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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.24 (1897) n.1197, 11 aprile

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l'ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, F E R R O V I E , I N T E R E S S I P R I V A T I

Anno XXIV - Voi. XXVIII

Domenica 11 Aprile 1897

N. 1197

IL DISCORSO DELLA CORONA ED IL PAESE

Non riportiamo qui il discorso c h e la Corona ha letto davanti al Parlamento nell'occasione della inau-gurazione della X X legislatura, perchè i lettori del-l' Economista, avranno già avuto modo di prenderne conoscenza ; d'altra parte non è documento che, per ciò c h e dice, rappresenti qualche cosa di importante per la vita della nazione. Ci asteniamo pure dal com-mentarlo, parendoci che le vaghe ed incerte espres-sioni che, più o meno felicemente, lo costituiscono, non offrano sufficiente argomento di feconda discus-sione.

Generalmente il giudizio c h e su quel discorso è stato portato - a parte la passione di partilo, che fa trovar tutto bello o tutto brutto - si riassume in ciò che è uno specchio della situazione del paese, incerto del suo presente, senza un orientamento sicuro verso una mèta, poco fiducioso di sè e di chi lo guida, meravigliato, quasi, che non continuino nel periodo pacifico quei miracoli che si sono verificati al tempo in cui trattavasi di costituire la patria.

E giova francamente riconoscerlo, facendo un esame di coscienza retrospettivo, che se gli italiani, nel tempo in cui occorreva liberare la patria dallo straniero ed unirla in un solo Regno, diedero prove di fermezza, di abnegazione e di non comune saggezza ed ebbero uomini c h e e colla parola eccitatrice e coll'esempio spinsero e guidarono le moltitudini al sacrificio del denaro e del sangue: se questo è incontrastabilmente vero e può formare motivo di giustificata gloria per la nazione, il periodo successivo diede decisamente differenti risultati.

Nel primo lasso di tempo c h e corre dal 1 8 6 2 al 1 8 7 4 o 7 5 - m a n c ò assolutamente ogni saggio ed ele-vato criterio, in base al quale fosse costituito il nuovo Regno. I! Parlamento fu chiamato ad approvare leggi su leggi senza discernimento, senza concetto bene definito, senza legame derivante da studio profondo della situazione e dell'ambiente. Codici presi .a pre-stito da questo o da quel paese e adattati tant bien

tant mal alle urgenze Inostre più apparenti; tributi raffazzonati e spinti al di là di ogni misura; un c o n -cetto di uniformità stridente colle condizioni di fatto delle singole regioni; un sistema burocratico costoso, diffidente, meticoloso, accentrato fino al ridicolo; un fiscalismo prepotente, invadente, irrazionale; una istruzione pubblica tutta pompa e senza sostanza; una giustizia, dalla quale i funzionari sono così mal-trattati da richiedere c h e sieno altrettanti eroi per resistere alle tentazioni; questa, all'incirca, l'opera di costituzione del Regno. E n o n intendiamo dire

che quegli egregi uomini, i quali a questa costitu-zione collaborarono, non abbiano posta tutta la loro buona volontà per fare il meglio possibile; consta-tiamo con rammarico c h e mancarono gli uomini superiori, i quali potessero disimpegnare bene un compito così arduo e così largo, quale era quello di piantare su basi semplici, moderne, liberali e, sopralutto, razionali, il giovane Regno dove tutto era da fare. L a fretta, forse, scusa molte cose; ma mentre agli uomini mediocri non si può domandare che fac-ciano bene e facfac-ciano anche presto, a quei pochi,

i quali, per essere collocati ai più alti posti dello Stato debbono rappresentare non delle mediocrità ma delle elevate intelligenze, è lecito anche chiedere il presto e bene.

Non parliamo di- ciò c h e si è fatto in quel primo periodo per la parte militare. L'italiano ha qualità di soldato forse tra le migliori: bene disciplinalo, bene organizzato, acquista una tal fiducia in sè e nel corpo a cui appartiene, che, lo si è visto in tante occasioni, può fare e sa fare miracoli. E b b e n e ; in tanti anni mancò una testa che sapesse approfittare di elementi così preziosi e dare all' Italia un buon esercito. A giudizio di molti, abbiamo nell' esercito buoni e bravi individui, ma con essi n o n si è r i u -sciti a fare u n buon esercito. F o r s e qualche cosa

di meglio si è fatto nella marina da guerra e in-fatti due nomi si sono segnalali così da meritare la stima del pubblico: S a i n t - B o n e Brin.

Ma anche supposto c h e questo disordinato e r a f -fazzonato modo di piantare giuridicamente, ammini-strativamente e finanziariamente il nuovo Stalo, fosse inevitabile in causa della urgenza di unificare le diverse parti, ed anche senza tener conto che q u e -sta unificazione nel male e nel disagio poteva essere e può essere un gran pericolo — maggiormente sconfortante è il secondo periodo della nostra vita nazionale, quello in cui, essendo già state gettate af-frettamente le basi della vita dello Stato, i Governi ed i Parlamenti dovevano dar opera a mitigarne i difetti ed a migliorare il funzionamento.

Anche in questo periodo l'opera legislativa si pa-lesò insufficiente al compito c h e aveva davanti a sè. E infatti nessuno può accusarci di pessimismo se riepiloghiamo i risultati ottenuti c o n queste p a r o l e ; disordine amministrativo, disordine finanziario, d i -sordine militare, di-sordine morale.

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dire disordinato finanziariamente uno Stato c h e i n - j traprende così ingenti lavori pubblici e li sospende a metà confessandosi incapace di proseguirli ; — che ; inizia un' opera difficile e delicata quale è il catasto e non si avvede se non dopo sette anni di non avere i mezzi per condurlo a termine ; — che aumenta le entrate per sanare il disavanzo e non sa contenere le spese che il disavanzo perpetuano; — dobbiamo dire militarmente disordinato un paese dove è pos-sibile c h e il Ministro della guerra affermi davanti al Parlamento che I' esercito si trova in questo mo-mento fuori della legge ; dove notoriamente da anni ed anni si procede nella incertezza e a furia di espe-dienti pericolosi e si rimedia o meglio si nasconde il danno c h e si * accumula per un ordinamento a cui non bastano i mezzi concessi dal Parlamento ; — nè abbiamo bisogno di dimostrare il disordine morale quando tanti fatti parlano così eloquentemente o da così lungo tempo.

Ma intanto c h e all' interno tutto va sfasciandosi o minaccia di sfasciarsi, il Parlamento pubblica ogni anno tre o quattro volumi di leggi, male studiate e peggio redatte, accrescendo la confusione e la sfi-ducia nelle patrie istituzioni.

In mezzo a questo stato di cose ,del quale non possiamo temere di avere esagerata la pittura, c h e cosa può dire la Corona '? Come può trovare quella frase tipica che rimanga nel pensiero delle moltitudini per fissare un dato momento della vita della nazione, una frase piena di significati c h e palesi che vi sono delle idee, dei concetti, delle aspirazioni, mentre tutto all' intorno è mediocrità, e spesso volgarità ?

Confessiamo ; P Italia c h e ha dato uomini valenti nell'epoca del suo risorgimento, non ha dato ancora un solo uomo c h e sappia guidarla risorta ed uni-ficata.

Il discorso della Corona è scialbo, come è scialbo da gran tempo ormai il pensiero degli uomini di Stato.

Grano, sale, petrolio, zeccherò e c a i

Si parla assai di frequente della trasformazione tributaria e specialmente in tempo di elezioni sono ben pochi i candidati che non promettano ai loro elettori di appoggiare le riforme tributarie democra-tiche, di chiedere la riduzione delle aliquote delle imposte, specie sui consumi; ma in realtà, pochi hanno

un concetto esatto del sistema di imposte c h e do-vrebbe essere riformato, dei danni ch'esso produce alla popolazione meno abbiente, delle ingiustizie che necessariamente n e derivano.

In un paese in cui i guadagni di chi lavora sono indubbiamente assai scarsi, certo inferiori a quelli che ottengono i lavoratori di altri paesi, il consumo popolare dovrebbe essere meno tassato c h e altrove. Invece è precisamente l'opposto e per farsi un' idea della cosa basta prendere in considerazione i cinque prodotti c h e abbiamo indicati nel titolo. S i tratta di consumi non di eguale importanza, è vero, ma a ogni modo di uso quasi generale e che bisognerebbe ren-dere facile, ossia meno costoso c h e è possibile.

E b b e n e quei cinque prodotti hanno dato alla fi-nanza nell'esercizio 1 8 9 5 - 9 6 nientemeno c h e oltre 2 5 2 milioni di lire ; ed ecco come :

Grano ..Lire 63,822,000 Sali - 71,998,000 Petrolio » 32,265,000 „ , Q„„ ( Dazio ili entrata 64, 728,000

Zucchero Tassa dì fabbricazione... » 1,769,000 Caffè » 18,196,000

Totale L. 252, 778,000 Questa cifra di 2 5 2 , 7 7 8 , 0 0 0 lire non è c o m -pleta e per varie ragioni. Infatti converrebbe aggiun-gere al prodotto finanziario del caffè, quello della cicoria, che va aumentando, ossia bisognerebbe met-tere in conto 1 , 1 9 7 , 0 0 0 lire per tassa di fabbricazione sulla cicoria e così pure riguardo allo z u c -chero, il glucosio con 8 1 4 , 0 0 0 lire di tassa non dovrebbe essere lasciato da parte, e riguardo al pe-trolio, la tassa sulla raffinazione degli oli minerali che ha reso 3 7 1 , 0 3 5 lire non andrebbe dimenticata se si volesse stabilire rigo rosamennte di quanto sono gravati i suddetti consumi. Ancora, oltre i dazi e le tasse applicate dallo Stato vi sono da calcolare i dazi di consumo applicati dai comuni. Petrolio, zuc-chero e caffè sono tassati all'entrata nei principali comuni e ciascuno può convincersene consultando le tariffe daziarie dei principali generi di consumo in vigore al 1 ° gennaio 1 8 9 5 in ciascuno dei 3 4 5 comuni chiusi, tariffe pubblicate dalla Direzione g e -nerale di statistica nel recente volume sui bilanci comunali (pag. 2 4 2 e seg. ' ) .

