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D.U.P. Documento Unico di Programmazione 2020-2022 Provincia di Latina

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D.U.P.

Documento Unico di Programmazione 2020-2022

Provincia di Latina

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Il perseguimento del “valore pubblico” rappresenta la mission di ogni Pubblica Amministrazione da attuarsi, nell’ambito del processo di allocazione delle risorse, attraverso la pianificazione, la programmazione e la progettazione delle politiche pubbliche che devono tener conto anche dell’influenza di fattori ambientali interni, esterni e di contesto. Nel tracciare la strada delle proprie azioni, l’ente non può fare a meno di tenere in considerazione tutti i fattori endogeni ed esogeni che influenzano l’attività e ne condizionano le scelte.

In particolare, la programmazione è il processo di analisi e valutazione che, comparando e ordinando coerentemente tra loro le politiche e i piani per il governo del territorio, consente di organizzare, in una dimensione temporale predefinita, le attività e le risorse necessarie per la realizzazione di fini sociali e la promozione dello sviluppo economico e civile delle comunità di riferimento.

Il processo di programmazione, che si svolge nel rispetto delle compatibilità economico- finanziarie e della possibile evoluzione della gestione dell’ente, si conclude con la formalizzazione delle decisioni politiche e gestionali che danno contenuto a programmi e piani futuri riferibili alle missioni dell’ente. Inoltre, attraverso lo stesso si concorre al perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica definiti in ambito nazionale, in coerenza con i principi fondamentali di coordinamento emanati in attuazione degli articoli 117, terzo comma, e 119, secondo comma, della Costituzione.

Tale impostazione deve essere capace di riversare le linee politiche in obiettivi strategici e operativi, di misurarli e di rendicontarli.

Nel ridisegnare l’intero sistema di bilancio, l’armonizzazione si è fatta carico della crisi del processo di programmazione e delle relative patologie, ridefinendo in maniera radicale sia gli strumenti che il ciclo della programmazione. I criteri ispiratori della riforma sono stati:

• semplificazione ed armonizzazione;

• rafforzamento del ruolo della programmazione;

• valorizzazione del processo.

Tali finalità sono evidenti sia nel nuovo principio contabile applicato della programmazione, che nel principio della competenza potenziata, che richiede di individuare i tempi di impiego delle risorse (scadenza) per imputare impegni ed accertamenti in bilancio. Il criterio della spesa storica cede a favore di una programmazione attenta sia alla competenza che ai flussi di cassa. Conseguentemente si allungano gli orizzonti dell’azione amministrativa: bilancio di previsione e PEG assumono carattere triennale e non più solo annuale e vengono “armonizzati” con il nuovo documento unico di programmazione, in quanto tutti i documenti saranno incentrati sul programma di spesa.

PREMESSA

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Tali innovazioni sono state introdotte dal decreto legislativo n. 118 del 23 giugno 2011

“Disposizioni in materia di armonizzazione contabile e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro enti, a norma degli artt. 1 e 2 della legge delega sul federalismo fiscale (L.

42/2009), così come successivamente modificato e integrato dal D.Lgs. n. 126/2014.

La nuova formulazione dell’art. 170 del TUEL, introdotta dal D.Lgs. n. 126/2014 e il principio contabile applicato della programmazione, Allegato n. 4/1 del D.Lgs. n. 118/2011 e ss.mm., modificano il precedente sistema di documenti di bilancio ed introducono due elementi rilevanti ai fini della presente analisi:

a) l’unificazione a livello di pubblica amministrazione dei vari documenti costituenti la programmazione ed il bilancio;

b) la previsione di un unico documento di programmazione strategica per il quale, pur non prevedendo uno schema obbligatorio, si individua il contenuto minimo con cui presentare le linee strategiche ed operative dell’attività di governo di ogni amministrazione pubblica.

Il DUP, presupposto fondante di tutti gli altri documenti destinati a guidare l’attività di programmazione finanziaria, gestione e rendicontazione, costituisce il documento di collegamento e di aggiornamento scorrevole di anno in anno che tiene conto di tutti gli elementi non prevedibili nel momento in cui l’amministrazione si è insediata.

Il nuovo sistema dei documenti di bilancio si compone come segue:

 il Documento unico di programmazione (DUP);

 lo schema di bilancio - che riferendosi ad un arco della programmazione almeno triennale, comprende le previsioni di competenza e di cassa del primo esercizio del periodo considerato e le previsioni di competenza degli esercizi successivi ed è redatto secondo gli schemi previsti dall’allegato 9 al D.Lgs. n.118/2011 - comprensivo dei relativi riepiloghi ed allegati indicati dall’art.

11 del medesimo decreto legislativo;

 la nota integrativa al bilancio finanziario di previsione.

La finalità del DUP è riunire in un solo documento, posto a monte del Bilancio di Previsione Finanziario, le analisi, gli indirizzi e gli obiettivi che devono guidare la predisposizione del Bilancio stesso, del PEG e la loro successiva gestione. Ha una sua precisa e distinta identità sia rispetto al BPF che al PEG, e, diversamente dalla Relazione Previsionale e Programmatica, non costituisce un allegato del bilancio ma il presupposto indispensabile per l’approvazione dello stesso. È nel Dup che l’ente deve definire le linee strategiche su cui si basano le previsioni finanziarie contenute nel BPF e, conseguentemente, anche il contenuto del PEG, tale documento rappresenta, pertanto, lo strumento che permette l’attività di guida strategica ed operativa della Provincia.

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Il DUP consente di fronteggiare in modo permanente, sistemico ed unitario le discontinuità ambientali e organizzative.

Il contenuto minimo e le condizioni necessarie da considerare sono contenuti nell’Allegato 4/1 del D.lgs n. 118/2011, e sono volti a prefigurare una situazione di coerenza valoriale, qualitativa, quantitativa e finanziaria e a rendere più trasparente e veritiera la rappresentazione contabile della situazione finanziaria, economica e patrimoniale dell’ente.

