• Non ci sono risultati.

Conclusioni  Dai

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Conclusioni  Dai"

Copied!
5
0
0

Testo completo

(1)

Conclusioni 

 

Dai dati ricavati dallo studio petrografico, geochimico e di campagna di  questa  tesi,  integrati  con  quelli  di  letteratura,  si  deduce,  riguardo  ai  prodotti  ignei  di  questo  magmatismo  ancora  poco  conosciuto,  quanto  segue:  

− Da  un  punto  di  vista  petrografico  le  rocce  sono  risultate  per  la  maggior  parte  dei  lamprofiri  alcalini.  Soltanto  nella  località  di  Fosso  Ripiglio  e  Rapolano  Terme  affiorano  delle  lave  alcaline  non  lamprofiriche.  Sulla  base  dei  rapporti  tra  elementi  immobili  i  lamprofiri  sono  stati  tutti  classificati  originariamente  come  delle  nefeliniti  e/o  basaniti,  mentre  i  campioni  di  Rapolano  Terme  sono  stati  identificati  come  basalti  alcalini.  Caratteristica  comune  di  queste  rocce  è  il  loro  grado  di  “trasformazione”,  probabilmente  sia  di  natura  primaria  sia  di  natura  secondaria,  che  risulta  spinto  a  tal  punto  da  obliterare  quasi  completamente  la  paragenesi  primaria,  tuttavia  riconoscibile  attraverso  la  paramorfosi  delle  fasi  originarie.  Le  fasi  minerali  primarie,  rimaste  inalterate,  sono  la  biotite  e/o  la  flogopite,  l’apatite  e  gli  spinelli  che  sono  inclusi  negli  pseudomorfi  di  clorite  e  calcite  su  olivina.  Nelle  lave  di  Fosso  Ripiglio  si  trova  un  pirosseno  diopsidico  titanifero  inalterato  e  molto  abbondante.  Delle  fasi  sialiche  primarie,  come  feldspati  e  feldspatoidi,  rimangono  solo  i  relativi  prodotti  neogenici.  Le  rocce  presentano  tessiture  porfiriche  e  le  lave  tessiture  anche  intersertali  e  di  quenching.  Le  fasi  secondarie  sono  cloriti,  carbonati,  albite,  adularia,  analcime,  ilmenite,  magnetite,  pirite, rutilo e acmite. 

(2)

− Da  un  punto  di  vista  giaciturale  i  lamprofiri  della  Toscana  meridionale  sono  pillow  e  dicchi/sill.  Quest’ultimi  non  possono  avere  un’età  più  antica  delle  rocce  sedimentarie  che  li  ospitano.  Le lave si presentano generalmente in strutture tipo pillow lava. La  giacitura  diventa  peculiare  in  Rapolano  Terme  dove  i  prodotti  ignei  si  rinvengono  in  blocchi,  amalgamati  con  una  matrice  micritica  rosa  e  immersi  in  una  matrice  grigia,  il  tutto  costituente  un livello caotico nella formazione della Scaglia toscana.  

− L’età  dei  lamprofiri  è  vincolata  dalla  datazione  4 0Ar‐3 9Ar  con 

sonda  laser  su  separato  di  biotite  (Brogi  et  al.,  2000)  che  presenta  un  valore  di  plateau  di  130.5    ±  1.3  Ma  (Hauteriviano).  Esistono  altre  datazioni  K/Ar  su  roccia  totale  che  richiedono  la  giusta  cautela  del  caso  per  i  limiti  del  metodo  e  per  il  grado  di  “trasformazione”  di  queste  rocce.  Queste  ultime  datazioni  forniscono  un  ventaglio  d’età  che  varia  da  110  Ma  (Albiano)  fino  ai  57  Ma    (Tanetiano)  per  le  lave  di  Fosso  Ripiglio.  Non  esistono  datazioni radiometriche per Rapolano Terme. 

− La  biostratigrafia  delle  rocce  sedimentarie  associate  fornisce  per 

tutte  un’età  comune  compresa  tra  il  Valanginiano  e 

l’Hauteriviano,  ad  eccezione  di  Fosso  Ripiglio,  dove  l’unico  studio  sui  nannofossili  dell’incassante  al  contatto  con  un  sill  indica una probabile, ma non sicura, età Barremiana. 

− Le  rocce  sedimentarie  incassanti  fanno  parte  essenzialmente  dell’Unità  di  Santa  Fiora  che  è  ritenuta  appartenere  al  dominio  Ligure  Esterno  e  che  litologicamente  è  rappresentata  da  torbiditi  s.s.  costituite  da  alternanze  di  calcari  e  argille  con  sporadiche  intercalazioni di lenti di arenarie. 

