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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.24 (1897) n.1231, 5 dicembre

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(1)

L’ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SC IEN ZA ECONOMICA, F IN A N Z A , COMMERCIO, BA N CH I, F E R R O V IE , IN T E R E S SI P R IV A T I

Anno XXIV - Voi. XXV11I

Domenica 5 Dicembre 1897

N. 1281

LA FINANZA DELLO STATO

L ’ esposizion e finanziaria, della qu ale diam o più

avanti il testo, ha fatto gen era lm en te buona im p res­

sion e e v era m en te lo m erita per più m otivi ; cio è

non soltanto per q u e lle parti ch e son o costatazioni

di fatti abbastanza tranquillanti, ma a n ch e per le

p rop oste, le quali potranno essere a su o tem po di­

scu sse, ma in co m p le sso m eritan o la più ben evola

attenzione.

La costatazione dei fatti è tranquillante, abbiam o

detto, p erch è il M inistro ha potuto dim ostrare con

m olta chiarezza e ten en do con to a n ch e di alcune

partite per lo passato trascurate, ch e il bila ncio si

re g g e in eq u ilib rio senza b isogn o di n u ov e e con om ie

e senza b iso g n o di n u o v e entrate. E ra n o p arecch i

anni ch e un sim ile eq u ilib rio non era stato an n u n ­

ziato alla C am era, ed al p a e s e ; e se p u ò sem brare

n on co n fo rm e alla im portanza e grandezza delle cifre

com p lessiv e ch e 1’ on . Luzzalti abbia d ov u to tener

co n to an ch e di p o ch e centinaia di m ille lire, q u a n do

il totale è di 1 6 0 0 m ilio n i; la riflession e fa subito

rico rd a re tutta la faticosa via ch e il con tribu en te

italiano ha d ov u to p e rco rre re per g iu n g e re alla so ­

spirata m eta.

L ’ esercizio dell’ anno finanziario 1 8 9 6 -9 7 chiusosi

il 3 0 g iu g n o sco rso , lascia un avanzo a favore del

T e so ro di L . 1 2 6 ,9 3 1 ; l’ esercizio in co r so ne pro­

m ette un o di 16 m ilio n i; le prevision i dell’ e se r c i­

zio 1 8 9 8 -9 9 prom etton o un avanzo di circa 1 4 m i­

lion i, d o p o p ro v v e d u to a sette m ilion i di spesa

straordinaria per la m arina.

Da q u esto lato q u in di, ch e per tanti anni tenne

in grave pen siero ch i si interessa della finanza dello

Stato, si è ra ggiu n to una con d izion e di riposo c h e ,

sp eria m o, n on verrà turbata da n u ov i e rro ri, se mai

le lezioni del passato han n o procu ra to qu a lch e in ­

segn am en to.

Il su cce sso ra ggiu n to, e ch e senza d u b b io in

parte è d o v u to ai p ro v v e d im e n ti fatti a pp rova re

dall’ on . S on n in o, non m odifica i nostri apprezza­

m enti, ch e i m ezzi adoperati per otten ere il pareggio

fossero non tutti lo d e v o li; ch e se hanno dato c o n ­

segu en ze b u o n e per la finanza, n on per qu esto m e­

ritano scu sa, p oich é non pu ò essere m assim a a ccet­

tabile ch e « il fine giustifica i m ezzi ».

C om u n q u e è certo un gran de fatto ch e il paese

n on abbia più l’ im m ediata p reoccu p a zion e del disa­

van zo ; e d icia m o immediata p erch è non bisogn a

dim en ticare — e I’ on. Luzzalti, ch e si m ostra cosi

lod ev olm en te m eticoloso nelle sue prev ision i, n on lo

dim en tich erà certo - ch e quasi tutti i capitoli del

bila n cio hanno subito la com p ression e delle esigen ze

finanziarie e q u in di son o ridotti al m in im o. L ’ aver

con ten u te, non dim in u ite le spese - p erch è è bene

notare ch e la spesa effettiva ordin aria è sem pre

aum entata e nel c o n su n tiv o 1 8 9 5 - 9 6 am m ontava a

1 6 2 5 m ilion i, m entre era appena di 1 3 0 0 nel 1 8 8 5 -8 6

- l’ a v er con ten u te le spese senza dim in u ire c o ­

raggiosam en te le attribuzioni dello Stato, ha p ro­

dotto una con dizion e di co se ch e esercita una en orm e

pressione sui G ov ern i e sul P arlam en to, pressione

ch e rappresenta il disagio in cui si trovan o tutti i

servizi e ch e è una m in moia perm an en te per l’ e q u i­

lib rio del b ila n cio. O cc o r r e quindi una oculata fer­

mezza per im p ed ire ch e tale pression e eserciti una

influenza dannosa su gli aum enti di spese.

M olto più im portante per la natura stessa delle

co se è la parte d e ll’ esposizion e ch e rigu arda le p ro­

poste di riform e ; e riserva n doci di discu tern e più

largam ente in segu ito ora ci lim itiam o a b rev i ap­

punti.

L o d e v o li senza restrizioni ci sem b ra n o le d isp o ­

sizioni riguardanti i debiti dei co rp i m orali v e rso lo

Stato per c o n co rsi e rim b orsi. L o Stato ch e si è

m ostrato cattivo pagatore, su bisce dai suoi cred itori

C om u n i e P ro v in cie , gli effetti del m alo esem p io ;

ed ha perciò accu m u la te som m e a cre d ilo ch e a scen ­

d on o già a più diecin e di m ilioni. C on ven ire su gli

arretrati in m odo da ren dern e sop portabile il paga­

m ento ai C orpi loca li, e p ro v v e d e re co n m a g giori

garanzie alla re g o la re riscossion e dei crediti ch e si

m atu reran n o n ell’ a v ven ire, è op era saggia della

quale va en com ia to il M inistro del T e so ro .

A ttendiam o ch e l’ on. Luzzalti presenti il risultato

degli studi ch e assiem e alla C om m ission e pa rla m en ­

tare ha condotti a term ine sul problem a delle p en ­

sioni. S o n o state fatte tante prom esse su tale a r g o ­

m ento e son o state tante v olte delu se, ch e au gu riam o

di v ed ere in m o d o defin itivo sistem are questa p a r­

tita, ch e è una m in accia continua alla integrità del

bila ncio ed è assolutam ente con traria an ch e alle

dottrine liberali, le quali p rova n o ch e lo Stato è il

m eno adatto ad esercita re, senza p rop rio dan n o, la

previdenza per gli altri, m entre è sem p re risultato

in capace di farla per se.

(2)

770 L ’ E C O N O M I S T A 5 dicembre 1897

v e n ir « u n terzo d e l d eb ito fluttuante in deb ito p er­

petu o. T e o rica m e n te la proposta sa reb b e b u on a , p erch è

orm a i i B uon i del T e s o r o h a n n o, è v e r o , perd u to

la lo ro fu n zion e ch e d o v re b b e essere tem p ora n ea , e

per la m a g g io r parte essa è diventata costan te, il

dare q u in di il carattere di perm anenza a cen to m i­

lion i di tali B u on i n o n m uta g ra n fatto lo stato delle

c o se e pu ò anzi g io v a r e per a ssicu ra re c o ll’ im p iego

fisso un m in or sa g g io di in teresse. M a n on tem e,

l’ o n . Luzzatti ch e i! su o s u c c e s s o r e , m e n o s c r u p o ­

lo so di lu i, appena si trovi in q u a lch e strettezza, non

creda c o m o d o , m agari co n un d e c r e to -le g g e , di fare

u n ra gion a m en to c o m e il seg u en te : — L a legg e

autorizza 3 0 0 m ilio n i di B u on i a b r e v e sca d en za , m a

1 0 0 m ilion i son o già stati con v ertiti in B uoni a lunga

scaden za, q u in di senza alterare p er nulla il p rin cipio

ab b ia m o un m a rg in e di 1 0 0 m ilio n i?

