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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.15 (1888) n.762, 9 dicembre

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(1)

L'ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

S C IE N Z A E C O N O M IC A , F IN A N Z A , CO M M ER C IO , B A N C H I, F E R R O V IE IN T E R E S S I P R I V A T I

Anno IV - Voi. XIX

Domenica 9 Dicembre 1888

N. 762

TUTORI 0 GOVERNANTI?

D alle recenti discussioni che negli uffici della C a­

m era e nella stam pa furono svolte intorno alla po­

litica generale dell’ Italia a proposito delle nuove

leggi per spese m ilitari, abbiam o potuto rilevare

com e alcuni sottintendessero per base del loro r a ­

gionam ento un principio sul quale pare a noi che

valga la pena di, sofferm arsi alquanto.

La m ancanza di verbali stenografati ed il dover

accontentarci di im perfette relazioni dei giornali ci

im pedisce di chiam are in causa personalm ente Fon.

D ’Arco, o Fon. Peruzzi o Fon. Nicotera od altri degli

oratori influenti e più ascoltati che presero la pa­

rola, ma non dubitiam o che se veram ente il con­

cetto, che a noi pare in alcuno tacitam ente dom i­

nante, sia veram ente sentito, tanto se lo am m ettono

gli oppositori quanto se è parte del program m a dei

sostenitori od anche degli indifferenti verso il Governo,

se questo concetto in fatto esiste nella m ente di al­

cuno, esso abbia ad essere discusso con qualche am ­

piezza giacché — a nostro avviso — forma uno dei

caratteri principali del reggim ento di uno Stato.

V iene rim proverato molto al G overno attuale ed

un poco anche al G overno precedente, di aver im ­

pegnata l’Italia in una politica alla quale si crede

non corrispondano i mezzi econom ici di cui l’Italia

può anche con sacrifizio suo disporre ; — viene os­

servato che, entrati terzi nella lotta tra i due che

si disputano la prevalenza n ell’E uropa, noi sarem o

trascinati — specialm ente se la situazione non si

risolve presto in una g uerra — a consum arci eco n o ­

m icam ente ed a rovinarci finanziariam ente così da far

tem ere che il benefizio che si consegue da una po­

litica estera attiva ed in traprendente, che risolleva

il m orale del paese, sia inferiore al danno che

l’Italia avrebbe potuto in contrare cercando di b ar-

cam enare tra gli uni e gli altri e m antenendosi in una

situazione m odesta ma corrispondente alle sue forze

econom iche. Ed appunto è opinione di alcuni che Fat­

tuale M inistero abbia rese più vive le difficoltà già

preesistenti della situazione, e col pretesto di fare v e ­

dere che può farsi e si fa una politica italiana, ab­

bia trascinato il paese a desiderare ed a volere più

che non possa desiderare e volere.

Da tali prem esse che ornai si affacciano alla

m ente di quasi tutti, e vi si affacciano con straordi­

nario senso di paura, da tali prem esse sorgono due

ordini di conclusioni :

u na m anifestata dall’ on. Nicotera il quale dice :

io non disapprovo la politica estera del G overno,

sono pronto a dare il mio voto alle dom ande dei

m inistri della guerra e della m arina, ma voglio che

mi dichiarino sulla loro coscienza che quanto do­

m andano è sufficiente a m ettere in perfetto assetto

dal lato m arittim o e te rrestre la nazione, e siccom e

non credo che i mezzi dom andati sieno bastanti

così li eccito ad esporre netta e schietta la verità

affinchè il Parlam ento ed il Paese possano ad d irit­

tura conoscere e fare tutti quei sacrifizi che la si­

tuazione richiede ;

F altra corrente invece vuol essere prudente e

dice : a che spaventare il paese con dom ande di

somm e ingenti che non si potrebbero ottenere nè

subito im piegare ? a che correr rischio di creare

fin d’ ora in paese due tendenze una che vorrebbe

l’ Italia raccolta in modesta politica e tutta dedita allo

sviluppo delle forze econom iche interne, e l’altra tutta

desiderosa di tener alto il prestigio della nazione nel

concerto delle potenze euro p ee?

« È arte di Stato quella di sapere abilm ente ap ­

parecchiare un paese a raggiungere i suoi alti d e­

stini senza farglieli conoscere e sopratutto senza che

ad un tratto sia spaventato dalle dom ande dei mezzi

che per raggiungere questi destini sarebbero neces­

sari. »

E quest’ ultim a, se non erriam o, è orm ai la poli­

tica prevalente, è a questo sistem a che gli uom ini

che reggono lo Stato si sono, con m aggior costanza,

resi devoti, è a questo sistem a che dobbiam o q u e­

sto incessante, indefinito aum ento delle spese per la

guerra e la m arina.

E su questo proposito appunto F Economista vuol

esporre qualche considerazione. La pretesa arte di

Governo colla quale sapendo che i bisogni del paese

di fronte alla politica che segue, sono tanti, ma ne

espone solo una piccola parte affine di non creare

delle co rren ti che possono essere ostili, ed affine di

non spaventare la pubblica econom ia, questa pre­

tesa arte di Governo, si traduce in una trasfor­

mazione della funzione stessa del G overno, il quale si

cam bia in tutore. In -sostanza egli 'd ic e : — « io

solo credo di veder bene quali debbano essere i de­

stini avvenire del paese, io solo so distinguere quale

sia la m igliore via che a quei destini conduce ; se

mai, e la m eta ed i mezzi esponessi al paese, egli

non sarebbe da tanto da com prenderm i ; è giuoco

forza quindi che nasconda lo scopo, che dissim uli i

mezzi chiedendoli a brani, a piccole porzioni,affine

di non far sospettare quale sia la via per la quale

conduco lo Stato, via di cui non sarebbero senza

dubbio apprezzati i vantaggi. »

(2)

poli-802

L ’ E C O N O M I S T A

9 dicembre 1888

tic.a del Governo ovvero si m ostrarono rassegnati

■ ad accettarla, questo linguaggio è quale può uscire

dalla bocca di chi si senta molto superiore alla co­

m une degli uom ini del paese, di chi crede il proprio

genio tanto elevato su quello dei concittadini da po­

ter im porre quale sia e com unque sia la propria

volontà ; in altri term ini è linguaggio che il tutore

può tenere dirim petto al m inore. — Ma noi credia­

mo limi diversi i rapporti che passano tra G overno

e governati, noi crediam o che gli uom ini di Governo,

i quali non sono altro che i m andatari del paese, ab­

biano obbligo sacrosanto di governare il paese se­

condo il sentim ento e la volontà sua, e debbano

quindi inform arlo onestam ente, così dello scopo a cui

tendono, com e della qualità e quantità dei mezzi che

reputano necessari a raggiungerlo.

Che se veram ente esiste la convinzione della in ­

feriorità di rettitudine nel giudizio della nazione a

paragone di quella degli uom ini di Governo, si cessi

una buona volta da ógni finzione costituzionale ed il

paese sia m esso veram ente sotto un regim e di tutela,

quando tolleri sim ile situazione.

Non sarà fuori di luogo richiam are alcune cifre;

i due m inisteri della g u erra e della m arina nel 1878

dom andavano le seguenti spese in milioni di lire :

O rd in a ria S tr a o r d in a r ia T o ta le

g u erra — 172. 7 34.9 2 0 L 6 m arina — 41 . 1 2 .0 43.1 da allora questa categoria d i spese si determinava come segue pure in milioni di lire:

O r d in a r ia S tr a o r d in a r ia T o ta le 1879 ( g u èrraf m arina 174.2 15.0 189. 2 40 2. 7 42. 7 18 8 0 ì gu erra 191.9 19.9 211.8 f m arina 4 2 .0 3.3 4 5 .3 1881 !i gu erra[ m arina 187.341. 8 23.7 210.0 3 .0 44.8 1882 1 g uerraj m arina 190.4 44.2 231.6 46. 1 3 .0 49.1 1883 [ g uerra[ m arina 203.9 58.0 261.9 59. 7 5 .6 65.3 1884 ![ g uerra 107.3 11.6 118.9 (semestre) |j m arina 2 6 .6 2 .9 29. 5 1884-85

j

1 m arinag u erra 207. 256. 2 47. 8 255.0 21.3 77. 5 1 8 8 5 -8 6

j

1 gu erra1 m arina 210.2 43. 7 253. 9 66. 2 19.4 85. 6 1886-87 !1 gu erra1 m arina 218 4 52.0 270. 4 75 3 20.1 95.4 1 8 8 7 - 8 8 1[ g u erra 232. 7 47. 7 280.4 (preventivo) |ì m arina 8 7 .5 14.8 102.3

A dunque da 230 siam o passati a 3 8 2 nelle spese

m ilitari ed oggi si dom andano altri 130 m ilioni;

da! 1879 ad oggi le spese m ilitari sono salite a quasi

3 m iliardi, m entre m antenendosi alla stregua dei

230 m ilioni, sarebbero state di 330 milioni inferiori.