Si compone di due sezioni: la Sezione Strategica (SeS) e la Sezione Operativa (SeO). La prima ha un orizzonte temporale di riferimento pari a quello del mandato amministrativo, la seconda pari a quello del bilancio di previsione.

La SeS sviluppa le politiche di mandato che l’ente vuole sviluppare nel raggiungimento delle proprie finalità istituzionali e nel governo delle proprie funzioni fondamentali, nonché gli indirizzi generali di programmazione riferiti al periodo di mandato in coerenza con il quadro normativo di riferimento, con le linee di indirizzo della programmazione regionale e tenendo conto del concorso al perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica definiti in ambito nazionale, conformemente alle procedure e ai criteri stabiliti dall'Unione Europea. Nella Ses, inoltre, anche sulla scorta dell’analisi delle condizioni esterne e interne dell’Ente, sia in termini attuali che prospettici, si individuano gli obiettivi strategici e gli strumenti attraverso i quali l’Ente intende rendicontare il proprio operato in maniera sistemica e trasparente per informare i cittadini del livello di realizzazione dei programmi e di raggiungimento degli obiettivi. Ogni anno gli obiettivi strategici sono verificati nello stato di attuazione e possono essere, a seguito di variazioni rispetto a quanto previsto nell’anno precedente e dandone adeguata motivazione, opportunamente riformulati. Parimenti vengono verificati gli indirizzi generali e i contenuti della programmazione strategica con particolare riferimento alle condizioni interne dell’Ente, al reperimento e impiego delle risorse finanziarie e alla sostenibilità economico- finanziaria.

La SeO ha carattere generale, contenuto programmatico e costituisce lo strumento di supporto del processo di previsione definito sulla base degli indirizzi generali e degli obiettivi strategici fissati dalla SeS. La SeO contiene la programmazione operativa dell’ente, avendo a riferimento un arco temporale sia annuale che pluriennale, predisposta in base alle previsioni ed agli obiettivi fissati nella SeS, costituendo guida e vincolo ai processi di redazione dei documenti contabili di previsione dell’ente.

La struttura finanziaria della SeO è articolata per competenza nelle tre annualità e per cassa solo per l’annualità 2020.

VALENZA E CONTENUTI DEL DOCUMENTO UNICO DI PROGRAMMAZIONE

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Questa sezione è dedicata all’analisi delle condizioni esterne ed interne all’ente, alla conseguente definizione degli indirizzi ed obiettivi strategici tenuto conto degli esiti della rendicontazione.

ANALISI DELLE CONDIZIONI ESTERNE

In questa sede ci si propone di definire il quadro strategico di riferimento all’interno del quale si inserisce l’azione di governo della nostra amministrazione.

Questa attività deve essere necessariamente svolta prendendo in considerazione:

a) lo scenario nazionale ed internazionale per i riflessi che esso ha sul comparto degli enti locali ed in particolare sulle province;

b) lo scenario regionale per i riflessi della programmazione regionale sul nostro ente;

c) lo scenario locale, inteso come analisi del contesto socio-economico e di quello finanziario dell’ente.

Quadro normativo di riferimento

Nell’ambito di una nuova articolazione degli Enti Locali, la riforma c.d. Delrio ha ridisegnato confini e competenze dell'Ente Provinciale, restando però un’incompiuta poiché molti degli interventi erano contemplati nella revisione – bocciata dal referendum del 4 dicembre 2016 – del Titolo V della Costituzione.

La Provincia, comunque, vede oggi ridisegnata e ridimensionata la propria identità istituzionale tanto nel suo profilo politico-rappresentativo e nella sua forma di governo, tanto nelle competenze che è chiamata ad esercitare.

Sotto il primo profilo, ha perso il carattere politico rappresentativo diretto diventando ente di secondo livello, con una gestione collegiale da parte del Presidente e del Consiglio delle rispettive competenze e la creazione di un nuovo organo quale l’Assemblea dei Sindaci coinvolto nel procedimento di approvazione del bilancio e dello statuto.

Per quanto riguarda le competenze, la legge Delrio, delineando, in senso restrittivo, le funzioni allocate in capo alla Provincia, attribuisce espressamente alla stessa specifiche “funzioni fondamentali” prevedendo, inoltre, un complesso percorso istituzionale, concertato tra le istituzioni della Repubblica (Stato - Regioni - Comuni), affinché si proceda al trasferimento delle altre funzioni, sia esse conferite o delegate.

Le funzioni fondamentali di area vasta al nuovo ente provinciale sono compendiate nell’elenco di cui al comma 85 della legge 7 aprile 2014 n. 56:

a) pianificazione territoriale provinciale di coordinamento, nonché tutela e valorizzazione LA SEZIONE STRATEGICA (SeS)

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6 dell’ambiente, per gli aspetti di competenza;

b) pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale, autorizzazione e controllo in materia di trasporto privato, in coerenza con la programmazione regionale, nonché costruzione e gestione delle strade provinciali e regolazione della circolazione stradale ad esse inerente;

c) programmazione provinciale della rete scolastica, nel rispetto della programmazione regionale;

d) raccolta ed elaborazione di dati, assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali;

e) gestione dell’edilizia scolastica;

f) controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e promozione delle pari opportunità sul territorio provinciale.

A queste vanno aggiunte le funzioni che la Provincia può esercitare d’intesa con i Comuni indicate nel successivo comma 88:

a) Predisposizione di documenti di gara;

b) Stazione appaltante;

c) Monitoraggio dei contratti di servizio;

d) Organizzazione di concorsi e procedure selettive.

L’Ente Provincia, chiamato ad esercitare sia le indicate funzioni fondamentali di programmazione, coordinamento e gestione di politiche e servizi di area vasta (art. 1 comma 85), sia la gestione unitaria di funzioni d’intesa con i Comuni (art. 1 comma 88), prosegue lo svolgimento di attività relative a funzioni non più di competenza sulla base di convenzioni stipulate con l’Ente subentrante.

