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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.10 (1883) n.484, 12 agosto

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L'ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FER R O V IE, IN T E R E S SI P R IV A T I

Anno X - Voi. XIV

Domenica 12 Agosto 1883

N. 484

LE CONSEGUENZE DELLE CONVENZIONI FERROVIARIE

IN F K A N C I A

Gli spiriti calmi ed assennati, appena terminata la lotta, a dir vero non molto fiera, che condusse alla ap­ provazione delle convenzioni ferroviarie, studiano le conseguenze che da quel fatto debbono derivare e trovano argomento legittimo per rallegrarsene.

L ’ ossequio alle più evidenti affermazioni della scienza ha infatti il confortante risultato di fornire a coloro i quali hanno combattuti gli errori, la com­ piacenza di misurare tutto il vantaggio che l’ inte­ resse pubblico ricava dalla loro opera.

È noto a quali disastrose conseguenze avevano condotto le dottrine seguite dal sig. Freycinet, il quale voleva che lo Stato intraprendesse la costru­ zione delle nuove linee da un lato, e dall’ altro ri­ scattasse le reti, oggi in esercizio e riservasse, a sè la amministrazione delle ferrovie. La esperienza an­ tica e recente avea già fatto conoscere, con fatti troppo palesi, quali potevano essere i definitivi ter­ mini di un tal piano. Non solo il bilancio dello Stato avrebbe avuto minacciato il suo equilibrio, ma la economia stessa nazionale avrebbe ricevuto una scossa di cui non si potevano pesare le conseguenze.

La Francia è senza dubbio ricca, essa ha saputo e potuto riparare alle gravi perdite che la guerra del 18 70-71 le ha cagionate ma, non è mestieri di dimostrazione alcuna per convenire che in qua lunque modo abbia colmato il deficit, che la ricchezza nazionale ha risentito, il risultato ultimo deve essere stato una diminuzione della potenza economica del paese, per quanto anche si voglia ammettere che la terribile crise abbia eccitata la attività pubblica.

Ora di fronte ad un bilancio come quello fran­ cese, il quale è mantenuto in equilibrio mercè una serie di imposizioni molto alte e molto numerose ; di fronte ad un patrimonio pubblico che conta oltre 20 m iliardi di debito e che domanda una somma annuale di 100 milioni per gli interessi del conso­ lidato, di 388 milioni per interessi ed ammortamento di altri debiti rimborsabili e di 187 milioni per i! debito fluttuante, — un totale di 1285 milioni, — doveva a tutti finalmente apparire rovinoso un piano di lavori pubblici che avrebbe domandato di emet­ tere ogni anno sei o settecento milioni di prestiti. Il credito pubblico ne sarebbe rimasto addirittura schiacciato per quanto, ripetiamo, si voglia ricca e prospera la nazione francese. E questa patente ve­ rità non tardò infatti a farsi strada ed a togliere la benda dagli occhi a molti di quei rappresentanti, i

buali, pressati forse dalle esigenze del collegio che li aveva eletti, ad altro non pensavano che a sod­ disfarne i desiderò ed a procurare, come efficace­ mente disse un eminente scrittore, un ponte ad ogni comune, una stazione ad ogni elettore.

Il voto della Camera francese approvante le con­ venzioni ferroviarie sembra abbia tolto dall’ animo d i coloro, che più intimamente avevano studiato la situazione, un incubo terribile. Ora respirano più liberamente ed il timore che lo Stato precipitasse nel baratro di un disastro finanziario, forse trasci­ nando seco la nazione, si comprende chè è svanito. Se non che molti obiettano essere questo mi­ glioramento della situazione solamente fittizio in- quantochè se lo Stato non ha più da riscattare nè da costruire, sono le Compagnie che dovranno, in base alle convenzioni, ricorrere al credito per dar mano alle nuove linee. Non si accorgono però che la cosa è molto diversa. Le Compagnie non sono ne<*li affari così cieche come è lo Stato ; obbedendo al solo loro interesse, e non al legame di regola­ menti e di necessità di natura politica, esse sapranno senza dubbio cogliere il momento ed i momenti più propizi affine di far appello al credito, recando il minor imbarazzo alla situazione generale del mer­ cato a cui del resto sono legate; lo Stato invece, in molti casi, non può attendere, e in tutti i casi non è diretto dalle stesse forze oculate e guardinghe che guidano coloro i quali hanno a render conto agli azionisti non della loro condotta politica, ma del modo in cui condussero gli affari.

Ma la situazione finanziaria in questo fatto della approvazione delle Convenzioni presenta un altro vantaggio. Le compagnie ferroviarie hanno sul mer­ cato un capitale complessivamente molto forte, e questo capitale aveva una funzione incerta perchè sulle compagnie pesava sempre la spada di Damocle del riscatto, la quale impacciava necessariamente il libero e naturale sviluppo di quelle amministra­ zioni. Oggi, tolta questa minaccia, esse possono con maggior efficacia precedere al loro compito e il va­ lore del loro capitale avrà sul mercato finanziario una funzione netta, precisa, non adulterata da ete­ rogenee influenze. — Nè, notiamolo bene, questo è piccolo vantaggio quando si rifletta alla delica­ tezza odierna dei mercati, alla facilità colla quale si commuovono per ogni più piccolo sintomo, e quindi al pericolo continuo che i grandi speculatori influissero con notizie più o mono fondate a creare oscillazioni o movimenti rapidi ed ingiustificati, sul danno dei quali non occorre fermarsi.

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urto, dovendo esse provvedersi dei mezzi necessari per costruire le nuove linee, alcune delle quali non saranno, nè subito nè per molto tempo produttive. Ma nel complesso non v ’ha dubbio che la situazione per loro si migliorerà assai, inquantocbè la saggia speculazione saprà più facilmente valutare questi ignoti risultati che non le conseguenze di un ri­ scattato sempre minacciate.

Ad ogni modo anche queste riflessioni che, la stampa francese va da qualche giorno presentando al pub­ blico, debbono essere anche per noi di efficace in ­ segnamento. Se il bilancio francese che nel 1873-74 mostrò tanta elasticità e che negli anni seguenti potè concedere lo sgravio di centinaia di milioni di im ­ poste, non è giudicato capace di sostenere il peso derivante dalla emissione di rendita per le nuove costruzioni, — è possibile che si mostri più forte il nostro bilancio, che a mala pena raggiunge il pareggio, che ancora ha bisogno di aumenti di tasse per r i ­ manere equilibrato, e che sostenne già due urti, forse troppo formidabili alla sua resistenza, cioè I' aboli­ zione del macinato e quella del corso forzoso. — Non ci si impone — su ll’esempio della Francia — la ne­ cessità di sollevare il nostro bilancio dall’ aggravio della costruzione delle linee di complemento ? La costruzione della Linea N ovara-Pino che costò più del doppio delle somme preventivate, non è un esempio nostrano della incapacità dello Stato a co ­ struire ferrovie?

Certe cose non sono mai abbastanza ripetute; ma noi crediamo che la esperienza fatta in Italia sulla abilità delle amministrazioni ferroviarie governative, e l ’esempio che ci viene dalla Francia, decideranno anche i più restii a far voti che il Ministero in qua­ lunque modo sappia esonerare il bilancio dall’eser­ cizio e dalle costruzioni delle nuove linee. Per quanto le condizioni speciali in cui si trova il capitale in Italia non lascino sperare dei risultati sotto tutte le forme favorevoli, per quanto non si possa illudersi sulla possibilità che molti concorrano a render effi­ cace una gara per 1’ assunzione di due grandi reti ferroviarie, — è fuor di dubbio che le perdite che per tale causa dovesse subire lo Stato saranno di ran lunga minori di quelle che e lo Stato ed il pub­ lico soffrono per l’ esercizio governativo e per le co struzioni in mano dell’ Amministrazione.

LA FUSIONE DELLE SÈTTE SOCIALISTE

Un congresso è stato tenuto giorni sono a R a­ venna allo scopo di redigere un programma che possa essere accettato da lutti i socialisti, i quali ora, divisi in molte sètte, mancano di unità nell’ azione, e p e rciò , credono i c a p i, incontrano difficoltà nel trovar proseliti o nel propagare le loro dottrine tra le diverse classi sociali.

