L'ECONOMISTA
GAZZETTA SETTIMANALE
SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, F E R R O V IE , IN T E R E S S I P R IV A T I
Anno XXIV - Voi. XXVIII
Domenica 26 Dicembre 1897
N. 1284
L’ ULTIMA « E 1 Z I 0 I E MONETARIA DELLA LEGA L A T I!
La C am era nella seduta del 21 ha approvato la convenzione m onetaria addizionale sottoscritta a P a rigi il 29 ottobre 1897, e il Senato non ha lardato anch’esso a d are il suo voto favorevole. Non diam o qui il testo di quella convenzione, avendolo già r i prodotto nel n. 1232, 12 dicem bre, nè vogliam o d ilungarci sulle ragioni che hanno indotto gli S tati form anti la U nione M onetaria L atina a stabilire una nuova em issione di spezzati, nè sulle ragioni che a nostro avviso rendono poco o punto opportuno, dal punto di vista italiano, quella convenzione. La n o stra opinione sull’ argom ento la abbiam o già esposta (v ed i V Economista n. 1228, 14 novem bre). Q ui vogliam o soltanto prender nota di alcune d ich iara
zioni dell’o c. M inistro del Tesoro e di alcuni dati che si trovano nella relazione con cui egli presentò alla C am era il disegno di legge.
Alla discussione della C am era presero parte i de putati M. F e rra ris, Zeppa, F arin a e Fracassi, i quali tutti sostennero la necessità di procedere alla n a zionalizzazione degli spezzati. L ’ on. Luzzatti d im o strò che il G overno doveva coadiuvare gli Stati contraenti nel m antenere l’unico baluardo econom ico m onetario che rim aneva ancora illeso, e ciò per ra gioni finanziarie ed econom iche. Si disse lieto di potere assicurare l’ on. M. F e rra ris che gli stessi Stati contraenti entrano nell’ordine d’idee della n a zionalizzazione degli spezzati, senza che occorra r i scattarli con l’ oro. Di fronte a questa loro buona disposizione, noi abbiam o creduto - egli aggiunse - di dover consentire nella loro dom anda, giacché questo nostro consenso ci spianava la via a conse gu ire quelle facoltà che a noi interessano. Ma per sprigionare i nostri spezzati, bisognerà m utare gli accordi internazionali per modo da im pedirne l’esodo e la legislazione interna p er im pedirne la penuria ; e il M inistro s’ im pegnò a proporre gli opportuni provvedim enti, pregando intanto la Cam era di a p pro v are il disegno di legge.
È da au g u ra re che le buone disposizioni degli altri S tati conducano a risolvere in modo definitivo la questione degli spezzati, ma p er conto nostro non ci facciam o illusioni. Se vi era occasione propizia per v en ire a una definitiva soluzione era appunto questa ; perd u ta l’occasione, tem iam o che la questione v e rrà m essa da parte o trattata con fiacco interessam ento così da non affrettare, ma anzi da p rocrastinare quanto più è possibile ogni decisione. Non occorre dire che invece, per avviarci a un regim e m oneta rio m eno disordinato e disadatto p e r un paese com e
il n o stro , bisogna com inciare dal d are u n assetto m igliore alla m oneta spicciola e divisionaria, la qual cosa non sarà possibile finché la carta governativa avrà il predom inio nella circolazione m inuta. Senza voler dare soverchia im portanza alla sostituzione dei B uoni di Cassa alla m oneta divisionaria è certo che la carta di piccolo taglio crea un pericolo e cagiona m olte noie e non pochi disturbi pel pubblico; u n pe ricolo perchè lascia nelle m ani dello Stato una som m a di cui potrebbe valersi in date contingenze, u n ’ in conveniente perchè espone i detentori dei biglietti ai danni derivanti dalle falsificazioni, dal logoro e dalla distruzione dei Buoni di Cassa. Il rim e ttere in circolazione le piccole m onete d ’argento sarà d unque u n buon principio pel riordinam ento della circola zione m o netaria; specie se si saprà rid u rre la c re sciuta circolazione di Stato, sul qual proposito to r nerem o prossim am ente.
La relazione del Ministro accenna pure alla in tenzione del G overno di occuparsi della nazionaliz zazione degli spezzati e dichiara che il G overno c e r cherà di ab b rev iare il tem po necessario per g iu n gere a un ’ equa soluzione della questione.
C om unque sia, e lasciando da parte questo punto, sta il fatto che la convenzione viene ad aum entare lo stock di m onete d’ arg en to nel territorio della U nione latina di 12 m ilioni, il resto della nuova coniazione di spezzati dovendo farsi con gli scudi esistenti. E per quanto si tratti di soli 12 m ilioni è certo che il fatto, nelle condizioni attuali del m e r cato dell’argento, è tu tt’altro che lodevole. Si torna p er esso alla politica delle coniazioni m onetarie con utile della finanza ; non direm o che si ritorni alle stesse alterazioni m onetarie dei secoli trasco rsi, ma certo col ria p rire le zecche alle verghe d’argento si crea un precedente e si dà u n esem pio biasim e- volissim i.
P er effetto della nuova convenzione i contingenti dei vari Stati sarebbero i seguenti :
L ire 3 9 4 ,0 0 0 ,0 0 0 » 2 3 2 ,4 0 0 ,0 0 0 » 4 6 ,8 0 0 ,0 0 0 » 2 8 ,0 0 0 ,0 0 0 » 1 3 ,0 0 0 ,0 0 0 P er la F ran cia . P er l’ Italia . . P er il B elgio. . P er la Svizzera . P e r la G recia rim ane a
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africani il regim e m onetario della m etropoli. L e po polazioni dei suoi nu o v i possedim enti assorbono e assorbiranno cospicue quantità d’argento segnata- m ente di piccola m oneta bianca, tenuto conto del l’econom ia ancora arretrata di quei paesi. O nde, anche per quelle lontane popolazioni, la F ra n cia ri vendica il diritto di coniare in spezzati d’argento il pieno contingente nazionale sulla nuova base di 7 franchi per abitante. Il G overno francese calcola così la popolazione fra continente e colonie.
C o n t i n e n t e ... 3 8 ,3 0 0 ,0 0 0 A l g e r i a ... 6 ,5 0 0 ,0 0 0 e quella delle altre colonie (esclusa
l’I n d o c i n a ) ... 1 6 ,5 0 0 ,0 0 0 in tutto. . . 5 9 ,5 0 0 ,0 0 0 che in confronto di quella di. . . . 1 2 ,5 0 0 ,0 0 0 abitanti calcolati nel 1885 dà una dif
ferenza in p iù di a b ita n ti... 1 7 ,0 0 0 ,0 0 0 M oltiplicando questa ultim a cifra per la nuova aliquota di 7 franchi e aggiungendovi l’aum ento del contingente in ragione di 1 franco p er abitante della popolazione francese, calcolata nel 1 8 8 5 , si a rriv e reb b e ad un aum ento di diritto su periore a 1 6 0 m i lioni di franchi. T enendo conto della incertezza del num ero degli abitanti africani, la F ra n cia restrin se la sua richiesta a 130 m ilioni com e maximum del l’aum ento da consentirsi per essa.
A ll’Italia sareb b e forse spettato una som m a un po’superio re ai 30 m ilioni d’aum ento per l’inerm ento verificatosi nella popolazione dal 188 5 a o g g i; m a la cifra relativa non risu lta in m odo preciso da un censim ento rec en te , eppoi nel 1 8 8 5 fu ottenuta una coniazione eccezionale di 20 m ilioni, sicché non parve necessario, anche tenuto conto dell’abbondante cir colazione erosa, di elevare oltre i 30 m ilioni la n o stra parte di coniazione.
L ’aggiunta di 3 0 m ilioni di m oneta nuova alle disponibilità attuali, dice la relazione m inisteriale, non sarà soverchia se p iù tardi si procederà a qualche ritiro di m oneta erosa. U na certa quantità della nostra v alu ta divisionale può ritenersi andata dispersa, segnatam ente per quanto concerne le em is sioni fatte prim a del 1 8 6 6 quando di fronte al r a p porto legale fra l’oro e l’argento questo faceva p re m io e gli spezzati venivano incettati nonostante la riduzione del titolo
E il contingente vivo delle n o stre m onete divisio nali viene calcolato dal m inistro in 170 m ilioni di lire ; valendosi della facoltà di coniare altri 30 m ilioni si avrebbero così 2 0 0 m ilioni di spezzati d’ argento, accanto ai quali vanno collocati 2 0 m ilioni in spezzati di nichelio e circa 8 0 m ilioni in m oneta di bronzo. Som m a eccessiva q uest’ultim a, e basta riflettere che la F ra n c ia ha poco più di 67 m ilioni di franchi in m oneta di bronzo e non ha m oneta di nichelio. L ’Italia che ha fatto grandi sforzi e notevoli sacrifici p er u sc ire dal corso forzato e av ere una circolazione effettiva, ora deve rim e ttersi all’opera non solo per riav e re il baratto dei biglietti, sia di S tato che delle banche, in valuta m etallica, m a per rio rd in are tutta la sua circolazione m onetaria sensibilm ente peggio rata negli ultim i quindici anni. Ma p u r troppo l’im presa, già p er sè difficile, lo è ancor p iù per la irresolutezza dei no stri uom ini di governo.
