerazioni e la propria creatività.

11

G.Riva, I social network, 2010, Il Mulino, pag 22-23

(13)

13

Quindi i social network possono essere considerati uno “spazio sociale ibrido” , in grado di offrire una risposta adeguata ai differenti bisogni dei differenti utenti che adoperano tale strumento. Riva afferma appunto che « i social network permettono di far entrare il virtuale nel nostro mondo reale e viceversa, offrendo a tutti noi uno strumento potentissimo per creare e/o modificare la nostra esperienza sociale. E proprio grazie all’interrealtà che possiamo usare i social network sia come strumento di supporto alla nostra rete sociale, sia come strumento di supporto alla nostra identità sociale, sia come strumento di analisi dell’identità sociale degli altri »13

I social network sono sempre più diffusi all’interno delle nostre società e, come ben sappiamo, sono diventati parte integrata della nostra quotidianità per tutte le questioni di cui abbiamo appena parlato, quindi se volessimo cercare di riassumere in pochi punti quelli che possono essere i motivi che ci spingono ad usare i social network, possiamo sottolineare che:

1) Ci permettono di relazionarci con i nostri amici in qualsiasi momento della nostra quotidianità perché superano ogni possibile vincolo temporale e spaziale tipico della relazione faccia a faccia che caratterizzava le epoche precedenti allo sviluppo dei social network e quindi di internet;

2) Ci permettono di allargare la nostra rete sociale in quanto ci rendono liberi di poter comunicare non solo con le persone che conosciamo personalmente, ma anche di conoscere nuove persone con le quali scopriamo di avere interessi comuni e con persone che non abbiamo mai incontrato fisicamente ;

3) Ci permettono di soddisfare e rispondere a importanti bisogni che vanno dal bisogno di sicurezza a quello associativo, a quello di stima e di autorealizzazione garantendoci un importante supporto sociale;

4) Ci permettono di sviluppare la nostra identità, ma anche di comprendere quella degli altri.

13

(14)

14

I motivi per i quali facciamo un ampio uso di internet e dei social network sono particolarmente evidenti, ma naturalmente, non tutti gli studiosi hanno una visione altrettanto positiva circa l’uso dei social network. Ci sono autori che sottolineano quelli che possiamo definire i “risvolti negativi” legati all’uso dei social network. A tal proposito risulta importante andare a comprendere il perché alcuni autori considerano i social network come un vincolo piuttosto che come un’opportunità.

La motivazione che sta alla base di tale considerazione negativa circa il mondo dei social network è legata al concetto di isolamento sociale. Gli autori più pessimisti, infatti, ritengono che le persone siano diventate sempre più isolate rispetto al passato, ad esempio, la scienziata sociale Sherry Turkle sostiene che quando le persone si immergono nel cyberspazio entrano in un mondo parallelo dimenticandosi del mondo reale. Sottolineano con fermezza l’impatto dannoso che le tecnologie possono avere sulle persone. Ma perché?

Diciamo che, grazie agli studi fatti da Lee Rainie e Berry Wellman, possiamo sottolineare in maniera abbastanza sintetica alcuni dei punti più importanti che ci permetto di capire il perché molti autori ritengono che i social network possano causare problemi sociali:

1) “ Ritengono che le persone passando troppo tempo davanti a internet tendono a distinguere il mondo virtuale dal mondo reale conducendo quasi totalmente due vite separate;

2) Ritengono che le relazioni debbano necessariamente basarsi su un tipo di rapporto faccia a faccia in quanto è l’unica forma di connessione sociale significativa che riconoscono come reale, di conseguenza non attribuiscono nessuna importanza alle e-mail, agli sms, ai post su Facebook ecc..;

3) Ritengono che internet e tutte le comunicazioni che avvengono sui social network abbiano una limitata capacità di trasmettere indicatori facciali come i movimenti del corpo, gli odori, le espressioni del viso ecc.. Ciò viene visto negativamente proprio perché in questo modo le relazioni

(15)

15

perdono di significato comunicativo, ma soprattutto che con il tempo si potrebbero atrofizzare”14

;

Nel corso degli anni del boom di internet e dei social network, si sono costituiti due diverse e contrapposte concezioni, quelle dei sostenitori delle tecnologie che ne sottolineano l’impatto positivo sulla società e quelli dei più pessimisti che enfatizzano un immagine assolutamente opposta fatta solo di individui ch evitano ogni interazione umana, isolati, che passano il loro tempo in un mondo parallelo contenuto all’interno di uno schermo del computer o di uno smartphone.

Naturalmente, la nascita e la successiva ampia diffusione di internet e con esso la nascita e lo sviluppo dei social network hanno determinato un cambiamento nel nostro modo di relazionarci, nel nostro modo di comunicare, condividere e assume informazioni, ma i dati smentiscono la possibilità di un atrofizzazione delle relazioni, anzi, sottolineano tutto il contrario ossia che al crescere dei contatti su internet aumentano anche i contatti di presenza. Il principale motivo per il quale facciamo un ampio utilizzo dei metodi di comunicazione di natura tecnologica sono per questioni di comodità e di maggiore velocità nello scambio di informazioni, le persone usano internet e gli smartphone per tenersi in continuo contatto e per organizzare incontri.

Quindi possiamo ben capire come i social network siano divenuti strumenti che non solo facilitano la comunicazione, ma anche i processi di aggregazione.