È noto infatti che da coloro i quali credono pos­ sibile l’attuazione dell’idea socialista per mezzo dello Stato, a cui spetterebbe il compito di togliere o di­ minuire le ineguaglianze individuali prendendo di suo arbitrio agli uni per darlo agli altri, — a coloro che invece considerano raggiungibile la felicità solamente mediante la distruzione violenta dell’ ordiné sul quale oggi si fonda la società — corre una distanza enorme, la quale è colmata da una serie numerosa di diverse scuole

che accolgono più o meno l’adozione dei mezzi vio­ lenti per raggiungere la felicità della specie umana. 0 id’ è che i socialisti di Stato sono già entrati nel­ l’ orbita dei partiti legali, non solo, ma esercitano tanta influenzi, che più o meno tutti i governi d’ Europa ob­ bediscono alle loro dottrine, concretate nella così detta

legislazione sociale, che viene domandata come un

acconto di quella eguaglianza, che è il fine ultimo, a cui non nascondono di tendere. Un’altra classe di socialisti, che non si accontenta di questi acconti c vorrebbe addirittura un mutamento, se non repentino e violento, almeno rapido dell’ ordine sociale, comincia già ad entrare essa pure nell’ orbita della legalità e viene dalle altre sètte più radicali accusata di esser moderata e già si distingue col nome di socialismo

transigente ; essa mostra di avere la convinzione che, se non tutto, almeno qualche cosa possa ottenersi dalla attuale costituzione della società, e convenga, per ora, accettare questo qualche cosa.

Rimangono fuori dell’ orbita legale dei partiti le altre scuole o sètto socialiste che si possono consi­ derare distinte — non sotto I’ aspetto scientifico o tecnico, ma sotto l ’aspetto degli effetti — in due grandi rami. Uno che conserva ancora un programma che permette la discussione, sebbene dichiari di volere la rivoluzione; e che, per quanto accetti e creda utili solamente i mezzi violenti, tuttavia non esagera tale dottrina fino a renderla ripugnante, ma, a suo modo, cerca di ragionare. « L ’ appropriazione della terra, dei capitali e di ogni potere sociale, non può avvenire se non per via di rivoluzione — dice il pro­ gramma datato da Cesena 6 settembre 1881 — tanto che la rivoluzione non è soltanto il m iglior modo, che noi proponiamo, per ¡sciogliere pacificamente la questione sociale ed emancipare le m oltitu dini, ma è una fatalità storica, inevitabile, che noi non fac­ ciamo se non formulare, rendere cosciente ed affrettare con tutte le forze.... La rivoluzione — continua lo stesso programma — è, prima^ di ogni altra cosa, un’ insurrezione materiale violenta delle moltitudini contro gli ostacoli, che le istituzioni esistenti oppon­ gono all’ affermazione della volontà popolare. » — Dal che sembrerebbe che questi socialisti, quasi a malincuore accettano la rivoluzione ed i mezzi violenti, e se ne giustificano accusando una fatale necessità, a cui si sottrarrebbero, forse volentieri, se fossero convinti della possibilità di altri mezzi.

L ’altro ramo di socialisti è quello che si potrebbe chiamare dei dislru ttivisti ; essi vogliono prima di tutto, cioè prima ancora di discutere e concretare un piano di riedificazione della società, distruggerne

ab im is fundam entis l’ attuale ordinamento. È la

la sètta che per bocca della Luisa Michel saluta la ghigliottina in nome della umanità, e per bocca di Bakounine non ammette nessuna altra attività che quella della distruzione, anzi della pan-distruzione e suggerisce i mezzi estremamente variati del ve­ leno, del pugnale, del nodo scorsoio, ed i più mo­ derai aggiungono, della dinamite.

Questi non discutono, non ragionano in nessun modo, ma rappresentano la aberrazione delle dot­ trine socialiste.

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colla socielà. D'altra parte i socialisti transigenti sono altri convertiti o prossimi alla conversione, in quanto non sembra abbiano in animo di accettare e di at­ tuare, alme o per ora, i mezzi violenti non pure dei

di struttivisti, ma neanche dei socialisti puri. È naturale però che sieno dai loro correligionari chiamati apostati, e che si designi sempre più il loro distacco, perchè gli uni si afforzano nelle loro idee radicali, gli altri entrano sempre più nel terreno legale per attuare le loro speranze.

Se non che gli uni e gli altri vedono che questa divisione del socialismo in sètte che operano isola­ tamente e quasi si combattono, nuoce non poco alla propagazione delle idee, che volgarmente si riassu­ mono nell’unica parola socialismo, la quale da molti viene interpretata solo dal lato delle promesse, cioè « la felicità di tutti ». Da questo concetto fu ispirato il recente congresso di Ravenna e quelli altri più generali che si tennero nella Svizzera, nella Inghil­ terra, nell’ Olanda ed in Francia, e quello che il telegrafo ci dice voglia raccogliere il sig. Hartmann a Londra.

È degno di nota che. così i grandi o generali, come i piccoli e parziali congressi non riuscirono finora nello scopo ; anzi il partito socialista ne uscì più che mai diviso e frazionato; le varie sètte si mostrarono inconciliabili.

Alcuni credono ohe la conciliazione possa tuttavia conseguirsi, e non è raro leggere nei giornali po­ litici, che le sètte socialiste possono almeno conve­ nire sopra una parte del programma, quello che r i­ guarda la distruzione dell’ ordine sociale presente. Non dividiamo però questa opinione. A chi abbia seguito lo svolgersi del partito socialista in questo ultimo tempo non deve essere sfuggito un fatto, che a noi sembra importante assai, e che trova una giu­ stificazione nell’ordine stesso delle dottrine che i so­ cialisti professano. Si può osservare cioè che — meno rare eccezioni — quando un uomo arrivò a padroneggiare una delle sètte socialiste, od anche tutto il partilo socialista, e lo padroneggiò mediante la giustificata supremazia della intelligenza e della dottrina, la tendenza di quest’ uomo fu piuttosto ri­ volta alla moderazione che alla esagerazione delle idee. Lassalle, Marx, Costa ecc. sono esempi di que­ sta evoluzione. E, ripetiamo, essa è giustificata dalle stesse dottrine del socialismo. Le scuole nelle quali possono essere divisi i cultori di una scienza che non sia metafisica, hanno un mezzo di intendersi, la discus­ sione scientifica, la analisi positiva, la prova dei fatti. Finché rimaniamo nel campo delle realtà, le scuole diverse delle scienze positive vanno scomparendo, e non resta più che la scienza. Ma nel campo del socialismo la scienza positiva non esiste; esso pro­ cede per mezzo di una serie di postulati metafisici che non hanno alcuna prova ; le affermazioni del socialismo sono spesso in contradizione colle verità scientifiche. Una discussione quindi tra le diverse sètte non può essere da alcun dato positivo suffra­ gata, ma rimanere sterile davanti alle convinzioni degli uni opposte a quelle degli altri. Accettiamo ciò che viene, dicono alcuni, e cerchiamo di otte­ nere che la nostra influenza legale conduca a farci dare di più, senza pregiudicare l ’ uso dei mezzi vio­ lenti, quando fossero possibili ed indispensabili. La rivoluzione è fatale, dicono gli altri ; bisogna prima distruggere, e poi riedificare, una lenta evoluzione è inaccettabile.

L a discordia quindi, a nostro credere, sta preci­ samente io quei pu ù i nei quali altri credono pos­ sibile 1’ accordo. Il congresso di Ravenna come gli altri hanno dimostrato, che se anche il socialismo da una parte fa proseliti, dal,'altra ne perde, poiché molti, pur conservando le apparenze del partito, in fatto ne respingono od almeno sospendono la fun­ zione essenziale, quella per la quale è veramente temibile, la rivoluzione violenta con mezzi mate­ riali.

IL SOCIALISMO IN GERMANIA

Il 15 giugno ultimo scorso l’ imperatore di Ger­ mania ha sanzionato la legge sulla assicurazione degli operai contro le malattie.

Troppo lunga questa legge per riprodurla, la riassumiamo dandone le principali disposizioni ; __ in questo momento in cui in Italia sta elaborandosi la così detta legislazione sociale, di cui una parte è già fatta legge, non è inopportuno conoscere che cosa si faccia all’ estero, e specialmente in quei paesi dove è più assoluta l’autorità del governo, sullo stesso argomento.

Tutti i salariati impiegati nelle miniere, saline, in­ dustrie meccaniche, cave, escavazioni, fabbriche e e alti forni, strade ferrate, navigazione interna, can­ tieri, industrie e imprese di costruzione; quelli im­ piegati in mestieri od altre industrie ; e quelli im ­ piegati negli opifici che fanno uso di caldaie o di forze naturali (vento, acqua, vapore, gaz, aria calda, ecc.) sono obbligati ad assicurarsi contro le malattie con­ formemente alla legge, quando non abbiano un sa­ lario superiore a marchi 6 2|3 al giorno, o quando la loro locazione duri non più di una settimana.

