L'ECONOMISTA
GAZZETTA SETTIMANALE
S C IE N Z A E C O N O M IC A , F IN A N Z A , CO M M ER C IO , B A N C H I, F E R R O V IE IN T E R E S S I P R I V A T I
Anno IV - Voi. XIX
Domenica 9 Dicembre 1888
N. 762
TUTORI 0 GOVERNANTI?
D alle recenti discussioni che negli uffici della C a
m era e nella stam pa furono svolte intorno alla po
litica generale dell’ Italia a proposito delle nuove
leggi per spese m ilitari, abbiam o potuto rilevare
com e alcuni sottintendessero per base del loro r a
gionam ento un principio sul quale pare a noi che
valga la pena di, sofferm arsi alquanto.
La m ancanza di verbali stenografati ed il dover
accontentarci di im perfette relazioni dei giornali ci
im pedisce di chiam are in causa personalm ente Fon.
D ’Arco, o Fon. Peruzzi o Fon. Nicotera od altri degli
oratori influenti e più ascoltati che presero la pa
rola, ma non dubitiam o che se veram ente il con
cetto, che a noi pare in alcuno tacitam ente dom i
nante, sia veram ente sentito, tanto se lo am m ettono
gli oppositori quanto se è parte del program m a dei
sostenitori od anche degli indifferenti verso il Governo,
se questo concetto in fatto esiste nella m ente di al
cuno, esso abbia ad essere discusso con qualche am
piezza giacché — a nostro avviso — forma uno dei
caratteri principali del reggim ento di uno Stato.
V iene rim proverato molto al G overno attuale ed
un poco anche al G overno precedente, di aver im
pegnata l’Italia in una politica alla quale si crede
non corrispondano i mezzi econom ici di cui l’Italia
può anche con sacrifizio suo disporre ; — viene os
servato che, entrati terzi nella lotta tra i due che
si disputano la prevalenza n ell’E uropa, noi sarem o
trascinati — specialm ente se la situazione non si
risolve presto in una g uerra — a consum arci eco n o
m icam ente ed a rovinarci finanziariam ente così da far
tem ere che il benefizio che si consegue da una po
litica estera attiva ed in traprendente, che risolleva
il m orale del paese, sia inferiore al danno che
l’Italia avrebbe potuto in contrare cercando di b ar-
cam enare tra gli uni e gli altri e m antenendosi in una
situazione m odesta ma corrispondente alle sue forze
econom iche. Ed appunto è opinione di alcuni che Fat
tuale M inistero abbia rese più vive le difficoltà già
preesistenti della situazione, e col pretesto di fare v e
dere che può farsi e si fa una politica italiana, ab
bia trascinato il paese a desiderare ed a volere più
che non possa desiderare e volere.
Da tali prem esse che ornai si affacciano alla
m ente di quasi tutti, e vi si affacciano con straordi
nario senso di paura, da tali prem esse sorgono due
ordini di conclusioni :
u na m anifestata dall’ on. Nicotera il quale dice :
io non disapprovo la politica estera del G overno,
sono pronto a dare il mio voto alle dom ande dei
m inistri della guerra e della m arina, ma voglio che
mi dichiarino sulla loro coscienza che quanto do
m andano è sufficiente a m ettere in perfetto assetto
dal lato m arittim o e te rrestre la nazione, e siccom e
non credo che i mezzi dom andati sieno bastanti
così li eccito ad esporre netta e schietta la verità
affinchè il Parlam ento ed il Paese possano ad d irit
tura conoscere e fare tutti quei sacrifizi che la si
tuazione richiede ;
F altra corrente invece vuol essere prudente e
dice : a che spaventare il paese con dom ande di
somm e ingenti che non si potrebbero ottenere nè
subito im piegare ? a che correr rischio di creare
fin d’ ora in paese due tendenze una che vorrebbe
l’ Italia raccolta in modesta politica e tutta dedita allo
sviluppo delle forze econom iche interne, e l’altra tutta
desiderosa di tener alto il prestigio della nazione nel
concerto delle potenze euro p ee?
« È arte di Stato quella di sapere abilm ente ap
parecchiare un paese a raggiungere i suoi alti d e
stini senza farglieli conoscere e sopratutto senza che
ad un tratto sia spaventato dalle dom ande dei mezzi
che per raggiungere questi destini sarebbero neces
sari. »
E quest’ ultim a, se non erriam o, è orm ai la poli
tica prevalente, è a questo sistem a che gli uom ini
che reggono lo Stato si sono, con m aggior costanza,
resi devoti, è a questo sistem a che dobbiam o q u e
sto incessante, indefinito aum ento delle spese per la
guerra e la m arina.
E su questo proposito appunto F Economista vuol
esporre qualche considerazione. La pretesa arte di
Governo colla quale sapendo che i bisogni del paese
di fronte alla politica che segue, sono tanti, ma ne
espone solo una piccola parte affine di non creare
delle co rren ti che possono essere ostili, ed affine di
non spaventare la pubblica econom ia, questa pre
tesa arte di Governo, si traduce in una trasfor
mazione della funzione stessa del G overno, il quale si
cam bia in tutore. In -sostanza egli 'd ic e : — « io
solo credo di veder bene quali debbano essere i de
stini avvenire del paese, io solo so distinguere quale
sia la m igliore via che a quei destini conduce ; se
mai, e la m eta ed i mezzi esponessi al paese, egli
non sarebbe da tanto da com prenderm i ; è giuoco
forza quindi che nasconda lo scopo, che dissim uli i
mezzi chiedendoli a brani, a piccole porzioni,affine
di non far sospettare quale sia la via per la quale
conduco lo Stato, via di cui non sarebbero senza
dubbio apprezzati i vantaggi. »
poli-802
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9 dicembre 1888
tic.a del Governo ovvero si m ostrarono rassegnati
■ ad accettarla, questo linguaggio è quale può uscire
dalla bocca di chi si senta molto superiore alla co
m une degli uom ini del paese, di chi crede il proprio
genio tanto elevato su quello dei concittadini da po
ter im porre quale sia e com unque sia la propria
volontà ; in altri term ini è linguaggio che il tutore
può tenere dirim petto al m inore. — Ma noi credia
mo limi diversi i rapporti che passano tra G overno
e governati, noi crediam o che gli uom ini di Governo,
i quali non sono altro che i m andatari del paese, ab
biano obbligo sacrosanto di governare il paese se
condo il sentim ento e la volontà sua, e debbano
quindi inform arlo onestam ente, così dello scopo a cui
tendono, com e della qualità e quantità dei mezzi che
reputano necessari a raggiungerlo.