L ' a g g r a v i o derivante dal dazio consumo comunale sul petrolio, lo zucchero e il caffè non è determinabi-le ; invece possiamo tener conto del prodotto deldeterminabi-le

tasse sulla cicoria, sul glucosio e sugli oli minerali, in tatto sono 2 , 3 8 2 , 0 0 0 che aggiunti (ai 2 5 2 , 7 7 8 . 0 0 0 di lire più sopra indicati danno 2 5 5 , 1 6 0 , 0 0 0 lire.

L'onere è assai forte pei consumatori italiani, i quali hanno da pagare, a cagione di quei 2 5 5 m i -lioni, prezzi molto maggiori di quelli che si praticano in molti paesi d' Europa. Facciamo un confronto col Belgio. 11 sale che da noi costa 4 0 centesimi il chilog. vi si vende a 6 centesimi, il petrolio che qui costa 7 0 centesimi al litro a Bruxelles si compra a 14, lo zuc-chero costa da noi I,. 1 , 6 0 circa il chilog. nel Belgio circa 9 5 centesimi, il prezzo del caffè per le varie qualità presenta pure in Italia una differenza note-vole in più tra 2 lire e 1 , 5 0 ; il pane di frumento è pure in media più caro qui c h e nel Belgio dove a 2 2 o 2 5 centes. al chilog. si ha un pane buonissimo Il paragone con la Svizzera sarebbe egualmente de-solante per noi; e del resto i prezzi di queste der-rate sono sensibilmente minori anche in Inghilterra, in Francia, in Prussia.

Ciò premesso, un breve cenno intorno alle vi-cende del regime fiscale di quei cinque prodotti negli ultimi anni, gioverà a chiarire le idee sulla materia. Il grano importato dieci anni fa pagava ancora 1 4 lire la tonnellata; nell'esercizio 1 8 8 6 - 8 7 , nel quale l'importazione salì a 9 7 7 , 9 4 3 tonn., il dazio venne portato a 3 0 lire ( 2 1 aprile 1 8 8 7 ) e successi-vamente ( 1 0 febb. 1 8 8 8 ) è spinto fino a 5 0 lire, perchè

nel 1 8 8 7 - 8 8 la quantità importata si manteneva a una cifra alta ( 9 5 3 , 5 7 7 tonn.); nell'esercizio 1 8 9 3 - 9 4 sale a 7 0 lire e il 1 0 dicembre 1 8 9 4 è nuovamente

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11 aprile 1897 227

aumentato sino a 7 5 lire. S i noti c h e la quantità importata è indipendente dal dazio quale è appli-cato da n o i , perchè l'andamento del raccolto è c i ò che influisce su essa, m a è anche vero c h e il c o n -sumo medio p e r abitante è diminuito negli ultimi anni essendo sceso da 1 2 3 c h i l o g r a m m i p e r abitante a 1 1 8 , sicché s e il dazio non fosse di 7 5 lire m a di 1-1 od anche di 3 0 lire noi v e d r e m m o il c o n s u m o del grano svolgersi sensibilmente pel m i n o r prezzo del prodotto. E si noti ancora c h e l'aumento del dazio è stato accompagnato dall'aumento del c a m b i o sull'estero sicché la protezione fu p e r questo Jfatto anche maggiore.

Considerevole, infine, è l ' i n c r e m e n t o c h e ha avuto il reddito del dazio sul g r a n o :

migliala di lire 1884-85.. 1885-86.. 1886-87.. 1887-88.. 1888-89.. 1889-90.. . 7.706 . 11.270 . 11. 116 . 33.115 ,31.419 . 44. 793 1890-91.. 1891-92.. 1892-93.. 1893-94.. 1894-95.. 1895-96.. migliaia di lire . . 24.688 20. 951 47. 661 34.101 37.313 63. 822 li sale, negli ultimi anni, è stato consumato in quantità crescente m a , a dir vero, l ' a u m e n t o è a s -sai lieve e messo in raffronto a quello della popo-lazione perde qualsiasi importanza. Il c o n s u m o del sale p e r uso commestibile da 1 , 6 6 6 , 9 0 4 quintali n e l 1 8 8 6 - 8 7 , salì a 1 , 7 0 2 , 7 3 5 nel 1 8 8 8 - 8 9 , a 1 , 7 4 1 , 5 8 1 nel 1 8 9 0 - 9 1 e a 1 , 7 6 1 , 1 5 1 nel 1 8 9 5 - 9 6 . In d u e esercizi finanziari si e b b e r o diminuzioni e furono il 1 8 9 1 - 9 2 e il 1 8 9 2 - 9 3 ; poi l ' a u m e n t o assoluto si verificò n u o v a m e n t e , m a il c o n s u m o p e r abitante declinò n u o v a m e n t e c o l 1 8 9 4 . E c c o l'andamento del consumo p e r abitante :

1878 chi). 6.36 per abit. 1891-92 cbil. 7.13 per abit.

1884-85 » 6.66 » 1892-93 » 7.08 »

1885-86 » 6.76 » 1893-94 » 7.12 1886-87 » 6.90 » 1894-95 » 6.53 1890-91 » 7.15 » 1895-96 » 6.54

Ora si noti c h e c o n la legge 2 aprile 1 8 8 6 il prezzo del sale c o m u n e fu ribassato da 5 5 centesimi a 3 5 il c h i l o g r a m m o e c h e il 2 2 f e b b r a i o 1 8 9 4 andò in vigore la tariffa attuale c h e a u m e n t ò di 5 c e n -tesimi al chilogrammo il prezzo del sale c o m u n e ' ) .

Il c o n s u m o medio individuale del sale sta fra u n minimo di chilog. 4 , 6 6 2 i n provincia di T r e v i s o e un m a s s i m o di chilog. 8 , 4 5 2 ; m a questi dati hanno un valore molto relativo perchè i n alcune p r o v i n c i e , come quelle di P a r m a , Modena, C r e m o n a , P i a c e n z a , Bergamo c h e c o n s u m a n o più di 8 chilog. di sale per abitante, è più abbondante la salagione delle carni e dei formaggi. Il c o n s u m o medio per abitante nel R e g n o effettivamente oscilla intorno a 6 chilog. Il petrolio è e n o r m e m e n t e gravato dal fisco i n Italia. L a luce del povero paga 4 8 lire di dazio e il c o n s u m o , naturalmente, se n e è risentito. Infatti, l'importazione del petrolio, dopo l'applicazione della legge 1 4 luglio 1 8 9 1 , c h e ha riformato radicalmente il regime doganale di questo prodotto è dimostrato dalle seguenti c i f r e :

") Il sale per uso commestibile si distingue in co-mune (40 cent, il chilog.), macinato (60 cent.), raffi-nato (76 cent.); però il consumo di sale comune è di gran lunga maggiore delle altre specie di sale ; ba-sti dire che nel 1895 il sale comune rese 63 milioni e mezzo, il macinato L. 5,863,377 e il raffinato L. 683,883.

Prodotto del dazio Anni Importazione — — — milioni 1891-92... Quintali 739,238 L. 35. 18 1892-93... » 746,179 » 35.82 1893-94... » 745,253 » 35.77 1894-95... » 734,141 » 35.23 1895-96... » 672, 178 » 32.26 Nel 4 8 8 4 - 8 5 il petrolio n o n aveva reso c h e 2 8 milioni e la quantità importata era stata di 8 5 2 , 0 0 4 , ossia 4 7 9 , 8 2 6 quintali più dell'esercizio s c o r s o ; m a allora il petrolio grezzo pagava 2 7 lire il quintale e il raffinato 3 3 . Il consumo cominciò a declinare quando il dazio fu portato respettivamente a 3 8 e 4 7 lire al quintale. Il prezzo del petrolio dall'aprile 4 8 9 5 è lievemente a u m e n t a t o ; a Genova i prezzi del petrolio presentarono queste variazioni negli u l -timi d u e esercizi finanziari :

Pensilvaiiia Caucaso In cisterna Casse Atlantic in cisterna Casse

lire Lire Lire Lire per qulnl. per cassa per quint. per passa 28 luglio 1894 - 4.70 a 4.75 — — 26 gennaio 1895 8 50 5 a 5.10 7.50 — 28 giugno 1895 14.50 a 15 6.25 12a 12.50 5.50 25 gennaio 1896 1 8 . 5 0 a 19 7 . 3 0 a 8 16.(50 a 17 7.20 a 7.30 20 giugno 1896 1 2 . 6 0 a 1 3 6 . 1 0 a 6.20 11.50a 12 5 . 8 0 a 6

Ad ogni modo non v ' è alcun dubbio c h e l'aumento del dazio di confine ha ristretto notevolmente il c o n s u m o e ha portato il prezzo del petrolio a un'al-tezza eccessiva ; basta r a m m e n t a r e c h e da noi il li-tro di peli-trolio costa 7 5 cent, e alli-trove da 4 2 a 4 5 cent.

L o zucchero, c h i lo c r e d e r e b b e ? rende ora m e n o di quanto procurava all' erario nel 4 8 8 4 - 8 5 ; infatti nel 4 8 9 5 - 9 6 ha reso 6 4 , 7 2 8 , 0 0 0 lire contro 6 7 , 7 7 2 , 0 0 0 nel 4 8 8 4 - 8 5 , quando il dazio però e r a d i 6 6 , 2 5 per lo zucchero di 4 * qualità e di 5 3 lire, p e r quello di 2 " qualità. Ora è rispettivamente di 9 9 e 8 8 lire. L a quantità totale disponibile pel c o n s u m o c h e nel 4 8 8 4 - 8 5 fu di quint. 4 , 2 6 6 , 7 4 3 e n e l 4 8 8 9 - 8 6 di 9 7 4 , 3 4 2 scese a poco a poco fino a 7 6 4 , 6 3 3 n e l 4 8 9 5 - 9 6 . Il c o n s u m o medio per ab. da 3 chilog. 2 8 0 nel periodo 4 8 8 4 8 9 è sceso a 2 chilog. 4 4 9 . S e -condo Annuario statistico pel 4 8 9 5 (pag. 3 3 6 - a ) ecco quale sarebbe stato il c o n s u m o medio annuale per abitante dello zucchero e del caffè:

Zucchero Caffé Periodi — — — Chilogr. Chil. 1871-74 2.70 0.454 1875-18 2.77 0.481 1879-82 2.53 0.479 1883-1886 3.11 0.567 1887-1890 2. 66 0. 467 1891-1894 2. 43 0. 428

F i n o al 1 8 8 6 l'aumento non è mancato ; dal 4 8 8 6 in poi, il consumo m e d i o per abitante ó disceso al di-sotto della media dei primi anni della serie ( 4 8 7 1 - 7 4 ) .