Negli ultimi anni, infatti, si è sviluppata un’importante disciplina, la scienza delle reti, anche detta social network analysis, « il cui obiettivo è, appunto, comprendere le proprietà delle aggregazioni sociali e delle modalità con cui queste si trasformano »15. Nonostante tale disciplina sia molto giovane, il suo contributo è particolarmente significativo in quanto ha permesso di individuare alcune importanti caratteristiche delle reti sociali, tra cui l’importanza dei legami deboli.

14

L. Rainie, B Wellman, Networked. Il nuovo sistema operativo sociale, 2012, Guerini Scientifica, pag 182

(16)

16

Come ben sappiamo non tutti i nostri legami sono uguali, ma variano di intensità, importanza e valore.

La Social network analysis, infatti, distingue tra legami deboli e legami forti: a tal proposito, un contributo molto importante proviene dal sociologo statunitense Mark Granovetter. Egli infatti definisce i legami forti come « legami a elevata intensità. Nell’ipotesi di Granovetter i legami forti sono legami che hanno la caratteristica di distribuirsi in cluster e di essere più transitivi rispetto ai legami deboli »16 come i vincoli di sangue, amicizia e vicinato, mentre i legami deboli sono « legami di minor intensità, minor coinvolgimento affettivo, minor frequentazione. Nell’ipotesi di Granovetter i legami deboli di costituiscono come ponti tra cluster differenziati »17, quindi è evidente come i legami forti, nella nostra quotidianità, svolgono un ruolo particolarmente importante, di supporto del soggetto, ma allo stesso tempo hanno un impatto molto meno significativo sulla capacità di allargamento della rete.

Quindi, in base alle considerazioni fatte da Granovetter, possiamo affermare che « i legami forti rafforzano l’individuo, mentre i legami deboli permettono di allargare la sua rete agendo da ponte verso nuovi soggetti e nuove esperienze »18.

Questo avviene perché, se inizio una conversazione con un “amico” (legame debole), perché scopro di avere un interesse in comune con lui, che è amico di un mio amico (legame forte), creo una nuova relazione amicale. Così facendo, tramite la nuova relazione potrò conoscere gli amici e poi gli amici dei loro amici, tutto ciò quindi, mi permetterà di allargare la mia rete perché entrerò in contatto con persone completamente diverse dalle persone che frequento normalmente nella mia quotidianità. Questo non può avvenire nel momento in cui la mia rete è composta solo da legami forti. Granovetter con le sue ricerche, infatti, sottolinea che « le reti composte da amici “veri”, essendo totalmente ordinate, cioè composte

16

A. Salvini, Analisi delle reti sociali. Teorie, metodi e applicazioni, 2007, Franco Angeli, pag 45

17

Ibidem, pag 45

(17)

17

solo da nodi congiunti, non hanno un impatto sulla distanza tra gli altri membri della rete »19

3.Cittadini e Nuove Tecnologie, qualche dato:

I dati presenti nelle seguenti pagine derivano dalla rilevazione Istat intitolato appunto “Cittadini e nuove tecnologie”. I dati risalgono all’anno appena concluso, il 2014.

In queste pagine faremo riferimento ai dati Istat per avere una chiara idea circa i numeri, ossia i dati dell’uso dei social network nel nostro territorio italiano. Risulta molto importante avere un’idea circa l’uso dei social network e delle tecnologie in quanto, solo in questo modo, possiamo avere una chiara visione circa l’importanza che questi nuovi mezzi di comunicazione hanno nelle nostre vite, ma soprattutto nella nostra quotidianità. I social network, sono ormai parte di noi, nel senso che rappresentano, un’integrazione del nostro corpo, non riusciamo più a farne a meno, accompagnano la nostra quotidianità non solo a lavoro, ma anche nel nostro tempo libero sia come svago, sia come mezzo principale per comunicare e messaggiare con i nostri amici. A tal proposito, nelle pagine che seguono, faremo un sunto circa i dati più rilevanti che caratterizzano gli utenti italiani.

Le rilevazioni Istat confermano che, nel 2014, rispetto all’anno precedente, la quota delle famiglie italiane che dispongono di un accesso a internet da casa e di una connessione a banda larga sia aumentato, ciò è particolarmente evidente tra le famiglie composte da almeno un minorenne. Sul versante opposto, invece, si trovano i nuclei familiari composti esclusivamente da persone anziane, over 65 che, appunto, si confermano quelle meno provviste di beni e servizi tecnologici.

(18)

18

Per quanto riguarda la divisione sul territorio, tutt’oggi, si verifica un lieve divario tecnologico tra il Nord e il Sud, le famiglie residenti nelle regioni del Centro e de Nord Italia si confermano le più equipaggiate di beni e servizi denominati ITC (circa il 66% delle famiglie del centro-nord rispetto al 57,3% delle famiglie residenti delle regioni del sud e delle isole).

Un elemento di particolare importanza è legato alle capacità di utilizzo degli ITC e di Internet, infatti, se più della metà delle famiglie italiane dispone di un accesso a internet e di una connessione a banda larga, la restante percentuale della popolazione non ha ancora un accesso ad internet, ma ancora più importante, non sa neppure usarlo. Le principali motivazioni sono legata al fatto che una percentuale significativa della popolazione italiana, circa il 24,3% non considera internet uno strumento utile o interessante, circa il 15,8% della popolazione, non ha internet per questioni di natura strettamente economica mentre l’8,5% delle famiglie non usa internet per motivi legati all’insicurezza rispetto alla tutela della loro privacy.