Che se veram ente esiste la convinzione della in
feriorità di rettitudine nel giudizio della nazione a
paragone di quella degli uom ini di Governo, si cessi
una buona volta da ógni finzione costituzionale ed il
paese sia m esso veram ente sotto un regim e di tutela,
quando tolleri sim ile situazione.
Non sarà fuori di luogo richiam are alcune cifre;
i due m inisteri della g u erra e della m arina nel 1878
dom andavano le seguenti spese in milioni di lire :
O rd in a ria S tr a o r d in a r ia T o ta le
g u erra — 172. 7 34.9 2 0 L 6 m arina — 41 . 1 2 .0 43.1 da allora questa categoria d i spese si determinava come segue pure in milioni di lire:
O r d in a r ia S tr a o r d in a r ia T o ta le 1879 ( g u èrraf m arina 174.2 15.0 189. 2 40 2. 7 42. 7 18 8 0 ì gu erra 191.9 19.9 211.8 f m arina 4 2 .0 3.3 4 5 .3 1881 !i gu erra[ m arina 187.341. 8 23.7 210.0 3 .0 44.8 1882 1 g uerraj m arina 190.4 44.2 231.6 46. 1 3 .0 49.1 1883 [ g uerra[ m arina 203.9 58.0 261.9 59. 7 5 .6 65.3 1884 ![ g uerra 107.3 11.6 118.9 (semestre) |j m arina 2 6 .6 2 .9 29. 5 1884-85
j
1 m arinag u erra 207. 256. 2 47. 8 255.0 21.3 77. 5 1 8 8 5 -8 6j
1 gu erra1 m arina 210.2 43. 7 253. 9 66. 2 19.4 85. 6 1886-87 !1 gu erra1 m arina 218 4 52.0 270. 4 75 3 20.1 95.4 1 8 8 7 - 8 8 1[ g u erra 232. 7 47. 7 280.4 (preventivo) |ì m arina 8 7 .5 14.8 102.3A dunque da 230 siam o passati a 3 8 2 nelle spese
m ilitari ed oggi si dom andano altri 130 m ilioni;
da! 1879 ad oggi le spese m ilitari sono salite a quasi
3 m iliardi, m entre m antenendosi alla stregua dei
230 m ilioni, sarebbero state di 330 milioni inferiori.
Ora è bene chiedersi, al mom ento in cui si do
m andano altri 130 milioni e al tempo stesso che ¡1
M inistro delle Finanze dichiara che « altre m aggiori
spese straordinarie occorreranno p er com pletare (gli
organici dell’esercito e della m arina » ; è bene chie
d ersi: — fino a dove conduce questa via che a b
biam o in trap resa? Coloro che ci governano sanno
veram ente, anche con approssim azione, il limite delle
necessità che la situazione può chiedere ed hanno com
parato questo limite con quello della possibilità di
quanto la nazione può d are? Non può avvenire che ad
un tratto, dopo tanti sacrifici, ci troviam o nella impos
sibilità assoluta di continuare, o nou può avvenire
che, persistendo in questa via p er raggiungere lo
splendore della politica si vada incontro allo sfacelo
econom ico? E ad ogni modo non hanno dovere
sacrosanto i governanti di dire al paese chiara
m ente quale sia la meta che vogliono raggiungere
e di quali mezzi intendano usare affinchè 'il paese
dica se a quella m eta e a quel prezzo vuol aspirare
e sente di poter asp irare?
Coll’odierno sistem a che ci par di leggere in fra
le righe di coloro che scusano il Governo di non
essere esplicito perchè non sarebbe com preso, noi
tem iam o assai che si perda il concetto costituzio
nale del G overno di un paese libero, e si scam bi
l’ufficio del Ministro con quello del tu to re ; presun
zione per chi assum esse tale ufficio, debolezza per
la nazione che tollerasse sim ile imposizione.
E tanto più ci sem bra degna di osservazione questa
tendenza del G overno a cam biarsi in tutore quando
per dilem m a indiscutibile : — o m ostra di non aver
preve luto l’ aum ento e la urgenza dei bisogni che si
sono m anifestati ed allora è tutore cieco; - o se aveva
preveduto, ha com piuti m olti atti contrari alle esi
genze della situazione, ed allora è tutore inabile.
In uu caso e nell’ altro , come cercherem o di dim o
strare prossim am ente, è m eritevole di censura.
PROVVEDIMENTI FINANZIARI
Nella brevissim a relazione colla quale l’on. Mi
nistro delle Finanze dom anda alla C am era la appro
vazione dei provvedim enti finanziari, cioè ripristino
dei due decim i di im posta sulla fondiaria, e ripristino
pure del prezzo del sale a 33 lire il quintale per
quello com une, a 66 per quello m acinato, è afferm ato
che questi provvedim enti dovrebbero d u rare fino a l
l’esercizio finanziario 1 8 9 2 - 9 3 inclusivo, dopo il
qual tem po il contributo dovrebbe essere dim inuito
o tolto colle leggi annuali del bilancio anziché con
legge speciale; con questo però che il sale com une
anziché a 33 lire il quintale dovrebbe essere ridotto
soltanto a 40 lire il quintale.
L ’on. M inistro sia nelle prim e parole della sua
relazione, com e nelle ultim e, con visibile ostentazione,
dichiara che « la necessità di m aggiori spese stra o r
dinarie, onde è oggetto il disegno di legge ora pre
sentato dai m inistri per la guerra e la m arina, trae
pur quella di m ettere il bilancio in grado di soste
nerle. » — E riconosce che è doloroso che cotesti
provvedim enti vengano« togliere ai contribuenti quella
parte di sgravi « che con som m o studio e grande
am ore, G overno e P arlam ento avevano ad essi pro
curati nei passati esercizi e che erano anche econo
m icam ente giustificati dalle condizioni della p :o -
prietà fondiaria e dalle sofferenze delle classi po
vere ; » ma in pari tempo il M inistro osserva che
« oggi deve prevalere un più alto dovere » e con
fida che le sue proproste saranno approvate m entre
il paese « non indietreggiò mai dinanzi ai sacrifizi
che gli furono chiesti per rafforzare il eredito dello
Stato, e reu d e re più sicura e rispettata la P atria ».
