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ARCHITETTURA, INVOLUCRO ed ENERGIA: abitare ad alta efficienza energetica nelle regioni Mediterranee

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Academic year: 2021

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(1)ARCHITETTURA, INVOLUCRO ed ENERGIA: ABITARE AD ALTA EFFICIENZA ENERGETICA NELLE REGIONI MEDITERRANEE. 1.

(2) 2.

(3) indice. PARTE PRIMA - INTRODUZIONE 1. INTRODUZIONE E STRUTTURA DELLA RICERCA. 06. 1.1 Parole chiave 1.2 Considerazioni preliminari 1.3 Inquadramento del problema scientifico 1.4 Limitazione del campo d’indagine 1.5 Target di riferimento e beneficiari della ricerca 1.6 Obiettivi della ricerca 1.7 Il metodo della ricerca 1.8 Risultati attesi 1.9 Struttura della ricerca. 06 06 09 11 13 13 15 16 17. PARTE SECONDA - L’ARCHITETTURA MEDITERRANEA 2. 3. 4444. I MODELLI MEDITERRANEI DELL’EPOCA PRE E POST INDUSTRIALE. 22. 2.1 L’Architettura Italiana 2.1.1 I modelli dell’Italia meridionale 2.12 I modelli dell’Italia centrale 2.2 L’Architettura Araba 2.3 L’Architettura Greca 2.4 Conclusioni. 22 22 37 44 51 65. ARCHITETTURA MEDITERRANEA E QUESTIONE ENERGETICA. 74. 3.1 Considerazioni preliminari 3.2 La questione energetica nell’Architettura del XX secolo 3.2.1 Gropius e i suoi ideali 3.2.2 Le Corbusier e il suo rapporto con l’Architettura del mediterraneo 3.2.3 Il pensiero e l’esperienza di Fathy Hassan 3.2.4 Il pensiero e l’esperienza di Dimitris Pikionis 3.2.5 Il razioanlismo italiano 3.2.6 Conclusioni 3.3. L’Identità mediterranea. Tra natura e ambiente costruito 3.3.1 Introspezione e chiusura 3.3.2 Pesantezza e leggerezza 3.3.3 Colore 3.3.4 Luce 3.3.5 Acqua 3.4 Conclusioni. 74 76 79 81 88 102 111 116 117 118 125 126 136 137 139. NORMATIVA ED EFFICIENZA ENERGETIA IN REGIME ESTIVO. 142. 4.1 Norme UNI, leggi nazionali e regionali. Il progetto in periodo estivo. 4.2 Programmi europei e prgrammi obiettivo. 142 169. 3.

(4) PARTE TERZA - IL PROGETTO DI RCHITETTURA NELLE REGIONI DEL MEDITERRANEO 5. 6. ABITARE IN EDIFICI PASSIVI. 188. 5.1 Abitare in edifici passivi in Italia. 5.2 Definizione degli obbiettivi di comfort degli utenti in regime estivo. Parametri esigenziali – prestazionali. 5.2.1 Sicurezza, Benessere, Fruibilità e Gestione 5.3 Definizione dei requisiti Tipologici, Ambientali e Tecnologici degli edifici rispetto le differenti localizzazioni di tipo urbano o extraurbano 5.4 Definizione degli obbiettivi finalizzati al miglioramento degli standard 5.4.1 Metodi per la formulazione di modelli progettuali 5.4.2 Strumenti per la verifica e la valutazione dell’efficienza dei modelli di studio. 188 191. L’ARCHITETTURA PASSIVA NELLE REGIONI DEL MEDITERRANEO. 294. 6.1 I dieci fattori di controllo per il progetto di eficio passivo 6.2 La riduzione dei consumi energetici. 294 360. 192 196 206 206 214. PARTE QUARTA - CONCLUSIONI 7. 8. 4. CONCLUSIONI. 376. 7.1 Verifica tra obbiettivi e risultati raggiunti 7.2 I nuovi vettori di sviluppo della ricerca. 376 379. BIBLIOGRAFIA. 383. 8.1 Bibliografia e Normativa. 383.

(5) 1 Introduzione e struttura della ricerca. INDICE PARZIALE 1.1 Parole chiave 1.2 Considerazioni preliminari 1.3 Inquadramento del problema scientifico 1.4 Limitazione del campo d’indagine 1.5 Target group e beneficiari della ricerca 1.6 Obiettivi della ricerca 1.7 Il metodo della ricerca 1.8 Risultati attesi 1.9 Struttura della ricerca. 06 06 09 11 13 13 15 16 17. Viene introdotto con considerazioni preliminari l’inquadramento del problema scientifico successivamente enunciato, segue la definizione degli obiettivi della ricerca e dei risultati attesi, insieme all’individuazione del target group di riferimento e dei beneficiari dei risultati ottenuti. Vengono delineati i limiti del campo d’indagine, la metodologia applicata e la struttura della ricerca. 5.

(6) 1 Introduzione e struttura della ricerca. 1.1 PAROLE CHIAVE. può ridurre fino al 90% l’uso di energia, rispet-. Architettura, Involucro, Energia, Abitare, Benes-. to allo standard della casa media europea, riu-. sere estivo, Mediterraneo.. scendo ad ottenere un eccellente comfort interno, rispetto alle abitazioni tradizionali.. 1.2 CONSIDERAZIONI PRELIMINARI. Il crescente sovraffollamento dei paesaggi ur-. Il protocollo di Kyoto, firmato nel dicembre del. bani da una parte, e il costante degrado delle. 1997 e in vigore dal 16 febbraio 2005, sta im-. risorse naturali e dell’ambiente dall’altra, ren-. pegnando tutti i paesi industrializzati e quelli a. dono necessaria un’attenta riflessione e nuovi. economia in transizione a ridurre le principali. approfondimenti sui modi di progettare e vivere. emissioni antropogeniche di gas serra1 entro il. lo spazio architettonico e urbano. Il nostro con-. 2012.. sumo delle risorse mondiali non può continuare. La scadenza è prossima e l’Italia è impegnata a. con questo trend.. ridurre le emissioni di CO2 per una quantità del. Costruire un edificio ad alta efficienza energe-. -6,5% rispetto alle emissioni del 1990, divenute. tica è possibile, lavorando sulla morfologia dei. ormai di circa il 19,5% rispetto alle emissioni. volumi i materiali, razionalizzando i sistemi co-. 2008. Siamo ormai del tutto consapevoli che le. struttivi e impiantistici. L’efficienza energetica. risorse di energia non rinnovabili avrà una dura-. non è, come erroneamente si crede, solamen-. ta limitata perché non sono infinite e secondo. te questione di fisica tecnica o di impiantistica,. numerosi studi, siamo ormai prossimi al picco. ma, prima di tutto questione di integrazione tra. di produzione per petrolio e gas, e moto vicini. il progetto dell’architettura ed il concept ener-. al picco del cabone . Inoltre il 40% dell’energia. getico.. adoperata in Europa è consumata nel settore. Obiettivo principale del concept energetico è. dell’edilizia abitativa e del terziario, di cui circa. la costruzione di un edificio autosufficiente ad. il 70% per il riscaldamento e raffrescamento. emissioni di CO2 pari a zero operando sull’in-. degli ambienti, il 12% per l’acqua sanitaria, ed. tegrazione tra forma architettonica, involucro,. il restante per l’energia elettrica, illuminazione,. e sostenibilità energetica. L’approfondimento. usi di cucina. Il settore dell’edilizia è pertanto il. scientifico, derivante dalla pluriennale espe-. maggior responsabile di produzione di CO2, ma. rienza dei paesi del Nord Europa, in merito ai. di contro possiede un alto potenziale di rispar-. temi del contenimento energetico in regime in-. mio energetico.. vernale e/o clima freddo, deve lasciare spazio. 2. Infatti con la realizzazione di case Passive , si 3. 6. nelle regioni. del centro e sud Italia ai temi del.

(7) 7.

(8) contenimento energetico e del benessere an-. te, ognuna delle quali rappresenta un sistema. che in regime estivo. Le caratteristiche climati-. completo di archetipi, di forme di pensare di-. che di queste regioni infatti, evidenziano inverni. verse […].” ”[…] Come un confronto tra tradizio-. mediamente rigidi ma estati molto calde: l’ar-. ni, forme culturali, perfino razziali, di pensare. chitettura deve essere in grado di fornire una. le cose, [in contrapposizione] al nord Europa. risposta alle esigenze di comfort in questi climi,. […]”.4 Tra queste culture si inserisce di certo an-. caratterizzati dal elevate escursioni termiche. che quella italiana.. stagionali e giornaliere.. Analogamente il termine mediterraneo sugge-. Si ricercheranno pertanto quei fattori di proget-. risce quelle aree geografiche in cui l’architet-. to importanti per edifici dall’elevato benessere. tura storicamente si è dovuta confrontare con. termico invernale e soprattutto estivo oltreché. una progettazione in ambiti climatici nei quali. per il benessere termo igrometrico degli utenti,. è rilevante il fattore estivo e diventa cogente la. tali da caratterizzare il progetto di un’architet-. necessità di risolvere le problematiche di raffre-. tura pensata nel rispetto della conservazione. scamento degli ambienti e di protezione dall’ir-. dell’ambiente, delle risorse naturali, del benes-. raggiamento solare durante la stagione calda.. sere delle persone, della qualità del paesaggio. Tale affermazione risulta in parte reale nel mo-. urbano e naturale.. mento in cui si considera, l’Italia un paese me-. Nel caso Italiano si introduce pertanto il tema. diterraneo nella sua totalità, dalle regioni più a. della casa passiva nelle regioni mediterranee,. nord ai confini con i paesi dell’Europa meridio-. in cui diventa rilevante il problema della riduzio-. nale, alle regioni della Puglia e la Calabria com-. ne dei consumi per il raffrescamento estivo. La. prese le isole.. risposta passiva al problema si traduce in tre. Considerando l’intero paese rileviamo in esso. sintetiche risposte: norme per proteggere l’edi-. sensibili differenze climatologiche e meteorolo-. ficio dai guadagni di calore; tecniche per modu-. giche, che portano il progettista a considerazioni. lare i guadagni termici, tecniche di dissipazione. progettuali diametralmente opposte in funzione. del calore utilizzando mezzi naturali.. della zona climatica di riferimento. Basti pen-. Quando si parla di regioni mediterranee stori-. sare al confronto tra regioni più settentrionali. camente si intende “la tradizione dei popoli del. delle zone climatiche F5, in cui la progettazione. mediterraneo” […] “da qui nasce l’idea che esi-. si occupa del controllo del riscaldamento attra-. ste una mediterraneità dell’Architettura” […]. ”. verso la captazione dell’irraggiamento solare. Risultato dell’esistenza di situazioni polarizza-. in regime invernale, e la regione Sicilia in cui si. 8.

