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I problemi economici urgenti : voti e proposte per il passaggio dallo stato di guerra allo stato di pace

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Academic year: 2021

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(1)

f , ~ C O M M I S S I O N E PER IL D O P O G U E R R A

I problemi

eco-n o m i c i u r g e eco-n t i

R E L A Z I O N E D E L D E P U T A T O

EDOARDO PANTANO

Presidente della Sottocommissione economica

(2)
(3)

DEP x 529

COMMISSIONE PER IL D O P O G U E R R A

1 p r o b l e m i

eco-n o m i c i u r g e eco-n t i

R E L A Z I O N E D E L D E P U T A T O E D O A R D O P A N T A N O Presidente della Sottocommissione economica

(4)
(5)

Questa pubblicazione ha per iscopo di

presen-tare al paese il risultato degli studi fin qui compiuti

dalla sottocommissione economica per il dopo-guerra,

relativi ai provvedimenti più urgenti pel passaggio

dallo stato di guerra a quello di pace — onde avere

collaboratrice l'opinione pubblica in opera che

ri-flette i più vitali interessi della nazione.

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ATTI COSTITUTIVI

Decreto L u o g o t e n e n z i a l e 21 m a r z o 1918, n. 361, che istituisce u n a C o m m i s s i o n e con l'incarico di stu-diare e proporre i p r o v v e d i m e n t i occorrenti a l p a s s a g g i o dallo s t a t o di g u e r r a a quello di pace, e ne d e t e r m i n a la composizione.

TOMASO D I S A V O I A DUCA DI G E N O V A Luogotenente Generale di Sua Maestà

V I T T O R I O E M A N U E L E III

P E R G R A Z I A D I D I O E P E R . V O L O N T À D E L I , A N A Z I O N E

R E D ' I T A L I A .

In virtù dell'autorità a Noi delegata; Vista la legge 22 maggio 19x5, n. 671 ; Udito il Consiglio dei ministri ;

Sulla proposta del presidente del Consiglio dei mi-nistri, ministro dell'interno, di concerto col ministro del tesoro ;

Abbiamo decretato e decretiamo :

Art. 1.

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am-VI

ministrative e sociali ; la seconda riguarderà quello relativo alle materie economiche, in ispecial modo all'industria, al commercio e all'agricoltura.

La Commissione centrale è presieduta dal presidente del Consiglio dei ministri ed è composta di due presidenti delle Sottocommissioni e dei presidenti di tutte le sezioni istituite con l'articolo seguente.

Art. 2.

Le due Sottocommissioni istituite dall'articolo prece-dente saranno suddivise in un numero di sezioni, che sarà determinato dal presidente del Consiglio, sentiti i due pre-sidenti delle Sottocommissioni stesse.

I presidenti delle due Sottocommissioni e i presidenti delle sezioni e i componenti di queste ultime sono nomi-nati con decreti Reali su proposta del presidente del Consiglio.

Art. 3.

Ognuno dei presidenti delle due Sottocommissioni cen-trali, nonché ogni presidente delle sezioni, potrà richiedere ai ministri competenti ed a qualunque altra pubblica Am-ministrazione tutte le notizie e gli elementi che si riten-gono utili allo studio delle questioni da trattare.

Art. 4.

Potranno eventualmente essere aggregati a ciascuna sezione, con l'incarico di riferire su determinate questioni, ma senza diritto a voto, funzionari delle pubbliche Ammi-nistrazioni o, in generale, persone note per loro particolare competenza nelle questioni medesime.

La nomina di tali membri è fatta con decreto del presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del pre-sidente della sezione interessata.

Art. 5.

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Sotto-VII

commissioni, redatte in base ai lavori delle singole sezioni, in una relazione generale.

Art. 6.

L'Ufficio di segreteria generale è disimpegnato dall'Uf-ficio di legislazione presso la Presidenza del Consiglio, cui sarà assegnato il personale occorrente, nominato dal presi-dente del Consiglio dei ministri, anche fra persone estranee all'Amministrazione pubblica.

Ciascuna Sottocommissione avrà una sezione propria di segreteria.

Art. 7.

Il decreto Luogotenenziale 16 settembre 19x7, n. 1529, è abrogato.

Il presente decreto andrà in vigore dalla data della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserto nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

Dato a Roma, addì 21 marzo 1918. TOMASO DI SAVOIA.

O R B A N D O N I T T I .

Visto : Il guardasigilli : S A C C H I .

Decreto l u o g o t e n e n z i a l e i° aprile 1918 che n o m i n a il Presidente della Sottocommissione giuridica ed il Presidente della S o t t o c o m m i s s i o n e economica.

TOMASO D I S A V O I A DUCA DI G E N O V A Luogotenente Generale di Sua Maestà * V I T T O R I O E M A N U E L E III

P E R G R A Z I A D I D I O E P E R V O L O N T À D E L L A N A Z I O N E

R E D ' I T A L I A

In virtù dell'autorità a Noi delegata: Visto il decreto 21 marzo 1918, n. 361 ;

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Vili

Abbiamo decretato e decretiamo :

L'onorevole prof. avv. Vittorio Scialoja, senatore del Regno, è nominato Presidente della Sottocommissione inca-ricata di studiare e proporre i provvedimenti occorrenti al passaggio dallo stato di guerra allo stato di pace riguar-danti le materie giuridiche, amministrative e sociali.

L'onorevole dott. Edoardo Pantano, deputato al Parla-mento, è nominato Presidente della Sottocommissione inca-ricata di studiare e proporre gli analoghi provvedimenti riguardanti le materie economiche, in ispecial modo l'in-dustria, il commercio e l'agricoltura.

Il Presidente del Consiglio dei ministri è incaricato della esecuzione del presente decreto.

Dato ad Agliè, addì i° aprile 1918. TOMASO DI SAVOIA.

ORLANDO.

Decreto Luogotenenziale 30 giugno 1918, che costituisce la Commissione centrale per lo studio e le proposte dei provvedimenti occorrenti al passaggio dallo stato di g u e r r a a quello di pace.

TOMASO DI SAVOIA DUCA DI G E N O V A Luogotenente Generale di Sua Maestà

VITTORIO E M A N U E L E III

P E R G R A Z I A D I D I O E P E R VOLONTÀ D E L L A N A Z I O N E R E D ' I T A L I A .

In virtù dell'autorità a Noi delegata;

Visto il Decreto 21 marzo 1918, n. 361, sulla istitu-zione di una Commissione reale per lo studio dei provve-dimenti occorrenti al passaggio dallo stato di guerra allo stato di pace;

Visto il Decreto x° aprile 1918, che nomina i pre-sidenti delle due Sottocommissioni, in cui è suddivisa" la Commissione anzidetta;

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amministra-tivi e tributari delle provincie e dei comuni del Regno, e ritenuta l'opportunità che la stessa costituisca una sezione della Commissione generale per lo studio dei provvedimenti pel dopo guerra;

Sulla proposta del presidente del Consiglio dei ministri; Abbiamo decretato e decretiamo :

La Commissione centrale per io studio dei provvedi-menti occorrenti al passaggio dallo stato di guerra allo stato di pace e le singole sezioni sono costituite come nelle allegate tabelle, firmate d'ordine Nostro dal presidente del Consiglio dei ministri proponente.

Il presidente del Consiglio proponente è incaricato della esecuzione del presente decreto.

Dato a Roma, addì 30 giugno 1918. TOMASO D I S A V O I A .

ORBANDO.

Tabella allegala al Decreto Luogotenenziale 30 giugno 1918.

Commissione centrale per lo studio e le proposte di provvedimenti occorrenti al passaggio dallo stato di guerra allo stato di pace.

Presidente: ORLANDO prof. Vittorio Emanuele, Presidente del Con-siglio dei Ministri.

Vice-Presidenti : SCIALOIA prof. Vittorio, Senatore - Presidente della ia Sottocommissione.

PANTANO dott. Edoardo, Deputato - Presidente della 2a sotto-commissione.

Commissari :

MARTINI prof. Ferdinando. Deputato - Presidente della ia Sezione Sottocommissione

r . . . . giuridica. (Questioni giuridiche, amministrative e sociali)-.

GRIPPO prof. Pasquale, Deputato - Presidente della 2A Sezione (Revisione della legislazione emanata durante la guerra in forza dei poteri straordinari);

PERLA prof. Raffaele, Senatore - Presidente della 3A Sezione (Ri-forme degli ordinamenti amministrativi e tributari delle Pro-vincie e dei comuni del regno);

ROSSI prof. Luigi, Deputato - Presidente della 4a Sezioue (Ri-forma dell' Amministrazione dello Stato);

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ALESSIO prof. Giulio, D e p u t a t o - Presidente della 6® Sezione {Provvedimenti finanziari);

SCHANZER a v v . Carlo, Deputato - Presidente della 7® Sezione (Quisiioni coloniali)-,

BENSA prof. Paolo Emilio, Senatore - Presidente dell'8« Se-zione (Riforme del diritto privato rese urgenti dalla guerra); SCIA LOIA prof. Vittorio, Senatore - Presidente della 9® Sezione

(Unificazione del.diritto delle obbligazioni fra Stati dell'Intesa)-, RIVA prof. Luigi, D e p u t a t o - Presidente della 10® Sezione

[Le-gislazione sociale e previdenza)-,

RUEFINI prof. Francesco, Senatore - Presidente dell' IX® Sezione (Problemi di coltura)-,

CAPALDO Pietro, Senatore - Procuratore Generale di Corte di Cassazione - Presidente della 12® Sezione (Giustizia militare)-, TIMONI a v v . Tommaso, Senatore - Presidente della 13® Sezione

(Produzione agraria);

CAVASOLA a w . Giannetto, Senatore - Presidente della 14® Se-zione (ProduSe-zione industriale);

RIGHI prof. Augusto, Senatore - Presidente della I5® Sezione.

