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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.24 (1897) n.1217, 29 agosto

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L'ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Anno XXIV - Voi. XXVIII

Domenica 29 Agosto 1897

N. 1217

IL DAZIO SOL O S A I E IL RINCASO DEL PANE

«

Credete voi,

diceva l'o n . Luzzatti nel mag­ gio 1894, quando si discutevano i provvedimenti tinanziari dell’ on. Sonnino, pei quali il dazio sul grano era portato a 7 lire,

credete voi che fra le

acri vigilanze degli economisti

,

fr a tanta democra­

zia prorompente, se il pane tendesse a rincarire, se

il prezzo del grano accennasse a salire vi potrebbe

essere un ministro tanto potente da tenere alto il

dazio sul grano ? Ma sarebbe spazzato via come

una paglia da un colpo di vento. Non occorrerebbe

più oggidì la parola di un apostolo intrepido, come

il Cobden, o di un ministro potente come il Peel...

» Non sappiamo se questa profezia dell’attuale m in i­ stro del Tesoro sia destinata ad avverarsi in Italia, o in qualche altro paese, dove il dazio sul grano è assai gravoso ; sappiamo bensì che la questione del dazio è ora più che mai ardente, pel rincaro avve­ nuto nel prezzo del pane, e che la coalizione degli interessi favoriti dalla tariffa doganale sui cereali è così potente, che ora più che mai sarebbero neces­ sari un Cobden e un Peel, non già nella liberale Inghilterra, ma in Italia, in Francia e in altri paesi non meno vincolisti del nostro.

N oi assistiamo oggidì a uno spettacolo veramente curioso, che ci riconduce anche al medio evo eco­ nomico e ci fa toccare con mano la ipocrisia di certuni, la incoerenza di altri, gli errori in cui ca­ dono molti che si occupano di questa vitale questione. L o spettacolo è questo: che mentre il prezzo del pane aumenta, perchè rincarano i grani, si crede di poter paralizzare l’ aumento ricorrendo alle mete e ai calmieri, alle dichiarazioni ufficiali del prezzo del pane, alle cooperative, ecc., ossia a rimedi che, o non hanno alcun valore pratico e durevole, o sono armi spuntate da un pezzo, che tutt’ ai più possono far male a chi le adopera, e non a coloro_ contro i quali si vogliono maneggiare, o sono mezzi utili da mettere in pratica, ma che hanno una portata differente da quella che l’urgenza de! momento esige e non pos­ sono ad ogni modo dare risultati immediati. Si di­ mentica invece, che nei fattori del prezzo del pane ve n’ è uno, il quale se in momenti di grande ab­ bondanza di grano, e quindi di prezzi bassi, può non riescire molto sensibile, lo diventa, al contrario, enormemente, quando per lo scarso raccolto i prezzi salgono e salgono senza che si possa preveder^ a che punto si arresteranno, Quell’ elemento del prezzo è il dazio sulla materia prima che compone il pane: sul grano; dazio che ora aumenta in Italia di circa 40

cente-simi al chilogrammo il prezzo di vendita del pane. Sono attualmente 7 lire e mezza in oro di dazio per quintale di grano, ossia quasi 8 lire incarta; e se quando il prezzo del frumento sul mercato libero in­ ternazionale era di 14 o 15 lire, come un anno fa a Londra e a Bruxelles, ad esempio, quelle 8 lire, pur rappresentando il 50 per cento del prezzo originario, non erano avvertite in misura oltremodo gravosa, og­ gidì esse appariscono a tutti e sono reatolmente un aggravio insopportabile, che va respinta con tutte le

forze.

_ . .

Nel paese della pellagra, dei salari di pochi soldi al giorno (si pensi ai lavoratori agricoli del Veneto, d e f mantovano, della Basilicata, della Sardegna, alle risaiole, alle trecciaiole, ecc.) nel paese del sale a un prezzo quasi decuplo del costo (per tacere di tutto il resto gravato dal fisco), ci voleva proprio nuche il dazio sul grano, ed era veramente neces­ sario, perchè il sistema del fiscalismo trionfasse, che da 44 lire di dazio per tonnellata si andasse in quattro tappe a 75 lire. Le classi dirigenti italiane, e so­ pratutto la classe dei proprietari fondiari, se guar­ dano all’opera compiuta in questo campo, non hanno davvero di che rallegrarsi, perchè, per dirla in poche parole, hanno seminato vento e finiranno per ra c­ cogliere tempesta, se, consapevoli dei loro obblighi come dei loro diritti, non rinsaviscono e guardando l’ Italia reale, non quella ufficiale e d’ apparato, non s’ affrettano a ritornare sul cammino^ percorso, di­ struggendo una non piccola parte dell’ opera incauta­ mente compiuta.

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fra i nostri prezzi e quelli dei mercati liberi dove dazio sul grano non si riscuote, s’ aggirava intorno alla misura del dazio medesimo; non vedevano che nei periodi buoni, di abbondante produzione, lo Stato confiscava tutto o gran parte del vantaggio che i consumatori avrebbero potuto ottenere, e nei periodi cattivi li metteva in gravi strettezze, li costringeva a sacrifici molto maggiori per appagare il primo, si noli, il primo bisogno dell’ esistenza. Gli economisti, senza ricorrere a cifre che ora indicherebbero un distacco di prezzi sensibilmente superiore al dazio, possono domandare ai difensori più o meno disin­ teressati e valorosi del dazio, se i fatti non hanno dimostrato punto per punto la esattezza dei ragiona­ menti e delle previsioni che hanno fatto tutte le volte in cui si è alzato il dazio col duplice intento di proteggere i produttori di grano e di dare allo Stato una maggiore entrata. Ma è venuto il momento di scontare gli errori commessi. Quel dazio, che negli anni di abbondanza non ha un effetto completo nel senso, che non vale a tenere sufficientemente alto il prezzo per procurare ai produttori il lauto guadagno deside­ rato, ora che il raccolto è o si giudica deficiente, porta i prezzi ad un’ altezza che, per ripercussione sul prezzo del pane, fa strillare i consumatori.

In questa condizione di cose, per la quale il rin ­ caro del pane è inevitabile c’è chi non trova di me­ glio da suggerire del calmiere per combattere la ingordigia dei fornai. Ora è bene intendersi su que­ sto punto. Noi pure crediamo che l’ industria della panificazione abbia bisogno di essere rimodernata ; già lo abbiamo notato poche settimane sono ; cre­ diamo anche che i profitti dei fornai siano relati­ vamente larghi, che quindi le cooperative potrebbero vantaggiosamente tentare la concorrenza e il pub­ blico dovrebbe appoggiare cotesti tentativi perchè vi sono molte probabilità che dieno buoni risultati. Ma tutto questo non ha che una relazione indiretta con la questione attuale del rincaro del pane. Come mai questo non dovrebbe verificarsi se il prezzo del grano è aumentato di circa 4 lire il quintale? Non v’è au­ torità, non v’èjlegge, che possa impedire una simile ripercussione. Finché le condizioni della industria della panificazione rimangono tali quali sono, bisogna bene che ad un aumento di prezzo della materia prima corrisponda un rincaro del prodotto lavorato ; e a differenza di ciò che avviene per altri prodotti, vediamo anzi in questo ramo di produzione che il rincaro è in proporzione minore dell’ aumento di prezzo della materia prima, il che si collega col fenomeno contrario, che avvenendo un ribasso di prezzo del grano il pane diminuisce di prezzo meno che proporzialmente.

