Fa oltà di S ienze Matemati he, Fisi he e Naturali
Corso di Laurea Spe ialisti a in S ienze Fisi he
Studio e modellizzazione di
pattern nei ristalli liquidi
nemati i
Relatore:
Prof. Leone Fronzoni
Candidato:
Ni oló Camarlinghi
Introduzione 1
1 Sistemi dinami i 10
1.1 Sistemi dinami i ontinui . . . 10
1.2 Sistemi dinami idis reti . . . 11
1.3 Esistenza e uni ità delle soluzioni di un sistema dinami o ontinuo . . . 11
1.4 Sistemi dinami ilineari . . . 12
1.5 Sistemi dinami inon lineari . . . 13
1.6 Teoria delle bifor azioni . . . 16
1.7 Forme normalidi al unebifor azioni . . . 17
1.8 Persistenza diun punto diequilibrio . . . 18
1.9 Forme normali. . . 18
1.10 Bifor azione diHopf . . . 23
2 Pattern formation 25 2.1 Introduzione . . . 25
2.2 Un esempio di formazione di pattern: Rayleight-Bernard onve tion . . . 26
2.3 Espansione debolmente non lineare . . . 29
2.4.1 Introduzione euristi a dell'equazione di ampiezza per
sistemi isotropi . . . 33
2.4.2 Introduzione euristi a all'equazione di ampiezza per sistemi anisotropi . . . 34
2.4.3 Interpretazione si a dei parametri delle equazioni di ampiezza . . . 35
2.4.4 L'equazione reale di Landau-Ginzburg (RGL) . . . 36
2.4.5 Soluzionidi onda perRGL . . . 38
2.5 Instabilità
III
0
. . . 392.6 Instabilità
I
0
. . . 412.7 RGL vs CGL . . . 42
2.8 Instabilitàse ondarie . . . 43
2.9 Competizioni trai varipattern . . . 43
3 Equazione di fase e difetti topologi i 45 3.1 Equazione difase perla RGL . . . 45
3.2 Equazione difase persistemi isotropi . . . 45
3.3 Equazione difase persistemi anisotropi . . . 47
3.4 Difetti topologi i . . . 47
3.5 Climbing e gliding in sistemi anisotropi . . . 49
3.6 Dinami a deidifetti. . . 50
3.6.1 Climbing e gliding nell'equazione isotropa. . . 51
4 Strutture oerenti nella CGL 54 4.1 Studio dell'equazioneCGL . . . 54
4.2 Simmetrie nella CGL . . . 54
4.3 Strutture nella CGL 1D . . . 56
4.4 Strutture oerenti . . . 57
4.5 Nozaki-Bekki hole . . . 60
4.6 Distruzionedei Nozaki-Bekki hole . . . 60
4.7 Strutture nella CGL 2D . . . 62
5 Elettro onvezione nei ristalli liquidi 67
5.1 Cristalliliquidi . . . 67
5.2 Elettro onvezione nei ristalliliquidi nemati i . . . 68
5.3 Williamsrolls . . . 71
5.4 Fenomenologia dei pattern e instabilità
se ondarie . . . 72
5.5 Os illazionideidifettitopologi i . . . 74
6 Algoritmi per la simulazione 77
6.1 Split-step . . . 77
6.2 Splitting dell'equazione . . . 78
6.3 Exponentialtime-step . . . 80
6.4 Appli azione dell' exponential time-step
all'equazione di Landau-Ginzburg . . . 81
7 Risultati delle simulazioni 82
7.1 Introduzione . . . 82
7.2 Equazione omplessa di Landau-Ginzburg
unidimensionale . . . 84
7.2.1 Instabilità diE khaus generalizzata . . . 89
7.2.2 Os illazioninelmodello unidimensionale . . . 90
7.3 Equazione reale di Landau-Ginzburg
bidimensionale. . . 93
7.4 Equazione omplessa di Landau-Ginzburg
bidimensionale. . . 94
7.5.2 Fit analiti i . . . 101
7.5.3 Interazione didifetti nella CGL . . . 102
7.5.4 Interazione didifetti nella CGL per
b = c
. . . 104 7.5.5 Numero dei difetti topologi i al variare dei parametrib e . . . 104
7.6 Regime diintermittenza spazio temporale . . . 108
La natura genera una numerosa quantitàdi strutture organizzate,a partire
dalle dune nella sabbia per nire alle impronte digitali e alle ma hie sul
manto degli animali. Tutti questi fenomeni, a dispetto della loro diversa
origine, hannoun me anismobasilare in omune, oggetto diquesta tesi.
Figura 1: Pattern nella sabbia
Gli strumenti utilizzati per modellare questo fenomeno, hiamato
forma-zione di pattern, sono la teoria dei sistemi dinami i non lineari on
riferi-mentoalla teoriadelle bifor azioni; diquesti argomentisarà data una breve
des rizione nel apitolo inizialedi questo lavoro.
Noi io uperemosolodisistemipo ooltrelasogliadell'instabilitàprimaria
e per portare a termine questo obbiettivo useremo una teoria perturbativa
In questo appro io è ru iale la separazione delle s ale spaziali etemporali
he avviene alla soglia della bifor azione: ledeformazioni he avvengono su
s ala velo e sono regolate dall'analisilineare, mentre le variazionisu s ala
lenta evolvono se ondo un'equazionediformauniversale he hiameremo
equazione di ampiezza.
Tale equazione rappresenta indubbiamente un sempli e modello he i
on-sentedistudiareunagrandequantitàdisistemivi inoallasogliadella
bifor- azione senza dover ri orrere alle equazioni omplete he molto spesso sono
fuori dalla portata numeri adei più potenti al olatorioggi esistenti.
Numerosi sistemi possono essere rappresentati dall'equazione di ampiezza,
tuttavia illorodettagliomi ros opi o non inuis esulla formadi tale
equa-zione masolo suivalori he assumono i suoi oe ienti.
Nella fattispe ie le equazioni di ampiezza hanno la formadi equazioni assai
note in letteratura, per hé utilizzate in molti altri ambiti della si a: le
equazioni di Landau-Ginzburg.
In questa tesi sono state impiegatedue dierentiequazioni diampiezza:
l'e-quazionea oe ientireali(RGL) he des riveipatternstazionari equella
a oe ienti omplessi(CGL) he des rive patterntempo dipendenti.
In questo lavoro faremo prin ipalmente riferimento allo studio delle
insta-bilità elettro onvettive nei ristalli liquidi nemati i (EHC), tuttavia bisogna
sottolineare he l'interessedi questa tesi non vain parti olareal sistema
so-pra itatomaallostudioe allamodellizzazionedegliaspetti universali he si
presentano nell'ambito della formazionedipattern.
Sarà esposta una breve fenomenologia della EHC e una des rizione di un
esperimento ideale volto ariprodurre tale fenomeno.
Le instabilità elettro onvettive possono essere modellate on il formalismo
dell'equazionediampiezzadandounades rizionebasilaredial unifenomeni
e inbuon a ordo on leosservazioni sperimentali.
In parti olarelanostraattenzionesi èrivoltaallostudiodeidifetti topologi i
e al loromotonei patternspazialmenteperiodi i.
proposito sono state s ritte varie simulazioni unidimensionali e
bidimensio-nali.
Le simulazioni numeri he sono state implementate on algoritmi
spettra-li di tipo leap frog e exponential-timestep he hanno garantito buone
prestazioni an he su un omputer di tipostandard.
La parte originale di questo lavoro onsiste, oltre he nella s rittura delle
simulazioni e nell'adattamento di al uni algoritmi alle situazioni del aso,
nello studio del moto dei difetti topologi i e della loro interazione nei vari
regimi delle equazioni reali e omplesse unidimensionali e bidimensionali:
sono stati esplorati vari regimi delle equazioni di ampiezza er andone uno
in ui fosse possibile osservare fenomeni dimoto non banali deidifetti.