Rispetto al 2013, la quota di utenti che possiedono un personal computer è rimasto pressoché stabile, mentre quella relativa all’uso di internet è aumentata dal 54,8% al 57,3%. Per quanto riguarda l’uso giornaliero del computer e di internet, i maggiori utilizzatori sono i giovani con un’età compresa tra i 15 e i 24 anni, invece, per le generazioni successive, la quota di utenti diminuisce drasticamente al crescere dell’età. Già tra le persone con età compresa tra i 45 e i 54 anni, l’uso del personal computer e di internet è molto più contenuto.

Come sappiamo, negli ultimi anni, il ruolo delle tecnologie ICT ha assunto un ruolo di particolare importanza non solo nello sviluppo della società, ma anche nello sviluppo economico, ma nonostante ciò si registra un basso grado di competenze nell’utilizzo del computer e di internet. Infatti, se quasi la totalità delle persone dai tre anni in su, sa compiere operazioni elementari come copiare i incollare file da una cartella all’altra, solo il 66% è capace di trasferire file da un computer all’altro senza parlare delle operazioni più complesse come installare periferiche o adoperare formule aritmetiche di base di un foglio elettronico. I giovani tra i 15 e i 24 anni che sono cresciuti con internet e i social network, i cosi

(19)

19

detti nativi digitali, presentano le percentuali più elevate per tutte le operazioni sopra citate e per quelle che si possono effettuare mediante internet, ad esempio oltre l’85% sa postare messaggi in chat o newsgroup, il 70% sa caricare o effettuare il download di testi, giochi, immagini o film su siti internet (vedi Youtube).

Per quanto riguarda il confronto dell’Italia con gli altri paesi europei, si riscontra un certo ritardo dei primi rispetto ai secondi, infatti, considerando la percentuale di individui tra i 16 e i 74 anni che si sono connessi regolarmente a internet emerge che, rispetto ai paesi come l’Olanda, il Lussemburgo, la Svezia e la Danimarca, l’Italia si posiziona solo al terzultimo posto della graduatoria internazionale. Tale andamento si registra anche nella fascia di età più giovane (16-24 anni), che dovrebbe rappresentare il segmento più incluso della popolazione.

Dalle rilevazioni Istat si registra come internet si connoti come un importante strumento per l’interazione sociale: spedire e-mail, inviare messaggi in chat, inviare messaggi su Facebook o su Twitter. Inoltre si sottolinea l’importanza che hanno assunto i social network nell’ambito della comunicazione, i social network, infatti, non vengono usati solo come strumento per mantenere i rapporti nella propria rete amicale, ma anche come strumento per partecipare alla vita sociale e politica del paese.

Il web si sta trasformando sempre più in una piattaforma applicativa condivisa, dove le informazioni possono essere non solo distribuite, ma anche create ed elaborate collettivamente.

Naturalmente gli aspetti legati allo sviluppo e alle trasformazioni che hanno portato con se, all’interno delle nostre società, la nascita di internet e dei nuovi strumenti della comunicazione sono ampie, ma molto importante, ai fini di tale elaborato è cercare di capire quale impatto possono avere i social network nell’identità, nel modo di essere e nelle relazioni dei nativi digitali.

(20)

20

4.Come nascono i Social Network? Un po’di storia:

Come sappiamo, la nascita dei social network è stata il risultato di una rivoluzione abbastanza lampo rispetto alle altre invenzioni tecnologiche in quanto, nel giro di quindici anni, hanno avuto un ampio successo e una grande diffusione in tutto il mondo.

Giuseppe Riva, nel suo testo intitolato “I social network”, definisce in maniera molto esaustiva il processo storico che ha portato alla nascita e all’evoluzione dei social network. A tal proposito individua tre diverse fasi di sviluppo: la fase delle origini, della maturazione e quella espressiva.

Nella prima fase, « i social network rappresentano delle applicazioni web che integrano al loro interno la possibilità di creare ed esplorare reti sociali chiuse »20, condividere contenuti online e contattare con i membri delle propria rete sociale. Il primo servizio online che è stato in grado di garantire tutto ciò è stato Sixdegrees.com, è stato creato nel 1997 da Andrew Weinreich come sito di incontri online. Il creatore di Sixdegrees.com aveva come primo obiettivo quello di creare un sito di incontri all’interno del quale fosse possibile conoscere e contattare nuove persone senza gli inconvenienti tipici dei siti di incontro. Sixderees.com riuscì in poco tempo ad avere circa un milione di utenti, ma a causa della mancanza di utili fu costretto a chiudere la propria attività dopo solo quattro anni dalla sua nascita.

Nella seconda fase, si assiste appunto alla maturazione, « i social network si espandono insieme alla possibilità di estendere le possibilità di gestione della propria rete sociale, trasformando le reti sociali da chiuse ad aperte »21. In questa fase, dopo il successo di sixdegrees.com, altri siti cercano di espandersi dando il via alla così detta generazione di social network. Siamo nel 2001 quando Adrian Scott crea Ryze.com, si tratta di un social network creato per l’ambito

20

Riva G., I social network, 2010, Il Mulino pag 95

(21)

21

commerciale e professionale quindi nasce come sito per fare affari. Solo un anno più tardi, nel 2002, Jonathan Abrams crea Friendster, esso si caratterizza come un evoluzione di Sixdegrees.com, in quanto nasce come sito di incontri online in grado di offrire un elevato livello di sicurezza a tutti gli utenti iscritti. In solo un anno aveva raggiunto un enorme successo, ma fu proprio l’enorme successo del sito a contribuire alla sua rovina in quanto l’infrastruttura fu messa a dura prova proprio a causa delle troppe iscrizioni e per riuscire a restare in piedi, i creatori di Friendster, decisero di mettere a pagamento l’iscrizione al servizio. A causa di ciò la maggior parte degli utenti decisero di abbandonare il sito ed emigrare verso altri social network.