Il dazio sullo z u c c h e r o è a tale altezza c h e il costo del prodotto n e viene più c h e triplicato, e in tali condizioni il c o n s u m o — si capisce — n o n solo non può espandersi, m a è costretto a ridursi.

F i n a l m e n t e il caffè, c h e nel 4 8 8 3 pagava 1 0 0 lire di dazio al quintale, è tassato o r a a 1 5 0 lire. L ' i m -portazione del caffè è andata gradatamente s c e m a n d o : tu di 1 9 4 , 0 6 0 quintali n e l 1 8 8 4 8 5 e s u c c e s s i v a -m e n t e presentò queste oscillazioni :

1885-86 quint. 1 6 4 , 0 8 8 1892-93 quint. 1 3 1 , 7 1 4

1889-90 » 140,453 1893-94 » 119,145

1890-91 » 140,479 1894-95 » 126,953

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Ora è bene rammentare elio il dazio fu portato da 4 0 0 a 4 4 0 lire nel novembre 4 8 8 5 e a 4 5 0 nel novembre 4 8 9 4 . Nonostante il ribasso dei prezzi del caffè negli ultimi anni, persiste la diminuzione delle quantità'importate.

E c c o i prezzi di alcune qualità di caffè sulla piazza ni Genova a varie epoche:

Bahia Moka Porto-ricco naturale l®a n*'0 8 Domingo Sai Lire per quintale (in carta) senza dazio

SI l u g l i o 1893 180a 208 81 gennaio 1 8 9 1 2 1 0 a 2 3 0 31 luglio » I 9 6 a 2 1 6 31 g e n n . 1 8 9 6 1 8 0 a 1 9 0 275 a 280 275 a 290,205 a 225 210 a 230 i 81 luglio 31 gemi. 1801, SO giugno 210 a 220 270 a 280290 a 3 0 0 2 2 5 a 2 4 5 230 a 250;23oa 245 ! I 1 280a 290 285 a 295 210 a 230 220 a 235:225 a 230 • I 270 a290^75a 290180 a 206220 a 230,220 a225 170 a 190:280 a 300275 a29o| 180 a210J200 a220,210 a220 170 a 190 280 a 300275 a280 170 a 215190 a 210 215 a 225 |140 a I70J280 a 300^250 a280^ 160 a 200160 a 200j 190 a 205

Il prodotto del dazio sul caffè c h e nel 1 8 8 3 era di 4 5 . 5 milioni, saliva a 4 9 . 6 nell'esercizio 4 8 8 4 - 8 5 , scendeva a 4 7 . 8 nel 4 8 8 5 - 8 6 ma saliva a 2 4 . 3 nel 4 8 8 6 - 8 7 , toccava i 2 0 . 3 milioni nel 4 8 9 4 - 9 2 e negli ultimi 4 esercizi chiusi dava rispettivamente 4 9 . 7 , 47.8, 4 9 . 0 e 48.4, ossia siamo sempre alle cifre degli anni 4 8 8 7 - 8 8 - 8 9 .

L'aumento eccessivo dei dazi sul grano, sullo zuc-chero e sul caffè stimola il consumo dei succedanei, ossia fa peggiorare il consumo, oltre che restringerlo. Quando mai i nostri legislatori inizieranno sul serio la trasformazione tributaria e si occuperanno a render

meno difficile e costosa la vita del popolo italiano?

L'ASSICURAZIONE E LA DISOCCUPAZIONE

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S e m b r a una anomalia voler applicare l'assicura-zione come rimedio alle conseguenze della disoccu-pazione, perchè il fenomeno appare affatto casuale nelle sue manifestazioni. Ma il prof. Ferraris, che fa appunto questa considerazione non dispera che larghe e continuate ed accurate rilevazioni statistiche dimo-strino anche qui l'esistenza di qualche legge o almeno di qualche normalità e provino che le oscillazioni del fenomeno quantitativamente considerato tendono a non eccedere un determinato limite in più o in meno e ad aggirarsi intorno ad una media costante.

P e r ora il materiale statistico più sicuro che si abbia è quello fornito dalle statistiche inglesi rela-tivo alle Trade Unions e dalla statistica dei disoc-cupati eseguita col censimento speciale delle profes-sioni del 1 4 giugno 4 8 9 5 e col censimento generale della popolazione del 2 dicembre dello stesso anno. Dalle prime si ricava c h e le cifre relative alla disoccupazione di soci delle Trade Unions presentarono le seguenti medie mensili generali pel p e -riodo 4 8 8 9 - 9 4 : su 4 0 0 soci furono disoccupati in media nel gennaio 5 . 4 , nel febbraio 5 . 0 , nel marzo 4 . 8 , nell'aprile 4 . 5 , nel maggio 4 . 3 , nel giugno 4 . 4 , nel luglio 4.3, nell'agosto 4 . 8 , nel settembre 5 . 0 , nel-l'ottobre 5 . 0 , nel novembre 4 . 8 , nel dicembre 5 . 5 ,

') Cont. e fine, vedi il num. prec. dell'Economiste.

così, sebbene le cifre medie di ogni singolo mese di ciascun anno, da cui furono derivate queste men-sili generali del periodo, presentino forti differenze fra di loro (da un minimo di 1 , 4 salgono a un mas-simo di 1 0 , 2 ) , il fenomeno ne! suo totale appare non privo di tendenza a regolarità, anzi a normalità nelle sue manifestazioni.

Quanto alle indagini statistiche tedesche esse avreb-bero attestato il fatto che la disoccupazione tende a colpire in genere più fortemente gli operai grosso-lani e i semiqualificati che non i qualificati, natural-mente fatta eccezione di quelli che, come gli addetti all'industria delle costruzioni, sono complessivamente soggetti alla disoccupazione normale o stagionale: Così, escludendo i disoccupati per incapacità tempo-ranea al lavoro, si trova per le industrie accessorie al commercio (fra cui, ad esempio, gl'imballatori), nel giugno 4 8 9 5 disoccupati il 6 . 5 7 per cento, nel dicembre il 7 . 9 2 , pei lavoranti avventizi e variabili il 5 . 8 7 e respettivamente il 2 0 . 8 3 per gl' indicati in

genere come operai di fabbrica, compagni, aiuti e c . senza specifica designazione, il 2 . 5 5 e respettivamente il 4 8 . 4 9 , pei macellai il 3 . 6 0 e respettivamente il 4 . 4 4 , pei fornai il 3 . 4 9 e respettivamente il 4 , 2 6 e via dicendo.

L'influenza della stagione si può determinare, se-guendo questa statistica, con assoluta sicurezza. Nel giugno 1 8 9 5 apparve disoccupato il 0 . 5 8 per cento della popolazione, I ' 4 . 3 5 per cento delle persone at-tive (comprese quelle diservizio); nel dicembre 4 8 9 5 le due cifre salgono respettivamente a 4 . 4 8 e 3 . 4 6 . Escludendo dal numero delle persone attive quelle indipendenti; le cifre percentuali dei disoccupati ar-rivano a 4 . 8 9 pel giugno, a 4 . 8 8 pel dicembre; tenendo conto, per tutte le forme di produzione, soltanto degli operai propriamente detti (compresi i l a -voranti per conto altrui nel proprio domicilio), le due cifre sono 4 . 8 5 e 4 . 7 8 , eliminando quelli disoc-cupati per incapacità temporanea al lavoro, le due cifre sono 4 . 4 4 e 3 . 4 3 (e queste danno la più esatta misura della disoccupazione propriamente detta in totale). Considerando poi le sole industrie minerarie, metallurgica, manifattrice e delle costruzioni, si hanno le cifre 2 . 5 7 e 5 . 9 6 . Sia pure c h e a far crescere la cifra relativa al dicembre abbia contribuito la data della rilevazione, potendosi nell'inverno registrare, perchè raccolte in pubblici ritrovi, persone che nel-l' estate sono vagabonde e si sottraggono alla nume-razione; m a il grosso dell'aumento della cifra inver-nale è proprio causato da una reale diminuzione di impiego vuoi, perchè lo perdono non pochi c h e nella buona stagione lo hanno almeno parziale, sal-tuario, variabile,, in professione secondaria, vuoi perchè nell'inverno certi lavori non si possono

ese-guire (i muratori, tappezzieri, pittori di camere, co-pritori di tetti, stuccatori, commettitori di pietre, selciamoli, ecc., presentano, pur non tenendo conto degli incapaci al lavoro, dall' 41 al 2 2 per cento di disoccupati invernali ) e via dicendo.

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11 aprile 1897 L' E C O N O M I S T A 229

quindi una prima buona ed ampia raccolta di mate-riali da servire come base all'ordinamento tecnico dell'assicurazione contro la disoccupazione.

Ora, venendo a quanto si è fatto appunto riguardo all'assicurazione, va tenuto conto che le Tracie Ùnions furono le prime a provvedere all' assicurazione dei propri soci, dando loro un sussidio in caso di disoc-cupazione, 1 ' unemployed benefit od out of ivork

be-nefit. Nel 1 8 9 4 , 4 9 8 Unioni con 9 2 6 , 9 3 0 soci, spe-sero a tal uopo sterline 3 3 4 , 3 8 2 , pari a 1 3 , 3 3 9 , 3 5 0 franchi. Esse vi provvedono empiricamente seguendo le seguenti cautele: il sussidio giornaliero è inferiore al salario che si percepiva per non eccitare all'ozio; si concede soltanto a quelli che hanno già un certo tempo di appartenenza alla Società e non furono licenziati per loro colpa (questa seconda condizione non è sempre rigorosamente osservata); non si dà subito nei primi giorni per non togliere al disoccu-pato l'impulso a procurarsi impiego da sè, mentre anche l'Unione cerca di trovarglielo; dura quasi sempre per tutto il tempo della disoccupazione, ma in misura non costante, bensì scalare, vale a dire trascorso un certo numero di settimane gradualmente 10 si ribassa; la differenza è naturalmente tanto mag-giore quanto più alto era il sussidio iniziale. Alcune ne deducono l'intiero contributo da pagarsi dal socio, altre sola una parte, altre lo esimono totalmente dal contributo. Il disoccupato deve denunziarsi all'ufficio sociale ove il suo nome viene registralo; egli è ob-bligato a presentarvisi quotidianamente e ad accettare quel posto che l'Unione, reputandolo conveniente, gli offre. Il sistema di aggiungere a) sussidio la spesa del viaggio all'interno per recarsi al luogo dove si ottenne o si spera ottenere un posto, va cadendo in disuso, perchè favorì il vagabondaggio. Sembra ornai sospeso per lo stesso motivo, del lutto, il sussidio per viaggio all'estero.