LO SCIOPERO DEI MECCANICI 1« INGHILTERRA.
F ra i conflitti industriali inglesi di questa fine di secolo, lo sciopero dei m eccanici resterà famoso, non soltanto per le questioni im portantissim e pel m ovi m ento unionista, che ha rim esso in discussione, m a anche per le sue peripezie veram ente curiose. Q uando pareva che lo sciopero dovesse senz’altro continuare in seguito alla enorm e m aggioranza che respinse le p ro poste d eg li-in d u striali, si videro invece rip re n d ere le trattative, le quali condussero a nuove proposte che in questi giorni sono state sottoposte al voto degli operai. È m artedì si conoscerà il risultato di questa seconda votazione. Intanto però è da notare che la dom anda delle otto ore, che fu la causa prim a dello sciopero, non è stata accolta dagli industriali, sicché pare sem pre m eno probabile che lo sciopero possa avere esito favorevole per gli operai. P oiché ci siam o occupati or non è m olto delle vicende di questo sciopero colossale, vogliam o, in attesa del risultato della votazione, riferire alcune considera zioni che sull’argom ento esponeva di recente uno scritto re assai com petente, S idney W eb b , 1’ autore della Storia del trade-unionismo.
E gli osserva che se la m aggioranza dei grandi costruttori di m acchine, da u n capo all’ altro della G ran B rettagna, hanno dichiarato bruscam ente la g u e rra al trade-unionismo fu anzitutto p er opporsi alla introduzione della giornata di otto ore che, essi dicono, sarebbe disastrosa p er la loro industria e darebbe un vantaggio ^considerevole ai loro co n co r ren ti di F ra n cia , di G erm ania, degli Stati U niti. Ma a d ir vero, la dom anda delle otto ore di lavoro lim itata a L ondra, dove un certo num ero di padroni l’ha a c co r data fu non il m otivo reale, m a l’occasione che li d e term inò a p ren d e re u n atteggiam ento di aperta lotta. Sono orm ai sette anni, che di giorno in giorno l’attitu dine di alcune trade-unions e in particolare della Società dei m eccanici riuniti è divenuta p er loro intollerabile. I capi delle im prese industriali si la gnano che i loro operai resistono ostinatam ente alla introduzione di m acchine nuove, che essi si oppongono alla libera scelta di uom ini speciali p er lavori spe ciali, che le sezioni delle trade-unions pretendono in te rv en ire nell’ am m inistrazione delle loro intraprese con una disinvoltura intollerabile. Gli operai dal canto loro, si lagnano che i padroni cercano di con tinuo di m odificare a loro detrim ento le condizioni del lavoro. È q uindi indispensabile, per in tra v ed ere la soluzione possibile del conflitto, di esam inare con qualche cura le lagnanze reciproche.
L a causa principale di lutti i dissensi, dicono gl’ industriali, sono le m acchine nuove. N egli ultim i anni gli opifici delle costruzioni in ferro si sono profondam ente trasform ati. I! num ero e la m olte plicità delle m acchine adattate ciascuna a un lavoro speciale, si sono aum entate in proporzioni enorm i ; la specializzazione delle funzioni ha avuto p er con seguenza di au m entare infinitam ente la divisione del lavoro e la sua p ro d u ttiv ità. F ra le m acchine nuove, ve ne sono di sem plici così che ad esse possono essere adibiti fanciulli o m anovali. T e ne sono an che di quelle tanto produttive che un uom o basta a far l’o p e ra 'c h e un tem po esigeva tre operai.
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spirito dell’unionism o m oderno che è penetrato, ad esem pio, nelle unioni dei filatori di cotono. Esse sono ostili al progresso delle m acchine e restano fedeli alla concezione m edievale del tirocinio. Esse fanno una opposizione ostinata all’ am m issione di chiunque non ha acquisito « u n d iritto » al m estiere ; esse, formano la classe più prettam ente conservatrice degli operai inglesi, professano con tenacia la vecchia dottrina che loro arroga un diritlo privilegiato pel loro m estiere e dà loro la m issione di proteggerlo c o n tro gl intrusi. S em pre e dappertutto esse hanno pre teso che nessuno fosse adibito a una m acchina senza aver conquistalo il suo grado di m eccanico. Q uando s introduce una m acchina che fa l'uflìcio di tre operai, gli operai subiscono m alvolentieri il cam biam ento portato nelle loro abitudini di lavoro e non si m et tono punto a far p ro d u rre la m acchina nella m isura che si è in diritto di aspettarsi. È un fatto consta tato che in alcuni stabilim enti sono stati rim p ro v e rati degli operai dai loro com pagni, perchè la v o ra vano con troppo zelo a danno degli operai condannati alla disoccupazione.
Q uesta idea di un diritto privilegiato dell’operaio sulla sua specialità è il pretesto di conflitti in n u m e revoli ogni volta che è m essa in questione la lim i tazione delle com petenze. Se un padrone dà a uno che lavora il piombo l’ordine di accom odare un tubo di ferro dì dieci centim etri di diam etro tutti i m eccanici dell’opificio m inacciano di m ettersi in sciopero, allegando che quello è un lavoro da m ec canico e che l’altro operaio non deve venire a to g lier loro il pane di bocca. Lo stesso litigio si v e rifica se un altro lavoro è affidato a un calderaio che fa caldaie o altri oggetti in ram e. Il dom inio sacro dei m eccanici è protetto contro le usurpazioni con lo stesso rig o re del m estiere di una co rp o ra zione del tempo passato ; in una parola le trade- unions dei m eccanici sono rim aste strettam ente a t taccate alle dottrine del secolo 18°.
È indubitato che tutto ciò è irragionevole ed è legittim a la dom anda, come mai i capi della Società dei m eccanici riu n iti non ispirano meglio i loro soci. Il capo più in vista di quella Società è Giorgio Barnes, decisam ente contrario a quelle idee m edievali. Egli è m em bro della Società F abiana e calcola più sull’intervento legislativo per regolare il lavoro, che sulla efficacia delle trade-unìons] e degli scioperi. Q uantunque negli ultim i anni egli abbia cercato di far penetrare nella Società dei m eccanici lo spirito nuovo, ¡ suoi sforzi hanno urtato contro gli S tatuti della Società am algam ata, la cui organizzazione pare al W eb b in realtà assai inferiore a quella delle so cietà di tipo m oderno, quali ad esem pio quelle dei filatori di cotone o dei m inatori. Ciascuna delle sue sezioni è abbastanza autonom a per co n d u rre a modo suo i negoziati con i padroni locali e questo non im pedisce, se sopraggiunge un conflitto, che la s o cietà si trovi costretta a d ichiararsi solidale e a p resta r loro m an forte.
I padroni hanno dunque buone ragioni per la gnarsi ; ma gli operai dal canto loro hanno vari m otivi per lam entarsi. Le trade unione infatti prote stano con forza ch’ esse non sono punto ostili all’ in troduzione delle m acchine, nè ad alcuna specie di progresso. Ciò eh ’ esse giudicano intollerabile è il modo con cui le novità sono introdotte e special- m ente il partito che se ne trae p e r alternare le basi essenziali del contratto di lavoro. Gli industriali, essi
afferm ano, hanno la preoccupazione costante di e lu dere e di violare i term ini del contratto, senza darsi pensiero di consultare i loro operai. Q uesti sono pa gati alla giornata, in ragione di tanto per se ttim a n a ’ coll’ obbligo di fornirò in cam bio a fair day s morì,, cioè una buona, una equa, giornata di lavoro. L ’ope raio pigro che fornisce m eno lavoro di quello che non com porti una buona giornata nel senso u su ale della parola, viola i suoi im pegni e danneggia il padrone. Ma, inversam ente, se il padrone esige in cam bio del salario convenuto una spesa di energia fisica e intellettuale che ecceda il lavoro usuale gio r naliero, a sua volta reca danno all’ operaio. Ora quando un operaio che è stato adibito fino ad ora a una data m acchina ricevo bruscam ente, senza aum ento di salario, I’ ordine di vegliare sim ultaneam ente su due m acchine, vede in quest’ ordino una violazione arb itraria del contratto da lui accettato. Q uando in cam bio di u n salario eguale si richiede da lui un lavoro due volte più attivo, egli considera che il padrone pretende esigere da lui una spesa di forza fisica e intellettuale superiore a quella che gli è pagata. Gl’ industriali si rifiutano ad am m ettere che questo punto di vista sia legittim o, essi persistono a ragionare com e se in cam bio del salario che pa gano per u na giornata acquistassero tutta 1’ energia e tutto il valore dell’ operaio p e r quella giornata ; e non vedono che vi sia nulla di irragionevole o di abusivo nel reclam are dall’ operaio quel tanto di lavoro che essi credono un lim ite delle sue forze. Gli operai sostengono al contrario che un con ratto reciproco di lavoro non ha validità che se il I \o r o richiesto è una som m a fissa, del pari che la cifra del salario. Ciò che gli operai cedono per contratto non è tutta la loro energia totale per un num ero di ore stipulato, ma tanta energia in cam bio di tanto denaro. Ó gni contralto di lavoro, ogni scam bio di un dato num ero di ore di lavoro contro un dato num ero di scellini sarebbe illusorio e assurdo, se il padrone potesse a suo piacere, nel corso di ese c u zione del contratto, esigere per u n ’ ora, due o tre volte più di lavoro di quello che im plicava il p r i
m itivo accordo.