Obiettivi individuati dall’EU e dal Governo Nazionale

La programmazione delle attività e degli investimenti della Provincia non può essere attuata senza il necessario raccordo con la programmazione dell'UE nonché degli altri enti, quali il governo centrale e la regione, costituenti la pubblica amministrazione.

E’ necessario ricordare il ruolo sostanziale dell'UE, che, con le regole di governance economica coperte dal Patto di Stabilità e Crescita (PSC), definisce i parametri di riferimento delle norme di bilancio dei paesi membri, le norme di comportamento, gli strumenti di sorveglianza e di correzione in caso di violazioni.

Con la formazione della nuova Commissione europea si apre una nuova fase di programmazione economica e sociale che consentirà di concentrare le risorse sulle priorità che contano per i cittadini:

cambiamenti climatici, occupazione, giovani, sicurezza e solidarietà nell'UE.

Tra gli elementi principali del bilancio europeo 2020 figurano i seguenti dati:

il 21% del bilancio complessivo sarà destinato a misure volte ad affrontare i cambiamenti climatici.

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quasi la metà dei fondi (+4,1% rispetto al 2019) – contribuirà a rendere la nostra economia maggiormente competitiva. Tali fondi saranno destinati a ridurre il divario economico negli Stati membri e tra di essi, a stimolare la crescita e la creazione di posti di lavoro e a promuovere la convergenza attraverso i Fondi strutturali e d'investimento europei (fondi SIE);

il sistema globale di navigazione satellitare europeo Galileo beneficerà di un sostegno pari a 1,2 miliardi di € (+74,7% rispetto al 2019) per aumentare la sua diffusione sul mercato a livello mondiale;

i giovani beneficeranno di una serie di programmi: 2,89 miliardi di € saranno destinati all'istruzione tramite Erasmus+ (+3,6% rispetto al 2019), mentre il Corpo europeo di solidarietà offrirà opportunità di volontariato o lavoro nell'ambito di progetti nel proprio paese o all'estero grazie a uno stanziamento di 166,1 milioni di € (+15,9% rispetto al 2019);

gli agricoltori europei beneficeranno di 58,12 miliardi di €;

la sicurezza e la gestione della migrazione continueranno a ricevere adeguato sostegno.

Programmazione Nazionale

In ordine alla programmazione nazionale, il nuovo Governo è stato formato con rapidità e si è trovato a dover aggiornare il DEF e impostare l’imminente sessione di bilancio in tempi strettissimi.

Pertanto dalla legge di bilancio per il 2020 risultano obiettivi prioritari da perseguire: la neutralizzazione dell’aumento dell’Iva, le misure di sostegno alle famiglie e ai disabili, il perseguimento di politiche per l’emergenza abitativa, le misure di deburocratizzazione e di semplificazione amministrativa, il rafforzamento degli incentivi per gli investimenti privati, nonché l’incremento della dotazione delle risorse per la scuola, per l’università, per la ricerca e il per il welfare.

Tutte le previsioni saranno comunque orientate a perseguire una politica economica espansiva, in modo da indirizzare il paese verso una solida prospettiva di crescita e di sviluppo sostenibile, senza mettere a rischio l’equilibrio di finanza pubblica.

Il Governo italiano inoltre si adopererà per promuovere le modifiche necessarie a superare l’eccessiva rigidità dei vincoli europei, che rendono le attuali politiche di bilancio pubblico orientate prevalentemente alla stabilità e meno alla crescita, in modo da tenere conto dei complessivi cicli economici e di evitare che si inneschino processi involutivi.

Le principali variabili macroeconomiche1 -

Dall'analisi della Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza, pubblicata il 02.10.2019 emerge che nell’anno in corso l’economia italiana presenta ancora una dinamica di crescita inferiore al potenziale.

I livelli di disoccupazione, soprattutto con riferimento alle componenti giovanili e femminili, sono ancora elevati, così come le diseguaglianze sociali e territoriali, nonostante gli interventi posti in essere.

Nel biennio 2019-2020 l’economia italiana si collocherebbe in condizioni cicliche negative, secondo la cd. “matrice” della Commissione europea. Nel valutare le prospettive di breve e medio termine

1 NOTA DI AGGIORNAMENTO DEL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA 2019

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dell’economia italiana si deve tener conto, inoltre, di fattori di rischio quali le dinamiche esogene internazionali e gli indicatori di fiducia, che pesano in termini di rischio di revisione al ribasso delle pur non rosee prospettive di crescita. Le imprese e i consumatori subiscono i fattori geopolitici quali le tensioni commerciali e politiche (USA e Cina) e gli shock di offerta nel mercato del petrolio (Medioriente), riducendo rispettivamente gli investimenti e le scorte, e i consumi, con dinamiche che si autoalimentano.

Alla luce di tale quadro risulta quanto mai necessario rilanciare gli investimenti pubblici, in particolare in ottica ambientale tenuto conto sia dei cambiamenti climatici in atto sia delle strategie che la nuova Commissione europea ritiene di dover adottare. Il Governo intende pertanto lanciare un “Green New Deal” orientato al contrasto ai cambiamenti climatici, alla tutela della biodiversità, alla riconversione energetica, alla promozione della rigenerazione urbana e delle cosiddette smart cities.

La riconversione e l’efficientamento del sistema produttivo necessita di un contestuale rafforzamento delle politiche di sviluppo a sostegno dell’innovazione, anche attraverso la combinazione di intervento pubblico e privato. Tale rinnovamento dei sistemi produttivi non può prescindere dall’acquisizione di nuove competenze. Ciò richiederà un consistente investimento in capitale umano per aggiornare le conoscenze dei lavoratori già impiegati che si trovano ad affrontare la transizione tecnologica e innovare la formazione scolastica e accademica per rispondere più efficacemente alle esigenze del mondo del lavoro. Il quadro macroeconomico del DEF prospetta un netto rallentamento della crescita per il 2019;

segue un recupero più marcato nel 2020 e moderato nel biennio 2021-22.