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- i V'';- r ■ - -
-m inuzione del prezzo del sale, la -m edia dell’au-m ento
annuale, che prim a si lim itava a 16 m ila quintali,
salì d 'u n tratto a 56 mila quintali, tanto n ell'e ser
cizio 1 8 8 5 -8 6 quanto nell’esercizio 1 8 8 6 - 8 7 e che
questo aum ento ebbe una sosta solam ente nell’u lti
mo esercizio 1 8 8 7 -8 8 « in causa della crisi agraria
e per le peggiorate condizioni econom iche del paese. »
P revede quindi, ripristinando l’antica tariffa, non so
lam ente la cessazione di qualsiasi ulteriore in c re
m ento, ma anzi una retrocessione notevole, che
valuta per il secondo sem estre dell’ anno in corso
in 70 mila quintali ; e potendo calcolarsi la vendita
nel sem estre corrente di 771,000 quintali cioè un
prodotto di L. 25,997,9-43 e quella del sem estre pros
simo di soli 70 2 ,0 0 0 quintali, cioè di L. 3 7 ,5 5 7 ,0 0 0 ,
si avrebbe per tutto l’ esercizio un prodotto di
L. 6 3 ,5 5 4 ,9 4 3 , superiore di L. 11,559,057 alla cifra
stanziata in bilancio; a questo m aggior reddito è da
aggiungersene u n altro di L. 300,000 circa per m ag
giore introito di sale m acinato.
P er gli anni successivi il M inistro suppone di ri
tornare al consum o del periodo precedente al ribasso
della tariffa, cioè 1,101,000 quintali e di ottenere
quella media annuale di aum ento che allora ottene-
vasi, cioè di 16 mila q u in ta li; in tal caso il m aggior
prodotto che si raggiungerebbe sarebbe lim itato a
L. 2 2 ,7 8 3 ,0 0 0 per l’esercizio 1 8 8 9 -9 0 , a L. 2 2 ,8 2 0 ,0 0 0
1’ esercizio susseguente, L. 2 2 ,8 6 2 ,0 0 0 nel 1 8 9 1 -9 2
e L. 2 2 ,9 6 4 ,0 0 0 nell’ ultim o anno del periodo.
Dopo questo quinquennio 1’ on. M inistro propone
che si riattivi il ribasso ad un tratto o gradualm ente,
però com e si è detto, non al di sotto di L. 40 per
quintale anziché L. 35, e cerca dim ostrare come la
frazione di 5 lire per quintale, specialm ente pel con
sum o m inuto, non vada a vantaggio del consum atore,
ma del rivenditore.
Così adunque il Ministro delle finanze dopo aver
solennem ente dichiarato e ripetuto che la situazione
del Tesoro è tale da non richiedere il provvedim ento
di nuove gravezze per far fronte ai disavanzi accu
m ulatisi, bastando a suo avviso il cum ulo degli avanzi
in altro tem po ottenuti, prende argom ento dal fatto
che i M inistri della guerra e della m arina dom an
dano nuovi fondi per L. 146,2 9 0 ,0 0 0 per chiedere
ai contribuenti delle gravezze par L. 488,7 8 8 ,0 0 0 ,
d ie a tanto som m ano le- presunte risultanze del ri
pristino dei dècim i e della vecchia tariffa sul sale.
E per giustificare questo aum ento di tributo che
va a colpire direttam ente quella agricoltura che lo
stesso M inistro dichiara in crisi, e si ripercuoterà
certo sul paese, di cui lo stesso M inistro riconosce
le peggiorate condizioni econom iche, per giustificare,
diciam o, queste gravezze che sarebbero di ben 4 2
m ilioni e mezzo superiori alle necessità, aggiunge
alla sua relazione le seguenti parole di colore oscuro :
« così il Tesoro viene ad av ere i mezzi p er euo-
prire le spese m ilitari in lire 146,290,000, ed anco
per far fronte ad altre m aggiori spese straordinarie,
onde occorrerà g ravare i bilanci prossimi per la
com pleta attivazione degli organici dell’ esercito e
della flotta, per com pletare alcune opere pubbliche
di assoluta urgenza, e per altre eventuali em ergenze. »
Al lettore che ha seguito fin qui VEconomista
ne'lo studio delle diverse evoluzioni a cui si è a s
soggettato I’ on. Magliani non isfugga q u est’ ultim a
conversione. Nel prim o periodo la finanza doveva
essere forte per perm ettere la riform a tributaria, ed
avevam o gli avanzi dei bilancio ; — poi, m algrado
il parere dei più, eccedette negli sgravi e lasciò
penetrare i disavanzi nel preventivo fidando sem pre
in un aum ento naturale dei tributi, elio a vero d ire
si è verificato per qualche anno ; — nella terza
evoluzione persistette a proporre m aggiori spese, an
che quando per segni evidenti si presagiva e si v e r i
ficava il disavanzo; — ora nuova evoluzione : 1’ on.
Magliani ritorna alla prim a m aniera, vuole un
avanzo di 4 2 .milioni per le future em ergenze, e fa
credere fin d’ ora che con 42 m ilioni ripartiti in
5 anni sarebbe capace di com pletare gli organici
dell’ esercito o della m arina, di com piere alcune
opere pubbliche ed anche di m etterne a parte per
le eventuali em ergenze.
E rrerem o , ma a noi parve che la relazione pei
provvedim enti finanziari abbia un certo tono incerto
che ci sem bra foriero d i'q u alc h e avvenim ento, e com
prendiam o perfettam ente l’accoglienza che hanno tro
vato negii uffici ed il voto dato dalla Com m issione
parlam entare.
STATÌSTICA INDUSTRIALE DELL’ITALIA1}
i l
Le forze motrici e il numero degli operai sono i
d ue coefficienti principalissim i per stabilire l’im portanza
industriale di una regione, com e d’un p ae se ; inco
m inciam o adunque da essi. Ecco còme le forze mo
trici e gii operai sono distribuiti nelle 4 fi provincie
pelle quali si possiede già la statistica industriale.