I panifici cooperativi, ai quali taluni ricorrono col pensiero solo in questi frangenti, possono giovare invece in qualsiasi momento, dando modo di far concorrenza ai fornai e di esperimentare una produ­ zione più razionale, più economica e su grande scala. Ma il confidare oggi in essi per fronteggiare

subito

il rincaro del pane è una chimera, come lo è l’ al­ tra idea di ricorrere al calmiere. Ormai se si vuole ottenere qualche vantaggio immediato bisogna ap­ plicare rimedi pure di efficacia immediata, quali sono i provvedimenti finanziari, ossia le riduzioni del dazio di confine e dei dazi interni. Lasciando per ora da parte questi ultimi, che esigono provvedi­ menti più complessi, ci pare che la riduzione del dazio di entrata da 7.50 a 3 lire, com’ era dieci

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anni sono, data la forte importazione di grano che avremo, priverebbe il bilancio di una somma su cui normalmente non si può calcolare e quindi non po­ trebbe alterarne notabilmente i risultati finali. Dna misura analoga si è imposta in Francia nel 1891, dove con la legge del 3 luglio 1891 fu ridotto il dazio sul grano da 6 a 3 franchi fino al 1° giugno 1892; e certamente, non ostante la presenza del sig. Meline al potere, se il rincaro del grano persistesse, quello che è stato fatto nel 1891 sarebbe ripetuto ora.

Da noi, è bene rammentarlo, fino dallo scorso d i­ cembre l’ on. Niccolini chiedeva al Governo se non fosse giunto il momento di abbassare il dazio sul grano, e allora l’on. Branca, osservando che il prezzo del pane aveva subito assai lieve aumento e che appunto in quei giorni il prezzo del grano accennava a ribassare, rispondeva non essere per ora il caso di alcun provvedimento. A lla stessa conclusione egli giungeva poche settimane sono, come notammo in altro articolo, nel rispondere all’on. Marescalchi ; ma anche i protezionisti induriti, come l’attuale ministro delle finanze, non riescono sempre a resistere alle correnti veramente forti e mosse dall’interesse pub­ blico generale, sicché se si avverasse la previsione fatta da alcuni, che i prezzi dei grani continueranno a crescere, dobbiamo credere che, per evitare d'essere sbalzato dal potere, 1’ on Branca si piegherà al do­ loroso passo, cui si è rifiutato nel dicembre e nel luglio. Intanto gli diamo il consiglio di meditare la profezia del suo collega del Tesoro.

L’UFFICIO D'INFORMAZIONI PER GLI EMIGRANTI

IN IN G H IL T E R R A

Tra lo Stato e le molteplici istituzioni private del - 1’ Inghilterra, che si propongono di aiutare in modi vari gli emigranti, tiene, in certa guisa, il posto di mezzo, come istituto semi-ufficiale,

\’ Emigrants' I n ­

formation Office,

ossia l’ Ufficio d’ informazioni per gli

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L’ E C O N O M I S T A

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Inghilterra dai governi coloniali, e secondo che era più o meno vivo il desiderio nelle colonie, di r i­ chiamare a sè emigranti, l’attività dei rappresentanti delle colonie nella diffusione di notizie era più o meno alacre e si esplicava non solo coi mezzi soliti, ma anche mediante conferenze, esposizioni ecc.

Più di tutti fu, a questo proposito, attivissimo il Canada, che fece imbarcare, anche degli agronomi e pubblicò le loro.impressioni. Senonchè, come le no­ tizie di fonte privata avevano lo svantaggio che erano casuali e spesso incerte, così quelle provenienti dai governi delle colonie lasciavano temere che non fossero imparziali, ma spesso troppo rosee. Ancora più questo è il caso delle informazioni date dagli agenti o sensali di emigrazione e dai loro dipendenti, elle traggono un vantaggio diretto dalla spedizione degli emigranti. Quanto alle notizie che forniscono le società per la emigrazione e che esse diffondono col mezzo degli opuscoli sono, bensì, di regola, im par­ ziali, ma in generale non sono note abbastanza.

Per tal modo, in relazione a! movimento coloniale sempre vivo in Inghdterra, sorse la richiesta che lo Stato creasse un ufficio, il quale avesse il compito di fornire e pubblicare notizie, in modo ineccepibile quanto alla imparzialità, sulle condizioni dei paesi di immigrazione e le prospettive che ivi gli emigranti avrebbero trovato. Sopratutto gli sforzi furono diretti a rendere più efficace l’ opera delle società che si occupano del a emigrazione mediante la creazione di un centro comune. Come si esprimeva Arnold W hite

(Problems o f a great city,

pag. 82) « occorreva met­ tere al posto dell’ attuale informazione coufnsa e ri- valeggiante, quella ufficiale, imparziale e verace e non irresponsabile, fantastica e arretrata come adesso è il più sovente ».

Nel 1885 sir W illia m Harcourt, allora Ministro dell’ Interno, propose la istituzione di un-ufficio cen­ trale di informazioni, sopratutto allo scopo di secon­ dare l’ opera delle società d’emigrazione con notizie degne di fede intorno al mercato de! lavoro nelle colonie; ma la Tesoreria si manifestò contraria a tale proposta. Solo al principio del 1886, tornato al potere l’Harcourt come Ministro del Tesoro, il pro­ getto potè essere attuato e il nuovo ufficio che fu detto

E m igranti Information Office

e fu posto alla dipendenza del

Colonial Office,

cominciò a funzionare IM I ottobre 1886 e suo compilo è di fornire no­ tizie esatte quanto più è possibile, sulle prospettive della emigrazione nelle colonie britanniche, la si­ tuazione del mercato del lavoro, il costo del viaggio, i prezzi dei generi di prima necessità, ecc., per met­ tere ohi vuol emigrare in grado di giudicare se è'con­ sigliabile oppur no di emigrare in una data coionia, in quel dato momento. L a esattezza di tali notizie non è tuttavia garantita dal governo, ma poiché è data la maggior pubblicità alle notizie, si comprende che esse debbono essere le più attendibili che si possono avere e che in ogni caso possono essere prontamente rettificate. Non rientra affatto nel com­ pito dell’ ufficio d’informazioni di eccitare o sconsi­ gliare in qualsiasi modo dall’ emigrare in generale in un luogo determinato; suo compito è semplice­ mente di raccogliere notizie e di pubblicarle.

t i E m igranti Information Office

non doveva avere il carattere di un ordinario ufficio di Stato, ma un carattere semi ufficiale, perchè se la sua sorveglianza generale spettava al ministero delle colonie, la dire­ zione era completamente affidata a un consiglio di

amministrazione, nel quale dovevano trovar posto soltanto pochi funzionari. Meno due di questi, gli altri componenti il consiglio sono infatti membri del P a r­ lamento e uomini che si sono occupati delle cose relative alla emigrazione. li loro numero complessivo è di quindici, ma il lavoro principale è fatto da un comitato di sei membri e naturalmente prevale la influenza ilei funzionari del

Colonial Office,

sicché l’

E m igranti Information Office

è divenuto un po’ nella realtà, come una sezione di quel ministero, la qual cosa veramente non era nelle intenzioni del suo fon­ datore.

L ’ ufficio d’ informazione ha un capo (

chief clerk)

un redattore, uno scrivano e costa poco più di mille sterline. Esso raccoglie il materiale necessario, in parte con il concorso dei rappresentanti delle colonie residenti a Londra, in parte per corrispondenza di­ retta con i governi coloniali e con numerosi corri­ spondenti nelle colonie. Nei casi in cui occorra di stabilire fra relazioni contraddittorie da che parte è la verità, i membri del consiglio amministrativo o il redattore si portano sul luogo raccogliendo per tal modo notizie più attendibili,

t i

ufficio utilizza il materiale così raccolto in due modi, in forma di stampati e mediante notizie date verbalmente o per iscritto agli interessati.