Gli scenari presentati nella Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza sono distinti tra il quadro tendenziale, che incorpora le previsioni di finanza pubblica a legislazione vigente alla data di adozione del Nota di aggiornamento, e quello programmatico, che sconta gli effetti delle misure di finanza pubblica che il governo adotta con i disegni di legge di stabilità.

Entrambi gli scenari si basano su identiche ipotesi relative alle dinamiche esogene internazionali e sui medesimi dati congiunturali e di contabilità nazionale.

Tabella ‒ Confronto tra il quadro macroeconomico tendenziale e programmatico del Governo2

Mef Programmatico

2019 2020 2021 2022

Mef Tendenziale 2019 2020 2021 2022 Esogene internazionali

Commercio internazionale 3.8 Prezzo del petrolio 71.3 Cambio dollaro 1.181

2.5 3.7 3.8 3.9 64.8 64.6 62.9 61.7 1.135 1.134 1.134 1.134

2.5 3.7 3.8 3.9 64.8 64.6 62.9 61.7 1.135 1.134 1.134 1.134 Macro Italia

PIL 0.9 Importazioni 2.3 Consumi finali nazionali 0.5 Consumi famiglie 0.6 Spesa della PA e ISP 0.2 Investimenti 3.4 Esportazioni 1.9

0.2 0.8 0.8 0.8 2.2 2.7 2.6 2.5 0.4 0.7 0.6 0.5 0.6 0.7 0.7 0.6 -0.4 0.8 0.1 -0.1 1.4 2.0 1.8 1.6 2.1 2.3 2.4 2.6

0.1 0.6 0.7 0.9 2.2 2.5 2.5 2.5 0.4 0.6 0.6 0.6 0.6 0.6 0.7 0.8 -0.3 0.4 0.1 0.0 0.7 1.2 1.3 1.5 2.1 2.3 2.5 2.6

2 DEF 2019. (1) Variazioni percentuali, salvo per i contributi alla crescita del PIL (punti percentuali), il tasso di

disoccupazione, il tasso di cambio e il prezzo del petrolio. Per effetto degli arrotondamenti sui tassi di crescita, alla prima cifra decimale, la somma delle variazioni delle quantità in volume e dei relativi deflatori può non coincidere con le dinamiche nominali.

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Contributi alla Crescita Pil

Esportazioni nette -0.1 Scorte 0.0 Domanda naz.al netto scorte 1.0

0.0 -0.1 0.0 0.1

-0.2 0.0 0.0 0.0 0.6 0.9 0.8 0.7

0.0 0.0 0.0 0.1 -0.2 0.0 0.0 0.0 0.5 0.7 0.7 0.8 Prezzi

Deflattore importazioni 2.9 Deflattore esportazioni 1.7 Deflattore PIL 0.8 Pil nominale 1.7

1.7 1.8 1.7 1.5 1.4 1.7 1.7 1.6 1.0 2.0 1.8 1.6 1.2 2.8 2.6 2.3

1.7 1.8 1.7 1.6 1.4 1.7 1.6 1.6 1.0 1.9 1.7 1.5 1.0 2.3 1.8 1.5 Mercato del lavoro

Tasso disoccupazione 10.6 2.5 3.7 3.8 3.9 2.5 3.7 3.8 3

PIL ITALIA 3

Alla luce delle previsioni economiche d’autunno la Commissione di Bruxelles scrive che con un Pil che sale di 0,1% nel 2019, l'Italia resta ultima per crescita nella Ue, come conseguenza delle mutate condizioni interne ed esterne, la proiezione di crescita tendenziale per quest’anno è stata rivista al ribasso;

il superamento di questa fase di bassa crescita nominale della nostra economia dipende dall’evoluzione dell’economia internazionale e dall’efficacia delle politiche di rilancio, sia macroeconomiche sia di riforma strutturale, che si stanno mettendo in campo.

Nel terzo trimestre, è proseguita la fase di debolezza dell’economia italiana, dopo la fase di stagnazione della prima parte dell’anno, la spesa delle famiglie sul territorio economico ha segnato un aumento congiunturale significativo tra luglio e settembre; l’evoluzione favorevole dei consumi e dei redditi si è accompagnata a segnali ancora positivi provenienti dal mercato del lavoro; la dinamica dei prezzi al consumo ha registrato a novembre una lieve risalita; il quadro inflazionistico complessivo rimane moderato, ma tra gli operatori si delinea una maggiore diffusione delle attese di un recupero dell’inflazione. Il clima di fiducia, a novembre, ha mostrato una flessione per i consumatori e un marginale miglioramento per le imprese.

TAVOLA - QUADRO MACROECONOMICO TENDENZIALE SINTETICO

2018 2019 2020 2021 2022

PIL 0.9 0.1 0.6 0.7 0.9

DEFLATORE PIL 0.8 1.0 1.9 1.7 1.5

DEFLATORE CONSUMI 1.1 1.0 2.3 1.8 1.5

PIL NOMINALE 1.7 1.2 2.6 2.5 2.4

OCCUPAZIONE ULA 0.8 -0.2 0.2 0.5 0.6

OCCUPAZIONE FL 0.8 -0.3 -0.1 0.5 0.6

TASSO DI DISOCCUPAZIONE 10.6 11.0 11.2 10.9 10.6

Lo scenario programmatico sconta maggiori investimenti pubblici in confronto al tendenziale, in misura crescente nel corso del triennio, si prevedono, inoltre, aumenti aggiuntivi delle entrate nel 2021 e nel 2022, che deriverebbero principalmente da misure volte a rafforzare il contrasto all’evasione fiscale.

In aggiunta sarà anche attuato un programma di revisione organica della spesa pubblica, con effetti crescenti nel tempo.