Le stesse ragioni spiegano 1’ opposizione decisa che gli operai fanno alla specializzazione del lavoro. Senza dubbio essi obbediscono a istinti retro g rad i quando contestano al padrone la libera scelta degli operai per lavori speciali ; ma sono nel loro diritto se il padrone cerca con quel mezzo di rid u rre il sag gio del salario eh’ egli stesso ha concordato. Q uando un industriale affida a dei m anovali, o a uom ini d ’ altro m estiere, u n lavoro da m eccanico, calcola certo di pagare quel lavoro un prezzo m inore e in tende costringere così i m eccanici stessi ad accon tentarsi per i’ avvenire d ’ un salario ridotto.
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s p e r a b ile che i rappresentanti degli operai siano chiam ati a d iscutere coi rappresen tan ti dei padroni le condizioni alle quali gli operai devono essere im piegati a quel nuovo lavoro.
S icché la m ateria vera e propria del conflitto è il diritto di intervento delle associazioni operaie. 1 padroni dichiarano di non av ere alcuna ostilità contro le trade unions ; alcuni, com e il Dyer,Raffer m ano che lo scioglim ento della Società dei m eccanici riu n iti aggraverebbe singolarm ente la q u estio n e ; i pa droni, a suo dire, am ano m eglio aver a fare con un corpo organizzato e in qualche m isura responsabile che con utia m oltitudine di piccoli gruppi disgiunti Ma la F ederazione degli industriali pretende che l’ indu striale dev’ essere solo padrone della sua im presa e che n o n può am m ettere l’ interv en to delle trade unions nella am m inistrazione dei suoi p ro p ri affari. L e trade unions sostengono d ’ altra p arte eh esse non reclam ano per se m edesim e alcuna in tru sio n e di quel g e n e re ; esigono soltanto che le condizioni del lavoro siano fissate da un libero accordo e con un patto contrattuale. Il m alinteso è chiaro ; p a droni e operai intendono a modo loro la p arte cip a zione legittim a n ell’am m inistrazione della im presa. |
L e m isure, il cui insiem e costituisce ciò che si chiam a l’ am m inistrazione d’ una im presa, possono rig u a rd a re o il prodotto da eseguire, cioè 1’ oggetto o i l servizio che si tratta di offrire al pubblico, o il m odo di produzione, cioè la scelta delle m aterie p rim e, dei m etodi di fabbricazione, degli agenti um ani od infine le condizioni dell’ im piego di questi agenti um ani, ossia le condizioni sanitarie, di luce.^ di aria, dei rischi d’ infortuni, l’ intensità, la rap id ità, la d u - rata del lavoro, il salario. Nel regim e della sc h ia v itù il padrone regola a suo piacere, da autocrate, senza consultare afeuno, i tre ordini di m isure; nel regim e della piccola industria, l’ operaio indipen
dente, che lavora direttam ente pel consum atore, si regola pure a suo talento. La cosa e differente nel regim e m oderno della grande in d u stria . Qui le m i su re del prim o g r u p p o - l a scelta del prodotto - ap partengono esclusivam ente al padrone ; lo stesso è a dire del secondo gruppo - m aterie p rim e, modo di fabbricazione, scelta degli uom ini — fatta riserva della ripercussione che le m isure di quest ordine possono avere su quello del terzo gruppo. F in al m ente le m isu re com prese in questo terzo ordine - condizioni del lavoro - non possono essere regolate isolatam ente, nè dal padrone, nè dagli operai, ma d e v o n o .se si am m ettono i principi fondam entali del trade unionismo, form are oggetto di un contratto tra i rappresentanti dei padroni e quelli degli operai organizzati. Il m ale è, secondo il W ebb, che nella in d u stria inglese dei lavori m eccanici, padroni e ope rai sono egualm ente ignoranti della evoluzione in dustriale e ignorano quasi com e q uesta questione com plessa e delicata è stata risoluta in altri m estieri, ad esem pio nella in d u stria del cotone, dove i p ro gressi delle m acchine in contrano lo stesso favore presso gli operai e presso i capitalisti e dove un conflitto di questo genere sarebbe cosa im possibile. P re sto o tardi l’ industria dei m eccanici (enginee ring trade) passerà allo stadio nel quale ora si trova l’ industria de! cotone, che è quello in cui le c o n
dizioni del lavoro sono francam ente m ateria di co n tratto reciproco. Q uesto punto m erita qualche spie gazione.
In una filatura di cotone del L aneash ire non vi
è punto litigio possibile sul grado di libertà di cui gode il padrone nell’ am m inistrazione della sua in dustria. Gli operai gli riconoscono, senza la m inim a rise rv a , il d iritto di scegliere le m aterie prim e, i m odi di fabbricazione, le m acchine, I’ andam ento del lavoro. Il p ad ro n e , dal canto suo, non m odificherebbe d’autorità le condizioni del lavoro che sono - egli sa la m ateria idi accordo contrattuale. I term ini essen ziali di questo accordo sono fissati dopo uno studio accurato da com m issioni m iste, le cui decisioni le gano padroni e operai. Q uando in uno stabilim ento si produce u n a innovazione che m odifica coi suoi effetti le condizioni del lavoro sta b ilite; quando, ad esem pio, si in tro d u ce un i m acchina nuova o una m a teria prim a sono allora inusitata e per questo il lavoro degli operai viene aggravato o alleggerito, il padrone o Ì’ operaio ne inform a I’ agente am m inistrativo sa lariato dell’ organizzazione alla quale egli appartiene. Gli agenti delie due parti, del sindacato padronale e della trade-union, visitano lo stabilim ento, fanno u na in c h iesta, stim ano di com une accordo gli efletti della innovazione, determ inano in quale proporzione la condizione m edia dei lavoratori se ne trova avvan taggiata o peggiorata. Essi hanno la facoltà di decidere che^il tal padrone dovrà pagare per tutto il tem po in cui d u reran n o quelle nuove condizioni sino al 10 per cento in più o il 10 per cento in m eno del salario norm ale e le loro decisioni sono scrupolosam ente obbedite. In caso di disaccordo tra gli agenti del- l’una o dell’altra parte, cosa rarissim a, due altri agenti sono designati a titolo d’a rb itri. Così I industriale fila tore del L aneashire ha saputo com piere da un pezzo ciò che il co struttore di m acchine del L aneashire r i tiene oggi com e im possibile; egli ha rinunciato a fis sare di sua iniziativa arb itra ria il salario ohe pagherà ai suoi operai. E inversam ente l’operaio filatore del L an e ash ire fa ciò che l’operaio m eccanico del Lan- cashire non può oggidì ancora accettare ; rinuncia a m ettere ostacoli a che il padrone scelga com e cred e i suoi operai e si astiene dal criticare l’in troduzione delle m acchine più recenti e spedite.
L ’applicazione com pleta del sistem a dell’accordo contrattu ale può solo, a detta del W ebb, affrancare i padroni dalle restrizioni che loro im pongono i p re giudizi retro g rad i e gelosi degli operai. La trade- union ben com presa è pel padrone una protezione efficace. Essa significa nella in d u stria la sostituzione dell’o rdine all’anarchia. Ma tutte le industrie non hanno trade-unions così solidam ente organizzate e così saviam ente am m inistrate com e le filature di cotone del L aneashire. 1 padroni m eccanici non avranno di fronte a sè una trade-union che li sod disfi se non il giorno in cui avranno appreso a tra t tarla com e si conviene. È stato detto in m odo un po’ b ru tale che i popoli hanno il governo che si m eritano. Si può dire, con pari v erità, che gli m tra- prenditori di una in d u stria britan n ica hanno nell ora p resente le trade unions che m erita la loro p ropria attitudine verso il trade-unionismo.