P R O V IN C IE F o rz a m o tr ic e id ra u li c a P o te n z a d e ll e c a ld a ie a v a p o re d e lla fo rz a T o ta le m o tric e id r a u lic a e a v a p o re N u m e ro g li o p e ra i in c a v a lli d in a m ic i a> . 'O p e r o g n i 10,000 a b i ta n t i A r e z z o ... 114 12 126 287 V i c e n z a ... 130 36 166 401 V e n e z i a ... 9 54 63 493 A n c o n a ... 219 65 284 305 T r e v i s o ... 104 26 130 249 B o l o g n a ... 81 32 113 266 L u c c a ... 140 9 149 352 M a n t o v a ... 55 14 69 142 S o n d r i o ... 93 2 95 205 C a t a n i a ... 24 34 38 182 L iv o rn o ... 11 199 210 583 C a g l i a r i ... 0 98 101 295 S a s s a r i ... 7 20 27 288 S a l e r n o ... 64 70 134 288 F o r l ì ... 67 35 102 226 R a v e n n a . . . . 58 18 76 206 p e r o g n i 100 km * d i su p erficie A rezzo 82 9 91 207 V i c e n z a ... 234 55 289 604 V e n e z i a ... 14 88 102 799 A n c o n a ... 306 92 398 427 T re v is o . . . . 160 40 200 383 B o l o g n a ... 102 41 143 332 L u c c a ... 267 18 285 671 M a n t o v a ... 65 17 ' 82 169 S o n d r i o ... 34 0 .9 3 4 .9 76 C a t a n i a ... 26 15 41 201 L iv o rn o . . , . . . . 41 744 785 2. 176 C a g l i a r i ... 2 30 32 91 S a s s a r i ... 2 5 7 70 S a l e r n o ... 64 70 1S4 288 F o r lì . . . 91 47 138 305 R a v e n n a ... 70 21 91 249
804
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A ppare da questo prospetto l’ im portanza indu
striale delle varie p ro v in cie, considerando in com
plesso tutte le industrie in esse esercitate. Volendo
ora fare una graduatoria delle 16 provincie, collo
candole per ordine d’ im portanza , bisognerà tener
conto di tutti e due gli elem enti considerati come
i fattori principalissim i, dai quali si desum e l’ im
portanza economica di un luogo ; e vogliamo tenerne
conto, tanto in riguardo alla popolazione, quanto in
riguardo alla superficie. P er far ciò assegnerem o a
ciascuna provincia quattro num eri d’ordine, e cioè
quelli che le spettano secondo la forza m otrice in
essa adoperata a scopo industriale e il num ero degli
operai occupati nelle industrie, tanto relativam ente al
num ero degli abitanti, quanto relativam ente alla su p er
ficie som m ando p er tutte le provincie i quattro num eri
d’ordine ad esse assegnati, si otterranno tanti coeffi
cienti che rappresenteranno l’ im portanza industriale
delle provincie stesse, la quale sarà tanto m aggiore
quanto più basso risulti il coefficiente relativo. A vrem o
dunque :
P R O V IN C IE o r d in a te secondo la r is p e ttiv a i m p o r t a n z a in d u s tr ia le N u m ero d ’ o rd in e secondo C o e ff ic ie n te d i im p o rt a n z a in d u s tr ia le la fo rz a m otrice il n u m e ro d eg li o p e ra i p er 10,000 a b i ta n t i p e r 100 km.* p e r 10,000 a b ita n ti p e r 100 .¡km.* L iv o rn o » . . 2 1 1 1 5 A n c o n a • . . 1 2 5 5 13 V ic e n z a . . . 3 3 3 4 13 L u c c a . . . . 4 4 4 3 15 V e n e z ia . . . 14 9 2 2 27 T re v is o . . . 6 5 11 6 28 S a le r n o . . . 5 8 7 9 29 B ologna . . . 8 6 10 7 31 A rezzo . . . 7 10 ì> 11 37 F o r i! . . . . 10 7 12 8 37 C a g lia ri . . . 9 15 6 14 44 R a v e n n a . . . 12 11 13 10 46 M a n to v a . . . 13 12 16 13 54 S o n d rio . . . 11 14 14 15 54 C a ta n ia . . . 15 13 15 12 55 S a s s a r i . . . 16 16 8 16 56Non bisogna però lim itarsi a considerare l’ im por
tanza industriale delle diverse provincie, deducendola
dal com plesso delle industrie in esse esercitate; bi
sogna considerarla anche secondo altri c rite ri: per
esem pio, sotto l’aspetto della relazione che corre fra
la forza m otrice im piegata e il num ero degli operai
occupati, ovvero sotto quello della diversità delle
industrie esercitate. È chiaro che sarà diverso il
grado d’ im portanza industriale, secondo la m aggiore
o m inore quantità di forza m otrice im piegata in con
fronto ad un m aggiore o m inor num ero di operai
occupati, e viceversa; onde torna utile vedere in
qual relazione stiano questi due fattori nelle v arie
provincie considerate. È chiaro altresi che una p ro
vincia che abbia un ’im portanza m inore, considerando
in com plesso tutte le sue industrie, può averne una
prim aria per qualche singola industria, e viceversa ;
di ciò ci occuperem o più avanti, quando esam ine
rem o le M onografie, secondo le diverse industrie.
Ora vediam o, per ciascuna delle provincie conside
rate, quanta forza m otrice corrisponda a 100 operai;
e quanti operai corrispondano a 100 cavalli di forza
m otrice :
P R O V IN C IE
F o r z a m o tric e (in cavalli dinamici)
p e r o gni 100 o p e ra i N u m ero d e g li o p e ra i p e r o g n i 100 c a v a lli d in a m ic i d i f o r z a m o trice A n c o n a . . . . 93 107 T r e v i s o ... 52 192 M a n to v a . ... 48 207 S a le rn o 47 214 S o n d rio . . * ... 47 216 F o r l i ... 45 222 A r e z z o ... 44 227 B o l o g n a ... ... . 43 234 L u c c a ... 42 235 V i c e n z a ... 42 241 R a v e n n a ... 37 272 L iv o r n o ... 36 277 C a g l i a r i ... • . 35 282 C a t a n i a ... 21 482 V e n e z i a ... 13 787 S a s s a r i ... ... 9 1.113
Qui non possiamo stabilire una graduatoria del
l’im portanza industriale delle varie provincie, perchè
sarebbe erro re considerare come più im p o rta n ti,
sotto l’aspetto industriale, quelle che presentino una
m aggiore o m inor quantità di forza m otrice di con
fronto allo stesso num ero di operai, ovvero un m ag
giore o m inor num ero di operai di confronto alia
stessa quantità di forza m o trice: sarebbe erro re,
perchè vi hanno industrie, nelle quali occorre poca
forza m otrice o non ne occorre affatto, altre ve ne
sono ove ne occorre m o lta , di confronto al n u
m ero degli operai.