Le persone anzidette, gli aiuti ed apprendisti di commercio e di farmacie, gli operai agricoli o fo­ restieri, quando il loro contratto duri non più di una settimana, quelle impiegate in industrie non ricor­ date precedentemente, quelle impiegate dai padroni fuori dell’opificio industriale, e gli industriali ed operai indipendenti che nel loro proprio stabilimento lavorano a nome e per conto di altri industriali, possono essere obbligati alla assicurazione da una decisione del Comune, applicabile nel suo territorio.

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ritorio sul quale si trovano, è obbligata a concedere. Le Casse comunali sono tenute ad accordare agli assicurati colpiti da malattia: medico e medicine di ogni genere, gratuiti fino dal principio della malat­ tia, e, dal ter/.o giorno di essa, la metà del salario quotidiano, stabilito sul tasso locale, in danaro. Questo sussidio sarà accordato settimanalmente, e sarà ne­ gato, o dato solo parzialmente, quando risultasse che gli assicurati si sono essi stessi volontariamente esposti al male, o se lo sono procurato per dispute, per ubriachezza, e per dissolutezza. Il malato potrà essere ricoverato in un ospedale, e, nel caso che si tratti di un operaio, che manteneva in tutto od in parte la famiglia, gli sarà accordata la metà del sussidio.

L ’ assicurato dovrà pagare un premio di 1 e 1 /2 per cento del suo salario ordinario; — l’ amministrazione della Cassa sarà fatta gratuitamente dal Com une, nel caso in cui le entrate non bastassero alle spese, la Cassa comunale anticiperà le somme necessarie, che saranno rimborsate dal fondo di riserva. Se d’altra parte la Cassa di assicurazione risulterà in ­ sufficiente, il premio potrà essere elevato fino al 2 per cento sul salario; se invece vi saranno ecce­ denze nelle entrate, passeranno al fondo di riserva.

Coloro che lasciassero l’ impiego pel quale sono assicurati, ma continuassero il pagamento del premio, non perderanno il diritto ai soccorsi.

Sono ammessi i consorzi di più comuni per la istituzione della cassa, e in caso di insufficenza di entrate, per quei comuni che hanno meno di 50 as- sicurandi ed hanno già esperito l’ aumento fino al 2 per cento dei premi, tale riunione con altri con­ sorzi è obbligatoria.

Si è detto che sono esonerati dall’ assicurazione co­ loro che appartengono ad un Comune, dove sia istituita una Cassa locale di sussidio, le quali Casse locali può l’ autorità amministrativa esigere che sieno di­ vise per rami di industria. Queste Casse locali do­ vranno fornire al malato : il medico, le medicine e la metà del salario computato sulla media del salario della industria, non superiore però ai tre marchi; — tre settimane di tale soccorso alle partorienti ; — e 20 giornate di salario alle famiglie degli assicu­ rati defunti; con ciò però che il sussidio non oltre­ passi tredici settimane in un anno e che d’ altra parte l’ammontare del sussidio e' la durata possano essere in determinati casi separati.

11 premio di assicurazione a queste Casse locali è stabilito in tanti centesimi del salario quanti sono necessari alle spese per sussidi, per amministrazione e per la riserva. Appositi statuti determinano per le Casse locali, le classi degli assicurandi, la natura ed importanza dei sussidi, l ’ammontare dei premi, ecc. 11 non pagamento dei premi per due settimane porta la perdita di ogni diritto; — e chi è iscritto ad una Cassa speciale di assicurazione può togliervisi ed entro una settimana iscriversi alla Cassa locale.

Tutti gli assicurati maggiori di età e godenti dei diritti c iv ili e coloro che da questi fossero eletti, costituiscono l ’assemblea generale che elegge un comitato d’amministrazione. Hanno diritto di far parte dell’ assemblea anche i padroni che, a mente della legge, debbono sopportare il carico di 1[5 dell’am- montare dei premi a cui sono obbligati i loro operai al che possono essere dispensati dagli statuti solo quei padroni che non usano nei loro opifici nè cal­ daie nè forze naturali. — Però il numero dei pa­

droni ammessi alla assemblea sarà proporzionato alla loro contribuzione ai premi. Nella stessa pro­ porzione hanno diritto di far parte dei Comitati di amministrazione.

A ll’ assemble generale spetta di approvare i bilanci facendoli esaminare da una commissione speciale ; di far perseguire i soci morosi; di pronunciarsi sulle modificazioni agli statuti ; e di proporre all’ autorità comunale la dissoluzione della assicurazione.

Quest’ultima misura sarà pronunciata : quando il numero degli assicurati sia inferiore a 50; quando dai bilanci risulti che il minimo dei sussidi non può essere accordato neppure elevando al 3 per cento sul salario medio i premi, e quando alcuni membri si oppongono a tale elevamento dei premi.

Per la esecuzione di tutte queste disposizioni è fatto obbligo ai padroni di dichiarare entro 3 giorni l’ entrata o l’ uscita dall’ impiego di qualunque per­ sona che sia obbligata all’ assicurazione o possa es­ serlo, sotto pena di versare tutto l’ammontare dei sussidi che si dovessero accordare. I padroni sono pure obbligati di versare settimanalmente ed antici­ patamente nella cassa comunale o locale l’ ammon­ tare dei prem i; e, come si è detto, il terzo di tali premi è a carico del padrone stesso ; mentre questi è autorizzato di prelevare il rimanente dai salari dei suoi operai.

Il pagamento dei premi è soggetto alla stessa legge della riscossione delle imposte comunali ; ed i titoli derivanti dal diritto di assicurazione non possono essere legalmente nè trasferiti, nè impegnati, ne se­ questrati', salvo che posti a conto del pagamento dei premi. L e controversie che nascessero dalla app li­ cazione della legge tra assicurati e padroni coll’ as­ sicurazione comunale o locale, saranno decise dal­ l’autorità di vigilanza, contro la cui decisione si potrà ricorrere giudizialmente entro 15 giorni.

Una serie di disposizioni particolari per le Gasse speciali, ed un capitolo sulle pene contro i con­ travventori alla legge coronano questo capolavoro del socialismo di Stato.

Quale felicità raggiungerà la Germania il giorno in cui lo Stato avrà talmente estesa la sua funzione da sopprimere ogni noia al cittadino. Che comodità esser vestiti, lavati, pettinati, educati, ricreati, n u ­ triti e messi a letto ogni giorno dallo Stato! E sarà lo Stato che provvederà ad ogni cittadino la moglie, e, perchè nò ?... anche i figli !

Rivista Bibliografica

Bodio Luigi. — Saggio di bibliografia statistica ita ­

liana — Voi. 4° della 3a Serie degli Annali di

Statistica. — Roma, Ripamonti, 1883.

Felicissimo pensiero quello del prof. Lu ig i Bodio di compilare una bibliografia della Statistica ; tanto più felice in lui che, essendo Direttore generale d e l­ l’Ufficio di Statistica disponeva di mezzi non a tutti consentiti per un opera, la quale deve riuscire di tanta utilità agli studiosi.

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scute la distinzione tra metodo statistico e scienza statistica, e dichiara di aver accettala pel suo lavoro la parola statistica « nel suo significato più ampio, e coi criteri più eccletici a fine di apprestare le in­ dicazioni più copiose e servire agli studiosi sotto mol­ teplici pùnti di vista. » Accenna quindi alle diverse difficoltà che gli si presentavano per uno studio si­ mile, ed al modo con cui ha cercato di superarle. E conclude « siamo lontani dal presumere di aver messo assieme un elenco bibliografico compiuto e inappuntabile; ma offriamo al pubblico questo mo­ desto saggio, proponendoci, se l’ aiuto degli studiosi non ci venga meno, di arricchirlo successivamente e tenerlo in giorno con frequenti supplementi ».

L ’ elenco delle opere è diviso in dodici parti e trattano: 1°. Teoria tecnica ed ordinamento della statistica (due paragrafi); 2°. Statistica generale e comparata, monografie di provincie, città eco. ed annuari (tre paragrafi) ; 3°. Geografia statistica (due paragrafi); 4°. Popolazione tire paragrafi); 5°. S a ­ nità pubblica (un solo paragrafo) ; 6°. Statistica eco­ nomica (cinque paragrafi); 7°. Beneficenza ed a s­ sistenza pubblica, istituti di previdenza, società di mutuo soccorso, di assicurazioni ecc. (un solo pa­ ragrafo); 8°. Culti e patrimonio ecclesiastico (un solo paragrafo) ; 9°. Istruzione ed educazione (due para­ grafi); 40°. Sicurezza pubblica e giustizia (un solo paragrafo); 11°. Amministrazione e finanza dello Stato, delle provincie e dei comuni, elezioni politi­ che ed amministrative (quattro paragrafi); 12°. Eser­ cito e marina militare (due paragrafi).