E'importantesottolineare hel'intentodiquestolavoroditesinonèstudiare
inparti olarel'EHCquantopiuttostoanalizzareunageneri a lassedisistemi
heesibis onounaformazionedipatterndi uil'elettro onvezionenei ristalli
liquidiè uno degli esempi più sempli iin natura.
Vediamobrevementeil ontenutodeisingoli apitolidiquestatesi:nel
apito-loinizialesaràdataunabrevedes rizionedellateoriadeisistemidinami i on
riferimento alla stabilità lineare; sarà mostrato il on etto di bifor azione
e sarannomostrate letipologie più omuni di bifor azione.
Nel se ondo apitolo sarà inve e arontata l'espansione debolmente non
lineare e sarà esposta la teoria lassi a della formazione di pattern on
riferimentialleequazioni diLandau-Ginzburg reali e omplesse.
Nel terzo apitolo sarà trattata la teoria dell'equazione di fase per i sistemi
anisotropie sarà introdotto il on etto didifetto topologi o.
Nel quarto apitolo sarà esposto un breve studio delle strutture oerenti e
delle simmetriedell'equazione omplessa di Landau-Ginzburg.
Nel quinto apitolo sarà data un breve panorama del fenomeno
dell'elet-tro onvezione nei ristalli liquidi nemati i he è il sistema da noi preso in
onsiderazione perquanto riguardalaformazione dipattern.
Nel sesto apitolo saranno mostrati gli algoritmi leap-frog e exponential
Inne nel settimo apitolosarannoriportatii risultati delle simulazioni
uni-dimensionali ebidimensionali delle equazionidi ampiezza reali e omplesse.
Sistemi dinami i
1.1 Sistemi dinami i ontinui
Un sistema dinami o ontinuo in
W ⊂ R
n
è un oggetto des ritto dalla
seguente relazione
dX
dt
= F (X)
(1.1)dove
F (X)
èun ampovettorialeF : W −→ R
n
dierenziabile di lasse
C
1
almeno.
Talesistemapuò esserepensato omel'evoluzionetemporalediun ampo
X
on una erta legge he dipenderà daF (X)
.Chiameremo orbita di un sistema dinami o ontinuo la funzione
X(t)
he soddisfa identi amentel'equazione del motoperognit ∈ R
.Un'equazione delprim'ordinenellederivatetemporali omela(1.1)ne essita
di una ondizione iniziale per essere ben denita; hiameremo quindi usso
integrale (o soluzione generale) di un sistema dinami o ontinuo la famiglia
di appli azioni
Φ
t
: X
0
−→ (X(t))
he per ogni tempo
t
asso ia alla sua ondizione iniziale la orrispondente soluzione al tempot
.I sistemi dinami i possono essere divisi in varie lassi: sistemi lineari, non
lineari, dis retie ontinui.
Come vedremo inseguito ilnostro interesse si on entrerà in parti olaresui
sistemi dinami i ontinui ditipo non lineare.
Per i sistemi lineari esistono strategie di soluzione standard mentre per i
sistemi non lineari non è possibile, in generale, trovare il usso integrale;
in tal aso si dovranno utilizzare metodi risolutivi di tipo approssimato o
numeri o ome quelli he esporremonel apitolo 6.
Talesoluzionenumeri aessendoimplementatasu al olatorièdipersestessa
eseguitainmanieradis reta. Inquestosensopossiamodire heesisteunforte
legame trai sistemi dinami i ontinuie dis reti.
1.2 Sistemi dinami i dis reti
La denizione di sistema dinami o dis reto è analoga a quella
pre edente-mentedes ritta.
Un sistema dinami o dis reto in
W ⊂ R
n
è un'appli azione
f : W −→ W
dove f è una funzionedierenziabile on inversa dierenziabile (di lasseC
1
almeno)
X
k+1
= f (X
K
)
(1.2)Per il aso dis reto avremo una denizione di orbita analoga a quella vista
prima, ioè un'appli azione
X
k
he soddis la (1.2) perognik∈ Z
.Noi io uperemoprin ipalmentedisistemidinami i ontinuian hese, ome
notato pre edentemente, il legame tra i sistemi ontinui e quelli dis reti è
forte.
1.3 Esistenza e uni ità delle soluzioni di un
sistema dinami o ontinuo
La risposta i viene fornita dallateoria delleequazioni dierenziali;infattiil
teoremadiesistenza euni itàdelle soluzionidiun'equazionedierenziale [1℄
del prim'ordinedi e he:
Presa un'equazionedel tipo
dX
dt
= F (X, t)
on la ondizione inizialeX(t
0
) = X
0
in uiF : Ω×I −→ R
n
eΩ ⊂ R
n
,
I ⊂ R
,esiaF
uniformementelips hitziana ioè∃ L
Ω
> 0
t. .|F (X, t) − F (Y, t)| 6 L
Ω
|X − Y |
(1.3)per
∀X, Y ∈ R
n
e
∀t ∈ R
.Se
X
0
∈ Ω
et
0
∈ I
allora esistono un intornoΩ
0
⊂ Ω
diX
0
e un intornoI
0
⊂ I
dit
0
tali he il problema hasoluzione uni a, ovvero esiste lo almente il usso integrale edipende on ontinuità dalla ondizione iniziale.Nel asodiunsistemadinami osappiamo helafunzione
F (X)
è dierenzia-bile on ontinuitàedèpossibiledimostrarefa ilmente heladierenziabilitàè una ondizionesu ientean hé siveri hila(1.3) equindi he isistemi
dinami i ammettonolo almentesempre soluzione e he questa è lo almente
uni a.
1.4 Sistemi dinami i lineari
Un sistema dinami osidi e linearese èdella forma
dX
dt
= AX
(1.4)dove
X ∈ R
n
A
è una matri e
n × n
.Se la matri e
A
è diagonalizzabileè possibile disa oppiare le equazioni del sistema dinami o he avranno ome soluzione nella nuovabase˜
X
i
= ˜
X
0i
e
λ
i
t
(1.5)In generale, se la matri e non è diagonalizzabile, possiamo s rivere la
solu-zione del sistemadinami o(1.4)
X(t) = X
0
e
At
(1.6)dove abbiamousato ladenizione di esponenziale dimatri e
e
A
=
∞
X
i=0
A
i
i!
(1.7)si può dimostrare he tale serie onverge sempre per ogni
A
e he quindi abbiamo ilusso integrale delsistema (1.4)1
.
1.5 Sistemi dinami i non lineari
Un sistemadinami onon lineareè un sistemala ui funzione
F (X)
dipende non linearmente daX
. In generale è molto di ile, se non impossibile, s rivere il usso integrale del sistema e quindi per lo studio di tali sistemisi dovrà ri orrere a uno studio di tipo qualitativo o a una soluzione di tipo
numeri o.
Punti di equilibrio
Unsistemadinami o,perilteoremadiesistenzaediuni ità,ammettesempre
soluzione perogni ondizione iniziale
X(0) = X
o
∈ W
.Un aso parti olarmentesempli esiveri a quando
F (X
0
) = 0
; intal asoil puntoX
0
sidiràpuntodi equilibrioel'orbitadenitadalla ondizioneiniziale sarà un'orbita ostantee uguale aX
0
perognit
.Per l'uni ità della soluzione si avrà he nessun'altra orbita del sistema può
passare per
X
0
.E' hiaro quindi he un sistema he ha ome ondizione iniziale un punto
di equilibrio rimarrà per sempre in tale stato e quindi questo può essere
hiamato punto di equilibrioa giusto titolo.
1
Nella prati a è molto più utile sapere osa su ede nell'intorno di un punto
di equilibrio. Per rispondere a questa domanda dobbiamo sviluppare un
apposito formalismo.