(Utilizzazione delle forze idriche ed elettriche);

MARIOTTI a v v . Giovanni, Senatore - Presidente della 16® Se-zione (CooperaSe-zione e lavoro);

D E NAVA a w . Giuseppe, D e p u t a t o - Presidente della 17® Se-zione (Ordinamento del credito);

SALMOIRAGHI ing. Angelo, Senatore - Presidente della 18® Se-zione (Incremento del commercio);

MARCONI Guglielmo, Senatore - Presidente della 19® Sezione (Marina Mercantile e Industrie Navali);

FERRARIS dott. Maggiorino, Senatore - Presidente della 20® Se-zione (Comunicazioni e t>asporti);

BONOMI prof. Ivanoe, Deputato - Presidente della 21® Sezione (Opere pubbliche);

BODIO prof. Luigi, Senatore - Presidente della 22® Sezione (Emi-grazione);

FRADELETTO prof. Antonio, Deputato - Presidente della 23® Se-zione (Insegnamento professionale ed artistico);

DURANTE prof. Francesco, Senatore - Presidente della 24® Se-zione (Igiene sociale);

BETTONI conte Federico, Senatore - Presidente della 25® Sezione (A ssistenza civile) ;

PANTANO dott. Edoardo, D e p u t a t o - Presidente della 26® Se-zione (SmobilitaSe-zione - UtilizzaSe-zione del materiale bellico); COLONNA di Cesarò duca Giovanni, Deputato - Presidente della

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INTRODUZIONE

L a Sotto-Commissione economica della Commissione Ilk£*ob£

del dopo-guerra riassume in questo volume i primi risul-tati dei suoi lavori. Essa ha ritenuto opportuno di presen-tarli subito al pubblico, riuniti insieme, per dar modo a questo di farsi un'idea esatta dell'opera complessiva da essa finora compiuta, di esprimere al riguardo il proprio giu-dizio e fornirle con esso nuovi elementi per lo svolgimento ulteriore della propria attività.

I problemi che la Sotto-Commissione economica ha dovuto affrontare sono numerosissimi. Considerati singolar-mente essi si presentano, almeno in apparenza, come pro-blemi staccati e indipendenti.

Ma in realtà essi sono connessi fra loro e rappresentano, si può dire, aspetti diversi di un unico grande problema generale : il problema del futuro assetto dell'economia na-zionale che ha le sue radici nel periodo di transizione della

vita economica e sociale dallo stato di guerra allo stato di pace.

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problema, ehe è il problema centrale dell'immediato dopo-guerra, implica la contemporanea trasformazione delle in-dustrie, lo sviluppo dell'agricoltura, cioè la preparazione economica del paese a riprendere la feconda operosità dei tempi di pace, e a ricevere e occupare il numero maggiore possibile di lavoratori, che la smobilitazione renderà dispo-nibili; la quale preparazione non esclude la predisposizione di provvidenze di tutela a favore degli emigranti, nell'even-tualità che molti dei lavoratori disponibili non possano tro-vare immediato collocamento all'interno. E così al problema della smobilitazione e del rinnovamento economico s'innesta quello dell'emigrazione. Ma tale rinnovamento economico importa in pari tempo la soluzione del problema finanziario, con la gravosa eredità di debiti e di carta-moneta lasciata dalla guerra — i m p o r t a la ripresa _ immediata della nostra espansione commerciale, con tutte 'le difficoltà emergenti da una acuita concorrenza internazionale, che solo una politica economica interna ed estera, vigile ed energica, può agevolare a superare — importa la ricostituzione del ma-teriale ferroviario, logorato da quattro anni di lavoro feb-brile, la ricostituzione della nostra marina mercantile du-ramente provata dalla guerra dei sommergibili, il riordina-mento dei porti. Così ad uno ad uno tutti i più svariati problemi, apparentemente indipendenti, si collegano, si concatenano fra loro; ed il nesso che li unisce è cosi in-timo che ognuno di essi è si può dire parte complementare di tutti gli altri; e di essi si può quindi effettivamente parlare come di aspetti diversi di un unico problema ge-nerale.

* * *

N E C E S S I T À DI USO Unico essendo il problema, unica doveva essere la Com-STUDIO O R G A N I C O . . . . 7 .

B E I PROBLEMA D E I missione incaricata di studiarlo. Appunto perciò era inevi-DOPO-GUERRA. . ¿ . I M I I • • •

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3

complesso, per quanto meno numeiosa di consimili Com-missioni straniere, si trovò, nello s\olgimento pratico dei propri lavori, suddivisa in sezioni e le sezioni in gruppi, i quali, riuscendo costituiti ciascuno di poche persone, fu-rono in grado di compiere un lavoro sollecito e fecondo.

* *

Prima cura della Commissione era stata il distinguere, PROGRAMMA MINIMO J. 1 L I N O . V-UI CI E PROGRAMMA

MAS-per quanto possibile, i problemi dell'immediato dopo-guerra SIMO.

da quelli del dopo-guerra più remoto. Ma per la difficoltà di una netta demarcazione in problemi che fra loro si intrec-ciano, pur preoccupandosi e occupandosi a preferenza di quelli più urgenti, essa non trascurò lo studio di quelli meno urgenti, per alcuni dei quali, nondimeno, lo studio più ap-profondito e la soluzione furono rimandati ad un periodo successivo, ma che non dovrà in ogni modo oltrepassare il momento della conclusione della pace.

Ma anche per i problemi più urgenti la Commissione, in vista della possibilità di una precipitosa soluzione degli avvenimenti militari, comprese subito la necessità di asse-gnare ai propri lavori un programma minimo e un pro-gramma massimo : da attuarsi immediatamente, in modo rapido e sintetico il primo; da svolgersi in un periodo suc-cessivo il secondo, per dare, se necessario, maggiore sviluppo agli studi e alle soluzioni dei problemi già esaminati nel primo. E fu bene che la Commissione si fosse subito orien-tata verso il programma minimo, e mercè l'alacre e disin-teressata operosità dei suoi Commissari si fosse messa su-bito al lavoro per svolgerlo, perchè in tal modo essa non fu colta del Lutto impreparata dalla auspicata cessazione delle ostilità, avvenuta, per virtù delle armi italiane, più presto di quanto poteva sperarsi; e si è trovata in grado di pre-sentare in tempo utile al Governo una serie di proposte concrete che riassumono tutto un programma di politica economica e sociale.

* * *

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4

attuato in modo da causare il minore squilibrio possibile nella vita economica e sociale del paese.

Il fenomeno più saliente della guerra dal punto di vista economico fu l'abbandono delle ordinarie occupazioni da parte di milioni di uomini che furono o chiamati sotto le armi o adibiti alla produzione bellica. Ciò causò una profonda alterazione nel sistema prebellico della pro-duzione sociale che fu orientato in direzioni affatto di-verse, cioè verso la soddisfazione dei bisogni nascenti dalla guerra.

Tutta l'economia del paese fu mobilitata per la guerra. S'impose pertanto alla Commissione, anzitutto, lo studio dei seguenti gruppi di problemi:

a) i problemi tecnici relativi alla smobilitazione delle truppe (Sezione X X V I ) ; l'aiuto da darsi a smobilitati e alle loro famiglie (Sezione X X V ) ; varie questioni di coo-perazione e di lavoro e il problema delle abitazioni (Se-zione X V I ) ; facilitazioni da concedersi ai militari smobili-tati affinchè possano proseguire gli studi e procurarsi un corredo di cognizioni indispensabili per la loro carriera futura (Sezione X X I I I ) ; prevenzione di una possibile dif-fusione di malattie infettive da parte dei militari che tor-nano dal fronte (Sezione X X I V ) ;

b) studio di un piano organico di opere pubbliche da eseguirsi in un primo periodo sopratutto allo scopo di assorbire quella parte di militari smobilitati che non potrà trovare immediatamente lavoro (Sezione X X I ) ; finanzia-mento delle opere pubbliche (Sezione X V I I ) ;

c) studio dei problemi relativi all'emigrazione, la quale è in evidente connessione con la smobilitazione (Se-zione X X I I ) ;

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Resta poi al di fuori del precedente quadro la Se-zione X X V I I , che si occupò di problemi speciali delle Pro-vincie ora redente.