Il volume termina, con un indice dei principali ar­ ticoli di statistica contenuti negli Annali Univer­ sali di Statistica e nel Giornale d i Statistica di Sicilia; ed un indice alfabetico dei nomi degli au­ tori citati nel volume.

. Senza giudicare qui del merito del lavoro, il piale non può essere valutato se non mediante l’ uso che se ne può fare, ci felicitiamo col comm. Bodio per il concetto al quale si è ispirato e per l’attività che ha spiegato nell’attuario.

Salvioni dott. G. B. — Le Gilde Inglesi. Studio sto­ rico. Estratto dalla Rassegna Nazionale. — Firenze, Celimi, 1883.

Gi limitiamo ad annunciare questo libro nel quale il prof. Salvioni, già noto per altri lavori, dà prova della sua vasta dottrina. Restii dal giudicare intorno ad argomenti nei quali ci manca la necdssaria com­ petenza, non faremo nessuna critica intorno a questo scritto, che tratta una materia di tanta importanza per la storia della Economia.

L ’Autore investiga dapprima l ’ origine del nome

Gilde, traccia le prime memorie delle Gilde in In­ ghilterra, discorre sui primi loro statuti e sui loro caratteri. Passa poi a parlare delle Gilde in Francia ed in Germania e via via ne studia lo svolgimento, le forme e le funzioni attraverso i secoli.

Per quanto la nostra» parola, appunto per quello che abbiamo premesso, sia su tale materia senza va­ lore, non taceremo che la lettura di quel lavoro ci ha mostrato una volta di più la erudizione larghis­ sima della quale dispone l’Autore, e ci siamo com­ piaciuti nel veder da giudici competenti affermato che il prof. Salvioni di questa sua erudizione ha fatto in questo lavoro ottimo uso. Non nascondiamo però che nell’insieme avremmo voluto chè l’Autore desse al suo scritto una forma più omogenea così

che i risultati dei suoi studi spiccassero chiaramente a conclusioni precise. Forse gli hanno nociuto le proporzioni anguste nelle quali volle mantenere il suo lavoro; ma questo spiega e non giustifica il - fatto che il profitto di chi legge sia in gran parte

perduto, causa la eccessiva massa di cose che la mente deve ritenere per coordinare la tela comples­ siva del lavoro. Se questo coordinamento fosse stato più curato dall’ Autore, la monografia sarebbe riu ­ scita, a nostro avviso, più accessibile e più chiara e quindi ottima sotto tutti i riguardi.

Marquis de Mirabeau. — L'Am i des hommes ou traité de la population, avec une préface et une notice biographique par M. Rouxel. — Paris, G u illa u ­ min. 1883.

Felicissimo pensiero fu della solerte Gasa editrice G uillaum in e C ie. di pubblicare una nuova edizione di questo trattato della popolazione del Marchese di Mirabeau, che vide la luce per la prima volta in Francia intorno al 1753, riportando uno splendido successo sia per la forma che per la sostanza del

libro.

Il Marchese di Mirabeau, che è il padre dell’ illu ­ stre oratore francese, ha scritto oltre questo lavoro anche la Théorie de l’impôt, gli éléments de p h i­ losophie rurale, e Les économiques, sempre sotto il pseudonimo di l’Amis des hommes.

Largamente imbevuto delle teorie fisiocratiche, il Marchese di Mirabeau nel libro che qui presentiamo ai nostri lettori, non fa altra cosa che illustrare e ' commentare le dottrina di Quesnay, togliendo ad essa il pregio della concisione e della chiarezza, per­ chè volle farne l ’esposizione mediante una indigesta serie di declamazioni e di divagazioni che nascon­ dono anche quei lampi di ragione e di scienza che pur non mancherebbero qua e là in questo trattato della popolazione.

L ’opera è divisa in tre parti; nella prima sono esposti i seguenti argomenti : società e ricchezza ; misura delle popolazioni; l’ agricoltura è la prima delle arti; vantaggi della Francia relativamente.all’ agri­ coltura; ostacoli al progresso dell’ agricoltura; inco­ raggiamenti per l’ agricoltura; influenza dei costumi su ll’agricoltura; lavoro e denaro. Nella seconda d i­ scute: del commercio; della circolazione ; della giu­ stizia e della polizia; dei costumi; del lusso; del­ l’ età della Francia ; il denaro deve essere una mer­ canzia? Finalmente la terza parte contiene: utilità del commercio estero; natura del commercio estero ; comunicazioni e porti; marina militare; proibizioni; colonie; pace e guerra.

Come si vede l’ Autore non ha ristretto il proprio campo d’osservazione, ma anzi ha spaziato sopra un larghissimo orizzonte. Forse questo appunto nocque alla chiarezza e soprattutto alla unità del concetto ; inquantoehè se 1’ Autore si mostra in alcuni argo - menti abbastanza padrone della materia, in altri pa­ lesa una evidente mancanza di idee, alle quali sup­ plisce con vuote declamazioni e con rettorica spesso insopportabile.

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Poiché dipendendo specialmente il benessere di una nazione dalla quantità dei mezzi di sussistenza, cioè, prodotti agricoli, solamente la mancanza di questi è origine del malessere sociale. L ’Autore dietro que­ sto principio condanna la grande proprietà, in quanto essa affida ad altri, che non ha lo stimolo diretto del proprietario, la conduzione dei fondi. Trova nella altezze delle imposte la causa della ineguaglianza delle fortune, del deprezzamento delle terre, della decadenza dell’agricoltura. Val la pena di osservare che uno dei mezzi con cui il socialismo odierno vor­ rebbe eguagliare le fortune sarebbe invece una mag­ gior quota lasciata nello Stato da parte dei proprietari? Ed anche nella occupazione del terreno per giardini, parchi, viali, ed anche strade pubbliche troppo son­ tuose, l’A . vede una causa della decadenza dell’agri­ coltura. Ma per dir questo quante vuote parole e soprattutto quante false teorie !

Nè si creda che noi giudichiamo il libro alla stre­ gua delle verità che oggi la scienza economica ha conquistate. Anzi ci riportiamo precisamente all’epoca in cui il libro fu scritto, ed appunto ci pare che in mezzo alle pubblicazioni dei .fisiocrati, i quali avevano saputo esporre con tanta eleganza, con tanta sobrietà e con tanta chiarezza le loro teorie, stuoni assai un’ opera che ha la pretesa di essere un trattato e che non contiene di originale se non che uno scop­ piettio troppo abbondante di frasi e degli errori molto strani in ciò che forma il contorno del lavoro. Ne notiamo uno; l'asserzione che i popoli antichi i Romani fra gli altri, consumassero in lusso molto meno dei popoli moderni. Certo che bisognerebbe intendersi sulla parola lusso, ma ad interpretarla anche nel senso dell’Autore, basterebbero le rovine che ci lasciarono i Romani per comprendere quanto c i avanzassero nel stiper trovare e procurarsi gli agi e le comodità della vita.

Abbiamo detto che fu un felicissimo pensiero quello degli editori Guillaumin di ripubblicare questo libro, e malgrado il giudizio che abbiamo emesso su ll’opera manteniamo le nostre parole, in quanto è utilissimo conoscere le condizioni della scienza; che se il libro del Marchése di Mirabeau non ci pare scientifico, ci fornisce però una prova delle condizioni in cui si trovava il pensiero delle masse in quest’epoca, in cui l’economia politica stava elaborandosi, e tuttavia facevasi una grande accoglienza al libro del M ar­ chese di Mirabeau.

Quello che non ci pare accettabile è il giudizio che del libro dell’ A . dà nella sua prefazione e nelle notizie biografiche il Sig. Rouxel, il quale afferma che per questo trattato sulla popolazione il Mirabeau si può chiamare il padre dell’ Economia politica in F ra n ­ cia. Ah no ; — Che da Quesnay, Turgot, Dupont de Nemours, Letrosne ecc. possa essere uscito Smith e poi Malthus e poi G. B. Say, è conseguenza logica; che le teorie dei fisiocrati abbiano prodotte delle aberrazioni al retto senso della scienza da loro fon­ data, tra le quali il lavoro del Mirabeau, è anche questo naturale; ma che il Say possa essere una produzione del Mirabeau, questo ripugna al buon senso e non farebbe onore alla Francia. Del padre e fondatore di una scienza abbiamo idea più elevata. G li domandiamo prima di tutto nn concetto chiaro, limpido, fecondo, come lo avevano i fisiocrati, come 10 ebbero lo Smith, il Malthus. Ma con questo nome 11 Sig. Rouxel non ci presenterebbe altro che uno spiritoso ingegno, che, avendo una superficiale col­

tura intorno a molte cose, ed una forma attraente nell’esporre le sue idee, ammannisce al suo pubblico un volume che si legge avidamente, ma che ebbe una vita breve appunto perchè vi manca la sostanza.