Sistema linearizzato e esponenti di Lyapunov
Se abbiamoun sistema dinami o on un punto diequilibrio
X
s
dX
s
dt
= F (X) = A(X − X
s
) + G(X)
(1.8) doveA
è la matri e ja obiana della funzioneF
al olata inX
S
eG
è un innitesimo diordine superiore alprimo rispetto aX − X
s
.Il sistema dinami o
d(X − X
s
)
dt
= A(X − X
s
)
(1.9)si di e sistema linearizzato di
X = F (X)
˙
, e le parti reali degli autovalori diA
si hiamanoesponenti diLyapunov.Lostudiodellastabilitàdiun puntodiequilibriopuòesserefatto
linearizzan-doleequazioninell'intornoditalepunto,apatto henessunodegliautovalori
abbia parte reale nulla; in tal aso questo puntosi dirà iperboli o.
Per un sistema iperboli o il teorema di Hartman-Grobman 2
i
garanti-s e he ogni ambiamentoqualitativodella dinami anon linearedeve essere
riesso nella dinami a del sistema linearizzato; ossia è possibile ridurre lo
studio dell'equilibrionon lineare aquellodello studio lineare.
2
Studio della stabilità in dimensione due
Nel aso di un sistema didimensione due
d
dt
x
1
x
2
!
= F (x
1
, x
2
)
(1.10)se linearizziamol'equazione (1.10) abbiamo
d
dt
x
1
x
2
!
= A
x
1
x
2
!
possiamodiagonalizzare
A
nel ampo omplessoes oprirel'andamentodelle soluzioni nell'intorno delpuntodi equilibrio.Gli autovaloridella matri esi ottengono risolvendol'equazione se olare
det(A − λ · I) = 0
Da ui otteniamo studiando lesoluzionidel polinomio aratteristi o
λ
2
− λtr(A) + det(A) = 0
i risultati he possonoessere riassunti nelseguente s hema:
•
nodo stabile: autovalorireali negativi•
nodo instabile: autovalori realipositivi•
sella : autovalorireali disegno opposto•
spirale stabile : autovaloriimmaginari on parte reale< 0
•
spirale instabile: autovaloriimmaginari on partereale> 0
•
entro: autovalori on parte reale nullaPer sistemi on dimensioni
> 2
lo studio della stabilità è analogo; tuttavia o orre al olare le radi i di un polinomio di grado uguale alla dimensionedel sistema.
Tr(A)
det(A)
spirali stabili
sella
spirali instabili
stabili
nodi
nodi
instabili
centro
Figura1.1: Diagrammadi stabilitàin dimensionedue
Persapere seunpolinomioharadi i onparterealenegativapossiamousare
il teoremadi Routh-Hurwitz 3
.
1.6 Teoria delle bifor azioni
La parola bifor azione è largamente usata in vari ontesti e des rive una
situazione in uiun oggettoaltera le sue proprietà topologi he o qualitative
al variare diun parametro.
La teoria delle bifor azioni si o upa proprio di studiare l'apparizione o la
s omparsa di punti di equilibrio, orbite periodi he o oggetti più ompli ati
ome ad esempiogliattrattoristrani.
3
Taleteoremaasseris e helepartirealidelleradi idi unpolinomio
x
n
+ a
1
x
n−1
+ ..+ a
n−1
x+ a
n
= 0
sononegativeseideterminantidellematri i△
1
, ..,
△
n
sonotutti>
0
dove△
k
=
a
1
1
0
..
0
a
3
a
2
a
1
..
0
a
5
a
4
a
3
..
0
..
..
..
..
..
a
2
k−1
a
2
k−2
a
2
k−3
..
a
k
[28℄I metodiimpiegatiperquesto studio sono fondamentali per omprendere la
dinami a non lineare.
Noi i o uperemo di bifor azioni nei sistemi dinami i non lineari. Questo
fenomeno è molto importante soprattutto nell'ambito della formazione di
pattern; infatti la formazionedi strutture ordinate aldi sopra di una soglia
è asso iata inmanieranaturale aun fenomenodi bifor azione.
1.7 Forme normali di al une bifor azioni
Dato un sistema dinami onon lineare della forma
dX
dt
= F (X, µ)
dove
µ
èunparametrodelsistema,seX = 0
èunpuntodiequilibrio iperboli- opossiamostudiarelasuastabilitàtramiteilteoremadiHartman-Grobmanlinearizzando ilsistema dinami onell'intornodi
X = 0
.Sianoadesso
λ(µ)
gliautovaloridelsistemalinearizzato,èpossibile heesista un valoreµ
c
tale heReλ(µ
c
) = 0
.Per tali valori del parametro di ontrollo, il punto di equilibrio non è più
iperboli o e ilteoremadiHartman-Grobman non èpiù valido: siamo quindi
nella vi inanza di un punto la ui natura sta ambiando, e he hiameremo
puntodi bifor azione.
La perdita diiperboli ità può avvenire prin ipalmenteindue modi:
1. Con un sempli e autovalore
λ = 0
, in tal aso diremo he la bifor a-zione è stazionaria. Questo omportamentoè quellodelle bifor azionisaddle-node, quelle trans riti he e le pit hfork.
2. Con due autovalori omplessi oniugatitali he
Reλ(µ) = Reλ(µ) = 0
; hiameremo questa bifor azione bifor azione di Hopf.1.8 Persistenza di un punto di equilibrio
Come a ennato prima è possibile he la bifor azione avvenga tramite la
s omparsa di un punto di equilibrio; a questo proposito il teorema della
funzione impli ita [2℄ i fornis e un riterio su iente per stabilire se un
puntodi equilibrio èpersistente.
Condizione su iente an hé un punto di equilibriosiapersistenteè he
det(D
X
F (0, µ
c
)) 6= 0
dove
D
X
F (0, µ
c
)
è lamatri e ja obianadiF (X, µ
c
)
al olatanelpuntoX = 0
.Quindiinparti olarequesta relazioneèvera soloselamatri edella
lineariz-zazione è non singolareovvero solo se tutti i suoi autovalorisono diversi da
zero.
In parti olaresipuò vederefa ilmente he una bifor azione diHopfnon può
ambiare il numero di punti diequilibrio mentre questo è possibile nel aso
di una bifor azione stazionaria.
Introdu iamoa questo puntoun'ulteriore lassi azione: hiameremo
bifor- azione super riti a una bifor azione in ui la soluzione omogenea perde
stabilità on l'aumentare di un parametro di ontrollo, sub riti a una he
diventainstabile allasua diminuzione.
1.9 Forme normali
L'idea he sta alla base del on etto di forma normale è quella di
proiet-tare la dinami a di un sistema, vi ino alla soglia della bifor azione, su un
sottospazio hiamato varietà entrale 4
.
In questosensopossiamo onsiderareigradidilibertà heappartengono alla
varietà entrale ome attivi, ioè importanti al ne della bifor azione, e gli
altri ome passivi, ioè ome ininuenti.
4
Lavarietà entrale,persoluzionidipi olaampiezza,èlospaziogeneratodagli
Lo s opo di questo appro io è quello di riprodurre qualitativamentele
a-ratteristi he della dinami a vi inoallasoglia della bifor azione.
Atalenesioperaun'espansioneneiparametri,noall'ordine he i onsente
di riprodurreil omportamentoqualitativo delsistema.
In on lusione le forme normali sono quindi sempli i equazioni he
rappre-sentano i prototipi diuna erta bifor azione.
Vediamo adesso ome possiamo ri avare taliforme a partire da un generi o
sistema dinami o
dX
dt
= F (X, µ)
(1.11)e supponiamo he
F (0, 0) = 0
, di seguito onsideriamo vari asi separata-mente:Bifor azioni stazionarie
Supponiamo he
∂F (0, 0)
∂x
= 0
espandendo la (1.11)nell'intornodel punto
(x, µ) = (0, 0)
abbiamo˙x =
∂F (0, 0)
∂µ
µ +
∂
2
F (0, 0)
∂x
2
x
2
2
+
∂
2
F (0, 0)
∂x∂µ
µx+
+
∂
2
F (0, 0)
∂
2
µ
µ
2
2
+
∂
3
F (0, 0)
∂x
3
x
3
3!
