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CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI - Mozambico 2016

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CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI - Mozambico 2016 SCHEDA MOZAMBICO – CELIM MILANO

Volontari richiesti : N 2

SEDE DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: QUELIMANE INTRODUZIONE

FOCSIV è la più grande Federazione italiana di ONG che da oltre 40 anni lavora nei sud del mondo realizzando progetti di cooperazione internazionale. Punto fermo di tutti gli interventi è stato ed è quello di contribuire, attraverso il lavoro di partenariato e la promozione dell’autosviluppo al superamento di quelle condizioni di ingiustizia che potenzialmente sarebbero potute essere, sono o sono state fonte di conflitti e di maggiori ingiustizie, costruendo percorsi di pace. Per dare continuità al lavoro di prevenzione dei conflitti (intesi nel senso sopra descritto), volendo offrire la possibilità ai giovani italiani di sperimentarsi come operatori privilegiati della solidarietà internazionale, FOCSIV in collaborazione con l’Associazione Papa Giovanni XXIII, la Caritas Italiana e il GAVCI ha ripresentato nel febbraio del 2007, all’UNSC il progetto madre “Caschi Bianchi” che intende collocare la progettualità relativa al servizio civile all’estero come intervento di costruzione di processi pace nelle aree di crisi e di conflitto (armato, sociale, economico, religioso, culturale, etnico..) con mezzi e metodi non armati e nonviolenti attraverso l’implementazione di progetti di sviluppo tenendo presente che i conflitti trovano terreno fertile dove la povertà è di casa, i diritti umani non sono tutelati, i processi decisionali non sono democratici e partecipati ed alcune comunità sono emarginate. Il presente progetto di servizio civile vuole essere un ulteriore testimonianza dell’impegno della Federazione nella costruzione della pace nel mondo e vuol far sperimentare concretamente ai giovani in servizio civile che la migliore terapia per la costruzione di una società pacificata è lottare contro la povertà, la fame, l’esclusione sociale, il degrado ambientale; che le conflittualità possono essere dipanate attraverso percorsi di negoziazione, mediazione, di riconoscimento della positività dell’altro.

DESCRIZIONE DEL CONTESTO SOCIO POLITICO ED ECONOMICO DEL PAESE DOVE SI REALIZZA IL PROGETTO:

MOZAMBICO

Conquistata l’indipendenza dal Portogallo nel 1975, dopo circa 500 anni di colonizzazione, il Mozambico è tra le nazioni più povere d’Africa. L’emigrazione su vasta scala dei bianchi (principali detentori dell’economia), la dipendenza economica dal Sud Africa, la continua e grave minaccia della siccità e una più che decennale guerra civile hanno minato alle basi qualsiasi potenzialità di sviluppo del Paese. La vita politica è stata caratterizzata, ed ancora oggi risente, del conflitto tra il Fronte di Liberazione del Mozambico (FRELIMO, movimento politico di ispirazione marxista nato nel 1962 ed artefice dell’indipendenza nazionale) e l’esercito della Resistenza Nazionale del Mozambico (RENAMO, nato agli inizi degli anni ’80 e sostenuto dal regime bianco del Sud Africa). Nel 1992, anche attraverso la mediazione delle Nazioni Unite, si pone fine alla guerra civile e nel 1994 viene promulgata la nuova Costituzione che pone le basi per il multipartitismo. Le elezioni politiche, tenutesi alla fine del 2004, hanno confermato l’egemonia del FRELIMO sulla vita politica mozambicana, sancendo l’elezione (peraltro fortemente contestata e considerata piuttosto irregolare dagli osservatori internazionali) di Armando Emilio Guebuza, successore designato da Joaquim Chissano, alla guida del Paese per 18 anni.

Nonostante la fine del conflitto ed il tentativo di implementazione di riforme in ambito economico, le condizioni di vita della popolazione sono tuttora precarie. La popolazione paga ancora le conseguenze delle guerre che hanno insanguinato il Paese dagli anni ’60. In più, le recenti carestie e inondazioni hanno messo a dura prova la resistenza dei Mozambicani, che non sono ancora riusciti a cogliere i frutti dello spettacolare sviluppo economico che caratterizza il Paese dai primi anni duemila. Dal 2001 infatti il tasso di crescita medio annuo si è attestato attorno al 7,5% (dal 2014 si ferma al 7,4%). Fattori trainanti di questo sorprendente sviluppo sono l’agricoltura e l’industria mineraria. I recenti progressi hanno impressionato anche il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale, che rimangono però preoccupati per l’alto

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livello di corruzione che caratterizza i vertici politici del paese, l’eccesso di burocrazia e la forte dipendenza dagli aiuti internazionali e dagli investimenti esteri.

La crescita economica significativa, tuttavia, non si è ancora tradotta in modifiche strutturali necessarie per ridurre la povertà e promuovere lo sviluppo umano: il 54,7% della popolazione è sotto la soglia di povertà e l’indice di sviluppo umano è pari a 0,393, e il Mozambico si colloca al 178° posto della classifica mondiale (2014). Tra le problematiche più rilevanti che il Paese si trova ad affrontare va menzionata anche una cronica insicurezza alimentare, che interessa un mozambicano su 3.