Se il Marchese di Mirabeau fosse stato un genio, quale deve essere il fondatore di una scienza, non gli sarebbe sfuggito che il lusso è causa dell’aumento della popolazione in quanto esige un maggior nu­ mero di braccia dedicato alla produzione, e in quanto sforza lo sviluppo dell’ agricoltura onde mantenere queste braccia. A Malthus non sfuggì tale concetto, e la sua teoria della popolazione è basata su queste reciproche influenze delle diverse forme di produ­ zione.

Che se il libro del Marchese di Mirabeau dev’ esser letto dai cultori delle discipline economiche anche perchè contiene molte singolari osservazioni sopra diversi argomenti ciò non vuol dire che sia la base di una scienza. N otivi ha dubbio però che Giammaria Ortes ha diritti maggiori del Mirabeau per esser te­ nuto padre della teoria della popolazione.

Prof. A. .1. De Jo h an n is.

N otizie. — Nel volume 3° della 51 serie degli Annali di Statistica, pubblicati dalla Direzione Ge­ nerale della Statistica, è contenuto uno studio del sig. B. Stringher — Note d i statistica e legislazione comparata intorno alla circolazione monetaria dei principali Stati.

— N egli Annali di Agricoltura pubblicati per cura della direzione dell’Agricoltura è contenuta la rela­

zione dell’ ing. Pietro Pelletti su i vini italiani, li­ quori, vermouths, birre ecc. all’ esposizione inter­ nazionale d i Bordeaux del 15 Giugno 1882.

— La stessa Direzione Generale della Statistica ha pubblicato un interessante lavoro estratto dal­ l’Annuario Statistico italiano del 1883 sulla stam pa

periodica.

Il movimento economico della provincia di Catania

ne! 1882

La Camera di Commercio di Catania ha pubbli­ cato la relazione econom ica-statistica-am m inistra- tiva per l ’anno 1882. Questa relazione, della quale più sotto riassumeremo i punti più importanti, rac­ chiude fonte copiosa di notizie dettagliale, e largo corredo di dati statistici su quanto riflette lo stato dell’ agricoltura , delle industrie, e del commercio nella provincia catanese durante il periodo soprac­ cennato. Contiene inoltre una breve rassegna di quanto ha trattato la Camera di Com m ercio, e infine una sommaria relazione dell'andamento delle scuole tanto industriali, che nautiche sussidiate dalla Camera stessa.

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pidocchio e la bianca. La relazione lamenta che nella

provincia non esistano istituti di credito agrario, e fa voti affinchè sia dato al Banco d i Sicilia il com­ pito di riempire questa lacuna. In Nicosia capo luogo di circondario esiste peraltro l’istituzione del Monte

A grario che ha per scopo di agevolare i coloni per

1’ agricoltura , e nel comune ìli Centuripe vi è un

Monte frum entario che mira a soccorrere gli agri­

coltori coll’ approvvigionarli di semenze e. alimenti. A r t i e In du strie. — La relazione comincia col con­ statare il risveglio, e il progresso segnalatissimo in moltissimi rami dell’ attività industriale, specialmente nell'ebanisteria, nella fabbricazione delle sedie, nella tappezzeria e decorazione, nella carrozzeria, nella cal­ zoleria, nella fabbricazione di letti, nell’ apicultura, ec. Fra le industrie primeggia, perchè largamente re- muneratrice, quella che riguarda la fabbricazione, la conservazione e il commercio dei vini, lii Aci Reale vi è una Società enologica, attualmente in decadenza a causa del disastroso incendio che ne annientò il capitale e lo smercio dei prodotti, e in quel di Bian- cavilla vi è un vasto stabilimento per la fahbrica- zione dello Champagne esercitato dal Barone Antonino Spetaleri. Inoltro a Catania stava costituendosi nel­ l’anno scorso una società per la fabbricazione dei vini Marsala. L ’ indùstria dalla fabbricazione degli spiriti un tempo fioritissima nel circondario di Aci- Reaie, è quasi interamente perita, a motivo della forte tassa di fabbricazione che inceppa lo smercio dei prodotti. Y i sono poi fabbriche per la raffineria degli oli, e per la fabbricazione dei saponi tanto fini che da bucato. Oltre le industrie sopra rammentate vi è a Catania quella della produzione dell’ asfalto, cioè la manipolazione del minerale pietra pece ohe doventi adatto ad essere applicato nelle pubbliche vie e nei marciapiedi. Per la fabbricazione di questo prodotto-impiegasi un meccanismo che viene messo in moto da una macchina a vapore producente 40 mila chilogrammi al giorno di materia manipolata. V i sono poi nella provincia molini a vapore tanto da cereali che da olive e trovasi anche una segheria a vapore che appartiene al Duca Nelson. Fra le industrie che prosperano vi è pure quella dell’ Apicultura. I più importanti apiarj sono due, uno in territorio di F iu ­ mefreddo condotto col sistema villico ove manten- gonsi circa 500 arnie producenti all’anno circa 100 chi­ logrammi di cera e mille di miele, il cui prezzo è di circa una lira per chilogr. Il secondo è quello della nuova società l ’A picultura Sicula* in Aci-R eale con­ dotto col sistema razionale. Nel 1882 la società pos­ sedeva 90 arnie la quali davano un prodotto al giorno di 20 chilogr. di cera e 400 di miele ; la prima vendevasi al prezzo di L . 5,50 al chilogr. e il se­ condò a L . 1,50.

Commercio e navigazione. — Il commercio della città di Catania e dei centri tutti della provincia mercè i lavori del nuovo porto, e le numerose reti ferro­ viarie che allacciano la provincia , va ogni giorno prendendo maggiore estensione e sviluppo. Nel 1882 il movimento di navigazione del porto di Catania si riassume nelle seguenti cifre:

Bastimenti arrivati con carico N. 2207 a vela con 74,541 tonn, di merci, e 760 a vapore con 27,267 tonn. di mercé sbarcata. I bastimenti vuoti a vela in arrivo furono 506, e quelli a vapore 52.

Bastimenti partiti con carico N. 1895 a vela con 98,508 tonn. di merce imbarcata e 814 a vapore

con 87,584 tonn. di merce imbarcata. I bastimenti vuoti partiti furono 622 a vela. I bastimenti a va­ pore partirono tutti con carico.

Il commercio d’ importazione raggiunse n e ljl8 8 2 la cifra di L. 15,711,927 superiore cioè di L. 2,997,591 all’ importaziona del 1880 e inferiore di L. 1,188,719 a quella del 1881.

Il commercio di esportazione ammontò nel 1882 a L . 25,752,652 cioè a dire inferiore di L . 4,294,405 al movimento di esportazione del 1880, e superiore di L. 4,091,369 a quello del 1881.

I s t it u ti (li credito. — Nel 1882 funzionavano nella provincia di Catania i seguenti istituti di credito.

B anca d i depositi e sconti. F u fondata nel 1870

e siede in Catania. Nel 1882 scontò N. 11,468 ef­ fetti per L. 25,000,000 mentre che nel 1881 non ne scontò che 9495 per L. 20.000,000. Il dividendo nel 1882 fu di L . 8,10 per ogni azione di L . 100.

B anca popolare di Catania. F u creata nel 1875.

Il movimento generale di questo istituto di credito raggiunse nel 1882 la notevole somma di L. 21,548,000 contro 20,370,000 nel precedente esercizio.

Cassa Principe Umberto. Tenne istituita nel 1862.

Durante il 1882 ebbe nel portafoglio L . 10,554,891,86 di cambiali, di cui ne furono estinte per L. 8,164,777,55.

B anca P restiti sopra pegni e d i depositi. F u creata

nel 1879. Al 51 decembre 1882 presentava un at­ tivo di L. 250,748,55 ed un uguale passivo com­ prese L . 6,252,68 di ùtili netti.

Banca d i Caia«*«. F u autorizzata con decreto del

28 settembre 1881. G li utili netti nel 1882 dedotti i due decimi per la riserva e per il Consiglio di am­ ministrazione furono stabiliti in L . 17,50 per 100.