Questo sistema agisce però soltanto a benefizio della parte eletta degli operai; è il vecchio unionismo, e non il nuovo, che effettivamente lo pratica, sicché la sua efficacia è limitata. Sul continente una simile assicurazione si mostra limitata assai per parte delle Società operaie (in Germania la fanno specialmente sul genere delle Traile Unione, le Gewerkvereine), quindi sì può dire c h e manchi come sistema. Ma è comincialo l'ordinamento di un' assicurazione vera e propria, con basi tecniche nella Svizzera, E c c o come 11 prof. Ferraris ne rende conto.

Berna diede il primo esempio colla creazione di una cassa comunale di assicurazione apertasi il primo aprile 1 8 9 3 ; il vigente regolamento è del primo aprile 1 8 9 5 che modificò il precedente. L'assicura-zione è volontaria, il contributo mensile degli operai è di 5 0 centesimi; il Comune contribuisce alla spesa con 7 0 0 0 franchi; vi possono contribuire i padroni. Gli assicurati da 6 mesi ottengono, in caso di di-soccupazione nei mesi da dicembre a febbraio, un sussidio giornaliero di franchi 1 . 8 0 se soli, di 2 se hanno famiglia, pel primo m e s e ; il sussidio non dura più di 2 mesi e nel secondo si dà nella misura soltanto che la Commissione amministrativa delibera secondo i fondi disponibili. La Commissione è com-posta di 9 membri, tre nominati dal Consiglio Co-munale, tre dai padroni contribuenti, tre dagli'operai ; a capo dell'Istituto sta un amministratore. Alla Cassa è unito l'ufficio di collocamento, sottoposto alla stessa Commissione. Il primo biennio di prova diede risul-tati assai poco confortanti.

Seguì S a n Gallo. L a legge cantonale 1 9 m a g -gio 1 8 9 4 autorizzò i Comuni alla fondazione di una Cassa (una stessa Cassa può però estendersi a più Comuni), dichiarando obbligatoria l'assicurazione per gli operai maschi non aventi più di 5 franchi di salario medio giòrnaliero, facoltativa per gli altri; e per le donne la decisione è lasciata al regolamento : obbligatori i contributi dei Comuni ( d u e franchi all'anno per ogni assicurato, non comprose le spese d'amministrazione), invece che quelli dei padroni; il Cantone può contribuire, e in caso di disavanzo lo d e v e ; limitati i premi settimanali, da pagarsi da ogni assicurato, al massimo di 3 0 centesimi. Il diritto al soccorso si ottiene soltanto dopo aver pagati rego-larmente i premi per sei mesi ; il sussidio (che non può essere inferiore ad un franco al' giorno) non si dà per una disoccupazione di soli 3 giorni e non può durare per più di sessanta giorni ciascun anno. Gli Statuti della Cassa devono essere votati dal Consiglio Municipale e da una rappresentanza degli operai, gli assicurati sono anche rappresentati da delegati nella Commissione amministrativa c h e deve essere di a l -meno cinque membri. Alla Cassa è unito un ufficio di collocamento. L'opposizione di alcuni Comuni fece naufragare la legge, ed allora il Comune di S a n Gallo deliberò di istituire la Cassa pel territorio co-munale, aprendola il primo luglio 1 8 9 5 . Ma la pre-cocità della istituzione, difettosa nelle s u e basi tec-niche e nel suo ordinamento, n e compromise le sorti ; essa non potè funzionare e drfatti non esiste. Venne, infine, Basilea-Città. Nel 1 8 9 3 il Consiglio di governo chiese al prof. Giorgio Adler di quel-l'Università un parere che egli stese, coli'aiuto del Consigliere Filippi e del matematico Rinkelin.

Ne derivò il progetto governativo dell'8 novem-bre 1 8 9 4 che fu discusso vivamente dal Gran Con-siglio, rinviato ad una Commissione, ridiscusso sul finire del 1 8 9 5 . Ripreso ora, deve aver luogo pros-simamente la votazione in seconda lettura nel Gran Consiglio. Quando sia approvato, come sperasi, dal Corpo legislativo, sarà sottoposto al referendum p o -polare. Ma se praticamente non ha finora avuto alcun resultato, tuttavia quel progetto acquistò molta importanza, perchè n e scaturì un'amplissima discus-sione del problema in libri e riviste.

A questo punto il Ferraris si avventura ad una trattazione generale teorica dell'argomento, nella quale non lo possiamo seguire. Ma non sarà inutile aggiun-gere ch'egli è favorevole all'assicurazione pubblica, col principio dell'obbligatorietà. I soli poteri pubblici, a suo avviso, possono dare al sistema l'estensione e l'intensità atte a fronteggiare il male nella sua estensione ed intensità attuali, concedere all'operaio piena libertà di circolazione interna e di passaggio da industria ad industria, ottenere il necessario concorso dei padroni ed eventualmente quello del b i -lancio locale o governativo, dare la certezza del sussidio senza cavilli e senza le mille fastidiose me-ticolosità dell'assicurazione capitalistica, eliminare i dissensi di classe fra padroni ed operai e di interessi fra operai ed operai, applicarsi a tutte le forme di disoccupazione degne di cura, rinunziare ad ogni lucro e via dicendo.

(6)

può dire decisivo perchè è stato breve, bisogna pur ammettere che è assai istruttivo. Il carattere rigo-roso delle disposizioni c h e è la conseguenza dell'ob-bligatorietà non ha tardato a indisporre gl'interes-sati; quasi un terzo degli assicurati rimanevano debitori di tutto o parte dei premi.

Un movimento ostile si è manifestato quasi subito contro l'assicurazione e ha trascinato le organizzazioni operaie delle professioni meno esposte alla mancanza di lavoro. L'assemblea dei cittadini Ita votato l'abo-lizione della Cassa e fu deciso ch'essa scomparirebbe in quest'anno.

Noi crediamo c h e in questa materia della disoc-cupazione il parlare di assicurazione sia per lo meno prematuro, mancando ancora i materiali statistici necessari. Tanto più ci pare tutl'altro che opportuna l'assicurazione obbligatoria là dove ancora non si hanno veri esperimenti di qualche importanza t e n -tati da enti privati. Comunque sia di ciò, è certo che la mancanza di lavoro è tra i fenomeni econo-mici contemporanei uno dei più meritevoli di inda-gini spassionate e di provvedimenti forse più indi-retti c h e diindi-retti. L'assicurazione come la praticano le associazioni operaie inglesi è indubbiamente consi-gliabile, ma essa non può costituire c h e uno dei modi coi quali si ha da tentare la soluzione del difficile problema.

Gli altri modi sono di varia natura e l'escluderli tutti per dare la preferenza all'assicurazione non può essere la via pratica per risolvere adeguatamente la questione.

LE SPESE DEI COMUNI

l)

La categoria delle spese per polizia locale ed

igiene si trova anche nelle obbligatorie straordinarie per 1 6 milioni così distribuiti :

Costruzioni di cimiteri e camere mortuarie L. 5,670,695 » per provvista di acque

po-tabili . » 8,212,284 » del pubblico macello . . . » 823,544 » di locali peli'isolamento per

malattie infettive ec. . . » 464,936 Spese per visite sanitarie in caso di

epi-zoozie e diverse 1,361,435 Queste cifre, se la pratica non ci apprendesse

quanti facili sono gli sperperi in tali materie, deno-terebbero un notevole sviluppo delle spese per i miglioramenti igienici; molti comuni hanno ancora i loro cimiteri presso la Chiesa o vicino I' abitato, e, come si sa, moltissimi sono assolutamente sprov-visti di acqua potabile ; ora, sebbene le spese in confronto a questi due importanti elementi della p u b -blica igiene, non sieno a vero dire promettenti del sollecito conseguimento di una generale sistemazione, lasciano scorgere, specie per il loro aumento a pa-ragone degli anni decorsi, c h e si è entrati nella buona via.

Nè a proposito della polizia locale ed igiene i n -tralasciamo dal notare c h e altri cinque milioni e

') Vedi Economista del 14 marzo 1897, N. 1193.

mezzo di spese si trovano tra le facoltative e com-prendono :

Impianti della illuminazione nelle vie e

piazze L. 231,806 Servizio sanitario per tutti gli abitanti

(medici) » 3,831,181 Servizio sanitario per tutti gli abitanti

(ostetriche) » 164,121 Accalappiamento e distruzione dei cani. » 174,340 Assegno al farmacista » 234,718 Provvista di ghiaccio e bagni pubblici. » 295,654 Diverse . . . . . . . . * . . . » 570,785

La categoria delle spese obbligatorie ordinarie che riguarda la sicurezza pubblica e la giustizia non domanda c h e una somma di 7 . 9 milioni assorbita per tre milioni e mezzo dalla « quota delle paghe alle guardie di città e casermaggio », e per quasi quattro milioni della spesa per « i giudici concilia-tori, gli uffici giudiziari ed il carcere mandamen-tale ». V a notato c h e nelle spese obbligatorie

stra-ordinarie vi è una categoria collo stesso titolo e che contempla le spese per i nuovi locali e nuovi m o -bili per le sedi giudiziarie e per il carcere manda-mentale ; tale categoria però per tutti i Comuni del regno non domanda c h e una spesa di 61 mila lire. Infine è bene aggiungere che sotto lo stesso titolo vi è una categoria anche nelle spese facoltative la quale importa poco più di un milione e mezzo di spesa e tutta la somma è rivolta, meno poche migliaia di lire che sono tra le « diverse », alle spese per estin-zione di incendi, cioè paghe ai vigili o pompieri, vestiario, corredo e casermaggio ai pompieri stessi, ed acquisto e manutenzione di attrezzi.