Ora è bene chiedersi, al mom ento in cui si do­

m andano altri 130 milioni e al tempo stesso che ¡1

M inistro delle Finanze dichiara che « altre m aggiori

spese straordinarie occorreranno p er com pletare (gli

organici dell’esercito e della m arina » ; è bene chie­

d ersi: — fino a dove conduce questa via che a b ­

biam o in trap resa? Coloro che ci governano sanno

veram ente, anche con approssim azione, il limite delle

necessità che la situazione può chiedere ed hanno com ­

parato questo limite con quello della possibilità di

quanto la nazione può d are? Non può avvenire che ad

un tratto, dopo tanti sacrifici, ci troviam o nella impos­

sibilità assoluta di continuare, o nou può avvenire

che, persistendo in questa via p er raggiungere lo

splendore della politica si vada incontro allo sfacelo

econom ico? E ad ogni modo non hanno dovere

sacrosanto i governanti di dire al paese chiara­

m ente quale sia la meta che vogliono raggiungere

e di quali mezzi intendano usare affinchè 'il paese

dica se a quella m eta e a quel prezzo vuol aspirare

e sente di poter asp irare?

Coll’odierno sistem a che ci par di leggere in fra

le righe di coloro che scusano il Governo di non

essere esplicito perchè non sarebbe com preso, noi

tem iam o assai che si perda il concetto costituzio­

nale del G overno di un paese libero, e si scam bi

l’ufficio del Ministro con quello del tu to re ; presun­

zione per chi assum esse tale ufficio, debolezza per

la nazione che tollerasse sim ile imposizione.

E tanto più ci sem bra degna di osservazione questa

tendenza del G overno a cam biarsi in tutore quando

per dilem m a indiscutibile : — o m ostra di non aver

preve luto l’ aum ento e la urgenza dei bisogni che si

sono m anifestati ed allora è tutore cieco; - o se aveva

preveduto, ha com piuti m olti atti contrari alle esi­

genze della situazione, ed allora è tutore inabile.

In uu caso e nell’ altro , come cercherem o di dim o­

strare prossim am ente, è m eritevole di censura.

PROVVEDIMENTI FINANZIARI

Nella brevissim a relazione colla quale l’on. Mi­

nistro delle Finanze dom anda alla C am era la appro­

vazione dei provvedim enti finanziari, cioè ripristino

dei due decim i di im posta sulla fondiaria, e ripristino

pure del prezzo del sale a 33 lire il quintale per

quello com une, a 66 per quello m acinato, è afferm ato

che questi provvedim enti dovrebbero d u rare fino a l­

l’esercizio finanziario 1 8 9 2 - 9 3 inclusivo, dopo il

qual tem po il contributo dovrebbe essere dim inuito

o tolto colle leggi annuali del bilancio anziché con

legge speciale; con questo però che il sale com une

anziché a 33 lire il quintale dovrebbe essere ridotto

soltanto a 40 lire il quintale.

L ’on. M inistro sia nelle prim e parole della sua

relazione, com e nelle ultim e, con visibile ostentazione,

dichiara che « la necessità di m aggiori spese stra o r­

dinarie, onde è oggetto il disegno di legge ora pre­

sentato dai m inistri per la guerra e la m arina, trae

pur quella di m ettere il bilancio in grado di soste­

nerle. » — E riconosce che è doloroso che cotesti

provvedim enti vengano« togliere ai contribuenti quella

parte di sgravi « che con som m o studio e grande

am ore, G overno e P arlam ento avevano ad essi pro­

curati nei passati esercizi e che erano anche econo­

m icam ente giustificati dalle condizioni della p :o -

prietà fondiaria e dalle sofferenze delle classi po­

vere ; » ma in pari tempo il M inistro osserva che

« oggi deve prevalere un più alto dovere » e con­

fida che le sue proproste saranno approvate m entre

il paese « non indietreggiò mai dinanzi ai sacrifizi

che gli furono chiesti per rafforzare il eredito dello

Stato, e reu d e re più sicura e rispettata la P atria ».

(3)

9 dicembre 1888

L ’ E C O N O M I S T A

803

- i V'';- r ■ - -

-m inuzione del prezzo del sale, la -m edia dell’au-m ento

annuale, che prim a si lim itava a 16 m ila quintali,

salì d 'u n tratto a 56 mila quintali, tanto n ell'e ser­

cizio 1 8 8 5 -8 6 quanto nell’esercizio 1 8 8 6 - 8 7 e che

questo aum ento ebbe una sosta solam ente nell’u lti­

mo esercizio 1 8 8 7 -8 8 « in causa della crisi agraria

e per le peggiorate condizioni econom iche del paese. »

P revede quindi, ripristinando l’antica tariffa, non so­

lam ente la cessazione di qualsiasi ulteriore in c re­

m ento, ma anzi una retrocessione notevole, che

valuta per il secondo sem estre dell’ anno in corso

in 70 mila quintali ; e potendo calcolarsi la vendita

nel sem estre corrente di 771,000 quintali cioè un

prodotto di L. 25,997,9-43 e quella del sem estre pros­

simo di soli 70 2 ,0 0 0 quintali, cioè di L. 3 7 ,5 5 7 ,0 0 0 ,

si avrebbe per tutto l’ esercizio un prodotto di

L. 6 3 ,5 5 4 ,9 4 3 , superiore di L. 11,559,057 alla cifra

stanziata in bilancio; a questo m aggior reddito è da

aggiungersene u n altro di L. 300,000 circa per m ag­

giore introito di sale m acinato.

P er gli anni successivi il M inistro suppone di ri­

tornare al consum o del periodo precedente al ribasso

della tariffa, cioè 1,101,000 quintali e di ottenere

quella media annuale di aum ento che allora ottene-

vasi, cioè di 16 mila q u in ta li; in tal caso il m aggior

prodotto che si raggiungerebbe sarebbe lim itato a

L. 2 2 ,7 8 3 ,0 0 0 per l’esercizio 1 8 8 9 -9 0 , a L. 2 2 ,8 2 0 ,0 0 0

1’ esercizio susseguente, L. 2 2 ,8 6 2 ,0 0 0 nel 1 8 9 1 -9 2

e L. 2 2 ,9 6 4 ,0 0 0 nell’ ultim o anno del periodo.

Dopo questo quinquennio 1’ on. M inistro propone

che si riattivi il ribasso ad un tratto o gradualm ente,

però com e si è detto, non al di sotto di L. 40 per

quintale anziché L. 35, e cerca dim ostrare come la

frazione di 5 lire per quintale, specialm ente pel con­

sum o m inuto, non vada a vantaggio del consum atore,

ma del rivenditore.

Così adunque il Ministro delle finanze dopo aver

solennem ente dichiarato e ripetuto che la situazione

del Tesoro è tale da non richiedere il provvedim ento

di nuove gravezze per far fronte ai disavanzi accu­

m ulatisi, bastando a suo avviso il cum ulo degli avanzi

in altro tem po ottenuti, prende argom ento dal fatto

che i M inistri della guerra e della m arina dom an­

dano nuovi fondi per L. 146,2 9 0 ,0 0 0 per chiedere

ai contribuenti delle gravezze par L. 488,7 8 8 ,0 0 0 ,

d ie a tanto som m ano le- presunte risultanze del ri­

pristino dei dècim i e della vecchia tariffa sul sale.