3 NOTA COMUNICATO STAMPA ISTAT 06.12.2019

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TAVOLA - QUADRO MACROECONOMICO PROGRAMMATICO SINTETICO

2018 2019 2020 2021 2022

PIL 0.9 0.2 0.8 0.8 0.8

DEFLATORE PIL 0.8 1.0 2.0 1.8 1.6

DEFLATORE CONSUMI 1.1 1.0 2.3 1.9 1.6

PIL NOMINALE 1.7 1.2 2.8 2.6 2.3

OCCUPAZIONE ULA 0.8 -0.1 0.3 0.6 0.5

OCCUPAZIONE FL 0.8 -0.2 0.1 0.6 0.6

TASSO DI DISOCCUPAZIONE 10.6 11.0 11.1 10.7 10.4

Lo snellimento delle procedure per appalti pubblici e costruzioni private e il più elevato livello degli investimenti pubblici del quadro programmatico, pur in presenza di misure di copertura finanziaria, assicurano un differenziale positivo di crescita del PIL in confronto allo scenario tendenziale pari a 0,2 punti percentuali nel 2020 e 0,1 punti nel 2021.

Evoluzione del rapporto debito/PIL

I dati degli ultimi anni delineano un quadro di stabilizzazione del rapporto debito/PIL.

Nel 2019, la previsione del rapporto debito/PIL è pari al 132,6 per cento, rinviando all’anno successivo l’inversione di tendenza attesa nell’aggiornamento al Quadro Macroeconomico e di Finanza Pubblica, con un valore pari al 131,3 per cento, per effetto di un netto calo previsto del fabbisogno del settore pubblico pari al 2,4 per cento del PIL; la diminuzione del livello del debito deriverà inoltre dall’ulteriore riduzione nelle disponibilità liquide del Tesoro e dagli introiti previsti da privatizzazione e da altri proventi finanziari.

Nel 2021 si stima che il rapporto debito/PIL continuerà a scendere, attestandosi al 130,2 per cento.

È importante assicurare la sostenibilità del debito pubblico e puntare ad una sua graduale riduzione, specialmente se in rapporto al PIL assume valori particolarmente elevati. In quest’ultime circostanze, il debito toglie risorse importanti alla finanza pubblica, in quanto allocate al pagamento degli interessi, e rappresenta un fardello per le generazioni future.

L’obiettivo di riduzione del debito può essere conseguito da un lato investendo sulla crescita economica dall’altro migliorando il saldo di bilancio dei conti pubblici attraverso un’attenta politica di bilancio

Evoluzione della normativa economica-contabile

Gli aspetti e le problematiche approfondite nei paragrafi precedenti non costituiscono gli unici vincoli nella determinazione dell'attività di programmazione dell'Ente. Contestualmente a questi, devono essere prese in considerazione anche quelle disposizioni che influenzeranno la gestione contabile e, con essa, l’intero processo di programmazione del nostro Ente:

effetti sull’indebitamento degli enti locali

La normativa più recente introdotta dalla legge 12 agosto 2016, n. 164 ha previsto modifiche all’art.10 della legge 243 del 2012 recante la disciplina del “ricorso all’indebitamento da parte degli enti territoriali”. Dall’analisi del nuovo quadro normativo emerge che sono stati mantenuti fermi i principi generali, in particolare:

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- il ricorso all’indebitamento da parte degli enti territoriali è consentito esclusivamente per spese di investimento;

- le operazioni di indebitamento devono essere accompagnate da piani di ammortamento di durata non superiore alla vita utile dell’investimento, ciò al fine di assicurare la sostenibilità dell’investimento nel medio-lungo periodo.

L’innovazione introdotta, in particolare è la previsione di demandare ad apposite intese regionali non solo le operazioni di indebitamento ma anche la possibilità di utilizzare gli avanzi pregressi per operazioni di investimento.

Il ruolo delle regioni diviene, pertanto, fondamentale per conseguire risultati positivi in termini di rilancio dell’economia a livello territoriale.

La legge di bilancio per gli anni 2017 e successivi ha dato attuazione alla legge n.243 del 2012, modificata dalla legge n. 164 del 2016, rendendo stabile e a regime la disciplina del pareggio di bilancio.

la revisione della spesa

Trattasi di uno strumento di riqualificazione della spesa pubblica realizzato a seguito di un’analisi all’interno dei programmi e dei risultati finali riguardanti le amministrazioni pubbliche per l’eliminazione di inefficienze e dei relativi oneri.

I trasferimenti erariali correnti a favore degli enti territoriali, si sono consolidati sia nell’entità che nella cadenza temporale in considerazione della necessità di concorso agli obiettivi di finanza pubblica da parte di questi ultimi.

Regole di bilancio per le amministrazioni locali

Le regole che governano la finanza pubblica locale includono il pareggio di bilancio la cui disciplina è stata definita in attuazione della legge costituzionale n.1 del 2012, che ha novellato il primo comma dell’art.97 della Costituzione, prevedendo che “le pubbliche amministrazioni, in coerenza con l’ordinamento dell’Unione europea, assicurano l’equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito pubblico”. Tale norma è stata recentemente oggetto di modifica con la legge rinforzata 12 agosto 2016 n.164 che ha introdotto una regola di finanza pubblica richiedendo solo l’equilibrio tra entrate finali e spese finali. Tale unico saldo consente quindi di assicurare gli equilibri di finanza pubblica, semplificare i vincoli generali di finanza pubblica degli enti territoriali, riqualificare e fornire un quadro certo agli enti territoriali per una programmazione di medio-lungo periodo, volta, tra l’altro, a rilanciare gli investimenti sul territorio.

Obiettivi individuati dalla programmazione regionale

Nell’orizzonte della programmazione 2020-2022, la strategia del governo regionale sarà ancorata all’attuazione delle azioni, misure e policy contenute nelle macro-aree strategiche europee architettate su

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pilastri volti a coniugare la crescita socio-economica sostenibile, la riduzione delle diseguaglianze nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica.