* * *

Riguardo ai problemi 'tecnici della smobilitazione, la P R O P O S T E RELATIVE

& 1 . ALLA

SMOBILPTAZIO-Commissione indagò dapprima quello che si era fatto al-l'estero, specialmente in Inghilterra, ma a dir vero non potè trarre profitto da questi studi avendo dovuto subito riconoscere le particolari caratteristiche dell'ambiente eco-nomico-sociale italiano. Il sistema della smobilitazione in-dividuale, secondo il criterio delle professioni, da alcuni sostenuto, non potè essere adottato in Italia per una serie di ragioni che furono ampiamente lumeggiate nelle discus-sioni della Sezione X X V I .

Pertanto, la Commissione raccomandò il sistema più semplice della smobilitazione per classi di età, proponendo però delle modificazioni sostanziali all'istituto dell'esonero, grazie alle quali fosse possibile mettere sollecitamente in libertà quei militari la cui opera è urgentemente richiesta nelle aziende industriali e commerciali. In pari tempo la Sezione, preoccupandosi del gravissimo problema degli uffici di collocamento, ne propose la costituzione d'accordo con i rappresentanti delle classi padronali e operaie, formulando delle proposte che furono in sostanza accettate dall'on. Mi-nistro dell'Industria e trasfuse in un Decreto Luogotenen-ziale.

NE DELLE TRUPPE.

* * *

I lavori della Sezione X X V I (smobilitazione) furono IGIENE SOCIALE,

COO-completati da quelli della Sezione X X I V (Igiene Sociale), RO. OPERE

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6

Dell'urgente problema delle case popolari si occupò in modo speciale la Sezione X V I (Cooperazione e Lavoro) che, richiamando l'attenzione del Governo sulla crisi delle abita-zioni sorta nel paese in seguito alla guerra, formulò pro-poste riguardo agli aiuti dello Stato, all'ordinamento del credito per le case popolari, alle facilitazioni fiscali e ad altre agevolazioni necessarie per l'acquisto del materiale.

La Sezione X X I I (Opere pubbliche) fu guidata nei suoi lavori dalla persuasione della grandissima importanza spet-tante a un piano organico di opere pubbliche, nel periodo di ricostituzione, come mezzo per dare impiego agli operai smobilitati e stimolare le energie del paese in tutti quei svariati campi della produzione economica che sono in re-lazione con l'esecuzione di opere pubbliche. Le proposte della Sezione riguardano le opere idrauliche marittime, i ponti, le strade, le bonifiche. In questi voti, che hanno avuto una ripercussione anche nella Camera dei deputati, (tornata del 28 novembre 1918) si insiste specialmente sulla necessità di pensare al Mezzogiorno, dove è urgente il bisogno di una sistemazione stradale ed idrica, condizione prima per l'auspicata espansione economica futura.

I voti della Sezione X X I I furono completati da quello della Sezione X V I I (Ordinamento del Credito), la quale propose la creazione d'un consorzio formato dalla Cassa depositi e prestiti e dai principali istitituti di credito del Paese per concorrere, con la Cassa stessa, a dare credito agli enti pubblici, e per fornirlo a quelli semi-pubblici e privati.

* * *

EMIGRAZIONE. .. Va facendosi sempre più strada in Italia la convinzione

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cerca di lavoro, ma dovrà essere costituito con una emi-grazione di operai colti e intelligenti, consci del loro valore economico, trattati alla stessa stregua degli operai locali, e possibilmente riuniti in organizzazioni di lavoro che, fian-cheggiate da sufficiente capitale, siano in grado di trattare da pari a pari con i grandi sindacati stranieri.

* * *

Ma come può e deve essere attuata quella vasta prepa-razione economica, cui si è ora accennato ?

Il problema più urgente è, come, con concordia di opi-nioni da tutti si afferma, quello delle materie prime. Senza materie prime non sarebbe possibile iniziare le produzioni di pace, e dare lavoro ai militari che tornano dal fronte. La Sezione X I V , svolgendo la sua opera in armonia con uno speciale comitato delle materie prime creato presso il Mi-nistero dell'industria, propose un piano di fabbisogno minimo per le varie industrie durante il periodo di transi-zione. Aspettando adeguati rifornimenti dall'estero, una certa quantità di materie prime può essere messa a disposizione delle nostre industrie mediante la utilizzazione del materiale bellico ; di questo problema si occupò ampiamente il Gruppo 2° della Sezione X X V I , che propose tutto un piano particolareggiato per la ripartizione e la trasforma-zione del materiale da guerra; piano che poggia anche su inchieste eseguite da organi competenti per incarico del Pre-sidente della Sottocommissione Economica.

Il problema delle materie prime si collega strettamente con quello dei trasporti marittimi. La Sezione X I X ebbe di mira nelle sue proposte tanto il dopo guerra immediato quanto quello più lontano, ritenendo che in un primo pe-riodo il fabbisogno della nostra marina mercantile, che ha perduto circa il 62 % del proprio tonnellaggio, debba essére soddisfatto principalmente mediante assegnazioni di na-viglio da parte di nemici e di alleati, mentre più tardi, grazie ad un adeguato sviluppo dei nostri cantieri che si saranno assicurati le materie prime occorrenti, essi potranno sopperire al naviglio ancora mancante per raggiungere quel minimo ritenuto strettamente necessario ai nostri bisogni, secondo gli accurati calcoli istituiti dalla Sezione.

PROPOSTE RELATIVE ALLA PREPARAZIONE D E L L " A M B I E N T E E C O N O M I C O DEL DOPO-GUERRA. MATERIE PRIME,

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8

Molto particolareggiate sono le proposte della Sezione X X per le comunicazioni e i trasporti, la quale, riguardo al dopo guerra immediato, insistette sulla necessità di provvedere al riassetto delle ferrovie e per un periodo più lontano formulò una serie di voti relativi ai porti, ai servizi ma-rittimi, ferroviari, postali, telegrafici, telefonici, radiotelegra-fici, alla navigazione interna e alla navigazione aerea.

Anche riguardo all'agricoltura, la Sezione X X I I I , pur non perdendo di vista la complessità del problema agrario, nelle sue connessioni con le altre manifestazioni della vita economica del paese, ritenne necessario di concentrare la propria attenzione sulle questioni sorgenti dall'immediato dopo guerra. Per rispondere alle esigenze della mano d'opera in seguito alla smobilitazione, la Commissione, raccoman-dando alla discussione parlamentare il progetto Pantano sulla colonizzazione interna, propugnò la creazione di uno speciale Istituto, al quale dovrebbe spettare anche un com-pito permanente relativamente all'assetto normale dell'agri-coltura nel dopo guerra.

* * *

FORZE M I C H E . Uno dei fattori principali della nostra rinascita

econo-EKPAHSIONE COMMER- . •*• X

CME. mica sarà, come è generalmente riconosciuto, l'adeguata utilizzazione del nostro ricchissimo patrimonio di forze idriche. A questo proposito la Sezione X V preordinò una serie di studi importanti, dei quali alcuni sono relativi ai problemi più urgenti, mentre altri, in parte non ancora con-cretati in proposte, riguardano le rilevazioni sulle condizioni idrologiche dei corsi d'acqua, la formazione di un razio-nale piano di utilizzazione delle acque, i provvedimenti atti a consentire il migliore coordinamento degli impianti per bisogni industriali con le derivazioni necessarie all'agricol-tura, ecc.

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cen-9

trale, dovrà cercare nuovi sbocchi. I problemi della nostra espansione commerciale sono in gran parte problemi di tra-sporti e di organizzazione, e sotto questo punto di vista fu-rono studiati da altre sezioni ; mentre la Sezione X V I I I concentrò la sua attenzione sul problema della creazione di organi adeguati per favorire i nostri traffici; organi che attualmente o non esistono o svolgono per vari motivi una azione insufficiente. La Sezione propose pertanto tutto un piano di riforma dei nostri servizi commerciali all'estero e all'interno: all'estero, mediante la riforma del servizio con-solare ; all'interno, mediante la coordinazione di uffici attual-mente separati, esistenti presso vari Ministeri, e mediante l'istituzione di un organo centrale, cioè l'osservatorio di -po-litica commerciale. Consta, per dichiarazioni fatte dall'onore-vole Ministro dell'Industria alla Camera dei deputati nella tornata del 25 novembre 1918, che quest'ultima proposta è stata favorevolmente accolta dal Governo.

* * *

Dalla rapida rassegna fatta, risulta, a conferma di quanto fu già detto, come la Commissione, pur concentrando la sua attenzione sui problemi più urgenti, considerasse il dopo guerra immediato come uno stato di transizione verso quell'assetto definitivo dell'economia nazionale, che essa ha avuto sempre di mira, anche nelle proposte di improroga-bile attuazione.