E per giustificare questo aum ento di tributo che

va a colpire direttam ente quella agricoltura che lo

stesso M inistro dichiara in crisi, e si ripercuoterà

certo sul paese, di cui lo stesso M inistro riconosce

le peggiorate condizioni econom iche, per giustificare,

diciam o, queste gravezze che sarebbero di ben 4 2

m ilioni e mezzo superiori alle necessità, aggiunge

alla sua relazione le seguenti parole di colore oscuro :

« così il Tesoro viene ad av ere i mezzi p er euo-

prire le spese m ilitari in lire 146,290,000, ed anco

per far fronte ad altre m aggiori spese straordinarie,

onde occorrerà g ravare i bilanci prossimi per la

com pleta attivazione degli organici dell’ esercito e

della flotta, per com pletare alcune opere pubbliche

di assoluta urgenza, e per altre eventuali em ergenze. »

Al lettore che ha seguito fin qui VEconomista

ne'lo studio delle diverse evoluzioni a cui si è a s­

soggettato I’ on. Magliani non isfugga q u est’ ultim a

conversione. Nel prim o periodo la finanza doveva

essere forte per perm ettere la riform a tributaria, ed

avevam o gli avanzi dei bilancio ; — poi, m algrado

il parere dei più, eccedette negli sgravi e lasciò

penetrare i disavanzi nel preventivo fidando sem pre

in un aum ento naturale dei tributi, elio a vero d ire

si è verificato per qualche anno ; — nella terza

evoluzione persistette a proporre m aggiori spese, an ­

che quando per segni evidenti si presagiva e si v e r i­

ficava il disavanzo; — ora nuova evoluzione : 1’ on.

Magliani ritorna alla prim a m aniera, vuole un

avanzo di 4 2 .milioni per le future em ergenze, e fa

credere fin d’ ora che con 42 m ilioni ripartiti in

5 anni sarebbe capace di com pletare gli organici

dell’ esercito o della m arina, di com piere alcune

opere pubbliche ed anche di m etterne a parte per

le eventuali em ergenze.

E rrerem o , ma a noi parve che la relazione pei

provvedim enti finanziari abbia un certo tono incerto

che ci sem bra foriero d i'q u alc h e avvenim ento, e com ­

prendiam o perfettam ente l’accoglienza che hanno tro­

vato negii uffici ed il voto dato dalla Com m issione

parlam entare.

STATÌSTICA INDUSTRIALE DELL’ITALIA1}

i l

Le forze motrici e il numero degli operai sono i

d ue coefficienti principalissim i per stabilire l’im portanza

industriale di una regione, com e d’un p ae se ; inco­

m inciam o adunque da essi. Ecco còme le forze mo­

trici e gii operai sono distribuiti nelle 4 fi provincie

pelle quali si possiede già la statistica industriale.

P R O V IN C IE F o rz a m o tr ic e id ra u li c a P o te n z a d e ll e c a ld a ie a v a p o re d e lla fo rz a T o ta le m o tric e id r a u lic a e a v a p o re N u m e ro g li o p e ra i in c a v a lli d in a m ic i a> . 'O p e r o g n i 10,000 a b i ta n t i A r e z z o ... 114 12 126 287 V i c e n z a ... 130 36 166 401 V e n e z i a ... 9 54 63 493 A n c o n a ... 219 65 284 305 T r e v i s o ... 104 26 130 249 B o l o g n a ... 81 32 113 266 L u c c a ... 140 9 149 352 M a n t o v a ... 55 14 69 142 S o n d r i o ... 93 2 95 205 C a t a n i a ... 24 34 38 182 L iv o rn o ... 11 199 210 583 C a g l i a r i ... 0 98 101 295 S a s s a r i ... 7 20 27 288 S a l e r n o ... 64 70 134 288 F o r l ì ... 67 35 102 226 R a v e n n a . . . . 58 18 76 206 p e r o g n i 100 km * d i su p erficie A rezzo 82 9 91 207 V i c e n z a ... 234 55 289 604 V e n e z i a ... 14 88 102 799 A n c o n a ... 306 92 398 427 T re v is o . . . . 160 40 200 383 B o l o g n a ... 102 41 143 332 L u c c a ... 267 18 285 671 M a n t o v a ... 65 17 ' 82 169 S o n d r i o ... 34 0 .9 3 4 .9 76 C a t a n i a ... 26 15 41 201 L iv o rn o . . , . . . . 41 744 785 2. 176 C a g l i a r i ... 2 30 32 91 S a s s a r i ... 2 5 7 70 S a l e r n o ... 64 70 1S4 288 F o r lì . . . 91 47 138 305 R a v e n n a ... 70 21 91 249

(4)

804

L ’ E C O N O M I S T A

9 dicembre 1888

A ppare da questo prospetto l’ im portanza indu­

striale delle varie p ro v in cie, considerando in com ­

plesso tutte le industrie in esse esercitate. Volendo

ora fare una graduatoria delle 16 provincie, collo­

candole per ordine d’ im portanza , bisognerà tener

conto di tutti e due gli elem enti considerati come

i fattori principalissim i, dai quali si desum e l’ im­

portanza economica di un luogo ; e vogliamo tenerne

conto, tanto in riguardo alla popolazione, quanto in

riguardo alla superficie. P er far ciò assegnerem o a

ciascuna provincia quattro num eri d’ordine, e cioè

quelli che le spettano secondo la forza m otrice in

essa adoperata a scopo industriale e il num ero degli

operai occupati nelle industrie, tanto relativam ente al

num ero degli abitanti, quanto relativam ente alla su p er­

ficie som m ando p er tutte le provincie i quattro num eri

d’ordine ad esse assegnati, si otterranno tanti coeffi­

cienti che rappresenteranno l’ im portanza industriale

delle provincie stesse, la quale sarà tanto m aggiore

quanto più basso risulti il coefficiente relativo. A vrem o

dunque :

P R O V IN C IE o r d in a te secondo la r is p e ttiv a i m p o r t a n z a in d u s tr ia le N u m ero d ’ o rd in e secondo C o e ff ic ie n te d i im p o rt a n z a in d u s tr ia le la fo rz a m otrice il n u m e ro d eg li o p e ra i p er 10,000 a b i ta n t i p e r 100 km.* p e r 10,000 a b ita n ti p e r 100 .¡km.* L iv o rn o » . . 2 1 1 1 5 A n c o n a • . . 1 2 5 5 13 V ic e n z a . . . 3 3 3 4 13 L u c c a . . . . 4 4 4 3 15 V e n e z ia . . . 14 9 2 2 27 T re v is o . . . 6 5 11 6 28 S a le r n o . . . 5 8 7 9 29 B ologna . . . 8 6 10 7 31 A rezzo . . . 7 10 ì> 11 37 F o r i! . . . . 10 7 12 8 37 C a g lia ri . . . 9 15 6 14 44 R a v e n n a . . . 12 11 13 10 46 M a n to v a . . . 13 12 16 13 54 S o n d rio . . . 11 14 14 15 54 C a ta n ia . . . 15 13 15 12 55 S a s s a r i . . . 16 16 8 16 56

Non bisogna però lim itarsi a considerare l’ im por­

tanza industriale delle diverse provincie, deducendola

dal com plesso delle industrie in esse esercitate; bi­

sogna considerarla anche secondo altri c rite ri: per

esem pio, sotto l’aspetto della relazione che corre fra

la forza m otrice im piegata e il num ero degli operai

occupati, ovvero sotto quello della diversità delle

industrie esercitate. È chiaro che sarà diverso il

grado d’ im portanza industriale, secondo la m aggiore

o m inore quantità di forza m otrice im piegata in con­

fronto ad un m aggiore o m inor num ero di operai

occupati, e viceversa; onde torna utile vedere in

qual relazione stiano questi due fattori nelle v arie

provincie considerate. È chiaro altresi che una p ro ­

vincia che abbia un ’im portanza m inore, considerando

in com plesso tutte le sue industrie, può averne una

prim aria per qualche singola industria, e viceversa ;

di ciò ci occuperem o più avanti, quando esam ine­

rem o le M onografie, secondo le diverse industrie.