+ ..
(1.12)Questa relazionevale in generale per le bifor azionistazionarie, vediamo di
studiarla inal uni asi parti olari.
Bifor azione saddle-node Se supponiamo he
∂
2
F (0, 0)
∂x
2
6= 0
e∂F (0, 0)
∂µ
6= 0
l'equazione (1.12)diventa,tras urando gliordini superiori,
˙x =
∂F (0, 0)
∂µ
µ +
∂
2
F (0, 0)
∂x
2
x
2
2
da uipossiamo ris alarel'equazione in modo he
˙˜x = ǫ
1
µ + ǫ
˜
2
x
˜
2
Il risultato èrappresentabile dal osiddetto diagramma dibifor azione.
Nel diagramma di bifor azione si usa rappresentare l'ampiezza dei punti di
equilibrio al variare del parametro di ontrollo: le linee tratteggiate
rap-presentano soluzioni instabili, mentre quelle ontinue rappresentano quelle
stabili ome mostratoin gura(1.2).
Figura 1.2: Diagramma per una bifor azione saddle-node (a)
ǫ
1
= ǫ
2
=
1
,(b)ǫ
1
= ǫ
2
= −1
,( )−ǫ
1
= ǫ
2
= 1
,(d)ǫ
1
= −ǫ
2
= 1
[2℄Bifor azione trans riti a
In questo aso non abbiamo la s omparsa o la omparsa di nuovi punti di
equilibrio, seadesso supponiamo he
∂
n
F (0, 0)
lo sviluppo(1.12) idà
˙x =
∂
2
F (0, 0)
∂x
2
x
2
2
+
∂
2
F (0, 0)
∂x∂µ
µx +
∂
3
F (0, 0)
∂x
3
x
3!
+ ..
da uiris alando e tras urandogli ordinisuperiori
˙˜x = ˜x(ǫ
1
µ + ǫ
˜
2
x)
˜
il ui omportamentoè mostratoingura (1.3).
Figura 1.3: Diagramma per una bifor azione trans riti a (a)
ǫ
1
= ǫ
2
=
1
,(b)ǫ
1
= ǫ
2
= −1
,( )−ǫ
1
= ǫ
2
= 1
,(d)ǫ
1
= −ǫ
2
= 1
[2℄Bifor azione pit hfork
Se supponiamo adesso he valgano le ipotesi pre edenti ma he
∂
3
F (0,0)
∂x
3
= 0
, ad esempiose ilsistema dinami oè invarianteper riessioni ioè˙˜x = ˜x(ǫ
1
µ + ǫ
˜
2
x
˜
2
)
il ui omportamentoè mostratoingura (1.4).
Figura 1.4: Diagramma per una bifor azione pit hfork (a)
ǫ
1
= ǫ
2
=
1
,(b)ǫ
1
= ǫ
2
= −1
,( )−ǫ
1
= ǫ
2
= 1
,(d)ǫ
1
= −ǫ
2
= 1
[2℄Bifor azioni imperfette
Possiamoan he onsiderareil asodiunabifor azioneimperfetta,ossiauna
bifor azione pit hfork o trans riti a a ui venga aggiuntoun termine
˙x = F (X, µ) + ǫV (X, µ)
on
0 < ǫ ≪ 1
, questa perturbazione può essere qualsiasi nel senso he può non rispettarelerelazionidisimmetria he ihanno onsentitodiri avareleforme normalinelle pre edenti equazioni.
Il risultato può essere ompreso euristi amente guardando la gura (1.5)
dalla quale si può notare he al une bifor azioni imperfette portano alla
Figura 1.5: Diagrammi di al une bifor azioni perturbate (a) bifor azione
trans riti a (b) bifor azione pit hfork [2℄
1.10 Bifor azione di Hopf
La bifor azione di Hopf è aratterizzata dall'annullarsi della parte reale di
una oppia oniugata di autovaloriimmaginari.
La sua forma normaleèpiù sempli eses ritta in oordinatepolari
˙r = r
"
γ(µ) +
∞
X
j=1
a
j
(µ)r
2j
#
(1.13)˙θ = ω(µ) +
X
∞
j=1
b
j
(µ)r
2j
(1.14)le seguenti relazioni:
γ(0) = 0
,ω(0) 6= 0
edγ(0)
dµ
> 0
.Una aratteristi aimportantedell'equazione(1.14)è he nonpresenta
dipen-denzada
θ
;questorendeladinami adellaformanormaleinvarianterispetto algruppodellerotazionidifase,dettoan hesimmetriadiphase-shift, omemostrato daldiagramma dibifor azione ingura (1.6).
Per questo motivo la bifor azione di Hopf è un fenomeno molto più ri o
dellabifor azionestazionariaedàoriginea omportamentinonlinearitempo
dipendenti.
Nei prossimi apitoli vedremo he questa bifor azione ha un ruolo entrale
nello studio della formazionedi pattern.
Figura 1.6: Dinami a radiale e diagramma peruna bifor azione di Hopf (a)
bifor azione super riti a
a
1
(0) < 0
,(b) bifor azione sub riti aa
1
(0) > 0
, i punti in ui˙r = 0
sono puntidi equilibrioperla parte radiale[2℄Pattern formation
2.1 Introduzione
Ilfenomenodellapatternformationri orreinunavastaquantitàdi ontesti
naturali, dallema hiesul manto degli animalialle elle onvettive nelsole.
Sperimentalmente,ipatternsonostatistudiatiinvarisistemiin lusi
Rayleight-Bernard onve tion RBC,instabilitàelettro onvettivenei ristalliliquidiin
fase nemati a (EHC), reazioni himi he e ondedi Faraday.
A dispetto delledierenzetra questisistemi si i, ipatternosservati
possie-donovarie aratteristi hein omune,equestoindi aunaqual heuniversalità
he regola laformazionedi queste strutture.
Il punto di partenza per la modellizzazione di un sistema he esibis e una
formazione dipattern èun sistema dinami odel tipo
∂
t
U(x, y, t) = G(U(x, y, t), ∂
x
, ∂
y
, R)
in ui
U
è una quantità si a he variaa se onda del ontesto (ad es. nella RBC il ampo di velo ità del uido),G
può essere in generale, una qual-siasi funzione non lineare diU
, delle sue derivate e diR
, un parametro he possiamovariare a nostro pia imentodetto parametro di ontrollo.Noi saremo interessatia modellideltipo
tali sistemisi hiamanosistemi reazione-diusione.
Perun sistema omeil(2.1), he ingenerale non puòessere risolto
analiti a-mente, la strategia da adottare è l'utilizzo di una teoria perturbativa. Uno
dei metodi più usati prende il nome diespansionedebolmente non lineare.
Questo metodo perturbativo è rigorosamente valido solo vi ino alla soglia
dell'instabilità. Nonostante iò,tramitequestateoria,siries onoades rivere
quantitativamente isistemi vi iniallasoglia e qualitativamentequellimolto
lontani da essa.
2.2 Un esempio di formazione di pattern:
Rayleight-Bernard onve tion
L'instabilità di Rayleight-Bernard è forse il più famoso esempio di sistema
he esibis a una formazionepattern.
In questo esperimento un pi olo spessore di uido posizionato
orizzontal-mentesi trova inun gradiente ditemperatura verti ale
∆T
.Inquesto sistemaesisteuneettodestabilizzante he onsistenellatendenza
del liquidopiù aldo asalire.
Tale eetto è in ompetizione on la vis osità deluido. Per questo motivo
per pi oli gradienti termi i il uido è essenzialmente in equilibrio e l'uni o
fenomeno he siveri a èla onduzionetermi a daparte delliquido.