L ’ on . Luzzatti n on ci dica di n on a v er o b b lig o di

im p e d ire gli erro ri del su o s u c c e s s o r e ; sic c o m e ch i

n e soffre è la finanza p u b b lica , è n o n solo utile ma

d o v e ro so ch iu d e r e le v ie e n o n aprirle ai M inistri

sp erp eron i, ch e p u r tropp o n o n difettano n e ll’ a v v i­

cen da rsi d eg li eventi politici.

N o n sarebbe m e g lio una le g g e ch e autorizzasse la

co n v e rsio n e dei ce n to m ilion i, m a rid u ce sse a d u e ­

cen to m d io n i la facoltà del T e s o r o d i em ettere

B u on i ?

S op ra d u e a rg om en ti - q u e llo AeWIstituto di cre­

dito nazionale per gli emigranti, e q u e llo d ell’ A f­

frica - n on ci sen tiam o di lare alcu n apprezzam ento

p e rch è le co se dette n ella esp osizion e se ci sem b ra n o

su fficien ti a dare un ’ idea delle in ten zion i del G o ­

v e rn o , n on bastano a precisare il m o d o con cui

q u elle idee si v o g lio n o attuare. E co sì pu re d iscu ­

terem o a su o tem p o le m o d ifica zion i alla im posta

di ricch ezza m ob ile e alle tariffe d og a n a li, e 1’ a u ­

m en to della con g ru a ai parroci.

Il pu n to im portan te della esp osizion e è la proposta

del fon do di sg ra v io per le qu ote m in im e. In v itia m o

i lettori a prestare la m a g giore attenzione a quella

parte del d isco rso d e ll’ o n . Luzzatti, in cu i distesa­

m en te, c o m e l’ a rg o m e n to del resto m eritava , espon e

il p rop rio pen siero e lo illustra co n calda e con vin ta

parola.

E nella m assim a non pu ò I’ Economista ch e a p ­

pla u d ire al M inistro ; è tanto tem p o ch e insistiam o

p e rch è si intraprenda una riform a tributaria e s o ­

pratutto si assida il fisco su basi m en o fe ro ci ed

ir ra g io n e v o li, ch e n on possiam o se n on p ro v a re una

v iv a com p ia cen za sen ten d o u n M inistro c h e final­

m en te n on si appaga più di prom esse v a g h e , m a ci

fa v e d e re un p rin cip io di una futura esecu zion e.

11 M inistro co n p ic c o le u lteriori entrate, co n e c o ­

n o m ie e co g li avanzi cre d e di poter costitu ire un

fon d o co l q u a le potrà p ro ce d e re , senza tim ore di

tu rbare l’ e q u ilib rio del b ila n cio, a sg ra v a re la p ic ­

cola proprietà fon diaria.

Il prop osito è ecce lle n te n o n so lo c o m e riform a

tributaria, ma a n ch e c o m e riform a m ora le; lo Stato,

il q u a le non d o v re b b e ch e essere u n partecipante

al reddito netto, e c h e in v e ce a rriva a con fisca re

tutta la proprietà p e rch è la sua partecipazione è

su p e rio re all’ intero redd ito, è una en orm ità . Q uindi

la proposta d e ll’ on . Luzzatti in ¡g ra n parte è una

rip a ra zion e. L a q u estion e d elle q u o te m in im e fu

p e r la prim a volta proposta, se n on e rria m o , dal

M inistro D oda n el 1 8 7 7 . C om in cia ad a v er p rin ­

c ip io di discu ssion e 2 0 anni d o p o . Intanto le e n ­

trate ordin a rie son o salite da 1 1 7 4 a 1 6 2 2 m ilio n i;

son o a du n qu e 4 4 8 m ilioni ch e i con tribu en ti pa­

g a n o di più , da allora ; i lettori vegg a n o co n quale

tim idità’, co n quali cautele il M inistro pensa p os­

sib ile in un a v ven ire non prossim o di restituire una

trentina di qu ei 4 4 8 m ilioni !

Ma su qu este lagrim ev oli v ice n d e dei tributi, è

in u tile ora d iscu tere, c o m e pu re rim a n dia m o a d .a l­

tro m om en to i particolari interessanti esposti d a l-

l’ o n . Luzzatti su qu esto fon do di sgra vio.

E g li ca lcola di avere a sua disposizion e 4 3 m i­

lio n i circa ch e « gelosam en te con servati » serviran n o

a far fronte alle perdite della perequ azion e fondiaria,

ed allo sg ra v io dei piccoli con tribu en ti della r ic ­

chezza m o b ile e d e i p iccoli p rop rieta ri.

G elosam en te con serva ti ? — Ma prim a bisogna

p ro v v e d e re a co n se rv a re g elosam en te il M inistro,

su p posto an ch e ch e non sia costretto egli stesso a

ca m biarsi in S atu rn o ed a m angiarsi i propri figli.

Ma 1’ on . Luzzatti non ricord a quante casse speciali

fu ron o g elosam en te costituite con garanzia di rendita

in tan gibile e tutte divorate dai M inistri del T e so ro

su oi p red ecessori ? Ed am m ette possibile ch e , colla

gracilità del n ostro b ila n cio, ad u n dato m om en to,

in una di q u e lle fam ose adunanze di luglio nelle

q u a li il P arlam en to vota dieci o d o d ici leggi m agari

di im posta, senza d iscu terle, pur di scappare da

R o m a , la sua Gassa di sgravio non ven ga divorata

senza ch e a lui padre, d ell’ istituzione, sia co n ce sso

n em m en o difen derla colla parola, p erch è la Cam era

n o n avrà tem p o di a s co lta rlo ?

N on v og lia m o p reg iu d ica re una c o s ì g ra ve q u e ­

stione con p recip itose osservazioni ; m a non esi­

tiam o a dire ch e se l’ on. Luzzatti cre d e di aver di­

sp on ib ile an ch e so lo due m ilion i, prop on ga subito

lo sgra vio di 2 ,7 0 0 ,0 0 0 articoli di ruolo gravati da

L . 0 .0 1 a L . 2 ; e se avrà altri tre m ilion i d isp o ­

n ibili p roced a n e llo sg ra v io a p o c o a p o co e lo

con ced a a q u elli da L . 2 .0 1 a L . 5 . L a question e

diven terà co sì m olto sem p lice, e sarà m en o fa­

cile una reim posizion e ch e una con fisca del fondo

di sgravio.

In ogni m o d o , un prim o passo è fatto ; d op o tanti

anni si è fin alm en te osato di presentare alla Cam era

un progetto di s g r a v io ; è un passo tim id o, ma sp e ­

ria m o ch e altri più arditi ne segu an o tendenti a

trasform are i tribu ti.

LA CRISI AGRICOLA II FRANCIA SECONDO IL SIGNOR 1ÉLINE

La C am era fra n cese, ch e aveva iniziato q u est’ estate

c o i grandi discorsi o con feren ze del deputato Jaurès

la d iscu ssion e sulla crisi a g ricola , l’ ha condotta a

term in e il m ese sco rso co n una lunga con feren za del

presiden te del C on sig lio, sig. M eline, d op o ch e pa­

re cch i deputati e b b e ro esposto le loro idee su ll’ ar­

g om en to. I punti di vista assai differen ti, dai quali

la qu estion e è stata esam inata, ren d on o in d u b b ia ­

m en te di non co m u n e interesse qu ella lunga d is c u s ­

sio n e ; ma n oi ci dob b ia m o lim itare a pren d ere in

con sid era zion e il d iscorso del sig . M eline e il p r o ­

gram m a ch e egli eb b e ad esp orre per portare q u a lch e

so lliev o alla crise a g ricola.