Nella terza ed ultima fase, quella espressiva, « i social network diventano delle vere e proprie applicazioni web 2.0, in cui è possibile riuscire a gestire tutti gli aspetti della propria esperienza sociale: sia la rete sociale, sia le caratteristiche della propria identità sociale »22. Il 2003 fu un anno particolarmente prolifico per i social network. A partire dal 2003, infatti, sono nati numerosissime social network, anche se solo alcuni hanno avuto particolarmente successo: My Space, Facebook e Twitter.

My Space nasce , appunto, nel 2003 ed è stato creato da Tom Andersone Chris De Wolfe come riflesso di Friendster, ma si caratterizza per essere il primo social network che permette ai propri utenti di personalizzare la pagina del proprio profilo attraverso l’inserimento di video, foto, immagini e suoni dando anche la possibilità di condividere tali file . Fino alla metà del 2009, My Space è stato uno dei social network più usato al mondo anche per la sua principale caratteristica ossia di essere uno spazio semi-privato.

Facebook nasce nel 2004 come un’invenzione di Mark Zucherberg, uno studente dell’Harvard University, esso nasce inizialmente per gli studenti di Harvard in quanto doveva essere una versione online dell’annuario dell’università e inizialmente era stato denominato TheFacebook.com, nel giro di poche settimane, però, il sito aveva già avuto un’ampia diffusione tra gli studenti, tanto che spinse

22

(22)

22

Zucherberg ad allargare il servizio anche agli studenti di altre Università. L’invenzione tecnologica dello studente di Harvard attirò, molto velocemente, l’attenzione e l’interesse economico di numerosi investitori che tra il 2004 e il 2006 hanno investito circa 40 milioni di dollari nel progetto per lanciare e sviluppare il servizio. Nel 2007, Microsoft investi circa 240 milioni e l’anno dopo altri 235 . Grazie agli ingenti sostegni economici ottenuti, Facebook ha iniziato a lavorare per poter allargare le opportunità del social network ed estenderlo in tutto il mondo. Ad oggi, Facebook rappresenta il social network per eccellenza, il più diffuso e utilizzato al mondo, l’autore afferma che Facebook è divenuto « vero e proprio “aggregatore” di informazioni e servizi »23

. Facebook, infatti, deve il suo ampio successo, soprattutto tra i giovani, per le sue caratteristiche quali la semplicità d’uso, la possibilità di essere sempre aggiornati su ogni attività svolta dalle persone che fanno parte del nostro grafo sociale (News Feed), il divertimento e lo svago, ma soprattutto per mantenere e gestire i contatti con i propri amici e magari ristabilire relazioni con connessioni offline.

Twitter nasce nel 2006 grazie all’intuizione di Jack Dorsey ed è stato il primo social network pensato per essere usato anche sullo smartphone. La particolarità di Twitter, rispetto agli altri social network del tempo, è legata alla sua modalità di comunicare, di interagire in quanto ha due principali vincoli significativi ossia le comunicazioni non possono superare i 140 caratteri e la modalità di relazione tra gli utenti della rete è a stella. Il motivo del suo grande successo può essere riassunto in due diversi assunti: “ 1) è l’archetipo del microblogging; 2) l’estrema semplicità di utilizzo che ha facilitato l’integrazione della piattaforma con altre tecnologie radicalizzando la sua caratteristica di condivisione, divenendo uno

strumento per la circolazione di siti, di post, commenti, video e foto”.24 Si può ben capire come i social network, e in particolare questi ultimi tre,

rappresentino nel panorama attuale i servizi tecnologici più avanzati nell’ambito della comunicazione tipica del web.

23

Riva G., I social network, 2010, Il Mulino pag 85

24

Bennato D., Sociologia dei media digitali. Relazioni sociali e processi comunicativi del web

(23)

23

Secondo l’autore, però, « My Space, Facebook e Twitter rappresentano i servizi attualmente più avanzati nello sviluppo dei social network, ma sicuramente non rappresentano il punto di arrivo nella trasformazione del computer in un social

medium »25.

Alla luce di tutto ciò si può ben capire l’importanza che i social network stanno assumendo nella nostra quotidianità.

Si tratta adesso di comprendere in maniera più approfondita che tipo di impatto generano nelle nuove generazioni e in particolare sulle modalità di relazione e di costruzione dell’identità tra i “nostri” nativi digitali.

(24)

24

CAPITOLO 2

L’impatto dei Social Network sull’identità dei nativi digitali

1.L’identità: cos’è?

Cercare di comprendere l’impatto che i social network hanno sui nativi digitali non è molto facile, ma un aiuto molto importante lo riceviamo dai numerosi contributi che, negli ultimi anni, si sono diffusi a riguardo. Prima di passare all’analisi circa l’impatto che i social network determinano nei giovani, risulta molto importante capire cos’è l’identità facendo riferimento alle principali teorie sul tema.