Possiamo quindi aermare he, in questa ondizione, lo stato uniforme è
stabile, in quanto pi ole perturbazioni appli ate ad esso, dopo un tempo
su ientemente lungo, vengono riassorbite dal sistema.
Se però il gradiente termi o e ede un erto valore riti o
∆T
c
la vis osità non puòpiù bilan iarela onvezioneesi reaun regimedinami o hegenerai osiddetti onve tion rolls ome mostratoin gura(2.1).
Questo omportamento può essere des ritto tramite la teoria delle
bifor a-zioni, infatti al variare di un parametro di ontrollo abbiamo la perdita di
Figura 2.1: Figura he illustra s hemati amente i rolls nella
Rayleight-Bernard onve tion [3℄
Naturalmente il parametro he ontrolla la onvezione di un uido dipende
ingenerale danumerosialtrifattori(ades. lasua densitàelasuavis osità).
In generale si usa denire ome vero parametro di ontrollo del sistema il
numerodiRayleight
R =
αg∆T d
3
κν
doveg
èl'a elerazionedigravità,α
il oef- ientedi espansione termi adeluido,d
lospessore verti ale delsample,κ
la diusivitàtermi aeν
la vis osità inemati a.Quando
R ∼ 1708
si ha la rottura dello stato uniforme; è uso ris alare il parametro di ontrolloR
nella seguente manieraǫ =
R−R
c
R
c
; in questo modo
la bifor azione avviene per
ǫ = 0
.Proviamo adesso a modellare la RBC; il punto di partenza è un sistema
dinami oalle derivate parziali he dipendedal parametro di ontrollo
ǫ
∂
t
U = G(U, ∂
x
, ∂
y
, ǫ)
(2.2)in ui si suppone he
U = 0
sia una soluzione perogni valore delparametro di ontrollo(ri ordiamo heU
rappresentainquesto asoil ampodivelo ità del uido).Uno studio basilare della stabilità può essere fatto perturbando nell'intorno
della soluzione
U = 0
; lassi heremo il sistema in base alle risposte del sistema linearizzato a perturbazioni della forma di una singola omponentedi Fourier,la uievoluzionetemporalesarà della forma
dove
σ ∈ C
ek
rappresentanorispettivamenteiltasso di res itaeilnumero d'onda del modo.I tassi di res ita per i varimodipossono essere al olatitrovando gli
auto-valoridella linearizzazionedi
G(U, ∂
x
, ∂
y
, ǫ)
nell'intorno di zero.Per illustrare ome funziona questo me anismo er hiamo di ostruire un
modello il più sempli epossibile per laRBC.
Perfarequesto ri hiediamo heiltasso di res itadiunmodosiaquadrati o
nell'intorno di un erto vettore d'onda
k
c
e he perǫ < 0
lo stato uniforme sia stabile.Se adesso aggiungiamoan he l'ipotesi he ilsistemasiainvarianteper
ries-sione
x → −x
, abbiamossato la parte lineare della nostra equazione he è della forma1
∂
t
u = ǫu − D(∂
x
2
+ k
c
2
)
2
u
(2.4)usando l'ansatz (2.3) nell'equazione(2.4) sitrovail tasso di res ita er ato
ome mostratoin gura (2.2).
Figura2.2: Tasso di res ita in funzionedi
ǫ
perun sistematipo RBC [3℄Chiaramentelostato omogeneoè stabilesenon esistono
k
per uiil tasso di res itaσ
è positivo e questo è sempre vero perǫ < 0
; perǫ = 0
'è solo un valorek
c
per ui iltasso di res itaè nullo.1
Con questo pro edimento abbiamo ritrovato la parte lineare dell'equazione
Per
ǫ > 0
esiste unabanda ontinuadivettorid'ondak
−
≤ k ≤ k
+
on tasso di res itapositivo.Questotipodianalisipuòesseregeneralizzatoadaltresituazioni;le
instabili-tàpossonoesseresuddiviseinduetipi: stazionarie
Imσ(k
c
) = 0
eos illatorieImσ(k
c
) = ω
c
6= 0
perǫ = 0
.Noi adopereremo neltesto la seguente nomen latura
•
TipoI
s
periodi a stazionaria(ω
c
= 0, k
c
6= 0)
•
TipoI
0
os illatoriaperiodi a(ω
c
6= 0, k
c
6= 0)
•
TipoIII
0
os illatoriauniforme(ω
c
6= 0, k
c
= 0)
Il aso
ω
c
= 0, k
c
= 0
non riguarda la formazione di pattern quindi non è stato preso in onsiderazione.2.3 Espansione debolmente non lineare
Vi inoallasogliadiinstabilità(
|ǫ| ≪ 1
)leequazioni possonoessere studiate on la osiddetta espansionedebolmente non lineare.Prendiamo un'equazione
L ≡ ǫu − Γ(u)
(2.5)dove
Γ(u)
èunterminenonlineare 2;perssareleideepossiamopensarealla
RBC limitata ainstabilitàdi tiporolls on un erto numero d'onda
k
c
. L'idea di questa metodo è quella di sviluppare la soluzione dell'equazionedel moto
L
in termini del parametro di ontrolloǫ
, s rivendo il termine dominante di questa espansione ome prodotto di un termine lentamentevariabile(ampiezza) edi un pattern basilare.
Il nostroobbiettivosarà quindi quellodiderivare un'equazione delmotoper
l'ampiezza lentamente variabile(equazione diampiezza).
2
Per sempli ità studieremo un pattern di tipo
I
s
analoghe onsiderazionisi possono fareperglialtritipi dipattern.Partiamoanalizzando iltasso di res italineare
σ
mostrato ingura (2.2)σ(ǫ, k) =
∂σ
∂ǫ
ǫ=0
ǫ +
1
2
∂
2
σ
∂k
2
k=k
c
(k − k
c
)
2
+ ..
(2.6)da questa formula si nota he i soli modi on un tasso di res ita positivo
risiedono in un intorno di
k
c
di larghezza≈
√
ǫ
, sono proprio questi modi
he gio ano un ruolo importante nel omportamento del sistema per tempi
molto lunghi.
Daun'analisidimensionalesiri ava he,selemodulazionidelvettored'onda
sono dell'ordine
ǫ
1
2
, lelunghezze sono tipi amente dell'ordinediǫ
−
1
2
.Analogamenteitempi,dato he iltasso di res itaaumentalinearmente on
ǫ
, hanno una grandezza tipi a diǫ
−1
.
Da ui abbiamo he le s ale lente sono per ostruzione
X = ǫ
1
2
x
T = ǫt
Per omprendere questo me anismo vediamo un'appli azione della
espan-sione debolmente non lineare all'equazione di Swift-Hohenberg
unidimen-sionale 3
∂
t
u = ǫu − ∂
x
2
+ k
c
2
2
u − u
3
= ǫu − Lu − u
3
(2.7)separiamo le s ale imponendo
∂
x
−→ ∂
x
+ ǫ
1
2
∂
X
(2.8)∂
t
−→ ǫ∂
T
(2.9)dove
x
èla s ala delpatternportante, mentreX
eT
sono le s ale spazialie temporalidell'equazionedi ampiezza.Sviluppiamola funzione
u
in serie diǫ
1/2
u = ǫ
1
2
u
0
+ ǫu
1
+ ǫ
3
2
u
2
+ ..