Possiam o giudicare invece quali siano le industrie
prevalenti in ciascuna provincia, e cioè se preval
gano le in d u s trie , nelle quali la proporzione della
forza m otrice è m aggiore di quella degli operai oc
cupati, o se prevalgano quelle, nelle quali la pro
porzione degli operai è m aggiore di quella della
forza m otrice im piegata. Nel prospetto precedente
sono disposte le provincie in ordine decrescente, se
condo la quantità di forza m otrice im piegata per
ogni 100 operai, ed in ordine crescente, secondo il
num ero degli operai occupali per ogni 100 cavalli
di forza m otrice. Si rileva da esso che le propor
zioni sono poco oscillanti; infatti, per dodici provincie
la quantità della forza m otrice per ogni 100 operai
varia da 53 a 52 cavalli, e il num ero degli operai
p er ogni 100 cavalli di forza varia da 192 a 2 8 2 ;
vuol dire che in esse sono distribuite con poche d i
versità tutte le industrie, sia quelle che richiedono
poca forza m otrice o non ne richiedono punta , sia
quelle che ne richiedono molta, di confronto al n u
m ero degli operai. Le altre quattro provincie si sco
stano da questa giusta distribuzione delle industrie:
in quella di A ncona prevalgono le industrie che ri
chiedono molta forza m o tric e, di confronto al nu
m ero degli o p erai; viceversa, nelle provincie di Ca
tania, Venezia e Sassari prevalgono le industrie che
richiedono poca forza m o tric e, di confronto al n u
m ero degli operai.
9 dicembre 1888
L ’ E C O N O M I S T A
805
forza m otrice e agli o p e ra i, facendo qualche con
fronto colle statistiche precedenti. Non basta infatti
stabilire quale sia I’ attuale im portanza industriale
delle varie provincie : bisogna anche vedere, con
frontando i resultati dell’ultim a statistica con quelli
delle statistiche p re c e d e n ti, i progressi industriali
fatti dalle provincie stesse.
P er le forze m otrici idrauliche si ha una stati
stica relativa all’anno 1877; per le caldaie a vapore
e gli operai si ha la statistica ricordata per l’anno 1876.
È coi dati di questa statistica che si confrontano quelli
della statistica industriale che stiam o esam inando ;
si avverta però che, quanto agli operai, il confronto
bisogna lim itarlo ad alcune industrie, a quelle cioè
che sono com uni alla statistica ultim a e a quella
del 1 8 7 6 : industrie della s e ta , della la n a , del co
tone, del lino, della canapa e delle m aterie m is te ,
fabbricazione dei c o rd a m i, dei c a p p e lli, delle c a n
dele steariche, dei saponi, concerie di pelli, cartiere,
m anifattura dei tabacchi, estrazione dell’ olio dai
semi ,saline, officine ferroviarie, polverifìci m antenuti
dalla Stato.
P er poter stabilire un confronto, dal quale si possa
desum ere poi il progresso industriale delle varie pro
vincie, v ed rem o : 1° quanta forza m otrice idraulica
sia im piegata attualm ente per ogni 100 cavalli im
piegati nel 1877 ; 2° quanta forza m otrice a vapore
sia im piegata attualm ente per ogni 100 cavalli im
piego nel 1 8 7 6 ; 3° quanti operai siano ora occupati
per ogni 100 operai occupati nel 1876, in quelle in
dustrie che sono com uni alle due statistiche. Avremo:
P R O V IN C IE F o r z a m o trice id r a u lic a P o te n z a d elle ca ld a ie a v a p o re N um ero d eg li o p e ra i in c a v a lli d in a m ic i p e r ogni 100 p e r o g n i 100 c a v a lli d in a m ic i o p e ra i in d ic a ti n e lle s ta tis tic h e p re c e d e n ti A r e z z o ... 76 280 143 V i c e n z a ... 49 149 111 V e n e z i a ... 30 96 113 A n c o n a ... 92 416 101 T re v is o . . . 140 272 90 B o l o g n a ... 20 376 88 L u c c a ... 40 188 99 M a n t o v a ... 38 50 87 S o n d r i o ... 45 138 82 C a t a n i a ... 57 315 32 L iv o rn o ... 153 521 74 C a g l i a r i ... 25 70 115 S a s s a r i . . . 47 266 275 S a le rn o . . . 57 292 120 P o r l i ... 27 147 88 R a v e n n a ... 55 102 89
Da queste cifre risulta anzitutto una quasi g e n e
rale dim inuzione della forza m otrice idraulica ; in
fatti, meno le provincie di Livorno e T reviso, nelle
quali si osserva un aum ento del 50 0 /o nella prim a
e del 40 0 /0 nella seconda , nelle altre quattordici
si rileva invece una d im in u zio n e, che varia da un
m inim o dell’ 8 0 /o in Ancona ad un m assim o d el—
P 8 0 O/o in Bologna. S enonchè, non bisogna da ciò
arg u ire che si abbia a notare un regresso nelle in
dustrie di queste pro v in cie; perchè d 'altro, canto si
osserva un quasi generale aum ento nella forza mo
trice a vapore, la quale è dim inuita soltanto per le
provincie di Mantova
(5 0 O/o),Cagliari
(3 0O/o)
eVenezia (4
O/o),m entre per le altre tredici ha s u
bito un aum ento che varia dal
2O/o nella provincia
di Ravenna al
421 O/oin quella di Livorno. V uol
dire dunque che in generale alla dim inuzione della
forza m otrice idraulica è corrisposto un aum ento
della forza m otrice a vapore ; e questo per noi è
segno di progresso, piuttosto che di regresso in d u
striale. Ma, anche indipendentem ente da queste co n
siderazioni, bisogna notare che la forza m otrice id ra u
lica è stala ora calcolata in modo diverso che nel
1 88 7;infatti per quell’anno.fu calcolata la potenza assoluta
delle cascate d’acqua, alle quali erano applicati i mo
tori ; invece nella statistica recente si è calcolata
soltanto la forza effettivam ente u su fru ita dai m otori
applicali alle cadute, e solo per quelli im piegati nelle
industrie considerate. È naturale quindi che le cifre
portate dall’ultim a statìstica debbano essere di molto
inferiori a quelle della statistica p re c e d e n te ; onde
la dim inuzione che si denota non è che apparente
e non significa punto un regresso.