Innanzitutto, facciamo riferimento al significato etimologico del termine : “identità deriva dal termine latino identitas,atis da idem, aggettivo e pronome determinativo; lo stesso, il medesimo, identico”26

ossia “ l’essere proprio quella persona e non un’altra”27. In termini psicologici, possiamo definire l’identità come « la descrizione di sé che l’individuo ritiene centrale, che rappresenta per lui il nucleo della conoscenza di sé »28.

Naturalmente, riuscire a portare a compimento il processo di formazione dell’identità è uno dei compiti principali dell’adolescenza. Ma cos’è l’adolescenza?

Si tratta di « un periodo di transizione tra l’infanzia e la vita adulta e corrisponde ad un arco di anni piuttosto ampio, ma variabile da individuo ad individuo sia per quanto riguarda l’entità e le caratteristiche dei cambiamenti che l’attraversano sia

26

L. Castiglioni, S. Mariotti, IL, vocabolario della lingua latina, 1966, Loescher, pag 576

27

Dizionario fondamentale della lingua italiana, 1998, DeAgostini, pag 460

(25)

25

per quanto riguarda i limiti temporali che ne scandiscono l’inizio e la conclusione » 29. Si tratta quindi di una fase caratterizzata da grandi cambiamenti.

Un ulteriore elemento da sottolineare è la distinzione tra pubertà e adolescenza. La pubertà è « un fenomeno universale che segnala il passaggio dalla condizione fisiologica del bambino alla condizione fisiologica dell’adulto »30

, mentre l’adolescenza è « il passaggio dallo status sociale del bambino a quello dell’adulto che varia per durata » 31.

Per comprendere a pieno il concetto di identità, risulta molto importante fare riferimento ad una delle figure chiave nella storia del concetto di identità nelle scienze sociali, ossia Erik Erikson. Egli introduce l’idea che la ricerca dell’identità si manifesta in forma evidente durante il periodo adolescenziale.

Erikson utilizza il termine identità per indicare “la coscienza di Sé come persona”32. L’assunto fondamentale che sta alla base del pensiero di Erikson è legato alla considerazione dell’identità come un processo in continua evoluzione che passa attraverso otto specifiche “crisi psicologiche” che, per l’autore, si susseguono assolutamente in ordine cronologico:

- “Fiducia contro sfiducia, questo primo stadio di crisi si verifica nel corso dell’infanzia, durante il quale il bambino impara fino a che punto i suoi bisogni vengono soddisfatti dall’altro, in questo modo si sviluppa una prima forma di identità in quanto impara a conoscersi e ad avere un senso in relazione all’altro. Questa crisi viene superata nel momento in cui il bambino è abbastanza sicuro e non prova più ansia quando l’adulto si allontana in quanto ha fiducia che ritorna.

- Autonomia contro dubbio o vergogna, questo stadio di crisi si verifica verso i due anni di età, ossia nel periodo in cui il bambino impara a parlare, camminare, rispettare l’autorità ecc.., le troppe aspettative

29 L.Camaioni, P.Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, 2002, IL Mulino, pag 255 30

Ivi, pag 256

31

Ibidem, pag 256

32 E. Confalonieri, U. Pace, Sfaccettature identitarie. Come adolescenti e identità dialogano tra

(26)

26

potrebbero infondere nel bambino vergogna o dubbio che potrebbero determinare un sentimento di inferiorità nel futuro.

- Iniziativa contro senso di colpa, dai 3 ai 5 anni il bambino impara a muoversi, acquisisce maggior consapevolezza, curiosità e immaginazione, il conflitto è rappresentato dal decidere fin dove spingersi con le sue capacità. Se questo stadio non verrà superato positivamente, egli svilupperà un forte senso di colpa nel futuro.

- Industriosità contro inferiorità, in questa fase il bambino fa il suo ingresso a scuola quindi imparerà a svolgere determinati compiti sia individuali che collettivi che potranno infonderli una giusta dose di competenza e fiducia. Nel momento in cui ciò non avviene, il bambino potrebbe rimanere pervaso da un forte senso di sfiducia, inadeguatezza e inferiorità.

- Identità contro identità diffusa o confusione di ruoli, questa fase corrisponde ad un periodo di continuo passaggio da un ruolo sociale all’altro e dall’incapacità di trovare una sintesi personale circa le esperienze vissute fino a quel momento. In questo caso l’adolescente dovrà prendere importanti decisioni circa la propria vita sociale sia pubblica che privata. Tali decisioni, se prese correttamente, lo porteranno ad acquisire una sana identità personale, in caso contrario, l’adolescente si troverà imprigionato in una “pseudo-identità” che non gli apparterrà a pieno.

- Intimità contro isolamento, questa fase corrisponde all’età adulta, quindi l’individuo avrà come obiettivo il corteggiamento, il matrimonio e tutte le forme di intimità che vanno a costituire il senso di fiducia nei confronti del partner. Se gli stadi precedenti sono stati superati con successo, l’individuo sarà capace di legare la propria identità a quella dell’altro, in caso contrario, svilupperà un senso di isolamento che porterà ciascun partner a non impegnarsi a fondo nella relazione.

- Generosità contro stagnazione, in questa fase, se l’individuo avrà un buon grado d’intimità sarà pronto a creare una propria famiglia e di prendersi cura dei figli, altrimenti svilupperà un processo di stagnazione che spinge

(27)

27

l’individuo verso forme di egoismo ossia nel rispondere unicamente al soddisfacimento personale.