Continuando ad esaminare le diverse categorie di ! spese ordinarie obbligatorie incontriamo la categoria

delle opere pubbliche, la quale però si trova anche tra le obbligatorie straordinarie e tra le facoltative ! in queste proporzioni :

Obbligatorie ordinarie. . . L. 11,467,847 » straordinarie . » 6,529,226 Facoltative » 6,026,237 L. 24,023,310 In totale quindi i Comuni nel 1 8 9 5 spendevano 2 4 milioni per opere pubbliche.

Nella parte obbligatoria ordinaria le voci princi-pali si possono riassumere in t r e : 1 ° personale

tecnico (ingegneri assistenti cantonieri e c c . ) le cui paghe e indennità assorbono due e mezzo degli un-dici milioni e mezzo ; 2 " le manutenzioni di strade

piazze comunali o di quei tratti di strade provin-ciali o nazionali c h e attraversano l'abitato, nonché i concorsi per le strade vicinali e ciò Importa la spesa di sette milioni ; 5 ° la manutenzione di opere

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11 aprile 1897 L' E C O N O M I S T A 231

La parie straordinaria obbligatoria si divide nel seguente modo :

Costruzione di strade c o m u n a l i

obbli-gatorie . L . 4 9 8 , 9 5 2 Costruzione di ripari e d argini contro

fiumi e torrenti . . . 4 8 0 , 1 7 3 Concorso p e r l a costruzione di porti,

fari e d altre opere idrauliche . . » 2 4 4 , 2 4 5 Spese p e r altre costruzioni stradali . •» 3 , 3 7 0 , 5 9 0 Opere pubbliche diverse . . . . » 1 , 9 3 5 , 2 6 6 Queste cifre non possono a m e n o di suscitare qualche desiderio di saperne di p i ù ; desiderio c h e per la sobrietà della pubblicazione rimane insoddi-sfatto. E veramente vien fatto di domandarsi c o m e mai i Comuni, molti dei quali, c o m e è noto, n o n ottemperano od ottemperano stentatamente alla p r e -scrizioni di legge p e r le strade comunali obbliga-torie, impieghino in esse appena mezzo milione, mentre consumano b e n tre milioni e d un terzo in altre opere stradali c h e n o n debbono essere natu-ralmente quelle comunali obbligatorie,ma pur figurano tra le spese obbligatorie. S i sa c h e i C o m u n i d e b -bono compiere e mantenere certe opere stradali provinciali e nazionali, m a la sproporzione tra il concorso in queste spese e quello che viene i m p i e -gato nelle strade comunali obbli-gatorie è e n o r m e e dimostra il difello delle leggi c h e mettono di fatto in seconda linea quello c h e d o v r e b b e essere in prima.

Vi sono poi le opere pubbliche facoltative ; si di-vidono c o m e s e g u e :

A l l a r g a m e n t i e miglioramenti di v i e

e piazze L . 2 , 4 9 3 , 5 0 6 Costruzione di opere idrauliche . . » 1 , 2 4 6 , 5 7 9

» di m e r c a t i . . . . » 5 6 5 , 2 8 4 » di c a s e r m e e diverse . » 1 , 7 2 0 , 8 6 8 Quasi la metà della spesa di questa categoria è impiegata nella voce allargamenti e miglioramenti di vie e di piazze, c h e c o m p r e n d e è vero in q u a l -che caso un vero progresso igienico per alcuni luoghi, ma c h e in altri nasconde quelle spese ingiustificate che costituiscono u n o sperpero dei denari dei c o n -tribuenti, ai quali poi si lesinano servizi b e n più urgenti ed importanti.

V e n i a m o alla importante categoria della pubblica istruzione. Nelle spese obbligatorie ordinarie figura per 5 6 m i l i o n i ; in quelle straordinarie p e r 5 m i -lióni, ed in quelle facoltative p e r 1 4 milioni.

I cinquantasei milioni c h e i C o m u n i del R e g n o spendono obbligatoriamente ed in via ordinaria p e r la istruzione sono assorbiti p e r la più grossa c i

-fra degli stipendi ai maestri e m a e s t r e ' c h e som-m a n o a 4 1 . 7 som-milioni ; cioè ogni c o som-m u n e in som-media spende poco più di cinquemila lire p e r stipendiare i maestri ; od anche c h e ad ogni abitante l ' i s t r u -zione elementare costa di stipendio ai maestri e maestre poco più L . 1 . 3 3 l'anno, la qua! s o m m a a dir vero n o n si p u ò dire eccessiva ; anzi dimostra forse c h e la legge sulla istruzione obbligatoria n o n è osservata e c h e g l i insegnanti sono retribuiti in modo non del tutto sufficiente. L e altre spese della categoria si suddividono così :

S a l a r i ai bidelli ed inservienti . . . L . 1,774,633 Soprassoldi, supplenze eco » 8 0 0 , 1 8 8 Contributo, di monete delle pensioni per

i maestri elementari > 2 , 5 6 0 , 2 4 2

P i g i o n e dei locali ed a r r e d a m e n t o delle

scuole L . 5,604,931 G i n n a s t i c a (stipendi, attrezzi, locali) . » 169,950 Scuole normali » 3 4 8 , 3 5 9 Scuole secondarie classiche. . . . . » 783,127 Scuole tecniche ed I s t i t u t i tecnici . . » 1,852,580 Diverse » 5 8 2 , 9 3 8

Dei cinque milioni di spese obbligatorie straordi-narie por la pubblica istruzione, quasi quattro sono impiegati nella costruzione d e i locali ; più di mezzo milione nel loro arredamento, e d il r i m a n e n t e , c h e non è gran somma, va diviso colla ginnastica, le scuole comunali, le classiche e le tecniche e infine le spese diverse c h e ascendono a quasi 2 0 0 mila lire.

P i ù particolareggiata è la divisione delle spese facoltative, sebbene n o n ascendano c h e a 6 milioni e mezzo. All'infuori adunque delle disposizioni della legge poiché siamo nelle spese facoltative, i Comuni consacrano 2 milioni alla istruzione classica, 2 '/i a quella tecnica (scuole ed istituti), mezzo milione per quella normale, quattro milioni p e r borse di studio, concorsi alle scuole agrarie, industriali, c o m merciali, professionali e musicali, p e r musei,! b i -blioteche, pinacoteche e c c . e p e r altri concorsi ; spendono infine quasi 8 0 0 mila lire per penne, libri e carta e c c . agli alunni poveri.

(Continua)

Rivista Bibliografica

Prof. S- Cognetti de Martiis. — I due problemi della politica commerciale. - Saggio - Parte prima. —

T o r i n o , U n i o n e tip.-editrice, 1896.

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negli altri 5 capitoli della sua dotta monografia la la esposizione del sistema c o m m e r c i a l e veneto. C i riserviamo di ritornare su questo studio quando sarà uscita anche la seconda parte, nella quale il prof. Cognetti si propone di studiare gli organismi c o m m e r c i a l i viventi e di esaminare gli effetti del liberismo e del protezionismo nei paesi) meglio adatti per la speciale determinazione tipica c h e i n essi 1' uno o l'altro sistema presenta.

J. L. de Lanessan. - Principes de colonisation. - Paris, Alian, 1897, pag. v-283.

In questo libro il de L a n e s s a n , che fu governatore d e l l ' I n d o C i n a , espone e risolve i problemi così c o m -plessi sollevali dalla eolonizzaziene moderna. L e prime migrazioni degli uomini attraverso il mondo, f espan-sione delle razze europee al di là dei mari, la sostitu-zione delle razze coi meticci, la colonizzasostitu-zione mediante la propaganda religiosa, la condotta da seguire verso gl'indigeni, le autorità locali, i coloni la difesa militare e marittima delle colonie, i poteri dei g o v e r n a -tori, e cento altre questioni sono passate in rassegna in questo libro. E s s o non è il frutto di studi compiuti sulla letteratura coloniale dei vari paesi, m a è il risultato di osservazioni dirette, proprie, di fatti studiati nelle co-lonie, e per questo suo carattere presenta u n interesse pratico indiscutibile. Certo, il titolo di « Principi di colonizzazione » n o n corrisponde al contenuto del libro, p e r c h è l ' A u t o r e non considera c h e le colonie francesi e da u n punto di vista direbbesi p i ù a m -ministrativo e politico, c h e e c o n o m i c o ; di più, egli non attinge, il più spesso, c h e all' esperienza sua personale, la quale può, talvolta, non essere In fonte migliore p e r r i c e r c a r e i principi generali sulla colo-nizzazione; tuttavia questo libro merita p i ù di altri, c h e sono semplici compilazioni, lo studio attento di chi vuol conoscere la pratica della colonizzazione. Paul Magniti. - Étude sur lapublicité des transmissicms

de droits immobiliers et les livree fondere. - Paris, Arthur Rousseau, editore, 1896, pag. 500 (fr. 8). L ' a r g o m e n t o trattalo i n questo libro non è nuovo, m a sebbene sia ora m e n o discusso è s e m p r e di molto interesse. Dopo la g r a n d e inchiesta del 1 8 4 1 le q u e -stioni c h e si connettono alla pubblicità delle trasmis-sioni immobiliari n o n avevano mai sollevato u n mo-v i m e n t o nella opinione pubblica pari a quello c h e si è manifestato n e l corso degli ultimi dieci anni. Il sistema T o r r e n s , le leggi g e r m a n i c h e sulla m a -teria f o r m a r o n o oggetto di studi e di r i c e r c h e pro-fonde e giudiziose, m a oggi l'interesse attribuito al p r o b l e m a fondiario s e m b r a essere diminuito sebbene una C o m m i s s i o n e e x t r a - p a r l a m e n t a r e del catasto abbia riconosciuto i n F r a n c i a la necessità di varie r i f o r m e nel r e g i m e della trasmissione dei diritti i m -mobiliari.