Gli stampati comprendono dei manuali (

handbooks

) per le seguenti colonie : Canada, Nuova Galles del Sud, Victoria, Australia meridionale, Queensland, Australia occidentale, Tasmania, Nuova Zelanda, C o­ lonia del Capo, Natal. Ciascuno di essi, contenente dalle 2o alle 50 e anche più pagine, costa un

penny

e contiene una carta geografica della colonia e no­ tizie copiose sul clima, sul tempo migliore per l ’a r­ rivo, sulla popolazione, la costituzione politica, le disposizioni legislative più importanti, ad esempio sulle leggi relative alle fabbriche alla durata del lavoro, agli arbitrati, agli apprendisti ecc., la religione, la istruzione ecc.; e inoltre sulle società di navigazione sui prezzi di trasporto, sulle ferrovie, I’ agricoltura le miniere, l’industria, i prezzi dei viveri e delle abi­ tazioni, sui salari, le leggi fondiarie la ricerca di lavoro, nonché consigli e avvertimenti speciali, ecc. Questi manuali sono assai pratici e riescono utili non solo agli emigranti, ma a chiunque voglia conoscere le condizioni economiche delle colonie britanniche. Un altro manuale poi (

Professional Handbook)

viene pubblicato annualmente per dare tutte quelle indica­ zioni intorno a certe professioni, che non si trovano negli altri manuali e cioè riguardo alle condizioni r i ­ chieste nelle colonie per l’ esercizio delle professioni di avvocato, farmacista, ingegnere, viaggiatore di com ­ mercio, dentista, medico, notaio, maestro, ecc. E final­ mente un altro manuale pubblicato col titolo

Emi-

gration Statutes and General Handbook

contiene le disposizioni legislative intorno alla emigrazione dal Regno Unito e alla immigrazione di indigenti nelle colonie, come pure molte notizie sulle società che aiutano l’ immigrazione, ecc. 1).

Questi manuali passano in un numero relativa­ mente piccolo di mani, quindi per dare maggior diffusione allo notizie interessanti I’ emigrazione,

’) Ciaseuu manuale può aversi separatamente, i

primi dieci sulle colonie al prezzo di 1 penny cia­

scuno e gli ultimi due a 3 pence T uno, oppure le­

gati insieme al prezzo di 2 scellini, t i Emigrants’

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l ’ ufficio si vale degli avvisi e delle circolari. I primi sono affissi negli uffici postali e, se richiesti, anche nei

clubs,

nelle associazioni, eco.; essi contengono un cenno intorno allo scopo dell' ufficio, alle durate dei viaggi e ai prezzi per le 10 colonie suindicate, sul­ l ’ assistenza all’ emigrazione da parte delle colonie, sulle istituzioni che accolgono gli emigranti, ecc. Le circolari stanno di mezzo tra i manuali e gli avvisi, quanto all’ampiezza delle notizie, e contengono le più recenti informazioni sul mercato del lavoro nelle colonie, e ora anche, con vari

pamphlets,

l’ ufficio di informazioni le fornisce per gli Stati Uniti, per la Repubblica Sud Africana (Transvaal), per l’Argen­ tina, per le Indie occidentali, per la Terranuova, e Ceylan. Queste circolari sono inviate gratuitamente alle società operaie, alle associazioni religiose, filan­ tropiche e a quelle che si occupano dell’ emigra­ zione. Esse sono un modello di informazioni chiare, utili e pratiche.

Noi abbiamo sottocchio le circolari pubblicate con la data del I o luglio u. s. per il Canada, le colonie australiane e dell’Africa meridionale, e in verità non sapremmo indicare documento piu recente che con­ tenga notizie così copiose e precise intorno alle con­ dizioni del lavoro, ai salari, in breve a tutto ciò che può interessare gli emigranti per quei paesi.

L ’Emigrants'information Office

fu instituito per fornire notizie agli emigranti che vogliono andare nelle colonie britanniche; ma questa limitazione non potè essere mantenuta, perchè tosto, con la comuni­ cazione verbale di notizie, furono date informazioni anebe per altri paesi e nel 1890 il ministero delle colonie permise che fossero pubblicati anche su paesi esteri ragguagli sommari, nel caso che ne sorgesse la richiesta. Cotesto compito, della pubblicazione di notizie utili agli emigranti, l’ ufficio in parola lo adem­ pie con molta valentia e utilità pratica, ed esso non si dispensa nemmeno dal dar loro consigli e avvertimenti, specialmente nei riguardi dell’emigra­ zione pel Brasile e per l’Argentina.

L ’ ufficio di informazioni per gli emigranti ha dal 1891 in poi istituito alcune succursali presso le Biblioteche pubbliche libere (

Free public libraries)

di Aberdeen, Bradford (Yorks), Cardiff, Cork, Hull, Kidderminster, Leeds, Manchester, Newcastle - upon- Tyne, Nottingam, Reading, Swansea e Wolverham p­ ton, nonché presso la Biblioteca Mitchell di Glasgow e l’ ufficio governativo dell’ emigrazione di Liverpool. Possono anche ottenersi informazioni analoghe dalle varie sezioni coloniali dell

’ Imperial Institute.

Quanto all’ attività dell’

Emigrants' Information

Office,

la quale è rivelata dalle informazioni che gli sono richieste, bisogna dire che essa è stata piuttosto oscillante; nel periodo 1888-90 le informazioni per­ sonalmente richieste raggiunsero la cifra massima e furono di oltre cinquemila l’ anno, poi si notò una continua diminuzione e nel 1895 non furono che 2282 ; le lettere dirette all’ ufficio da persone inten­ zionate ad emigrare ammontarono a 12,516 nel 1888 dopod’allora il loro numero scese, più o meno secondo gli anni, e nel 1895 troviamo che esse furono 7,734. Questa minore attività,almeno in parte si spiega con la diminuita emigrazione specie nel periodo 1890-95 ’ ) *)

Va notato che solo una piccola frazione (il 4 per cento) di quelli che si rivolgono all’ ufficio d’ informazione appartiene alle associazioni operaie o alle società di mutuo soccorso ; i membri di queste si valgono il più spesso delle notizie che ottengono dalle loro società. Il numero delle domande provenienti dall’ Irlanda è pic­ colo, quello della Scozia non è di poca entità (dall’ 8 al 13 per cento). L ’ ufficio esercita la sua attività più che altro fra gli operai non organizzati delle grandi città e dei distretti industriali ; esso non è ancora riuscito a mettersi in contatto con la popolazione rurale. Se anche non è possibile stabilire, fin dove penetra la pubblicità, mediante la stampa, la diffu­ sione delle circolari, eoe. non, v’ ha dubbio che le informazioni imparziali dell’

Emigrants Information

Office

esercitano una influenza favorevole sull’ emi­ grazione e la istituzione per sè stessa dimostra che lo Stato, senza intervenire a dirigerla e ad assisterla, vuol cooperare a istruirla, allo scopo di salvarla, per quanto è possibile, dai disinganni amari e dalle odissee pietose, che troppo spesso hanno accompa­ gnato anche le emigrazioni europee di questo secolo.

IL COMMERCIO INTERNAZIONALE ITALIANO

n e l p r i m o s e m e s t r e < 1 e t 1 8 9 7

Sebbene con non grandi mutamenti il mese di giugno modifica alquanto' T andamento del com­ mercio internazionale ; la importazione, che tranne il gennaio era stata in ciascun mese superiore a quella dello stesso mese dell’ anno precedente, è scesa per il giugno da 101.2 a 94.8 milioni; quindi una di­ minuzione di 6.3 milioni. La esportazione invece è aumentata da 72.1 a 81.9 milioni quindi supera di 9.7 m ilioni quella del giugno 1896.

Complessivamente esclusi i metalli preziosi si ha per il semestre:

1896 1897 D ifferenza

Importazione.. 579,675,226

580,324,287 - f

641,061

Esportazione.. 494,827,851

554,111,004 + 59,283,153

1,074,503,077 1,134,435,291 - f 59,932,214

Per i metalli preziosi si è avuto :

1896 1897 Differenza

Importazione .

5,502,300

5,174,700 -

327,600

Esportazione . 9,414,900

8,053,100 — 1,361,800

Nella importazione tutte le categorie sono in au­ mento meno due: la

canapa, lino e ju ta ed i cereali

funzionare V Emigrants'Information Office) al 1896 1a

seguente:

1 8 8 7 .... .. 281,437

1892... .. 210,042

1 8 8 8 .... .. 279,928

1893... .. 208,814

1 8 8 9 .... .. 253,795

1894... .. 156,030

1 8 9 0 .... .. 218,196

1895... .. 185,181

18 9 1 ....