Questa, per sommi capi, la tela dell opera svolta fin D I F E T T O DI TEMPE-. TEMPE-. TEMPE-. TEMPE-. TEMPE-. TEMPE-. TEMPE-. , TEMPE-. TEMPE-. TEMPE-. TEMPE-. STIVA

PREPARAZIO-qui dalla Sottocommissione economica, di fronte agli mcal- NE PER IL DOPO-. DOPO-. DOPO-. , DOPO-. , , I I - GUERRA IN ITALIADOPO-.

zanti bisogni dell immediato dopo guerra e a quelli non meno importanti del periodo successivo, con i quali più o meno intimamente i primi si intrecciano.

(22)

IO

rispondente a ciò che dovrebbe essere, secondo il suo pen-siero. l'assetto futuro dell'economia nazionale

Se si considera l'importanza e la vastità dei problemi che la Commissione venne chiamata ad affrontare in un tempo relativamente breve, non potranno sorprendere le inevitabili lacune e le imperfezioni del lavoro fin qui com-piuto ; — lacune ed imperfezioni che dal lavoro complemen-tare saranno certamente colmate ed eliminate, ma non mai abbastanza — per difetto di una tempestiva ed adeguata preparazione non imputabile alla Commissione.

Di chi la colpa ?

Una delle note caratteristiche del grande conflitto mon-diale fu la costante e preveggente preoccupazione dei Paesi belligeranti di apparecchiare a sè stessi — nell'ora della guerra, per l'ora della pace — gli elementi indispensabili alla messa in valore delle rispettive energie nazionali; sia per sanare le ferite aperte dalla guerra; sia per avere in mano i principali fattori del successo nelle future espan-sioni commerciali; sia, infine, per imprimere un nuovo po-deroso impulso alla propria ascensione economica e civile.

Quali che fossero infatti la visione più o meno luminosa del domani e la fede nel trionfo della propria causa, era evidente che la sola vittoria delle armi non avrebbe potuto bastare, nè ora nè mai, ad assicurare ai Paesi vincitori il frutto dell'immane sforzo compiuto. La necessità quindi di non lasciarsi esclusivamente assorbire dal fine immediato, trascurando gli altri problemi non meno vitali intimamente connessi con quelli della guerra, non poteva non affacciarsi anche all'Italia sin dal primo momento della sua parteci-pazione al formidabile cimento.

* * *

(23)

I I

Fu nella tornata del 2 dicembre 1915 — quando cioè tutte le corde dell'anima nazionale erano tese verso una sola mèta, la vittoria — che io dissi all'On. Salandra, allora Presidente del Consiglio :

« Non vi è tempo da perdere ; chè se la conflagrazione europea ci sorprese impreparati, essa ci lasciò tuttavia, au-spici uomini ed eventi, il tempo necessario per apparec-chiarci a partecipare degnamente alla grande contesa. Ma se la pace dovesse coglierci impreparati, la impreparazione in questo caso, oltrecchè un errore senza perdono, costitui-rebbe per l'Italia un danno irreparabile.

« U11 danno irreparabile: dappoiché prima ancora che virtù di popolo, sapienza di Parlamento e genialità di uomini di Stato, superando le formidabili difficoltà finan-ziarie ed economiche ereditate dalla guerra, riuscissero a trasfondere del sangue rutilante nelle vene del Paese, il posto che ci sarebbe spettato di pieno diritto sulla via dei com-merci e della espansione mondiale lo troveremmo già oc-cupato da coloro che, di noi più preveggenti, avessero sa-puto accendere l'ipoteca sul futuro con opportuni e virili apprestamenti s>.

Questo stesso pensiero ribadii, a nome del gruppo radi-cale parlamentare, nella tornata del 28 giugno 1916, sa-lutando l'avvento del Ministero nazionale, col caldo au-gurio, che « con la stessa genialità con cui si era sentito il bisogno di un'azione coordinatrice di tutte le varie energie dello Stato per le supreme rivendicazioni nazionali, si sa-pessero anche armonizzare e coordinare tutti gli elementi di cui lo Stato può disporre, nel campo della produzione e dei traffici, per farli convergere sin da ora, con moto simultaneo, verso gli obbiettivi radiosi che vogliamo, e dob-biamo raggiungere anche nel campo economico e sociale ».

E più tardi nella tornata del 22 marzo 1917, illu-strando la mia proposta di legge sulla Preparazione econo-mica nazionale, rivolsi all'On. Boselli, Presidente del Con-siglio, il più fervido appello affinchè dal campo delle affer-mazioni generiche entrasse il Governo risolutamente in quello delle proposte concrete, mercè provvidenze economiche in-trecciate armonicamente con quelle richieste dalle necessità

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II

« Qualunque sia per essere — soggiunsi allora — la durata della guerra, la necessità di una improrogabile prepa-razione pel domani resta per noi la stessa essendo evidente che, senza di essa, una pace vicina ci sorprenderebbe asso-lntamente impreparati e una pace lontana, stremando mag-giormente le forze del Paese, ci renderebbe più tardi incomparabilmente più difficile la organizzazione preventiva delle energie riparatrici.

« Ciò dal punto di vista puramente economico. Da quello delle sue ripercussioni politiche e morali bisogna impedire ad ogni costo che durante il passaggio dalla guerra alla pace avvenga nello spirito pubblico una soluzione di continuità: bisogna far sì che i nostri operai e i nostri contadini balzino fuori dalle trincee per riversarsi nelle officine e nei campi cantando ancora le strofe alate del risveglio nazionale : che quest' inno non sia sostituito dal-l'aspra rampogna contro coloro che potevano, e non vollero o non seppero, preparare loro i campi del lavoro, mentre essi, formando argine coi loro petti alle schiere nemiche, davano al Governo la sicurezza e il tempo necessario per farlo, al coperto di ogni pericolo ».

PREPARAZIC»E PER ii L' esempio degli altri Paesi entrati in guerra nrima di DOPO-GUERRA NEGLI . • R • , I

STATI ALLEATI E SE- noi era intatti abbastanza eloquente e suggestivo per dover essere seguito.

Dappertutto accanto alla preparazione guerresca si andava svolgendo un lento ma ininterrotto lavoro di ap-prestamenti per le pacifiche lotte del domani sulla via della ricchezza e della civiltà.

Prime fra tutte, l'Inghilterra e la Francia, stimolando, collegando, sorreggendo diplomaticamente e finanziariamente, in tutti i modi possibili, le iniziative private, andavano spiegando un'intensa attività diretta specialmente a conqui-stare i mercati già prevalentemente sfruttati dall'industria tedesca, e a far convergere sui propri le correnti commer-ciali che prima del blocco marittimo affluivano in quelli degli Imperi Centrali.

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II

aveva curato anche quella finanziaria ed economica desti-nata a sussidiarla, si andava apparecchiando ai futuri

compiti dell'economia di pace - sempre in armonia col suo sogno egemonico, - con lo sfruttamento, il saccheggio e la disorganizzazione delle regioni industriali dei paesi concorrenti invasi, ma sopratutto con una colossale con-centrazione finanziaria e tecnica delle imprese p m impor-tanti della produzione industriale tedesca. Ciò che le avrebbe permesso di esercitare sui mercati esteri una forza irresisti-bile di penetrazione mercè l'aumento della propria capacita produttiva, il miglioramento della qualità dei manufatti e i loro prezzi ridottissimi.

Non meno poderosa si appalesava contemporaneamente, rispetto ai suoi futuri compiti nell'economia di pace, l'opera preveggente dell'Austria-Ungheria — avente per mira l'ob-biettivo fondamentale di una maggiore espansione econo-mica nell'Oriente e nei Balcani, mercè un colossale aumento apportato al capitale azionario delle sue forti e numerose Banche commerciali, strette in sindacato pel finanziamento delle relazioni economiche con quei paesi e per lo sfrut-tamento delle grandi ricchezze naturali dell'Asia Minore: terreno quasi vergine e suscettibile di rapido sviluppo sia dal punto di vista economico sia da quello demografico.

Questa preparazione, malgrado il tremendo rovescio subito consentirà alla Germania da un lato e alle superstiti frazioni autonome dell'Impero Austro-Ungarico dall'altro, di guardare con minore trepidazione alla ripresa, pur cosi irta di spine, della loro attività economica.

* * *

Sventuratamente l'azione del governo italiano non fu pari ai bisogni e all'aspettazione del Paese.

Allorché il problema del dopo-guerra venne sollevato per la prima volta alla Camera nella seduta del 2 dicem-bre 1915 l'on. Salandra pur riconoscendo la necessità che noi dovessimo preoccuparci sin d'allora con appositi studi del nostro futuro assetto economico, soggiungeva che la miglior preparazione sarebbe stata la vittofia.

Ora certamente non vi era chi non potesse consentire ge-nericamente in questa affermazione: ma come per ottenere

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M

la vittoria non sarebbe stato sufficiente un buon esercito se contemporaneamente non lo avessero assistito gli altri coefficienti morali e materiali indispensabili alla sua effi-cienza, così non sarebbe bastato assicurarsi la vittoria delle armi per poter conseguire altresì quella nel campo econo-mico; come non sarebbero bastati nemmeno dei semplici studi ad ovviare che la pace ci sorprendesse estenuati e impreparati così da non consentirci una rapida ripresa e da impedirci di arrivare fra i primi a sfruttare i nuovi orizzonti economici, senza una preparazione integrale, nella quale entrassero in azione tutti i fattori di cui intanto il Paese poteva disporre nel campo della produzione e del credito. Altrimenti anche la più splendida delle vittorie militari avrebbe potuto risolversi economicamente in una efflorescenza infeconda a somiglianza di un albero ricco di fronde e sterile di frutti.