- Integrità contro disperazione, questa è l’ultima fase e corrisponde alla tarda età adulta. Questo è il momento in cui l’individuo fa un bilancio della propria vita, l’integrità corrisponde all’accettazione che la vita deve fare il suo decorso naturale quindi si tratta di un soggetto saggio e maturo che non percepisce la morte come una minaccia, la disperazione invece, corrisponde alla convinzione che il tempo sia troppo poco per poter trarre gratificazione dalla situazione attuale”33

.

Secondo Erikson, quindi, « la costruzione dell’identità coinvolge il processo attraverso cui l’adolescente s’impegna a trovare il proprio stile di vita e costruire delle relazioni stabili all’interno dell’ambiente sociale »34

. Quindi si tratta di un meccanismo caratterizzato dall’attiva e continua ricerca dell’identità nel proprio contesto di vita.

Il modello di Erikson è stato ulteriormente articolato grazie agli studi di James E. Marcia, psicologo dello sviluppo noto per il suo interesse dedicato allo sviluppo psico-sociale dell’adolescente.

L’autore ha definito quattro principali stati di identità che vanno a configurarsi attraverso l’intersezione di due processi fondamentali ossia, l’esplorazione e l’impegno. Secondo Marcia « gli impegni assumono un significato nella definizione del proprio ruolo sociale e, nel contempo, in funzione riflessiva,

forniscono una definizione di sé all’individuo »35, l’esplorazione invece, « descrive il processo di sperimentazione dell’adolescente sulle questioni

importanti della propria vita »36. Sulla base di questi due processi, l’autore individua quattro stati dell’identità: acquisizione dell’identità, moratorium, blocco dell’identità e diffusione dell’identità. “Chi si trova nello stato d’acquisizione dell’identità ha esplorato le possibili alternative in diversi domini personali e

33

E. Confalonieri, U. Pace, Sfaccettature identitarie. Come adolescenti e identità dialogano tra

loro,2008, Ed Unicopli, pag 64-66

34

Ivi, pag 66

35

Ivi, pag 76

(28)

28

sociali e ha preso impegni seri anche se non definitivi; chi si trova nello stadio definito moratorium sta ancora esplorando tra possibili alternative, ma non ha ancora assunto nessun impegno importante negli ambiti fondamentali della propria vita; chi si trova nello stato di blocco dell’identità è profondamente impegnato in uno o più domini fondamentali, ma è giunto a ciò senza l’esplorazione delle possibili alternative; infine, chi si trova nello stadio di diffusione dell’identità non è presente alcun tipo di esplorazione né di impegno”37

. In altre parole, se volessimo fare un resoconto circa la concezione teoriche di Marcia, potremmo sottolineare che gli adolescenti che hanno terminato un processo di costruzione dell’identità su un progetto caratterizzato da un percorso di esplorazione-impegno si caratterizzano per uno sviluppo personale più adattivo, quindi evidenziano indici d’adattamento personale, sociale e scolastico nettamente superiore, al contrario, chi si discosta da questo percorso costruisce un’identità più disadattiva.

Per chiudere il quadro con gli autori, che più di altri hanno dato il loro contributo sul tema dell’identità, non possiamo non menzionare due grandi autori come William James e George Herbert Mead.

Come sappiamo, lo psicologo e filosofo statunitense di origine irlandese William James, introdusse la nozione di Sé, egli infatti sostenne che « il pensiero è continuamente mobile e proiettato sul mondo degli oggetti (mondo esterno), ma nel contempo, è sempre di qualcuno, fa parte di una coscienza individuale, per cui il Sé deve essere considerato il dato immediato della psicologia, al limite più del pensiero stesso: nessuna psicologia può trascurarne l’esistenza »38

.

James, inoltre, distingue il Sé in due componenti, l’Io e il Me dove l’Io corrisponde al soggetto consapevole ossia capace di conoscere e intraprendere iniziative nei confronti della realtà esterna e sa anche riflettere su di sé, il Me invece, usando le specifiche parole dell’autore « è quando il Sé è conosciuto

37

E. Confalonieri, U. Pace, Sfaccettature identitarie. Come adolescenti e identità dialogano tra

loro,2008, Ed Unicopli, pag 78

(29)

29

dall’Io »39

ossia il modo in cui mi vedo, quello che vedo e percepisco di me quindi il Me contiene gli elementi costituenti e reali che definiscono il Sé conosciuto (comprende tutte le caratteristiche materiali, sociali e spirituali). Secondo James, infatti, ognuno di noi organizza il contenuto del Me in modo gerarchico ossia secondo una propria scala di valori. Un ulteriore elemento molto importante della concezione di William James sono il ruolo che ricoprono le relazioni sociali, infatti sostiene che, siano quest’ultime ad avere un ruolo importante nella definizione del Sé in quanto è solo attraverso l’interazione sociale che l’individuo sviluppa la conoscenza di sé e il sentimento della propria identità.