(9) progetta pensando alla protezione dall’irraggia-. mente intese”6, o la definizione dei parametri. mento solare e il raffrescamento estivo.. per controllare l’efficienza degli involucri. Tali. Per tali motivi in termini di studi scientifici è. linee guida diventano generali riferimenti, per. corretto analizzare l’Italia nella sua complessità. la progettazione in clima freddo, temperato, cal-. climatica e paesaggistica con i suoi scenari di. do-secco o caldo-umido validi a grande scala.. montagna, di collina di pianura e costa presenti. In relazione all’adeguamento normativo, legato. lungo l’intero territorio. Complessità che si ritro-. agli obbiettivi del protocollo di Kyoto, con l’in-. va esaminando piccole fasce territoriali, dalle. troduzione di linee guida e parametri di riferi-. delineate limitazioni geografiche e caratterizza-. mento per una progettazione energeticamente. te da tradizioni costruttive proprie.. efficiente, le regioni del nord Europa compresa. Da qui la scelta di lavorare sulle regioni dell’Ita-. l’Italia settentrionale, hanno sviluppato appro-. lia centrale, per approfondire il tema dell’edifi-. fondimenti che oggi sono diventati una realtà. cio ad alta efficienza energetica con problema-. consolidata ed efficace rispetto all’intero pano-. tiche in regime estivo rapportate al fabbisogno. rama europeo.. invernale, considerando come caso studio la. Alla base della progettazione di un edificio pas-. regione Marche.. sivo, in tali regioni, è la morfologia dello stesso, definita da standard progettuali dalle delineate. 1.3 INQUADRAMENTO DEL PROBLEMA SCIEN-. connotazioni, che garantisce il controllo dei pa-. TIFICO. rametri energetici.. All’interno di un complesso panorama, quello. Oggi sono ancora da verificare gli standard. della progettazione bioclimatica, numerosi sono. per la progettazione di edifici passivi di nuova. gli approfondimenti che hanno caratterizzato lo. costruzione nelle regioni dell’Italia centro me-. studio della tipologia dell’edificio o la qualità. ridionale, anche in relazione alle più recenti in-. dell’involucro per rispondere alle esigenze di. dicazioni del decreto del 2 aprile 20097, il quale. comfort. Tali studi erano finalizzati alla redazio-. rende operative le norme per l’efficienza ener-. ne di linee guida progettuali sia per l’elabora-. getica, definendo i criteri generali, metodologie. zione di “…configurazioni spaziali, in funzione. di calcolo e requisiti minimi per la prestazione. dell’uso che di tale spazio fanno gli utenti, ed. energetica degli edifici in regine estivo ed inver-. in relazione al comfort ambientale che devono. nale8.. essere ottenute, prescindendo quindi dalle de-. Tale normativa ha ricadute dirette sulle singole. stinazioni d’uso specifico, così come comune-. regioni italiane, che dovranno adeguare i loro 9.

(10) 1. standard costruttivi. E’ evidente che le regioni. posto. I fattori di progetto saranno in grado di. dell’Italia centro meridionale hanno in questi. fornire risposte per una progettazione efficiente. termini un bagaglio normativo regionale caren-. nelle diverse aree climatiche nella regione og-. te e di contro problematiche in regime estivo. getto di studio, la zona appenninica, quella di. cogenti.. pianura e di mare, assimilabili alle altre regioni. Ma appoggiandosi a un’esperienza costruttiva. dell’Italia centrale in zona climatica D.. storica locale, in grado di fornire indicazioni. In particolare verranno esaminate le problema-. base sulle morfologie edilizie impiegate sui ma-. tiche in regime estivo essendo queste prepon-. teriali e le tecniche costruttive storicamente uti-. deranti nelle aree suddette, verificate anche. lizzate, si può giungere a indicare dei fattori per. rispetto il comportamento invernale.. la progettazione di edifici energeticamente effi-. I risultati della ricerca e le linee guida elaborate,. cienti in regimi climatici invernali ed estivi in cui. saranno verificate sul campo per evidenziarne. quest’ultimo diventa il fattore preponderante.. limiti e potenzialità, attraverso l’applicazione di. Considerando area di studio le regioni dell’Ita-. modelli di studio in un ambito climatico defini-. lia centrale, si introduce lo studio del progetto. to. I casi studio si collocano sul litorale costiero. architettonico come prima e principale risposta. della regione Marche, come motivato e descrit-. al contenimento energetico nei regimi climatici. to nel paragrafo che segue.. suddetti. Questo attraverso una progettazione. Si parlerà di miglioramento della qualità edili-. che parallelamente verifica l’efficienza delle ca-. zia degli edifici in termini di comfort e risparmio. ratteristiche tipologico e morfologiche ipotizza-. energetico in regime estivo, quindi alle esigen-. te per l’edificio, associate a differenti tipologie. ze relative al raffrescamento, in relazione al. d’involucro, massivo o leggero. Involucri studia-. mantenimento delle condizioni di comfort dei. ti anche sulla base dei materiali e dei sistemi. fruitori e al contenimento dei consumi energe-. costruttivi impiegati nella tradizione dei luoghi. tici dell’edificio.. studiati e supportati dalle attuali tecnologie. I risultati ottenuti saranno riferibili a dati nor-. proposte dal mercato.. mativi legati alla norma EN ISO 13790:20089. L’energia si pone come dato variabile, riferibile a. documento elaborato in accordo con le norme. fenomeni naturali microclimatici, che influisco-. preparate dal CEN nell’ambito del mandato. no in maniera determinante nelle caratteristi-. M/343 a supporto dei requisiti essenziali della. che della tipologia e dell’involucro che divente-. Direttiva Europea 2002/91/CE sulla prestazio-. ranno valori fissati nella scelta del modello pro-. ne energetica degli edifici. Nelle applicazioni. 10. 1 Divisione per aree climatiche secondo Koeppen. Tratto da, Manuale di progettazione dilizia, volume II, Ulrico Hoepli Editore S.p.a., Milano, 1994..

(11) STAGIONE CALDA. 3. 2. 2 Divisione per aree climatiche secondo Koeppen. Tratto da, Manuale di progettazione dilizia, volume II, Ulrico Hoepli Editore S.p.a., Milano, 1994. 3 Divisione per aree climatiche calde e fredde del territorio italiano. Individuzione area di studio. Tratto da, Clima e progetto, Branka Jankovich, Edizioni Medicea, Firenze, 1990.. STAGIONE FREDDA. legati al rispetto di regolamenti espressi in ter-. nee erano quelle regioni bagnate dal mare me-. mini di obbiettivi energetici, e di confronto delle. diterraneo caratterizzate e contaminate della. prestazioni energetiche di varie alternative pro-. cultura antica classica e protagoniste all’inizio. gettuali per un edificio in progetto.. del secolo dei gran tour degli intellettuali d’Europa.. 1.4 LIMITAZIONE DEL CAMPO D’INDAGINE. Per gli approfondimenti sperimentali è stata. All’interno della ricerca con il termine Mediter-. scelta la regione Marche in cui i valori macro-. raneo vengono intese le regioni dell’Italia cen-. climatici di temperature si caratterizzano per. trale oggetto di studio. Queste regioni vengono. le significative escursioni termiche giornaliere. denominate mediterranee perché ricadono in. e stagionali, ed anche in funzione della com-. quell’ambito territoriale in cui le caratteristiche. pleta varietà paesaggistica caratterizzata da. del clima vengono definite mediterranee secon-. mare, pianura, collina e montagna, all’interno. do la classificazione climatica europea orga-. della quale si è scelta come località di studio. nizzata da Koeppen10, già proposta nel 1918. la città di Falconara. In più nella regione Mar-. e perfezionata fino il 1936, in seno alle carat-. che non sono state ancora svolte ricerche affini. teristiche di particolari valori di temperatura e. agli obiettivi qui proposti, ma nelle altre regioni. di piovosità, misurati secondo le esigenze della. dell’Italia centrale ritrova dei punti di riferimen-. vegetazione delle aree in esame. La fascia ge-. to legati ai risultati di ricerche già sviluppate12.. ografica d‘azione comprende le regioni geogra-. Al fine di completare e implementare un pano-. fiche dell’Italia all’altezza dei 43° N, nelle quali. rama geografico di riferimento accrescendo gli. le caratteristiche paesaggistiche e climatiche. standard per la progettazione di edifici energe-. sono similabili e dove il fattore climatico estivo. ticamente efficienti in queste regioni.. incide più di quello invernale, regioni rapporta-. Viene scelta Falconara come riferimento perché. bili alla classificazione di zone climatiche date. vicina al capoluogo di regione Ancona in quanto. dal CNR . Sono escluse le regioni dell’Italia più. città di costa a più basso livello sul mare, nel-. meridionale e le isole in cui il fattore climatico. la quale climaticamente incide maggiormente. estivo presenta caratteri molto diversi, anche. il fattore estivo e quindi diventa il caso limite. se rimarranno un riferimento in termini architet-. all’interno dell’abito regionale, nel quale spe-. tonici storico e culturali.. rimentare e delineare i fattori progettuali ed. Questa scelta è strettamente connessa anche. energetici. Città per la quale abbiamo più dati. a ragioni storiche per le quali le aree mediterra-. climatici raffrontabili, forniti e documentati dall’. 11. 11.

