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ET HAEC OLIM MEMINISSE JUVABIT: DA NIC A CASPUR OLTRE UN VENTENNIO FA

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Academic year: 2021

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Il Professor Franco A. Gianturco è stato il Presidente del Co-mitato Coordinatore del NIC, da cui è nato il Consorzio, e poi presidente del CASPUR, dal 2003 al 2006. Avendo par-tecipato alla nascita del Progetto NIC (citato anche nell’ar-ticolo del Professor Filippo Sabetta) e poi del CASPUR ricorda come queste insperate strutture siano nate in tempi in cui il mondo dell’università e della ricerca si trovava a vivere una situazione molto diversa da quella di oggi.

Se consideriamo l’attuale situazione delle università e delle strutture di ricerca italiane rimane certamente difficile immaginare lo scenario e le occasioni di progresso che esistevano nel lontano 1989. In quegli anni quanti di noi erano in servizio presso la Facoltà di Scienze della Sapienza, presieduta dal Prof. Luigi Campanella, ricordano chiaramente il senso di speranza generato dalla creazione di un Ministero della Ricerca separato da quello dell’Istruzione. L’ex Rettore della Sapienza, Prof. Antonio Ruberti, era infatti riuscito a ottenere ciò che i politici avevano tentato di raggiungere per tutto il secolo precedente: allineare l’Italia al resto dei Paesi “normali” e stabilire che la ricerca e l’insegnamento terziario fossero una cosa diversa dalle scuole elementari e dalle altre scuole dell’obbligo. La separazione dei Ministeri favorì possibilità e occasioni prima inimmaginabili. Tra queste, anche grazie al ruolo di consulente del nuovo Ministro svolto dal Prof. Campanella, ci fu la possi-bilità di lanciare una nuova iniziativa di tecnologia informatico-computazionale. La Sapienza divenne sia la struttura di guida del progetto, sia l’ente ospitante del nuovo hardware di calcolo, allora uno dei più avanzati in Europa, ideato in collaborazione con l’IBM e con un piccolo gruppo di Istituti Nazionali (INFN primo fra tutti) e di altre università del centro-sud. Nasceva, così, il progetto NIC (Numeric Intensive Computing) affidato al-l’Università Sapienza e avente il

sotto-scritto come Presidente del Comitato Coordinatore. Il Centro di Calcolo Inter-dipartimentale (CICS), nella fase d’av-vio, fornì gli spazi, il personale tecnico e le necessarie infrastrutture ammini-strative. Nonostante le inevitabili dif-ficoltà nel far partire una nuova struttura all’interno di una già esi-stente, va ricordato come la usuale li-tigiosità che caratterizza il popolo italiano non riuscì a cancellare il desi-derio comune che tale impresa par-tisse e fornisse alla nostra comunità scientifica, inizialmente locale ma ra-pidamente già interuniversitaria, uno strumento di lavoro scientifico e di progresso nel livello della potenza di calcolo allora accessibile.

ET HAEC OLIM MEMINISSE JUVABIT:

DA NIC A CASPUR OLTRE UN VENTENNIO FA

Franco A. Gianturco

Presidente del CASPUR dal 2003 al 2006 fa.gianturco@caspur.it

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Va ricordato che allora l’Italia aveva essenzialmente un solo Centro Interuniversitario di Calcolo Scientifico, il CINECA, e che l’uso di strumentazioni avanzate di tipo centralmente coordinato per il calcolo scientifico era sì una consolidata esperienza e realtà europea, in Germania, in Inghilterra e anche in Francia, ma mancava del tutto in Italia. La creazione di un possibile altro polo nazionale, accompagnato dal quasi contemporaneo am-pliamento del CILEA, il Centro di Calcolo di area lombarda, costituiva quindi un grande cambiamento nello sce-nario scientifico dei mezzi di calcolo avanzati disponibili per le comunità accademiche e per gli istituti di ricerca. Fu dunque così che la nuova iniziativa prese forma e cominciò ad attirare gli utenti di quelle che saranno le prime Università consorziate del CASPUR: oltre alla Sapienza, il Politecnico e l’Università di Bari, quella di Lecce e, qualche anno dopo, l’Università degli Studi Roma Tre. Le condizioni infrastrutturali del 1989 non erano certo quelle di oggi: la rete nazionale stava prendendo forma, l’uso di Internet era agli albori ma già rendeva possibile agli utenti remoti del NIC di lavorarvi in modo interattivo. Certamente, nella gestione di questa iniziativa, si re-spirava il senso di un’impresa importante, per la Sapienza e per tutti i partecipanti,

e si consolidava la sensazione che si stessero gettando le basi per qualcosa di ben più permanente dell’iniziale progetto NIC. Sin da subito, infatti, si pensò di scegliere un nuovo nome per il futuro Consorzio. Qualcosa che richiamasse i suoi compiti, che fosse un acronimo facile da ricordare e che, nel mondo multilingue in cui si vive oggi, ricordasse l’effetto spronante dell’iniziativa: uno “spur”, appunto. L’acro-nimo è stato così tenuto a battesimo dal sottoscritto e la sua veste grafica trae ori-gine dai caratteri disponibili sui terminali dell’epoca.

Nei tre anni successivi, il NIC e il CASPUR, ebbero vita simbiotica. Dal 2 marzo 1989 al 5 giugno 1992, la cre-scita di utenze, di facilities informatiche per i vari gruppi di ricerca e l’esigenza di formare gli utenti al mondo della programmazione fu veramente sorprendente: l’INFN appoggiò al NIC/CASPUR molto del suo lavoro di trat-tamento dati e la nascita di settori applicativi diversi permise l’acquisizione di sofware proprietari per la chimica, la fisica delle basse energie, l’idrodinamica di base e applicata e delle nascenti aree di data mining in biologia e in altri settori applicati dell’ingegneria.

I vent’anni successivi, tutti di vita del CASPUR sorto dalla crisalide del progetto NIC iniziale, descrivono una crescita ancor più impressionante: la nuova sede, la sua espansione e l’imponente presenza del giovane personale ivi coinvolto, saranno sicuramente raccontati da altri in questo volume celebrativo. Per chi, come me, è stato te-stimone e in parte attore delle origini di tutto ciò, rimane ancora una meravigliosa sorpresa scoprire cosa si è stati capaci di fare da quelle origini incerte ma piene di fiducia di oltre un ventennio fa: Vivat et Augeat!

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