Ora vediam o, per ciascuna delle provincie conside­

rate, quanta forza m otrice corrisponda a 100 operai;

e quanti operai corrispondano a 100 cavalli di forza

m otrice :

P R O V IN C IE

F o r z a m o tric e (in cavalli dinamici)

p e r o gni 100 o p e ra i N u m ero d e g li o p e ra i p e r o g n i 100 c a v a lli d in a m ic i d i f o r z a m o trice A n c o n a . . . . 93 107 T r e v i s o ... 52 192 M a n to v a . ... 48 207 S a le rn o 47 214 S o n d rio . . * ... 47 216 F o r l i ... 45 222 A r e z z o ... 44 227 B o l o g n a ... ... . 43 234 L u c c a ... 42 235 V i c e n z a ... 42 241 R a v e n n a ... 37 272 L iv o r n o ... 36 277 C a g l i a r i ... • . 35 282 C a t a n i a ... 21 482 V e n e z i a ... 13 787 S a s s a r i ... ... 9 1.113

Qui non possiamo stabilire una graduatoria del­

l’im portanza industriale delle varie provincie, perchè

sarebbe erro re considerare come più im p o rta n ti,

sotto l’aspetto industriale, quelle che presentino una

m aggiore o m inor quantità di forza m otrice di con­

fronto allo stesso num ero di operai, ovvero un m ag­

giore o m inor num ero di operai di confronto alia

stessa quantità di forza m o trice: sarebbe erro re,

perchè vi hanno industrie, nelle quali occorre poca

forza m otrice o non ne occorre affatto, altre ve ne

sono ove ne occorre m o lta , di confronto al n u ­

m ero degli operai.

Possiam o giudicare invece quali siano le industrie

prevalenti in ciascuna provincia, e cioè se preval­

gano le in d u s trie , nelle quali la proporzione della

forza m otrice è m aggiore di quella degli operai oc­

cupati, o se prevalgano quelle, nelle quali la pro­

porzione degli operai è m aggiore di quella della

forza m otrice im piegata. Nel prospetto precedente

sono disposte le provincie in ordine decrescente, se­

condo la quantità di forza m otrice im piegata per

ogni 100 operai, ed in ordine crescente, secondo il

num ero degli operai occupali per ogni 100 cavalli

di forza m otrice. Si rileva da esso che le propor­

zioni sono poco oscillanti; infatti, per dodici provincie

la quantità della forza m otrice per ogni 100 operai

varia da 53 a 52 cavalli, e il num ero degli operai

p er ogni 100 cavalli di forza varia da 192 a 2 8 2 ;

vuol dire che in esse sono distribuite con poche d i­

versità tutte le industrie, sia quelle che richiedono

poca forza m otrice o non ne richiedono punta , sia

quelle che ne richiedono molta, di confronto al n u ­

m ero degli operai. Le altre quattro provincie si sco­

stano da questa giusta distribuzione delle industrie:

in quella di A ncona prevalgono le industrie che ri­

chiedono molta forza m o tric e, di confronto al nu­

m ero degli o p erai; viceversa, nelle provincie di Ca­

tania, Venezia e Sassari prevalgono le industrie che

richiedono poca forza m o tric e, di confronto al n u ­

m ero degli operai.

(5)

9 dicembre 1888

L ’ E C O N O M I S T A

805

forza m otrice e agli o p e ra i, facendo qualche con­

fronto colle statistiche precedenti. Non basta infatti

stabilire quale sia I’ attuale im portanza industriale

delle varie provincie : bisogna anche vedere, con­

frontando i resultati dell’ultim a statistica con quelli

delle statistiche p re c e d e n ti, i progressi industriali

fatti dalle provincie stesse.

P er le forze m otrici idrauliche si ha una stati­

stica relativa all’anno 1877; per le caldaie a vapore

e gli operai si ha la statistica ricordata per l’anno 1876.

È coi dati di questa statistica che si confrontano quelli

della statistica industriale che stiam o esam inando ;

si avverta però che, quanto agli operai, il confronto

bisogna lim itarlo ad alcune industrie, a quelle cioè

che sono com uni alla statistica ultim a e a quella

del 1 8 7 6 : industrie della s e ta , della la n a , del co­

tone, del lino, della canapa e delle m aterie m is te ,

fabbricazione dei c o rd a m i, dei c a p p e lli, delle c a n ­

dele steariche, dei saponi, concerie di pelli, cartiere,

m anifattura dei tabacchi, estrazione dell’ olio dai

semi ,saline, officine ferroviarie, polverifìci m antenuti

dalla Stato.

P er poter stabilire un confronto, dal quale si possa

desum ere poi il progresso industriale delle varie pro­

vincie, v ed rem o : 1° quanta forza m otrice idraulica

sia im piegata attualm ente per ogni 100 cavalli im ­

piegati nel 1877 ; 2° quanta forza m otrice a vapore

sia im piegata attualm ente per ogni 100 cavalli im ­

piego nel 1 8 7 6 ; 3° quanti operai siano ora occupati

per ogni 100 operai occupati nel 1876, in quelle in­

dustrie che sono com uni alle due statistiche. Avremo:

P R O V IN C IE F o r z a m o trice id r a u lic a P o te n z a d elle ca ld a ie a v a p o re N um ero d eg li o p e ra i in c a v a lli d in a m ic i p e r ogni 100 p e r o g n i 100 c a v a lli d in a m ic i o p e ra i in d ic a ti n e lle s ta tis tic h e p re c e d e n ti A r e z z o ... 76 280 143 V i c e n z a ... 49 149 111 V e n e z i a ... 30 96 113 A n c o n a ... 92 416 101 T re v is o . . . 140 272 90 B o l o g n a ... 20 376 88 L u c c a ... 40 188 99 M a n t o v a ... 38 50 87 S o n d r i o ... 45 138 82 C a t a n i a ... 57 315 32 L iv o rn o ... 153 521 74 C a g l i a r i ... 25 70 115 S a s s a r i . . . 47 266 275 S a le rn o . . . 57 292 120 P o r l i ... 27 147 88 R a v e n n a ... 55 102 89

Da queste cifre risulta anzitutto una quasi g e n e ­

rale dim inuzione della forza m otrice idraulica ; in ­

fatti, meno le provincie di Livorno e T reviso, nelle

quali si osserva un aum ento del 50 0 /o nella prim a

e del 40 0 /0 nella seconda , nelle altre quattordici

si rileva invece una d im in u zio n e, che varia da un

m inim o dell’ 8 0 /o in Ancona ad un m assim o d el—

P 8 0 O/o in Bologna. S enonchè, non bisogna da ciò

arg u ire che si abbia a notare un regresso nelle in­

dustrie di queste pro v in cie; perchè d 'altro, canto si

osserva un quasi generale aum ento nella forza mo­

trice a vapore, la quale è dim inuita soltanto per le

provincie di Mantova

(5 0 O/o),

Cagliari

(3 0

O/o)

e

Venezia (4

O/o),

m entre per le altre tredici ha s u ­

bito un aum ento che varia dal

2

O/o nella provincia

di Ravenna al

421 O/o

in quella di Livorno. V uol

dire dunque che in generale alla dim inuzione della

forza m otrice idraulica è corrisposto un aum ento

della forza m otrice a vapore ; e questo per noi è

segno di progresso, piuttosto che di regresso in d u ­

striale. Ma, anche indipendentem ente da queste co n ­

siderazioni, bisogna notare che la forza m otrice id ra u ­

lica è stala ora calcolata in modo diverso che nel

1 88 7;

infatti per quell’anno.fu calcolata la potenza assoluta

delle cascate d’acqua, alle quali erano applicati i mo­

tori ; invece nella statistica recente si è calcolata

soltanto la forza effettivam ente u su fru ita dai m otori

applicali alle cadute, e solo per quelli im piegati nelle

industrie considerate. È naturale quindi che le cifre

portate dall’ultim a statìstica debbano essere di molto

inferiori a quelle della statistica p re c e d e n te ; onde

la dim inuzione che si denota non è che apparente

e non significa punto un regresso.