Gli standard sanitari nel Paese, inoltre, non sono adeguati: meno della metà della popolazione ha accesso ai servizi sanitari di base e malattie quali il colera ed il morbillo costituiscono problemi sanitari nazionali.

E’ una popolazione molto giovane: il 45.13% ha tra 0-14 anni, il 21.43% tra 15-24, per un totale di oltre il 60% della popolazione. Questo perché la fertilità è altissima: in media 5,21 bambini ogni donna (dato del 2015), con una mortalità infantile elevata: oltre 70 morti ogni 1000 nascite. Inoltre, il 15,6% dei bambini è sottopeso.

Questo dato è la rappresentazione della grave situazione sanitaria che colpisce questo paese (il paese impiega solo il 2,8% del PIL per la sanità). Solo il 21% della popolazione ha accesso ai servizi igienico- sanitari adeguati e il 49% ha accesso all’acqua potabile. Il 54,7% della popolazione adulta è al di sotto della linea di povertà (il 36,8% è sottonutrita). Le principali cause di morte sono associate alle grandi malattie.

Sono stati registrati oltre 1milione e 800.000 casi di malaria l’anno; 553 casi di tubercolosi. Nel 2014 sono state registrate 44,900 morti per AIDS (con una diffusione del 11,1%), andando a compromettere gli sforzi di sviluppo perché colpisce una fascia produttiva della popolazione (da 15 a 49 anni), dato che gli individui economicamente attivi sono solamente il 37% del totale. Tale epidemia influisce anche sul tasso di scolarizzazione del paese, in quanto diminuisce la possibilità per le famiglie di inviare i figli a scuola.

Attualmente circa 2,6 milioni di alunni frequentano le scuole in Mozambico, ma questa percentuale si stima scenderà a causa della riduzione delle nascite, e dall’aumento dei nati infetti che non riusciranno ad iniziare il percorso scolastico. Un fenomeno che colpisce i giovani, e danneggia la loro l’istruzione, è il lavoro minorile che coinvolge il 22% dei minori tra 5-14 anni , per un totale di 1,369,080. Infatti, il 43,9% della popolazione è analfabeta e questa situazione riguarda soprattutto il genere femminile: solo il 45,4% è istruita (contro il 73,3% degli uomini).

Non rassicurante è inoltre il rispetto dei diritti umani nel Paese: si segnalano maltrattamenti e non equi procedimenti giudiziari, così come permangono ancora evidenti le restrizioni alla libertà di stampa: il Freedom of the press rankings (Rapporto 2015) colloca il Paese al 85° posto su scala mondiale, in una classifica di 197 Paesi. In questo senso l’elezione di Guebuza, non fa sperare in un ampliamento della libertà di espressione, essendo uno dei fondatori del FRELIMO e pertanto uno degli artefici delle dure campagne contro i colonizzatori prima, e contro gli oppositori politici dopo.

Infine, il movimento migratorio verso le città e le zone costiere della popolazione, alla ricerca di migliori condizioni di vita e di lavoro, ha provocato negli anni significativi danni ambientali quali l’inquinamento dell’aria e dell’acqua e la desertificazione delle terre sovra sfruttate.

DESCRIZIONE DELLE ONG E DEI PARTNER TERRITORIALI CHE COLLABORANO CON LE ONG:

CELIM Milano ha iniziato le proprie attività in Mozambico nel 2002 su richiesta della Caritas Italiana dopo l’alluvione che ha colpito le popolazioni del sud del Paese.

Nel 2003 è iniziato il programma di sviluppo socio-economico in aree rurali della provincia di Inhambane, un progetto di promozione agro-zootecnica, in consorzio con Caritas Italiana, avviato per tre anni col co- finanziamento del Ministero Affari Esteri a metà 2004, dopo una fase preliminare privata di un anno, in sei zone rurali della provincia.

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In seguito, sempre in campo agricolo, è stato avviato il programma di sviluppo in aree rurali della provincia di Quelimane (da metà 2006) attraverso un progetto di promozione agro-zootecnica in due distretti dell’interno della provincia, della durata di tre anni e con finanziamento principale di donatori privati. Il progetto ha avuto, successivamente, un’estensione per ulteriori due anni.

Nel 2007 è stato avviato un programma multisettoriale agricolo e sociale per la promozione dell’autosufficienza alimentare e della salute delle madri e della salute e dei diritti dei bambini in età prescolare, con finanziamento privato, in tre distretti della provincia di Inhambane (Maxixe, Homoine e Panda). Sempre nel 2007 ha preso il via un progetto pilota di sensibilizzazione comunitaria nella lotta all’AIDS negli stessi tre distretti del progetto precedente. Nel 2008 è cominciato un altro programma di sviluppo socio-economico attraverso il turismo sostenibile nella provincia di Inhambane e specificamente in due distretti, ovvero Inhassoro e Parco Nazionale di Zinave, Mabote. Nel 2012 è stato avviato un progetto di miglioramento delle condizioni igienico ambientali nel distretto di Maxixe della provincia di Inhambane attraverso il miglioramento del sistema di gestione di rifiuti urbani.