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I DIRITTI DELL’ AZIONISTA
Il 1 1 SOCIETÀ M I ESTERA IRREGOLARE -COI UPPRESEITAIZE li ITALIA^
Da questo, d u nque, intendesi che 1’ ultim o capo verso dell’ art. 99 oltre a concernere, com e ab biam o detto, una classe di persone ed un caso p ar ticolare, quale è quello del non com piuto v ersa m ento, si riferisce anche all’inosservanza di una sola form alità. È , in altre parole, non la determ inazione dei d iritti degli azionisti di fronte ai diritti dei socii delle col letti ve, ma sem plicem ente una facoltà di più, accordata ai sottoscrittori delle azioni, i quali possono ritirarsi a tem po, quando vedono che i pro m otori si mettono su una via irregolare, invece di u bbidire agli ordini della legge. Però il legislatore non ha voluto con questo im pedire gli effetti che derivano, p er principio generale, da tutte le nullità assolute e d ’ordine pubblico.Q uesto concetto risulta anche dai L avori p rep a ratorii. Nel P rogetto definitivo e nella Relazione che l’accom pagna, nei quali il m inistro Mancini faceva la nota distinzione fra le società in nom e collettivo ed in accom andita sem plice, e quelle in accom andita per azioni ed ano n im e, per q ueste ultim e era ag giunta una disposizione a favore dei sottoscrittori delle azioni, i quali potevane dom andare di essere esone rati dall’obbligazione derivante dalla sottoscrizione. A bbiam o già veduto com e la m odificazione introdotta dal Senato non debba co nsiderarsi che com e un aum ento di rigore, ed abbia soltanto lo scopo di d ic h iarare la nullità anche delle collettive; ma nelle facoltà dei soci, o, più particolarm ente, per quello che riguarda le società per azioni, non ci fu nessun cam biam ento ai concetti che il Mancini aveva sta biliti nel suo Progetto e svolto nella Relazione che l’accom pagna. E ra idea del M inistro di accordare agli azionisti il diritto di far d ichiarare l ’ inesistenza della società? E videntem ente, sì. Egli stesso, nella sua Relazione alla Cam era dei D eputati, rife re n dosi al Progetto che dichiarava la società irre g o lare nulla anche fra socii, disse che, pur ricono scendo giusto tale rigore per le società per azioni, non stim ava utile conservarlo per le altre. Se dunque il Mancini considerava nulla l’anonim a anche fra socii ; se il Senato lasciò inalterato il regim e delle società p er azioni, quale il M inistro l’aveva ideato, è ovvio che questi stessi concetti sono passati nel Codice v ig en te; e se l’ anonim a è n u lla, inesistente anche fra i socii, q u esti devono avere azione p er far di ch iarare questa inesistenza. Q uindi dall’A rt. 99 pos siam o tra rre un nuovo argom ento a favore della nostra tesi.
In F rancia si è sem pre riten u to che il diritto di chied ere la nullità, anche delle società in nom e col lettivo, spetta ai socii, anche a quelli che fossero stati negligenti a com piere le form alità prescritte (P ard essu s, C ours de droit com m ercial, n r. 1 0 0 7 ).
L ’H orson, nel luogo citato, diceva: «C elili des associés qui veut se dógager d u lien social, invoque le rig u e u r du droit... les T rib u n a u x annulent la con vention ». La Cassazione, (R ep. 9 giugno 1 8 i l , Dai- loz, Róq. v. Socióté, n. 1466, pag. 694, nota 1 ) dice che in una società anonim a non legalm ente esistente
*) V edi il n . 1233 dell’Economista.
nessun vincolo giuridico si form a fra am m inistratori ed azionisti. Il T rattato di L yon-C aen et R enault, riferendosi alla legge del 1 8 6 7 , dice che la nullità è d’ ordine pubblico, protegge anche gli azionisti e si può dom andare, per legge, da tutti gl’ interes sati, fra i quali si devono porre anche i socii, perché, la loro condizione è precaria, potendo altri in te res sati fare annullare la società. Inoltre, si osserva dai due scrittori, è utile che il m aggior num ero pos sibile di persone contribuisca a far cessare uno stato di cose condannato dalla legge (Voi. II, n. 7 8 4 ,2 2 5 ). Anzi, siccom e si tratta d’ordine pubblico, il T rib u nale deve pronunziare la nullità, quando trova la irregolarità, senza badare se chi dom anda la prim a ha sofferto della seconda (V oi. II, n. 7 8 4 ).
A nche in Italia è stato am m esso questo diritto degli azionisti. Il prof. M anara, in u na nota in se rita nella G iurisprudenza italiana, 1896, I, 1, 15
(v. sopra) osserva che il prim o cnpoverso dell’A r ticolo 9 9 del nostro Codice di C om m ercio si deve riten ere applicabile anche ai socii delle società in accom andita per azioni ed anonim e, perchè la legge ha avuto lo scopo di prom uovere ed assicu rare lo adem pim ento delle form alità.
E si noti che il prof. M anara parte dal p re su p posto dell’esistenza della società di fatto.
È stato deciso inoltre che i creditori d’ u n socio possono dom andare la nullità della società, il c o n seguente scioglim ento della com unione esistente e la ripartizione dell’ attivo (A pp. Milano, 17 giugno 1896, G iur. it., 18 9 6 , I, 2, 736). La C orte d’A p- pello di G enova, con sentenza 26 giugno 1894, g iu dicò che non si può provare con testim oni l’esistenza di una società di fatto, allo scopo di preten d ern e la continuazione (T em i gen., 1894, 445).
Il legislatore, dunque, non ha parlato del diritto che noi afferm iam o spettare ai socii delle anonim e; ma ne ha taciuto non già perchè lo volesse abolito ma perchè ha ritenuto inutile, dopo avere stabilito, il principio della nullità d’ordine pubblico, della ine sistenza, esprim ere una facoltà che discendeva da quel concetto, com e conseguenza dalla sua prem essa, secondo la tradizione storica, i dettam i della logica ed i principii generali del d iritto. L ’ultim o capoverso dell’art, 99 suona aum ento, non restrizione od esc lu sione dei diritti degli azionisti ; è una cautela, un mezzo di più per tagliare, fin da principio, la via alle società irregolari, senza bisogno di attendere che il loro illegale svolgim ento ulterio re abbia fatto n a scere interessi, diritti, fatti che riesce poi più d an noso p er m olti disconoscere e troncare.
IX.
A bbiam o fin qui negato sem pre che sia da a m m ettere l’ esistenza di fatto delle società irre g o la ri. P erò supponiam o per un m om ento che questa teoria sia com pletam ente esa tta ; dim ostrerem o ora che lo azionista può sem pre p o rre nel nulla la società.
P rim a di tutto, se si accettano, com ’è giusto, gli argom enti che il M anara ha posti a sostegno della nostra tesi, si com prende che l’essere o no società di fatto non im -p o rta n u lla ; ed invero il M anara è appunto fra i difensori della esistenza di fatto.
830 L’ E C O N O M I S T A 26 dicembre 1897
gli azionisti incorreranno in una responsabilità so lid a le ? Q uest’ ultim a opinione è secondo noi la vera. Infatti, se si vuol seguire il sistem a della esistenza di fatto, bisogna su pporre cbe tutti quelli che in una m aniera o in u n ’altra, sia com pilando e diffondendo il program m a, s'a acquistando le azioni, hanno preso p, rte alla società, abbiano avuto, com e i socii della soc'età co'letllva, l’intenzione di un irsi con altri per ragg iu n g ere u n dato scopo ; ossia è necessario am- m e d : e che in /e c e dell’ ente, cbe m anca, ci siano le \o 'o n tà e i d iritti dei singoli.
Q uale ò, infatti, la ragione che salva la società col- lqttiva, anche irregolarm ente costituita, dall’assoluta inesistenza? È la solidarietà, che vincola tutti i socii all’adem pim ento delle obbligazioni contratte ; per cui da u n lato, invece della persona g iu rid ic a, cbe non esiste, si può dire cbe ci sia una som m a di diritti individuali, una riunione di persone unite in un volete com une, che; può avere certi effetti, come u na soc'età c iv ile ; soltanto che, versando in ma teria com m erciale, l’obbligazione deve esser solidale; e dall’altro lato i terzi hanno alm eno la guarentigia della responsabilità dei socii. N ella società anonim a, invece, se si volesse considerare com e società ano nima di fatto, non si avrebbe n ep p u re questa g u a re n tig ia ; e p er di più si avrebbe u na vera e p ro pria persona giuridica vivente in onta alle loggi.
Tale è stato anche il concetto della giurisprudenza, quando, per salvare le società anonim e irregolarm ente costituite, ha accettato la teoria delia esistenza di fatto.