Banca popolare in A c i Reale. F u creata nel luglio

1877. Ha un capitale nominale di L . 50,000 diviso in azioni di L . 50 ciascuna.

B anca m utua popolare in R andazzo. F u fondata

nel luglio 1881. Al 51 decembre 1881 l’attivo era costituito dalle seguenti partite: Numerario in cassa L . 20,805,55; Cambiali e biglietti all’ordineL. 121,920; anticipazioni sopra pegno di merci L. 10,255,65. Nel passivo figuravano accettazioni cambiarie per L . 102,442,19, e conti correnti a interesse e depo­ siti' a risparmio per L . 21,715,50.

Cassa di risparm io postali. Il movimento del r i­

sparmio nella provincia di Catania che al 31 decem­ bre 1881 fu di L . 1,183,258,76, salì al 51 decem­ bre 1882 a L . 1,634,747,95.

STATISTICA GENERALE

D E L L A R E P U B B L I C A D ELL» U R U G U A Y ‘ )

La Repubblica dell’ Uruguay occupa una esten­ sione di costa sull’ Atlantico sprovvista di porti; ma alla foce dell’ estuario del Piata, sulla sponda set­ tentrionale, passato il Capo di Santa Maria, trovasi il porto di Caldonado ed, a 40 leghe sopra, il porto

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di Montevideo, dirimpetto a Buenos-Ayres, sta quello della Colonia; sulla riva orientale dell’Uruguay sono situati i porti di Palmìra, San Salvador, Soriano, Mercedes, Indipendenza Paysandù, Salto: nell’ Alto Uruguay, Constitucion e Santa Rosa sopra una linea di costa di 625 miglia geografiche.

La città di Montevideo è la capitale della Repub­ blica e del Dipartimento che porta lo stesso nome: il suo porto, l ’ unico che nel Rio della Piata meriti questa denominazione, ha la forma di un ferro di cavallo aperto al S. SO. con una ampiezza di un miglio e mezzo scarso nella sua bocca, offrendo nella sua baia un riparo sicuro ai legni mercantili di ol­ tremare e nella sua rada un buon ancoraggio alle navi di maggiore immersione. È punto di transito per i bastimenti che si dirigono a Buenos-Ayres ed ai porti dei grandi affluenti del P ia ta ,il Paranà ed il Paraguay, fino alla provincia Brasiliana di Matogroso: è anche un buon punto di scalo per i piroscafi che si recano all’ Oceano Pacifico.

La superficie della Repubblica di 7057 8[9 leghe quadrate geografiche, ossia 169,822 chilom etri‘qua­ drali, è distribuita in 15 dipartimenti in cui si divide amministrativamente lo Stato. V i sono stabilite 67 città e borghi che contengono 20 abitazioni urbane e 25 mila rustiche del valore superiore ognuna di 600 piastre che è l’ ultimo limite dei Tributi Diretti. Questo numero di 45 mila case possedute da quasi egual numero di capi di famiglia, calcolando com­ posta ognuna di esse di cinque individui, dimostra che sono circa 25,000 persone che partecipano alla proprietà fondiaria, cioè la metà approssimativamente della popolazione totale del paese. Stimato il valore d i queste proprietà in 360 milioni di piastre la parte corrispondente ad ognuno dei partecipanti sarebbe di 1600 piastre.

G li stabilimenti pastorali del dominio privato oc­ cupano all’incirca 14 milioni di ettari. Sopra di esse 6,711,778 animali vaccini, 1,500,000 giumenti e cavalli, e 20,000,000 pecore. Il bestiame vaccino fornisce annualmente ai 20 ammazzatoi (saladeros) e ad altrettante fabbriche di materie grasse 550,000 vitelle 100,000 per la esportazione terrestre e 200,000 p e rii consumo locale. La lana pecorina viene preparata in 75 stabilimenti chiamati barracas in 43,980 colli di 1000 libbre ognuno che servono, nella loro tota­ lità, per la esportazione, come pure i prodotti ani­ mali preparati industrialmente.

L ’ agricoltura estensiva, di scarsa rendita fino ad ora, occupa dugento mila ettari di terra che produ­ cono all’ anno approssimativamente un milione di

fanegas (274 litri ognuna) di grano, 400,000 di mais, pochi semi di coltura industriale e ogni prodotto vegetale e animale, necessario al consumo di una po­ polazione agiata, il tutto valutato a 6 milioni di pia­ stre annuali.

Il grano per la riduzione a farina alimenta 34 mi­ lini a vapore e 52 idraulici ed a vento, nonché 200 stabilimenti minori che potrebbero utilizzare il doppio della produzione annuale.

Si calcola che gli stabilimenti agricoli hanno in ­ vestito un capitale fisso di 10 milioni di piastre nella chiusura della proprietà con cinto di fil di ferro sostenute da pali di legno irandubay. Si calcola an­ che che la proprietà fondiaria è gravata d’ ipoteche per valore dì oltre 10 milioni.

La produzione pastorizia ed agricola, per le sue cure, i suoi trasporti, le sue prime transazioni

in-dustriall, per i cambi a che dà luogo, è quella che promuove il costante movimento commerciale interno ed estero, che da occupazione alla maggior parte delle popolazioni, quella che sostiene l’ attività delle altre industrie accessorie, che occasiona lo stabili­ mento di grandi istituti dì credito e di assicurazioni di agenzie mercantili, e marittime, quella che pro­ cura collocamento agli infiniti intermediari che s’ in­ terpongono in così svariati modi fra il produttore ed il consumatore. Dalla tassa sulle patenti pagate si rileva che quelle varie occupazioni sono esercitate in 300 fabbriche diverse; 33 negozi di stoffe all’in- grosso; 153 barracas o depositi; 257 case d’intro­ duzione; 3 banche di emissione, deposito e sconto; 40 case di cambio e 29 di rémates (vendite all’asta pubblica); 15 magazzini di macchine per l’ agricol­ tura e la industria; 35 vendite di ferrareccia e 55 di vestiti; 426 uffici di accopiatori di prodotti del paese; 42 fabbriche di m obili; 53 cappellerie; 160 sartorie; 412 magazzini di stoffe al dettaglio e cal­ zolerie; 849 case commerciali all’ingrosso e al det­ taglio; 2675 pulperías, ossia case di vendita al det­ taglio; 163 alberghi e osterie; 412 negozi di novità e mercerie; e 400 stabilimenti di diverse arti e me­ stieri, segatori, tornitori, falegnami, stampatori, fo­ tografi, marmisti, orologiai, confettieri, liquoristi, fabbricanti di cioccolata, di candele, di saponi, con­ ciatori di pelle e molte altre piccole industrie. Si calcolano a circa mille le persone che esercitano professioni liberali.

Si aggiungono a quelle tante applicazioni del la­ voro che aumenta coll’ attività della circolazione ge­ nerale per effetto dell’accresciuta produzione, l ’ im ­ pulso che hanno ora ricevuto le industrie estrattive colla esplorazione della regione aurifera di Cuñapirú iniziata e anche descritta alcuni anni fa dall'eminente geologo Barrial Posadas, che ha finito per richia­ marvi sopra l’ attenzione del mondo da due anni, e dare origine alla formazione in Europa di varie com­ pagnie anonime una delle quali ha testé elevato il suo capitale a 25 milioni di lire, avendone già in ­ vestito 10 nel lavoro intrapreso mediante impiego di gran numero di braccia, di cui cresce continua- mente. la domanda.

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gazione transantlantiche delle quali arriva uu piro­ scafo ogni giorno a Montevideo conducendo passeg­ geri e merci da ogni parte; quelle fluviali che ci mantengono in incessanti rapporti con tutti gli Stati del Piata e suoi affluenti fino alla lontana provincia di Matogrosso ed in breve con quelle dell’ Est di Bo­ livia ; il nostro servizio postale che si fa col globo intiero: nell’interno della Repubblica 295 uffici fanno circolare la corrispondenza epistolare, percorrendo questa mensilmente uno spazio di 9600 leghe per la via fluviale, 4560 per le ferrovie e 21,654 leghe in vetture di posta, con un andamento regolare da 20 a 25 leghe giornaliere nell’ inverno e da 30 a 35 nell’ estate, risultando un movimento annuale di 100 mila lettere private, 2000 raccomandate, 68,000 cor­ rispondenze ufficiali ed un milione e mezzo di stam­ pati senza contare il movimento dei vaglia postali che ascende a 3 milioni di piastre all’ anno.