Questo assenteismo dei problemi economici del post-bellum nella concezione del governo d'allora, trova il suo riscontro nell'assenza o quasi di condizioni economicamente premunitrici, anche per lo stesso periodo bellico, tanto nei primi accordi con gli alleati quanto nel successivo patto di Londra.

Ma nemmeno quegli stessi semplici studi, riconosciuti necessari, erano stati intrapresi, a quel che si sa, dal Mi-nistero Salandra, interamente assorbito dall'acuta fase di quell'ora bellica, quando lo sorprese la crisi parlamentare che doveva condurre alla costituzione del Ministero nazio-nale quale espressione tangibile della necessità e del dovere, ad un tempo, di far concorrere, con opera simultanea e concorde, tutte le forze vive del Parlamento e del Paese al raggiungimento dei supremi fini nazionali.

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in-*5

dustrie, il commercio ed il lavoro nazionali avrebbero po-tuto affermarsi e svilupparsi con crescente successo.

Senonchè le concepite speranze andarono purtroppo deluse, non già perchè dall'opera singola e complessiva degli egregi uomini che costituivano il Ministero non trapelasse il sincero desiderio di assolvere quel compito; ma perchè si trattava di iniziative frammentarie, slegate, impari al fine che si proponevano di raggiungere, là dove l'unità e la vastità del problema reclamavano invece ampiezza e omogeneità di linee direttive e di mezzi finanziari, rapidità di azione e uniformità di indirizzo.

Il tentativo di tradurre in atto un più vasto ed orga-nico programma con la decretata ma non mai nominata Commissione per lo studio dei problemi del dopo-guerra, rimase per tal modo allo stato di semplice larva.

Se l'opera quindi del Ministero Salandra fu negativa, quella del Ministero nazionale si chiarì volenterosa ma de-ficiente.

* * *

I/idea di un'ampia e gagliarda preparazione economica ^^ssio^pm a pel dopo-guerra parve prender forma concreta soltanto col ™r°-01JEEIlA

-Ministero Orlando, mercè la nomina effettiva della Commis-sione incaricata di studiare e proporre i provvedimenti oc-correnti al passaggio dallo stato di guerra allo stato di pace : Commissione suddivisa in due Sottocommissioni incaricate : l'ima di tutto ciò che riguarda l'assetto del dopo-guerra rela-tivo alle materie giuridiche, amministrative e sociali; l'altra di quelle relative alle materie economiche ed in ispecial modo all'industria, al commercio e all'agricoltura.

De due Sottocommissioni si misero immediatamente al-l'opera nel luglio del 1918.

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II

diretta rispondenza fra loro e in piena armonia col problema integrale del futuro assetto amministrativo, sociale ed econo-mico del Paese. Ciò spiega perchè negli ordini del giorno e nelle relative proposte si fondano sovente e si confondano insieme i voti relativi ai problemi più urgenti e a quelli meno urgenti- e spiega altresì perchè si sia creduto di dover riprodurre, riassumendole, alcune delle deliberazioni prese dalla prima Sottocommissione specialmente incaricata dello studio dei problemi giuridici, amministrativi e sociali, sce-gliendole fra quelle più intimamente connesse con le pro-poste della seconda Sottocommissione; riservando il pieno coordinamento dell'una e dell'altra a quando i rispettivi lavori saranno condotti a termine.

^ Il problema della nuova Italia infatti è uno ed inscin-bibile: la solidarietà del suo rinnovamento nazionale, del suo rinnovamento politico e del suo rinnovamento econo-mico, solidarietà insidiata da un solo pericolo, quello di una politica inorganica, che spezzando l'unità del problema comprometta irreparabilmente gl'interessi della Nazione in quest'ora decisiva della sua storia.

Questo pericolo bisogna scongiurarlo ad ogni costo. Le conquiste che il Paese ha fatto sul terreno delle rivendica-zioni nazionali e quelle che si appresta a fare sul terreno delle riforme politiche devono avere il loro riscontro nel campo delle riforme economiche e sociali. Il Paese è maturo per affrontarle.

* * *

Nel porre in rilievo come i lavori, che hanno già com-piuto o vanno compiendo le singole Sezioni della Sottocom-missione economica, pure avendo per speciale obbiettivo de-terminate questioni, hanno comune la direttiva nella soluzione dei grandi problemi per il futuro assetto della vita nazio-nale, ne lumeggiammo sommariamente il valore rispettivo.

Ci sia ora concesso di ritornare più largamente su taluni di essi per la loro grande importanza politica, economica e sociale ad un tempo.

* * *

ii PROBLEMA DELLA Sta in prima linea la colonizzazione interna

COLONIZZAZIONE IN- N . . . . .

TERNA E L ' O P E R A Lome per le rivendicazioni nazionali, è scoccata infatti

AZIONALE P E R I . ,T . . . , .

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agricola: l'ora fuggente in cui le si offre la possibilità, che è necessità ad un tempo, di adoperare le braccia più ro-buste dei suoi figli per mettere in valore il proprio suolo, raddoppiando la propria ricchezza; per rallentare l'esodo dei lavoratori dei campi salvando dallo spopolamento le nostre terre, sia con l'apportare il capitale necessario all' agricoltura, sia col creare più intimi legami fra la terra patria e le popolazioni rurali - facilitando al conta-dino l'acquisto e l'uso della terra; agevolando la forma-zione di nuovi centri agricoli; rendendo possibile, col si-stema delle enfiteusi e delle affittanze collettive, il frazio-namento e la coltura intensiva, o quanto meno più razionale, del latifondo; affrettando l'elevazione morale e civile del proletariato agricolo col fargli raggiungere in Patria quel grado di benessere al disotto del quale non v'è nè dignità nè libertà.

Nessun momento, infatti, più propizio di questo, in cui uno dei canoni fondamentali di politica economica, scaturiti come conseguenza immediata della guerra, è che uno Stato non potrà ritenersi forte se non sarà in grado di provve-dere al fabbisogno alimentare della propria popolazione; in cui dopo aver magnificato con tante nobili parole il pa-triottismo delle popolazioni campagnuole in quest'ora glo-riosa della liberazione dei territori nazionali, s'impone al-tissimo il sacro dovere che a noi tutti deriva di contribuire risolutamente e definitivamente alla loro elevazione morale e sociale, attraverso la redenzione dei campi flagellati dalla malaria o insufficientemente sfruttati e finora deserti di case e di uomini.

Sono esse sopratutto che ci han dato, in ques'ora suprema della nostra storia, la forza morale che fa grandi i popoli, la scintilla del sacrificio che ne scalda e feconda le forze latenti.

Spetta a noi ora di compiere intero il nostro dovere.

* * *

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i8

dai provvedimenti contenuti nel Regolamento legislativo per l'ordinamento e le funzioni dell'Opera Nazionale per i combattenti, istituita dal Governo col Decreto Duogotenen-ziale del i o dicembre 1918.

Il congegno tecnico-amministrativo creato dal detto Regolamento è infatti analogo, nelle sue parti costitutive, all'Istituto per la colonizzazione interna propugnato dalla Sezione X I I I . Analoghi sono i capisaldi dell'uno dell'altro e cioè l'autonomia, la costituzione e colonizzazione di un forte patrimonio terriero, la dotazione di larghi mezzi finan-ziari, un'ampia ed oculata azione di credito agrario intesa ad avviare effettivamente alla terra l'investimento di quei capitali che a tale scopo vengono concessi.

Ma non così può dirsi dei concetti informatori su cui le proposte della Sezione e il Regolamento dell'Opera na-zionale rispettivamente si fondano.

Scopo centrale, infatti, delle proposte della Sezione è quello di avviare la soluzione del problema della colonizza-zione interna in modo, sì graduale, ma integrale ed orga-nico, lasciando per ciò a tutte le forze del lavoro nazionale la possibilità di concorrere, adeguatamente assistite od ec-citate, alla messa in valore di tutto il patrimonio agricolo dei Paese.

In quanto poi a dare un pegno di riconoscenza nazio-nale, anche nei riguardi del problema della terra, a coloro che più d'ogni altro ne hanno reso possibile la rigenerazione, consacrandola col loro sangue e col loro eroismo nelle trin-cee, e perchè ne sia tramandata perpetuamente da padre in figlio la tangibile memoria, è data la preferenza nelle varie concessioni dei lotti per la colonizzazione alle famiglie dei contadini morti in guerra, e a quelle dei reduci muti-leti o inabili al lavoro, che stabiliscano la loro residenza nella proprietà loro concessa: proprietà tale da permettere ad una famiglia da potervi trarre col proprio lavoro il ne-cessario sostentamento, e da poter essere costituita, con atto pubblico, in bene di famiglia insequestrabile ed inalienabile, da trasmettersi nella medesima famiglia integro ed indivi-sibile.