La Corte d’Appollo di V enezia, nella sentenza del IO aprile 1895, si fondava appunto sul principio della solidarietà; dicendo che « nelle società non pubblicate, qualunque ne sia l'indole, vi è so lid a rietà » e che se la società non è costituita in iscritto nè è pubblicata, diviene società di fatto nella quale tutti i socii sono responsabili e non vi è ente col lettivo. La stessa Corte aveva già detto, nella sua decisione deb’ 11 luglio « che per q ueste società ir re golari la legge, a tutela dei tersi ed a guisa di pe nalità, estendeva il portato degli obblighi a quanti vi si immischiavano » e più giù osservava che « lo annullam ento ed il legale scioglim ento della esistenza sociale potrà essere contem plato nei rapporti degli azionisti fra loro, ed anche dei terzi ; e chi intende p ro'.ioverlo potrà non av ere altro obbligo cbe di provare la m ancanza di atto scritto, od il difetto della pubblicazione ed affissione. »
Società di fatto, d unque, secondo alcuni, ma al lora responsabilità di tutti i socii, e non di alcuni soltanto ; solidarietà anche degli azionisti, perch è se u n ente collettivo esiste non può essere certam ente la società anonim a, persona astratta cbe sorge dalla legge, ma deve essere un insiem e di persone e di volontà, tutte unite in uno scopo, e cbe tutte illi m itatam ente assum ono degli obblighi. E d allora an che per questa ragione l’azionista ha diritto di d o m andare lo scioglim ento ; prim a di tutto perch è la sua condizione è peggiorata, ed egli, da responsa bile lim itatam ente, diventa responsabile illim itata m e n te ; inoltre, perchè allora siam o nello stesso caso contem plato nel principio dell’a rt. 99 ; c’è uno stato di fatto in cui nessuno può essere obbligato a mestare, perchè pericoloso, e che quindi può e deve esser tolto di mezzo a richiesta degli interessati ; e nessuno ora potrà negare che fra gli interessati ci sia l’azionista. E noto, poi, che u na società può essere sciolta a
dom anda anche di un socio, quando vi siano giusti m otivi ; e l'aggravam ento della condizione del socio è un motivo giustissim o.
X .
E con questi argom enti speriam o di aver dim o strato la nostra tesi.
Una società anonim a estera, che stabilisca una rappresentanza fra noi, dovrà uniform arsi alle dispo sizioni degli articoli 231 e seguenti del nostro C o dice di C om m ercio ; altrim enti essa sarà, fra noi, in esiste n te ; e l’ azionista italiano potrà ad ire i tr i bunali nostri per far d ichiarare questa inesistenza, e sentire ordinare la liquidazione dell’ ente. All’ eser cizio di questo diritto non potrà fare ostacolo nè le qualità di stran iere della società nè il pretesto del- 1’ esistenza di fatto.
Accolta la sua dom anda, si dovrà nom inare, n a turalm ente, u n liquidatore, per liquidare Io stato di fatto, che ha prodotto obblighi e diritti ; per questo fine soltanto, com e decise nella citata sentenza la C orte d’A ppello di G enova, potrà avere qualche e f fetto quella parvenza di società, nata e rim asta fuori della legge.
(fine) Avv. Guido Bonolis
11 movimento economico commerciale ài Siracusa nel 1896
L a Camera di Commercio di Siracusa ha p u b blicato in questi giorni la sua relazione sul m ovi m ento econom ico del suo distretto com m erciale d u ran te il 1896. Eccone un breve riassunto :
Le produzioni agrarie del 1 8 9 6 furono più che buone in questa provincia per quanto riguarda quan tità di frumenti e grani in rapporto alla p ro d u zione dell’ annata p rec ed en te; infatti il 189 5 a /e v a dato ettolitri 6 8 0 ,7 3 0 ed il 189 6 ha dato ettolitri 1 ,1 2 3 ,2 0 0 . Q uesto dato preso isolatam ente sem bra vantaggioso alla econom ia generale della provincia, ma non lo è ; dobbiam o affrettarci a dire che la distruzione dei vigneti ha esteso la coltura dei ce reali non per m aggiore convenienza, ma per un ripiego agrario di necessità certam ente dispiacevole. Q uasi tutte le altre produzioni sono rim aste al disotto di quelle del 1895. L e cifre concrete che si sono potute raccogliere servono per tale con fronto :
Produzione
Unità 1895 1896
— — —
Vini... . Kg. 599,693 275,859
Olio di oliva . . Id.
Migliaia 31,800 25,000 Agrumi . . . di frutti 283,100 150,000 Mandorle in guscio . Q. m. 52,500 40,000 Orzi... • Kg-Q. m. 340,440 177,929 Canapa . . . di fibra 2,036 1,731
26 dicembre 1897 L’ E C O N O M I S T A 831
diede nel 1895 q. m. 2 0 6 ,0 0 0 di prodotto, ha ap pena raggiunto quintali 1 9 7 ,0 0 0 nel 1896.
Un certo m iglioram ento accenna lo esercizio della pesca nelle tonnare, che nell’assiem e conta sopra un prodotto m edio di circa quintali 60 0 0 tra tonni, pe- scispada e selvaggina. Parecchi anni fa alle tre ton n are preesistenti se ne aggiunse una quarta, e se ne prepara una quinta per l’anno prossim o.
Lo stesso e m eglio può dirsi dello esercizio della pesca con reti ed ordegni d’alto m are e da costa, poiché la celerità e la continuità delle co m u n ica zioni ha esteso il cam po del consum o verso le città im portanti di Catania e di Malta, onde la nostra classe di pescatori è in aum ento num erico ed in discreta condizione di econom ia.
Si riassum ono i valori del m ovim ento com m er ciale del 1896 per la sola via di m are in raffronto a quelli dell’ anno precedente :
Entrata Uscita Totale
1 8 9 5 ___ L. 3,306,960 13,858,370 17,165,330
1 8 9 6 . . . . » 3,723,120 12,945,020 16,668,140
Differenze. L. + 416,160 — 913,350 — 497,190
Il m ovim ento del porto di Siracusa è rap p rese n tato dalle seguenti cifre :
A rrivi e partenze a vela ed a vapore p e l Regno e p er l’estero.
1895 1896
Movimento generale : Numero di ba
stimenti ... 2,789 2,482 Tonnellaggio di stazza . . . .731,053 750,910
Id. di merci imbarcate
e s b a r c a te ... 50,894 58,477
R esulta da questo prospetto che il num ero dei bastim enti è stato nel 1896 inferiore a quello del 18 9 5 ma che invece è stato superiore il tonnellaggio.
Rivista Economica
Una riv o lu z io n e n e lle fe rro v ie - C om m ercio in g le s e
-C om m ercio d e lla Spagna.
Una rivoluzione nelle ferrovie. — È stata data
la notizia che la Società A driatica intende fare esp e rim enti di trazione elettrica sul tronco ferroviario F oligno-A ssisi. In questa breve notizia è racchiuso il germ e di u na grande rivoluzione, che va m atu randoci lentam ente, e che è destinata a trasform are radicalm ente le ferrovie nel secolo venturo.
Il L ero y -B ea u lie u , in uno studio sulle strad e fer rate in F ran cia, scrive a questo proposito:
U na nuova forza è nata, l’ elettricità, che prom ette di trasform are la locomozione. T u tte le Com pagnie francesi la studiano, e una di esse, quella dell’Ovest, fa esperim enti pratici e regolari sopra u n a delle sue linee principali.
S i rico rra alla elettricità od a q u alunque altro mezzo, è chiaro che il servizio dei viaggiatori, coi tren i celeri, dovrà essere reso più rapido e più con fortabile p er vincere le concorrenze.
Gli autom obili, i tricicli e le biciclette sono già p e r i piccoli percorsi dei concorrenti non trasc u ra bili.
Gli autom obili non faranno certo concorrenza alle grandi linee ferroviarie per i lunghi percorsi, ma non v’ ha dubbio che i servizi sulle strade ordinarie, risuscitando, in forma perfezionata, le antiche dili genze, colleglleranno fra loro le città geograficam ente vicine, che, per ferrovia diventano spesso distanti in causa dei tracciati. P er questi servizi locali gli autom obili potranno d iv e n tare concorrenti seri delle Società ferroviarie.
È vero che le trasform azioni che s’ im pongono alle am m inistrazioni ferroviarie potranno applicarsi in un tempo più o m eno lungo, non essendovi assoluta urgenza : accade in m ateria di trasporti quello che ò avvenuto nell’ illum inazione. Il petrolio si diffonde, poi 1’ elettricità e tuttavia il gaz non perde terreno in modo assoluto. Si propaga anzi nei più bassi strati sociali e si estende a nuovi usi. L ’ abitudine della luce fa sì che se ne vuole sem pre più d ap pertutto.
Così accadrà p er la locom ozione, ossia pei tra sporto delle persone e delle m erci.
Siam o appena al principio. Oggi non è che una piccola parte della popolazione che viaggia ; m a v e rrà giorno nel quale viaggeranno tutti, qualunque siano le condizioni sociali.