George Herbert Mead filosofo, sociologo e psicologo statunitense pre-interazionista, fu maestro di Blumer oltre ad essere considerato il padre

fondatore della psicologia sociale. Riprende a sua volta, la distinzione tra Io e Me già proposta da James, con l’obiettivo di descrivere in maniera puntuale il processo attraverso il quale si forma la capacità di conoscere il Sé. Secondo Mead, infatti, il Sé non esiste già dalla nascita in quanto, per la sua nascita sono assolutamente necessarie due condizioni ossia la capacità di produrre e rispondere ai simboli e la capacità di assumere gli atteggiamenti degli altri. Solo quando l’individuo avrà sviluppato entrambe le capacità sarà in grado di definire il suo Sé. Il tutto avviene nel momento in qui l’organismo biologico ha raggiunto un certo grado di maturazione divenendo un individuo dotato di Sé e di mente, ciò avviene attraverso il linguaggio, in quanto è « il linguaggio lo strumento che permette ad un insieme di organismi biologici di partecipare ad un atto sociale »40. Naturalmente l’individuo, prima di acquisire le capacità linguistiche, compie azioni reciproche attraverso dei gesti i quali guidano il compimento dell’atto stesso (processo definito con il termine di “conversazione di gesti”). Dal significato dei gesti simbolici, poi, si passa al linguaggio perché solo in questo modo l’individuo diviene capace di interpretare il significato del proprio gesto e di quello degli altri. Nel momento in cui l’individuo ha imparato ad usare intenzionalmente i simboli, ha acquisito una mente. Secondo Mead infatti « la

39

A. Polmonari, N.Cavaza, M. Rubini, Psicologia Sociale, 2002, Il Mulino, pag 108

(30)

30

mente è proprio la capacità di indicare a se stessi la risposta che il proprio gesto induce negli altri, ovvero di controllare il proprio gesto al fine di comunicare »41.

La comunicazione è un aspetto molto importante nella vita di ogni essere umano, tutto ciò che ci circonda è comunicazione e proprio per tale motivo, che alcuni autori esperti sul tema, tra cui Paul Watzlawick filosofo e psicologo austriaco. Egli sottolinea il fatto che, non possiamo non comunicare, infatti, se riflettiamo bene anche il silenzio è una forma di comunicazione, secondo l’autore « siamo continuamente influenzati dalla comunicazione; anche la nostra autoconsapevolezza dipende dalla comunicazione. Per capire se stesso l’uomo ha bisogno di essere capito dall’altro. Per essere capito dall’altro, ha bisogno di capire l’altro »42

.

In un certo senso tale concetto è ciò che sottolinea anche Mead nel momento in cui afferma che “la mente è sociale” ossia è il prodotto dell’interazione sociale in quanto è ciò che permette all’individuo di comunicare e di immedesimarsi con gli altri e a guardare a se stesso da quello specifico punto di vista. A tal proposito, l’autore, intende la socializzazione come processo per la costruzione dell’identità, nell’interazione. Si capisce, quindi, come il Sé si costituisce nella capacità dell’individuo a “divenire oggetto a se stesso e ciò avviene nel processo di assunzione dei ruoli altrui e della prospettiva altrui”43

. Tutto ciò, nel bambino, avviene in due stadi: nella fase del gioco semplice anche detto play, il bambino assume i ruoli delle persone e degli animali che fanno parte della sua vita, così facendo comincia a divenire oggetto a se stesso, ma solo in modo parziale in quanto la situazione è vista come un tutto senza essere ancora interiorizzata successivamente, invece, nella fase del gioco organizzato, anche detto game, il bambino acquisisce la capacità di assumere contemporaneamente il ruolo degli altri per poter così svolgere il proprio ruolo in modo coordinato con gli altri.

41 I A. Polmonari, N. Cavazza, M. Rubini, Psicologia Sociale, 2002, Il Mulino, pag 110 42

P. Watzlawick, J.H. Beavin, D.D. Jackson , Pragmatica della comunicazione umana. Studio dei

modelli interattivi delle patologie e dei paradossi, Casa Editrice Astrolabio, pag29

43

(31)

31

A tal punto si costituisce quello che Mead chiama l’Altro Generalizzato ossia l’insieme dei ruoli sociali che ha interiorizzato e attraverso i quali l’individuo acquisisce la sicurezza che il mondo appare allo stesso modo anche agli altri. Assumendo l’atteggiamento dell’Altro Generalizzato l’individuo diviene cosciente della società di cui fa parte.

In base alle considerazioni fatte sino ad ora, possiamo affermare che per Mead « il Sé emerge da un’interazione fra Io e Me: il dialogo tra Io e Me è una trasposizione, a livello dell’individuo, dei processi che collegano una persona alle altre nelle loro interazioni. La manifestazione del Sé, dunque, implica sempre la presenza di un altro: non potrebbe esistere una esperienza di sé semplicemente fornita da sé stesso »44. Quindi, è l’interazione tra Io e Me a produrre il Sé.

Mead, rispetto a James, il quale sosteneva l’impossibilità di osservare o analizzare l’Io come fenomeno oggettivo, ha avuto il merito di precisare come sia invece possibile cogliere entrambe le componenti del Sé.

In pratica, secondo Mead, « si deve focalizzare lo studio del Sé sulla comprensione che ogni individuo ha sia del Me che dell’Io. Lo studio del Me è la comprensione di sé come oggetto, mentre lo studio dell’Io concerne il Sé che conosce e cioè la concezione che ha il soggetto delle proprie esperienze …»45

.

Alla luce di tutto ciò, ossia grazie alle considerazioni fatte è possibile poter fare un passetto avanti per cercare di comprendere l’impatto e gli effetti dei social network sull’identità dei nativi digitali.