Per la realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica regionale si precisa che le fonti di finanziamento per il triennio 2020-2022, proverranno:

a) dalle risorse a libera destinazione del bilancio regionale;

b) dai trasferimenti correnti per lo Stato per il sostegno delle politiche regionali in materia di sanità, trasporti, welfare e istruzione;

c) dal co-finanziamento comunitario e nazionale dei piani e programmi per la conclusione del ciclo 2014-2020 e l’avvio del nuovo ciclo 2021-2027;

d) dal co-finanziamento statale per il sostegno alle politiche regionali in materia di reti infrastrutturali, ambiente, sviluppo economico, turismo e cultura.

Inoltre i principali elementi che delineeranno il profilo della manovra regionale sono riconducibili alla prosecuzione delle misure di riduzione della pressione fisale alle famiglie, disapplicazione della maggiorazione dell’IRAP, intensificazione degli investimenti. Nell’ipotesi di una piena realizzazione della manovra nazionale per il triennio 2020-2022, alla trasmissione dei suoi effetti macroeconomici all’economia regionale si sommerebbero quelli della manovra regionale che vale 1,3 punti di PIL in media d’anno.

Valutazione della situazione socio-economica del territorio4

Dopo aver brevemente analizzato le principali variabili macroeconomiche e le disposizioni normative di maggior impatto sulla gestione degli enti locali, in questo paragrafo intendiamo rivolgere la nostra attenzione sulle principali variabili socio economiche che riguardano il territorio amministrato. A tal fine verranno presentati:

 L’analisi del territorio e delle strutture;

 L’analisi demografica:

 L’analisi socio economica.

Analisi del territorio e delle strutture

La conoscenza del territorio provinciale e delle sue strutture costituisce attività prodromica per la costruzione di qualsiasi strategia. Per questo motivo, successivamente alla rappresentazione cartografica del territorio provinciale, vengono riportati i principali dati, presi a base della programmazione, riguardanti i Comuni della Provincia, il territorio e le sue infrastrutture.

4 sito: https://www.tuttitalia.it/lazio/provincia-di-latina/statistiche/

(13)

13 Il territorio è composto da 33 Comuni:5

Comune Popolazione al 01/01/2019

residenti

Superficie km²

Densità abitanti/km²

Altitudine m s.l.m.

1. LATINA 126.746 277,62 457 21

2. Aprilia 74.660 178,11 419 80

3. Sabaudia 20.464 145,37 141 17

4. Cisterna di Latina 37.130 144,16 258 77

5. Fondi 39.826 143,92 277 8

6. Terracina 45.800 136,59 335 22

7. Pontinia 14.945 112,10 133 4

8. Itri 10.806 101,10 107 170

9. Sezze 24.911 100,47 248 319

10. Cori 10.858 85,31 127 384

11. Formia 38.105 74,17 514 19

5 www. tuttitalia.it/lazio/provincia-di-latina/31-comuni/superficie/

(14)

14

12. Monte San Biagio 6.286 65,10 97 133

13. Sonnino 7.558 63,82 118 430

14. Priverno 14.296 56,98 251 151

15. Lenola 4.183 45,24 92 425

16. Sermoneta 10.135 45,00 225 257

17. Minturno 19.726 42,14 468 141

18. Maenza 3.096 42,13 73 358

19. Spigno Saturnia 2.915 38,74 75 46

20. Campodimele 605 38,38 16 647

21. Prossedi 1.206 35,37 34 206

22. San Felice Circeo 10.134 32,63 311 98

23. Bassiano 1.508 32,40 47 562

24. Santi Cosma e Damiano 6.943 31,61 220 181

25. Norma 3.876 31,22 124 410

26. Castelforte 4.189 29,71 141 134

27. Gaeta 20.361 29,20 697 2

28. Roccagorga 4.358 24,49 178 287

29. Roccasecca dei Volsci 1.153 23,50 49 376

30. Sperlonga 3.229 19,49 166 55

31. Rocca Massima 1.101 18,17 61 735

32. Ponza 3.376 10,16 332 10

33. Ventotene 769 1,75 441 18

Sul territorio provinciale di una superficie di circa 2250 km2, l’estesa chilometrica della rete stradale di competenza provinciale ammonta a 730 km circa.

Sono presenti 12 comuni costieri per un estensione della costa di circa 1000 km2 .

La Provincia di Latina, è l’unica nel Lazio a non avere un collegamento autostradale né una maglia di collegamenti trasversali all’Autostrada A1; è dotata di 2,7 stazioni ferroviarie ogni 100 mila abitanti, di 55 km di rete ferroviaria, non adeguata all’Alta velocità, di circa 35 approdi per la nautica da diporto, non è dotata di uno scalo aeroportuale civile.

Analisi demografica6

L’analisi demografica costituisce certamente uno degli approfondimenti di maggior interesse per un amministratore pubblico: non dobbiamo dimenticare, infatti, che tutta l’attività amministrativa posta in essere dall’ente è diretta a soddisfare le esigenze e gli interessi della propria popolazione.

6sito: https://www.tuttitalia.it/lazio/provincia-di-latina/statistiche/

(15)

15

Analisi demografica

Popolazione legale al censimento ( 2011 ) n° 544.732

Popolazione residente al 31 dicembre 2018

Totale Popolazione n° 575.254

di cui:

Maschi n° 284.526

Femmine n° 290.728

nuclei famigliari n° 242.763

Popolazione al 1 gennaio 2017

Totale Popolazione n° 574.891

Nati nell'anno n° 4.758

Deceduti nell'anno n° 5.340

saldo naturale -582

Immigrati nell'anno n° 14.159

Emigrati nell'anno n° 12.891

saldo migratorio +1.268

Popolazione al 31 dicembre 2017

Totale Popolazione n° 575.577

di cui:

In età prescolare (0/6 anni) n° 35.613

In età scuola obbligo (7/14 anni) n° 43.123

In forza lavoro 1ª occupazione (15/29 anni) n° 90.983

In età adulta (30/64 anni) n° 286.300

In età senile (65 anni e oltre) n° 119.558

Popolazione residente ai censimenti

Andamento demografico storico dei censimenti della popolazione in provincia di Latina dal 1861 al 2011.