D ue di quelle tre p ro v in cie, nelle quali è dim i
nuita la forza m otrice a v a p o re , hanno però avuto
un aum ento nel num ero degli operai , e sono Ca
gliari ( l o
O/o)e Venezia
(1 3 O /o ); la provincia di
Mantova ha subito invece una dim inuzione anche nel
num ero degli operai
(1 3 O /o).Il num ero degli operai
lo vediam o aum entato in sette provincie e dim inuito
in n o v e : gli aum enti variano da un minimo del-
I’ 1 O/o
in Ancona ad un massimo del
175 O/oin
Sassari ; le dim inuzioni variano da u n m inimo del-
1’
1 O/oin Lucca ad un massimo del 68 per cento
in Catania.
L ’ E C O N O M I S T A
9 dicembre 1888
806
ordine decrescente di progresso industriale e cre
scente di regresso :
P R O V IN C IE , o r d in a e secondo il’ m a g g io r pro g resso
o il m in o r reg resso in d u s tr ia le
A u m en ti o d im in u z io n i p e r c e n tu a li in co nfronto d elle s ta tis tic h e p ro c e d e n ti
n e lla fo rz a m o trice a v a p o re n e l n u m e ro d eg li o p e ra i I n com plesso L iv o rn o . .
+
421 26 395 S a s s a r i . . 4 - 1C6 -t- 175 4 - 341 A n co n a . . *+* 316 4 - 1 4 - 317 JBalogna . , -f- 276_
12 4 - 264 A rezzo . . 4 - 180 4 - 43 4 - 223 S a le rn o . . 4 - 192 4 - 20 4 - 212 T r e v is o . . 4 - 172 — 10 4 - 162 C a ta n ia . . 4- 215 — 68 4~ 147 L u c c a . . . 4-* 88 — 1 4 - 87 V ic e n z a . . 4 - 49- 4 - 11 4 - 60 F o r li . . .+
47 — 12 4 - 35 S o n d rio . . 4 - 38 _. 18 4 - 20 V e n e z ia . . - - 4 4 - 13 4 - 9 R a v e n n a . . 4 - 2 __ 11 _ 9 C a g lia ri . . — 30 4 - 15,
15 M an to v a . . ---1
50 13 — 63Con questo chiudiam o le nostre considerazioni in
torno alla forza m otrice e al num ero degli operai, ed
in un prossim o num ero esam inerem o le diverse in
dustrie esercitate nelle 16 provincia, delle quali ab
biamo i dati.
U. Z.
IL COSTOSO DEI PRODUTTORI Ili VISO
Il M inistero di agricoltura, industria e com m ercio
si è accorto,i a quanto pare, che i prem i e le me
daglie di cui si è fatto dispensatore con tanta la r
ghezza non bastano a com pensare i danni che pro
cura agli italiani la insipiente politica economica
del G overno. Se quel M inistero, che, non senza ra
gione può dirsi il coltivatore della vanità in Italia,
ita fatto qualche cosa, ha tentato qualche sforzo per
sto rn are dal paese il danno della rottu ra com m er
ciale col m iglior cliente dell’ Italia, bisogna proprio
dire che o i suoi sforzi sono stati inadeguati, o gli
è m ancata ogni autorità. Il successo è a tutti noto,
ed è inutile di com m entarlo ora. Ma l’opera passata
del M inistero di agricoltura è veram ente tale che
non perm ette di n u trire gran d e fiducia nei tentativi
che esso ora fa per riparare ai mali che affliggono
P agricoltura italiana. La quale m entre si dibatte
contro le concorrenze estere e sotto il peso di ca
richi fiscali certo non lievi, e per ciò stesso dom an
derebbe rim edi pronti ed energici, è costretta àncora
oggi a darsi alla ricerca dei rim edi prelim inari
più adatti, a fare insom ma i prim i passi, incerta e
titubante sulla via da percorrere.
Questo si può riscontrare anche nel recente con
vegno dei produttori di vino. Il M inistero di ag ri
coltura Uà infatti reputato utile cosa di convocare a
Rom a i produttori e i com m ercianti di vino', com e
cinque anni prima aveva fatto fo n . Berti, per tro
vare ed elim inare possibilm ente le cause delle sof
ferenze che la produzione vinicola patisce. E fo n .
G rim aldi in un lungo discorso, ha esam inato i pro
gressi fatti finora nella esportazione del vino italiano
nei vari paesi, i risultati ottenuti colla istituzione
degli enotecnici governativi e dei depositi di, vino
in alcune principali piazze estere. Espose anche
l’opera com piuta dall-’am m iuistrazione colla istitu
zione di scuole, di cattedre am bulanti, di cantine
sperim entali, di prem i ecc., e dopo aver riferite molte
cifre 1 on. M inistro si dom andò se i risultati finora
ottenuti ci debbano acquetare, se sono soddisfacenti.
La risposta che egli ha creduto di poter dare si
riassum e in poche parole: « la produzione del vino
non ha assunto, in buona parte del paese, carattere
veram ente industriale, ed il commercio di esso non
è fortem ente organizzato. O nde ne consegue incostanza
di tipi, piccole quantità per ogni tipo, prezzi elevati ».
E n u m erati più particolareggiatam ente i difetti
della produzione e della com m ercialità del vino,
1’ on. G rim aldi, passando ai modi con cui essi po
trebbero essere elim inati, accennò alla convenienza
di rico rrere alle associazioni, le quali, colla prepa
razione, od anche solo con l’acquisto di vini di un
dato tipo per ogni regione, contribuirebbero a r i
solvere la questione enologica.