44

A. Polmonari, N. Cavazza, M. Rubini, Psicologia Sociale, 2002, Il Mulino, pag 110

45

(32)

32

2.Quale impatto determinano i nuovi media sull’identità degli

adolescenti ?

Come ben sappiamo, l’adolescenza si caratterizza per essere un periodo di transizione tra l’infanzia e la vita adulta e corrisponde ad un arco di anni piuttosto ampio, ma variabile da individuo ad individuo sia per quanto riguarda l’entità e le caratteristiche dei cambiamenti che l’attraversano sia per quanto concerne i limiti temporali che ne scandiscono l’inizio e la conclusione, si tratta quindi di una fase caratterizzata da grandi e importanti cambiamenti che vanno poi a contribuire alla costruzione dall’identità del giovane adulto. Con la nascita dei social network, in un certo senso, le cose si complicano ancora di più.

Gli anni Novanta, infatti, sono gli anni del boom dei social network, quindi i nati a partire dalla prima metà del secolo sono coloro che per primi hanno iniziato ad usare il Web 2.0 come strumento espressivo e relazionale quindi i “nativi digitali” di questa generazione, anche detta “Generazione social media” sono la prima generazione in grado di controllare in modo nuovo la propria identità sociale e le proprie relazioni.

Tutto ciò, naturalmente, fornisce all’adolescente nuove opportunità di crescita, in un certo senso quindi possiamo considerare i social network come « piattaforma comunicativa ed espressiva basata sul web 2.0 che consente all’utente di gestire sia la propria rete sociale sia la propria identità sociale »46. Grazie a tali opportunità, il nativo digitale può usare i social network per soddisfare bisogni differenti tra loro: « attraverso i social network il nativo digitale può sia sviluppare la propria identità (social network come Espressione di sé) sia comprendere quella dell’altro (social network come Voyeurismo). Allo stesso tempo, può cercare supporto oppure offrirlo. Non solo, i social network sono in grado di accompagnare il nativo digitale nel proprio sviluppo »47.

46

Riva G., I nativi digitali, 2014, Il Mulino, pag 52

(33)

33

Allo stesso tempo, però, i social network hanno portato con sé notevoli cambiamenti che stanno avendo un forte impatto sulle pratiche degli adolescenti. Più precisamente Riva fa riferimento a tre principali cambiamenti: “la trasformazione dello spettatore in “spettautore” e in “commentautore”; la trasformazione del ruolo del corpo e la nascita di un nuovo spazio sociale, l’interrealtà”48

. Si tratta di trasformazioni non sempre positive, ma che racchiudono in sé elementi complessi e aspetti spesso negativi.

Per quanto riguarda il primo aspetto, possiamo affermare che con il progressivo sviluppo tecnologico, il nativo digitale diviene anche creatore di contenuti, secondo l’autore, più precisamente, « accanto allo spettatore, consumatore passivo di informazioni, abbiamo lo “spettautore” che crea o modifica contenuti esistenti secondo i propri bisogni comunicativi, e il “commentautore” che discute e condivide con i propri amici »49

Il secondo aspetto riguarda una tematica particolarmente importante che vede la contrapposizione tra reale a virtuale. « Nell’interazione faccia a faccia il soggetto è il suo corpo. Dall’espressione del volto al movimento delle mani, ogni gesto riflette il soggetto e lo rende visibile all’altro intuitivamente »50

. Le ricerche delle scienze cognitive hanno scoperto l’esistenza dei cosi detti neuroni specchio grazie a studi fatti sulla corteccia premotoria delle scimmie. I neuroni specchio, infatti, si attivano sia durante l’esecuzione di azioni, sia durante l’osservazione di un individuo che compie quella stessa azione. Quindi, anche se tutto ciò avviene involontariamente, tali processi sono alla base del processo di riconoscimento ed espressione emotiva definita appunto “alfabetizzazione emotiva”. Come afferma Giuseppe Riva, « con la nascita della comunicazione mediata, il soggetto diventa “disincarnato” (disembodied) per il suo interlocutore: la fisicità del corpo viene sostituita da quella del medium. La capacità di creazione dei contenuti offerta dal web 2.0 porta un ulteriore cambiamento: la fisicità e l’immediatezza del corpo

48

Riva G., I nativi digitali, 2014, Il Mulino, pag 53

49

Ivi, pag 54

Riferimenti

Documenti correlati

L’inclusività si riferisce al numero dei punti che sono inclusi nelle varie parti collegate del grafo,cioè il numero totale di punti meno quello dei punti isolati (nodi del grafo

Network of universities and institutes for raising awareness on dual-use concerns in bio-technology”, to be held at the LNCV headquarters at the Chamber of Commerce of

La voz recurrente descrita en imágenes que mue- stran las relaciones hostiles entre operadora y cliente, entre operadoras y, entre operadoras y supervisoras, exige destacar que son

per pietà lagrimò, e del castello uscì poi fuor, umil più ch’un agnello. L’intervallo narrativo della vignetta si colloca, come di norma, entro la partizione testuale

[r]

La ricerca esplora le esigenze formative di un segmento particolare della forza lavoro, che, come mostrano le ricerche condotte sulle “generazioni” nei luoghi di lavoro,

In addition, three rhombuses denote the main sources of external information for the age- and gender-structure of the population, the ECB policy interest rate (in the

ha di fatto orientato l’OPEC verso un ag- giornamento dei costi del paniere dei greggi causando i sensibili aumenti che sono stati registrati negli ultimi anni. Il petrolio è