(16)

16

Variazione percentuale popolazione ai censimenti dal 1861 al 2011

Censimento Popolazione Var %

num. anno data rilevamento residenti

1861 31-dic 64.518 -

1871 31-dic 119.782 85,70%

1881 31-dic 119.705 -0,10%

1901 10-feb 142.146 18,70%

1911 10-giu 154.788 8,90%

1921 01-dic 163.705 5,80%

1931 21-apr 188.570 15,20%

1936 21-apr 237.333 25,90%

1951 04-nov 283.699 19,50%

10° 1961 15-ott 319.056 12,50%

11° 1971 24-ott 376.238 17,90%

12° 1981 25-ott 434.086 15,40%

13° 1991 20-ott 476.282 9,70%

14° 2001 21-ott 491.230 3,10%

15° 2011 09-ott 544.732 10,90%

Popolazione per età, sesso e stato civile al 01.01.2019

(17)

17

Distribuzione della popolazione al 01.01.2019 - provincia di Latina

Età Celibi

/Nubili

Coniugati /e

Vedovi /e

Divorziati /e

Maschi Femmine Totale

%

0-4 24.079 0 0 0 12.444

51,7%

11.635 48,3%

24.079 4,2%

5-9 27.214 0 0 0 13.879

51,0%

13.335 49,0%

27.214 4,7%

10-14 26.795 0 0 0 13.693

51,1%

13.102 48,9%

26.795 4,7%

15-19 27.460 14 0 0 14.316

52,1%

13.158 47,9%

27.474 4,8%

20-24 29.217 566 1 4 15.888

53,3%

13.900 46,7%

29.788 5,2%

25-29 28.529 4.417 9 59 17.083

51,7%

15.931 48,3%

33.014 5,7%

30-34 21.848 12.929 23 267 18.228

52,0%

16.839 48,0%

35.067 6,1%

35-39 15.792 21.120 89 713 19.443

51,6%

18.271 48,4%

37.714 6,6%

40-44 12.936 29.385 209 1.384 22.276

50,7%

21.638 49,3%

43.914 7,6%

(18)

18

45-49 9.652 34.260 503 2.248 23.190

49,7%

23.473 50,3%

46.663 8,1%

50-54 6.486 36.569 965 2.569 22.945

49,2%

23.644 50,8%

46.589 8,1%

55-59 4.000 32.810 1.533 2.197 19.641

48,4%

20.899 51,6%

40.540 7,0%

60-64 2.549 28.737 2.371 1.553 16.978

48,2%

18.232 51,8%

35.210 6,1%

65-69 1.820 26.309 3.584 1.179 15.721

47,8%

17.171 52,2%

32.892 5,7%

70-74 1.391 22.408 5.237 814 14.269

47,8%

15.581 52,2%

29.850 5,2%

75-79 984 15.559 6.600 429 10.878

46,1%

12.694 53,9%

23.572 4,1%

80-84 732 9.827 7.475 212 7.836

42,9%

10.410 57,1%

18.246 3,2%

85-89 492 4.112 6.157 96 4.119

37,9%

6.738 62,1%

10.857 1,9%

90-94 210 1.054 3.222 20 1.392

30,9%

3.114 69,1%

4.506 0,8%

95-99 58 165 925 8 286

24,7%

870 75,3%

1.156 0,2%

100+ 5 13 95 1 21

18,4%

93 81,6%

114 0,0%

Totale 242.249 280.254 38.998 13.753 284.526 49,5%

290.728 50,5%

575.254 100,0%

Popolazione per classi di età scolastica al 01.01.2019

(19)

19

Distribuzione della popolazione per età scolastica al 01.01.2019

Età Maschi Femmine Totale

0 2.346 2.189 4.535

1 2.489 2.260 4.749

2 2.539 2.312 4.851

3 2.450 2.397 4.847

4 2.620 2.477 5.097

5 2.709 2.596 5.305

6 2.788 2.634 5.422

7 2.732 2.706 5.438

8 2.855 2.695 5.550

9 2.795 2.704 5.499

10 2.763 2.669 5.432

11 2.788 2.608 5.396

12 2.774 2.673 5.447

13 2.655 2.611 5.266

14 2.713 2.541 5.254

15 2.745 2.635 5.380

16 2.737 2.576 5.313

17 2.799 2.603 5.402

18 3.005 2.643 5.648

Popolazione provincia di Latina 2001-2018

Andamento demografico della popolazione residente in provincia di Latina dal 2001 al 2018. Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno.

(20)

20

Dettaglio della variazione della popolazione residente al 31 dicembre di ogni anno.