(12) ENEA13 e dal “Geografical meteorology – Wea-. gia fossile o di altre fonti convenzionali” e privi. ther 13 (11)” del 1958 disponibili all’interno. di dispositivo meccanici ausiliari.. della banca dati di riferimento dall’aeronautica. La ricerca prevederà uno studio in regime dina-. militare. Valori climatici da quest’ultima monito-. mico dei modelli tipologici e tecnologici propo-. rati nella stazione climatica di riferimento che. sti, verificati attraverso l’uso di un software in. qui si trova in prossimità della zona aeroportua-. grado di analizzare il trend dei consumi energe-. le della stessa città. L’utilizzo del programma. tici durante l’interno anno solare. Si analizza il. “Design Builder”, con il quale vengono analizza-. comportamento energetico dell’edificio, control-. ti sperimentalmente i fattori approfonditi nella. lando anche le caratteristiche di sfasamento e. ricerca, ha come riferimenti climatici per la re-. attenuazione degli involucri edilizi formulati, il. gione Marche quelli della città di Falconara.. carico di soleggiamento negli ambienti interni,. La stessa regione è inoltre caratterizzata da un. sia in termini energetici sia di illuminazione e. panorama normativo attualmente in evoluzione. considerando l’apporto di ventilazione naturale. e implementabile di parametri per la progetta-. fornita in grado di soddisfare l’esigenza di rimo-. zione di edifici al alta efficienza energetica e. zione del calore all’interno dell’edificio in perio-. compresa all’interno di aree geografiche coin-. do estivo. Non verrà svolta un’analisi LCA dei. volte in programmi di finanziamenti europei per. materiali impiegati per il progetto dei modelli. questo si potranno presentare opportunità di. d’involucro in quanto è stato scelto di utilizzare. veder resi operativi e implementati i risultati. materiali certificati dalle singole ditte produttri-. della ricerca.. ci, scelti in relazione alle caratteristiche fornite. Nella studio verranno verificati e approfonditi. dalle stesse. Inoltre non ci si occuperà del con-. i principi per la progettazione di edifici passivi. trollo dei fattori acustici.. (efficienti), nelle aree geografiche sopra deli-. Verranno analizzati modelli di edifici di nuova. neate. Verranno sviluppati dei modelli di edifici. costruzione, considerando tipologie edilizie af-. passivi in cui“(…) le condizioni di comfort [estivo. fini a più usi considerando in fase di calcolo la. ed invernale] vengono raggiunte grazie a carat-. destinazione d’uso abitativa per la quale sono. teristiche dell’involucro edilizio (forma orienta-. maggiori e più restrittivi i fattori di controllo. mento, isolamento termico e massa, protezioni. energetico.. solari, ecc.) e a sistemi di trasporto del calore. I riferimenti tipologici storici e contemporanei. da o verso l’ambiente circostante (aria, terreno,. presi in esame sono modelli che si sono svilup-. cielo, ecc.) che non richiedano utilizzo di ener-. pati nelle regioni dell’Italia centro meridionale,. 14. 15. 12.

(13) nelle regioni greche e arabe. Si considera un. passive idonee all’abbattimento dei consumi. ambito territoriale d’interesse variegato tipo-. energetici nell’ambito della produzione edilizia.. logicamente e climaticamente ma omogeneo. - Imprenditori; Le linee guida di riferimento. in termini territoriali perché si affaccia su una. permetteranno di far comprendere al mondo. stessa porzione di mare mediterraneo nel quale. dell’imprenditoria edile le possibilità che que-. condividono un percorso storico.. sto tipo di strategie costruttive sono in grado di rinnovare proficuamente il nuovo mercato della. 1.5 TARGET GROUP E BENEFICIARI DELLA RI-. produzione edilizia, nelle aree geografiche og-. CERCA. getto di studio.. La ricerca è impostata avendo come riferimento. - Tecnici: Architetti, Ingeneri civili-edili. La ricer-. il target group di interlocutori scientifici e tecnici. ca è rivolta ai tecnici operatori nel settore in. sotto delineato. Parallelamente è possibile indi-. quanto è in grado di fornire strumenti pratici. viduare quelli che sono i beneficiari che posso-. al fine di progettare un edificio passivo in cui il. no usufruire del prodotto della ricerca concreta-. controllo del fattore estivo si ha dalla fase pre-. mente, con ricadute dirette dei risultati ottenuti. liminare del progetto, attraverso la gestione di. applicati in forma operativa.. 10 fattori di riferimento e in funzione delle solu-. Target Group. zioni tipologiche d’involucro fornite dai modelli. - Università;. di studio.. - Centri di ricerca; - Autorità locali: pubbliche, private;. 1.6 OBIETTIVI DELLA RICERCA. - Tecnici: Architetti, Ingeneri civili-edili;. L’obiettivo della ricerca è implementare gli. - Costruttori;. standard per la progettazione di edifici ad alta. Beneficiari. efficienza energetica (passivi) di nuova costru-. - Università; la ricerca verrà utilizzata come stru-. zione nelle regioni dell’Italia centrale, definite. mento per programmi di ricerca e finanziamenti. mediterranee, considerando come caso studio. e come punto di partenza per ulteriori approfon-. la regione Marche. Lavorando principalmente. dimenti (come delineato nelle conclusioni finali. sulla morfologia dell’involucro, per il conteni-. al capitolo 7).. mento dei consumi energetici estivi ed invernali. - Autorità locali: pubbliche, private; Messa a pun-. e il controllo dell’irraggiamento solare in regime. to della normativa regionale rispetto il controllo. estivo. Si vuole determinare come i fattori di. dei fattori estivi definendo strategie progettuali. progetto “variabili”, possono incidere in regime 13.

(14) dinamico nel progetto di un edifico “passivo”,. tipologica - morfologica degli spazi dell’abi-. affinché di delineino i metodi ed i fattori su cui. tare nella regioni dell’Italia centrale per cia-. lavorare nel progetto di architettura, per soddi-. scuna delle differenti zone, appenninica di. sfare l’esigenza di benessere estivo dell’utenza.. pianura e mare;. Questo per l’utenza che vive nelle regioni medi-. - Definizioni di soluzioni tecnologiche d’invo-. terranee oggetto di studio in cui il fattore estivo. lucro verificate e coerenti con gli schemi ti-. incide quanto o maggiormente quello invernale.. pologici formulati. Involucri che permettono. Gli obiettivi sono così articolati:. di ottenere valori di Epi ed Epe inferiore a 15. 1 - Definizioni delle condizioni di comfort per. kWh/m2a. Si parlerà di edifici passivi16.. utenti, in riferimento ai parametri termo-igro-. - Definizioni di soluzioni tecnologiche d’invo-. metri e ai fattori psicofisici connessi agli spazi. lucro di tipo leggero e massivo.. dell’abitare e alle caratteristiche climatiche del-. - Verifica delle proposte sopra citate attra-. le regioni oggetto di studio.. verso un’analisi in regime dinamico di casi. - Sicurezza: Attraverso la definizione di mo-. applicativi (modelli) dai quali è possibile ri-. delli tipologici-morgologici e tecnologici veri-. levare dati rapportabili a parametri di rife-. ficati.. rimento.. - Benessere termo-igrometrico: Controllo del. - Comfort:Comfort all’interno degli ambienti,. microclima interno con particolare attenzio-. per l’utenza finale in termini di benessere. ne alle esigenze di benessere estivo.. termo-igrometrico, psicofisico di gestione e. - Fruibilità: definizione di modelli abitativi. sicurezza.. che soddisfano i fattori psico-fisici dell’abi-. - Ottimizzazione energetica: in termini di. tare.. equilibrio tra le risorse energetiche impiega-. - Gestione: Intesa come facilità del funzio-. te e acquisite, la cui regolazione si ha per. namento per l’abitazione passiva in clima. mezzo delle caratteristiche del progetto ar-. mediterraneo.. chitettonico e i requisiti dell’involucro.. 2 - Approfondimento di linee d’indirizzo per una. - Qualità architettonica: nella composizione. progettazione energeticamente efficiente nel-. dell’organismo edilizio, controllata paral-. le regioni dell’Italia centrale (utilizzando come. lelamente al soddisfacimento dei requisiti. caso studio la regione marche nella località di. di comfort e risparmio energetico, anche. Falconara Marittima);. per il ripristino di un’architettura specchio. - Definizione di fattori per la progettazione 14. dell’identità dei luoghi..