Nel 2014 è cominciato il progetto, cofinanziato dal Ministero Affari Esteri, per la promozione della pesca fluviale di piccola scala nel distretto di Quelimane

Dal 2007 è iniziato l’invio di volontari in servizio civile a supporto dei partner locali nella formazione agricola, alla salute di base e alimentare a fronte di accordi di collaborazione pluriennali.

Gli interventi di CELIM, la sua esperienza e competenza decennale hanno contribuito significativamente a garantire e ad incrementare le condizioni di sicurezza economica e alimentare della popolazione mozambicana.

Partner

Partner del presente progetto a Quelimane è l' IDPPE (Instituto Nacional de Desenvolvimento da Pesca de Pequena Escala) attraverso la sua delegazione provinciale della Zambezia.

L'IDPPE, istituita nel 1998 con il Decreto n.62/98 del 24 Novembre, è un' istituzione pubblica, con mandato nazionale, dotata di personalità giuridica ed amministrativa, sotto la tutela del Ministero della Pesca.

Mandato principale di tale istituzione è la “promozione della pesca artigianale di piccola scala con l'obiettivo di migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle comunità di pescatori e di aumentare la produzione nazionale di alimenti proteici”.

L'IDPPE è presente nelle province del paese con le rispettive Delegazioni Provinciali, e nei distretti con le relative Stazioni Distrettuali. La Delegazione IDPPE Zambezia è articolata nelle seguenti Ripartizioni interne:

- Direzione: nella persona del Delegato Provinciale, assicura il coordinamento delle attività implementate dalla Delegazione Provinciale, e ne garantisce la conformità ai piani di sviluppo definiti dal Governo per il settore.

- Dipartimento Tecnologie di Pesca: promuove l'introduzione di innovazione nelle attività di pesca e di trattamento e stoccaggio del pescato; fornisce formazione tecnica a pescatori e commercianti;

incentiva e assiste l'installazione di infrastrutture e l'introduzione di servizi per la promozione ed il sostegno del settore.

- Dipartimento Sviluppo Sociale: promuove l'associativismo del settore, attraverso interventi di formazione e di supporto tecnico, e l'accesso al credito per i piccoli pescatori e commercianti.

- Dipartimento Statistica e Pianificazione: organizza la raccolta e l'aggiornamento dei dati statici relativi al settore e ne assicura la rielaborazione e la divulgazione; coordina il processo di pianificazione e di monitoraggio delle attività della Delegazione.

- Dipartimento Personale e Finanza: elabora le proposte di bilancio annuali e assicura l'esecuzione dei piani approvati; gestisce e amministra le risorse umane della delegazione.

Al livello dei distretti esistono in Zambezia solo due Stazioni IDPPE nei distretti costieri di Pebane e Chinde.

A partire dalla metà degli anni '90 l'IDPPE è stato coinvolto, quale ente implementatore, in numerosi progetti di sviluppo integrato del settore della pesca artigianale. Attualmente la delegazione IDPPE Zambezia, collabora con la Direzione Provinciale per la Pesca, con i Dipartimenti Distrettuali SDAE (Serviços Distritais para Actividades Economicas) e con l'IIP, Instituto Nacional de Investigaçao Pesqueira, istituto incaricato dello svolgimento delle indagini tecniche e scientifiche sugli ecosistemi marini e fluviali, e della tutela della

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biodiversità acquatica. Nel 2009, la delegazione IDPPE Zambezia e CELIM hanno effettuato uno studio sullo stato delle attività di pesca artigianale di piccola scala nel distretto di Mopeia (Macro-diagnóstico da Actividade Pesqueira no Distrito de Mopeia) che ha evidenziato le principali caratteristiche strutturali del settore a livello di distretto, evidenziandone problemi e potenzialità, ed ha dato l'avvio alla collaborazione CELIM-IDPPE che ha portato alla formulazione della presente proposta di progetto a cui è collegato un accordi triennale tra le parti.

NUMERO ORE DI SERVIZIO SETTIMANALI DEI VOLONTARI: 35 GIORNI DI SERVIZIO A SETTIMANA DEI VOLONTARI: 5

MESI DI PERMANENZA ALL’ESTERO:

I volontari in servizio civile permarranno all’estero mediamente dieci (10) mesi.