(2.10)einseriamotuttonell'equazione(2.7)e er hiamoitermini he sopravvivono
a ogni ordine di
ǫ
.Se ora inseriamo nell'equazione (2.7) la (6.5) e la (6.6) per l'operatore
L
abbiamo heL = (∂
x
2
+ k
c
)
2
→ (k
c
2
+ ∂
2
x
+ 2ǫ
1
2
∂
x
∂
X
+ ǫ∂
2
X
)
2
= L
2
+ 4ǫ
1
2
L∂
x
∂
X
+ ǫ(2L + 4∂
x
2
)∂
X
2
+ O(ǫ
3/2
)
dove abbiamodenitoper onvenienza
L = k
2
c
+ ∂
x
2
.Inseriamo adesso losviluppoin
ǫ
nell'equazione (2.10), abbiamo hen
L
2
+ 4ǫ
1
2
L∂
x
∂
X
+ ǫ ∂
T
− 1 + (2L + 4∂
2
x
)∂
X
2
+ O(ǫ
3/2
)
o
×
ǫ
1/2
u
0
+ ǫu
1
+ ǫ
3/2
u
2
+ O(ǫ
2
) + ǫ
3/2
u
3
0
+ O(ǫ
2
) = 0
Se adesso raggruppiamoitermini ordine all'ordine
ǫ
1/2
abbiamo
(∂
x
2
+ k
2
c
)
2
u
0
la uisoluzione è
u
0
= e
ik
c
x
A
0
(X, T ) + e
−ik
c
x
A
∗
0
(X, T )
in ui ompare per laprima voltal'ampiezza
A
0
(X, T )
he a questo livelloè ompletamente arbitraria.All'ordine
ǫ
abbiamo4(∂
2
x
+ k
2
c
)∂
x
∂
X
u
0
+ (∂
x
2
+ k
2
c
)
2
u
1
= 0
il primo termineè nullovisto he
Lu
0
= 0
quindi lo sviluppo a quest'ordine non i dànessuna informazione inpiù sulla forma diA
0
(X, T )
.All'ordine
ǫ
Lu
2
+ 4L∂
x
∂
X
u
1
+ (∂
T
− 1 + 2L∂
x
2
+ 4∂
x
2
∂
X
2
+ u
2
0
)u
0
= 0
da ui, eliminando itermini nulli,si ha
L
2
u
2
+
e
ik
c
x
(∂
T
− 1 − 4k
2
c
∂
2
x
+ 3 |A
0
|
2
)A
0
+ c.c. + e
3ik
c
x
A
3
0
+ c.c. = 0
perrispettarel'equazione ène essario he iltermineproporzionalea
e
ik
c
x
sia
nullo dato he
L
2
u
2
non ontiene nessuna dipendenza dae
ik
c
x
Il risultato è
∂
T
A = A + 4k
c
2
∂
X
2
A − 3 |A|
2
A
da ui ris alando tutte le variabili, abbiamo la osiddetta equazione di
am-piezza per un sistema unidimensionale
τ
0
∂
T
A = ǫA + ξ
0
2
∂
2
X
A − g |A|
2
A
In linea di prin ipio abbiamo visto ome sia possibile ri avare l'equazione
di ampiezza per un'equazione molto sempli e ome la Swift-Hohenberg, in
generale tale pro edimento è molto di ile, se non addirittura impossibile,
per equazioni più ompli ate. Nella formazione di pattern è uso assumere
l'equazionediampiezza omevalidaapriorievederequalirisultatisipossono
trarre daquesto appro io.
Noi assumeremo questa equazione er ando di darne una giusti azione di
tipo euristi o.
E' importante notare he nel orso di questa trattazione i riferiremo
prin- ipalmente a sistemi bidimensionali, tuttavia al uni risultati, on le dovute
2.4 Equazione di ampiezza per instabilità
I
s
Analizziamoindettagliolaformadell'equazione diampiezza perun'instabi-lità di tipo
I
s
on vettore d'ondak
c
he avviene inun sistema spazialmente isotropo.Analogamentea quanto vistoin pre edenzala soluzione è
U = U
o
A(x, y, t)e
ik
c
x
+ c.c. + O(ǫ)
(2.11)in ui
U
0
è una ostante diproporzionalità.Inquesta equazioneabbiamota itamenteassunto he ilpatternsia
bidimen-sionale e onsistente di rolls unidimensionali perpendi olari alla direzione
x
.Laterzadimensioneèin lusain
k
c
4e
A(x, y, t) ∈ C
èun ampo heobbedis e all'equazione di Landau-Ginzburgreale (RGL).τ
0
∂
t
A = ǫA + ξ
0
2
∂
x
− (i/2k
c
)∂
y
2
2
A − g
0
|A|
2
A
(2.12)Questa equazione può des rivere moltifenomeni; tuttavia derivarladai
det-taglimi ros opi i diun pre isosistema può essere molto di ile.
Quello hedeveessereenfatizzatoè helaformadell'equazioneègeneraleeil
dettagliodiunsingolosistemasimanifestasoloneivalorideisuoi oe ienti.
2.4.1 Introduzione euristi a dell'equazione di ampiezza
per sistemi isotropi
E' possibile introdurre l'equazione di ampiezza per instabilità di tipo
I
s
in maniera euristi a.Comin iamo olprovare a des rivere un sistema spazialmente isotropo:
s ri-viamo la più sempli e equazione lineare he dia origine a un tasso di
re-s ita he rispe hi l'isotropia spaziale del sistema; s egliamo quindi un
tas-so di res ita he non favoris a la nas ita dei modi in nessuna direzione in
parti olare
4
In genere il numero d'onda riti o è ssato dalla terzadimensione, he non appare
σ(q) = τ
0
−1
ǫ − ξ
0
2
|q| −
−
→
k
c
2
(2.13) onq =
−
→
k
c
ˆ
x +
−
→
k
e−
→
k = (k
x
, k
y
)
. Espandendo−
→
k
c
ˆ
x + k
−
−
→
k
c
per pi oli
k
abbiamo heσ(q) ≃ τ
0
−1
ǫ − ξ
0
2
k
x
+
k
2
y
2k
c
2
!
(2.14) se ora sostituiamoσ → ∂
t
(2.15)k
x
→ −i∂
x
(2.16)k
y
→ −i∂
y
(2.17)riotteniamo laparte lineare dell'equazione(2.12) 5
.
Per saturare la res ita esponenziale dei modi è ne essario introdurre un
termine orrettivo non lineare.
Questo termine può essere ottenuto er ando un oggetto di forma sempli e
he preservi l'equazione sotto latrasformazione
A → e
iφ
A
he orrispondea
ri hiedere l'invarianzasotto traslazione del pattern.
2.4.2 Introduzione euristi a all'equazione di ampiezza
per sistemi anisotropi
Possiamo riprodurre il ragionamento del paragrafo pre edente per un
siste-ma anisotropo; la forma del tasso di res ita sarà, s egliendo, nel modo più
sempli e, untassodi res ita hefavoris ala res itadeimodinelladirezione
del vettore d'onda riti o
σ(q) = τ
0
−1
ǫ − ξ
0
2
(|q − k
c
|)
2
da ui
σ(q) = τ
0
−1
ǫ − ξ
0
2
k
2
x
+ k
2
y
e onlesostituzioni(2.15)(2.16)(2.17)e on onsiderazionianalogheaquelle
fatte pre edentementeabbiamo he
τ
0
∂
t
A = ǫA + ξ
x
2
∂
x
2
+ ξ
y
2
∂
y
2
A − g
0
|A|
2
A
(2.18)2.4.3 Interpretazione si a dei parametri delle
equazio-ni di ampiezza
I parametri he ompaiono nell'equazione (2.12)e nella (2.18) sono, inlinea
di prin ipio, ri avabili dalle equazioni fondamentali delfenomeno. Tuttavia
tale al oloèstato portato aterminesoltantoperun numeromolto limitato
di sistemied è assai ompli ato.
In generale è molto più fa ile e istruttivo provare a dare una spiegazione
si a ditali oe ienti.