1896 .. .. 161,939

*) La emigrazione di persone di origine britannica

e irlandese, per paesi fuori d’Europa e del Mediter­

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L’ E C O N O M I S T A

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e farine ;

in quest’ ultima categoria le granaglie danno le seguenti cifre :

T ona. Diff. col 1896 V alore Diff. col 1896 L ire

G rano e frum ento 174,159 — 268,457 27,509,222 — 42,416,206 Id . tem p. ìm portazione . . . 19,404 — 1,473 3,065,832 — 232,734 S egala... 2,845 — 828 369,850 - 106,990 A vena. . . . . 31 — 5,603 4,650 — 840,450 O r z o ... 1,840 — 6,307 266,800 - 914,515 G ranturco . . . 38,813 — 76,415 3,880,040 - 7,641,440 Legum i secch i. . 2,394 — 2,014 478,800 — 402,800

Queste sole voci hanno dato, per le note ragioni, una minore importazione di circa 52 milioni, ma il totale essendosi mantenuto quasi eguale a quello del 1896 vuol dire che le altre voci aumentarono di circa 52 milioni.

Accettando le divisioni che ci dà il Bollettino della Direzione Generale delle Gabelle si avrebbe:

1. ° Ohe delle materie necessarie all’ industria,

greggie

si è fatta net 1897 una importazione mag­ giore di 15.7 milioni, cioè da 227.0 a 242.8 m i­ lioni ; primeggiano in questo aumento : il

tabacco

in foglie,

i

legni e radiche per tinta e per concia,

il

cotone greggio

(quasi 3 milioni), i

bozzoli

(quasi 4 m ilioni); il

legno comune da costruzione,

il

car-

bon fossile,

gli

animali equini,

la

gomma elastica

greggia.

2. ° Che delle materie necessarie all’ industria,

lavorate

si è importato nel 1° semestre 1897, 24.8 milioni più che nel 1° semestre 1896, cioè da 99.5 milioni a 124.4; qui si trovano i principali aumenti, nei

solfati

(2.7 milioni), nelle

lane tinte, cardate,

pettinate e meccaniche,

nella

seta tratta greggia

(10.6 milioni), nella

ghisa in pa n i

(3 milioni) nel

ferro ed acciaio in lamiera,

nel

rame, ottone e bronzo

in pani, spranghe, lamine e fili.

3°. Che i

prodotti fabbricati

diedero una mag­ giore importazione di 4.1 milioni, cioè da 116.8 a 120.9 milioni ; tale aumento è sparso in molte voci ed è il risultato di molte differenze anche in meno ; la sola voce che dà un aumento cospicuo è quella delle

pietre preziose lavorate

per 3.7 milioni.

4.° Che finalmente i

generi alimentari

danno una diminuzione di importazione di 44.1 milioni, cioè da 126.8 a 120.9 perché alle diminuzioni dei

cereali,

a cui sopra abbiamo accennato compensa in questa categoria l ’ aumento per 2.3 milioni nella importazione del

vino.

La esportazione, come si è visto, dà un aumento nel semestre 1897 di 59.2 milioni. Così diviso :

1. ° Materie necessarie alla industria,

greggie

in aumento di 8.5 milioni, cioè da 94.4 a 103 mi­ lioni, Sono tra i principali aumenti : il

tartaro e

feccia di vino;

la

canapa greggia

(per 8.9 milioni) i

minerali

d'ogni sorta ; mentre danno diminuzione di qualche importanza le

lane naturali lavorate, i

cascami

(per 2.1 milioni)

i cascami di seta greggi

(per 1.7 milioni).

2. ° Materie necessarie all’ industria

lavorate;

in aumento di 8.4 milioni da 154.7 a 163.2 milioni, e vi contribuiscono:

gli oli volatili ed essenze,

i

legni

radiche per tinta e per concia nominali,

i

filati di

cotone

esclusi i cucirini, la

seta tratta semplice o

torta anche Unta

(per 5.5 milioni).

3.° I prodotti fabbricati danno molte voci d 1 aumento nel complesso da 86.3 siamo saliti a 120.7 milioni quindi una maggiore esportazione di 54.4 milioni. Diamo qui l’elenco di tutte le voci la cui differenza tra i due semestri oltrepassa il mezzo milione :

Aumenti :

Tabacco lavorato... L.

974,796

Colori estratti colorati e vernici

. »

587,840

Tessuti ed altri manufatti di canapa

lino e j u t a ... »

1,050,225

Tessuti ed altri manufatti di cotone

»

1,643,992

Id

Id.

di lana .

»

721,750

Id.

Id. di seta o di

filo sella ... »

851,801

Botti nuove e vecchie . . . .

»

625,449

Bastimenti ed altri galleggianti

. »

17,674,575

Carta d’ogni s p e c ie ...»

751,652

Macchine e parti di macchine .

. »

616,922

Corallo la v o r a to ...»

3,548,280

Avorio, madreperla e tartaruga la­

vorati...»

1,540,000

Fili e cordoni elettrici isolati .

. »

557,375

Cappelli... »

888,970

Oggetti da collezione e d’arte .

.

»

975,046

Diminuzioni :

Cappelli di p a g l i a ...»

956,000

Guanti di pelle... »

698,740

4.°

Generi alimentari

che da 152.2 sono salite a 167.0 con un aumento di 7.8 milioni: il

vino

per 7.4 milioni, le

uova di pollame

per 4.8 m ilioni (d i 16.5 a 21.3 milioni) il

burro

e

formaggio

(per quasi uu milione) ; mentre diminuirono per quasi 4 milioni il

riso,

per quasi due, gli

animali bovini,

per oltre un milione gli

animali suini.

Diamo ora il solito elenco delle categorie:

C A TEG O R IE secondo la tariffa doganale

IM PO RT V alore delle merci im p o rtate dal l°g en n . al 30 giugno d e ll’ an n o 1897 4Z IO N E D ifferenza col 1896 L ire L ire I . S p iriti, bevande ed oli ... 16,210 319 -*- 2,819,86t I I . G eneri colon., droghe e tabacchi. 3 tì,2 4 8 ,0 U + 2,880,870 I I I . Prodotti chim. g en eri m edicinali,

re sin e e profum erie... 28,905,928 + 4,341,436 IV. Colori e generi p er tin ta e per

c o n c i a ... y. GO k o + 2,834,429

V. Canapa, lino, j u t a ed a ltri

vege-ta li filam entosi esci, il cotone. 11,853,187 - 1,216,906 V I. Cotone... 81,735,979 — 2,375,176 V II. L an a, crino e p e li... 34,837,563 + 2,680,762 V III. S e t a ... 59,786,123 + 11,810,976 IX . Legno e p ag lia... 24,763,911 + 4,492,121 X. C arta e l i b r i ... 6,585,478 + 86,507 X I. P e lli... 24,717,122 + 1,420,421 X II. M inerali, m etalli e loro la v o ri.. 72,524,854 -1- 4,399,621 X III . P ie tre , te rre , v a s e lla m i, v e tri e

c ris ta lli... 58,278,891 + 4,460,440 XIV. C ereali, fa r., p aste e pro d o tti

ve-g e t.,n o n com presi in a ltre cateve-g. 53,187,100 - 50,136,139 XV. A nim ali,prodotti e spoglie di a n

(6)

L’ E C O N O M I S T A

29 agosto 1897

550

ESPO R TA ZIO N E C A T E G O R IE Valore delle merci esportate D ifferenza secondo la tariffa doganale al 30 giugnodal 1° genn.

col 1896 d e ll’ a nno 1897 L ire L ire I . 74.851.249 5,103,002+ 9,654,846 4- 1,632,594 I I . G eneri colon, droghe e tabacchi.

I I I . P ro d o tti c h im .,g e n eri m edicinali,

21,933,596 -1- 1,576,650 IV . Colori e gen eri per tin ta e per

7,706,264 4- 1,401,316 V. C anapa, lino, iu ta ed a ltri

vege-V I. ta li filam entosi, esci, il cotone. 35,028,077 15,375,407 4,910,860 153,377,876 36,710 084 4,975,910 11,922,589 19,773,158 -1- 8,972,476 4- 3,081,945 - 1,482,987 4 4,748,089 4 - 17,582,581 4- 973,774 - 1,223.444 4- 5,246,356 V II. V i l i . IX . X. X I.