(3)

− Da un punto di vista geochimico è stata accertata l’affinità di tipo  WPA  (within‐plate  alkali  basalts)  e  la  mancanza  di  un  imprinting  di  subduzione.  A  tal  proposito  i  relativi  spider  diagram,  in  cui  gli  elementi  incompatibili  sono  normalizzati  rispetto  agli  N‐MORB  e  rispetto  al  mantello  primitivo,  mostrano  la  mancanza  delle  anomalie  negative  di  Ta,  Nb  e  Ti  tipiche  dei  contesti  tettonici  di  subduzione  e  presentano  un  arricchimento  relativo  di    Th  e  Ta  dello  stesso  ordine  di  grandezza.  In  ogni  spider  diagram  i  pattern  sono  identici,  anche  se  per  le  rocce  di  Rapolano  Terme,  l’arricchimento relativo è minore. E’ evidente in questi diagrammi  l’anomalia  negativa  di  K  che  risulta  essere  l’elemento  mobile  più  lisciviato.  Nei  lamprofiri  il  frazionamento  maggiore  delle  terre  rare  è  rappresentato  da  un  valore  di  [La/Yb]N  che  varia  da  3.2  a 

4.6,  mentre  fa  eccezione,  con  un  valore  [La/Yb]N=  0.5,  il  campione 

di  Rapolano  Terme.  Gli  spider  diagram  REE/Condriti  mostrano  una  leggera  anomalia  positiva  di  Eu.  E’  stata  infine  confermata  l’estraneità  delle  rocce  oggetto  di  questo  studio,  rispetto  alle  fasi  magmatiche  del  ciclo  Alpino  in  relazione  alla  orogenesi  dell’Appennino  settentrionale.  In  particolar  modo  è  stata  evidenziata  la  loro  diversità  rispetto  ai  prodotti  ignei  del  magmatismo  oceanico  giurassico  tipo  N‐MORB,  rispetto  al  magmatismo  calcoalcalino  d’arco  Oligo‐Miocenico  e  rispetto  ai  lamprofiri Neogenici della PMT (Provincia Magmatica Toscana).  − Il  magmatismo  cretaceo  alcalino  della  Toscana  meridionale  si 

inserisce  sul  margine  continentale  occidentale  della  microplacca  Adria  e  i  suoi  prodotti  si  sono  messi  in  posto  con  molta  probabilità  in  una  piana  continentale  ricoperta  dal  mare,  dove  si 

(4)

Infatti,  la  presenza  di  pillow  lava  testimonia  l’interazione  con  acqua, verosimilmente di natura marina. 

− Non  è  possibile  discriminare,  da  un  punto  di  vista  geochimico,  se  la  messa  in  posto  dei  prodotti  di  questo  magmatismo  intraplacca  sia avvenuta su litosfera oceanica o continentale. 

− I  possibili  significati  geodinamici  di  questa  fase  magmatica  possono  essere  spiegati  essenzialmente  attraverso  due  ipotesi  che  presuppongono  entrambe  la  presenza  di  un’importante  tettonica  transtensiva : 

1)  La  prima  ipotesi  implica  l’esistenza  di  un’importante  tettonica  attiva  a  carattere  regionale  nelle  aree  vicine,  di  convergenza  e/o  di  tipo  estensionale,  la  quale  può  aver  disturbato  e  influenzato  l’area  d’interesse  a  tal  punto  da  creare  di  riflesso  una  localizzata  tettonica  transtensiva  che  avrebbe  generato  un  magmatismo  alcalino  intraplacca.  A  tal  proposito  nel  Cretaceo  inferiore  è  da  ricordare  che  esisteva  una  forte  transtensione  sinistra  nella  NPZ  (North  Pyrenean  Zone)  tra  la  microplacca  Iberica  e  l’Europa,  che  appunto  ha  dato  origine  a  prodotti  ignei  alcalini,  anche  lamprofirici con simili caratteristiche geochimiche. 

2)  La  seconda  ipotesi  implica  più  semplicemente  la  presenza  di 

una  tettonica  transtensiva  legata  alle  ultime  fasi 

d’oceanizzazione.  Tale  tettonica  avrebbe  creato  dei  bacini  di  pull‐ apart  anche  nel  margine  continentale  della  microplacca  Adria,  dove  si  sarebbero  generati  magmi  alcalini  intraplacca.  A  tal  proposito sono stati segnalati basalti ofiolitici che hanno un’età 83  ±  5  Ma,  datati  con  K/Ar  (Beccaluva  et  al.,  1981)  che  testimonierebbero  il  perdurare  del  processo  di  oceanizzazione  anche nel Cretaceo inferiore. 

(5)

Queste due ipotesi possono essere considerate end‐members di una  situazione tettono‐magmatica intermedia molto più complessa.                                                    

Riferimenti

Documenti correlati

Da questo punto di vista, diametralmente opposto alla ricerca delle cause della criminalità, gli studiosi si sono posti l’interrogativo del perché la maggior parte

Dal punto di vista della navigazione, non è chiaro se le correnti abbiano fornito alle tartarughe informazioni utili alla navigazione verso l'isola, una possibilità che

L’analisi delle modalità di infestazione ha mostrato come la maggior parte degli esemplari di Paraleucilla magna tenda ad occupare porzioni marginali della valva, in

Tabella 3: Confronto sotto l'aspetto della sensibilità ambientale.. Si nota come la maggior parte delle considerazioni svolte con la sola osservazione della mappa di sintesi

Dal capitolo dedicato all’EPBT si evince come il fotovoltaico sia energeticamente conveniente, e come un’installazione PV possa venir ripagata, da questo punto di vista, dopo

Nella maggior parte di questi casi da un punto di vista tipicamente stilistico, talvolta anche metrico, la parodia dell’Andromeda si concretizza quale fedele citazione del

Gli studenti comunque hanno acquisito una conoscenza schematica degli argomenti trattati, mentre dal punto di vista pratico, la maggior parte degli alunni ha

mente zrz candidati per la maggior parte Ingegneri laureati nella Scuola di Milano, e di essi soltanto 9 fur01~o respinti. Per contro la maggior parte dei