(3)

5 dicembre 1897 L’ E C O N O M I S T A 771

p e rch è essa si presta assai ben e ai protezion isti e '

ai bim etallisti per p rop u gn a re le loro tesi. E ch e il

fatto di una dep ression e sia in n ega b ile, credia m o

orm a i fu ori di con testazion e. P och i m esi son o si

ch iu deva la inchiesta in glese sulla dep ression e agricola

e i risultati ch e da qu ella si posson o trarre m ettono

in ch iaro ch e una estesa e profon d a d ep ression e ci

è stata e dura in parte an cora ; soltanto in In g h il­

terra, senza rico rre re allo Stato, si è ce rca to , in

m o d i v a ri, di porvi rip a ro.

In F ra n cia il ribasso dei prezzi ha pu re deter­

m inato un certo m alessere, ch e però fu spesso esa­

gera to ad arte, per le solite due tesi protezionista e

bim etallista. Il M éline ha attribuito la crisi agricola

al gen erale e p rog ressiv o ribasso ch e negli ultim i

q u in dici anni si è v erifica to nel prezzo di tutti i

prodotti a g rico li. Q uesta parte del su o d isco rso , pur

lascian do al M inistro la respon sabilità dei dati, la

cu i esattezza n on possiam o ora v e rifica re , m erita di

esser con osciu ta , prim a di accen n a re agli espedienti

e ai rim edi ch e p rop on e di a pp lica re per cu ra re il

m ale ch e affligge l’ eco n o m ia agraria.

L e lane - egli ha detto - valevan o da L . 1 ,8 3

a 2 ,0 5 nel 1 8 8 2 ; v a lg o n o og gi da L . 1 ,0 8 a 1 ,2 5 ;

d im in u zio n e : 4 0 per cen to. I bozzoli da L . 4 ,6 0

(prezzo m e d io ) son o discesi a L . 2 ,7 5 ; d im in u zio n e :

41 per cen to. I seghi dim in u iron o da L . 9 5 a 4 2 ,

co n una perdita del 5 5 per cen to. G li spiriti a 9 0

gra di da L . 5 0 a 3 8 ; d im in u zio n e : 2 4 per cen to.

G li zu cch e ri bian ch i da L . 3 6 a 2 5 ; le feco le da

L . 3 3 a 2 7 ,5 0 ; d im in u zio n e : 3 0 per cen to sui prim i,

1 7 per cen to n eile secon d e. G li aceti da L . 3 9 d i­

sce se ro a L . 3 2 ,5 0 con una perdita del 1 6 .5 per cen to.

Il b u rro ch e è u n o dei prod otti, i quali hanno m eno

subito gli effetti della crise, valeva L . 3 ,4 0 (prezzo

m edio) nel 1 8 8 2 , vale ora L . 2 ,0 5 ossia ha perdu to

il 4 0 per cen to. P er i vini il paragone è più d if­

ficile a stabilirsi, causa l’ estensione del m e rca to ;

tuttavia, pren d en do per base il prezzo m edio dei

vin i sul m erca to di B e rcy , si posson o con m olta ap­

prossim azion e accettare questi te rm in i: Il vin o v e c ­

ch io di B ord ea u x da L . 1 8 0 è sceso a L . 1 4 0 , il vin o

di B org ogn a da L . 1 8 2 ,5 0 (la b otte) a L . 1 1 7 ,5 0 ,

q u ello del C lier da L . 1 4 5 a 9 0 , q u e llo di T u ren n a

da L . 1 3 0 a 9 5 ; il M a con da 2 0 5 a 1 7 0 , il v in o

di N arbon n e da L . 5 4 a 3 4 e finalm ente il vin o del

M ezzogiorn o da L . 71 a 3 0 .

Y a le a dire ch e in m edia il v a lore del v in o ha

avu to una perdita del 3 0 per cen to.

P er il gra n o e cc o n e i prezzi per q u in q u e n n io :

1 8 7 7 -1 8 8 1 quintale L . 2 9 ,3 7

1 8 8 2 - 1 8 8 6

»

» 2 4 ,0 3 — 5 .3 4

1 8 8 7 -1 8 9 1

»

» 2 4 ,8 6 - f - 0 .8 3

1 8 9 2 -1 8 9 7

»

» 2 0 ,5 3 — 4 .4 3

La' differenza tra il p rim o e l’ ultim o) q u in qu en n io

è di L . 8 ,8 4 al quintale, cio è co rrisp o n d e al 3 0 per

cen to del v a lore iniziale.

F a ecce zio n e , e resta u n ica , il prezzo della ca rn e

il qu ale si è m antenuto presso a p o c o eguale sul

m ercato di c o n s u m o ; su q u ello di p rod u zion e an ch e

la ca rn e ha subito la le g g e g en era le del rib a sso,

seb b en e in m isura assai lim itata.

Si arriva pertanto alla co n clu sio n e ch e nel pe­

r io d o di soli q u in d ici anni, i proven ti d e ll’ industria

a gricola fra n cese son o dim in u iti, nel lo r o co m p le sso ,

di oltre il m ezzo m ilia rd o.

Q uale altra in du stria - si dom an da il sig. M é-

line - a v re b b e potu to resistere ad un siffatto stato

di c o s e ? N essuna, e certam en te ci ^sono v olu ti il

co ra g g io , il lavoro perseveran te e l a m ore inten so

alla terra dei nostri a g rico lto ri, p er lottare in c o n ­

dizioni co sì disperate.

.

.

P assando all’ esam e d elie cau se, il sig. M élm e ne

in d icò p a recch ie e in qu esto a lm en o n on co m m ise

l’ erro re di certu n i ch e cre d o n o di p oter sp ieg a re i

com plessi e m olteplici fen om en i e c o n o m ic i dell età

nostra co n l’ azione di una causa soltanto. L a prim a

causa è la ev olu zion e o m eg lio la riv o lu zio n e ch e

durante il ven ten n io si è venuta co m p ie n d o n ei

m ezzi di trasporto.

L a m olteplicità, la rapidità, il b u o n m erca to dei

trasporti hanno cau sato un in evita b ile ribasso dei

prezzi.

S on o i paesi ch e p ro d u co n o a m in o r p rezzo quelli

ch e dettano la legg e agli altri. O g gi p er trasportare

una tonnellata di gran o da N uova Y o r k all’ H a v re

si spen de m en o ch e per trasportarla da M arsiglia a

Parigi ; era in evitabile ch e la sop pression e delle

distanze avesse il su o co n tra cco lp o su l prezzo delle

m erci.

.

Ma questa causa - ha soggiu n to il sig. M éline

— n on è su fficien te a spiegare la generalità e la

entità del ribasso e n on può esserlo per du e r a ­

g io n i. A nzitutto la le g g e delle distanze n on pu ò

a v e re azione sen sibile ch e sui prod otti di sca m b io

internazionale ; nei gran di prodotti, ch e hanno un

m ercato m on dia le, sul g ra n o , p er e se m p io . N essu n o

pu ò avern e sulla infinita varietà d e i prod otti locali,

ch e han n o un m erca to lim itato, il q u a le n on su b isce ,

o la su b isce in p iccolissim a m isura, la m ancanza

dei prod otti sim ilari stranieri. O ra , se an ch e questi

prodotti sona stati trascinati dal m om en to gen erale

di ribasso, la causa d e v e esserne u n ’ altra. In se ­

co n d o lu ogo, e qu esto è argom en to d e cisiv o , il r i­

basso n on si è arrestato, qu an tu n qu e il prezzo dei

noli sia rim asto da più anni stazionario.

Si è dom andato se, per ca so, il ribasso fosse la

con segu en za di u n e cce sso di p rod u zion e. C erta­

m ente l’ e cce sso di produ zion e p u ò avere la sua

parte nel determ in are il ribasso, ma è una parte

m in im a, p erch è I’ industria agricola non può para­

gon arsi à q u elle, ch e aum entando le p rop rie officin e,

perfeziona n do i p rop ri m ecca n ism i, posson o a u m en ­

tare all’ infinito la lo r o prod u zion e. L a terra ha una

su p erficie limitata e non potrà mai p rod u rre oltre

qu ella m isura, ch e la natura le ha fissato. A ccu ra te

e diligenti statistiche inglesi hanno dim ostrato ch e

l’ au m ento nella prod u zion e del gran o è rim asto in ­

feriore all’ aum ento della p o p o la z io n e ; di guisa ch e

la prod u zion e m o n d ia le del g ra n o, lu n g i d all’ e c c e -

dere il b isogn o, ne resta ancora al disotto.