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II

Da ciò segue che dalla sfera d'azione dell' « Opera » stessa, vengono escluse, anche per quanto riguarda l'azione agraria, salvo il caso di cooperative miste, numerose cate-gorie di lavoratori, anch'esse benemerite della Patria per il valido e prezioso contributo prestato, col lavoro ed il sa-crificio, alla resistenza morale della nazione; fra cui quella innumerevole e superba legione di giovani operai e conta-dini al di sotto dei 18 anni-, che ha scritto pagine indi-menticabili negli annali del lavoro italiano, preparando gli strumenti per la vittoria nelle officine, i solchi fecondi nei campi deserti di braccia.

Ora tale limitazione, oltre che politicamente inoppor-tuna, è anche economicamente dannosa, in quanto che, col restringere il campo di utilizzazione delle energie lavoratrici del Paese, inceppa l'opera della colonizzazione, rende questa frammentaria e inadeguata, pregiudicando così involonta-riamente l'auspicato sviluppo della nostra produzione agraria, e, in definitiva, gl'interessi stessi di coloro cui l'opera vor-rebbe particolarmente giovare.

A ciò va aggiunto che riforme simili, le quali vogliono essere sostanziali e non dei soliti rimaneggiamenti, dovreb-bero avere non pure il compito di mettere in valore, a lungo andare, tutte le risorse di cui il nostro suolo dispone, ma quello altresì di giungere in tempo perchè si possa, a tale scopo, usufruire di tutte quelle forze di lavoro disponibili che l'ora attuale offre al paese.

Si tratta cioè di riforme che mentre si riferiscono alla formazione graduale di tutto un assetto economico-sociale, sono intimamente legate a tutte quelle condizioni del mo-mento che in fondo le determinano o ne facilitano l'attua-zione, in guisa da perdere in tutto o in parte la loro effi-cacia se di tali condizioni non tengano il debito conto, mentre il Paese ha supremo bisogno d'iniziare al più presto possibile l'opera redentrice.

Le provvidenze, infine, intese a dare, con le concessioni e le affittanze collettive, un'impronta largamente sociale

alla colonizzazione interna nelle proposte della Sezione, non trovano riscontro in quelle dell'Opera dei combattenti.

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provvedi-II

menti del Governo, adottando nelle loro linee tecniche fon-damentali i criteri propugnati dalla Sottocommissione eco-nomica, esprimiamo l'augurio che tale frammentaria per quanto nobilissima iniziativa non pregiudichi — come pur troppo avviene sovente nelle riforme a scartamento ridotto — l'attuazione di quella più ampia ed organica proposta della Sottocommissione che è nei voti del paese — che l'ora consiglia e rende possibile e che non potrebbe essere ulterior-mente ritardata o virtualulterior-mente atrofizzata senza ferire pro-fondamente e forse irreparabilmente le ragioni più intime del nostro rinnovamento agricolo.

* * *

IL P R O B L E M A

DEL-L'EMIGRAZIONE. Intimamente connesso con la colonizzazione interna è

il problema della emigrazione.

ha colonizzazione interna, l'organizzazione industriale e l'emigrazione — intrecciate con armonia di intenti — de-vono costituire infatti la leva poderosa per la nostra marcia progressiva sulla via della civiltà, verso quella trasforma-zione dei rapporti internazionali che dovrà influire un giorno, in modo armonico, nell'interesse collettivo di tutti gli Stati, sulla distribuzione della ricchezza.

I trattati di lavoro preludiano questi eventi. È l'alba di una nuova civiltà: di una civiltà in cui di fronte al con-flitto delle classi capitalistiche — acuito dal protezionismo — la parola della solidarietà fra i lavoratori passerà un giorno trionfalmente, logorandole ed abbattendole poco per volta, attraverso le barriere doganali, quale che sia per essere la loro struttura.

Ma in questa marcia ascendente verso un ideale supe-riore nel quale dalla solidarietà internazionale si arriverà alla coscienza dell'umanità; in quest'opera di coesione le affinità, le tradizioni di lingua e di origini, agevoleranno il cammino a quell'internazionalismo in cui il sentimento di razza finirà un giorno per fondersi nel crogiuolo comune della civiltà umana.

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II

Epperò lavorando a redimere, a porre in valore le terre d'Italia, a ravvivare, a raddoppiare le fonti della nostra ricchezza morale e materiale, noi non intendiamo preclu-derci, per soverchie preoccupazioni, il passo sulle vie del mondo.

Noi proseguiremo ad emigrare, malgrado i miracoli della redenzione agricola e. la intensificata produzione, se la eccedenza dei nati sui morti si manterrà costante, seppure non è destinata a crescere, col crescere delle provvidenze igieniche e del benessere economico.

Mi si lasci esprimere anzi un augurio: l'augurio che l'e-sempio di'oltr'Alpe, il culto malthusiano, non penetri nelle file dei nostri lavoratori. Lasciamo, se così le pare, che la Germania si avvii lentamente, come ha già cominciato a fare, su quella china, e diventi, poco per volta, come la Francia, per necessità demografiche, esportatrice soltanto di capitali e di merci ; che tenti, dopo aver cercato indarno di conquidere con la forza delle armi la sua grande rivale, di strapparle anche il primato della sterilità: sarà questa per la Francia la vera Nemesi vendicatrice.

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lascia-II

moli procreare e moltiplicare liberamente, che Dio li bene-dica, e che spargano a piene mani per il mondo, come la semente nei campi, i germi della nostra civiltà; lasciamo allargare le propaggini della nostra stirpe, dovunque vi sia ancora una terra da fecondare, una missione da com-piere.

Ricalcando i solchi delle nostre tradizioni, risalendo dal mondo latino ai vetusti riti della gente italica, le pri-mavere sacre, illuminate dai raggi della nuova civiltà, ve-dranno migrare pel mondo, non più come nomadi erranti, ma a gruppi organizzati, l'eccesso delle nostre braccia. E come allora ai sacrifici umani della fanciullezza esuberante fu sostituito l'esodo periodico di una parte della gioventù lavoratrice verso altre plaghe da fecondare, così domani, a questi non meno cruenti sacrifici umani di gente cacciata dal pungolo della miseria — in balìa dell'ignoto, nella tra-gica lotta per l'esistenza — al di là dei confini della patria, sarà sostituito l'esodo delle falangi lavoratrici, scienti e co-scienti, delle primavere sacre della nuova Italia!

M a in attesa di questo avvenire radioso, l'ora presente

? r ^ o °A M P I d impone di provvedere anzitutto e sopratutto a mettere

in valore rapidamente, contemporaneamente, nella maggior misura possibile, le nostre energie produttive e le nostre braccia, onde si sprigionino nuovi zampilli di ricchezza dalle riserve potenziali dell'Italia — a ristoro delle sue esauste forze, a presidio del suo futuro sviluppo. E ciò non già mercè un'azione coercitiva dello Stato sulla nostra emi-grazione, ma con un'adeguata, preveggente, sollecita prepa-razione nei campi multiformi dell'attività nazionale.

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23

Guai ! se accanto all'enorme pondo finanziario ereditato dalla guerra, se eccanto alla grande pressione tributaria che dovrà necessariamente accompagnarlo, se accanto alle in-genti, doverose erogazioni per le pensioni, i ricoveri, i soc-corsi necessari per le famiglie dei caduti, pei mutilati, per gli invalidi, per gli orfani ; guai, ripeto, se accanto a tutto questo il paese non dovesse poter riposare l'occhio e l'animo su qualche oasi ristoratrice delle sue esauste forze; se non potesse, se non dovesse confidare in una contemporanea vigorosa ripresa di lavoro e di traffici ; se dopo aver strap-pato all'artiglio straniero i confini naturali della Patria, non provvedesse a redimere dal latifondo, dalla malaria, dall'inerzia, dall'ignoranza, dal parassitismo, intere plaghe d'Italia.

Bisogna scongiurale in ogni modo che ciò avvenga. * * *

Bisogna scongiurarlo sopratutto nel Mezzogiorno, il I L MEZZOGIORNO.

quale uscirà idealmente, patriotticamente magnifico, ma, dal punto di vista economico, profondamente vulnerato dalla

guerra : la quale determinando fatalmente uno spostamento di ricchezza dal Sud al Nord, senza elementi compensatori, ha aggravato quello squilibrio economico che costituisce una delle maggiori debolezze della compagine nazionale.

Questo del Mezzogiorno continentale e insulare rappre-senta infatti il più grave problema interno dell'Italia; pro-blema che, posto fin dal primo istante del Risorgimento na-zionale, non fu mai risolto, malgrado le continue, calorose promesse di uomini di Governo e di ogni partito e malgrado le poderose inchieste che hanno lumeggiato tutti gli aspetti della complessa quistione.