EVENTUALI PARTICOLARI OBBLIGHI DEI VOLONTARI DURANTE IL PERIODO DI SERVIZIO:

Ai volontari in servizio, su tutte le sedi, si richiede:

 elevato spirito di adattabilità;

 flessibilità oraria;

 eventuale svolgimento del servizio anche durante alcuni fine settimana;

 attenersi alle disposizioni impartite dai responsabili dei propri organismi e dei partner locali di riferimento, osservando attentamente le indicazioni soprattutto in materia di prevenzione dei rischi sociali, ambientali e di tutela della salute;

 comunicare al proprio responsabile in loco qualsiasi tipo di spostamento al di la quelli già programmati e previsti dal progetto;

 partecipazione a situazioni di vita comunitaria;

 rispettare i termini degli accordi con le controparti locali;

 partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della solidarietà internazionale al termine della permanenza all’estero;

 scrivere almeno tre (3) articoli sull’esperienza di servizio e/o sull’analisi delle problematiche settoriali locali, da pubblicare sul sito “Antenne di Pace”, portale della Rete Caschi Bianchi;

 partecipare ad un modulo di formazione comunitaria e residenziale prima della partenza per l’estero.

 partecipare alla valutazione finale progettuale

PARTICOLARI CONDIZIONI DI RISCHIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:

Quelimane

Rischi politici e di ordine pubblico:

Sebbene non siano stati registrati scontri militari dal settembre 2014, persiste la tensione politica tra le fazioni e i partiti che sostengono il Governo mozambicano e il principale partito di opposizione (Renamo, Resistenza Nazionale Mozambicana), che dispone di gruppi armati para-militari. Nello specifico l’area di Caia, sebbene si trovi in una delle province, quelle di Sofala, che si è segnala in passato per azione di guerriglia, non ha registrato negli ultimi anni scontri armati militari. E’ peraltro consigliato di limitare gli spostamenti e la circolazione a casi di oggettiva necessità, soprattutto nel tratto tra il fiume Save e Muxungue, nella provincia di Sofala, e nel Distretto di Gorongosa della stessa provincia di Sofala.

A causa dell’aumento della criminalità si registrano casi di aggressioni a mano armata mirate al furto di valori e di auto, soprattutto fuoristrada (4X4).

Sono in aumento, in particolare nella città di Maputo, episodi di criminalità tra cui aggressioni a scopo di rapina operati da gruppi armati, anche alle automobili in transito o in sosta ai semafori – tanto nelle ore diurne che notturne – nei quartieri centrali della capitale. Negli ultimi tempi si sono registrati anche alcuni assalti armati, con il fine di rubare autovetture, lungo la strada che collega il Mozambico con lo Swaziland, in particolare nei pressi dei posti di frontiera di Goba e Namaacha.

Continuano a verificarsi, inoltre, sempre a Maputo, casi di rapimento a scopo di estorsione, anche a danno di cittadini stranieri.

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Rischi Sanitari:

Le strutture sanitarie hanno registrato un miglioramento dal punto di vista delle condizioni igienico- sanitarie, in particolare nell’area della capitale. In generale le strutture presenti nel paese sono in grado di assicurare diagnosi efficaci e la cura delle più comuni patologie, compresa la malaria. Si ricorda che su tutto il territorio del Paese è presente la malaria di tipo clorochinoresistente. In generale nelle regioni interne, nelle zone rurali del centro ed in quelle del nord del Paese sono presenti a carattere endemico le seguenti malattie:

malaria clorochinoresistente, meningite e tubercolosi, epatite, colera, dissenteria ed altre malattie gastrointestinali. E’ rilevante, inoltre, il problema dell’Aids.

Altri Rischi:

MINE: su una parte del territorio del Mozambico si segnalano ancora mine da bonificare. Questo rischio non è presente nel territorio di Quelimane.

INONDAZIONI: Nel corso della stagione delle piogge, tra novembre e febbraio, si raccomanda massima cautela e di evitare le zone ove maggiore potrebbe essere l'esposizione al rischio di inondazioni. Questo rischio non è presente nel territorio di Quelimane.

ACCORGIMENTI ADOTTATI PER GARANTIRE I LIVELLI MINIMI DI SICUREZZA E DI TUTELA DEI VOLONTARI:

Considerazioni e accorgimenti Generali Rischi per la sicurezza

Unità di crisi - Ministero Affari Esteri

Per permettere al Ministero degli Affari Esteri, ed in particolare all'Unità di Crisi, nell'eventualità che si verifichino situazioni di grave emergenza, di rintracciare i volontari con la massima tempestività consentita e di pianificare con maggiore celerità interventi di evacuazione e soccorso, gli stessi saranno registrati sul sito "Dove siamo nel mondo", prima della partenza per l’estero.

Ambasciate/consolati

Sarà cura delle controparti locali, in collaborazione con la sede italiana, dare comunicazione scritta alle Rappresentanze Italiane Locali (Ambasciate e Consolati), dell’inizio servizio e del periodo di permanenza nel paese dei volontari, ed ogni eventuale spostamento, nonché del referente della sicurezza dell’associazione. Inoltre, nei paesi dove questo è possibile, i volontari saranno presentati alle autorità consolari o diplomatiche italiane. Sarà cura delle controparti locali aggiornare costantemente l’autorità consolare/diplomatica italiana sugli eventuali rientri e/o spostamenti dei volontari.