L ' A u t o r e , nella prima parte, si occupa appunto della necessità della r i f o r m a , la quale e m e r g e s p e -cialmente dalla critica ch'egli fa del sistema francese ; nella seconda parte fa u n o studio riassuntivo delle principali legislazioni estere, alle quali gli autori dei progetti sui libri fondiari h a n n o più d'una volta chiesto utili informazioni e n o n v'ha dubbio c h e la c o -noscenza del diritto comparato è q u i d ' una grande importanza p e r c o r r e g g e r e i difetti o c o l m a r e le l a c u n e della legge francese. Nella terza e ultima parte del s u o libro il Magnin esamina i progetti di

Libri fondiari, n e ricerca le conseguenze giuridiche e i mezzi necessari per renderne praticabile l'adozione. L ' A u t o r e crede c h e questo sistema sia il migliore e c h e la questione del credito immobiliare e d agri-colo farà u n passo decisivo il giorno in cui la F r a n c i a avrà quella istituzione. Il libro del Magnin merita d'essere consultato da c h i si occupa di questa materia.

8. d'Avenel. — Le mécanisme de la vie moderne. — Seconda serie. — Paris, Colin, 1897, pag. 341

(4 franchi).

Il visconte d'Avenel proseguendo i suoi studi sulle varie manifestazioni della vita moderna ha raccolto in questo v o l u m e c i n q u e monografie intorno alla carta, alla illuminazione, alle compagnie di naviga-zione, alla seta ed alle assicurazioni sulla vita. C o m e nel precedente volume, nel quale l'Autore si è o c -cupato dei magazzini di novità, della industria del ferro, dei magazzini d ' alimentazione, degli stabili-menti di credilo e della lavorazione dei vini, così in questo si hanno molte utili nozioni e molte istruttive iuformazioni esposte in forma brillante, attraente s e m p r e di una rara chiarezza. Dei c i n q u e capitoli che c o m p o n g o n o questa seconda serie non si saprebbe dire quale sia il più interessante, perchè i n ciascuno si trovano pagine c h e si leggono c o n lo stesso i n -teresse di u n romanzo ; tuttavia a noi pare c h e i due studi sulla illuminazione e sulle assicurazioni siano tra i migliori.

R a c c o m a n d a r e la lettura di questo libro a c h i vuol conoscere la vita moderna nelle sue istituzioni nelle sue produzioni e nei suoi consumi è superfluo p e r c h è ormai il d'Avenel si è conquistata la fama di scrittore c h e sa trattare artisticamente gli a r g o -menti a primo aspetto più aridi. U n a terza serie di studi sul m e c c a n i s m o della vita moderna n o n potrà tardare molto, perchè certo l'Autore v o r r à parlare a n c h e di altri aspetti della vita moderna c o m e delle strade ferrate, del cotone, della lana, del ciclismo, e c . Dr. Friedrich Lohmann. — Vauban, seine Stellung

in-der Geschichte in-der Nationaloekonomie und seine Beformplan. — Leipzig, Dnncker et Humblot, pag. 172.

V a u b a n e Boisguillebert furono d u e precursori dalla scuola fisiocratica ; mentre però al secondo v e n n e r o consacrate p a r e c c h e monografie ( H o r n , C a det, Colin, S k a r z y n s k i ) al V a u b a n fu dedicato s o l -tanto u n o studio dai sigg. G . Michel e A. Liesse ( P a r i s , 1 8 9 1 ) c h e al d r . L o h m a n n non pare in tutto soddisfacente. Pertanto egli si è proposto di colmare la lacuna e in u n a monografia indubbiamente di interesse storico e dogmatico, egli dapprima d e t e r -mina la posizione del V a u b a n nella storia della economia politica e poscia studia nelle s u e varie parti il piano di riforma c h e il V a u b a n ha espo-sto nella Dirne rogale. Circa al primo punto i l dr. L o h m a n n crede di aver provato c h e V a u b a n non fu avversario del m e r c a n t i l i s m o e seguace della economia liberale ; quanto al suo piano di riforma, esso ha carattere amministrativo e finanziario, piuttosto c h è e c o n o m i c o e anziché ispirarsi a principi g e n e -rali tende a migliorare l e condizioni di fatto in c u i si trovava la F r a n c i a , nei riguardi appunto della finanza e dell'amministrazione.

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11 aprile 1897 2 3 3

di corre gere alcune idee inesatte intorno ai meriti reali del V a u b a u e ci pare c h e egli sia riuscito nel suo intento.

G. de Molinari. — La virìculture. — Paris, Guillau-m e , 1897, pag. 253 (3 fr. 50).

Al principio di questo secolo - scrive l'Autore - si era preoccupati del pericolo di u n eccessivo aumento della popolazione e si c e r c a v a n o i mezzi p e r mode-rarla. Oggigiorno il rallentamento della natalità, particolarmente in F r a n c i a , ha suscitato il timore o p -posto e si è alla ricerea dei mezzi di a u m e n t a r e il il n u m e r o dei matrimoni e di renderli più f e c o n -di. C o m e di solito è al governo c h e c i si rivolge per raggiungere questo scopo patriottico; gli si d o -manda di scoraggiare il c e l i b a t o , d ' i n c o r a g g i a r e non solo il matrimonio, m a anche la fecondità p e r mezzo delle leggi fiscali, quantunque l ' e s p e r i e n z a abbia dimostrato più volte l'inefficacia incurabile di tal sorta di leggi. Noi crediamo p e r parte nostra, così conclude l'Autore la sua prefazione, c h e la l i -bertà basta a risolvere il problema della popolazione c o m e tutti gli altri, alla condizione tuttavia d'essere illuminato dalla scienza. Quale luce rechi la scienza alla soluzione di questo problema, c o m e si pone pre-sentemente, ecco c i ò che il de Molinari si è proposto di r i c e r c a r e n e l suo studio sulla Viricultura.

Il p r o g r a m m a di questo studio comprende, secondo l'Autore, 1 . ° la ricerca dei mezzi di equilibrare sotto il regime di libertà della riproduzione, la popola-zione col suo sbocco, 2 . " la ricerca dei rimedi da opporre alla degenerazione della popolazione e dei mezzi p e r migliorarne la qualità e 3 . " la ricerca dei mezzi p e r sopprimere o ridurre n e i limiti del pos-sibile la prostituzione.

L o scopo del libro però n o n appare b e n chiaro, n è il s u o contenuto aggiunge qualche cosa di valore alla già copiosissima letteratura sulla questione della popolazione. Interessanti sono invece le n u m e r o s e note date dall' Autore in appendice ; esse formano più di u n terzo del v o l u m e e trattano di vari argo-menti attinenti al t e m a della popolazione.

Rivista Economica

Il militarismo italiano — Tariffe di esportazione — / nuovi dazi doganali agli Stati Uniti sui prodotti italiani.

I l militarismo italiano. — G u g l i e l m o F e r r e r ò , l'acuto studioso dei fatti sociali, ha tenuto a Milano alcune conferenze sulla storia della civiltà militari e in una di esse si è occupato del militarismo italiano. P e r I' interesse c h e presenta 1' a r g o m e n t o n e diamo u n sunto abbastanza largo. S e n o n in tutto, certo in molte delle considerazioni esposte dal valente socio-logo bisogna proprio convenire.

Dopo aver detto c h e il militarismo italiano p r e -senta u n a delle più curiose esperienze storiche di questo secolo, l'oratore promette c h e nella trattazione del delicatissimo argomento, sarà altrettanto m o d e -rato nella forma, quanto franco nella sostanza.

Comincia confutando l'asserzione, fatta poche set-timane or sono in u n a conferenza a Milano dal se-natore Faldella, c h e il P i e m o n t e sia s e m p r e stato italiano. P r i m a del 4 8 esso f u u n a miniatura della

F r a n c i a ; la lingua italiana non v i e r a adottata nò nella conversazione n è nella c o r r i s p o n d e n z a ; u n viag-gio a Milano si chiamava un viagviag-gio in Italia ; le reclute c h e dovevano varcare il T i c i n o dicevano di partire p e r l ' I t a l i a ; n è manca oggi ancora qualche v e c c h i o c h e fra Piemonte e Italia fa distinzione. Solo dopo il 4 8 le classi dirigenti si convertirono all'ita-lianismo e divennero campioni d e l l ' i d e a n a z i o n a l e ; ma la vita del Piemonte rimase essenzialmente francese. Esso volle conquistare gli Stati italiani e a p -plicar loro il cesarismo napoleonico; d ' o n d e la contradizione c h e l'Italia n o n fu più governata da istituzioni veramente nazionali da quando cessò il dominio straniero.

D u e cause ebbe la rivoluzione : u n m o v i m e n t o ideale di pensieri e di sentimenti, ed uno materiale di interessi economici. Tutti sanno quale fosse il primo, mentre la spiegazione del secondo costituisce un problema difficilissimo. Certo, però, una delle cause principali di questo movimento materiale fu la creazione di u n a vasta burocrazia all'uso napo-leonico, c h e oppose u n ' a r g i n e al ristagno esistente nell'esercizio delle professioni liberali. S i formò così una nuova borghesia c h e divenne il centro della nuova vita italiana ; e il nuovo sistema costituì dopo il 6 0 la fortuna delle classi medie.

Ciò fece s ì che il nostro parlamento, in apparenza simile a quello inglese, somigli invece, i n realtà, a quello francese, perchè ha d u e caratteri essenziali, c h e nel parlamento inglese m a n c a n o : l ' i n g e r e n z a del G o v e r n o nelle elezioni e la mobilità e il fraziona-mento dei partiti.

V e n i a m o al militarismo. S i volle c r e a r e u n f o r -midabile esercito e una potente marina p e r fare dell' Italia una potenza di primo ordine, senza badare a spese, e a ciò si fu condotti dall'idea dell'antica grandezza, dalla necessità di vincere con un potente mezzo di coercizione le riluttanze, gravissime s p e -cialmente nel mezzogiorno, contro il nuovo ordine di cose, e dal bisogno di aprire una carriera nuova alle classi medie, n o n solo coi posti d' ufficiali, ma con tutte le forniture di cui u n esercito abbisogna.

Questo esercito doveva esser mantentenuto, e non si poteva mantenerlo c o m e nelle antiche società mi-litari con la forza; le classi dirigenti c e r c a r o n o quindi dopo il 1 8 6 0 di stabilire quella base di sentimenti di pregiudizi e di passioni c h e esiste in F r a n c i a . Vi r i u s c i r o n o ? È lecito in gran parte negarlo. C e r -chiamo le ragioni dell'insuccesso.

La prima fu il contrasto di quei sentimenti e di quei pregiudizi c o n le antiche tradizioni italiane de-mocratiche, basate su quel sentimento di giustizia internazionale, c h e oggi si rivela profondo nella no-stra simpatia pei cretesi.