X II. M inerali, m etalli e loro la v o ri.. X I I I . P ietre, te rre , vasellam i, vetri e

29,672,221 - 218,263 X IV . C ereali, fa r., paste e prodotti

ve-XV. Anim ali, prodotti e spoglie di ani-g etali, non com pr. in a ltre cat. 48,944,044 - 1,994,298 X V I. m ali, non com pr. in a ltre categ. 71,105,15412,651,5194- 6,273,359 4- 3,058,159 Totale delle prim e 16 c a te g o rie .. 554,111,004 4- 59,283,153

X V II. 8,053,100 - 1,361,800

T otale g e n e r a l e .... 562,164,104 4- 57,921,353

L e riscossioni doganali hanno dato:

Titoli

di riscossione 1897 1896 D 'fferenza

L ire L ire Lire

D azi d ’im p o rtazio n e 105,143,895 121,340.124 - 16 196 229 D azi di E sportazione 584,223 2, «20,927 — 2,236,704 S opratasse di fabbri-cazione. . . . . 1,303,702 1,274,604 4- 29,098 D iritti d i statistica . 842,796 4 - 842,796 D iritti di b o llo . . . 488,746 512-624 - 23,878 D iritti m arittim i . . 3,661 949 3,110-762 + 551,187 P ro v en ti d iv e rsi . . (a) 409,567 3 l;,2 9 6 4- 97,211 T o tale . 112,434,818 129,371,337 — 16,936,519

L a Russia è essa sulla via di divenire un grande Stato manifatturiero, di avere la grande industria come i paesi dell’ Europa centrale, come l’ Inghil­ terra e gli Stati Uniti, di conoscere quindi lutti i vantaggi e i danni economici e sociali che accom­ pagnano il regime del lavoro nelle grandi fabbriche? La domanda è di tale importanza, che basta formu­ larla, perchè si comprenda l’interesse che l’argomento presenta dal punto di vista sociologico. E sta in fatto che nella Russia centrale, sopratutto, l’ industria vi ha preso uno sviluppo notevole, tanto che gli eco­ nomisti russi si sono messi a discutere intorno agli effetti del capitalismo sorgente a lato del vecchio regime comunitario agricolo.

Il Loria ha splendidamente esposto la controversia del capitalismo in Russia; lo Schulze Gavernitz ha di recente tracciato il quadro dello sviluppo della industria nella Russia centrale; il Combes de Le- strade ha dedicato un libro alla descrizione della Russia economica e sociale; il Mendóléef, direttore del dipartimento del commercio e delle manifatture

(a) Comprese L . 84,749 d i tassa speciale sugli zolfi d i Sicilia .

\

al Ministero delle finanze, ha riassunto io stalo at­ tuale delle industrie russe in una pubblicazione in lingua inglese, fatta in occasione della Esposizione di Chicago, e molti altri lavori si potrebbero citare intorno alla evoluzione economica del grande Impero dello Czar. Di recente poi, il noto autore dell’ opera

L ’empire des Tsars et les Eusses,

Anatolio Lero y Beaulieu, ha esaminate appunto le trasformazioni sociali della Russia contemporanea

( Revue des Deux

Mondes,

1° agosto 1897) ed è con la sua scorta che vogliamo dare brevemente un’ idea di quella evoluzione che già si delinea nell’ economia russa.

Ormai la Russia non è più uno Stato esclusivamente agricolo; essa diventa un paese di grande industria; essa vi ha ravvisato la sua gloria e vi ha messo tutti i suoi sforzi per raggiungerla, e si può dire che vi è riuscita. È questa una evoluzione, una trasforma­ zione di cui devono risentirsi le condizioni sociali del vasto impero e il regime del

m ir

e le stesse co­ munità di villaggio. Sorgono così in Russia, con lo sviluppo industriale e la creazione di grandi mani­ fatture, altre questioni sociali, altri problemi eco­ nomici differenti dalle questioni agrarie e dalle di­ visioni periodiche del

mir.

La Russia non può più essere considerata come un immenso villaggio uni­ camente popolato di agricoltori curvi sul suolo e senz’altro pensiero che quello dei loro campi e dei loro raccolti.

Il Leroy Beaulieu non raffigura questa trasforma­ zione con cifre e questo toglie, certo, al suo studio quel carattere positivo che gli avrebbe giovalo; ma- qui è sufficiente dire che alcune industrie hanno avuto uno sviluppo considerevole, e tra queste pos­ siamo citare l’ industria del cotone, la cui produzione è dal 1880 in poi più che raddoppiata ; quella della ghisa triplicata, e lo stesso è a dire del carbone, del sale, dello zucchero ecc., mentre il petrolio è otte­ nuto ora in quantità considerevolmente maggiore. Non è, del resto, il dato statistico che qui ci inte­ ressa, ma il fatto generale che di fronte al

m ir

dai costumi secolari e dagli istinti tradizionali si erge ora l’opificio, maestro di novità, che minaccia di met­ tere in rivoluzione le abitudini nazionali e che plasma a poco a poco un personale a sua imagine.

Infatti si forma in questo momento, nel cuore della Russia, nella Moscovia antica, per l’ effetto stesso dei progressi economici e del suo sviluppo industrialo, una classe di lavoratori urbani, o meglio una classe di operai di fabbrica, pei quali la questione della terra diventa secondaria e indifferente. Molti tra essi, è vero, la maggior parte senza dubbio, sono ancora legati in fatto e in diritto al

m ir

e al comune r u ­ rale; ma il loro allontanamento dal villaggio, il loro arruolamento nelle manifatture fa loro prendere, a poco a poco abitudini e idee nuove; essi si staccano lentamente dalla terra, emergono al di fuori della vita rurale e quantunque siano sempre inscritti agir occhi della legge nella categoria dei contadini, un certo numero di essi hanno cessato di essere dei contadini, dei

mujiks.

Attorno alle due capitali e nelle borgate industriali si vede sorgere un proletariato operaio, ancora in via di formazione, quasi appena sbozzata, ancora spesso incosciente di sè, ma già pei suoi bisogni e pel suo regime di vita analogo al proletariato dell’ occidente.

(7)

29 agosto 1897

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ingrossarla. Essa è in gran parte opera sua ; il po­ tere autocratico, fonte in, Russia di ogni iniziativa, si è dedicato a farla nascere ed a fortificarla. La Russia, infatti, sotto l ’ impulso dell’autorità sovrana si è ostinata a diventare uno Stato industriale.

L a protezione, le alte tariffe doganali ostinatamente mantenute da molti anni hanno concorso a produrre l’ evoluzione industriale della Russia. A differenza di ciò che vediamo in Francia, l’ agricoltura, e con essa le classi agricole, la nobiltà terriera specialmente, ! sono state sacrificate, sotto questo aspetto, alle esi­ genze della industria. Facendo prevalere gl’ interessi dell’ industria, l’autorità imperiale credeva che il miglior modo di servire la Russia fosse di farne una grande potenza industriale. Questo programma è stato attuato, ma con ciò stesso migliaia di lavoratori della terra sono stati spinti verso le officine, riunendo così il Governo russo con le sue mani gli elementi di una classe sociale nuova. E di buon grado o no, sfor­ zandosi a divenire uno Stato industriale, la Russia ha trascinato la sua popolazione operaia alla stessa vita, alle stesse condizioni di esistenza, in una parola, alla stessa evoluzione sociale delle popolazioni operaie dell’occidente d’ Europa.