(15) 1.7 IL METODO DELLA RICERCA. dere in che misura la ricerca è spendibile in. La metodologia della ricerca si è articolata in. programmi di cooperazione e competitività. otto fasi operative in ordine secondo la sequen-. in ambito europeo ed extra europeo.. za riportata.. 3 - Indagine bibliografica e sitografica attraver-. 1 - Analisi del problema scientifico e del con-. so lo studio e la lettura di testi, articoli di riviste. testo generale, individuazione del tema e defi-. e atti di convegni.. nizione del programma di ricerca, elaborazione. - Lettura di testi relativi la cultura storica del. degli obiettivi e dei risultati attesi.. mediterraneo e le caratteristiche architetto-. 2 - Indagine legislativa, normativa e programmi. niche dell’edilizia storica nelle regioni geo-. europei all’interno dei quali la ricerca può avere. grafiche in ci esso si esplicita maggiormente. ricadere operative.. e in maniera e coerente anche con le aree. - Legislazione europea e documentazione. geografiche oggetto di studio nella ricerca.. sulle leggi nazionali in materia di prestazio-. - Libri nei quali si delineano i principi e le. ne energetica degli edifici e certificazione. strategie per il progetto di bioarchitettura e. energetica degli edifici.. la progettazione bioclimatica. Testi e articoli. - Leggi regionali relative le metodologie in-. di riviste, riguardanti principi e strutture di. trodotte per la certificazione energetica de-. ricerche al fine di indagare gli strumenti per. gli edifici e i criteri di progettazione di edifici. la progettazione e realizzazione di edifici ad. sostenibili. Regolamenti edilizi comunali e. alta efficienza energetica.. individuazione di casi virtuosi di comuni che. - Testi di dottorato per comprendere in quale. adottano principi per la progettazione e rea-. modo organizzare e migliorare l’impostazio-. lizzazione di edifici a basso impatto ambien-. ne di struttura della ricerca e l’individuazio-. tale. Al fine di individuare i punti di criticità. ne dello stato dell’arte nel settore d’indagi-. implementabili dai risultati della ricerca.. ne scelto.. - Normative UNI relative i principi e gli stru-. - Indagini su riviste e siti web, per la cono-. menti di controllo del comfort abitativo negli. scenza delle caratteristiche climatologiche. edifici e progettazione di edilizia ad alta effi-. delle regioni italiane oggetto di studio e del. cienza energetica anche nel caso estivo.. trend climatico dell’Italia.. - Programmi europei, all’interno dei quali. 4 - Partecipazioni a convegni, seminari e wor-. siano coinvolte le regioni del’Italia centrale. kshop al fine di arricchire ed implementare le. in particolare le marche al fine di compren-. conoscenze relative lo stato d’avanzamento 15.

(16) della ricerca nell’ambito dell’efficienza energe-. fattori riferiti alla regione geografica oggetto di. tica in edilizia in particolar modo riferita al tema. studio, la regione Marche. Individuazioni di casi. delle prestazioni in clima estivo.. studio di progetti pilota attuati all’interno della. 5 - Incontri e colloqui con docenti ed esperti del. regione Marche, esperienze sperimentali, nate. settore oltre il regolare confronto con il Tutor An-. come incentivo all’adeguamento normativo. drea Rinaldi.. oggi cogente.. - Confronto con il Prof. Pietro Maria Davoli. 7 - Analisi dei fattori geografici e climatici del. (Facoltà di Architettura dell’Università di Fer-. sito in esame: Definizione dei fattori climatici. rara), Prof.ssa Maria Cristina Forlani (Facolà. caratteristici delle regioni geografiche oggetto. di Architettura dell’Università di Pescara);. di studio, come riferimento per la ricerca; de-. Prof. Carlo Truppi (Facoltà di Architettura. terminazione delle caratteristiche geografico-. dell’Università di Siracura); Prof. Corrado. paesaggistiche dei siti scelti per dimostrare. Trombetta (Facoltà di Architettura dell’Uni-. le ricadute concrete della ricerca nei differenti. versità di Reggio Calabria).. paesaggi urbani, di montagna, collina-pianura e. - Confronto con il tecnico Arch. Rino Paterno. mare della regione Marche.. referente TBZ nella città di Bari, realtà in cui. 8 - Sperimentazione di principi progettuali vali-. si stanno studiando attraverso sperimenta-. dati, attraverso la sperimentazione di modelli di. zioni costruttive le caratteristiche della Pas-. studio. Ricerca e conoscenza di programmi per. sive House in regime mediterraneo.. analisi in regime dinamico di modelli di studio. - Incontro con il Maggiore Emilio Rossini. ipotizzati al fine di ricavare dati in regime estivo.. dell’Aeronautica Militare, presso la stazione operativa di Roma Pratica di mare, riguardo. 1.8 RISULTATI ATTESI. le caratteristiche climatiche della regione. Il risultato atteso della ricerca è la definizione. marche oggetto di studio e del trend clima-. e la misura dell’importanza di fattori per la. tico dell’Italia e acquisizione di documen-. progettazione di architetture ad alta efficienza. tazione relativa immagini fotografiche nella. energetica nelle regioni mediterranee dell’Italia. regione dell’Afganistan.. centrale nei contesti appenninici di pianura e. 6 - Analisi di casi studio applicativi di edifici sto-. mare. Questo attraverso strategie di controllo. rici; individuazione dei caratteri insediativi, tipo-. energetico passivo. La definizione dell’impor-. logici – morfologici, tecnico costruttivi dell’ar-. tanza di fattori progettuali consentirà l’utilizzo. chitettura mediterranea. Studio dei medesimi. di questi fattori con una maggior consapevolez-. 16.

(17) za nel processo di progetto e costruzione di edi-. 2 Seconda fase. fici ad alta efficienza in climi mediterranei.. - Definizione dello stato dell’arte della norma-. I risultati attesi possono avere potenzialmente. tiva, nazionale, regionale e comunale, rispetto. ricadute applicative nella messa a punto di:. il tema energetico e di prestazione degli edifici. - Normative regionali in materia di efficienza. ed individuazione delle peculiarità e dei punti. energetica; con particolare riferimento alle nor-. di criticità.. mative regionali che attualmente sono utilizza-. - Conoscenza dei fattori progettuali che caratte-. te come strumento di controllo e certificazione. rizzano l’architettura mediterranea e definizio-. energetica, implementando i parametri qualita-. ne della questione energetica nell’architettura. tivi (Protocollo Itaca).. del XX secolo.. - Sensibilizzazione dei progettisti, delle istitu-. - Organizzazione dei caratteri insediativi tipo-. zioni pubbliche e delle imprese, affinché con. logici-morfologici e tecnologici dell’architettura. i risultati ottenuti si delineino modelli costrut-. mediterranea attraverso l’analisi delle architet-. tivi applicabili che siano un punto di partenza. ture nelle regioni italiane, arabe e greche.. per la modificare e il miglioramento la qualità. 3 Terza fase. energetica del costruito. Con la formulazione di. - Definizione degli obbiettivi di comfort degli. principi che permettono di controllare il proget-. utenti in regime estivo e determinazione del. to di un edificio passivo, nelle regioni oggetto. principio di edificio passivo per la ricerca.-. di studio.. - Definizione e studio dei fattori progettuali che. - Spendibilità ed esportabilità della ricerca; i ri-. possono influire sui caratteri passivi negli edi-. sultati della ricerca potranno essere spendibili. fici delle regioni dell’Italia centrale. Lavorando. all’interno di programmi di cooperazione e com-. principalmente sulla morfologia dell’involucro. petitività in ambito europeo.. e sulle sue caratteristiche tecnologiche, per il controllo dell’irraggiamento solare e del conte-. 1.9 STRUTTURA DELLA RICERCA. nimento dei consumi energetici in regime estivo. 1 Prima fase. si sono definiti 10 fattori di progetto, classificati. - Individuazione dell’ambito tematico all’interno. in tipologici/morfologici e tecnologici a seconda. del quale è stato selezionato il settore d’inte-. della loro capacità di incidere sulla morfologia/. resse della ricerca e l’area geografica in cui si. tipologia o sulle caratteristiche tecnologiche.. renderà operativa, al fine di definire gli obiettivi. 1 Orientamento - fattore tipologico/morfolo-. e i risultati attesi dalla stessa.. gico. 17.

(18) 2 Rapporto di forma - fattore tipologico/mor-. - Definizione di linee d’indirizzo. Confronti fra. fologico.. soluzioni tipologiche e tecnologiche. Definizio-. 3 Inerzia termica - fattore tecnologico.. ne dei requisiti tipologici, ambientali e tecnolo-. 4 Trasmittanza - fattore tecnologico.. gici delle spazi dell’abitare, differenziati rispetto. 5 Schermature solari - fattore tecnologico.. le diverse localizzazioni individuate all’interno. 6 Ventilazione naturale - fattore tipologico/. dell’ area geografica oggetto di studio.. morfologico.. - Comparazione tra i risultati ottenuti e quelli. 7 Spazi a differenti temperature - fattore ti-. attesi sopra proposti e definizione delle nuove. pologico/morfologico.. linee di sviluppo della ricerca.. 8 Strategie passive d’involucro - fattore tecnologico. 9 Impermeabilità all’aria - fattore tecnologico 10 Colore - fattore tipologico/morfologico. - Progettazione di modelli edilizi dai definiti caratteri morfologici-tipologici e soluzioni d’involucro edilizio - Organizzazione di una metodologia di analisi dei modelli sviluppati e definizione di schede di descrizione dei modelli e di verifica e valutazione dei risultati ottenuti. 4 Terza fase - Analisi in regime dinamico dei modelli sviluppati con il programma Design Builder, analisi dei pacchetti tecnologici formulati con il programma JTempest per conoscerne le caratteristiche di sfasamento e attenuazione e verifica degli apporti d’illuminazione naturale interna nei modelli con il programma Ecotech. - Verifica, comparazione e validazione di principi progettuali formulati dai dati ottenuti nelle prove eseguite. 18.