Ciò che era u n lusso per la classe popolare d i venterà un passatem po perm esso a tutte le borse.
La rinnovazione delle ferrovie sotto il rapporto della rapidità, della com odità e del prezzo sarà una conseguenza dei nuovi m etodi di trazione, che po tendo usu fru ire delle grandi forze naturali con se m pre m inore dispendio, ren d e rà la strada ferrata un veicolo accessibile a tutti.
Commercio inglese. — Q uadro delle importazioni
ed esportazioni duran te i p rim i undici mesi del 4897 in confronto collo stesso periodo del 1 8 9 6 :
D ifferenza Importazioni 1897 1896 1897 Lire sterline Bestiame... 10,546,560 9,788,833 + 757,727 Sostanze alim. 161,401,722 154,618,151 + 6,783,571 T ab acco ... 3,692,416 3,970,628 — 278,216 . * M e talli... 19,446,058 18,642,952 + 803,106 Sost. chimiche. 5,591,546 6,350,380 — 758,834 Olii... 6,965,139 7,560,983 — 595,844 Mat. greggie. 110,296,800 108,122,577 + 2,174,223 Oggetti manif. 78,501,111 74,821.435 -J- 3,679,676 Generi diversi. 12,546,161 13,475,342 — 929,181 Paschi postali. 945,673 959,990 — 14,317 T o t a le ... 409,933,186 398,311,271 +11,621,915 Differenza Esportazioni 1897 1896 1897 Lire sterline Bestiam e... 1,035,784 844,853 + 190,932 Sostanze alim. 11,083,876 10,652,052 + 431,824 Mat. greggie.. 18,491,598 16,222,752 + 2,268,846 Filati e tessuti 88,553,294 96,646,093 — 8,092,799 Met. e macchine 46,693,236 46,275,525 + 417,711 Vestiari e tapp. 9,093,658 9,557,064 — 463,406 Sost. chimiche. 7,959,214 7,513,352 + 445,862 Generi diversi. 30,271,965 30,676,898 — 404,933 Pacchi postali. 1,865,197 1,521,545 — 343,652 T o tale.. . . 215,047,822 219,910,134 — 4,862,312 Commercio di transito. 54,844,499 50,584,522 + 4,259,522 Commercio della Spagna. — La rivolta di C uba,
832 L’ E C O N O M I S T A 26 dicembre 1897
avuto p er effetto di aum entare l’ esportazione e di m inuire le im portazioni. Ecco la situazione dei p ri mi dieci m esi del 1847 in confronto allo stesso pe riodo 1899.
L e importazioni hanno dato 630,606,00.1 pesetas (lire nostre), e cioè una dim inuzione di 44,716,361 in confronto al 1896.
L e esportazioni sono invece salite a 7 6 2 ,0 3 2 ,0 7 3 pesetas con un aum ento di 3 3 ,7 7 3 ,7 8 6 in confronto al periodo corrispondente del 1896.
CRONACA. DELLE CAMERE DI COMMERCIO
Camera di Commercio di Siracusa. — In una
delle ultim e riunioni si occupò di u n ’ istanza d ire t tale da u n Com itato prom otore in rappresentanza di taluni arm atori e capitani m arittim i, chiedente l’ appoggio della Cam era per otten ere che in quella im portante città sia ripristinata la sede del C om par tim ento m arittim o.
A questo proposito il P resid en te cav. G entile fece o sservare che, m entre per tu tti gli altri ram i di pubblici servizi, tutti i C om uni della provincia sono regolati da unità di concetto e trovano nel cap o luogo il centro n atu ra le degli affari, per ciò che rig u ard a la m arineria la provincia di S iracu sa deve dipendere da due differenti com partim enti, Catania e P orlo E m pedocle. Invece se tutto il litorale della provincia potesse riu n irsi sotto la dipendenza di un solo C om partim ento m arittim o con sede in S iracusa se ne avvantaggerebbe non poco il buon andam ento del servizio, e la estesa classe m arin ara per il di sbrigo dei proprii affari andrebbe inco n tro a mi nori disagi ed a m inori difficoltà.
Q uindi riconosceva giusta l’ iniziativa presa dal detto Com itato e m eritevole dell’ appoggio della Ca m era ; poiché è vero che S iracu sa, dom andando il ritorno del C om partim ento, non chiede l’ im possi bile, ma la più logica di tutte le cose e la più fa cile a conseguirsi per il n essun aggravio che ne risen tireb b e il bilancio dello S tato. E ssa, p er gio vare a sè, non p retende affatto il danno d’uno q u a lunque dei due C om partim enti da cui oggi è a m m inistrato il litorale di quella provincia ; m a, dopo che ognuno di essi sia rientrato nei confini natu rali del proprio litorale, desidera di essere dotata al pari di tanti Jaltri porti m icroscopici, d’ u n ufficio m arittim o superiore il quale, senza tan te pastoie e senza tante inconcludenti dipendenze, sia in grado di procedere direttam ente e sollecitam ente al d i sbrigo degli affari m arittim i.
La C am era, associandosi alle considerazioni svolte dall’on. P residente, deliberò di appoggiare presso il G overno la istituzione in S iracu sa di u n C o m partim ento m arittim o, con giurisdizione sul litorale della provincia.
Mercato monetario e Banche di emissione
Il m ercato m onetario di L ondra è discretam ente attivo e ferm o, quotandosi l’interesse del danaro per prestiti giornalieri 2 a 2 1 /2 p er cento, prestiti
settim anali 2 3 /4 per cento. Nello sconto il m ercato è sostenuto al saggio di 3 per cento per effetti a due m esi, m entre a tre mesi quotasi 2 1 3 /1 6 a 3 per cento, q uattro mesi 2 7/8 per cento, sei mesi 2 3 /4 per cento.
Alla Banca d ’Inghilterra si sono incassate L . ster. 1 5 2 ,0 0 0 in sovrane provenienti dal Sud dell’Africa.
L’argento in verghe è in aum ento a 26 1 /16 d. l’oncia.
L’oro è ricercatissim o e già si prevedono nuovi ritiri dalla Banca d’In ghilterra.
Il vapore Tartar portò dal Capo di Buona S p e ranza Ls. 1 4 7 ,7 2 4 in oro grezzo ed il Thames dal Piata Ls. 4 0 ,0 0 0 in num erario.
Il vapore Umbria si aspetta da N uova Y o rk con con Ls. 12 2 ,6 0 0 in num erario.
La Banca d’Inghilterra esitò L s. 4 0 2 ,0 0 0 in n u m erario per gli Stati U niti.
La situazione delle Banche associate di Nuova Y o rk presenta dim inuzione di Ls. 8 9 6 ,0 0 0 nella riserva totale che è attualm ente di Ls. 3 6 ,6 4 0 ,0 0 0 , ossia L s. 3 ,1 4 6 ,0 0 0 più del m inim o legale, contro u n ’eccedenza di Ls. 3 ,7 7 8 ,0 0 0 nella settim ana p re cedente.
È pure in dim inuzione il conto prestiti e sconti. La situazione della Banca d’In g h ilte rra non ci è ancora pervenuta.
Sul m ercato francese lo sconto è intorno al 2 per per c e n to ; il cam bio su Londra è a 2 5 ,2 2 ; il cam bio sull’ Italia a 4 3 /4 di perdita.
La situazione della Banca di F ra n cia non ci è pervenuta.
Sui m ercati tedeschi lo sconto oscilla intorno al 3 */, per cento ; a V ienna è al 4 per cento.
S ui m ercati italiani i cam bi chiudono un po’ più ferm i ai seguenti c o rsi: a vista su Parigi a 1 0 4 ,7 5 ; su Londra a 2 6 ,4 3 ; su B erlino a 2 9 ,8 2 .
Situazioni delle Banche di emissione estere
« ò ® o t— *jr ss *■ » ® cs 2 « a S a co co E co
15 dicem bre differenza In casso ...Fiorini 515,307.000 — 11,825,000 j P ortafoglio... » 164. 194,000 -+* 5,161,000 Àtt vo { A n ticipazioni...» 25,014,000 -+- 307,000 P r e s titi... * 137,727.000 — 258,000 ( C ircolazione...* 665,558,000 — 4,637,000 Passivo j Conti c o r r e n ti.. . . * 30,770,000 — 262,000 ( C artelle fondiarie.» 132,925,000 -f* 587,000 16 dicembre differenza .... ( In c a sso .. . . F ra n c h i 106 264.000 -+• 1,307,000 Utivo | P o rtafo g lio ... » 427.869,000 - 6,050,000 _ , ( C ircolazione... » 476,934,000 -f- 1,797,000 Passivo [ c o n ti co rre n ti...» 89,115.000 — 6,026,000 18 dicem bre differenza ( r I oro 31,550.000 -1- 6,000 t In c a sso .. F io r. ! g 81 727.000 ■+• 3116,000
Attivo ¡ P o r t a f o g l i o ... > 6 9 ,9 2 6 .0 0 0 - 7,590.000 ( A n ticip azio n i...» 266,000 -4- 64,000 D ( C ircolazione... ■> 20K6B5.000 - 571,000 assiro | Conti co rre n ti...* 7,548.000 — 261,000 18 dicem bre differenza ( I n c a s s o ... Pesetas 512.855,000 ■+• 4,583,000 i Attivo j P o rtafo g lio ...» 606,184.000 -f* 8> 153,000
n , (C irc o la z io n e ...>1,186,688,000 - 3,452,000 ■ PtsslT0 l C onti c o rr. e dep. * 439,770.000 - 10,277,000
RIVISTA DELLE BORSE
Firenze, 24 Dicembre 1897.