Il Ministro patrocinò esplicitam ente la costituzione
di società vinicole, e in ciò seguiva 1’ opinione già
espressa da molti com petenti scrittori. I produttori
di vino allargarono però il campo delle loro discus
sioni. Essi accolsero bensì, in massima, l’ idea 'cal
deggiata dal M inistro di istituire una o più associa
zioni enologiche per la produzione e il consum o dei
vini, ma poscia si occuparono di tre proposte ten
denti a rim ediare alla crise
vinicola.-A lcuni volevano che lo Stato garantisse un m i
nim o di interesse sui capitali impiegati in società
vinicole per la preparazione e l’ esportazione; altri
chiedevano un prem io di esportazione per ogni et
tolitro ^di vino esportato, salvo a chiedere altri prov
vedim enti e finalm ente vi fu chi dom andò che il
Governo accordasse nuovi vantaggi indiretti come
facilitazioni nei trasporti ferroviari e m arittim i. Ma
non ostante le difese del Senatore A lessandro Rossi,
i prem i all’esportazione furono respinti. E si è finito
votando u n ordine del giorno col quale si fanno voti
per la costituzione di piccole associazioni fra p ro -'
dattori riuniti poi in un solo consorzio per l’espor
tazione e l’accreditam ento dei vini all’ estero. L ’ as
sem blea si è anche occupata della situazione critica
della industria degli alcools ed ha approvato un
ordine del giorno col quale viene chiesto che la
tassa sugli alcools sia riportata a ISO lire l’ettolitro,
che sia abolita la tassa di vendita convertendola in
una tassa d’esercizio, che l’abbuono per le distillerie
agrarie attualm ente del 2ò 0 /o sia portata al 50 0 /0 ec.
In riguardo ai trasporti ha approvato un ordine del
giorno dell’on. F aina di questo te n o re :
R itenendo indispensabile ed urgente che sia m i
gliorato e facilitato il trasporto dei vini ed uve, ra c
com anda al governo del Re le proposte e i voti se
guenti i quali m irano:
1.
° A trad u rre in atto il voto del Consiglio delle
tariffe per la creazione di tariffe speciali, per il tra
sporto dei vini ed uve con abbuono della quota di
partecipazione dello Stato a norm a dell’art, 6 della
legge sulle convenzioni ferroviarie ;
2 .
° A m igliorare nel suo complesso il servizio
ferroviario per le m erci in q u e stio n e ;
3 .
° Ad introdurre nelle nuove convenzioni con
le società m arittim e sovvenzionate, condizioni più
eque e favorevoli al trasporto dei vini.
L’ E C O N O M I S T A
807
9 dicembre 1888
dei produttori e com m ercianti di vino tenuta a Roma
sotto gli auspici del M inistero d’A gricoltura. Noi non
ci dilungherem o a farne qui un esam e critico, ma
ci lim iterem o piuttosto a poche considerazioni che
il convegno di Roma ci suggerisce.
Riconosciam o di buon grado che alcune delle do
m ande form ulate m eritano di essere prese in esam e
e specialm ente quelle riguardanti l’ industria degli
alcools, ma ei è forza anche di riconoscere che la
riunione di Rom a non ha fatto fare un passo alla
questione enologica italiana, la quale non pare dav
vero di facile soluzione.
Ci troviam o oggi di fronte a una produzione e c
cessiva, la quale non trova sufficiente sbocco sui
m ercati, interni ed esteri. I prezzi sono scesi, ma
te vendite, m ancando sem pre il m igliore cliente, non
sono in relazione alle quantità prodotte. La crise
non è certo generale, ma speciale ad alcune regioni
ita lia n e , sopratutto a quelle m eridionali ove la
p ro d u zio n e
'è ancora nella . fase prim itiva. Trasfor
m are i vini da taglio prodotti nel napoletano non è
cosa attuabile in breve tem po, specie quando si hanno
illusioni tali da far credere possibile una concorrenza
sui m ercati esteri a prodotti orm ai noti e rinom ati.
Il solo intento ragionevole può essere quello di o t
tenere dai vini da taglio attualm ente prodotti, dei
vini da pasto a buon prezzo e con tipi uniform i.
Questo è affare dei produttori. Il G overno è già
uscito dalla sua sfera d’ azione con risultati che
dovendo essere necessariam ente precipitati e forzati
non sono di alcun serio e durevole vantaggio. La
istituzione degli enotecnici governativi e dei depositi
avrebbe dovuto essere opera dei privati, ma ad ogni
modo è prem atura e non può raggiungere efficace
m ente lo scopo. V iceversa poi il M inistero è quello che
ha fatto il danno m aggiore; alim entando prim a la fi iu-
cia che T agricoltura potesse utilm ente sostituire la
vigna alla granicoltura e poi rendendo im possibile la
esportazione del vino nei paese che ne acquistava la
m aggior quantità. Oggi il M inistero di agricoltura,
conscio forse che una grave responsabilità gli incom be,
prom ette di attuare ì voti dei produttori e dei co m
m ercianti di vino. Ma è da notarsi che finora esso
non si è dato alcun pensiero.de! disordine e del d i
sagio portato con recenti leggi all’ industria degli al
cools, leggi le quali m entre m ettono in luce in quale
stato deplorevole è caduta la legislazione fiscale, di
m ostrano la scarsa com petenza e la nessuna cura dei
veri interessi dei produttori nel M inistero di agricoltura.
P er questo ora, com e in addietro, vorrem m o che
produttori di vino anziché rivolgersi al M inistero,
pensassero ai casi propri da sè e provvedessero con
energia ai loro interessi.
IL C O M M E R C I O I T A L I A N O
nei dieci mesi del 1888
A tutto O ttobre u. s. il m ovim ento del c o m m e r
cio internazionale, esclusi i m etalli preziosi, dava le
cifre seguenti :
Im portazione.
E sp o rtazio n e.
L.
9 6 8 ,3 0 0 ,9 9 0
»
7 6 6 ,1 7 0 ,4 3 9
Totale L. 4 ,7 3 4 ,4 7 1 ,4 2 9
lasciando così una differenza in m eno sul 1888 di
318 milioni dei quali 262 e mezzo p er la im porta
zione e 53 per la esportazione.
1 metalli preziosi davano u n a entrata di L i-
re 53,0 1 5 ,2 0 0 ed una uscita di L. 6 0 ,6 9 2 ,0 0 0 con
una differenza in m eno di L. 2 4 ,6 7 2 ,6 0 0 per la
im portazione e di L. 3 7 ,135,700 per la esportazione.
A questi resultati non è possibile far seguire al
cuna utile considerazione poiché, non solamente, d
1888 è ancora perturbato dal nuovo regim e d o g a
nale, ed il com m ercio è sem pre incerlo per le no
tizie di possibile ripresa delle trattative colla T ran
cia, ma il 1887 eoi quale si confronta ò, specialm ente
per i tre ultim i m esi, perturbato dalle straordinarie
importazioni ohe vennero fatte in vista della possibile
applicazione della tariffa generale.