(19) NOTE 1 “Il paniere di gas serra considerato nel Protocollo include sei gas: l’anidride carbonica, il metano, il protossido di azoto, i fluorocarburi idrati, i per fluorocarburi, l’esafluro di zolfo.” Attilio Carotti - La casa Passiva in Europa, guida professionale alle normative energetiche e ai modelli di Calcolo, Milano, editore Clup, 2005, p. 2 2 Tratto da Progettazione ed efficienza energetica, a cura di Andrea Rinaldi, Maggioli Editori, Rimini, 2010, pag 12, riferimento nota 2. “Il Peak Oil (denominato anche picco di “Hubert”), ovvero il momento di superamento della domanda rispetto all’offerta disponibile del petrolio è diversamente stimato è stimato in funzione dei diversi modelli di calcolo, di stima delle riserve disponibili, dei consumi in base alla crescita demografica, dalla progressiva sostituzione del petrolio con fonti energetiche alternative. Quello che è certo è che sarà raggiunto molto presto. La maggior parte delle stime colloca il Peak Oil tra il 2020 e il 2050. Di pochi anni superiore è considerato il picco per il gas naturale, e di qualche decennio per il carbone. Per l’uranio le informazioni esistenti sono di dubbia veridicità, vista la sua importanza in campo militare. Tuttavia anch’esso non ha disponibilità illimitata e le riserve sono molto modeste.. di energia per il riscaldamento ed il raffrescamento ambientale”- Linee guida per l’applicazione nazionale. Energie performance of buildings-Calculation of energie use for space heating and cooling-Guidelines for national application. 10 Koppen W., Das geographische System der Klimate, 1936. 11 Nella stagione calda zona climatica 3, per la stagione fredda zona climatica 3b. 12 Per la regione Lazio nella città di Roma sono stati condotti i primi studi su questi ambiti tematici attraverso il progetto europeo Passive-On coordinato dal Politecnico di Milano e nella regione Toscana, nella città di Firenze, attraverso la Facoltà di Architettura. 13 Secondo una registrazione datati 2001 e i dati. 14 www.meteoam.it 15 Givoni, Baruch: Passive and low Energy cooling of buildings, John Wiley, New York, 1994. 16 Edifici capaci di funzionare autonomamente.. 3 Per la definizione di edificio passivo, così come inteso nella ricerca si rimanda al capitolo 5. 4 Georges Duby, Gli ideali del mediterraneo, Messina, Megosa by Gem, 2000, p. 442, p. 401-402. 5 Con il termine zona climatica si fa riferimento alla suddivisione dell’Italia secondo i gradi giorno (GG), cioè in funzione delle ore considerate per il riscaldamento invernale secondo la normativa. Con F si intende la zona climatica in cui i gradi giorno sono GG>= 3001. 6 Cristina Benedetti, Manuale di progettazione bioclimatica, Rimini, Maggioli editore, 1994, p. 119. 7 Regolamento di attuazione dell’articolo 4, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n.192,concernete attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia. 8 Supportato dalle norme UNI. 9 Prestazione energetica degli edifici-“Calcolo del fabbisogno 19.

(20) 20.

(21) 2 I modelli Mediterranei DELL’EPOCA PRE E POST INDUSTRIALE. INDICE PARZIALE Caratteri tipologici di modelli mediterranei. Sistema insediativo, Architettura: Tipologia, Involucro, Sistemi di protezione solare. 2.1 L’Architettura Italiana 2.1.1 I modelli dell’Italia meridionale 2.1.2 I modelli dell’Italia centrale 2.2 L’Architettura Greca 2.3 L’Architettura Araba 2.4 Conclusioni. 22 22 37 44 51 65. Vengono presentati i caratteri insediativi, tipologici e costruttivi “mediterranei”, attraverso l’analisi di modelli tipologici noti. Tutto ciò al fine di comprendere le strategie di controllo termico derivate dalle scelte delle caratteristiche tipologiche e morfologiche degli insediamenti, la tipologia degli edifici e la scelta dei materiali componenti l’involucro. Questi contestualizzati all’interno di un dato ambito territoriale-orografico e climatico, rispetto al quale sono in grado di garantire confort all’utente che vi abita, attraverso un completo controllo del microclima esterno e interno senza l’utilizzo di impianti. Si farà riferimento all’architettura storica dell’Italia, della Grecia e quella araba. L’analisi parte da campioni di edifici storici significativi.. 21.

(22) 2 I modelli Mediterranei DELL’EPOCA PRE E POST INDUSTRIALI. CARATTERI TIPOLOGICI DI MODELLI MEDITERRANEI SISTEMA INSEDIATIVO, ARCHITETTURA: Tipologia, involucro, sistemi di protezione solare.. 2. 1 ARCHITETTURA ITALIANA. Su un lato della corte si aprono i vani destinati. Tra i più significativi esempi di architettura ver-. al riposo mentre sull’altro quelli destinati al se-. nacolare noti nel panorama italiano ritroviamo. vizio, come la cucina e i ripostigli. Ogni casa è. il Dammuso di Pantelleria e il Trullo di Albero-. separata dall’altra per mezzo del cavedio (am-. bello, esempi che rappresentano modelli abita-. bitus) in cui si accolgono i canali del deflusso. tivi ad alta efficienza e che ritrovano i più antichi. delle acque meteoriche.. archetipi come le più antiche Domus Romane.. I cortili compluviali hanno un’origine tuscanica.. Parallelamente la definizioni dei caratteri tipolo-. Le case di Marzabotto hanno un’impostazione. gici delle abitazioni rurali che ancora oggi popo-. genetica della casa pompeiana, considerata. lano le campagne dell’Italia centrale.. come un momento di evoluzione della Domus romana. E’ molto probabile che in virtù di carat-. 2.1.1 I MODELLI DELL’ITALIA MERIDIONALE. teristiche climatiche, sociali e culturali si siano. DOMUS ROMANA. sviluppati modelli abitativi simili in aree lontane. La Domus Romana è considerata il più antico. tra loro.. esempio di tipologia abitativa che racchiude. La Domus che nasce dal modello etrusco sopra. in se i caratteri tipici dell’architettura mediter-. esaminato è un edificio ad un unico piano, ad. ranea. Trae le sue connotazioni dalla tipologia. uso unifamiliare, che l’architetto Vitruvio descri-. etrusca come testimoniano i ritrovamenti di un. ve come “bassi, massici e lunghi”, organizzati. edificio residenziale rinvenuto nelle immediate. attorno a un vano centrale, inizialmente a corte. vicinanze di Marzabotto. La Domus è la tipologia. poi coperto, totalmente o parzialmente, il patio.. abitativa di famiglie nobili nella civiltà romana.. Anche la Domus romana è un’abitazione uni-. L’abitazione presenta una forma rettangolare,. familiare, a uno o a due piani, chiusa verso. si imposta in un tessuto compatto. Nel perime-. l’esterno e aperta verso gli spazi interni; gene-. tro sono posizionati i locali abitativi e di lavoro,. ralmente si compone di spazi con destinazioni. organizzati attorno ad una corte scoperta. L’in-. fisse che si collocano intorno ad un atrio o peri-. gresso avviene attraversando un lungo corrido-. stilio, cioè un portico affacciato su un giardino. io che scavalca gli spazi destinati alle attività. che nel tempo si può estendere fino a circon-. artigianali affacciati sulla strada. La stanza di. darlo completamente. Le case sono realizzate. rappresentanza della casa si affaccia sulla cor-. le une accostate alle atre, in file semplici o dop-. te dalla parte opposta dell’ingresso, nel casi di. pie, all’interno di isolati di cui costituiscono il. impianto simmetrico.. modulo dimensionale.. 22. Foto di villaggio afgano..

(23) 23.