La riscossa economica di quelle popolazioni, i cui inizi si notavano già prima della guerra, è dovuta alla mirabile vitalità delle falangi di umili contadini che passando gli oceani portavano in tutto il mondo la forza delle loro brac-cia e le qualità della stirpe, e mandando alle terre natie i sudati risparmi davano il primo impulso alla loro rinnova-zione economica ; che durante la guerra fecero convergere queste loro superbe energie verso lo scopo supremo delle rivendicazioni nazionali per le quali diedero, senza esitazione

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II

e senza misura, prezioso e fecondo contributo di sangue.. D'onde l'accresciuto indeclinabile dovere della nuova Italia di realizzare senza indugio le promesse sempre fatte e mai mantenute, procedendo con larghezza di criteri alla solu-zione del problema del Mezzogiorno.

* * *

. N o n m e n 0 importante è il problema della

trasforma-zione industriale, incuneata fra la guerra e la pace, in un periodo di intima, latente trasformazione politica e sociale, che ha le sue più dirette e vibranti ripercussioni nei rapporti fra capitale e lavoro.

Da necessità di rendere meno arduo il passaggio del-l'industria nazionale dallo stato di guerra a quello di pace; di favorire la sua emancipazione dalla preponderanza stra-niera e di facilitarle l'adempimento dei doveri che è chia-mata ad assolvere nelle vie nuove aperte al lavoro e alla economia nazionale; di armonizzare l'azione dello Stato con. quella delle libere energie del Paese; di venire in ausilio alla mano d'opera femminile nell'ora critica e decisiva che attra-versa ; di provvedere ad un'adeguata organizzazione indu-striale che manca in Italia e costituisce per essa una ragione di inferiorità economica ; la necessità infine di favorire il movi-mento benefico degli accordi fra i grandi sindacati indu-striali ed operai sul terreno comune della produzione in un superiore interesse di conservazione e di progresso ad un tempo, furono e seguono ad essere argomento delle mag-giori sollecitudini da parte della Sottocommissione econo-mica, come devono esserlo da parte del Governo.

Strettamente connesso col problema del rinnovamento industriale ed agricolo nel nostro Paese, è quello della sua espansione commerciale all'estero.

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II

Uniti d'America, valorizzata dalla sua entrata in guerra. Mentre, d'altra parte, una formidabile incognita economica è costituita dalla Russia.

L'Italia dovrà senza indugio apparecchiarsi a prendere posizione nella pacifica gara che già si delinea per la con-quista dei mercati di sbocco. Dalla sua stessa posizione geografica è predestinata ad avere un'azione preponderante nel bacino del Mediterraneo, sopratutto nelle correnti dei traffici verso il vicino Oriente, dove ogni solco che le nostre navi aprono in quei mari, lo aprono sulla via dove la forte schiatta italiana dell'Evo Medio aprì [solchi di ricchezza e di gloria alla Patria, ed è su quella via — sulla via di Venezia, di Genova, di Amalfi, di Pisa, di Roma — che ri-troveremo, se non degeneri, le tracce smarrite della nostra passata grandezza. È su quella via che la gente nostra — non più costretta a varcare soltanto l'Oceano e a disper-dersi per trovare nuovi campi alla esuberanza delle sue braccia — troverà un giorno nelle vestigia e negli echi delle sue tradizioni, nella sopravvivenza e nel fascino della sua lingua, vibranti ancora in tutti gli scali del levante, lo sti-molo e l'ausilio per la sua pacifica espansione — in più diretti contatti e in più intima armonia con gli interessi della madre Patria — in una nuova orbita di terre feconde, ricche anche di minerali, nelle fertili regioni dell'Asia Mi-nore, assetate di lavoro e di lavoratori.

Il problema dell'Oriente prossimo è intimamente col-legato con quello dei popoli balcanici, i quali, una volta liberati dalla influenza sofìocatrice della civiltà musulmana sono destinati non solo a portare all'Europa il concorso delle loro giovani energie, ad essere il tramite di scambi fecondi fra l'Europa e l'Oriente ma a diventare essi stessi, per l'aumento della popolazione, che uscirà quasi raddop-piata dalle rivendicazioui nazionali, centri importanti di espwrtazione e di consumo.

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si incontreranno e si confonderanno insieme in un ideale superiore di umanità.

* * *

I PROBLEMI COLIATE- Accanto a questi e ad altri problemi maggiori e più

assillanti, una folla di problemi collaterali non meno im-portanti premono ed incalzano il paese da ogni lato : dagli istituti ed organismi irrugginiti che non rispondono più alle agili movenze della vita moderna, alla scuola priva di un vero contenuto e di un più moderno indirizzo; dalle erbe parassitarie che maggiormente ingombrano e isteriliscono i campi della vita locale e dell'attività nazionale, al for-malismo opprimente a agli inciampi burocratici contro cui si infrangono le più balde energie e le più geniali inizia-tive; dallo spirito accentratore che irrigidisce l'azione dello Stato rendendola tarda, monca ed inefficace, alla impaziente e virile riscossa delle singole energie, è tutto un mondo che ha bisogno dell'energia rinnovatrice degli istituti po-litici, economici ed amministrativi che la guerra ha por-tato nel suo grembo; tutto un mondo dove bisogna far penetrare una corrente d'aria ossigenata che spazzi via i gas asfissianti degli angoli morti, che penetri fin nei più piccoli alveoli dei polmoni nazionali, atrofizzi i germi tu-bercolosi, ereditari o acquisiti: aria che rinsaldi i muscoli della nazione facendo affluire ondate di sangue rutilante nei tessuti della vita nazionale! luce che si sprigioni dalle scuole, dalle università, dai sodalizi e illumini, riscaldi, vivifichi così le officine come le campagne, così il prole-tariato intellettuale come il proleprole-tariato del braccio.

*

IL FATTORE PSICOLO- I,e nuove condizioni economiche create dalla guerra

arco. . ° hanno esercitato dovunque una ripercussione nella

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II

* * *

Il Paese che ha compiuto, nella formidabile lotta, uno

sforzo superiore a qualsiasi più audace previsione, afìron- COMBATTENTI.

tando sacrifici incalcolabili, chiede oggi che le promesse alimentate nel cuore e nello spirito delle masse combattenti, che le speranze di un sicuro rinnovamento economico e so-ciale sbocciate nell'anima del popolo italiano nell'ora stessa

della sua magnifica rinascenza civile, siano mantenute e realizzate.

Il momento non potrebbe essere più propizio. I brividi precursori di una grande crisi sociale ed umana agitano il mondo, e il gran sogno di Giuseppe Mazzini comincia ad effettuarsi con la Società delle Nazioni che, associando paesi e stirpi nella suprema difesa del retaggio morale di cui vive e su cui riposa l'umanità, costringerà ciascun po-polo a raggiungere nuove condizioni di sviluppo e di vita e a fondere, poco per volta, i singoli problemi nazionali nella grande unità del problema internazionale.

In pari tempo una piofonda trasformazione si è venuta lentamente maturando nel nostro paese. Preparata attra-verso mezzo secolo di continua elaborazione, essa è bal-zata fuori d'un tratto, come crisalide, dal vecchio involucro che la grande guerra ha improvvisamente spezzato. Da quell'involucro - su cui si scorgevano ancora le traccie delle incrostazioni regionali e misoneiste - è sorta quasi trasfigu-rata l'anima del Paese, per l'opera concorde di operai e di borghesi, di poveri e di ricchi, di figli del Nord e di figli del Sud che, stretti in un fascio, sulle aspre balze del Tren-tino e del Carso, hanno saldato insieme gli ultimi anelli della indipendenza e della Unità della Patria, mescolando il loro sangue effondendo le loro anime nel crogiuolo co-mune della solidarietà nazionale.

Questa trasformazione già in marcia non può e non deve arrestarsi per via.

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II

Grazie a questo meraviglioso risveglio, tutti i sogni, tutte le aspirazioni che nel corso della storia sono passati per l'anima del popolo italiano — tormento e stimolo

pe-renne verso i suoi grandi destini — stanno per compiersi. ha vittoria delle armi, rialzando tutti i suoi valori etici e politici, ha spianato il terreno alla realizzazione di questi sogni mercè lo svolgimento delle le sue più sane e pro-mettenti energie. Non si tratta ora che di affrettarne la esplicazione, cercando di supplire alla' scarsa preparazione in cui ci sorprese la pace, mediante una rapida mobili-tazione di tutti gli elementi positivi atti a mettere im-mediatamente in valore quelle energie, così nel campo sociale che in quello industriale, commerciale ed agricolo, sospingendo simultaneamente e risolutamente uomini e cose sulla via delle realizzazioni fattive e rinnovatrici.

Ma ciò va al di là del mandato conferito alla Commis-sione pel dopo-guerra : mandato circoscritto a semplici studi e proposte.