-20 dicembre 1897 L’ E C O N O M I S T A 833
venuti, ne è certo se entro la settim ana si avranno aum enti negli sconti ufficiali delle Banche. F ra una diecina di giorni le num erose scadenze del 1" gen naio 1898 verranno a ingrossare i capitali disponi bili, e ci si avvicinerà a quella stagione, la quale è ordinariam ente contrassegnata da una grande ab bondanza di denaro e da m ancanza di dom ande
pecuniarie da parte degli Stati U niti. P e r lutto questo le condizioni m onetarie dei m ercati dovranno necessariam ente m igliorare. Inoltre la situazione a t tuale non è del tutto identica a quella degli anni passati. Gli Stati Uniti infatti contrariam ente a quello che tem evasi a L ondra, hanno lasciato passare l’ a u tunno senza dom andare oro all’ E uropa, e siccom e l’eccedenza delle loro esportazioni che hanno ra g giunto da luglio a tutto novem bre la somma di 245 milioni di dollari, e il collocam ento altresì di valori ferroviari e di altri di incontestabile solidità, hanno loro costituito crediti considerevoli in E uropa, sp e cialm ente a L ondra, è probabile che essi si asten gano da dom andare rim esse per il servizio dei loro im pegni. C om unque sia parrebbe che da ora al 1° gennaio 1898 non avessero a verificarsi altri as sottigliam enti nel danaro che quelli determ inati dai bisogni della fine d’ anno, e questa opinione è con fortata da due fatti cioè che la Banca d’Inghilterra deve ancora restituire gran parte delle som m e che ha sottratto al m ercato, e che la riserva delle altre sue garanzie della stessa Banca, cioè valori ra p p re sentanti i capitali messi al servizio degli affari, è aum entata di 3 ,3 1 6 ,0 0 0 sterline. Questo quanto alla situazione m onetaria, la quale per altro potrebbe da un m om ento all’ altro cam biare in un senso meno favorevole, tanto più che il prezzo della sterlina a Nuova Y o rk è caduto a 4,81 3/4, toccando sem pre più il punto di esportazione dell’oro dall’E uropa in A m erica. R elativam ente alla politica, con la firma definitiva del trattato di pace fra la T urchia e la G recia, la sottom issione delle Filippine e una certa sosta nelle operazioni di g uerra a Cuba, sono scom parse m olte apprensioni che avevano fìnqui tenuto in sospeso una parte degli operatori. R estano è vero gli affari della China, che potrebbero com plicarsi, se l’Inghilterra come com penso alle occupazioni russe e tedesche occupasse le isole Tschu-san.
Passando a segnalare le variazioni avvenute nella settim ana, prem etterem o che dom inò in tuite le borse molta incertezza, per cui non pochi fondi di Stato perdettero terreno. F ra questi abbiam o da notare la rendita italiana nella quale si fecero molte realizza zioni tanto all’interno che all’estero,’ realizzazioni, che furono determ inate dalla debolissim a m aggioranza ri portata lunedì dal M inistero. P iù tardi dopo che la Cam era prese le vacanze, riacquistò quasi tutto il terreno perduto.
Rendita italiana 4 — Nelle borse italiane è scesa da 100,40 in contantia a 1 0 0 ,1 5 e da 1 00,60 per fine mese a 1 0 0,35 per risalire a 1 0 0 ,3 0 e 100,40. A Parigi da 96 ,6 0 è caduta a 9 6 ,1 5 per tornare a 96 ,2 7 ; a Londra da 9 5 3 /1 6 a 9 5 e a Berlino da 9 4 ,8 0 a 94,50.
Rendita interna 4 */« 0/q. — Contrattata da 108 a 107.90.
Rendita 3 ° / 0. - Invariata a 64,50.
Prestiti già Pontifìci. - Il Blount senza variazioni a 1 0 2,25 e il Cattolico 1860-64 a 102,50.
Rendile francesi. — Stante l’esiguità degli affari e la possibilità di aum enti nel denaro il 3 p er cento
antico da 1 0 3,25 scendeva a 1 0 3 ,1 0 ; il 3 per cento am m ortizzabile da 102,42 a 1 0 2 ,3 0 il 3 1 |2 p e r cento da 1 06,85 a 106,75. Nel corso della settim ana r i prendevano terreno e oggi restano a 1 0 3 ,1 3 ; 1 0 2 ,4 0 e 106,90.
Consolidati inglesi. — Da 1 1 3 indietreggiati a 112 3 /8 .
Rendite austriache. — La rendita in oro ha subito un ulteriore ribasso cadendo da 121,55 a 1 2 1 ,4 0 per risalire a 122 e le rendite in argento e in carta invariate intorno a 101 ,5 0 .
Consolidati germanici. — Tanto il 4 per cento che il 3 per cento invariati intorno a 102,85. C h iu dono oggi a 103.
Fondi russi. - Il rublo a B erlino debole fra 2 ,1 6 ,5 0 e 2 ,1 6 ,4 0 e la nuova rendita russa a P arigi fra 9 4 ,7 0 e 94,60.
Rendita turca. — A P arig i quotata fra 2 1 ,9 0 e 2 1 ,8 0 e a Londra da 21 1 5 /1 6 scesa a 21 5 |8 .
Fondi egiziani. — La rendita unificata sostenuta fra 535 e 5 36.
Fondi spagnuoli. - La rendita esteriore fra 61 V , e 61 7 |8 . A Madrid il cam bio su Parigi è a 3 2 ,6 5 .
Fondi portoghesi. — L a rendita 3 per cento invariata a 2 0 5/„. A Lisbona l’aggio sull’oro è al 48 J/ 2 per cento.
Canali. — Il Canale di Suez da 3317 sceso a 3115.
Banche estere. — La Banca di F ran cia da 3 7 8 0 indietreggiata a 3660 e la Banca ottom anna da 5 6 6 a 559.
— I valori italiani in seguito alle oscillazioni della rendila ebbero pochi affari e prezzi m eno sostenuti
della settim ana scorsa.
Valori bancari. — Le azioni della Banca d ’Italia quotate a F irenze da 8 4 4 a 8 3 6 ; a Genova da 843 a 835 e a Torino da 842 a 837. La Banca Ge nerale contrattata fra 68 e 66 ; la Banca di Torino fra 436 e 4 2 4 ; il Banco Sconto fra 76 ,7 9 e il Credito italiano a 541.
Valori ferroviari. - Le Azioni M eridionali co n trattate da 730 a 728 e a Parigi da 597 a 692 ; le M editerranee fra 5 2 6 .5 0 e 5 2 5 ,5 0 e a B erlino da 9 9 ,2 0 a 99,25 e le Sicule a T orino a 648. Nelle O bbliga zioni ebbero qualche affare le M eridionali a 3 2 6 ; le F erro v iarie italiane 3 per cento a 3 1 0 e le S arde se condarie a 469,50.
Credito fondiario. — T orino 5 per cento quotato a 5 1 4 ; Milano id. a 5 1 6 ; Bologna id. a 521 ; Siena id. a 511 ; Roma S. S pirito id . a 3 3 7 ; N a poli id. a 4 3 8 ; Banca d’ Italia 4 p er cento a 4 9 6 e 4 */, per cento a 509 e Istituto italiano a 511.
Prestiti Municipali. — Le O bbligazioni 3 per cento di F irenze nom inali a 6 5 ; l’ Unificato di Napoli n e goziato fino a 9 3 ,2 5 ; l’Unificato di Milano a 9 8 ,4 0 e il prestito di Roma a 4 9 9 ,5 0 .
Valori diversi. — Nella Borsa di F iren ze eb bero qualche acquisto la Fondiaria Vita a 235 circa e quella Incendio a 1 1 5 ,7 5 ; a Roma l’Acqua M arcia da 1263 a 1 2 3 8 ; le C ondotte d’acqua da 211 a 209; le M etallurgiche a 130 e il Risanam ento a 3 0 ,5 0 ; e a Milano la N avigazione G enerale Italiana fra 3 5 6 e 4 5 9 ; le Raffinerie a 3 0 8 ,5 0 ; le A cciaierie T erni a 425 e le Costruzioni V enete a 29.