(24) 1. 2. Le pareti portanti erano realizzate in pietra. 15*30m).. squadrata, anche di grandi dimensioni. Da Car-. Nell’esempio di casa Fauno, residenza più son-. tagine viene importata la struttura cementizia. tuosa della precedete, che si estende su una. formata da inerti e sabbia di fiume legati con. superficie complessiva di circa 3000 mq per. calce. Successivamente viene utilizzato il late-. 92*33 ml, occupando un interno isolato, pro-. rizio integralmente o come camicia esterna per. babilmente realizzata dalla composizione di. getti di conglomerato cementizio. La copertu-. due Domus.. ra come nella precedente tipologia costruttiva. E tale tipologia nella sua trasformazione si ar-. è realizzata in legno e ricoperta con tegole in. ricchisce di forno in grado di riscaldare gli spazi. cotto.. come il tepidariume e di un calidarium.. L’evoluzione polimetrica della Domus, risenten-. Esiste una terza topologia dalle dimensioni di. do nel tempo dell’influsso del modello a peristi-. circa 160 mq (10*16 ml) che probabilmente si. lio, vede le forme diventare irregolari e gradual-. sviluppa due piani viste le ridotte dimensioni. mente scomparire l’atrio.. del piano terra. Questa ritrovata dall’archeologo. Lo sviluppo tipologico si identifica nella casa del. Adolf Hoffman.. Chirurgo ritenuta una delle tipologie più antiche. - La tipologia della Domus è la prima nella sua. (IV secolo a.C.) tra le case di Pompei, l’edificio. forma più arcaica a contenere l’elemento tipo-. risulta essere modificato e ampliato nel tempo.. logico del patio, il quale sia come spazio aperto. Da un corridoio d’ingresso fauces si entra nel-. (peristilio) o semi aperto come (atrio) pavimento. la strada nell’atrio, dotato solo in un secondo. o verde (orto) costituisce la principale connota-. tempo di impluvium, il bacino per la raccolta. zione che riflette l’esigenza climatica del luogo.. del’acqua piovana.. Il patio come riserva di aria fresca nelle caldi. L’atrio come luogo cuore della casa è il luogo su. stagioni estive. Ambiente che diventa termore-. cui si affacciano tutti gli ambienti in modo sim-. golatore degli spazi interni delle ambientazioni. metrico, due camere da letto e un’ala per ogni. estive durante la stagione più calda, per le sue. lato maggiore; sull’asse delle fauces e di fronte. caratteristiche.. ad esse trova il posto il tablinum, il soggiorno. - La forma tipologica risulta particolarmente. della Domus, finestrato sul portico posteriore e. compatta il rapporto di forma che si può calco-. fiancheggiato da due vani; da uno di questi si. lare nella tipologia Pompeiana del “Chirurgo”. accede al portico posteriore.. è 0,90, caratterizzata da un atrio e un orto, le. La casa ha una superficie di circa 450 mq (circa. cui superfici sono superiori alle dimensioni de-. 24. 1 Domus Romana casa di Trebio Valente, Pompei. Sezione. 2 Tipo edilizio della città etrusca vicino a Marzabotto. 3 Pompei: Casa del Chirurgo. LEGENDA 1 ingresso 2 stanza trasformata in luogo di vendita 3 stanza 4 atrio 5 camera da letto 6 ala (luogo per la conservazione dei latri) 7 stanza di passaggio al portico e all’orto 8 tablinum 9 stanza 10 portico 11 orto.

(25) 3. 4 Casa del fauno a Pompei. LEGENDA 1 ingresso 2 tabernae 3 cubicula 4 atrio 5 atrio tetrastilo 6 tablinum 7 triclino 8 alae 9 peristilio 10 esedra con mosico 11 triclino estivo 12 atrio triclino 13 cucina 14 bagni 15 grande peristilio 16 posticum. gli spazi abitati, mentre quella di Fauno è pari. 5 Ricostruzione gafrica dell’trio tuscanico della casa del Fauno.. - Il tessuto urbano in cui si inserisce la tipologia. 5. a 0,55, l’estensione dell’abitazione ricordiamo essere circa 3000 mq con cinque spazi a corte, di tipologia aperta o semiaperta. Si può affermare che aumentando la dimensione del patio diminuisce il rapporto di forma, quindi è apprezzabile l’uso di una tipologia articolata sia ai fini funzionali dell’abitazione sia a quelli bioclimatici, sfruttando le caratteristiche geometriche degli spazi a differenti temperature. è un tessuto storico anch’esso compatto quindi si evince che l’aggregazione di più tipologie aumenta il livello di compattezza dato dalla singola abitazione. - la muratura massiva in pietra o laterizio ha una dimensione di circa 50-60 cm e l’uso della pietra e del laterizio conferisce elevata inerzia termica agli ambienti, strategie di controllo termico estivo ed invernale. - La chiusura dei muri perimetrali è una strategia efficace di controllo solare limitando l’uso di piccole aperture esterne per garantire l’illuminazione naturale degli ambienti durante la stagione estiva.. 4. 25.

(26) 6. DAMMUSO. un arco a tutto sesto;. Tipica costruzione di Pantelleria nella quale la. -l’arkòva, stanza da letto solitamente priva di. storia della architettura ha raggiunto il massi-. aperture o dotata in alto di una piccola finestra,. mo della evoluzione, si tratta infatti di uno dei. grande poco più di un letto matrimoniale, isola-. più antichi e significativi esempi di architettura. ta dalla kàmmira solo da tendaggi che coprono. spontanea, dalla forte identità. Le origini della. l’apertura ad arco;. tipologia del dammuso risalgono all’epoca della. - I kammarini, stanze da letto più piccole dell’ar-. collocazione araba, tuttavia è stato accertato. kòva, senza finestre;. che l’utilizzo della pietra vulcanica locale, nella. - il cuffulàru, ovvero la cucina, lungo la parete. costruzione di abitazioni era diffuso anche nelle. viene sistemato ‘u furnìddru , tradizionale pia-. epoche precedenti, dato che la prima struttura. no di cottura in muratura, con piccoli armadi. simile a un dammuso risale ai primi secoli dopo. rettangolari ricavati nei muri, detti casèna o. Cristo, quando Pantelleria era un possedimen-. stìpu a mmùru.. to romano. L’utilizzo del dammuso è originaria-. Elemento portante della struttura del dammuso. mente stagionale e prevalentemente agricolo,. sono i muri spessi fino a due metri, realizzati. attualmente utilizzato anche come residenza. con la tecnica della casciata, consistente in una. stabile, come già detto Il dammuso nasce per. doppia parete in muratura di pietre a secco con. esigenze pastorali e di coltivazione, nella sua. l’intercapedine riempita da pietrame minuto,. forma più essenziale consiste in un unico am-. assestato e costipato e in seguito innaffiato con. biente, con il passare dei secoli, e l’evoluzione. terra per riempire gli interstizi e rendere il muro. dell’urbanizzazione i dammusi diventano dimo-. compatto nonché refrattario al calore, al freddo. re stanziali, sia nei borghi che nelle contrade,. e ai rumori. A volte le pareti esposte a sud ven-. assecondando le esigenze della famiglia, lo. gono intonacate all’esterno con strati successi-. spazio si dilata prima nello spessore dei muri,. vi di calce e sabbia o calce e pomice, rifiniti fino. dove vengono ricavate nicchie e armadi, per poi. ad ottenere una superficie perfettamente liscia,. ospitare più ambienti, La “cella base” del dam-. per ridurre ulteriormente l’assorbimento della. muso tipico conta dei seguenti vani:. radiazione solare. La copertura è costituita da. - la sala, stanza disimpegno dalla quale si ac-. una o più volte o cupole realizzate in pietre rot-. cede in quasi tutte le altre stanze;. te disposte a taglio, rivestite in terra battuta e. -la kàmmira, vano soggiorno adiacente alla. impermeabilizzate con un impasto di calce, tufo. sala e dalla quale si entra nell’arkòva tramite. e lapilli vulcanici, che permettono di aumentare. 26. 6 Dammuso di Pantelleria. Tratto da A. Scrano, Identità e differenze nell’architettura del mediterraneo, Gangemi editore, Roma. 7-8 Sezione tecnologica del dammuso. LEGENDA 1- Strato impermeabile composto da calce, tufo e lapilli vulcanici , compresso con mazzuoli in legno sino ad assumere uno spessore di circa 4 cm. 2- Riempimento dello spazio tra la volta e il paramento esterno di pietre di varia grandezza, atto a fornire maggiore stabilità alla struttura e a distanziare e proteggere l’interno della cupola del deflusso delle acque piovane. 3- Strato di terra atto a livellare la superficie esterna della volta e a permettere un migliore ancoraggio del manto impermeabile, nonché a facilitarne la compressione durante la battitura. 4- Pietre della volta posizionate a raggiera con il lato corto rivolto verso il centro della base della cupola con piccole pietre dure disposte a cuneo a mo’ di fermo. 5- Strato di terra impastata (taio) posta su tutta la superficie interna della cupola al fine di livellarne le imperfezioni. 6- Serie di pali secondari che vengono appoggiati seguendo una serie di perimetri che vanno a diminuire gradualmente mentre si sale verso l’alto . Pali di sezione. 7- Pietre di limitato spessore, poste nello spazio tra i pali, atte a fungere da supporto per la terra impastata con.