Ma non è solamente nello sviluppo degli interessi materiali dove si rivela il progresso della nostra so­ cietà; tutte le forze che concorrono al miglioramento delle condizioni defl’ uomo sono inevitabilmente so- lidarie, contribuiscono gradatamente alla elevazione morale ed intellettuale della popolazione ; la re li­ gione, lo Stato e le famiglie influiscono incessante­ mente in quei risultati mitigando il dolore di chi soffre e dei nullatenenti. La grandezza e im p o r­ tanza benefica dei nostri stabilimenti pubblici e pri­ vati, dedicati all’ esercizio di una carità bene intesa, in una società colta e laboriosa, rende ognuno di essi degno di una monografia che li faccia cono­ scere minutamente. Dove però lo zelo della società si è maggiormente distinto si è nell’ esercizio delia beneficenza e della istruzione. Mentre si studiano le applicazioni dei m igliori metodi seguiti nei paesi più avanzati, si fanno continui e generosi sforzi per la loro diffusione. Quaranta mila fanciulli di ambo i sessi ricevono in 637 scuole il beneficio della istru ­ zione cioè 4 per ogni 17 abitanti e si spera che i 70,000 che ancora sono privi di essa (secondo i calcoli della Direzione Generale della Pubblica Istru­ zione che valuta 110,000 i fanciulli da 5 a 15 anni esistenti oggi) andranno gradatamente ricevendo que­ sto beneficio. E qui è bene avvertire che non tutti quelli che tralasciano di assistere alle scuole sono privi affatto d’ istruzione, giacché la ricevono insieme alla educazione morale in seno al focolare dome­ stico, che partecipa della influenza della coltura del centro in cui esiste. ^

La recente fondazione della Scuola di A rti e me­ stieri che mediante la ferma protezione del Governo, è arrivata a uno stato di perfezione, che le ha me­ ritato gli elogi di quanti l’ hanno visitata, ed hanno assistito agli esami, dispensa ai suoi 400 allievi una istruzione tecnica che li rende abili alle carriere pratiche più indispensabili in una società civile e progressista. Il numero crescente degli alunni ha deciso il Governo ad erigere nella parte del Sud della città, un vastissimo edifizio capace di conte­ nere mille allievi in pensione presi da famiglie meno agiate per avviarle a qualche carriera.

In Montevideo come capitale dello Stato, sono concentrati tutti gli elementi, gli edilizi o gli istituti che costituiscono in generale le grandi città. Fra essi possono citarsi la Dogana coi suoi spaziosi ma­ gazzini di deposito, calale, moli, sbarchi che occu pano quasi intieramente una parte della baia. Due grandi docJcs per il carenaggio e vari cantieri per

la costruzione di legni minori. Lo spedale della Carità, le Case di Esposti ed Orfani, l’ Asilo di Mendicità ed il Manicomio ; gli A sili Maternali, la Università, la Direzione della Istruzione Pubblica colle sue 69 scuole pubbliche, primarie, municipali e gratuite che annoverano 12,601 alunni nella ca­ pitale senza contare le Scuole private e quelle fon­ date da Istituti di beneficenza; la Biblioteca Na­ zionale che possiede 10,000 volumi ed il Museo; il Palazzo di Governo, quello delle Poste, la Cat­ tedrale' e cinque chiese parrocchiali : due cimiteri coi loro monumenti e viali di albori; i Mercati Pubblici, le piazze, le strade'ampie e nettee molte, ombreggiate da alberi nelle quali si ergono 15,000 case, perfettamente costrutte e di una architettura severa, ma allo stesso tempo geniali ; tre grandi Teatri ; l’ antico Càbildo oggi residenza del Corpo Legislativo ; tre Banche ; la Borsa ; sette linee di tramvai che attraversano le strade della città e si spingono fuori alla distanza di otto chilometri in diverse direzioni ; tre linee Telegrafiche aeree e sotto­ marine ed una linea di Telefoni che mette in co­ municazione le amministrazioni civili e m ilitari fra di loro nonché le principali case mercantili coi centri di operazioni commerciali ; le Agenzie delle Compagnie di navigazione transatlantica a vapore le cui flotte ascendono a 127 piroscafi con un tonnel­ laggio di 245,680 e quello della navigazione fluviale con partenze giornaliere. Le tre stazioni delle F e r­ rovie la Centrale, dell’ Est e del N ord; le diligenze che conducono passeggieri e corrispondenza per l’ interno; i Corrales de Abasto dove si ammazzano 90,000 buoi e vitelli e 70,000 montoni per il solo consumo annuale della città ; tredici molini a va­ pore che preparano ogni anno 30 milioni di chilo— grim m i di farina per la fabbricazione del pane: lo stabilimento del Gas che somministra la luce per mezzo di 150 chilometri dì condotti a 25,000 bec­ chi di gas; lo stabilimento delle acque correnti, i cui condotti hanno 180 chilometri di estensione e forniscono acqua potabile alla popolazione della ca­ pitale ed alle pittoresche ville che la circondano avendo la città per lo sfogo delle acque sudicie, fogne che si estendono a non meno di 40 chilo­ metri.

Nel 1878 Montevideo sperimentò una trasforma­ zione che ha contribuito molto ad abbellirla. L ’antica Fortezza spagnuola ridotta in seguito a Mercato, venne demolita formando cosi una vasta piazza pubblica in parallelogrammo di 270 metri di lun­ ghezza per 117 di larghezza contornata dalle quattro parti da case di uniforme architettura sulla base di colonne che sostengono un passaggio coperto, r i ­ manendo uno spazio di due ettari e 76 da ador­ narsi con fonti a zampilli ed alberi di alto fusto. A questa piazza fa capo il magnifico boulevard 18 de Julio, hanno luogo più di tre chilometri, largo 26 metri, ombreggialo da alberi e tutte le altre strade della nuova città che hanno 20 metri di ampiezza e marciapiedi spaziosi.

Federigo Nin Retes

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I PRODOTTI FERROVIARI

d e / / ’ A p r i / e 1 8 8 3

La Direzione generale delle Strade Ferrate presso il Ministero dei lavori pubblici , ha pubblicato in questi giorni, il prospetto dei prodotti ferroviari del mese di aprile 1883, confrontati con quelli del - 1’ aprile 1882 ed in relazione coi precedenti:

Il prodotto generale dell’ aprile 1883 ascese a L . 17,083,340 costituito come segue :

V ia g g ia t o r i...L . 6,966 345 Bagagli... » 318,124 Merci a grande velocità . » 1,337,189 Id. a piccola velocità . » 8,368,389 Prodotti diversi . . . . » 95,293 Totale L . 17,083,340 Questo prodotto fornisce i seguenti confronti nel mese e nel quadrimestre :

P r o d o tto d e ll’a p r ile P r o d , d e l 1° q u a d r im .

1883 1882 1883 1882 .2 f A lta I t . L . 8,888,906 8,030,09-2 L. 32,011,654 29,829,878 E "33 35 J R o m a n e » ® -© c» I 2,895,265 2,778,315 » 10,781,365 10,172,785 \ C a l.-S ic . » 1,031,237 941.H95 » 4,021,414 3 ,9 0 6 ,7 81 » di S oc. es e rc . d allo S ta to » 1,612,715 1,170,232 » 5,628,683 5,511,113 » M e rid io n a li » 2,163,309 2,005,629 7,788,996 7,399,675 » V en ete . . . » 93,421 90,711 » 369,879 338,812 » S a r d e . . . . » 127,530 117,895 » 419,201 456,529 » d i v e r s e . . . » 260,957 259,363 » 949,556 917,212 T o ta le L . 17,085,340 15,693,362 L . 62,033,718 58,572,815

Il prodotto chilometrico poi mensile e del 1° qua­ drimestre dà i seguenti resultati :

P r o d o tto d e ll’a p r i le P r o d , d e l 1« q u a d r . • f -S © ' 1 8 8 3 ' A lta I t a l i a . L . 3206 ! R o m a n e. . . . » 1716 1 8 8 « 3075 1651 1 8 8 3 L . 11,621 » 6392 1 8 8 « 11,424 6048 g - s

fa

33 |[ C a la b ro -S ic u le » 767 700 » 2994 2908 » d i S o c ie tà e s e r ­ c i ta t e d a llo S ta to » 1694 1572 . 5912 5937 » M e r id i o n a li. . . » 1350 1299 » 4877 4884 » V e n e t e ...» 725 662 » 2699 2473 » S a r d e ... » 327 303 » 1154 1173 » d iv e r s e . . . 771 790 » 2851 2796 M ed ia c o m p le s s iv a L . 1851 1749 L . 6746 6551

BOLLETTINO DELLE BANCHE POPOLARI

Ecco le situazioni di alcune Banche al 31 luglio.