(4)

772 L ’ E C O N O M I S T A 5 dicembre 1897

in F ra n cia , è q u e llo u n ' m ezzo in su fficien te, prova

n e sia ch e si è m esso alla ricerca di altri rim edi

più o m en o adequati al m ale ch e si tratta di v in ­

ce re . V inta o a lm en o frenata la con co rre n za estera

sorg e la con corren za ail’ interno a rid u rre i prezzi.

E a q u esto prop osito egli osservò ch e è legittim a

p e rch è costitu isce per il con su m a tore una garanzia

con tro P aum ento e c c e ssiv o dei prezzi, ma a patto

ch e il profitto resti al con su m a tore e non vada a

van taggio dello sp e cu la to re . E d o ss e rv ò ce rto tra

produ ttori e con su m a tori og gi vi so n o troppi in ter­

m ediari, l’ azione dei quali si esercita a d a n n o d e l­

l’ a gricoltu ra . E prova ne è il fen om en o, cu i assi­

stiam o, d ell’ a g rico lto re ch e v e n d e i su oi prodotti a

sem p re m in or prezzo, e del co n su m a to re , c h e , in ­

v e c e , li paga se m p re più cari. P a re cch i son o i m ezzi,

coi qu ali 1’ in terven to e P u fficio degli in term edia ri

potranno essere con ten u ti in più giusti c o n fin i; gli

uni dip en d on o dagli a g rico lto ri stessi, gli altri d o ­

v ra n n o essere l’ op era dei poteri p u b b lici.

È in potere degli a g rico lto ri di unirsi in A sso­

ciazion i coop era tiv e di prod u zion e e di c o n su m o ,

crea n do in tal guisa rapporti diretti co i con su m atori

ch e n ecessariam en te dim in u ira n n o le pretese degli

in term edia ri. A L ion e, a N im es, p er e se m p io , si

son o aperte d elle m a cellerie co o p e ra tiv e , ch e fu n ­

zion an o ottim am ente senza dan n o del con su m a tore

ch e paga la ca rn e niente di più di qu an to la p a ­

gava prim a e co n b e n e ficio del prod u ttore, ch e ha

v isto il prezzo del bestiam e au m en tare im m edia ta ­

m ente da L . 1 5 a 5 0 a ca p o per i b o v i, di L . 5

per i vitelli, di L . 2 per i m on ton i. Sulla stessa

base so n o fondate le grandi co o p e ra tiv e v in ico le

della B orgogn a e del M ezzogiorn o.

Q u an to a llo Stato, per a v v icin a re il con su m a tore

al prod u ttore, l’ a b olizion e del dazio co n su m o , le a g e ­

v olazion i ai trasporti dei prodotti ag ricoli con la

istitu zion e dei p a cch i postali da 1 0 ch ilo g ra m m i

(vedi l’Economi sta n, 12 1 6 ), le ridu zion i di tariffe

ferrovia rie in parte già in v ig o r e , i warrants a g ri­

coli, la rid u zion e d e ll’ im posta fon dia ria , l’ au m en to

della p rod u zion e, e c c o , se co n d o I’ ora tore, i rim edi

alla crise a g ricola . E per otten ere l’ au m en to della

prod u zion e, co l q u a le d im in u iscon o p rop orzion a lm en te

le spese generali e il costo della p rod u zion e, il M é­

lm e v u o le gen eralizzato l’ in segn a m en to a g ra rio , m o l­

tiplicati i sindacati a g rico li, istituite le b a n ch e a g r i­

co le locali e le G asse region ali destinate a s o v v e n ­

zion are le ban ch e stesse, assegn an d ovi c o m e co n tri­

b u to dello Stato una volta tanto u n fon do capitale

di 1 0 m ilion i e c o m e annualità 2 m ilion i da p rele­

varsi dagli utili della Banca di F ra n cia . P ro v v e d u to

così al cre d ito a g ra rio, resterà a p ro v v e d e re ad altre

Casse dì so c c o r s o , ch e a dir v e r o n on han n o a ch e

v e d e re c o n la crisi a g ricola , quali ad esem p io q u elle

pei malati e gli inabili a! la voro, alle C asse di r i­

c o v e r o pei v e c c h i, e c c . ; ma il M eline con fid a ch e

la m utualità, la q u a le è il ca rd in e di tutte le m o ­

dern e istituzioni saprà risolvere a n ch e questi p ro b le m i.

L a scia n d o da parte quest’ u ltim o pu nto, cosa può

dirsi del program m a del M inistro protezionista, se n on

ch e è una im plicita con fession e d e ll’ im potenza del

protezion ism o a rim ed ia re alla d ep ression e a g r ic o la ?

Senza p erd erci ora nei particolari del su o progra m m a

e pren d en d olo nel su o co m p lesso n on è esso in s o ­

stanza q u e llo ch e hanno sem p re p rop u gn a to in F ra n ­

cia e altrove gli u om ini più liberali e non accieca ti

dall’ erro re p rotezion ista? C he i dazi n on possan o

essere un rim e d io e ch e occo rra tutto un com plesso

di istitu zion i, di o p e re e di attività personali e c o l­

lettive diretto ad a ccre sce re la p rod u zion e, è noto

da un pezzo. Ma i protezionisti d ello sta m p o del

sig . M eline hanno finora lasciato cre d e re l’ opp osto

agli a g r ic o lto r i; nei loro discorsi il dazio era la pa­

nacea un ica e sola per la crise derivan te dal ribasso

dei prezzi ; ora m ostrano di cre d e re ch e è un vasto

progra m m a da attuare all’ in fu ori della politica d a ­

ziaria, e se i p rogra m m i v a lg on o q u a lch e cosa , q u ello

del M éline, ce rto , non è dei m en o p reg ev oli. Il m ale

sta però nel fatto ohe ai v e cch i errori egli e tutti

i segu aci del suo credo ne a g g iu n g e re b b e ro v olen ­

tieri altri, pen san do di forza re artificialm ente i prezzi

a ll’ aum ento m edian te il ritorn o al bim etallism o ch e

v o g lio n o vera m en te in v ig o re e non di n om e soltanto.

S e potessero v in ce re su qu esto pu n to, c o m e già v in ­

sero sui dazi, si a c c o rg e re b b e ro presto ch e hanno bat­

tuto una falsa stra d a ; ma intanto, c o m e cre d e re ch e il

p rog ra m m a p reso a prestito dai liberali e a ccom od a to

per la circostan za sia prop osto in buona fe d e ? Sia

c o m e v u o is i, esso, lo ripetiam o, è agli antipodi con

le tendenze e i fini del p rotezion ism o, e dom in an do

q u esto, non darà risultati d e cisiv i.

LE CAMERE DEL LAVORO IN OLANDA

L ’ organ izzazion e della rappresentanza del lavoro

è un problem a an cora in solu to nella m a g gior parte

d egli Stati. L e istituzioni ch e sotto nom i v a ri, ma

p iù co m u n e m e n te co l titolo di B orsa , di C am era,

di U fficio del la v o ro , si trovan o in q u esto o quel

paese, n on han n o di solito alcu n carattere u fficia le.