(27) 4 1. 3 2. 10. 5 5 7. 12. 11. 6 14. 8 9. 13. 15. 8. 7 acqua . 8- Coppia parallela di pali in legno di leccio atti a supportare, insieme alla colonna centrale in pietra, il peso complessivo della forma. 9- Piccoli cunei in pietra posti tra le pietre della colonna centrale, necessari per facilitare lo smontaggio della forma tramite dei colpi che liberano parzialmente i pali superiori fissati dal peso della cupola. 10- Pali di sezione. 11- Pietre poste sui pali di supporto per definire linea curva della cupola, tra le quali vengono fissati i pali secondari. 12- Nicchia all’interno dei muri che permette lo scorrimento dei pali in legno di leccio durante lo smontaggio della forma. 13- Paoli di supporto degli spigoli. 14- Colonna di pietra atta a sostenere, insieme ai pali,l’ingente carico della struttura. Tratto da A. Scrano, Identità e differenze nell’architettura del mediterraneo, Gangemi editore, Roma.. l’altezza dei locali non intaccandone la posizio-. il mese di agosto si mantiene quasi costante in-. ne, e che contribuiscono a mantenere fresco. torno ai 26°C sia durante il giorno che durante. l’ambiente specialmente nel periodo estivo, in. la notte.. quanto l’aria calda interna tende a salire ver-. L’impianto di edificazione del dammuso aveva. so l’alto. Anche le aperture del dammuso sono. inizio con l’opera di bonifica dei terrazzi adia-. pensate per mantenere inalterato il microclima. centi al luogo scelto per la costruzione, e con. interno: piccole e rare, sono costituite unica-. la raccolta delle pietre in cava, durante la quale. mente dalla porta d’ingresso e da piccole ferito-. avveniva una prima selezione a seconda della. ie, di forma rettangolare o rotonda, i cosiddetti. grandezza e della forma delle stesse, identifica-. “occhi di pietra”, che, orientati di solito verso. te ancora oggi con nomi specifici, ovvero tartisi,. sud ma posizionati nei muri in modo da cattura-. strummuli, mazzacani per le pietre da 3 a 15. re le brezze estive e sfuggire il terribile scirocco,. cm, cantune, balati, cantunere per quelle da. permettono di ottenere una ventilazione nottur-. 15 a 70 cm, e che ricoprivano ognuna un ruolo. na e un’illuminazione diurna debole Il senso di. specifico nella costruzione dei muri.. frescura che si prova all’interno dei dammusi. Durante questa prima fase di bonifica e prepa-. nelle giornate estive di scirocco dimostra infat-. razione veniva costruita la cisterna per la raccol-. ti come queste costruzioni siano state conce-. ta dell’acqua: tuttavia, poiché era uso comune. pite per raggiungere condizioni di benessere. edificare il dammuso su rovine di epoca punica. abitativo. Riassumendo, possiamo dire che le. o romana, venivano il più delle volte riutilizzate. strategie di raffrescamento del dammuso sono. le antiche cisterne campanulate, impermeabi-. basate principalmente:. lizzate con il coccio pesto, conservatesi integre. - sul ruolo di sfasamento e smorzamento dei. e funzionanti fino ad oggi senza bisogno di ma-. flussi di calore da parte della massa muraria;. nutenzione né di pulizia.. - sulla dissipazione di calore per reirraggiamen-. Le modalità di costruzione dei muri di soste-. to notturno attraverso la volta che, dal punto di. gno delle cupole e della copertura delle volte. vista degli scambi energetici, può essere assi-. costituiscono uno degli esempi più interessanti. milata ad un tetto piano;. di coibentazione termica del mondo mediterra-. - sulla ventilazione notturna permessa dalle. neo: la cupola e i muri, infatti, spessi fino a 200. piccole aperture nei muri, che dissipa il calore. cm e ripieni di tartisi, mazzacani, strummuli,. accumulato durante il giorno.. terra e aria, consentono di controllare l’umidità. La temperatura interna del dammuso durante. degli ambienti interni grazie alle correnti d’aria 27.

(28) 9. che si creano sotto le volte della cupola, che. zione delle volte in pietra, a secco o legata con. 9 Dammuso.. permettono lo scambio naturale del calore tra. calce, nelle forme più complesse, a capanna, a. interno ed esterno secondo la stagione, e quin-. botte, a crociera o a vela, con lunette o a volata. di il controllo del gradiente termico all’interno. reale, e nella forma tipica della cupola.. 10 Funzionamento anbientale del Dammuso. Gallo Cettina, Architettura bioclimatica, Roma, Syntesis, 1998, p.157. dell’abitazione.. La copertura è realizzata in pietra e ricoperta. Per quanto riguarda la costruzione dei muri por-. da uno strato di terra per livellarne la superficie,. tanti, il metodo più usato è quello della pietra. sulla quale si stende in seguito uno strato di. murata a secco con doppio paramento riempito. calce, tufo rosso e lapilli vulcanici dello spes-. con piccole pietre. Lo spessore dei muri si basa. sore di 7 cm, che viene poi battuto per diversi. sia sulla luce della cupola che verrà costruita,. giorni fino a ridurne lo spessore a 4 cm, e che. sia sul tipo di roccia adoperata: lo spessore sarà. serve ad impermeabilizzare la copertura e a far. infatti maggiore qualora si adoperino lave soda-. defluire l’acqua piovana verso la cisterna attra-. trachitiche o basaltiche, minore qualora le lave. verso la cannalata, un canale aperto ricavato. usate siano ignimbritiche. Con lave ignimbriti-. nella muratura e trattato come la copertura.. che si ha anche la possibilità di costruire muri. Grazie ai lapilli vulcanici, si risolve il problema. con monoliti regolari legati alla malta, metodo. dell’assorbimento e del successivo rilascio del. tipico del periodo che va dal 1700 al 1950 e. calore, creando un manto impermeabile allo. presente specialmente nelle abitazioni del cen-. scorrimento dell’acqua piovana, che permette. tro di Pantelleria e delle principali contrade.. inoltre la traspirazione dell’umidità dall’interno. Le aperture principali del dammuso sono. del dammuso verso l’esterno.. quasi sempre orientate verso meridione, al. Lo spessore complessivo della copertura – i cui. fine di sfruttare la luce e il calore proveniente. fianchi sono rialzati, in modo da evitare la di-. dall’esterno, ma le finestre, delle dimensioni di. spersine dell’acqua piovana – tra pietre, terra e. 40x50 cm, sono posizionate al di sopra delle. battuto di tufo, si aggira intorno ai 30 – 40 cm.. architravi degli ingressi, ad un’altezza quindi su-. La costruzione di una volta è possibile solo con. periore ai 180 cm, per lasciare entrare una luce. il supporto di una forma che possa sostenere. più tenue e superare la calura estiva tipica del. l’ingente peso delle pietre durante la costru-. clima dell’isola.. zione. I materiali adoperati per questa struttu-. Ma quel che ha dato davvero un’impronta in-. ra portante sono tre: legno, pietre e terra. Per. confondibile all’isola di Pantelleria sia dal lato. quanto riguarda il legno, troviamo nelle contra-. stilistico sia da quello tecnico è stata la costru-. de misure standardizzate che hanno un ruolo. 28. 11 Dammuso. Tratto da A. Scrano, Identità e differenze nell’architettura del mediterraneo, Gangemi editore, Roma..

(29) 10. 11. fondamentale della determinazione del periodo. cupola viene lasciato in pietra a vista, mentre. di costruzione dei dammusi.. la superficie esterna viene consolidata con del-. Nel disegno è illustrata l’impostazione dei legni. la semplice terra mista a piccole pietre. Il cor-. per la costruzione di una volta a botte. Lo spa-. dolo viene rialzato, e lo spazio intercorrente tra. zio tra i legni viene riempito incastrandovi pietre. il bordo superiore dei muri e la cupola riempito. piatte di limitato spessore, che creano un buon. con pietre e terra, per far si che il complesso. supporto alla terra impastata con acqua (taio). della cupola pesi verso il centro, equilibrando le. da applicare successivamente per la rifinitura. naturali spinte verso l’esterno.. dell’intera superficie.. La superficie irregolare esterna della volta è li-. Si inizia impastando lungo il perimetro pietre. vellata con la terra, sulla quale in seguito viene. di maggiori dimensioni,per poi passare a pie-. steso un impasto impermeabilizzante di calce. tre di dimensioni minori, mantenute comunque. e lapilli per il deflusso dell’acqua piovana, che. nell’ordine di 35 cm di lunghezza media.. viene così convogliata verso la cisterna.. Fino ai due terzi dell’altezza della volta viene. L’impasto di calce e lapilli prima di essere ste-. seguito lo sviluppo del perimetro, per poi inizia-. so sulle cupole, viene miscelato con acqua una. re con una serie d’archi impostati sui due lati. quindicina di giorni prima e poi lasciato a cumu-. lunghi della base.. lo, in modo che i lapilli possano assorbire una. Le pietre finali al centro della cupola vengono. certa quantità di calce, che funge da legante;. rinforzate con piccole pietre dure, che agisco-. all’impasto si aggiungono poi acqua e terra. Lo. no da cuneo tra quelle di grandezza maggiore,. spessore iniziale dello strato è di 7 cm circa; la. in modo da comprimere la struttura fino a ren-. compressione è effettuata coprendo la volta. derla un monoblocco statico, anche senza l’uso. con mazzuoli di legno duri per due o tre giorni,. della malta quale legante.. fino a ridurne lo spessore a circa 4 cm.. Se la struttura è adibita ad abitazione, prima. La forma per la costruzione della volta viene. di murare le pietre della cupola viene steso sul. smontata gradualmente partendo dal centro e. fondo un impasto di calce e sabbia, in modo. allentando poi l’intera struttura. Considerando. da creare una base regolare per la successiva. il periodo storico nel quale fecero la loro com-. stesura dell’intonaco sulla superficie interna. parsa, queste tecniche costruttive possono a. della cupola, ovviamente dopo aver smontato. ragione essere definite “avanzate”, se confron-. la struttura portante. Se la struttura è invece. tate con la situazione abitativa delle basse clas-. adibita a stalla o a magazzino, l’interno della. si sociale nel resto dell’Europa del XV secolo. A 29.