834 L’ E C O N O M I S T A 26 dicembre 1897 Metalli preziosi. — Il rapporto dell’ argento fino
a Parigi da 557 1 |2 è salito a 5 5 9 1 /2 cioè a dire ha perduto 2 fr. sul prezzo fisso di fr. 2 1 8 ,9 0 ragguagliato a 1000 e a Londra il prezzo dell’ a r gento da don. 2 6 5 /8 per oncia è sceso a 2 6 1 /1 6 .
NOTIZIE COMMERCIALI
Cereali. — Dal riepilogo delle notizie agrarie per la prima decade del decembre, rileviamo che le plog- gie copiose e la conseguente umidità del terreno fe cero sospendere quasi dovunque i pochi lavori cam pestri non ancora portati a compimento. Non reca rono però danni sensibili alle coltivazioni; ed al Sud della penisola ed in Sicilia furono anzi propizie ai nuovi seminati ed alle ultime seminagioni. I fru menti e le fave germogliano bene e sono promet tenti, sono sempre belle le praterie. Ora però è ge neralmente desiderato il freddo ed il bel tempo. Si hanno notizie di danni prodotti da temporali, da uragani e da parziali alluvioni in località delle provincie di Caserta, Napoli, Palermo, Girgenti e Cagliari. Anche all’ estero le notizie delle campa gne sono buone, ma da per tutto si desidera una stagione meno umida e più fredda. Quanto all’an damento commerciale dei frumenti e delle altre granaglie, è sempre il sostegno che prevale. Agli Stati Uniti i prezzi del grano si mantengono, soldo più soldo meno, intorno al dollaro per ogni 25 chi logrammi, e nelle piazze estere europee la tendenza fu più facile delle settimane precedenti. In Italia i frumenti si mantennero alquanto sostenuti, e accen narono anche ad ulteriori aumenti. Sostenuti fu rono pure i risi, i granturchi e nessuna variazione si ebbe nell’ avena, che stante le molte offerte, ac cennò a declinare. — A Firenze e nelle altre piazze toscane i grani gentili bianchi da L. 31,75 a 32,25 al quintale; i granturchi da L. 16 a 18,25; la se gale da L. 18 a 18,25 e l’ avena di Maremma da L. 18,50 a 19 ; a Bologna i grani da L. 30 a 30,50; i granturchi da L. 15,50 a 17 e i risoni da L. 22 a 23,75 ; a Piacenza i grani da L. 29 a 30 e le fave a L. 14,50; a Pavia i grani da L. 30 a 31,25 e la segale da L. 20 a 21,50; a Crema il riso a L. 36,50; i risoni a L. 19 e l’avena a L. 15 ; a Milano i grani della provincia da L. 29.75 a 30,25; il riso da 33,25 a 42,50 e i fagioli bianchi da L. 25 a 30; a Torino i grani piemontesi da L. 31,75 a 32,25; i granturchi da L. 16,50 a 17,75 e il riso da L. 33 a 38,50; a
Genova i grani teneri esteri fuori dazio da L. l9,50
a 21,75 in oro e a Napoli i grani bianchi sulle L. 28.
Vini. — Cominciando dalla Sicilia troviamo che la nota dominante dei mercati dell’ Isola è sempre il sostegno e che in conseguenza di esso, quantunque le domande non manchino specialmente di vini bian chi da parte dell’Austria-Ungheria, gli acquisti sono scarsi, perchè non si vogliono pagare i prezzi richie sti. — A Riposto calma perfetta dovuta alle notizie non favorevoli venute dai centri di consumo eccet tuati i vini guasti e da distilleria che hanno molte domande. I prezzi praticati nelle varie piazze sici liane sono i seguenti ; I Riposto piano Mascali rossi da taglio da L. 16 a 20; detti di montagna e mezza montagna da L. 12 a 16 ; bianchi dell’Etna da L. 18 a 2 0 ; i Milazzo rossi da taglio da L. 27,50 a 3 0 ; i Siracusa rossi da taglio da L. 31 a 39 ; i Noto- Pachino rossi da taglio da L. 15 a 17 ; i Vittoria rossi comuni da L. 16,50 a 18,50 ; i Partinico bian chi da L. 21 a 22,50 ; detti rossi da L. 26 a 39 ; i Misilmeri bianchi da L. 23 a 23,50 ; detti rossi da L. 24 e 25 ; i Bagheria bianchi da L. 23 a 23,50 ; i
Marsala ribolliti rossi da taglio da L. 20 a 22 ; detti coloriti non gessati da L. 19,50 a 20,75; id. bianchi da L. 20,75 a 24 e i coloriti bianchi gessati da L. 17 a 19,50 il tutto all’ettol. alla proprietà. Anche nelle piazze continentali il movimento è ristretto stante le pretese dei possessori. — A Bari i vini bianchi da L. 27 a 27,50 e i neri da L . 27 a 30 all’ ettol. alla fattoria; a Gallipoli i prezzi variano da L. 17 a 20 ; a Napoli i Canosa da L. 17 a 20 ; in Arezzo i vini bianchi a L . 30 e i neri da L. 30 a 40 in città ; a Firenze in campagna i vini di pianura da L. 23 a 28 e quelli di collina da L. 35 a 4 5 ; a Ge
nova i vini di Sicilia da L. 18 a 30 ; i Puglia e Ca
labria da L. 23 a 30; i Sardegna da L. 20 a 25 e in Alessandria variano da L. 32 a 42.
Spiriti. — Sempve con pochi affari ma con prezzi sostenuti. — A Milano gli spiriti di cereali quadrupli finissimi di gì*. 96 da L. 262 a 263 ; detti tripli da 95 da L. 253 a 2 5 5 ; detti rettificati di vino da L. 270 a 275 ; detti di vinaccia da L. 249 a 251 ; e l’acquavite da L . 113 a 122 il tutto al quintale.
Oli d’oliva. — Stante gli alti prezzi raggiunti a motivo della scarsità del raccolto, il movimento è alquanto limitato ; tuttavia le qualità mangiabili e da ardere danno luogo a discreti affari. — A Genova i Taranto realizzarono L. 126 al quint. e i Molfetta da L. 118 a 135; a Firenze i prezzi variano da L. 120 a 145; e a B ari da L. 90 a 130.
Bestiami. — Corrispondenze da Bologna recano che
i bovi da macello si vendono con ¡stento minore; la confezione delle conserve militari, fece acquistare un centinaio forse di capi dal nostro mercato per L. 110 a 120 in ragione di peso netto. I suini fecero un passo indietro ; al massimo per i capi raffinati di due quintali, si raggiunsero le L. 120. Di bene in meglio nei magroni e temporini. — A Milano i bovi a peso vivo da L. 43 a 72 e le vacche da L. 30 a 61. — A Ferrara i maiali da L. 104 a 116 a peso morto e a Firenze da L . 25 a 23 ogni 100 libbre toscane a peso vivo.
Sete. — In generale si ebbe una discreta corrente di domande, e se le transazioni lasciarono un po’a de siderare quanto a quantità, riguardo ai prezzi pra ticati continuarono a resultare a favore dei vendi tori. — A Milano le greggie sublimi, classiche e tonde per l ’America e quelle per telaio, mantennero tutto il favore delle ricerche, e causa la scarsità delle sfesse, ottennero qualche aumento. Le greggie fecero da L. 37 a 48 ; gli organzini strafilati da 39 a 53 e le trame a due capi da L. 39,50 a 44. — A
Torino si fecero molti affari in bozzoli secchi intorno
a L. 9.75 al chilogr. — A Lione la settimana è tra scorsa con le stesse buone condizioni della settimana precedente. F ra gli articoli italiani venduti notiamo tràine 20|22 di 1° ord. a fr. 45; organzini 18/20 di 2° ord. da fr. 46 a 47 e greggie 1 i |13 di 1° ord. a fr. 46. Telegrammi dall’estremo Oriente recano che i mercati proseguono discretamente attivi e con prezzi tendenti all’aumento.
Cotoni — Le valutazioni del raccolto americano va riando da 10 milioni e cinquecento mila halle a 11 milioni, i prezzi dei cotoni sono oscillantissimi alter nandosi sempre, in modeste proporzioni ora il rialzo ora il ribasso. — A lÀvervool gli americani alter narono da den. 3 3|16 a 3 7;32 per libbra e i good Oomra invariati a den. 2 25]32 — e a Nuova York i Middling Upland saliti da den. 5 13j 16 a 5 7;8 per libbra. La provvista visibile dei cotoni in Europa, agli Stati Uniti e alle Indie era alla fine della set timana scorsa di halle 3,976,000 contro 3,971,000 l ’anno scorso pari epoca.