Pertanto ora la Russia è in piena transizione e vi si può seguire, secondo le varie industrie e le diffe­ renti regioni, le fasi varie di una evoluzione che si svolge lentamente sotto i nostri occhi. Oggi ancora l’operaio russo resta il più spesso legato al

mir,

av­ vinto alla terra. In diritto, se non sempre di fatto, egli è di solito un contadino, membro del comune rurale dove è nato, dove ha lasciato la

izba,

dove tornerà a invecchiare e a morire. E g li non è venuto in città o alla fabbrica che per aumentarvi i suoi mezzi, per pagare più facilmente le sue imposte e i suoi censi ; le gravi imposte dovute dal contadino affrancato. Spesso ritorna al villaggio nell’ estate per il raccolto, talvolta l’ autunno per preparare le se­ menti, Nel resto dell’ anno il lavoro dei campi è fatto dalle donne e dai figli rimasti nel paese. Y i sono dei villaggi del Nord che non sono abitati du­ rante lunghi mesi che da donne, da fanciulli e da vecchi. Questa vita semi-industriale e semi-agricola è considerata da alcuni russi, dai vecchi slavofili e dai giovani

narodnìki

(da

narod

popolo) come un van­ taggio della Russia e un privilegio dell’ uomo russo. Essi dimenticano che anche nell’Occidente, fin nella vecchia Inghilterra, v i fu un tempo, prima dell’ èra delle macchine, in cui filatori e tessitori erano cam- pagnuoli viventi nei villaggi o nei borghi, a un tempo agricoltori e operai. Certo potrebbe essere vantaggioso per l’individuo, come per la società, se il

mujih

potesse realmente effettuare insieme, o volta a volta, il lavoro agricolo e quello industriale, come si vede ancora nella stessa Russia, nei comuni dove persiste la piccola industria villereccia, che i russi dicono

Kousternaia

*).

L o sviluppo della grande industria rende del resto al contadino o

mujih

questo genere di vita sempre più difficile. L a piccola industria villereccia declina; i suoi um ili laboratori di famiglia fanno fatica a

so-Questa industria dei villaggi è spesso sfruttata

dagli intermediari, dai mediatori, dagli usurai; i con­

tadini vi guadagnano salari magri per lunghe gior­

nate di lavoro; essi sono vittime dei mirojedy o man­

giatori del mir o di veri sweaters analoghi a quelli

dei paesi anglosassoni.

stenere la concorrenza delle grandi fabbriche. Il con­ tadino artigiano è costretto a lavorare lontano da casa sua ; se la fabbrica fosse sempre vicina al suo comune potrebbe rientrare la sera al villaggio o tor­ nare almeno la domenica fra i suoi di casa. E la creazione di officine rurali, in mezzo ai villaggi, che formerebbero la mano d’opera, sarebbe certamente pel

mujih

la migliore soluzione. Ma questo il più spesso non è possibile; così la famiglia è privata del suo capo, 1’ operaio della fabbrica è separato dalla sua com ­ pagna e dai suoi figli. Se la comunità di villaggio conserva un focolare alla famiglia, questo non av­ viene che sopprimendo la vita di famiglia. A ll’ i n ­ versa di ciò che il

mir

pareva promettere, il

m ujih

operaio non potendo avere una sede fìssa in nessun luogo all’ infuori del suo villaggio, si abitua a una vita instabile; passa da una industria all’ altra, senza

potersi fermare o fissare in alcuna.

L ’ agricoltura e l’ industria, naturalmente, non pos­ sono essere soddisfatte di questo personale interm it­ tente di

mujih

in parte contadini e in parte operai.

L ’ operaio contadino che passa di fabbrica in fabbrica è generalmente sprovvisto di istruzione tecnica, di capacità professionale, quindi il lavoro compiuto dal

mujih

nelle fabbriche è di qualità inferiore, di quella specie che gli inglesi e gli americani dicono

unskilled

labour:

lavoro comune. Di qui, malgrado la sua in­ telligenza e abilità naturale, la inferiorità dell’ operaio russo di fronte alla mano d’ opera straniera e per conseguenza una delle cause della inferiorità della industria russa. I salari possono ben essere bassis­ simi, mollo al disotto anche di quelli della Germania, l’ inabilità della mano d’ opera eleva il costo di pro­ duzione. Altro inconveniente per l’ industria è che le fabbriche sono abbandonate nell’ estate da un gran numero dei loro operai; molte officine sono costrette a chiudere completamente a Pasqua o all’ epoca dei raccolti. Il moderno macchinario costoso rende assai onerose queste periodiche sospensioni di lavoro.

Inoltre questa condizione di cose non può stabilire vincoli stretti fra imprenditori e operai ; sicché questi durante il loro soggiorno all’ officina sono di solito mal nutriti, male alloggiati, male riscaldati, e vestiti. Spesso sono riuniti in baracche infette, in cui non vorrebbero restare neanche i

coolies

indiani. Per esser sicuri di avere i loro operai, i padroni li tengono presso di sè mediante contratti a lunga scadenza, per dei mesi, per una stagione, talvolta per un anno e più; il salario è determinato per tutta la durata del soggiorno dell’ operaio nell’ officina e il fabbri­ cante si mette così al riparo dalle fluttuazioni dei prezzi. Il

mujih,

è vero, ha debole il sentimento del rispetto dei contratti; non comprende sempre gli impegni che sottoscrive o che i suoi compagni ac­ cettano per lui, ma i sorveglianti e la polizia sono pronti a rammentarglieli.

(8)

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vantaggio. Di già per molti operai, la comunità di cui sono membri attivi, il microcosmo sociale che racchiude e sostiene la loro esistenza meschina è molto meno il

m ir

che 1’

artel

dell’ officina, che è una piccola comunità egualitaria e solidale, la quale trasporta nell' officina le relazioni strette e i co­ stumi patriarcali del villaggio. Quando il

m ujik

si sarà trasformato completamente in operaio, l

’artel

d i­ venterà una

trade union,

un associazione professio­ nale, e costituirà una protezione efficace per l’ operaio russo.

La trasformazione del

mujik

di fabbrica nell’ope­ raio europeo, nell’operaio moderno, non potrà essere a lungo ritardata. Già essa, non ostante i legami che ancora sussistono col

mir,

va operandosi così, che si può prevedere che nella regione industriale di Mosca sarà compiuta prima della metà del secolo futuro. L e industrie più progredite sono quelle in cui l’operaio contadino tende più presto a divenire puramente operaio.

Ma l’ immensa Russia non potrebbe diventare uno Stato industriale senza veder crescere le classi in ­ dustriali e le popolazioni urbane imbevute d' uno

spirito nuovo,

intorno a questo punto non vi può essere dubbio, perchè la storia di tutti i paesi che hanno già attraversate le fasi per cui passa e pas­ serà la Russia sta a dimostrarlo. Così si modifica senza rivoluzione e senza forte scossa, sotto l’azione lenta e continua degli agenti economici, la struttura intima, con le condizioni sociali dell’ impero russo. L ’ industria è il più potente agente di questa evolu­ zione, per opera sua il movimento di differenziazione tra il lavoro agricolo e il lavoro industriale tende a produrre laggiù gli stessi effetti che in Occidente. L ’ organismo ancora vivo del

m ir

può ritardare, non arrestare l’evoluzione. Una volta ancora si manife­ sterà ai nostri occhi, in questo nuovo campo di espe­ rienza, che è uno dei più vasti e più singolari del mondo, l’ unità e l’ universalità fondamentale delle leggi economiche.

LA IO T A TARIFFA DOGANALE DEGLI STATI ¡R ITI

L a vittoria del partito repubblicano, con la elezione del presidente della Confederazione degli Stati Uniti nella persona del M ac-Kinley, ha dato il primo fruito con l’ approvazione definitiva, avvenuta il 24 luglio u. s. della tariffa Dingley, dal nome del principale suo autore. Non è facile prevedere se la vittoria dei protezionisti sarà seguita da quella dei

silvermen,

perchè se è relativamente cosa facile il compilare una tariffa protezionista ed ottenerne l ’ approvazione dal Parlamento è invece molto più pericoloso, e per ciò stesso più.difficile, di applicare in fatto di regime monetario principi che se giovano a una piccola parte della popolazione danneggiano invece sicura­ mente la grande maggioranza. Intanto la tariffa D in ­ gley segna il ritorno a quella tariffa M ac-Kinley che valse a dare una effimera gloria all’ attuale presi­ dente e fu poi sostituita da quella del democratico W ilson ; è un ritorno diciamo a quei forti dazi che rincarando sensibilmente i prodotti europei consu­ mati dagli Stati Uniti tendono in parte a diminuirne l’ importazione e in sostanza ad aumentare le entrate del Tesoro federale.