Il nostro parametro di ontrollo prin ipale è
ǫ
he determina la transizione di fase tra lo stato uniforme e lo stato on pattern; nel aso ad esempiodella EHCè orrelatodirettamentealpotenziale
V
appli atoal ampione di ristallo liquido e alla soglia di formazione dei patternV
c
,ǫ =
V
2
−V
2
c
V
2
c
(vedi ap 5) .Il parametro
τ
0
può essere orrelatoai tempi di reazione del sistema a una variazione improvvisa diǫ
; se partiamo da una situazione in ui lo stato iniziale è quello omogeneo eǫ < 0
e repentinamente aumentiamo il valore in modo he0 < ǫ ≪ 1
il sistema omin erà a formare un'onda piana della formaA(x, y, t) = a(t)e
ikx
, sostituendo la soluzione nell'equazione reale di
Landau-Ginzburg abbiamo he
τ
0
∂a
∂t
= ǫa − ξ
2
k
2
a − g
0
a
3
se adessosupponiamo he
k ≃ 0
e he il ontributodeltermine ubi o possa essere tras urato nei primi istanti dell'evoluzione abbiamo hea ∝ exp(
ǫt
τ
0
)
da uipossiamo misurare
τ
0
eseguendo un tdel|A|
infunzione deltempo. Per misurare le lunghezze di orrelazioneξ
x
,ξ
y
,ξ
0
possiamo sfruttare lo studiodistrutture hiamatedifetti(vedi ap3)utilizzandolaformaanaliti anota per un difetto 1D he può approssimare bene an he il prolo di una soluzione 2D
A(x, y = 0) = A
0
tanh(
r 2
ǫ
x
ξ
x
)
(2.19) eA(x = 0, y) = A
0
tanh(
r 2
ǫ
y
ξ
y
)
(2.20)in uil'originedegliassièal entrodeldifetto. Dallamisuradelle
dimensio-ni deldifetto èpossibilerisalireallelunghezzedi orrelazione. Lelunghezze
di orrelazione sono molto importanti in parti olare nei sistemi anisotropi
ome i ristalli liquidi.
Per quanto riguarda il parametro
g
0
possiamo operare il osiddetto quen- hing diǫ
: ossiaoperare ambiamenti ontinuamentealternatidelparametro di ontrollo tra due valoriǫ
1
∼ 0
eǫ
2
≫ ǫ
1
; osì fa endo i aspettiamo he il numero d'onda del modo he si viene a reare siak ∼ 0
e in tal aso la nostra equazione siridu e aτ
0
∂a
∂t
= ǫ − g
0
a
3
in questo modouna voltari avato
τ
0
possiamo ottenere il valore dig
0
.2.4.4 L'equazione reale di Landau-Ginzburg (RGL)
L'equazione (2.12) prende an he il nome di equazione di Landau-Ginzburg
reale (RGL)ed èl'amplitudeequation diun sistemaspazialmenteisotropo
soggetto auna instabilitàdi tipo
I
s
.Tale equazione presenta una bifor azione di Hopf super riti a per
g
0
> 0
dello stato uniforme alvariaredel parametroǫ
.E'possibileris alarel'equazione(2.12)emetterlainformanormale
ponen-do
X = |ǫ|
1
2
x
Y = |ǫ|
1
4
y
k
c
ξ
0
1
2
T = |ǫ|
τ
t
0
A =
g
0
ǫ
1
2
A
In questo modol'equazione diventa
∂
t
A = ±A +
∂
x
− (i/2)∂
y
2
2
A −
A
2
A
(2.21)dove ilsegno
+
orrisponde aǫ > 0
mentre il segno−
aǫ < 0
Un risultato he, a primavista, può sembrareparadossale è he, persistemi
anisotropi, l'equazione di Landau-Ginzburg prende la forma
τ
0
∂
t
A = ǫA + ξ
x
2
∂
x
2
+ ξ
y
2
∂
y
2
A − g
0
|A|
2
A
(2.22)e può essere ris alata
∂
T
A = ±A + ∂
X
2
+ ∂
Y
2
A −
A
2
A
(2.23) ponendoX = |ǫ|
1
2
x
ξ
x
Y = |ǫ|
1
2
y
ξ
y
T = |ǫ|
τ
t
0
A =
g
0
ǫ
1
2
A
Quindi un sistema anisotropo è rappresentato da una RGL isotropa e
vi e-versa.
Sistemi hesonorappresentatidaun'equazionediLandau-Ginzburgisotropa
2.4.5 Soluzioni di onda per RGL
E' fa ileveri are he la RGL ammette soluzioni
A
k
(x) = a
k
e
ikx
ona
k
= (ǫ − k
2
)
1
2
.Se ora vogliamo indagare la stabilità di queste soluzioni dobbiamo
vede-re l'eetto di una pi ola perturbazione su un sistema in uno stato
A
k
(x)
analogamentea quantovisto nel ap 1.Sviluppiamoquindi
A(x, t) = A
k
(x) + δA(x, t)
dove
δA = e
ikx
δa
+
e
iQx
+ δa
∗
−
e
−iQx
(2.24)
inserendo tutto nella RGLe linearizzandorispetto a
δa
+
eδa
−
otteniamo∂
t
δa
+
= − p
2
+ U
+
δa
+
− p
2
δa
−
(2.25)∂
t
δa
−
= − p
2
+ U
−
δa
−
− p
2
δa
+
on
p
2
= ǫ − k
2
eU
±
=
h
(k ± Q
x
)
2
+
Q
2
y
2k
c
i
− k
2
Figura 2.3: Diagramma delle instabilità: E E khaus, N neutral, Z
zig-zag [3℄
Gli autovaloridelsistema (2.25)sono
σ
k
(Q) = −p
2
−
1
2
(U
+
+ U
−
) ±
p
4
+
1
4
(U
+
− U
−
)
2
1
2
la ondizione distabilitàè
σ
k
(Q) < 0
e deve essere vera per tutto un intorno di
|Q| = 0
, la zona di stabilità limite si ottiene imponendoσ
k
(Q) = 0
e dai al oli abbiamo hek
2
N
= ǫ
; se adesso er hiamo una zona di stabilità limite perperturbazioni lungo l'assex
,Q = Qˆ
x
,troviamola osiddetta instabilitàdiE khaus ela urva he la delimita èk
2
E
=
ǫ
3
.Se er hiamo inve e una zona di stabilità per perturbazioni lungo l'asse
y
,Q = Qˆ
y
, troviamo la osiddetta instabilità zig zag, visualizzata in gura (2.4), dai al oliabbiamo he lazonalimiteèk
z
= 0
omemostratoingura (2.3).Figura2.4: Foto diun'instabilità ditipo zig-zag[3℄
2.5 Instabilità
III
0
La stessaespansione vi inoallasoglia he abbiamofattoperleinstabilità
I
s
possiamofarla, on ledovute dierenze, per un'instabilitàdi tipoIII
0
U(x, y, t) =
U
0
A(x, y, t)e
−iωt
+ c.c. + O (ǫ)
(2.26)∂
t
A = ±A + (1 + ib) △ A − (1 + ic) |A|
2
A
(2.27)on
A ∈ C
e onU
0
ostante diproporzionalità.Questa equazione prende an he il nome di equazione omplessa di
Landau-Ginzburg (CGL) e manifesta an h'essa una bifor azione di Hopf al variare
del parametrodi ontrollo prin ipale
ǫ
.I dueparametri
b, c
dell'equazione ontrollanoilregimedell'equazionee dan-no origine a omportamenti molto più ompli ati rispetto a quelli esibitidall'equazioneRGL;questo sipuò notarean he dalfatto he non èpossibile
ris alare viatutti i parametri (2.27).
Laformapiùgeneraledell'equazione(2.27)possiedeuntermineproporzionale
a
s
0
∂
x
, tuttavia noi lavoreremo in un sistema on ondizioni al ontorno periodi he in ui tale termine può essere ris alato passando nel sistema diriferimento he si muove on la velo ità di gruppo lineare
s
0
˜
x → x − s
0
t
nel aso in ui ilsistema inesame sia didimensioni nite il termine
propor-zionale a
s
0
gio aun ruoloimportante, main questatesi i o uperemo solo di sistemiperiodi i.L'interpretazione si a dei due oe ienti he ompaiono nella CGL non è
sempli e omequelle vistepre edentemente nella RGL.