Ci lim itiamo quindi a notare alcune voci p rm -
cipali ; — la nostra esportazione di vino in botti e
ridotta nei dieci mesi da 2776
mila ettolitri a^ lu 5 2
mila, m algrado che nei due prim i m esi deli anno
ne uscissero 150 m ila di più che negli otto m ési s u c
cessivi; sono fino ad ora 36 milioni p e rd u ti; —
dell’oZio di oliva siamo scesi da 559 a 450 mila
quintali con una perdita ili 11 m ilio n i; abbiam o
perduto 13 milioni nel riso, 11 negli aranci e li
moni, 2 nelle mandorle, 2 e mezzo nel pollame
e nelle uova di pollame, 4 milioni .nel corallo lavorato.
Nella, im portazione troviam o 22 milioni di_m eno
per lo zucchero, quasi 2 milioni nelle gomme, 7 m i
lioni di meno nei filati e 2 milioni nei tessuti di
canapa, lino e juta, tre milioni nei filati e 20 m i
lioni nei tessuti dì cotone, 14 milioni nei tessuti di
lana, 10 milioni di m eno nei tessuti di seta, 2 1 m i
lioni di meno nel legno comune, 5 milioni di meno
nei libri, 8 milioni di meno nella ghisa, 3 nel
ferro, 3 di utensìli, 5 nelle macchine, 4 nei gioielli,
3 , negli orologi, 3 nell & pietre da costruzione, 40
nelle granaglie, farine e riso, 6 nei semi, o nei
pesci secchi, 3 nel formaggio, 15 nelle mercerie.
Etl ecco ora il prospetto delle categorie :
C A T E G O R IE s e c o n d o la ta r if f a d o g a n a le IM P O R T A Z IO N E V a lo re delle merci im p o r ta te D iffe re n z a n e i p rim i d ie c i m esi col 1887 d e ll’ a n n o 1888,.
I.
ir.in .
IV . v. V I. V I I .Vili.
IX . X. X I. X I I . X I I I .x tv .
XV. X V I. ¡ S p ir iti, b e v a n d e ed o lii • • • « • • • • ¡G en eri co lon., d ro g h e e ta b acch i. P r o d o tti chim . g e n e ri m e d ic in a li, ! r e s in e e p ro fu m e rie ... C o lo ri e g e n e ri p e r t i n t a e p er c o n c i a ... C a n a p a , lin o , j u t a ed a l tr i v e g e ta l i filam e n to si e s ci, il co to n e. C o to n e... L a n a , crin o e p e li... S e t a ... L eg n o e p a g lia ... ¡C arta e li b r i ... jP e lli... *... .M in e ra li, m e ta lli e lo ro la v o r i.. P ie t r e , te r r e , v a s e lla m i, v e t r i ec r i s t a l l i . ... ... C e r e a li, f a r ., p a s te e p ro d o tti ve- | g e t.,n o n co m p resi in a ltr e categ . A n im a li,p ro d o tti e sp o g lie d i a n i
808
L’ E C O N O M I S T A
9 dicembre 1888
C A T E G O R IE secondo la ta riffa d o g a n a le E S P O R 1 V alo re delle m erci e s p o rta te n e i p rim i d ie ci m esi d e ll’ a n n o 1888 A Z IO N E D iffe re n z a col 1887 I . S p ir iti, b ev a n d e ed o lii... 113,148,137 — 46,862,637 I I . G e n e ri colon, d ro g h e e ta b a c c h i. 4,586,523 — 959,726 I I I . P r o d o tti c h im .,g e n e r i m e d icin ali,r e s in e e p r o f u m e r i e ... 39,366,633 + 3,674,057 IV . C o lo ri e g e n e ri p e r ti n t a e p e r
c o n c ia ... 8,556,085 — 240,661 V. C a n a p a , lin o , j u t a ed a l t r i
vege-ta li filam e n to si, esci, il cotone. 37,217,406 4 - 5,295,981 V I. C o to n e ... 16,345,580 4 - 1,436,251 V I I . L a n a , c r in o e p e li... 7,176,493 4 - 39,143 V i l i . S e ta ... 270,032,468 4-21,878,589 IX . L eg n o e p a g l ia ... 37,195,488 — 2,405,756 X. C a rta e l i b r i ... 9,992,079 4- 3,863,192 X I. P e l l i ... 16,649,145 4 - 137,230 X I I . M in e ra li, m e ta lli e lo ro la v o r i.. 20,265,333 4 - 1,804,896 X I I I . P ie tre , t e r r e , v a se lla m i, v e tri e
o r i s t a l l i ... 42,486,330 — 2,218,714 X IV . C e re a li, f a r ., p a s te e p ro d o tti
ve-g e ta li, n o n co m p r. in a l tr e ca t. 66,470,617 — 25,367,233 X V . A n im a li, p ro d o tti e spoglie d i an
i-m a li, n o n co i-m p r. in a l tr e ca teg . 71,187,499 — 10,805,746 X V I. O g g etti d i v e r s i ... 5,492,623 — 4,823,778 T o ta le d e lle p rim e 16 c a te g o r ie .. 766,170,439 — 55,504,867 X V I I . M etalli p r e z i o s i... 60,692,000 — 37,135,700 T o ta le g e n e r a le .. . . 826, 862, 329 — 92,640,567
la quanto agli- introiti delle Dogane eccone il
prospetto durante i dieci mesi :
T ito li
d i risco ssio n e 1888 1887 D ifferen z a D a z i d ’ Im p o rta z io n e 150.015, 111 179,161, 635 — 29, 156,524 D a z i d i E s p o rta z io n e S o p ra ta ss e d i f a b b r i-5, 207, 673 4, 577,418 -t- 630,255 c a z id n e ... 2,572,400 4 ,342,694 — 1,770,294 D ir it ti di b o llo . . . 1,227.467 1 ,365,340 — 137 882 D ir it ti m a r ittim i . . 4 ,280.536 4 ,392,800 112,264 P r o v e n ti d iv e r s i . . 984,662 1 ,0 2 5 ,9()3 — 41.241 T o t a l e . . . 164,287, 799 194,865, 799 — 30,577, 950
R ivista .Economica
// commercio vinicolo italiano — / depositi di vino
italiano a ll'estero — La assicurazione obbligatoria in Germania.