L e guerre napoleoniche, v e r e g u e r r e di pura conquista, poterono suscitare nel popolo francese un sentimento contrario - quelle pel risorgimento n o n lo poterono tra n o i , perchè erano a base di giustizia internazionale.

Questa virtù originale del nostro militarismo lo ha indebolito; le classi istruite n o n si sono mai i m b e v u t e di questi spiriti militari.

Ciò dimostrò chiaramente la guerra d'Abissinia, eccitata da foschi interessi, m a creazione del m i l L tarismo, al quale occorreva trovar lavoro p e r gli ufficiali disoccupati.

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al tragico, il paese non si senti più la forza di aiutare il governo in una via per cui sentiva una repu-gnanza, che solo la vittoria avrebbe, forse, potuto vincere. In Francia la sconfitta avrebbe invece r i -svegliato lo spirilo bellicoso del popolo.

Un'altra ragione è la mancanza che noi abbiamo di glorie militari ricche e numerose. In Francia, ogni famiglia ha tradizioni di gloria militare: i nonni combatterono con Napoleone I, i babbi e gli zìi in Crimea, in Italia, nel Messico, o contro i prussiani. L ' unità italiana fu fatta, invece, più per maneggi diplomatici che con le guerre. Di queste la sola c h e poteva esser grande — quella del 5 9 - fu troncata, le altre - compresa quella del 6 6 - servirono piut-tosto a mascherare intrighi diplomatici.

Per fondare il militarismo occorrono nel popolo dosi sufficienti di violenza e di crudeltà, che a noi mancano, e che Francia possiede, come lo dimostrò nella guerra del 1 8 7 0 in tulli gli avvenimenti che seguirono Sódan. Noi abbiamo, per ammetter la creazioue di certi sistemi, troppa ragionevolezza e troppa bontà, entrambe dovute forse a un certo scet-ticismo, ma che ci fanno preferire un atto ragione-vole ad una follìa crudele. Commettemmo errori, cominciammo follie, ma queste troncammo a metà.

Una terza ragione contro il successo del milita-rismo deriva dalle condizioni economiche. L e spese di guerra e del mantenimento dell' esercito hanno portato un disagio generale. In Francia son talora malcontenti gl'individui, non mai i gruppi, e ciò è anche dovuto al malthusianismo delle classi medie; ma da noi gl' impiegati non seguirono Malthus, pro-crearono molti figli che prepararono per gl' impieghi e c h e lo Stato assunse finché ne ebbe i mezzi ; ma d a l l ' 8 5 in poi fu necessario limitare i quadri e allora cominciò la crisi del proletariato intellettuale e il trionfo presso i giovani di qualsiasi teoria antimi-litarista.

Chi amasse far la storia simbolica potrebbe veder riassunto questo movimento nella conversione di Edmondo De Amicis che lino a l l ' 8 5 fu il più po-polare scrittore per la propaganda militarista e di-venne socialista poi.

Il militarismo italiano ha oggi due basi : l ' i n t e -resse e le istituzioni monarchiche c h e ci reggono, basi poco solide, perchè tutto in oggi è precario. Esso si sfascerebbe se la monarchia cessasse, mentre resiste in Francia ai cambiamenti di governo.

Esso è da noi un frutto che avvizzisce prima di maturare — un albero le c a i fronde ingialliscono prima di dar fiori e frutti. Molti — specie i guer-rafondai — se ne dolgono ; noi no. Dov'esso è ri-goglioso, arresta e sperpera ogni impulso sociale ; rallegriamoci c h e tale non sia fra noi : l'Italia ha ben altri bisogni.

La gioventù italiana — che pure studia poco — si appassiona all'economia politica e alla statistica: e i vecchi perciò la dicono materialista. Ma quella smania è l'indice di un grande bisogno sociale dell'Italia, da cui dipende il suo avvenire. Da noi r e -gna u n grande squilibrio fra lo sviluppo intellettuale e quello economico. L'Italia è il paese più avanzato intellettualmente in Europa, quello almeno dove lo sviluppo intellettuale trova meno ostacoli; se il po-polo non è istruito è perchè non si trovò — o non si volle trovare — un metodo razionale di istruirlo; ma la sua vivace intelligenza darebbe certo buoni frutti. Eppure siamo in condizioni quasi barbariche

di progresso economico: il nostro aratro è ancora quello delle Georgiche, la nostra industria è quella patriarcale,, lo stesso nostro governo è a struttura barbarica! Perciò siamo divenuti i fornitori del pro-letariato più umile di tutto il mondo; perciò la no-stra stessa borghesia è bigotta e paurosa come poche ce ne sono.

l a produzione dell'intelligenza italiana è prodi-giosa collo sperpero c h e se ne f a ; all'estero dove i frutti dell'ingegno trovan giusto compenso ci ri-guardano come tanti Diogeni : la differenza è che il filosofo greco slava nella botte per suo piacimento, mentre noi ci stiamo per forza.

La piccola proprietà agonizza e la grande indu-stria agricola non è in grado disostituirla ; l'indu-stria privata muore e la grande stenta a vivere. E di tutto ciò e causa lo sperpero della ricchezza, di cui il militarismo non è la sola, ma certo la causa precipua. L a rivoluzione italiana, bella e buona sotto tanti aspetti, fu economicamente un vero disastro. S e il Machiavelli, del quale si vuole oggi da al-cuni fare un segretario di Francesco Crispi, venisse al mio posto — dice il conferenziere — egli di-rebbe che uno stato militare in Italia era buono tre secoli fa : ora è troppo tardi ; ciò c h e a noi manca non sono le glorie militari, ciò che ci minaccia non sono i nemici esteriori; il nostro pericolo sta nella crisi interna, c h e per ogni stato è sempre il peri colo maggiore.

La generazione giovane poco si commosse alla disfatta di Adua e Carducci la stigmatizzò. Egli fu ingiusto e non ne capì la missione. Essa ha la co-scienza di essere una generazione disgraziata, la cui missione è l'espiazione di colpe commesse prima di lei ; essa sa di dover pagare un largo tributo di do-lore, e ciò c h e in quella sconfitta più la toccò f a il sacrificio — per quanto piccolo — di sangue.

Essa vi trovò ingiustificata la morte di 5 0 0 0 gio-vani, che volevano vivere ancora e servire a più nobili cause

T a r i f f e di e s p o r t a z i o n e . — L a Camera di Com-mercio italiana di Parigi, praticamente persuasa che le tariffe ferroviarie d'esportazione hanno una gran-dissima influenza sui commerci locali delle singole nazioni, ha presentato di questi giorni al Ministero italiano dei lavori pubblici una particolareggiata re-lazione sui traffici d'esportazione, interessandolo a studiare la cosa nella sua applicabilità ai commerci ed alle Tariffe ferroviarie italiane.

La relazione aggiunge che tutte le merci in Francia in destinazione dell'estero, godono di un eccezionale ribasso tanto per le spedizioni a vagone completo, quanto per quelle senza condizioni di peso.

A tale proposito cita I' esempio delle merci che s p e d i t e l a Parigi a Modane pagano L . 9 8 per tonnel-lata, mentre che le merci stesse, spedile ad una loca-lità estera, pagherebbero soltanto L . 4 4 per tonnellata.

Partendo da questo principio la Camera di Com-mercio italiana a Parigi raccomanda vivarnenie c h e anche in Italia si adotti u n tale sistema, il quale favorirebbe grandemente l'esportazione italiana per l'America Centrale, l'America del Nord, l'Africa l'Asia e l'Oceania.

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11 aprile 1897 L' E C O N O M I S T A 235

Il Ministero ha fatto, p e r parte s u a , buon viso alla proposta, e sappiamo poi c h e l ' h a comunicata alla ferrovie italiane affinchè la prendano in esame ed esprimano quindi il loro parere al riguardo.

I nuovi dazi doganali agli S t a t i Uniti sui pro-dotti italiani. — Da alcuni prospetti desumiamo notizie concrete sui nuovi aumenti di dazio di v e -rosimile prossima applicazione agli Stati Uniti. P e r economia di spazio riproduciamo solo i dati, c o n -cernenti le voci, c h e possono interessare l ' I t a l i a .

E r a n o esenti nella tariffa del 1 8 9 4 e d ora p a g h e r a n n o le voci seguenti, a c u i segue, fra p a r e n -tesi, l'indicazione del dazio proposto:

T a r t a r o greggio (soldi 1 1 / 2 p e r libbra) - O c r e (1/4 di soldo p e r libbra) - Occhiali, e c c . (da 2 5 a 4 0 soldi p e r dozzina, più 2 0 p e r cento ad valorem - L a n e greggie (soldi 1 1 p e r libbra se di prima classe, 1 2 id. di seconda e da 3 2 a 5 0 p e r cento ad valorem s e di terza) - C a s c a m i di lana (soldi 3 0 per libbra) - S t r a c c i di lana (soldi 1 0 p e r libbra) - Libri, incisioni ( 2 5 p e r cento ad valorem) - Og-getti di arte ( 2 5 p e r cento ad valorem).

S u l l e seguenti voci la nuova tariffa D i n g l e y r i -stabilisce ed aggrava i dazi del bill Mae-Kinley del 4 8 9 0 : Porcellane (da 5 5 a 6 0 per cento ad valorem) - B u r r o (soldi 6 la libbra) - F o r m a g g i o (soldi 6 la libbra) - L e g u m i i n conserva, oltre i piselli, ( 4 0 p e r cento ad valorem) - Gognacs (dollari 2 1/2 per gallone) - Liquori 2 1 / 2 p e r gallone) - Vini in fusto (soldi 6 0 p e r gallone) - Vini in casse (dol-lari 2 p e r cassa da bottiglie 1 2 ) .