In O landa in v e c e co n una legg e del 2 m aggio di

q u est’ anno so n o state istituite delle vere C am ere

del la v o r o , le quali potranno sorg ere nei lu ogh i d o v e

si troverà utile di a v e rle , sia per un o o più co m u n i,

sia per una o più in du strie. L o sco p o della nuova

istitu zion e è di fa vorire co n un co m u n e a c c o r d o

g l’ interessi dei padron i e degli operai : riu n en do

in form a zion i in torn o alle con d izion i del la voro, dan do

pa reri alle autorità govern a tiv e, prov in cia li o c o m u ­

nali e pareri e progetti di con v en zion i o di re g o ­

lam enti agl’ interessati ch e ne fa ccia n o dom an da,

p re v e n e n d o o riso lv e n d o le con tro v e rsie relative

al la voro o sforzandosi per qu an to è possibile di

stabilire un arbitrato fra le parti. La sco p o non p o­

treb b e essere m ig lio re , sp ecie in un paese d o v e , co m e

in O landa, il socia lism o p ro g re d isce .

(5)

5 dicembre 1897

L’ E C O N O M I S T A

773

O gn i C am era d ev e riu n irsi alm en o quattro v olte

l’ an n o e più spesso se il presiden te lo reputa utile

o se gli altri m em bri del com itato od u n terzo dei

m em b ri della C am era lo dom a n d a n o. P o ss o n o essere

m em b ri della C am era le person e dei d u e sessi di

nazionalità olan dese, dom iciliati nel r e g n o , ch e

han n o raggiu n to 1’ età di trent’ anni e ch e hanno

esercitata una delle in du strie rappresentate dalla

C am era, sia durante 1’ an n o c iv ile tra scorso, sia se

esse fossero m aggiori di età durante tre dei dieci

u ltim i anni civili ch e p re ce d o n o la loro nom in a. E

p e r ciò ch e riguarda le in du strie d o v e non si lavora

p e r tutto l’ anno un regola m en to am m in istrativo

determ inerà la parte dell’ annata ch e varrà co m e

anno civile. S o n o esclusi dalle qualità di m em b ri

q u elli ch e son o in corsi in ce rte con d a n n e penali e

n iu u o pu ò essere m e m b ro di più d’ una Cam era

n e llo stesso tem po. I m em b ri son o n om inati per

cin q u e anni ; essi sca d on o in siem e e son o rie le g ­

g ib ili. S o n o elettori g l’ in dividu i dei d u e sessi di

nazionalità olan dese dom iciliati nel re g n o , ch e hanno

alm en o

anni e ch e esercita ron o l’ industria in q u e ­

stione durante l’ u ltim o anno civile o pel tem po ri­

ch iesto per le indu strie ch e n on la vora n o durante,

tutta l’ annata.

La Cam era del la v o r o ha un com ita to com p osto

d ’ un presidente e di d u e m em b ri ; i m e m b ri padroni

e i m em b ri operai della C am era sce lg o n o rispetti­

vam en te un o tra loro c o m e p re sid e n te ; e questi

d u e presidenti se g g o n o alternativam ente cia scu n o

durante sei m esi. La C am era nom ina il segretario. Il

com itato a q u esto sco p o gli p rop on e una lista di

d u e nom i ; se v ien e scelto all’ in fu ori dei m em b ri,

il segreta rio ha soltanto v o to con su ltivo. Il com itato

si riu n isce q u a n d o il presiden te lo g iu d ica n e c e s ­

sario o q u a n d o un o dei m em bri lo dom an da per

iscritto, m otiva nd o la richiesta.

Q u an do in una industria, esercitata in un com u n e

in cu i essa è rappresentata in una C am era, so rg e

o m in accia di sorg ere una con testazion e, le p a rtilo

una di esse posson o dom a n d a re alla C am era per

iscritto in d ica n d o 1’ origin e della con trov ersia , 1’ in ­

terven to del co n sig lio di con cilia zion e. Q u a n do l’ in ­

dustria è esercitata in un co m u n e d o v e questa in ­

dustria n on è rappresentata in una C am era, le parti

o una di esse p osson o dom an d are alla C am era, nel

m o d o sopra in dicato, l’ in terven to d’ un co n sig lio di

co n cilia z io n e a una C am era la cui giu risd izion e c o m ­

pren d e il co m u n e d o v e l’ industria è esercitata e se

n o n v e n ’ è, a una C am era la cu i g iu risd izion e si

estenda a u n c o m u n e v ic in o . La C am era ch e accetta

la m ission e ne in form a im m ediatam en te il b o r g o ­

m astro del co m u n e d o v e si trova situata l’ industria

interessata. Il com itato della C am era ch e rice v e la

dom an da d ’ in terven to di un co n sig lio di c o n cilia ­

zion e si sforza, se stim a c h e la con trov ersia è di

p o ca gravità, di term in arla all’ a m ich e v o le . S e esso

n o n trova un term ine d ’ a cco m o d a m e n to o se il ten ­

tativo n on rie sce n e riferisce im m ed ia m en te alla C a ­

m era . S e questa è del parere ch e vi è un m ezzo

di evitare la con trov ersia o di m ettervi u n term in e

n om in a un co n sig lio di co n cilia zion e co m p o sto d’ un

presid en te preso fra i m e m b ri della C am era o fuori

di questa e di un n u m e ro eg u a le di m em b ri p a ­

dron i e di m em b ri opera i della C a m era . Il s e g re ­

tario della C am era a dem p ie le fu n zion i di s e g r e t a r i

del co n sig lio di co n cilia zio n e . Il presid en te si s fo r ­

zerà di ottenere dalle parti ch e s’ im p e g n in o a n o n

sospen dere il la vo ro , nè a rin via re una persona c o in ­

volta nella qu estion e c iò pel tem po della inchiesta.

Il c o n sig lio fa co n o sce re alle parti per inscritto il

su o parere sulla qu estion e e sui m ezzi di co n cilia ­

zion e. S e la m inoranza lo desidera, la sua opin ion e

sarà consegnata in una relazione ch e potrà essere

pu bblicata in tutto o in parte. S e le parti sotto­

p on g on o la loro q u estion e a una rev ision e a rb itra -

m entale è perm esso di design are a n ch e delle don n e

in qualità di arbitre.

L e riunioni della C am era non so n o p u b b lic h e ; la

C am era può im p o rre ai m em bri presenti 1’ ob b ligo

di serbare il seg reto sulle sue delib era zion i e q u esto

d e v ’ essere serbato fino a tanto ch e la C am era non

lo toglie. N on posson o p ren d er parte al v oto eon

una riu n ion e della C am era ch e un n u m ero egu ale

di m em b ri padroni e di m em bri operai della C a­

m era stessa. In caso di ineguaglianza dei du e gru p p i

u n n u m ero p rop orzion a le di m em bri appartenenti a

q u ello ch e è più n u m eroso non a vrà, com in cia n d o

dal più g iov in e, ch e v oto con su ltivo.

L ’ assem blea non pu ò nè d elib era re, nè pren d ere

una d ecision e se la m età alm en o dei m em bri di

cia scu n g ru p p o n on è presente. E q u a n do una C a ­

m era em ette un parere, la m inoranza ha il diritto

di far co n o sce re la sua opin ion e in u n parere se­

parato.

La C am era presenta ogn i anno una relazion e al

m inistro del W aterstaat per m ezzo del p rop rio c o ­

m itato, il m inistro lo com u n ica in tutto o in parte

agli Stati G en erali.

S op ra dom an da del C om itato della C am era, il C o­

m u n e d o v e la C am era ha la propria sede d ovrà

forn ire gratuitam ente i locali per la riu n ion e della

C am era, d e ll’ u liìcio e del co n sig lio di co n cilia z io n e ;

esso dovrà p ro v v e d e re alla illu m in azion e e al ri-

scaldam en to dei loca li. I m em bri e il segretario

della C am era, co m e pu re il presiden te del C on sig lio

di co n cilia zio n e hanno diritto a indennità di via g g io

per assistere alle riu n ion i ch e son o tenute in c o n fo r ­

m ità di questa legg e nella giu risd izion e della C a­

m era ; essi hanno in oltre diritto a gettoni di pre­

senza. T u tte qu este spese co m e q u e lle dell’ u fficio

di segreteria e di stam pa, son o a ca rico dello Stato.