D ue di quelle tre p ro v in cie, nelle quali è dim i­

nuita la forza m otrice a v a p o re , hanno però avuto

un aum ento nel num ero degli operai , e sono Ca­

gliari ( l o

O/o)

e Venezia

(1 3 O /o )

; la provincia di

Mantova ha subito invece una dim inuzione anche nel

num ero degli operai

(1 3 O /o).

Il num ero degli operai

lo vediam o aum entato in sette provincie e dim inuito

in n o v e : gli aum enti variano da un minimo del-

I’ 1 O/o

in Ancona ad un massimo del

175 O/o

in

Sassari ; le dim inuzioni variano da u n m inimo del-

1’

1 O/o

in Lucca ad un massimo del 68 per cento

in Catania.

(6)

L ’ E C O N O M I S T A

9 dicembre 1888

806

ordine decrescente di progresso industriale e cre­

scente di regresso :

P R O V IN C IE , o r d in a e secondo il’ m a g g io r pro g resso

o il m in o r reg resso in d u s tr ia le

A u m en ti o d im in u z io n i p e r c e n tu a li in co nfronto d elle s ta tis tic h e p ro c e d e n ti

n e lla fo rz a m o trice a v a p o re n e l n u m e ro d eg li o p e ra i I n com plesso L iv o rn o . .

+

421 26 395 S a s s a r i . . 4 - 1C6 -t- 175 4 - 341 A n co n a . . *+* 316 4 - 1 4 - 317 JBalogna . , -f- 276

_

12 4 - 264 A rezzo . . 4 - 180 4 - 43 4 - 223 S a le rn o . . 4 - 192 4 - 20 4 - 212 T r e v is o . . 4 - 172 — 10 4 - 162 C a ta n ia . . 4- 215 — 68 4~ 147 L u c c a . . . 4-* 88 — 1 4 - 87 V ic e n z a . . 4 - 49- 4 - 11 4 - 60 F o r li . . .

+

47 12 4 - 35 S o n d rio . . 4 - 38 _. 18 4 - 20 V e n e z ia . . - - 4 4 - 13 4 - 9 R a v e n n a . . 4 - 2 __ 11 _ 9 C a g lia ri . . — 30 4 - 15

,

15 M an to v a . . ---

1

50 13 — 63

Con questo chiudiam o le nostre considerazioni in­

torno alla forza m otrice e al num ero degli operai, ed

in un prossim o num ero esam inerem o le diverse in­

dustrie esercitate nelle 16 provincia, delle quali ab­

biamo i dati.

U. Z.

IL COSTOSO DEI PRODUTTORI Ili VISO

Il M inistero di agricoltura, industria e com m ercio

si è accorto,i a quanto pare, che i prem i e le me­

daglie di cui si è fatto dispensatore con tanta la r­

ghezza non bastano a com pensare i danni che pro­

cura agli italiani la insipiente politica economica

del G overno. Se quel M inistero, che, non senza ra ­

gione può dirsi il coltivatore della vanità in Italia,

ita fatto qualche cosa, ha tentato qualche sforzo per

sto rn are dal paese il danno della rottu ra com m er­

ciale col m iglior cliente dell’ Italia, bisogna proprio

dire che o i suoi sforzi sono stati inadeguati, o gli

è m ancata ogni autorità. Il successo è a tutti noto,

ed è inutile di com m entarlo ora. Ma l’opera passata

del M inistero di agricoltura è veram ente tale che

non perm ette di n u trire gran d e fiducia nei tentativi

che esso ora fa per riparare ai mali che affliggono

P agricoltura italiana. La quale m entre si dibatte

contro le concorrenze estere e sotto il peso di ca­

richi fiscali certo non lievi, e per ciò stesso dom an­

derebbe rim edi pronti ed energici, è costretta àncora

oggi a darsi alla ricerca dei rim edi prelim inari

più adatti, a fare insom ma i prim i passi, incerta e

titubante sulla via da percorrere.

Questo si può riscontrare anche nel recente con­

vegno dei produttori di vino. Il M inistero di ag ri­

coltura Uà infatti reputato utile cosa di convocare a

Rom a i produttori e i com m ercianti di vino', com e

cinque anni prima aveva fatto fo n . Berti, per tro ­

vare ed elim inare possibilm ente le cause delle sof­

ferenze che la produzione vinicola patisce. E fo n .

G rim aldi in un lungo discorso, ha esam inato i pro­

gressi fatti finora nella esportazione del vino italiano

nei vari paesi, i risultati ottenuti colla istituzione

degli enotecnici governativi e dei depositi di, vino

in alcune principali piazze estere. Espose anche

l’opera com piuta dall-’am m iuistrazione colla istitu ­

zione di scuole, di cattedre am bulanti, di cantine

sperim entali, di prem i ecc., e dopo aver riferite molte

cifre 1 on. M inistro si dom andò se i risultati finora

ottenuti ci debbano acquetare, se sono soddisfacenti.

La risposta che egli ha creduto di poter dare si

riassum e in poche parole: « la produzione del vino

non ha assunto, in buona parte del paese, carattere

veram ente industriale, ed il commercio di esso non

è fortem ente organizzato. O nde ne consegue incostanza

di tipi, piccole quantità per ogni tipo, prezzi elevati ».

E n u m erati più particolareggiatam ente i difetti

della produzione e della com m ercialità del vino,

1’ on. G rim aldi, passando ai modi con cui essi po­

trebbero essere elim inati, accennò alla convenienza

di rico rrere alle associazioni, le quali, colla prepa­

razione, od anche solo con l’acquisto di vini di un

dato tipo per ogni regione, contribuirebbero a r i ­

solvere la questione enologica.

Il Ministro patrocinò esplicitam ente la costituzione

di società vinicole, e in ciò seguiva 1’ opinione già

espressa da molti com petenti scrittori. I produttori

di vino allargarono però il campo delle loro discus­

sioni. Essi accolsero bensì, in massima, l’ idea 'cal­

deggiata dal M inistro di istituire una o più associa­

zioni enologiche per la produzione e il consum o dei

vini, ma poscia si occuparono di tre proposte ten ­

denti a rim ediare alla crise

vinicola.-A lcuni volevano che lo Stato garantisse un m i­

nim o di interesse sui capitali impiegati in società

vinicole per la preparazione e l’ esportazione; altri

chiedevano un prem io di esportazione per ogni et­

tolitro ^di vino esportato, salvo a chiedere altri prov­

vedim enti e finalm ente vi fu chi dom andò che il

Governo accordasse nuovi vantaggi indiretti come

facilitazioni nei trasporti ferroviari e m arittim i. Ma

non ostante le difese del Senatore A lessandro Rossi,

i prem i all’esportazione furono respinti. E si è finito

votando u n ordine del giorno col quale si fanno voti

per la costituzione di piccole associazioni fra p ro -'

dattori riuniti poi in un solo consorzio per l’espor­

tazione e l’accreditam ento dei vini all’ estero. L ’ as­

sem blea si è anche occupata della situazione critica

della industria degli alcools ed ha approvato un

ordine del giorno col quale viene chiesto che la

tassa sugli alcools sia riportata a ISO lire l’ettolitro,

che sia abolita la tassa di vendita convertendola in

una tassa d’esercizio, che l’abbuono per le distillerie

agrarie attualm ente del 2ò 0 /o sia portata al 50 0 /0 ec.

In riguardo ai trasporti ha approvato un ordine del

giorno dell’on. F aina di questo te n o re :

R itenendo indispensabile ed urgente che sia m i­

gliorato e facilitato il trasporto dei vini ed uve, ra c ­

com anda al governo del Re le proposte e i voti se­

guenti i quali m irano:

1.

° A trad u rre in atto il voto del Consiglio delle

tariffe per la creazione di tariffe speciali, per il tra ­

sporto dei vini ed uve con abbuono della quota di

partecipazione dello Stato a norm a dell’art, 6 della

legge sulle convenzioni ferroviarie ;

2 .