Di seguito vengono elencate alcune precauzioni indispensabili per aumentare la tutela degli operatori:

 Tenersi costantemente aggiornati sugli sviluppi delle eventuali crisi nel paese e sui suoi possibili sblocchi

 Tenersi in contatto con l’Ambasciata ed informare di eventuali cambi di indirizzo / spostamenti all0interno e all’esterno del Paese, nonché cambi di recapito

 Seguire attentamente le direttive impartite dalle Autorità Locali

 Curare di essere costantemente reperibili

 Limitare al massimo le uscite di casa, in particolare nelle ore notturne

 Mantenere un atteggiamento orientato alla massima prudenza durante tutti gli spostamenti, evitando dove possibile la partecipazione a manifestazioni e assembramenti

 Non portare con sé documenti in originali ma solo fotocopie

 consultare sempre il referente locale in caso di incertezza o indecisione sulle norme di sicurezza da porre in atto (es: visite non previste a istituzioni governative e/o religiose)

 Nel caso di spostamenti in automobile l’ente e/o il partner locale verifica la piena efficienza del mezzo e se necessario effettuare scorte di carburante

 Nel caso la situazione lo renda necessario, lente e/o il partner locale, predisporrà eventuali sistemi di protezione supplementari agli accessi alle abitazioni dei volontari.

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Di seguito si elencano gli accorgimenti specifici adottati dall’Ente per garantire i livelli minimi di sicurezza e tutela dei volontari:

Quelimane

Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi di ordine pubblico

RISCHIO ACCORGIMENTO

MANIFESTAZIONI DI PROTESTA/SOMMOSSE

 Si consiglia di evitare luoghi nei quali possano essere in corso manifestazioni a carattere religioso, politico, o di qualsiasi altro tipo.

 Si sconsiglia inoltre di frequentare luoghi di assembramento come i mercati o le stazioni di bus e le ferrovie.

 La partecipazione a manifestazioni è ammessa solo qualora esse siano a carattere espressamente nonviolento e potrà avvenire solo in caso di coerenza con quanto previsto a progetto ed in presenza di personale di riferimento.

 Ai volontari sarà sconsigliata la partecipazione diretta autonoma a qualsiasi tipo di manifestazione politica o di protesta o l’esposizione in luogo pubblico di opinioni politiche.

MICROCRIMINALITÀ

 Si fa riferimento al regolamento dell’ufficio, che specifica quando e come muoversi sul territorio e se è necessario l’accompagnamento di locali;

 Si dota il volontario di una tessera telefonica di progetto, con la garanzia che sia sempre carica;

 Si raccomanda al volontario di arrivare in Mozambico con due documenti di identità validi: passaporto e carta di identità, uno da portarsi appresso, l’altro da lasciare in ufficio.

 Ogni spostamento locale del volontario/a sarà pianificato con gli operatori responsabili;

 Ai volontari saranno sconsigliati spostamenti in orari notturni e in zone isolate della città.

 I volontari saranno invitati a non circolare da soli e a non portare con sé oggetti di valore (Ipad, macchine fotografiche,...) o grossi quantitativi di denaro

Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi sanitari :

RISCHIO ACCORGIMENTO

PROFILASSI E VACCINAZIONI

 Si informa il volontario su quale alimentazione mantenere e presso quali rivenditori di fiducia acquistare gli alimenti;

 Si informa il beneficiario sui contatti di telefono utili in caso di soccorso e sui luoghi sanitari/ospedali più vicini all’area di realizzazione del progetto, con specifica dei tempi di percorrenza e mezzi di trasporto per aggiungerli.

 Dal punto di vista sanitario, prima della partenza previo parere medico, si consiglia di vaccinarsi contro l’epatite A e B; tifo, colera, meningite, antitetanica e di sottoporsi alla profilassi antimalarica (sconsigliata quella a base di solo cloro china);

 Si consiglia di adottare misure preventive contro le zanzare per evitare la trasmissione della malaria (zanzariere, repellenti, abiti lunghi).

 Si consiglia di mantenere sempre un elevato livello d’igiene personale e di adottare particolari misure preventive; di evitare di mangiare cibi crudi; di bere acqua e bevande in bottiglia senza aggiunta di ghiaccio, di non mangiare alimenti venduti per strada, di lavare e sbucciare la frutta;

 Di non bagnarsi in fiumi e laghi d’acqua dolce a causa della biliarziosi.

Osservare le comuni regole di igiene raccomandate in ogni Paese con clima caldo-umido.

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CENTRI DI ASSISTENZA MEDICA

 In caso di necessità sanitaria l’Ospedale Centrale di Quelimane, struttura di riferimento per eventuali patologie e malesseri, è agevolmente raggiungibile in macchina dalla sede del progetto (400 metri).

Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione ad Altri rischi :

RISCHIO ACCORGIMENTO

MINE  I ragazzi verranno informati in merito e verrà loro proibito di recarsi nelle zone a rischio mine che sono ben segnalate, inoltre tali zone non sono nei quartieri interessati dal progetto

INONDAZIONI  Questo rischio non è presente nel territorio di Maputo che è sede del progetto

PARTICOLARI CONDIZIONI DI DISAGIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:

Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari impiegati all’estero nelle sedi del presente progetto sono soggetti alle seguenti condizioni di disagio:

 il disagio di ritrovarsi immersi in una realtà diversa da quella conosciuta e non avere le giuste coordinate per comprenderla, per capire come relazionarsi e comportarsi sia nei confronti delle controparti locali che delle istituzioni locali;

 il disagio di dover utilizzare quotidianamente particolari accorgimenti sanitari resi necessari dal vivere in territori in cui sono presenti patologie endemiche (malaria, aids e/o tubercolosi, ..)

 il disagio di ritrovarsi in territori in cui le condizioni climatiche possono, in certe situazioni, ostacolare o/e ritardare le attività previste dal progetto

 il disagio di vivere in territori dove le comunicazioni telefoniche ed il collegamento internet non è sempre continuo ed assicurato.

DESCRIZIONE SEDE

DESCRIZIONE DEL CONTESTO TERRITORIALE:

Quelimane

La Zambezia (capitale Quelimane), con 3.849.455 abitanti, è la provincia più popolosa del Mozambico;

localizzata nel centro-nord del paese, confina a nord con le province di Nampula e Niassa, ad est con il Malawi e con la provincia di Tete, a sud con la provincia di Sofala e ad est si affaccia sull'Oceano Indiano; la sua superficie complessiva, ripartita amministrativamente in 17 Distretti, è di 103.127 km², pertanto ha una densità abitativa di 37,3 abitanti per km², superiore alla media nazionale. La provincia, con un PIL pro-capite di 288$ all'anno ed un indice di sviluppo umano pari a 0,293, è ancora una delle regioni più povere del paese. La popolazione è molto giovane (il 52% ha meno di 18 anni) e all'incirca per il 90% è impiegata in attività di tipo agricolo che, per via della bassa efficienza e produttività dei fattori produttivi coinvolti, contribuiscono solo per il 28% al PIL provinciale.

I principali alimenti consumati sono cereali e tuberi, e la qualità della dieta tende a deteriorasi per effetto della raccolta anticipata dei tuberi nelle zone basse soggette a inondazioni, durante le quali, in generale, le riserve alimentari tendono a ridursi di molto, soprattutto quelle di manioca. La principale fonte di cibo è di produzione propria ma, date le tecnologie molto semplici utilizzate e, conseguentemente, la bassa resa delle colture, il raccolto principale è, perlopiù, insufficiente a coprire il fabbisogno alimentare, che viene garantito solo grazie all'integrazione degli aiuti alimentari, del secondo raccolto, delle rendite non agricole e di tutti gli altri meccanismi di sopravvivenza, come, soprattutto nei periodi di carestia, la raccolta di frutta, la vendita di legna, la caccia e la pesca nei fiumi.

I dati relativi alla nutrizione indicano che il 44% dei bambini sotto i cinque anni di età soffre di malnutrizione cronica, il 18% è sottopeso e il 4% presenta malnutrizione acuta. Accanto a questi dati si registrano

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percentuali preoccupanti relative alla carenza di ferro, circa il 75% dei bambini sotto i 5 anni è anemico e di vitamina A, circa il 69% dei bambini ne assume quantitativi insufficienti

La pesca ha un ruolo importante nello sviluppo del paese e il suo contributo in termini di apporti nutrizionali potrebbe contribuire alla sicurezza alimentare. Mentre la pesca industriale determina quasi il 10% degli introiti da esportazione, la pesca di piccola scala sostenta circa 350.000 addetti del settore e produce più del 93% del pescato totale, ma presenta ancora molti limiti strutturali.

Nel territorio di Quelimane CELIM MI interviene nel settore Sicurezza Alimentare Settore di intervento del progetto: SICUREZZA ALIMENTARE

La caccia e la pesca nei fiumi sono risorse importanti di cui i distretti di intervento dispongono per integrare la dieta delle famiglie. L'attività ittica soprattutto costituisce un'importante fonte di reddito per molte famiglie residenti: si tratta di una pesca di sussistenza che coinvolge circa 4.000 persone (pescatori, trasformatori e commercianti), che sono pari quasi al 20% del numero totale dei pescatori artigianali della provincia Zambezia. E’ realizzata soprattutto in piccoli fiumi, laghi e stagni con alcuni centri di pesca stagionali, ed i mesi di aprile, maggio, giugno, luglio e agosto sono i mesi più produttivi, con livelli di pescato che possono raggiungere il 400 kg al giorno (con pesca a strascico). Dipende da un insieme di fattori che possono influenzare positivamente o negativamente la resa, tra cui: il tipo di imbarcazione, l'attrezzatura utilizzata, le specie pescate e le forme di conservazione. È da notare che, benché le reti di superficie siano le più utilizzate nella pesca regionale, i rendimenti più alti si registrano con le reti a strascico. Nel territorio d’intervento ci sono più di 30 centri di pesca, in cui si concentrano gli accampamenti dei pescatori, le loro imbarcazioni e le loro attrezzature, e che fungono da base logistica per tutta l'attività ittica. L'accesso all'esercizio della pesca è libero, il che significa che qualunque cittadino che possegga attrezzatura o imbarcazione, ha accesso allo sfruttamento delle risorse ittiche con il pagamento di una semplice licenza che non ha il fine di contingentare gli accessi all'attività di pesca, ma semplicemente di registrarli.