Gli atti e i d ocu m en ti form ati in con form ità della

legg e ch e crea la C am era del la voro e d ’ un d ecre to

ch e ad essa si colleg a son o esenti dai diritti di

b o llo e di registro.

Una C am era può essere sciolta q u a n d o agisce c o n ­

trariam ente al su o reg ola m en to in tern o e alle p re­

scrizion i legali e q u esto, m algrad o gli av vertim en ti

g li avesse dato il G o v e rn o , o p u ò e ssere soppressa

q u a n do non presenta u n ’ utilità, op p u re se dop o esser

stata d isciolta tsi ostina ad agire c o m e prim a. Il d e ­

creto reale ch e sciog lie una C am era p ro v v e d e rà alla

elezion e di una n u ov a C am era nel term in e di du e

m esi.

(6)

774 L’ E C O N O M I S T A 5 dicembre 1897

L ’ ESPOSIZIONE FINANZIARIA

D iam o il sunto della E sp osizion e F inanziaria fatta

dal M inistro del T e so ro il 1 ° c o r r e n te :

Onorevoli colleghi!

Se i numeri organicamente disposti non devono pretendere al governo di un paese, attestano il modo col quale ó governato. Quindi è sincera in tutti gli Stati retti a libero reggimento-la sollecitudine, con la quale si aspetta l’ esposizione finanziaria. Essa ha detto un grande cancelliere dello Scacchiere, è se­ gnatamente il bilancio delle nostre virtù e dei nostri errori politici.

Non è lecito meravigliarsi se quest’ora si attenda con maggiore impazienza in Italia, dove non sono ancor spenti dubbi e acquetate domande, che chie­ dono dal governo una risposta netta e precisa.

Conto consuntivo 1896-97.

Principali uomini dell’ opposizione nel Parlamento misero in forse che il conti, consuntivo del 1896-97 si potesse chiudere in pareggio, pur collocando da parte, come si deve, fare, le spese straordinarie per la liquidazione della guei'ra d’ Africa, le quali tro­ vano il loro compenso all’ entrata nel movimento di capitali e sono servite dal prestito.

Questo dubbio era con maggiore discrezione col­ tivato anche dalla Giunta generale del bilancio, il cui egregio presidente propose alla Camera, col mio pieno consenso, che i tre miglioni votati per le mag­ giori spese di riproduzione del naviglio' di guerra non si dovessero impegnare nel bilancio 1896-97 se non quando il conto consuntivo offrisse la prova di poterli sostenere colla eccedenza delle entrate ef­ fettive. (1).

Ora io sono lieto di annunziare, e la Camera par­ teciperà alla mia soddisfazione, che nel conto con­ suntivo del 1896-97 le entrate effettive superarono le spese effettive di 33,996,036, con le quali si è fatto fronte per lire 27,115,282 alle costruzioni di strade ferra te e alla deficenza di 3,053,822 nel mo­ vimento di capitali che significa un ammortamento di egual somma superiore al consumo di patrimonio, lasciando un avanzo di lire 3,826,931. D i questo avanzo tre milioni, secondo gli impegni presi, si ascris­ sero alle costruzioni navali, 700,000 lire a coprire spese di premii per là marina mercantile, che avreb­ bero dovuto pesare su bilanci precedenti e rappre­ sentano una liquidazione trascurata nel passato. L ’ esercizio lascia ancora un piccolo margine a be­ neficio del tesoro di L. 126,931.

L a Camera vorrà consentirmi una breve analisi di questo conto, il quale certamente non si è chiuso male.

Esso ha dovuto sostenere gli effetti finanziari di guai e infortuni non prevedibili, quali le maggiori spese di 2,600,000 lire per riparare ai danni cagio­ nati dalle inondazioni alle opere dello Stato, il mag­ gior assegno di lire 2,500,000 alla marina di guerra pei casi straordinari del Brasile e del Levante.

Aggiungasi che l ’ annata frum entaria fu felice­ mente abbondante nel 1896, quale da più anni non si era vista ; cosicché l ’ importazione nel 1896-97 si

( l -) Nella tornata del 3 luglio 1897, su proposta della Giunta generale del Bilancio, la Camera approvò il seguente ord ne del giorno :

« La Camera prende atto delle dichiara 'io n i del governo che della somma di lire tre milioui assegnata al capitolo 5 » della ma­ rineria, sarà impegnata contrattualmente soltanto quella parte che possa essere sopportata dalle disponibilità effettive del bilan­ cio 1896-97, esclusa la spesa e l’entrata del prestito d ’ Africa e dopo coperta la spesa per le strade ferrate e la deficenza del mo­ vimento di capitali. »

restrinse a 429,000 tonnellate di grano, mentre la normale è stimata a 600,000 ; il che ha dato un minore introito di 13 milioni sulle previsioni piepa­ rate dai miei predecessori.

Pertanto gli eventi straordinari del 1896-97, tra minori entrate e maggiori spese, aggravarono il bi­ lancio di 18 milioni. Non superano i^ sette milioni ì benefizi eccezionali di questo esercizio, quali gli in­ troiti per transazioni colle ferrovie sjcule, gli effetti del condono di multe e sopratasse, gli interessi accu­ mulati su fondi delle carceri.

Il bilancio in condizioni normali avrebbe dato un avanzo di 11 milioni all’ incirca.

Ma non possiamo non allietarci che, nonostante le accennate cagioni nocive alla finanza, il conto consuntivo si sia chiuso con un avanzo di quasi 4 milioni.

Assestamento 1897-98.

Migliori appaiono finora le sorti dell’ esercizio 1897-98, del cui assestamento ora ho l’obbligo di ragionare.

La Camera ricorderà che le somme approvate cogli stati di previsione 1897-98 davano un avanzo di L. 10,619,404. Ma in appresso per leggi speciali, fra cui i 15,750,000 di spese straordinarie militari e ì 4 milioni per assegni straordinari alle costruzioni na­ vali, il 1897-98 accusava un disavanzo di L. 4,539,395 in luogo di L. 3,588,595, calcolato dalla Giunta ge­ nerale del bilancio, poiché, deferente al consiglio au­ torevole del Senato, ho anticipata nel corrente eser­ cizio l ’ integrazione in L. 950,800 dell’ annualità per la nuova linea Rionero-Poten/a,

Le variazioni per l’assestamento, comprese le par­ tite fuori di bilancio che a esse si collegano, danno un avanzo di oltre 7 milioni di lire. Al fine di co­ gliere con esattezza il significato economico di que­ sti risultati giova sapere che la entrata effettiva su­ perando la spesa effettiva di L. 36,187,047 copre le costruzioni di strade ferrate per lire 20,425,687, la eccedenza degli ammortamenti sul consumo di patri­ monio per L. 8,592,112 e lascia un margine di avanzo netto di L. 7,169,248.

In questo bilancio sono registrate 13,827,000 lire per le maggiori spese militari (1), le quali costitui­ rono la vexata quaestio nella controversia dello^ scorso maggio, 4 milioni per le maggiori spese di riprodu­ zione del naviglio da guerra e non si fa che un lieve assegnamento sul maggior gitto probabile delle dogane.

Infatti mentre gli stati di previsione registrano le dogane e i diritti marittimi in 244 milioni, si presa­ giscono per l’assestamento in 246, cioè, si attende dal grano un provento di 47,250,000 lire, il quale nel 1895-96 toccò i 63 milioni quantunque vi fosse mag­ giore la produzione interna. Certo per ragioni diverse, che é inutile esaminare in questa occasione, non si raggiungeranno nel 1897-98 i 63 milioni, ma non e presuntuoso il presagio che si oltrepassino 47,250,000

lire. . .

L ’ eccedenza sulla previsione delle dogane costituirà, per la maggior parte un fondo di riserva volto a risarcire le perdite dell’ erario, che invoco e attendo nell’anno venturo, nel quale la natura, a compensarci della sua inclemenza, dovrà sorridere piu dolce al nostro paese.