° A m igliorare nel suo complesso il servizio

ferroviario per le m erci in q u e stio n e ;

3 .

° Ad introdurre nelle nuove convenzioni con

le società m arittim e sovvenzionate, condizioni più

eque e favorevoli al trasporto dei vini.

(7)

L’ E C O N O M I S T A

807

9 dicembre 1888

dei produttori e com m ercianti di vino tenuta a Roma

sotto gli auspici del M inistero d’A gricoltura. Noi non

ci dilungherem o a farne qui un esam e critico, ma

ci lim iterem o piuttosto a poche considerazioni che

il convegno di Roma ci suggerisce.

Riconosciam o di buon grado che alcune delle do­

m ande form ulate m eritano di essere prese in esam e

e specialm ente quelle riguardanti l’ industria degli

alcools, ma ei è forza anche di riconoscere che la

riunione di Rom a non ha fatto fare un passo alla

questione enologica italiana, la quale non pare dav­

vero di facile soluzione.

Ci troviam o oggi di fronte a una produzione e c ­

cessiva, la quale non trova sufficiente sbocco sui

m ercati, interni ed esteri. I prezzi sono scesi, ma

te vendite, m ancando sem pre il m igliore cliente, non

sono in relazione alle quantità prodotte. La crise

non è certo generale, ma speciale ad alcune regioni

ita lia n e , sopratutto a quelle m eridionali ove la

p ro d u zio n e

'è ancora nella . fase prim itiva. Trasfor­

m are i vini da taglio prodotti nel napoletano non è

cosa attuabile in breve tem po, specie quando si hanno

illusioni tali da far credere possibile una concorrenza

sui m ercati esteri a prodotti orm ai noti e rinom ati.

Il solo intento ragionevole può essere quello di o t­

tenere dai vini da taglio attualm ente prodotti, dei

vini da pasto a buon prezzo e con tipi uniform i.

Questo è affare dei produttori. Il G overno è già

uscito dalla sua sfera d’ azione con risultati che

dovendo essere necessariam ente precipitati e forzati

non sono di alcun serio e durevole vantaggio. La

istituzione degli enotecnici governativi e dei depositi

avrebbe dovuto essere opera dei privati, ma ad ogni

modo è prem atura e non può raggiungere efficace­

m ente lo scopo. V iceversa poi il M inistero è quello che

ha fatto il danno m aggiore; alim entando prim a la fi iu-

cia che T agricoltura potesse utilm ente sostituire la

vigna alla granicoltura e poi rendendo im possibile la

esportazione del vino nei paese che ne acquistava la

m aggior quantità. Oggi il M inistero di agricoltura,

conscio forse che una grave responsabilità gli incom be,

prom ette di attuare ì voti dei produttori e dei co m ­

m ercianti di vino. Ma è da notarsi che finora esso

non si è dato alcun pensiero.de! disordine e del d i­

sagio portato con recenti leggi all’ industria degli al­

cools, leggi le quali m entre m ettono in luce in quale

stato deplorevole è caduta la legislazione fiscale, di­

m ostrano la scarsa com petenza e la nessuna cura dei

veri interessi dei produttori nel M inistero di agricoltura.

P er questo ora, com e in addietro, vorrem m o che

produttori di vino anziché rivolgersi al M inistero,

pensassero ai casi propri da sè e provvedessero con

energia ai loro interessi.

IL C O M M E R C I O I T A L I A N O

nei dieci mesi del 1888

A tutto O ttobre u. s. il m ovim ento del c o m m e r­

cio internazionale, esclusi i m etalli preziosi, dava le

cifre seguenti :

Im portazione.

E sp o rtazio n e.

L.

9 6 8 ,3 0 0 ,9 9 0

»

7 6 6 ,1 7 0 ,4 3 9

Totale L. 4 ,7 3 4 ,4 7 1 ,4 2 9

lasciando così una differenza in m eno sul 1888 di

318 milioni dei quali 262 e mezzo p er la im porta­

zione e 53 per la esportazione.

1 metalli preziosi davano u n a entrata di L i-

re 53,0 1 5 ,2 0 0 ed una uscita di L. 6 0 ,6 9 2 ,0 0 0 con

una differenza in m eno di L. 2 4 ,6 7 2 ,6 0 0 per la

im portazione e di L. 3 7 ,135,700 per la esportazione.

A questi resultati non è possibile far seguire al­

cuna utile considerazione poiché, non solamente, d

1888 è ancora perturbato dal nuovo regim e d o g a­

nale, ed il com m ercio è sem pre incerlo per le no ­

tizie di possibile ripresa delle trattative colla T ran ­

cia, ma il 1887 eoi quale si confronta ò, specialm ente

per i tre ultim i m esi, perturbato dalle straordinarie

importazioni ohe vennero fatte in vista della possibile

applicazione della tariffa generale.

Ci lim itiamo quindi a notare alcune voci p rm -

cipali ; — la nostra esportazione di vino in botti e

ridotta nei dieci mesi da 2776

mila ettolitri a^ lu 5 2

mila, m algrado che nei due prim i m esi deli anno

ne uscissero 150 m ila di più che negli otto m ési s u c ­

cessivi; sono fino ad ora 36 milioni p e rd u ti; —

dell’oZio di oliva siamo scesi da 559 a 450 mila

quintali con una perdita ili 11 m ilio n i; abbiam o

perduto 13 milioni nel riso, 11 negli aranci e li­

moni, 2 nelle mandorle, 2 e mezzo nel pollame

e nelle uova di pollame, 4 milioni .nel corallo lavorato.

Nella, im portazione troviam o 22 milioni di_m eno

per lo zucchero, quasi 2 milioni nelle gomme, 7 m i­

lioni di meno nei filati e 2 milioni nei tessuti di

canapa, lino e juta, tre milioni nei filati e 20 m i­

lioni nei tessuti dì cotone, 14 milioni nei tessuti di

lana, 10 milioni di m eno nei tessuti di seta, 2 1 m i­

lioni di meno nel legno comune, 5 milioni di meno

nei libri, 8 milioni di meno nella ghisa, 3 nel

ferro, 3 di utensìli, 5 nelle macchine, 4 nei gioielli,

3 , negli orologi, 3 nell & pietre da costruzione, 40

nelle granaglie, farine e riso, 6 nei semi, o nei

pesci secchi, 3 nel formaggio, 15 nelle mercerie.

Etl ecco ora il prospetto delle categorie :

C A T E G O R IE s e c o n d o la ta r if f a d o g a n a le IM P O R T A Z IO N E V a lo re delle merci im p o r ta te D iffe re n z a n e i p rim i d ie c i m esi col 1887 d e ll’ a n n o 1888,.

I.

ir.

in .

IV . v. V I. V I I .

Vili.

IX . X. X I. X I I . X I I I .

x tv .