Come molti altri settori di produzione anche la pesca artigianale varia molto in funzione del tipo di mezzi utilizzati, ad esempio, per l'estrazione del pescato, la sua conservazione e commercializzazione, e per il modo in cui vengono gestite le risorse al fine di prevenire i problemi di esaurimento delle stesse a lungo termine. In tutti i centri di pesca del distretto il tipo di imbarcazione utilizzata è la canoa da “tronco scavato”, che non ha garanzia di durata, può durare da 10 a 14 anni poiché è costruita con legno del tronco di cocco, pertanto un materiale poco duraturo, con capacità di reggere 4 passeggeri ed una lunghezza non superiore a 6 metri. Per via delle difficoltà con le vie di comunicazione il pescato viene portato nei mercati delle zone interne della provincia da piccoli commercianti che utilizzano la bicicletta come unico mezzo di trasporto. In generale, in tutta la regione la commercializzazione del pescato è fatta nei mercati locali, ma in condizioni poco adeguate per via della mancanza di mezzi di conservazione del pesce e per causa della scarsa igiene.

Lo studio preliminare condotto da CeLIM e dall’IDPPE, ha permesso di identificare la necessità di attivare una catena commerciale (pescatori, commercianti, mercato, consumatori) ed una catena del freddo per poter migliorare la sicurezza, la qualità e la disponibilità di pesce nelle aree del distretto; questo perché rafforzare il settore della pesca aiuterebbe a garantire la sicurezza alimentare e a proteggere le comunità dalle calamità che colpiscono l'agricoltura e mettono a rischio la sussistenza delle famiglie che sono ancora molto dipendenti dai cicli stagionali del clima. I prodotti ittici dal punto di vista nutrizionale sono alimenti ricchi che possono consentire di integrare la dieta locale, generalmente povera di proteine e macro nutrienti, contribuendo così a limitare le carenze alimentari.

Il progetto si propone di incidere sui seguenti indicatori relativi al settore della pesca fluviale artigianale nel Distretto di Quelimane:

La gestione del settore ittico è poco efficiente, integrata e sostenibile per lo scarso coordinamento locale tra gli addetti del settore, lo scarso scambio di conoscenze e competenze, e per la presenza di conflitti comunitari: il regime torrentizio di alcuni dei corsi d'acqua in cui viene praticata la pesca nei due distretti, spinge i pescatori a migrare verso quei fiumi che conservano una buona portata durante tutto l'anno; si originano pertanto conflitti tra i pescatori che migrano e quelli già presenti in loco, per effetto dell'aumentata pressione sulle risorse ittiche. Secondo lo studio

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condotto da CeLIM-IDPPE solo il 20% circa delle associazioni locali di pescatori sono registrate ed effettivamente operative, e, nella regione di intervento esiste solo 1 Consiglio Comunitario di Pesca1.

Accanto ad una diffusa pesca di sussistenza, che è spesso appena sufficiente a garantire il consumo personale o familiare, viene praticata una pesca artigianale che ha caratteristiche di bassa efficienza e produttività, a causa della bassa conoscenza di tecnologie innovative, e della scarsa disponibilità di attrezzature: solo il 5% utilizza imbarcazioni adeguate; è frequente, inoltre, il ricorso a tecniche non sostenibili, come prodotti tossici, reti a strascico (utilizzate dal 10% circa dei pescatori) e/o reti a maglia stretta (utilizzate dal 75% circa degli operatori) che compromettono la capacità di rigenerazione degli ecosistemi fluviali; l'assenza di servizi finanziari accessibili ai piccoli produttori limita inoltre la capacità di investire in attrezzature e tecniche di pesca migliorate, innovative e sostenibili.

Anche il sistema di trasformazione e commercializzazione è caratterizzato da una bassa efficienza: la scarsa disponibilità di ghiaccio per la conservazione ed il trasporto, e il ricorso a tecniche scorrette di trasformazione, determinano elevate perdite di prodotto (fino al 20%) e concorrono al suo deprezzamento, scoraggiandone la produzione. La rete di commercializzazione non è inoltre sufficientemente sviluppata; molti dei centri di pesca sono distanti dai principali mercati, e non esiste un adeguato sistema di trasporto che consenta, in tempo rapido, lo spostamento delle merci.