Comunicando al Governo, come già ha fatto man mano, i risultati dei suoi lavori intorno ai problemi più urgenti del dopo-guerra, la Commissione ha assolto la parte princi-pale del suo compito. Spetta ora al Governo far proprie le sue proposte, come ha già fatto di alcune, integrandole o modificandole, ove occorra, ma gradualmente attuandole; assicurando alla propria azione nei vari campi quell'unità di orientamento che è necessaria ad evitare inutili attriti e a far sì che la transizione avvenga nel minor tempo possi-bile. Compito questo, conviene riconoscerlo, non facile, che richiede, oltreché una ferma volontà, una visione netta dello stato di fatto creato dalla guerra e della mèta a cui la pace dovrà condurre.

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operanti sull'equilibrio sociale, ha prodotto un tale rivolgi-mento nella struttura intima del Paese che il nuovo assetto che verrà ad instaurarsi ad assestamento compiuto, sarà profondamente diverso dal precedente. In conseguenza, l'a-zione dello Stato, intesa a secondarne lo sviluppo, dovrà essere non già di semplice adattamento o reinstaurazione di forme e istituti preesistenti, ma di ricostruzione vera e propria; e quindi ardua e complessa.

* * *

Certo, malgrado ogni migliore volontà, non tutte le ri-forme reclamate dal Paese sarebbero immediatamente rea-lizzabili. Ma in attesa che germoglino le nuove messi nei solchi bagnati dal sacrificio comune, occorre far penetrare l'aratro nella viva compagine delle nostre forze addormen-tate o latenti, scavare i primi profondi solchi del nostro rinnovamento economico e sociale.

Il resto verrà da sè: perchè i nuovi fattori introdotti dal popolo italiano nella equazione della sua vita col rinno-vato slancio nazionale, lo spingeranno irrevocabilmente a seguire, poco per volta, in tutte le altre manifestazioni della sua attività, la nuova direzione tracciata a sè stesso. Si tratta soltanto di non lasciarsi sfuggire l'attimo propizio alle forti iniziative, di uscire dal campo delle aspirazioni indefinite, orientarsi verso una mèta determinata e prepa-rarsi energicamente, rapidamente a raggiungerla.

E questo è oggi il supremo dovere dello Stato.

* * *

Non rinnoviamo nello splendido meriggio gli errori com- I L PASSATO

AHMONI-messi nell'alba radiosa del Risorgimento italiano, in cui la disillusione doveva tener dietro assai da vicino alle facili lusinghe e alle legittime speranze in un avvenire di rigene-razione politica, economica e sociale sgorgate spontanea-mente dall'anima di un popolo che aveva sentito svegliare in sè .una corrente irresistibile di vita nuova.

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su per giù il passato: vale a dire tutto un sistema sterilizza-tore delle più feconde energie del Paese.

La Nazione, dapprima sorpresa e rassegnata, non tardò a scuotersi. Il sordo fremito del malcontento serpeggiante nelle masse determinò la rivoluzione parlamentare del 1876: ma la Sinistra, salita al potere, sfrondando poco per volta la sua corona civica, finì col tessere la stessa trama della Destra e coronò il suo trionfo con la sconfitta del suo pas-sato.

Ciò che avvenne di poi è storia troppo recente: viva è ancora l'eco delle lotte civili, e dei prorompimenti popo-lari, il cui sinistro bagliore venne fugato soltanto dal vivo raggio della riscossa nazionale, non appena la diana di guerra chiamò gl'italiani tutti sugli spalti del dovere.

Ma se ai nuovi epici trionfi dovessero succedere nuove delusioni, chi potrebbe assicurare che il popolo italiano sa-prebbe rassegnarsi ancora una volta alla respirazione affan-nosa in un ambiente privo dell'ossigeno indispensabile allo sviluppo morale e materiale delle sue forze rinascenti?

Noi abbiamo fede che il Governo, conscio della sua grave responsabilità in un'ora come questa, saprà rispon-dervi degnamente, come seppe risponrispon-dervi nell'ora più dif-ficile e decisiva della guerra liberatrice.

E D O A R D O P A N T A N O .

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SEZIONE XIII.

( P r o d u z i o n e a g r a r i a ) .

Presidente : S e n a t o r e TOMMASO TITTONI.

Le proposte ed i voti della Sezione XIII, qui pubblicati, rappresen-tano, in forma sintetica, le conclusioni degli studi fatti, in un primo tempo, dai gruppi nei quali la Sezione stessa è suddivisa, relativamente a taluni fra i più rilevanti aspetti del problema agrario in Italia.

Secondo le direttive del suo programma, la Sezione, pur non per-dendo di vista il problema agrario nella sua unità e nella sua connessione con gli altri problemi dell'economia nazionale, ha tuttavia ritenuto neces-sario di vedere anzitutto quali provvedimenti fossero più atti ad agevo-lare, per l'economia agraria, il passaggio dallo stato di guerra . a quello di pace e cioè da un'equilibrio economico ad un altro notevolmente di-verso nel numero, nella qualità e nel senso delle forze in giuoco, riser-vando ad una seconda fase del suo lavoro — ora già in corso — sia uno sviluppo più elaborato e concreto di talune t r a le proposte fatte, sia lo studio di proposte su questioni meno urgenti, sia infine il coordinamento di tutte le sue conclusioni nei riguardi dell'assetto agrario post-bellico.

Le proposte ed i voti che ora vengdno pubblicati si riferiscono, quindi (all'infuori di quelli concernenti la colonizzazione interna) a speciali pro-blemi che, per effetto della guerra, presentavano, prima dell'armistizio — e conservano tuttora — un alto coefficente di importanza ed urgenza, ai fini della produzione agraria.

Riguardano essi le opere di bonifica agraria, l'industria zootecnica, l'economia montana, l'organizzazione frigorifera, l'esportazione dei prodotti agrari, i rapporti t r a proprietari, conduttori e lavoratori agricoli, la coope--razione e la mutualità agraria.

Circa le opere di bonifica, vien fatto voto che la bonifica idraulica sia integrata dalla bonifica agraria, e ciò sia ai fini del risanamento igienico sia a quelli della produzione. A tale scopo si propongono provvedimenti legislativi intesi a definire la bonifica agraria precisando i limiti di essa e

le persone cui spetta di farla — all'assunzione da parte dello Stato della costruzione delle borgate rurali come complemento necessario della boni-fica agraria — a regolare i rapporti f r a le opere di bonifica e il proprie-tario della terra da bonificare — a creare un'efficace sorveglianza per la manutenzione delle opere di bonifica.

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II

robusta organizzazione che facendo capo al Ministero dell'agricoltura, coordini l'azione di questo con quella degli enti locali e dell'iniziativa pri-vata in modo da tutelare efficacemente il patrimonio zootecnico nazionale nelle sue diverse specie, (bovini, equini, ovini, suini, bufali) stimolandone, con mezzi adeguati, la produzione e regolarizzandone, entro certi limiti, il consumo e l'esportazione.

I provvedimenti proposti per lo sviluppo della produzione nelle zone montane, si fondano, in massima, sulla legislazione vigente in materia, mirando essi a rendere -adeguata alle attuali esigenze l'applicazione delle leggi stesse. Si è riconosciuto che non bastano nè le buone leggi, nè le •somme a tale scopo stanziate quando queste non siano spese convenien-temente. Mentre, pertanto, viene invocata una vigorosa azione dello Stato là dove manchi l'iniziativa degli enti locali e dei privati, nonché un mag-giore contributo dello Stato medesimo nelle opere di miglioria agraria delle regioni montane, vengono suggeriti i mezzi per la costituzione di un personale tecnico che sappia essere in grado di esercitare un'efficace opera di assistenza, di vigilanza e di propaganda.

Riguardo all'organizzazione, frigorifera, si propone che vengano anzi-tutto utilizzati, per l'economia nazionale, gli impianti, i vagoni e i piroscafi frigoriferi, approntati durante la guerra, e si proceda, in pari tempo, ad una razionale organizzazione dell'industria del freddo, in ragione della sua grande utilità tanto nei riguardi della produzione che in quelli del con-sumo e del commercio.

Quanto ai rapporti tra proprietari, conduttori e lavoratori agricoli, le principali proposte mirano ad estendere all'agricoltura l'arbitrato, renden-dolo obbligatorio, e alla codificazione dei vari contratti agrari. Con ciò si tende, in sostanza, a realizzare condizioni di equità e di certezza nel campo dei patti e contratti agrari, rafforzando, così, le posizioni iniziali dei lavo-ratori agricoli per il conseguimento d'un maggior benessere e. in ultima analisi, di un più alto grado di produttività.

I rimanenti voti si riferiscono, come si è detto sopra, al commercio di esportazione dei prodotti agrari, per il quale vengono proposti alcuni provvedimenti urgenti per dar modo alle industrie agricole di raggiungere •e possibilmente accrescere quel livello di produttività che essi avevano nel periodo ante-bellico ; alla cooperazione ed alla mutualità agraria, per le quali sono formulate alcune provvidenze intese a rafforzare quanto più possibile e rendere agile la forma cooperativistica e la mutualità nel campo dell'agricoltura, specialmente fra i piccoli agricoltori ; infine alla co-lonizzazione interna. Sulle proposte relative a quest'ultima non sembra, •qui, inutile qualche parola che ne renda più chiaro il significato.

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