È da notare che la situazione finanziaria degli

Stati Uniti non è da alcuni anni soddisfacente. Negli ultimi quattro esercizi finanziari chiusi, le spese hanno superato le entrate di alcune diecine di dollari come si può vedere da queste cifre :

A nni E n tra te Spese E ccedenza delle spese sulle e n tra te

1893-94 . . . . dollari 297,722,019 367,525,280 69,803,261 1894-95 . . . . 313.390,075 356,195,298 42,805,223 1893-96 . . . . 326,976,200 352,179,446 25,203,246 1896-97 . . . . 347,184,729 365,807,836 18,623,107

La diminuzione delle spese non sarebbe certo dif­ ficile; basterebbe diminuire il numero dei pensionati della guerra di secessione, i quali sino a poco tempo fa'sono andati crescendo a dismisura quanto piu ci si allontanava dall’ epoca di quella e oggidì assorbono 140 milioni di dollari, ossia 700 milioni di franchi. Ma in fatto di pensioni gli atti di debolezza una volta commessi non possono essere corretti che dal tempo e gli americani del Nord, che un tempo erano imbarazzati dalle eccedenze delle entrate sulle spese sono ora spinti anche dai bisogni della finanza a fare una politica ultra protezionista.

(9)

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553

Dalla nuova tariffa andata in vigore in America

col giorno 17 luglio, abbiamo estratto tutte quelle

voci che più specialmente riguardano i nostri pro­

dotti, affinchè i lettori sappiano di quali dazi ciascun

prodotto è gravato.

Se z i o n e

A. —

Prodotti chimici, olii e colori.

- Acidi.

— Acido borico, 5 cents (il cent di dollaro equi­

vale a 5 centesimi di lira), Acido citrico 7 cents

la libbra, acido solforico 1|4 di cent per libbra, acido

tannico o tannino 50 cent per libbra.

Profumi a basi d’alcool o che contengono alcool,

60 cents per libbra e 45 per cento ad valorem.

Olii essenziali 25 per cento ad valorem.

Borace 5 cents a libbra, borato di calce e tutti

gli altri preparati di borace, quando non contengono

più del 36 per cento di acido borico 4 cents a libbra.

Droghe e prodotti chimici. — Frutti, fiori, noci,

semi aromatici, cipolle eoe. 1[4 di cent per libbra e

il 15 per cento ad valorem.

Estratto di sommacco 5{8 di cent per libbra.

Olii. — Olio di canapa, lino e poponero 20 cents

per gallone di 7 libbre e mezzo.

Olio d’oliva 40 cents al gallone ; in bottiglie, vasi,

botti 50 cents per gallone.

Preparali medicinali. — Preparati medicinali, che

contengono alcool, 55 cents a libbra.

Preparati medicinali, senza alcool, 25 per cento ad

valorem.

Preparati per la cura dei capelli, della bocca, dei

denti, come panieri, paste, pomate e altri articoli di

toilette, come sachels ecc. 50 per cento ad valorem.

Coralli, 10 per cento ad valorem, zolfo purificato,

sublimato o fiori di zolfo, dollari 8 per tonnellata.

Sommacco, macinato 3[ 10 di cents per libbra.

Se z i o n e

B. —

Terra e manufatti di terra e di vetro.

- Mattoni e mattonelle. — Mattoni semplici del peso

inferiori a 10 libbre a pezzo, senza ornamento, dol­

lari 1 e 25 per tonnellata ; smaltati e decorati 45

per cento ad valorem. Mattonelle smaltate, musaico,

dipinte a mano o ornate d’oro, quando non hanno

un valore maggiore di 40 cents a piede quadrato,

8 cents a piede quadrato ; se hanno un valore mag­

giore, 10 cents per piede quadrato e 25 per cento

ad valorem.

Cementi. — Cemento romano o altri cementi idrau­

lici in botti o sacelli 11 cents ogni 100 libbre.

Marmi. — Marmo in blocchi, grezzo o soltanto

squadrato, 65 cents per piede cubo ; marmo segato e

lavorato più spesso di 2 pollici, dollari 1 e 10 a piede

cubo ; lastre di marmo o mattonelle non inferiori a

4 pollici di superfice e non superiori a 1 pollice di

spessore, 12 cents per piede ; dadi di marmo o di

pietre, non superiori a 2 pollici cubi, 1 cent a lib­

bra e 20 per cento ad valorem.

Manufatti di agata, alabastro, corallo, marmo ecc.

50 Ojo ad valorem.

Se z i o n e G . — Prodotti agricoli e commestibili.

- Be­

stiame. — Buoi non inferiori a un anno d’ età, dol­

lari 2 a testa, pecore superiori a un anno d’età, dol­

lari 1,50 a testa, più giovani 75 cents a testa.

Sostanze contenenti farina. — Maccheroni, vermi­

celli e preparati simili 1 cents e 1[2 a libbra, riso

purificato 2 cents a libbra.

Prodotti di cascina. — Burro e surrogati 6 cents

a libbra, formaggi e surrogati id., id.

Frutte. — Mele, pesche, ciliegie, susine fresche,

25 cents per staio ; le stesse incluse le fragole, le

seccate, bollite o preparate, 1 cent a libbra.

Confetture, confetti e frutte conservate nello spi­

rito e nello zucchero, 35 per cento ad valorem; fichi

e prime 2 cents a libbra, uve secche 2 cents e lj2

a libbra, olive verdi o preparate in bottiglie o vasi

25 cents al gallone, conservate in botti o in altri

vasi 15 cents per gallone.

Uva in botti, 20 cents a piede cubo ; aranci, cedri,

limoni 1 cent a libbra ; mandorle col guscio, 4 cents

a libbra, sgusciate 6 cents ; noci e nocciuole col gu­

scio 2 cents e 1[2 la libbra, sgusciate 5 cents.

Se z i o n e

H.

— Spiriti, vini e altre bevande. -

Spi­

rili.

— I liquori di ogni genere e tutte le bevande

che contengono spirito, dollari 2,25 per gallone.

Vini. — Lo Champagne e tutti gli altri vini mus­

santi in bottiglie che non contengano più di un quarto

o di una pinta, dollari 6 la dozzina ; che non con­

tengono più di una pinta o una mezza pinta, dol­

lari 3 a dozzina.

I vini non mussanti, compreso il vermouth, in botti

o altri vasi, se contengono più del 14 per cento di

alcool 50 cents a gallone. In bottiglie o in fiaschi,

quando questi e quelle non contengono più di un

quarto o di un i pinta, pagano a dozzina dollari 1,60.

Se i vini o il vermouth contengono più del 24 per

cento di alcool, pagano come spiriti. Essi debbone

essere in bottiglie e queste impaccate dozzina per

dozzina, se no sono sottoposte a un dazio maggiore.

Tutte le acque minerali, naturali o artificiali, pa­

gano 20 cents per dozzina di bottiglie, purché la

bottiglia non contenga più di una pinta; se più pa­

gano 30 cents la dozzina.

Se z i o n e

I. —

Manufatti (li cotone.

— Tessuti di co­

tone non imbiancati nè stampati, nè colorati, che non

hanno più di 50 o 100 fili di trama in un pollice

quadrato, 1 cent 1[4 per yard quadrato ; imbiancati,

stampati e colorati 2 cent e 3[4.

Felpe, velluti e tutti gli altri manufatti di cotone

o di altre materie vegetali, non imbiancati, nè stam­

pati, nè colorati, 2 cents per yard quadrato e 25 cents

ad valorem.

Se z io n e I. — Lino, canapa, juta e loro manufatti. —

Steli di lino, dollari 5 per tonnellata, lino senza sca­

pecchiare, 1 cent a libbra, lino seapeccbiato 3 cents

a libbra, stoppa di lino, dollari 20 a tonnellata.