Anno Data rilevamento Popolazione residente

Variazione assoluta

Variazione percentuale

Numero Famiglie

Media componenti per famiglia

2001 31 dicembre 491.431 - - - -

2002 31 dicembre 497.415 +5.984 +1,22% - -

2003 31 dicembre 512.136 +14.721 +2,96% 195.667 2,61

2004 31 dicembre 519.850 +7.714 +1,51% 198.758 2,59

2005 31 dicembre 524.533 +4.683 +0,90% 201.871 2,59

2006 31 dicembre 528.663 +4.130 +0,79% 204.713 2,58

2007 31 dicembre 537.213 +8.550 +1,62% 209.533 2,56

2008 31 dicembre 545.217 +8.004 +1,49% 216.443 2,52

2009 31 dicembre 551.217 +6.000 +1,10% 221.912 2,48

2010 31 dicembre 555.692 +4.475 +0,81% 225.240 2,46

2011 (¹) 8 ottobre 559.207 +3.515 +0,63% 228.066 2,45

2011 (²) 9 ottobre 544.732 -14.475 -2,59% - -

2011 (³) 31 dicembre 544.887 -10.805 -1,94% 228.939 2,38

2012 31 dicembre 552.090 +7.203 +1,32% 233.959 2,36

2013 31 dicembre 569.664 +17.574 +3,18% 236.407 2,41

2014 31 dicembre 572.472 +2.808 +0,49% 237.965 2,40

2015 31 dicembre 574.226 +1.754 +0,31% 241.060 2,38

2016 31 dicembre 574.891 +665 +0,12% 242.965 2,36

2017 31 dicembre 575.577 +686 +0,12% 243.647 2,35

2018 31 dicembre 575.254 -323 -0,06% 242.763 2,36

(¹) popolazione anagrafica al 8 ottobre 2011, giorno prima del censimento 2011.

(²) popolazione censita il 9 ottobre 2011, data di riferimento del censimento 2011.

(³) la variazione assoluta e percentuale si riferiscono al confronto con i dati del 31 dicembre 2010.

(21)

21

Variazione percentuale della popolazione

Variazioni annuali della popolazione della provincia di Latina espresse in percentuale a confronto con le variazioni della popolazione della regione Lazio e dell'Italia.

Flusso migratorio della popolazione

Numero dei trasferimenti di residenza da e verso la provincia di Latina negli ultimi anni.

(22)

22

Dettaglio del comportamento migratorio dal 2002 al 2018.

Anno 1 gen-31 dic

Iscritti Cancellati Saldo

Migratorio con l'estero

Saldo Migratorio

totale DA

altri comuni DA estero

per altri motivi

(*)

PER altri comuni

PER estero

per altri motivi

(*)

2002 9.256 1.270 3.144 8.171 319 134 +951 +5.046

2003 9.164 3.445 10.335 8.223 370 277 +3.075 +14.074

2004 10.208 3.465 1.892 8.179 419 241 +3.046 +6.726

2005 10.919 2.067 367 8.641 426 318 +1.641 +3.968

2006 10.772 2.001 267 9.171 449 165 +1.552 +3.255

2007 9.963 6.969 189 9.013 352 183 +6.617 +7.573

2008 11.282 5.767 166 9.437 595 261 +5.172 +6.922

2009 10.067 4.529 158 8.926 508 320 +4.021 +5.000

2010 10.304 3.740 171 9.484 447 614 +3.293 +3.670

2011 (¹) 7.318 3.025 174 6.784 307 351 +2.718 +3.075

2011 (²) 2.361 893 73 2.548 120 896 +773 -237

2011 (³) 9.679 3.918 247 9.332 427 1.247 +3.491 +2.838

2012 13.343 4.266 2.230 11.717 412 958 +3.854 +6.752

2013 9.708 3.108 18.389 10.342 609 3.208 +2.499 +17.046 2014 10.001 3.177 3.204 9.988 978 2.873 +2.199 +2.543

2015 9.633 3.525 689 9.773 971 914 +2.554 +2.189

2016 9.931 3.229 709 10.529 1.096 1.242 +2.133 +1.002 2017 9.497 3.952 710 10.588 1.050 1.253 +2.902 +1.268

2018 9.799 3.419 757 10.853 1.074 1.704 +2.345 +344

(*) sono le iscrizioni/cancellazioni nelle Anagrafi comunali dovute a rettifiche amministrative.

(¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre) (²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre)

(³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre). È la somma delle due righe precedenti.

(23)

23

Movimento naturale della popolazione

Dettaglio delle nascite e dei decessi dal 2002 al 2018.

Anno Bilancio demografico Nascite Variaz. Decessi Variaz. Saldo Naturale

2002 1 gennaio-31 dicembre 4.899 - 3.961 - +938

2003 1 gennaio-31 dicembre 4.962 +63 4.315 +354 +647 2004 1 gennaio-31 dicembre 5.020 +58 4.032 -283 +988 2005 1 gennaio-31 dicembre 4.916 -104 4.201 +169 +715 2006 1 gennaio-31 dicembre 5.152 +236 4.277 +76 +875 2007 1 gennaio-31 dicembre 5.123 -29 4.146 -131 +977 2008 1 gennaio-31 dicembre 5.500 +377 4.418 +272 +1.082 2009 1 gennaio-31 dicembre 5.512 +12 4.512 +94 +1.000 2010 1 gennaio-31 dicembre 5.600 +88 4.795 +283 +805 2011 (¹) 1 gennaio-8 ottobre 4.045 -1.555 3.605 -1.190 +440 2011 (²) 9 ottobre-31 dicembre 1.417 -2.628 1.025 -2.580 +392 2011 (³) 1 gennaio-31 dicembre 5.462 -138 4.630 -165 +832 2012 1 gennaio-31 dicembre 5.430 -32 4.979 +349 +451 2013 1 gennaio-31 dicembre 5.254 -176 4.726 -253 +528 2014 1 gennaio-31 dicembre 5.150 -104 4.885 +159 +265 2015 1 gennaio-31 dicembre 4.871 -279 5.306 +421 -435 2016 1 gennaio-31 dicembre 4.793 -78 5.130 -176 -337 2017 1 gennaio-31 dicembre 4.758 -35 5.340 +210 -582

2018 1 gennaio-31 dicembre 4.566 -192 5.233 -107 -667

(¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre) (²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre)

(³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre). È la somma delle due righe precedenti.

(24)

24

Cittadini stranieri residenti in provincia di Latina al 01.01.2019

Distribuzione per area geografica di cittadinanza (al 01.01.2019)

Gli stranieri residenti in provincia di Latina al 1° gennaio 2019 sono 54.633 e rappresentano il 9,5% della popolazione.

Continenti di provenienza degli stranieri in provincia di Latina

Nazioni di provenienza degli stranieri residenti in provincia di Latina

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