XV. X V I. ¡ S p ir iti, b e v a n d e ed o lii • • • « • • • • ¡G en eri co lon., d ro g h e e ta b acch i. P r o d o tti chim . g e n e ri m e d ic in a li, ! r e s in e e p ro fu m e rie ... C o lo ri e g e n e ri p e r t i n t a e p er c o n c i a ... C a n a p a , lin o , j u t a ed a l tr i v e g e ­ ta l i filam e n to si e s ci, il co to n e. C o to n e... L a n a , crin o e p e li... S e t a ... L eg n o e p a g lia ... ¡C arta e li b r i ... jP e lli... *... .M in e ra li, m e ta lli e lo ro la v o r i.. P ie t r e , te r r e , v a s e lla m i, v e t r i e

c r i s t a l l i . ... ... C e r e a li, f a r ., p a s te e p ro d o tti ve- | g e t.,n o n co m p resi in a ltr e categ . A n im a li,p ro d o tti e sp o g lie d i a n i­

(8)

808

L’ E C O N O M I S T A

9 dicembre 1888

C A T E G O R IE secondo la ta riffa d o g a n a le E S P O R 1 V alo re delle m erci e s p o rta te n e i p rim i d ie ci m esi d e ll’ a n n o 1888 A Z IO N E D iffe re n z a col 1887 I . S p ir iti, b ev a n d e ed o lii... 113,148,137 — 46,862,637 I I . G e n e ri colon, d ro g h e e ta b a c c h i. 4,586,523 — 959,726 I I I . P r o d o tti c h im .,g e n e r i m e d icin ali,

r e s in e e p r o f u m e r i e ... 39,366,633 + 3,674,057 IV . C o lo ri e g e n e ri p e r ti n t a e p e r

c o n c ia ... 8,556,085 — 240,661 V. C a n a p a , lin o , j u t a ed a l t r i

vege-ta li filam e n to si, esci, il cotone. 37,217,406 4 - 5,295,981 V I. C o to n e ... 16,345,580 4 - 1,436,251 V I I . L a n a , c r in o e p e li... 7,176,493 4 - 39,143 V i l i . S e ta ... 270,032,468 4-21,878,589 IX . L eg n o e p a g l ia ... 37,195,488 — 2,405,756 X. C a rta e l i b r i ... 9,992,079 4- 3,863,192 X I. P e l l i ... 16,649,145 4 - 137,230 X I I . M in e ra li, m e ta lli e lo ro la v o r i.. 20,265,333 4 - 1,804,896 X I I I . P ie tre , t e r r e , v a se lla m i, v e tri e

o r i s t a l l i ... 42,486,330 — 2,218,714 X IV . C e re a li, f a r ., p a s te e p ro d o tti

ve-g e ta li, n o n co m p r. in a l tr e ca t. 66,470,617 — 25,367,233 X V . A n im a li, p ro d o tti e spoglie d i an

i-m a li, n o n co i-m p r. in a l tr e ca teg . 71,187,499 — 10,805,746 X V I. O g g etti d i v e r s i ... 5,492,623 — 4,823,778 T o ta le d e lle p rim e 16 c a te g o r ie .. 766,170,439 — 55,504,867 X V I I . M etalli p r e z i o s i... 60,692,000 — 37,135,700 T o ta le g e n e r a le .. . . 826, 862, 329 — 92,640,567

la quanto agli- introiti delle Dogane eccone il

prospetto durante i dieci mesi :

T ito li

d i risco ssio n e 1888 1887 D ifferen z a D a z i d ’ Im p o rta z io n e 150.015, 111 179,161, 635 — 29, 156,524 D a z i d i E s p o rta z io n e S o p ra ta ss e d i f a b b r i-5, 207, 673 4, 577,418 -t- 630,255 c a z id n e ... 2,572,400 4 ,342,694 — 1,770,294 D ir it ti di b o llo . . . 1,227.467 1 ,365,340 — 137 882 D ir it ti m a r ittim i . . 4 ,280.536 4 ,392,800 112,264 P r o v e n ti d iv e r s i . . 984,662 1 ,0 2 5 ,9()3 — 41.241 T o t a l e . . . 164,287, 799 194,865, 799 — 30,577, 950

R ivista .Economica

// commercio vinicolo italiano — / depositi di vino

italiano a ll'estero — La assicurazione obbligatoria in Germania.

Il congresso dei prod u tto ri e com m ercianti di vino,

di cui parliam o in altra parte del giornale, è stalo

inaugurato da un discorso dell’ on. G rim aldi, mini­

stro di agricoltura, industria e com m ercio, nel quale

si trovano molti dati interessanti sull’ andam ento del

com m ercio vinicolo italiano e sull’opera degli eno­

tecnici governativi all’estero. Crediam o far cosa utile

il rip ro d u rre qui quella parte del discorso che si ri­

ferisce appunto ai due argom enti suaccennati.

A tutto il 1818, notò l’on. G rim aldi, la esporta­

zione dei nostri vini in botti si riduceva a ben p ic­

cola cosa; soltanto in quell’anno, e nel 1872, aveva

superato il mezzo m ilione di ettolitri. La F rancia era

stata la nazione che aveva fin d’allora fatta la m ag­

gior richiesta dei vini nostri.

Nel successivo 1879 la esportazione superò q u a ­

si istantaneam ente un milione di etto litri; r a d ­

doppiava nel successivo 1 8 8 0 ; dim inuiva nei due

anni successivi; e nel 1883 raggiungeva la cifra di

2 milioni e 6 0 0 mila etto litri. Nel 188 4 subiva una

lieve dim inuzione, che fu molto più sensibile nel

seguente anno 4 885, causa principale lo scarso rac­

colto del 1 8 8 4 ; m a, nel 1886, si rianim ò di nuovo,

e nel decorso anno raggiunse la ragguardevole cifra

di 5 milioni e 582 mila ettolitri.

Di questa cifra ben 800 mila ettolitri erano per

altri paesi che non fosse la F rancia, ciò che non si

era conseguito negli anni precedenti.

E qui torna opportuno di avvertire che, q u a n tu n ­

que la nostra esportazione sia nella m aggior parte

per l’E uropa, pure nel 1887 si inviarono nell’A m e­

rica 268 mila ettolitri di vino ; cifra invero ab­

bastanza notevole quando si pensi che , negli anni

precedenti, la esportazione per quei lontani paesi era

lim itatissima.

A nche in Africa inviam m o nel 1881 circa 1 0 0

mila ettolitri di questo prodotto, con un considere­

vole aum ento sugli anni precedenti ; dim inuì invece

la esportazione p er l’ Asia, dove non furono spediti

neppure 200 0 ettolitri di vino, m entre nel 1884 ne

esportam m o per quelle regioni una quantità m ag­

giore del doppio.

Alla Svizzera , dopo la F rancia , si rivolgono le

m aggiori nostre esportazioni.

Nel 1887 vi inviam m o 165 mila ettolitri di vino

in botti.

L e statistiche svizzere elevano questa cifra a 223,000

ettolitri, cioè 5 8 ,0 0 0 in più che non ne registrino le

n o stre ; ma questa differenza può spiegarsi avver­

tendo che molto vino spagnuolo e levantino avendo

transitato per l’Italia è considerato dalla dogana sviz

zera com e vino italiano.

Dopo la Svizzera viene la G e rm a n ia , dove noi

inviam m o, nel 1 8 8 7 , secondo le nostre statistiche,

circa 9 2 ,0 0 0 ettolitri, m entre negli anni precedenti

questa cifra non era stata m ai raggiunta, anzi era

rim asta a grande distanza.

Segue poi l’ Ingh ilterra, dove inviam m o appena

4 5 ,0 0 0 ettelitri nel decorso anno.

Q ueste cifre, sono però troppo m odeste in rapporto

alle im portazioni totali che si fanno nei paesi verso

i quali si dirige la nostra esportazione.

Infatti, secondo le statistiche svizzere, nel 1887 s’im ­

portarono cobi 6 6 4 ,0 0 0 ettolitri di vini, cifra che su ­

pera di oltre 1 00 ,0 0 0 ettolitri la im portazione del 1886.

L’ Italia, secondo le statistiche estere vi figurerebbe

per 2 2 3 ,0 0 0 ettolitri, superando la F rancia, che ne

im portò 2 1 6 mila e tto litri, e l’ A ustria che ne ha

venduti 155,000.

Negli ultim i tre anni, i tedeschi, secondo le loro

statistiche, avrebbero ricevuto dall’estero le seguenti

quantità di vino in botti :

Nel 1885, ettol. 5 4 0 ,9 7 3 ; nel 1886, ettol. 535,220;

nel 1887, ettol. 55 5 ,4 9 7 .

Noi figuriam o in queste cifre secondo la statistica

germ anica :

P er l’anno 1885 con ettolitri 3 0 ,5 9 9 ; pel 1886

con ettolitri 32,977; pel 1887 con 49,580.

Secondo dunque le statistiche tedesche la im por­

tazione dei nostri vini, nel decorso anno, nell’ Im ­

pero sarebbe stata di 4 9 ,5 8 0 ettolitri; m entre secondo

le nostre, sarebbe di 92,0 0 0 . La differenza si spiega

avvertendo che, forse, si registrano come svizzeri i

vini italiani che attraversano quella Confederazione.

