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MICROPERMANENTI: QUALE FUTURO PER I PROFESSIONISTI

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Academic year: 2022

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MICROPERMANENTI: QUALE FUTURO PER I PROFESSIONISTI

Giovanni Cannavò *

Il Congresso di Salsomaggiore del 1998 si ricollega idealmente a quello di Volterra del 1993. In quell’occasione il tema congressuale fu Tra scienza e diritto: la causalità nell’infortunistica stradale.

Il convegno, nonostante avessimo cominciato da poco a muovere i primi passi, ebbe un insperato successo ed il merito di tale riuscita a mio parere non può essere ascritta tout court alla scelta del tema micropermanenti, sul quale come dice un illustre collega, per ovvii motivi, vi è sempre un grande interesse generale.

Il successo venne per aver proposto, per la prima volta in Italia, la partecipazione di esperti internazionali di biomeccanica del calibro del prof. Kallieris dell’Università di Heidelberg, dell’ing. Tarrier direttore dei laboratori di fisiologia meccanica della Renault, dell’ing. Ardoino direttore del Servizio Sicurezza Auto della Fiat e dell’ing. Balestra presidente della Camera degli Esperti Giudiziari Svizzera.

In pratica il tema micropermanente venne affrontato, con felice intuizione, su base multidisciplinare non solo dal punto di vista medico giuridico ma anche sotto il profilo tecnico; per la prima volta si portò alla riflessione comune che ciò che era stato sempre considerato un problema di facile soluzione non lo era affatto e doveva essere affrontato nella maniera più rigorosa possibile, proprio sotto il profilo scientifico.

Probabilmente i tempi erano maturi ma è certo che, dopo Volterra, la perizia cinematica ha conquistato spazi crescenti fino a diventare nelle aule giudiziarie prassi usuale per la ricerca della verità nei casi di lesioni certificate anche a fronte di danni materiali minimi se non addirittura inesistenti.

Ricordare Volterra, dunque, è ricordare che quel congresso segna una svolta importante verso il tentativo di affrontare e contenere il fenomeno dei risarcimenti dalla dubbia legittimità.

Sono passati cinque anni, e di novità ve ne sono state non poche, dalla perizia tecnica che è diventata di uso comune, alla nuova figura del Giudice di Pace che ha snellito il contenzioso in materia, dai progressi in tutti campi della medicina a

Collana Medico Giuridica DE MINIMIS CURAT PRAETOR

ed. Acomep, 1999

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quelli dell’industria automobilistica che ha dotato tutte le nuove autovetture di ogni tipo di airbags: frontali, laterali, superiori, ed è arrivata a commercializzare poggiatesta ergonomici che seguono i movimenti della testa; non ultimi sono stati pubblicati nuovi barème con valori percentuali di invalidità molto contenuti, ma nonostante ciò il fenomeno “micropermanenti” ha continuato a segnare un costante ed inesorabile incremento.

Le statistiche mostrano con eloquente chiarezza come negli ultimi anni tutte le cifre in materia hanno avuto una crescita in termini di valori assoluti. E’ aumentato il numero dei sinistri con lesione, il costo medio dei danni alle persone, i valori economici liquidati per ogni punto percentuale di invalidità; sono aumentate ovviamente, e non di poco, le polizze di assicurazione.

Il problema si pone quindi ancora come di grande attualità e parlarne non significa assolutamente voler avere la pretesa di proporre delle soluzioni che non spettano certo ad un’associazione scientifica, ma vuole semplicemente richiamare l’attenzione di tutti i professionisti che operano in questo settore sull’evoluzione di un tema che può condizionare la nostra attività professionale.

E’ da autolesionisti agitarsi per una situazione che mai è stata così favorevole al professionista o è da persone responsabili porsi degli interrogativi di fronte ad un quadro difficilmente sostenibile? Quanto tempo può durare questa situazione

“drogata”? Per quanto tempo ancora il sistema potrà sopportare in un settore squisitamente commerciale costi che hanno raggiunto per la loro rilevanza ed estensione la caratteristica del fenomeno sociale e quindi con oneri ben più elevati?

Si annuncia l’arrivo di una Legge dello Stato deputata a disciplinare tutta la materia del risarcimento in sede civilistica. Non sappiamo se essa sia veramente dietro l’angolo, nonostante la fase avanzata dei lavori, perché sono ormai molti anni che si tenta di contenere all’interno di norme rigide la materia del risarcimento. Se arriverà, fissando parametri certi di indennizzo, standardizzandoli, la figura dell’intermediario professionale è destinata a vedere ridimensionata il proprio ruolo soprattutto sui piccoli danni.

Le compagnie di assicurazioni stanno vivendo un periodo di profondi cambiamenti: il mercato globale con le fusioni, le acquisizioni, gli accorpamenti tra imprese di assicurazioni, l’integrazione tra mondo bancario ed assicurativo, sta portando alla scomparsa di marchi storici ed al superamento delle tecniche tradizionali di gestione del mercato.

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Anche se ancora in sordina sono comparse sul mercato nazionale imprese giapponesi ed americane con una cultura assicurativa diversa dalla nostra ed è certo, vista la loro forza economica, che non sono venuti per fare da comprimari;

guadagna quote di mercato crescenti la polizza telefonica e non è lontana l’organizzazione di Call Center anche per la liquidazione.

Il management è ormai soggetto a rapidi cambiamenti (sta scomparendo l’ultra cinquantenne) con la prevalenza degli esperti finanziari sui tecnici che avevano fatto carriera partendo dalla trincea della liquidazione. Ciò è tangibile anche in periferia dove si assiste ad una parziale destrutturazione degli ispettorati sinistri, alla crisi della figura storica del “liquidatore”, ed alla proliferazione di services per la gestione in appalto dei sinistri.

Può il professionista, medico legale od avvocato, pensare di passare indenne attraverso questi profondi mutamenti già in atto ed in progressiva evoluzione?

Cosa stanno facendo le associazioni professionali per gestire e non subire i futuri cambiamenti?

Non siamo più bravi degli altri e non vogliamo prospettare soluzioni, vogliamo solo parlarne; parlare è pensare al nostro lavoro quotidiano perché, medici o avvocati, il 90% della nostra attività è composto dalle lesioni di modesta entità ed oggi più che mai, di fronte a questi interrogativi, si pone il problema del nostro futuro.

Oggi per noi va tutto bene. Troppo bene. E domani?

Un congresso è momento di dibattito e di confronto comune, un libro è momento di riflessione.

* Medico legale, Segretario Associazione medico giuridica “ M. Gioia” - Pisa

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