Banca popolare d i Odereo. — Capitale e riserva

L . 101,401, conti correnti liberi L. 113,518, v in ­ colati L . 167,016, risparmio L . 12,431 ; — portafoglio L . 437,620, sovvenzioni sopra L . 40,000 di buoni agrari emessi L . 19,535; prestiti su ll’onore L . 509; effetti in sofferenza L . 7,290. Spese nei 7 mesi L . 22,649 ; entrate L . 25,923. — La ripresa degli affari è ac­ centuata ; dal mese scorso vi è un aumento di 23 mila lire nei conti correnti, e di 64 mila nel portafoglio.

Società popolare di mutuo credito di Cremona. — Capitale L. 2,082,774, riserva L. 744,701, conti cor­ renti L . 15,156,877 ; — portafoglio L . 2,837,846, anticipazioni su titoli L. 840,855, su merci 90,514, impieghi in titoli 9,617.565, in buoni del tesoro 104,138, in buoni del Comune di Milano L. 512,500. Spese 381,272; entrate 491,732. — Notiamo un aumento di quasi un milione nei conti correnti ed una diminuzione ili un milione nel portafoglio.

Banca agricola commerciale ed industriale di Savignano in Bomagna. — Capitale L. 100,000, riserva L . 32,967, conti correnti L . .106,506, r i ­ sparmio L. 116,742; — portafoglio L . 248,768,effetti e crediti in sofferenza ,L. 12,762. Spese L, 12,209; entrate L . 18,015. — E notevole l’ aumento dei conti correnti e del portafoglio.

Banca popolare di V icenza.-Capitale L. 1,019,190, riserva L . 561,073, risparmio L. 3,767,194, conti correnti L . 496,841, buoni fruttiferi L. 1,051,796; — portafoglio L . 5,147,506, anticipazioni su valori L . 12,786, su merci L . 12,386, impieghi in titoli L. 1,995,004, effetti in sofferenza L . 27,799. Spese L. 132,503; rendite L. 223,290.

Società Mutua popolare di Maschito. — Capitale L . 15,396, riserva L . 2,503, conti correnti L . 500, risparmio L . 5 6 0; — portafoglio L . 20,447, antici­ pazioni L . 128. Spese L. 1,002; entrate L . 1,527.

Banca mutua popolare di Trapani. — Capitale L . 77,672, riserva L . 1,313, conti correnti liberi L. 100,550, vincolati L. 15,815; — portafoglio L. 155,059, anticipazioni L . 1,440. Spese L. 1,722, rendite L . 4,213. — La nascente Banca di Trapani cammina a grandi passi, e promette molto.

Banca mutua popolare di Bergamo. — Capitalo. L . 1,114,600, riserva L . 529,432, conti correnti L . 6,399,500, risparmio L . 2,241,405; — portafo­ glio L . 5,899,559, anticipazioni sa valori L . 80,561, su merci L. 50,117, sofferenze L . 21,715. Spese L . 220,755 ; entrato L . 334,634.

Banca cooperativa popolare dì Molfetta. — (Si­ tuazione 30 giugno). — Capitale L. 46,519, riserva L . 8,251, risparmio L . 72,058, buoni fruttiferi L . 94,861;— portafoglio L . 187,972. Spese L. 3,040; rendite L . 5,573.

Camera di Commercio di Como. — La Camera di commercio di Como, comunicò al Ministro Berti, le relazioni della Commissione m ista d i fabbricanti

ed operai tessitori di seta, incaricata di studiare le

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dall’azione del Governo, possono essere rimosse dal buon volere e dal reciproco concorso d’ industriali ed operai. Ed il Ministro confida che l’accordo si otterrà presto, e con esso l’ unione di propositi e di opere per far prosperare l’ industria comense e per­ metterle di gareggiare con quella degli altri Stati. Egli promette che il Governo dal canto suo non tralascierà di occuparsi con interesse delle condi­ zioni della detta industria e di fare tutto quanto è richiesto dalla sua azione perche essa prosperi.

Le relazioni suddette confermano che in due modi il Governo può intervenire a favore dell’ industria di Como: per mezzo della istruzione, e la somma, a tale scopo stanziata in bilancio, fornisce la cer­ tezza che ben presto la scuola di tessitura di Como sarà ampliata e corredata di quanto le occorre per poter soddisfare alle esigenze dell’ industria. Vi è poi la questione del dazio sui filali di cotone im ­ piegati nei tessuti misti, ed il Berti spera che anche questa potrà essere risoluta sollecitamente secondo i voti degli industriali.

Camera di Commercio di Firenze. — La Ca­ mera di commercio di Firenze nella tornata dell’ 8 agosto presi alcuni provvedimenti concernenti la pro­ pria Amministrazione risolvè i seguenti affari:

1° Circa ad una istanza presentata da molti commercianti di manifatture in Firenze, con cui viene reclamato contro la interpretazione che dalla dogana locale vieue data alla tariffa per lo sdazia­ mento di alcuni patini, la Camera accolse favore­ volmente quella istanza e deliberò che una copia di essa venisse inviata alla direzione generale delle ga­ belle presso il Ministero delle finanze con caldissime raccomandazioni, perchè venisse dato ascolto alle domande presentate.

2° Circa alla domanda presentala dalla Società estera The Great B rita in M utual Lise Assurance

Compagni/ perchè venisse autorizzato lo svincola­

mento della cauzione da quella Società prestata a favore del R. Governo e degli assicurati per l’Agen­ zia d’ Italia, essendosi da molto tempo chiusa questa Agenzia e liquidate tutte le operazioni.con gli as­ sicurati stessi, la Camera avendo constatato che si erano adempite tutte le formalità volute dagli arti­ coli (14, (35 del Regolamento per la esecuzione del Codice di commercio, senza che alcuna opposizione siasi presentata, deliberò di trasmettere al R. G o­ verno il proprio parere favorevole per lo svincola­ mento domandato.

3° La Camera viste le premure fatte dal Com­ missario 'generale per la Esposizione internazionale dei prodotti dell’Agricoltura Industria e Belle Arti, che si aprirà in Nizza il 1° dicembre venturo, perchè venissero eccitati i produttori della nostra provincia a concorrere a quella mostra, nominò a tale scopo un Comitato composto dei Sig. Coni. Angelo Pado­ vani, Conte Prof. Guido Vimercati e Cav. Avv. Pier Lu ig i Barzellotti. Il suddetto Comitato avrà la sua sede megli Uffici della Camera di commercio.

Camera di Commercio di Milano. — Nella tor­ nata del 24 luglio la Camera ebbe comunicazione dal suo presidente della relazione della commissione camerale sulla questione della « applicabilità ai cen­ sori e sindaci delle società commerciali, della incom­ patibilità prevista dull’art. 10 della legge delle C a­ mere di Commercio. » La Commissione avendo esa­

minato 1’ affare dal puuto di vista, se amministra­ tore e censore o sindaco fossero la stessa cosa e avendo risoluto il quesito in senso negativo inquan- tocbè il censore o sindaco e per gli statuti della Banca Nazionale e per le discipline del nuovo codice non ha diritto di fare alcun atto di amministrazione vera e propria, ma solo facoltà di sorvegliare sull’ammi­ nistrazione che compiono appunto i veri ammini­ stratori, riteneva che non fosse giustificabile la in­ compatibilità a far parte della Camera fra il censore o sindaco di una società e l’amministrazione stessa. Il Presidente parlò in appoggiò delle conclusioni della commissione, ed esaminando la questione per quanto riguarda i reggenti ed i censori della Banca nazio­ nale, ai quali si riferisce il parere espresso dal Con­ siglio di Stato che cioè il censore e il reggente della Banca Nazionale non possono far parte contempo­ raneamente della stessa Camera di Commercio, os­ servò come i soli reggenti abbiano il diritto di fir­ mare per la Banca in surroga del Direttore, ed ag­ giunse che mentre lo statuto stabilisce che i com­ ponenti del Consiglio di reggenza non possono per due terzi far parte di amministrazioni di altre società, per i censori non è imposta uguale restrizione. Dopo breve discussione a cui presero parte Bonacina, De

Angeli, e D 'Ita lia la Camera accolse all’ unanimità

le conclusioni della sua Commissione.

Nella stessa riunione, la Camera approvò la tariffa delle mercedi dovute nel distretto della Camera di Commercio di Milano ai mediatori iscritti per i con­ tratti col loro mezzo conchiusi.

Notizie economiche e finanziarie

Situazione delle Banche di emissione italiane ed estere.

(in m ilio n i d i lire )

Banca Nazionale del Regno

Riferimenti

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