Altre voci n o n contemplate nel bill M a c - K i n l e y su cui si aggraverà la m a n o : Olio d'oliva (soldi 5 0 p e r gallone) - S a p o n e (soldi 1 1/4 p e r libbra) - S a p o n e profumato (soldi 1 5 p e r libbra) - Profu-meria, acqua da toeletta (soldi 6 0 p e r libbra più 4 5 p e r cento ad valorem - Mobili ( 3 5 p e r cento ad valorem) - Cotonerie ( 5 0 per cento ad valorem) - L a v o r i di lino o canape ( 6 9 per cento ad valorem) - Seta parzialmente lavorata (?) (soldi 4 0 per libbra) - Seta lavorata, torta, e e c . (da soldi 2 0 a 6 0 p e r libbra, più 1 5 p e r cento ad valorem) - Velluto seta (dollari 1 1/2 p e r libbra, più 1 5 p e r cento ad va-lorem) - Seterie in pezza ( d a soldi 5 0 a dollari 5 per libbra - Fazzoletti di seta (da 5 0 a 6 0 p e r cento ad valorem - Nastri e cordoni di seta ( 5 0 per cento ad valorem) - Pizzi di seta ( 6 0 p e r cento ad valorem) - Spazzole ( 4 0 p e r cento ad valorem)

- Guanti p e r donna e fanciulli (secondo le diverse classi della tariffa: la classe da dollari 1 . 7 5 a 2 , 7 5

per dozzine di paia, 2a da 2 , 5 0 a 4 , 5 0 id. id., 3ad a

3 a 4 id. i d . , 4a da 2 , 5 0 a 3 id. id., 5a da 3 a

4 , 7 5 id. id.) - Bijouteria ( 5 0 per cento ad valorem). Ricordiamo c h e la libbra inglese in uso agli Stali Uniti vale g r . 4 5 3 circa.

Il gallone agli Stati Uniti equivale a litri 3 , 7 8 5 . È l'antico wine galloni, n o n l'attuale gallone i m -periale inglese.

L'emigrazione italiana nel 1896

L a Gazzetta Ufficiale ha pubblicato i dati stati-stici relativi alla nostra e m i g r a z i o n e durante l'anno scorso.

E c c o il confronto fra gli ultimi d u e anni :

Temporanea Permanente Totale

189 5 123,668 16ffi513 293,181 189 6 123,798 182,295 306,093 Differenza + 130 + 12,782 -j- 12,913 E c c o il movimento della emigrazione nell'ultimo decennio p e r uu opportuno confronto :

Permanente Temporanea Totale

1887 127,748 87,917 215,665 1888... 195,993 94,743 290,736 188 9 113,093 105,319 218,412 189 0 104,733 112,511 217,244 189 1 175,520 118,111 293,631 189 2 107,369 116,298 223,667 189 3 124,312 122,439 246,751 189 4 105,455 119,868 225,323 189 5 169,513 123,668 293,181 189 6 182,295 123,798 306,093 Il complesso dell'emigrazione si mantiene dal più al meno costante, nonostante l'aumento progressivo della popolazione.

L e differenze sono segnate dall'emigrazione t e m -poranea elle, naturalmente, segue le vicende della domanda di lavoro all' estero.

T e n e n d o conto della emigrazione totale (tanto permanente , e h e temporanea) ecco c o m e si divide pei d u e ultimi anni fra le varie regioni :

1895 1896 Diff. nel 1896 Piemonte. 25,826 22,599 — 3,227 Liguria... 4,073 4,737 - f 664 Lombardia 20,468 22,319 + 1,851 V e n e t o . . . 112,825 100,202 — 12,623 Emilia.... 13,454 14,634 -f- 1, 180 Toscana.. 14,373 13,139 — 1,234 Marche... 5,878 11,423 + 5,545 Umbria... 335 702 -j- 367 Lazio . . . . 314 867 + 553 Abruzzi . . 17,760 20, 587 + 2,827 Campania. 32,097 41,208 + 9,111 Puglie.... 5,503 5,806 + 303 Basilicata. 10,440 10,963 + 523 Calabria.. 18,378 18,965 + 587 S i c i l i a . . . . 11,307 15,432 -+- 4,125 Sardegna. 150 2,510 -j- 4,360 Regno.... 293,181 306,093 + 12,912 È notevole l'aumento della emigrazione dalle isole e più specialmente dalla S a r d e g n a , dove finora p o -teva considerarsi quasi nulla. I l maggiore contingente è dato alla emigrazione transatlantica. Degna di nota è pure la diminuzione verificatasi nel V e n e t o , do-v u t a però esclusido-vamente al m i n o r esodo temporaneo di operai c h e si recano p e r lavoro nei paesi d ' E u -ropa. L'emigrazione transatlantica i n v e c e si mantiene pressoché invariata.

(12)

Germania 11896) L. 32,125 Svezia (1895) » 12,708 Norvegia (1895) » 6,207 Russia (1896) » 32,127 Danimarca (1895) »' 3,607 Gran Brettagna (1895). . . . 185,181 Dai dati finora appurati risulta che nel 1 8 9 5 e nel 1 8 9 6 gli emigranti italiani oltre Oceano, si di-ressero specialmente ai seguenti paesi d e l l ' A m e r i c a :

1 8 9 5 1 8 9 6

Stati Uniti 44,003 68,060 Argentina 41,203 75,204 Uruguay 3,557 manca Brasile 97,344 manca Come si vede, nel 1 8 9 5 il paese preferito dai nostri emigranti fu il Brasile, e c ' è ragione di ri-tenere c h e anche nel 1 8 9 6 la corrente migratoria verso quel paese sia stala considerevolissima.

Merita di essere pure notalo il forte aumento verificatosi nel numero degli emigranti italiani sbar-cati all'Argentina e nell'America del Nord.

Il commercio e le ferrovie nella Svizzera nel 18%

L'ufficio di statistica commerciale al dipartimento delle finanze ha pubblicato un quadro provvisorio del commercio speciale della Svizzera nel 1 8 9 6 . Du-rante gli ultimi due anni le importazioni nella Sviz-zera aumentarono rapidamente, raggiungendo 9 1 5 mi-lioni di fr. nel 1 8 9 5 e 9 9 3 mimi-lioni nel 1 8 9 6 . Dal 1 8 9 0 al 1 8 9 4 esse diminuirono di 9 3 3 milioni a 8 3 2 . L e esportazioni della Svizzera aumentarono egualmente, ma in più deboli proporzioni giacché esse rappresenta-rono un valore di 6 6 3 milioni nel 1 8 9 5 , e si elevarappresenta-rono a 6 8 8 nel 1 8 9 6 cioè a dire inferiori di 1 5 milioni alla cifra di 7 0 3 milioni, che esse avevano raggiunto nel 1 8 9 0 la migliore annata per le esportazioni sviz-zere negli ultimi 1 0 anni.

Da queste cifre resulta che la bilancia commer-ciale è sfavorevole per la Svizzera di circa 3 0 0 milioni.

F r a le importazioni tengono il primo posto i com-mestibili che vi entrarono nel 1 8 9 6 per la somma di 2 3 0 milioni di fr, contro 1 9 9 nel 1 8 9 5 e i vini, la birra e gli alcools in fusti di cui le cifre sono respettivamente di 3 7 milioni e mezzo di fr. nel 1 8 9 6 contro 3 4 l/« nel 1 8 9 5 .

Gli oggetti di alimentazione contribuiscono al to-tale delle esportazioni per 7 9 milioni e mezzo, di cui i formaggi rappresentano 3 8 milioni e il latte condensato e sterilizzato per 1 8 milioni di fr.

Dopo i commestibili fra i principali oggetti di im-portazione e di esim-portazione per la Svizzera vengono la seta, cioè 1 2 7 milioni di fr. all'importazione e 2 0 0 milioni all'esportazione; il cotone respettivamente 6 5 e 3 5 milioni ; la lana 5 5 e 1 8 milioni ; le mac-chine 2 7 e 3 0 milioni e mezzo ; i metalli preziosi 4 7 e 1 2 milioni; le confezioni 2 3 '/, e 9 '/, milioni; i cuoi e le calzature 21 e 8 milioni. L ' orologeria figura quasi esclusivamente alla esportazione. Nel 1 8 9 6 la Svizzera Ita venduto all'estero per 9 5 mi-lioni di fr, di orologi e di mostre fini contro 8 5 milioni nel 1 8 9 5 e ' p e r 6 milioni di pezzi staccati. Quanto alle ferrovie il messaggio del Consiglio federale distribuito il 2 6 , m a r z o p. p. all'Assemblea

federale contiene alcuni ragguagli intorno al riscatto delle medesime. Dopo aver fatto l'esposizione storica dei motivi che rendono necessaria la nazionalizza-zione delle ferrovie, scende a calcolare le indennità che dovranno pagare al 1° maggio 1 9 0 3 ( 1 9 0 9 per il Goliardo) sulla base delle concessioni delle 5 grandi compagnie: Genova-Sempione ; N o r d - E s t ; Centrale, Unione Svizzera e Gottardo, indennità che vengono calcolate nell'insieme a fr. 9 6 4 , 3 8 4 , 7 6 9 . Il Consiglio federale opina c h e sia necessaria una re-visione della costituzione, ma lascia impregiudicata la questione dei mezzi cioè se con prestiti ordinari, o con emissione di titoli di rendila. Il limite dell'am-mortamento completo del debito delle ferrovie è stabilito per il 1 9 6 0 .

CRONACA DELLE CAMERE D! COMMERCIO

Camera di Commercio di Cosenza. — Nella se-duta ultimamente tenuta il Presidente della Camera comunicò alla stessa che il Ministero del commercio re-stituì a quella Camera il bilancio preventivo del 1 8 9 7 , facendo notare che lo stanziamelo di L . 5 0 0 a favore delle Borse di pratica commerciale all'estero, non po-teva essere vincolato dalla condizione di farne usu-fruire un giovane di quella provincia, trattandosi di una istituzione nazionale che si raccomanda al con-corso di tutte le Camere di commercio del Regno, onde invitava la Camera a togliere siffatta condi-zione. Oltre a ciò domandava alcuni schiarimenti intorno ad altri stanziamenti, che verranno dati dal-l'ufficio di Presidenza. L a Camera avendo rilevato che le considerazioni del Ministero erano da acco-gliersi, deliberava di togliere la condizione sopra espressa e di fornire al Ministero i chiesti schiari-menti.

Il voto diretto al Ministero per ottenere i biglietti di andata e ritorno fra Cosenza-Bari e Città delle Puglie avendo avuto esito negativo, il Cons. Gallo pregò il Presidente di insistervi. Il Cons. Castrioto tolse occasione dalla richiesta del Cons. Gallo per raccomandare di ripetere nuove istanze circa i bi-glietti di andata e ritorno fra Cosenza e Roma e Cosenza e Catanzaro. La Camera si associò ad am-bedue le raccomandazioni.

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