Questi risultati si ottennero non tagliando sui ser­ vizi vivi e facendo qualche larghezza, che mi sarà

(1) Spese m ilitari: Esercizio 1896-97 ... L . 272,672,560 Africa (assegni ordinari e

straordin ari)... » 47,500,000 L . *225,172,560 Esercizio 1897-98 (escluso

1’ A fr ic a )... ...» . * 239,000,000

(7)

5 dicembre 1897 L’ E C O N O M I S T A 775

forse rimproverata dagli accigliati censori delle spese ornamentali o non interamente indispensabili. Nel­ l’esercizio corrente o nel futuro consento, utilizzando una economia del suo bilancio, al collega della pub­ blica istruzione l’acquisto della galleria Borghese, persuaso che il ministro del tesoro, il quale in Italia cura le idealità dell’arte, associa a una bella azione un buono affare. Consento al mio collega delle poste nei limiti dell’equità e senza aggravio di spesa, l’adempimento degli impegni presi per il personale minore, e al ministro della giustizia il miglioramento della sorte dei pretori giovandosi di assegni già stan­ ziati in bilancio ; in questo assestamento si registrano tutti gli aumenti delle spese per la pubblica sicurezza a Roma. Nè la previsione delle entrate, dagli artifici della quale aborro, fu ingrossata, restringendomi a registrare le lievi esplicazioni che gli accertamenti di cinque mesi ci fanno parer sicure nelle ferrovie, nelle tasse di fabbricazione, nelle poste, nei telegrafi, non notando i maggiori proventi del lotto, e all’uopo avendo il coraggio di prudenti diminuzioni, per atto di esempio, su! gitto della imposta di ricchezza mobile esatta per ruoli. Quindi affermo che, come già avvenne per l’esercizio scorso, milione più o meno, in un ca­ pitolo piuttosto che io un altro, 1’ entrata nel suo insieme si accerterà. Uno studio allegato alla mia esposizione illustra e dimostra tutto questo. Ormai è cessata la disputa incresciosa fra coloro che per arti politiche volevano gonfiare o scemar i redditi finanziari; questo gran fine AeW equità nella stima di essi si è raggiunto per l ' opera concorde di tutti i partiti par­ lamentari. E nell’avvenire, a tutela dell’erario, come si costuma in Inghilterra e in Germania, converrà registrar le entrate negli stati di previsione sotto il gitto probabile. Ciò che io feci aprire questa buona via !

Ma l’avanzo del 1897-98 in lire 7,169,248 non basta; 1’ occasione si presenta di consolidarlo in somma mag­ giore. La grande opera del risanamento in Napoli, su proposta del Municipio, consentita dal Governo, si è meglio proporzionata alle condizioni locali e in luogo di compiersi nel 1898-99 si prolungherà sino al 1903.

È poiché rimangono a distribuirsi effettivamente oltre diciassette milioni sulle somme già stanziate e per certo non abbisogna alcuna somma nuova pel 1897-98 e pel 1898-99, forse neanche p erii 1899-900 presento alla Camera un disegno di legge desiderato e richiesto dalla Città di Napoli al fine di non ag ­ gravarsi di oneri precoci, per effetto del quale i 18 milioni che il Governo per conto proprio e per an­ ticipazioni al Comune deve versare si assegneranno dal 1899-900, man mano che occorrano e secondo le richieste del Municipio.

Pertanto rimangono disponibili nove milioni nel 1897-98 e nove nel 1898-99 ; metà dei quali figu­ rano nelle spese effettive e metà nel movimento di capitali. Ma poiché non si tratta di risparmi per­ petui e solo di spese più razionalmente distribuite, sarei colto in fallo se non proponessi di tesoreggiare siffatte economie o se le assegnassi a far fronte a nuovi carichi continuativi. Quindi gli avanzi di b i­ lancio, i quali, secondo le mie previsioni, sarebbero nell’ insieme di sedici milioni all’ incirca pel 1897-98 si volgeranno a un fine determinato che si indicherà in appresso.

Previsione 1898-99.

Il bilancio tipico, quello sul quale di nuovo si ri­ percuotono gli effetti delle maggiori spese militari, si disegna nell’ esercizio 1898-99. Qui considerando con la medesima parsimonia la entrata e anzi que­ sta per la prima volta diminuendo in un punto es­ senziale, come si dichiarerà fra breve, continuando ad accrescere gli stanziamenti per le spese di giu­ stizia, per il lotto, per lo sdoppiamento delle classi nelle scuole secondarie, l ’eccedenza dell’entrata effet­ tiva appare di lire 39,241,126, calcolando,- s’intende,

anche i proventi e le economie fuori bilancio con­ nessi con i progetti di legge che vi presentiamo oggi stesso.

Questi 39 milioni fanno fronte a lire 18,080,518 registrate nello strade ferrate, a lire 9,214,500 di eccedenza degli ammortamenti sul consumo di pa­ trimonio e lasciano un avanzo netto di lire 11 mi­ lioni e 946,108. Poniamo anche che qualche nuova piccola spesa appaia sull’ orizzonte per risarcimenti in somma lieve al comune di Napoli, quale effetto di transazione di lite pendente, per una modesta contribuzione agli ospedali di Roma a fine di atte­ nuare ai municipi di varie provincie finitime i rim­ borsi che si fanno sempre più molesti, pel concorso alla Esposizione di Parigi, che dov’essere splendido, e pel quale i ministri si sono impegnati a provve­ dere con alcune economie ora sottilmente investi­ gate, in ¡specie tagliando sulle pubblicazioni orna­ mentali o non indispensabili, pel censimento che il mio collega dell’ agricoltura, d’ accordo con me, compirà con alcuni accorti espedienti intesi a esclu­ dere in gran parte una maggiore spesa...., poniamo anche che tutto questo pigli per l’ esercizio 1898-99 e nei successivi alcune centinaia di migliaia di lire e poniamo che vi sia qualche delusione nell’entrata, e potrebbe per contro esservi qualche aumento non previsto se il nuovo anno ci sorrida propizio, come pare più probabile.... l’avanzo*netto, invece di 12 mi­ lioni, sarà di undici o al minimo di dieci milioni. Ma convien soggiungere che in questo bilancio probabilmente non figureranno le eccedenze^ di rim­ borsi per effetto dei numerosi concordati coi contri­ buenti della ricchezza mobile. E non ricompari­ ranno le eccedenze per gli inabili al lavoro perchè il governo, oltre le cautele già adoperate, insiste per l’ approvazione del progetto che sta dinanzi alla Camera. Nè si oltrepasseranno le spese per la fil­ lossera opportunamente compensate con altre econo­ mie, nè le spese di giustizia già aumentate nelle previsioni e per le quali si propongono provvedi­ menti organici. E con un disegno di legge che oggi presento in accordo col ministro della guerra, chiudo 1’ antica lite fra il tesoro e là guerra pel conto cor­ rente in sbilancio.

Sono questi miglioramenti intrinseci, che con sod­ disfazione noto e sorvolo.

Anche nel venturo esercizio non occorreranno i nove milioni pel risanamento di Napoli, come ho già dichiarato, e quindi da 12 milioni di avanzo si sale a 21, che però non si ripeterà negli anni ven­ turi in cosi alta somma tranne se le entrate si evol­ vano più poderosamente; il che non è cauto atten­ dere. Quindi vorrei volgere tutto l’ avanzo, secondo i risultati del conto consuntivo, a iniziare la estin­ zione dei biglietti di Stato, che pesano e contribui­ scono, quale uno degli elementi fondamentali, ad ag­ gravar il premio dell’ oro.

Nelle mie previsioni non faccio uso di quel fondo di riserva latente, che è nel nostro bilancio in circa quattro milioni, per rendite prescritte ogni anno ; varrà a fronteggiare nuove spese, eventuali deficenze di entrata o a ingrossar il fondo di avanzo.