(30) 12. 13. Pantelleria , infatti, queste tecniche elementari. – su livelli sfalsati o su unico livello, a seconda. hanno reso possibile la creazione di una strut-. che il terreno sia pianeggiante o scosceso - o in. tura, il dammuso, capace di riparare da agenti. linea, quest’ultima tipica dei dammusi realizzati. atmosferici quali il caldo e il freddo eccessivi, e. su di un unico terramento.. di offrire una indipendenza idrica fondamentale. L’immagine di questi aggregati è certamente. per vivere sull’isola.. quella di un’architettura massiva, composta. In conclusione, l’approvazione da parte di tutti. dalla giustapposizione di solidi geometrici sem-. gli strati sociali di tecnologie costruttive basa-. plici. L’effetto percettivo muta però in relazione. te sulle risorse del territorio ha permesso una. al trattamento della superficie dei solidi, che. larga diffusione della tipologia del dammuso. può essere lasciata in pietra a vista o intona-. sull’isola, che ha così acquisito un’identità ar-. cata.. chitettonica unica nel Mediterraneo e ancora. I dammusi in pietra a vista paiono nascere. oggi chiaramente percepibile.. letteralmente dalla terra pantesca: l’aspetto. La forma base del dammuso è quella di un pa-. compositivo è fortemente serrato, caratteristica. rallelepipedo compatto, con possibilità di aggre-. che viene enfatizzata dai muri pieni che, gene-. gazione di più moduli, mentre l’orientamento è. ralmente rastremati – in particolare nelle tipo-. tale da offrire la minor superficie al vento do-. logie più antiche – e “addolciti” agli angoli dalla. minante, il maestrale (nord-ovest). La trama del. pietra sbozzata che crea spigoli mai troppo pro-. costruito non è congiunta, in relazione al clima. nunciati, “ancorano” l’edificio al suolo. L’effetto. molto ventoso.. compatto di questi nuclei viene ulteriormente. Il dammuso è costruito da un sistema di celle. sottolineato dalla quasi totale assenza di ele-. ad un unico livello con copertura a volta, col-. menti decorativi; a volte è presente un leggero. locate in zone pianeggianti o su pendii terraz-. strato di calce sulle facciate rivolte a sud, che. zati, unite tramite una rete di percorsi esterni. si limita di solito a “sporcare” la pietra dei muri. – scale e rampe in muratura, terrazzi, spiazzi e. piuttosto che a nasconderla. Le facciate in pie-. selciati – che fungono da collegamento fra i vari. tra lavica possono assumere colori e tessiture. nuclei. La forma tipica della cellula base, cioè il. differenti, a seconda della tipologia di pietra. nucleo abitativo, è quella di un parallelepipedo. utilizzata, i cui colori possono variare dal nero. compatto, al quale si aggregano i corpi degli. dell’ossidiana ai toni più chiari delle ignimbriti,. ambienti di servizio, anch’essi di forma stereo-. e della lavorazione dei conci, che possono esse-. metrica, secondo una disposizione a grappolo. re semplicemente sbozzati o sagomati in forme. 30. 12 Cellula base del Dammuso. Tratto da A. Scrano, Identità e differenze nell’architettura del mediterraneo, Gangemi editore, Roma. 13 Tipologia di Dammuso più articolta. Tratto da A. Scrano, Identità e differenze nell’architettura del mediterraneo, Gangemi editore, Roma. 14 Tipologia di Dammuso Paolazzotto. Tratto da A. Scrano, Identità e differenze nell’architettura del mediterraneo, Gangemi editore, Roma. 15 Pianta tipo di un Palazzotto. Tratto da A. Scrano, Identità e differenze nell’architettura del mediterraneo, Gangemi editore, Roma..

(31) 14. 15. più regolari.. il 60% - si ha nelle aree intorno alla cittadina. A differenza dei dammusi intonacati, quelli in. di Pantelleria, a causa del prestigio sociale di. pietra a vista si confondono talmente col pae-. cui godevano le famiglie proprietarie di queste. saggio da essere a distanza quasi del tutto invi-. abitazioni rurali.. sibili; solo il profilo sinuoso delle volte imbianca-. Le planimetrie sono tutte differenti anche se. te a calce, che in qualche modo “alleggerisce”. possiamo ritrovare dei sistemi di ambienti in-. anche la “pesante” immagine dei dammusi,. varianti, come il complesso camera – camerino. permette di intravedere le abitazioni, spiccando. –alcova, che identifica i palazzotti quali derivan-. sui toni scuri dei muri e dell’ambiente naturale. ti del dammuso.. circostante.. Attorno al palazzotto, ma non addossato ad. L’immagine dei dammusi intonacati è certa-. esso, erano generalmente collocati ambienti. mente meno “grave” e collegata al suolo di. funzionali all’attività agricola o di allevamento,. quella dei dammusi in pietra a vista; tuttavia, le. con magazzini e stalle.. tessiture e le tonalità cromatiche dell’intonaco. Il sistema costruttivo dei palazzotti ripete quello. a calce creano un legame con l’ambiente natu-. dei dammusi classici, con l’aggiunta del pon-. rale ugualmente profondo: la terra sulla quale. teggio necessario per costruire una struttura. sorgeva di dammuso veniva infatti spesso utiliz-. a due piani costituita da massi squadrati delle. zata nella preparazione dell’intonaco da appli-. dimensioni medie di cm35x30x70 e del peso. care sulle superfici murarie, che assumevano in. di 70 kg ed oltre.. tal modo le sfumature cromatiche dell’ambien-. Le volte del piano superiore, erano generalmen-. te circostante. I colori utilizzati presentano così. te costruite con le cosiddette “pietre di monte”,. una gamma variabile dal bianco avorio della. ovvero grossi lapilli delle cuddie – Cuddia del. calce pura ai toni dell’arancio, del rosso matto-. Monte, Cuddie Rosse, Cuddia Bruciata – pro-. ne e del viola della terra vulcanica dell’isola.. venienti dall’ultima fase eruttiva dell’isola, che. Al dammuso segue il palazzotto come sua evo-. uniscono residenza a leggerezza, oppure, in. luzione tipologica, si presenta come una struttu-. alternativa, con lava ignimbritica leggera e po-. ra a due livelli che si trova in zone prettamente. rosa; lo spazio tra il perimetro dei muri e la cu-. agricole, e che ricalca un modello utilizzato nel. pola veniva riempito con pietre miste a pomice,. vecchio centro di Pantelleria, purtroppo distrut-. mentre nei dammusi venivano utilizzate pietre. to durante la Seconda Guerra Mondiale.. pesanti, al fine di rinforzare la staticità dell’in-. La più alta concentrazione di palazzetti – circa. tera struttura. 31.

(32) 16. Caratteristiche deometrico tipologiche. gio pantesco un’impronta riconoscibile.. 16 Trullo pugliese.. Lo sviluppo verso l’alto di questi costosi sistemi. Cellula base del dammuso - La costruzione, in. costruttivi era un chiaro simbolo del benessere. pietra locale, è realizzata totalmente a secco. economico raggiunto dalle famiglie proprieta-. senza alcun legante, contrariamente a modelli. rie. Spesso, in questo tipo di edifici le facciate. cronologicamente successivi, nei quali si ricorre-. 17-18 Scorci di Trullo Ad alberobello. Tratto da A. Scrano, Identità e differenze nell’architettura del mediterraneo, Gangemi editore, Roma.. seguono alla base l’inclinazione molto accen-. va a legati quale calce, pazzolana o terra per la. tuata dei muri dell’antica costruzione,per poi. realizzazione di volte complesse, reali o a vela.. assumere al livello del primo piano un’inclina-. I muri portanti del dammuso sono composti di. zione moderata.. pietre locali scure con qualità litiche sodarioliti-. Molti palazzotti si sviluppano su di un’antica. che, differenti da quelle delle cupole della ca-. abitazione monovano appartenuta ai primi. mera, dell’alcova e del camerino, costruite con. esponenti della famiglia proprietaria della te-. pietre ignimbritiche tagliate in forme regolari e. nuta agricola, e spesso è possibile leggere la. fatte combaciare con precisione.. difficoltà di adattamento della nuova costruzio-. Come già detto, il dammuso ha subito una evo-. ne allo spessore dei muri e al volume di quella. luzione nel corso di 200 anni, sino ad assumere. originiaria.. la definitiva forma classica a “cellula base”, ri-. U jardinu - Queste strutture architettoniche di. masta inalterata – con la sua superficie di cir-. uso rurale meritano una particolare attenzione,. ca 40 mq atta ad ospitare una famiglia di sei. sia per la forma circolare che fuoriesce dai ca-. persone - fino all’abbandono dell’edificio negli. noni dei volumi stereometrici del dammuso, sia. anni ’50.. per il notevole impegno costruttivo, necessario. Dammuso in località Rekhale - Questo dammu-. a realizzare strutture che raggiungono i 4 metri. so, risale al XVIII secolo, rappresenta una delle. di altezza media per un diametro che può arri-. più antiche abitazioni pantesche dotate di por-. vare a 9 metri, con uno spessore murario medio. tico in facciata, l’edificio mostra ancora le tracce. di 140 cm alla base e 80-100 cm nella parte. delle raffinate finiture, nelle modanature delle. superiore, e all’interno dalle quali si accede tra-. volte a crociera e delle lunette che coprono gli. mite un’unica apertura che non supera l’altezza. ambienti interni. Il camino elemento di grande. di un uomo.. interesse costituito da un semicilindro in pietra. Queste opere, realizzate in pietra a secco, han-. intonacato con tre comignoli cilindrici; tipologia. no caratterizzato uno stile costruttivo mantenu-. molto antica con impostazione ottocentesca,. tosi invariato nei secoli, che ha dato al paesag-. rintracciabile nell’arcipelago delle Cicladi. Al. 32.

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