Tuttavia i due parametri possono essere onnessi alla frequenza delle onde
( ome vedremoin seguito) he sivengono a reare nelsistema.
In genere tuttavia queste misure sono molto di ili e non prive di insidie
quindi in genere questi parametri vengono a ordati in modo da riprodurre
il regimesperimentale studiato.
Peruno s hema deiregimidinami i dellaCGL siveda (7.1).
Soluzioni d'onda per la CGL
L'equazione (2.27) ammette sia soluzioni del tipo
A(x, t) = a
0
e
−iΩ
0
t
on
a
2
tipo
A
k
(x, t) = a
k
e
i(kx−Ω
k
t)
dove,a
k
= (ǫ − k
2
)
eΩ
k
= cǫ + (c − b) k
2
, hehiameremo onde rotanti.
L'equazione (2.27) ammette ome soluzione an he onde stazionarie tuttavia
queste sono instabilie de adono inonde viaggianti 6
.
Il al olodella stabilitàdelleonde pianeè analogoa quellofatto perlaRGL
an hesealgebri amentemoltopiùinvoluto;questorisultatoèan he hiamato
riterio di E khaus generalizzato ed aerma he esistono onde stabili on
numero d'onda
k
a patto hek
2
<
1 + bc
3 + bc + 2c
2
da questa formulasi nota he esistonoonde stabili apatto he
1 + bc > 0
altrimentisono tutte instabili ( riterio di Benjamin-Feir-Newell);se le onde
sono tutte instabili siha un regime osiddetto aoti o.
2.6 Instabilità
I
0
L'analogo dell'equazione(2.26) per instabilitàdeltipo
I
o
[ω
0
6= 0, q
0
6= 0]
èU(x, y, t) = U
0
A
R
(x, y, t)e
i(k
c
x−ω
c
t)
+ A
L
(x, y, t)e
−i(k
c
x+ω
c
t)
+ c.c.
(2.28)eleequazionidiampiezzasonodueequazionidiLandau-Ginzburga oppiate
perledue ampiezze
A
R
eA
L
he rappresentano rispettivamenteleampiezze di onde he viaggiano verso destra everso sinistra.6
Vedremo nei prossimi apitoli he la versione bidimensionale di questa equazione
Persempli itàabbiamos ritto le equazioninel aso
1D
∂
t
A
R
+s
0
∂
x
A
R
= ǫA
R
+(1 + ic
1
) ∂
2
x
A
R
−(1−ic
3
) |A
R
|
2
A
R
−g
1
(1 − ic
2
) |A
L
|
2
A
R
(2.29)∂
t
A
L
− s
0
∂
x
A
L
= ǫA
L
+ (1 + ic
1
) ∂
2
x
A
L
− (1 − ic
3
) |A
L
|
2
A
R
− g
1
(1 − ic
2
) |A
R
|
2
A
L
(2.30)Dove
s
0
èlavelo itàdigruppo,iparametriǫ, c
1
, c
3
sonoanaloghiaquelli de-nitiperlaCGL,mentreg
1
èunparametro hetiene ontodell'a oppiamento tra imodiA
L
eA
R
.Le equazioni nel aso
2D
si ottengono sostituendo nelle equazioni (2.29) (2.30)s
0
∂
x
→ s
0
∂
x
−
i
2k
c
∂
2
y
+
1
2k
2
c
∂
x
∂
y
2
−
i
8k
3
c
∂
y
4
∂
x
2
→
∂
x
−
i
2k
c
∂
y
2
2
Permaggioridettaglisulleequazionia oppiatediLandau-Ginzburgsiveda[16℄
2.7 RGL vs CGL
LedierenzetraleequazioniRGLeCGL possonosembrareminimeinrealtà
laCGL esprimeuna varietàdi omportamentimoltonumerosaaquellidella
sempli e RGL.
Per quanto riguarda la dinami a della RGL è possibile determinare una
funzione tale he
∂
t
A = −
δF {A, A
∗
}
δA
∗
(2.31) onF =
Z
Z
dxdy
h
−ǫ |A|
2
+
g
0
2
|A|
4
+
ξ
0
∂
x
− (i/2k
c
)∂
y
2
A
2
i
(2.32)e per tale funzione
∂F
∂t
≤ 0
F
prende ilnomedifunzionediLyapunov esvolgeun ruoloanalogoaquello svoltodall'energia libera intermodinami a.Ilpro esso des rittodallaRGLsaràquindi unpro essodirilassamentoverso
il minimodi
F
.Per la CGL tuttavia non è possibile 7
, in generale, trovare una funzione di
Lyapunov; la dinami a è quindi molto più ompli ata di un
rilassamen-to ed è questo il motivo per ui la CGL presenta una varietà maggiore di
omportamentirispetto allaRGL.
2.8 Instabilità se ondarie
Abbiamo visto he le soluzioni di tipo onda possono esse stesse diventare
instabili; hiameremo lenuove soluzionistabili instabilitàse ondarie.
Questeinstabilitàtendonoa ompli aremoltoipatternerappresentanoparte
della omplessità ris ontratanegli esperimenti reali.
Nell'equazione di ampiezza
I
s
ome abbiamo visto esistono solo due tipi di instabilità se ondarie: di E khaus e quella zig-zag. Questo mostra hel'equazione di ampiezza reale ha un range di validità limitato in quanto
le altre instabilità he sono osservate sperimentalmente, sono trovate solo
quando vengono in lusinel al oloordini superioridello sviluppo.
2.9 Competizioni tra i vari pattern
Quando abbiamo ostruito la(2.11)abbiamofatto l'ipotesidi studiare
solu-zioni he onsistono inun singolo set di rolls paralleli.
In generale possiamo studiare soluzioni he sono sovrapposizione di
n
rolls di orientazione variaU = U
0
"
n
X
i=1
A
i
(x, y, t)e
iq
i
x
+ c.c.
#
+ O(ǫ)
(2.33) on|q
i
| = k
c
7Se
c
= b
laCGLpuòesseres rittainunsistemarotante∂
t
A
˜
= (1 + ic)
ǫ ˜
A
−
A
˜
2
˜
A
+ ∆ ˜
A
= − (1 + ic)
δF
{
˜
A, ˜
A
∗
}
δ ˜
A
∗
doveA
˜
= e
iǫct
A
se tras uriamole variazionispazialidelpattern l'equazione diampiezza or-rispondente è
∂
t
A
i
= ǫA
i
−
n
X
j=1
g
ij
|A
j
|
2
A
i
(2.34) doveg
ij
= ζ(θ
ij
)
eq
ˆ
i
q
ˆ
j
= cos θ
ij
.L'equazione (2.34)puòessereutileperstudiarela ompetizionetrairolls e
glialtripatternregolari. Per
n = 2
avremo quadratipern = 3
esagoniet .., le fotodi al uni patternsono mostratiin gura (2.5).Equazione di fase e difetti
topologi i
3.1 Equazione di fase per la RGL
In questo apitolo esporremo la teoria dell'equazione di fase e la sua
appli- azione al aso dell'equazione di Landau-Ginzburg reale. Molti dei risultati
esposti sono basatisull'esistenza della funzione diLyapunov, quindi non
so-no, in generale, estendibili alla CGL he, ome abbiamo visto prima, non
ammette una funzionedi tipopotenziale.
Per quanto riguarda la dinami a delle strutture nella CGL er heremo di
esporre qual he risultato nel ap 4., an he se dobbiamo sottolineare he le
sue dinami he sono molto omplesse.
3.2 Equazione di fase per sistemi isotropi
La RGLanisotropa (2.12)des riveladinami adiun pattern
I
s
attraversoil ampo omplessoA
.Tale dinami a può essere s omposta nella dinami a del modulo del ampo