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778 L’ E C O N O M I S T A 5 dicembre 1897 Nuova rateazione dei rimborsi e concorsi, commisurata

alla potenzialità finanziaria dei corpi morali debitori. Ma l’esercizio 1898-99 dà occasione ad alcune ri­ forme tecniche, che avranno il gradimento della Ca­ mera: mi furono raccomandate in significante accordo dalla Giunta generale del bilancio e al Senato dalla Commissione permanente di finanze.

A tale uopo presenterò un progetto di legge per effetto del quale investigo sottilmente tutta la ma­ teria dei residui, gli attivi e i passivi, purgando il conto del tesoro dagli strascichi inutili e ingombranti degli uni e degli altri, segnatamente dei residui attivi.

Nello stesso tempo chiedo la facoltà di commisu­ rare nell’entrata (incominciando dal 1898-99) i rim­ borsi e i concorsi dei corpi morali ai mezzi effettivi dei quali dispongono e questi versamenti assicuro con metodo di esazione privilegiata ogni anno al bi­ lancio, il quale finora si è pasciuto per questo titolo di illusioni riscuotendo meno di quanto s’ inscriveva.

Sopra 124 milioni di residui attivi, 72 rappresen­ tano crediti del Tesoro verso Provincie e Comuni a titolo di rimborsi dovuti segnatamente per spese an­ ticipate dallo Stato in opere pubbliche, le quali una legislazione inspirata ad alti fini, ma forse con in­ sufficiente notizia delle condizioni degli enti locali e della forza contributiva del paese, ha imposto o favorito, assorbendo a dovizie milioni nel giro di pochi lustri. In meno di dieci anni cosiffatti residui attivi, che hanno affaticato e affaticano il Tesoro, crebbero da 42 a circa 72 milioni, nonostante le sol­ lecitudini dell’amministrazione.

E si spiega il cumulo di un debito così rilevante quando si pensa allo svolgersi della legislazione sulle strade ordinarie, su quelle ferrate, sui porti, sulle opere idrauliche, di bonifica, sulle scuole e somi­ glianti, e quando si pensa che la massima parte delle spese cagionate dal colossale movimento di quei lavori si è aggravata sulla proprietà fondiaria, già duramente colpita dalle concorrenze esterne e dal rinvilire dei prezzi congiunto alla crisi bancaria.

L e conseguenze di una siffatta revisione dei cre­ diti del tesoro e di una più equa inscrizione nel bilancio delle somme, che saranno dovute d’ ora in­ nanzi da provincie, comuni e consorzi non so pre­ sagire in questo momento con certezza. Tuttavia non credo che possano tradursi in diminuzioni di entrata superiori a due milioni l ’anno per gli eser­ cizi più prossimi. Penserà il governo a operare in mod^ di non eccedere quella differenza, coprendo una parte delle dilazioni concedute coi maggiori introiti assicurati mediante l’ applicazione fedele e rigorosa della legge e consentendo agli enti locali notevoli agevolezze nella misura degli interessi sulle somme dovute allo Stato.

Intanto fin dall’ esercizio 1898-99 ho tolto per questo titolo 2 milioni, oltre 334,000 lire cancellate nel conto consuntivo 1896-97, nell’ assestamento e nel bilancio prossimo e 2 milioni nei residui attivi per la perdita irrevocabile della causa G euova- O vada-Asti, nella quale la sentenza del tribunale supremo, che dobbiamo rispettare, è stata pienamente favorevole ai corpi locali.

Solidità del nostro bilancio rimpetto a quello di altri Stati.

Siffatte revisioni renderanno sempre più chiaro e più solido il nostro bilancio, il quale nel 1897-98 e nel 1898-99, per nessun servizio di Stato ricorre all’uso del credito, pur ammortizzando ogni anno più del consumo di patrimonio con le entrate ef­ fettive. Questa condizione di cose, non si fa manifesta in alcuni bilanci di Stati esteri, i quali hanno fama di maggior solidità del nostro. Veggasi, per atto di esempio, il bilancio dell’Austria, i cui titoli pub- lici sono stimati più alti degli italiani. Non solo

per le costruzioni e per le dotazioni ferroviarie, ma anche per le bonifiche, per le strade, per le scuole e per altri servizi si ricorre, in taluni casi, al cre­ dito inscrivendo gli interessi e l’ammortamento delle emissioni tra le spese effettive.

Infatti nel bilancio austriaco del 1898, presen­ tato alla Camera dei deputati il 1" ottobre, sono stanziati 1,169,000 fiorini per ammortamento e 1,545,768 fiorini per interessi di investimenti, che rappresentano una spesa di 27,655,730 fiorini, e nel 1897 salivano a più che 25 milioni di fiorini.

Se il nostro bilancio fosse cosi costruito avremmo per gli stessi titoli pei quali l’Austria piglia a pre­ stito, pur servendo interessi e ammortamenti, un risparmio, cioè un avanzo pel 1897-98, di altri 61 mi­ lioni. Il che è dimostrato in uuo studio che allego all’ esposizione.

Nell’ impero germanico, nel 1897-98, 82,534,299 marchi di entrate straordinarie provengono da pre­ stiti, specialmente per usi militari, quantunque la salutare abitudine di stimar le entrate sotto il gitto probabile liberi in questi ultimi tempi quel bilancio dalle emissioni effettive.

Più significante è la cosa in Prussia, dove, come si trae dall’ultimo consuntivo provvisorio 1895-96, oltre le spese e le entrate normali, vi sono altre entrate e spese straordinarie fuori di bilancio. Esse riguardano somme tratte principalmente da prestiti, dei quali si autorizza l’ emissione con leggi parti­ colari, ascrivendone il provento a determinate spese. Figuravano nel 1895-96 per 175,125,835 marchi, i quali per milioni 43 si assegnarono a coprire il di­ savanzo del 1891-92, per 25 e un quarto quello del 1892-93 ; il rimanente era così distribuito : per ferrovie milioni 73 e mezzo, per favorire la emi­ grazione tedesca nella Prussia occidentale e nella Posnania milioni 7 e mezzo; per apertura di ca­ nali di navigazione milioni 14 e mezzo ; per con­ tributo della Prussia nella escavazione del canale del Baltico e del mare del Nord milioni 3 e mezzo ; per regolare il corso di varii fiumi milioni 5 ; per costruzioni scolastiche milioni 1 e mezzo ; per altri scopi somiglianti 7 milioni....

Certamente noi errammo tanto per le prodigalità passate; le quali ci inalzarono al tifiate onore del quarto posto nel debito pubblico dopo la Francia, l’ Inghilterra e la Russia, e al primo in ragione di ricchezza, che mal da questi esempi si trarrebbe argomento a desistere dall’ astensione assoluta di nuove emissioni. In questa astensione assoluta è la salvezza del credito, la guarentigia della finanza. E ciò tanto più che in Austria e in Germania le condizioni economiche sono migliori delle nostre e le tassazioni più miti. Ma dal punto di vista della saldezza tecnica se fosse lecito lanciare sfide in ma­ teria di contabilità di Stato, sfiderei chicchessia, dopo la purgazione dei concorsi e dei rimborsi va­ cillanti, a trovare un bilancio più rettamente co­ strutto del nostro.

Ma il nostro bilancio, si soggiunge dagli ipercri­ tici, si alimenta ancora con entrate straordinarie : una parte dei proventi delle casse di risparmio po­ stali, un milione e mezzo di utili per gli spezzati d ’argento la cui emissione si collega col nuovo a c ­ cordo monetario, che oggi il ministro degli affari esteri presenterà alla Camera chiedendone la urgenza.

Anche qui conviene distinguere. Rispetto alle casse di risparmio non vi sono che partecipazioni a utili gradatamente diminuenti e davvero spettanti al te­ soro, poiché esso, centro di tutto il risparmio postale e responsabile del rimborso con soli quindici giorni di preavviso di oltre mezzo miliardo, trova in questi benefici un legittimo risarcimento, male adeguato ai suoi oneri.

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