(9)

9 dicembre 1888

L ' E C O N O M I S T A

809

produzione interna è appena di 3 milioni di ettolitri.

In G erm ania abbiam o il terzo posto nella im por­

tazione. P rim a la F ran cia, 2 3 7 ,0 0 0 ettolitri che

lascia a grandissim a distanza l'A ustria U ngheria, la

quale segna una cifra di più di 100,000 ettolitri ;

veniam o poi noi, e dopo im m ediatam ente la Spagna

che nel 1887 im portò nell’ im pero 4 2 ,0 0 0 ettolitri.

U n paese che ha sem pre richiam ato I’ attenzione

del com m ercio paesano è l’ Inghilterra ; ma, nono­

stante il molto parlare ed i diversi tentativi fatti, le

cifre delle statistiche dei due paesi si trovano pur

troppo conconli, benché differenti nelle quantità, nel

fornirci le prove che il com m ercio dei nostri vini

si è ben poco sviluppato nella G ran B retagna.

N el 1887, il movim ento com m erciale italiano re ­

gistra una cifra di quasi 4 ò ,000 ettolitri di vino per

T Inghilterra ; la statistica inglese ne dà soli 24,0 0 0 .

E ppure, nel quindicennio dal 1874 a tutto il 1882,

la esportazione era molto m aggiore di quella che si

è verificata dal successivo 1883 a tutto il decorso

anno. M entre negli altri m ercati europei noi abbiam o

guadagnato, altrettanto non si è verificato per l’ In­

g hilterra, dove nel 1887 entrarono quasi 700,000

ettolitri di vini esteri, con un aum ento di 4 0 0 0 0 et­

tolitri sul 1886. La F rancia in queste cifre figura

per 237,000 ettolitri ; viene quindi la Spagna con

2 0 0 ,0 0 0 : poi il Portogallo con 136,000 ettòlitri. E

noi, com e abbiam o detto, vi figuriam o con appena

4 3 ,0 0 0 ettolirit.

Quel che s’ è detto vale anche per altri paesi

d 'E u ro p a verso i quali dobbiam o principalm ente

volgere la esportazione dei vostri vini.

Quanto all’America fino al 1886 l’ invio dei vini ita­

liani non ebbe molta im portanza ma nel 1886 raggiunse

la cifra di 8 3 ,0 0 0 ettolitri e nel 1887 l’esportazione

dei vini in botti per l’America toccò i 269,000 et­

tolitri di cui 12 0 ,0 0 0 per gli Stati U niti e pel Ca­

nada, 6 3 ,000 per la Confederazione A rgentina, 32,000

p er l’ U ruguay. È da notarsi che le statistiche degli

S tati Uniti e del C anada lim iterebbero la im porta­

zione dei nostri vini in botti nel 1887 a 300 0 et­

tolitri appena.

— Q uanto agli enotecnici governativi e ai ¿depositi

di vini, aggiungiam o alcune notizie intorno all’atti­

vità com m erciale di essi.

Nel prim o anno di fondazione del deposito di

L ucerna, cioè nel 1884, le vendite dei vini italiani

non giunsero a 4 mila ettolitri; nel decorso anno 1887,

superarono i 7 mila.

Sopra quasi 20 mila ettolitri di vini, venduti a

L ucerna nel quadriennio 1 8 8 4 -8 7 , oltre 16 mila,

erano par la m aggior parte vini rossi com uni da

pasto, ed in parte vini rossi da taglio e da mezzo­

taglio. I vini rossi fini e i bianchi da pasto dettero

luogo ad una vendita di 3 mila ettolitri circa.

A ben poca cosa si ridussero le vendite di vini

spum anti e da dessert.

Merita di esser notato il progressivo aum ento delle

vendite dei vini rossi da pasto. Nel 1 8 8 4 fu di 2

mila e tto litri; nel 1887 di 36 0 0 . I vini da taglio

ebbero poco sm ercio negli anni 1884 e 1883, a p ­

pena superarono i 500 e tto litri; invece nel 1886

ne furono venduti quasi 1500 e 1600 nel 1887.

I vini com uni rossi da pasto della regione m e ri­

dionale adriatica, della Toscana, del Piem onte e della

Lom bardia sono quelli che hanno avuto il prim o

posto; nel 18 8 1 quelli della Toscana ascesero ad

ettolitri 580, nel 1887 raggiunsero 112 0 e tto litri;

quelli della regione m eridionale adriatica furono 750

ettolitri circa. Si ebbe poi un aum ento nella vendita

dei vini da taglio, che raggiunse i 1 6 0 0 ettolitri.

P e ri viui inviati al deposito abbiam o per l’anno 1887

un prezzo medio alla entrata di lire 4 4 I’ ettolitro ;

quello di vendita avrebbe raggiunto quasi le lire 5 8 .

Il prezzo più elevato sarebbe di lire 81 all’ entrata

e lire 141 all’ u sc ita ; il prezzo più basso lo danno

i vini dell’ Em ilia in lire 22 all’ entrata e lire 32

dall’ uscita.

Il deposito di Monaco di Baviera si apri soltanto

nel 1886. In quell’ anno entrarono nei magazzini 1340

ettolitri, e ne furono venduti 650. N ell’ anno su c­

cessivo T entrata aum entò a 3630 ettolitri e le v en ­

dite ascesero ad ettolilri 2520. A bbiam o perciò nel

corso di un anno un aum ento notevolissim o.

A nche pel deposito di Monaco il m aggior m ovi­

mento si verificò nei vini rossi com uni da pasto, e

quindi nei rossi da taglio. Sopra 5000 ettolitri di vino

entrali negli anni 1886 e 1887 in quel deposito,

4600 ettolitri appartenevano a quelle due categorie.

1 vini della regione m eridionale adriatica alim en­

tarono principalm ente il m ovim ento del deposito di

Monaco (quasi 3 |5 ) ; segue poi il vino della Toscana

e quindi quello del Piem onte e «Iella S ardegna.

— In G erm ania il principe di B ism arck continua

ad applicare il suo program m a di attuazione com pleta

dell’assicurazione obbligatoria. Il R eichstag deve in­

fatti discutere ora un progetto di legge per l’assicu­

razione contro la vecchiaia e le inferm ità.

Come è noto le assicurazioni operaie deli’ im pero

germ anico si dividono in tre ram i : l’assicurazione

contro la malattia, l’assicurazione contro gli infortuni

e finalm ente l’assicurazione contro la vecchiaia e le

inferm ità [Die Alters-und Invaìidàts- Versicherung).

Le due prim e sono già regolale da leggi in vigore

da alcuni anni e di esse abbiam o discorso più volte

in passato, 1’ ultim a forma appunto m ateria di un

progetto di legge preparato iu questi ultim i mesi dal

Bundesrath. L ’assicurazione contro la m alattia è una

assicurazione tra operai e im piegati. È m ediante ri­

tenute fatta anticipatam ente sul salario pagato da:

padroni che viene formato il capitale delle varie casse o

locali com unali, o presso le fabbriche, o libere che

assicurano ad essi, in caso di m alattia, le cure m e­

diche e i rim edi g ratuitam ente, nonché una inden­

nità per il mancato lavoro. L’ assicurazione contro

gli infortuni, al contrario, riguarda esclusivam ente i

padroni. Infatti prim a ancora della nuova legislazione

sulle assicurazioni l’ im pero tedesco aveva am messo

il principio della responsabililà civile, che è ora ac­

colto in molti altri paesi, in v irtù del quale il con­

tratto di locazione d’opera obbliga il padrone non

solo a pagare all’ operaio il salario convenuto, ma

anche a garantirlo contro le conseguenze di tutti gli

infortuni sopravvenuti d urante il lavoro, fossero a n ­

che im putabili alla forza m aggiore od al caso fo r­

tuito.

La legge sottraevi padroni presi individualm ente a

questo obbligo, per m etterlo a carico di associazioni

professionali o corporazioni che gli in dustriali devono

form are tra toro.

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