Canapa, dollari 20 a tonnellata, canapa scapec­

chiata, dollari 40 a tonnellata.

Se z i o n e

L. —

Seta e manufatti di seta.

— Seta

pettinata 40 cents ad valorem, velluti, nastri, cini­

glie ecc. dollari 1,50 a libbra e 15 per cento ad va­

lorem, felpa o tessuti di seta dollari 1,50 a libbra e

15 per cento ad valorem, nastri di seta guarnizioni ec.

50 per cento ad valorem, merletti e altri ornamenti

60 per Cento ad valorem.

Se z i o n e

N. —

Diverse.

- Cuoi e manufatti di cuoio.

— Pelli di buoi, grezze o conciate 15 per cento ad

valorem, guanti per donna e bambini non più lunghi

di 14 pollici dollari 1,75 la dozzina, più lunghi di

14 pollici dollari 2,25 e 2,75 se oltrepassano i 17 pol­

lici, guanti da uomo glacés dollari 3 la dozzina.

Fra le voci libere del dazio vi è la mortadella di

Bologna, l’olio d’oliva destinato a scopi meccanici o

di fabbricazione, l’olio di mandorle, di bergamotto,

di fiori d’arancio ecc.

Rivista Economica

I suicidi in ItaliaLe previsioni s u l raccolto del

granoLa marina mercantile russaConver­

sione del debito pubblico unghereseLe nuove

società in Germania.

I suicidi in Italia.

— I morti per suicidio fu­

rono 1874 nel 1895 e 1983 nel 1896. In rapporto alla popolazione si ebbero 6.04 suicidi per 100,000 abitanti nel 95 e 6.36 nel 96.

Le maggiori proporzioni sono date da Roma 9.51 per 100,000; dall’ Em ilia 9,07; dal Piemonte 8.48

(10)

554

L’ E C O N O M I S T A

29 agosto 1897

L e proporzioni minori si hanno nella Calabria, 2,15; nelle Puglie 2,49; nella Basilicata 2.76.

Dei suicidati del 1895, erano 1507 maschi a 567 femmine; la maggior parte erano coniugati.

Per età si dividevano così :

Maschi Fem m ine Totale

Da 10 a 20 anni

70

47

117

» 20 a 40 »

593

157

750

» 40 a 60

»

516

110

626

» 60 a 80 »

316

51

867

» 80 in su »

12

2

14

Totale 1507

367

1874

Quanto ai mezzi per attuare il loro funesto pro­ posito si ha pel 1895 che 411 si annegarono, 418 usarono armi da fuoco, 98 armi da taglio; 317 si impiccarono, 152 si precipitarono dall’ alto, 63 si buttarono sotto i treni, 125 per veleno, 122 per asfissia, 168 non si sa come.

Il numero maggiore dei suicidi accade nell’estate e in primavera, il minore nell’ inverno, e nell’ au­ tunno. I mesi che hanno il primato sono giugno e luglio.

La borghesia, dove è più forte il numero degli spostati, dà il contingente più forte di suicidi (379 su 1000): fra le professioni e mestieri quelli che danno più suicidi sono gli agricoltori, braccianti, giornalieri (252 su 1000), i commercianti e nego­ zianti (61 per 1000) e i soldati (52 su 1000).

Le previsioni sul raccolto del grano

— Anzi­

tutto interessa conoscere quale sarà quest’ anno il raccolto approssimativo in Europa in confronto a quello del 1896.

1 89 6 1 897

Paesi (provisione)

~~

etto litri etto litri

Austria

13,775,000

12,325,000

Ungheria

50,750,000

39.150,090

Belgio

7,250,000

7,250,000

Bulgaria

18,125,000

11,600,000

Danimarca

1,450,000

1,450,000

Francia

124,700,000

104,460,000

Germania

37,700.000

36,250,000

Grecia

2,175,000

2,175,000

Olanda

2,175,000

2,175,000

Italia

47,850,000

36,250,000

Portogallo

1,450,000

1,740,000

Romania

23,012.500

17,400,000

Russia

126,150,000

107,300,000

Caucaso

15,950,000

17,400,000

Serbia

5,075,0J0

3,625,000

Spagna

31,900,000

34,800,000

Scozia

1,450,000

1,450,000

Svizzera

1,740,000

1,450,000

Turchia éuropea

145,500,000

10,875,000

Gran Brettagna

21,025,096

20,500,000

Totale

550,202,500

469,865,000

Bisogna risalire fino al 1891, in cui la produzione non fu che di 427,051,000 ettolitri, per trovare un raccolto europeo deficiente come quello di que­ st’anno. Quasi tutti i grandi paesi produttori ; Francia, Russia, Ungheria, Rumeni», Italia, Bulgaria, hanno avuto i loro raccolti notevolmente scemati per l’osti­ nata persistenza delle pioggie. La Germania soltanto è stata favorita di un aumento; la Spagna ha avuto, è vero, una produzione superiore a quella del 1896, ma bisogna notare che I’ anno scorso essa subì un forte

deficit

in causa della siccità.

Secondo il calcolo riportato più sopra, la dim i­ nuzione di produzione sull’anno passato sarebbe, per la Francia, in cifra tonda, di 20 milioni di ettolitri ; per la Russia di 2 9 ; per l’ Ungheria di oltre 11 : per l’ Italia di 10; per la Romania di 8 ; per la Bulgaria di 7 ; e per la Turchia di 4.

Il

deficit

totale del raccolto europeo sarebbe di circa 128,035,000 ettolitri, come lo indica il pro­ spetto seguente nel quale la differenza fra produ­ zione e consumo rappresenta il

deficit

della pro­ duzione.

Cam pagne Raccolti Consumo D ifferenza europei

1890-

91 ett.

1891-

92

1892-

93

1893-

94

1894-

95

1895-

96

1897-98

427.054.000

498.075.000

525.944.000

554.625.000

546.995.000

550.202.000

469.365.000

580,000,000

582.900.000

585.800.000

588.700.000

591.600.000

594.500.000

597.400.000

152,946,000

84.825.000

59.856.000

34.075.000

50.605.000

44.297.000

128,035,000

Un fatto curioso è questo, che tutte le volte che il raccolto europeo è scarso, il raccolto americano è abbondante. Si può notare anche quest’ anno.

La produzione degli Stati Uniti è valutata 203 milioni d’ ettolitri in aumento di 38 milioni sul 1896. Ora le esportazioni americane verranno a c o l- mare il nostso

deficit.

Non si potrà invece quest’ anno calcolare sull’India il cui raccolto è ancora inferiore a quello dell’anno scorso, che pure era stato deficiente.

È quanto risulta dalle cifre seguenti che danno, in miglioni d i . ettolitri, T ammontare dei raccolti comparativi dell’ Europa, dell’ America e dell’ India, negli ultim i sette anni :

A nni Europa A m erica India T o tale

1891

427,054

246,500

98^660

772,754

1892

498,075

200,100

74,820

772,995

1893

525,944

165,300

96,860

788,104

1894

554,625

185,600

91,640

831,865

1895

546,995

179,800

92,510

813,305

1896

550,202

165,300

74,530

790,032

1897

469,365

203.000

69,600

741,965

Malgrado l’ abbondante raccolto americano si vede che il totale delle tre produzioni è il più debole di quello di tutti gli anni menzionati e che l’America del Nord dovrà colle sue esportazioni colmare il

deficit

dei paesi importatori di Europa, in attesa che l’ Argentina e il Chili, i cui raccolti si mietono più tardi, possono approvvigionare i nostri mercati.

Ecco infatti quali sono stale, durante l’ ultima campagna, le spedizioni dei diversi paesi esportatati di grano.

Stati-Uniti e Canada

Russia

Stati Balcanici

Argentina

Indie

Australia

Austria-Ungheria ed altri

ettolitri 57,275,000

»

40,600,000

»

25,375,553

»

1,232.500

»

378,000

»

7,975,000

Totale ettolitri 132,834,500

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