La scarsa conoscenza delle proprietà nutrizionali del pesce fa si che questa risorsa sia poco sfruttata dal punto di vista alimentare, e quindi in termini di sicurezza alimentare.

SERVIZI ANALOGHI E DELLA RELATIVA OFFERTA PRESENTE NEL CONTESTO DI RIFERIMENTO Nella stessa area geografica d’intervento, opera nel settore della pesca anche l’IIP (Instituto de Investigaçao Pesqueira), istituto di ricerca pubblico sotto il coordinamento e la tutela del Ministero della Pesca, che studia e monitora lo stato delle risorse ittiche, marine e fluviali, e fornisce alle altre organizzazioni/istituzioni che lavorano nel settore, le necessarie orientazioni per una corretta gestione delle risorse del settore.

Sui temi dello sviluppo rurale e della sicurezza alimentare lavorano, nella stessa area d’intervento del presente progetto, anche le ong americane World Vision e IRD.

Nel settore Sicurezza Alimentare CELIM MI interviene nel territorio di Quelimane con i seguenti destinatari diretti e beneficiari.

Destinatari diretti:

 270 pescatori che prenderanno parte alle attività di formazione su tecniche di pesca efficienti e sostenibili, 45 dei quali beneficeranno anche di formazioni sulle tecniche di costruzione e manutenzione delle imbarcazioni fluviali

 180 commercianti che fruiranno delle formazioni sulle tecniche di conservazione del pescato

 360 consumatori che prenderanno parte alle attività di educazione nutrizionale nei villaggi limitrofi ai 18 centri di pesca.

Beneficiari :

 i familiari degli 810 componenti del gruppo target per un totale di 4.050 persone (5 il numero medio di componenti per famiglia).

1

Consiglio Comunitario di Pesca, come definito nel Decreto 43/2000 del Ministero della Pesca, è un'organizzazione comunitaria di base, promossa e riconosciuta dal Ministero della Pesca nell’ambito della promozione della “gestione partecipativa come modello preferenziale per garantire la gestione delle attività di pesca” con il compito di:

- coordinare e supervisionare le attività di pesca all'interno delle comunità di riferimento

- promuovere una gestione partecipativa delle attività di pesca, coinvolgendo tutti gli attori del settore, per tutelare l’accesso e l’utilizzo sostenibile delle risorse

- gestire i conflitti comunitari relativi alle attività di pesca

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OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO DI IMPIEGO:

 Migliorare la gestione comunitaria del settore ittico: creare 4 CCP, Consigli Comunitari di Pesca

 Migliorare lo sfruttamento sostenibile delle risorse ittiche di 270 pescatori : incrementare del 5 % l’utilizzo di imbarcazioni migliorate; diminuire del 5% l’utilizzo delle reti a strascico; ridurre del 20 % l’utilizzo delle reti a maglia stretta

 Migliorare le competenze tecniche e le attrezzature a disposizione di 180 commercianti di pesce:

ridurre del 10% le perdite di produzione

 Accrescere le conoscenze in materia di educazione nutrizionale in favore di 360 aggregati familiari DESCRIZIONE DEL PROGETTO:

Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi

Azione 1. Creazione di 4 Consigli Comunitari di Pesca (CCP)

1. Organizzazione di incontri preliminari tra IDPPE, CeLIM, SDAE e autorità locali

2. 3 Campagne di sensibilizzazione radiofoniche della popolazione sull’importanza dei Consigli Comunitari di Pesca

3. Identificazione di 4 gruppi comunitari 4. Elezione di 15 membri per ogni gruppo

5. 12 sessioni di formazione per i membri dei CCP su gestione dei conflitti, raccolta dati, gestione efficiente e sostenibili delle risorse

6. Elaborazione degli statuti del CCP 7. Formazione e legalizzazione dei CCP

8. Visite di interscambio tra12 rappresentanti dei 4 CCP (3 rappresentanti per ogni CCP; 1 giornata per ogni visita)

9. Visite di studio dei 12 rappresentanti dei 4 CCP creati presso il CCP già operativo a Pebane (3 giornate per visita)

Azione 2. Formazione dei pescatori

1. Studio del settore della pesca artigianale nel distretto

2. Selezione di 18 gruppi beneficiari, uno per ogni centro di pesca, che parteciperanno alla formazione (15pp per gruppo)

3. Acquisto materiali per formazione

4. 6 sessioni formative su tecniche di costruzione e manutenzione delle imbarcazioni fluviali per i gruppi di 3 centri di pesca (45 pescatori; 15 pp per gruppo)

5. 18 sessioni formative sull’uso di tecniche di pesca sostenibili ed efficienti e sull’utilizzo e manutenzione delle attrezzature per i gruppi di tutti e 18 i centri di pesca (270 pescatori; 15 pp per gruppo)

6. Consegna dei materiali utilizzati per le sessioni formative ai CCP

7. Costituzione di 4 gruppi di Risparmio e Credito Rotativo e elaborazione del regolamento interno 8. 12 sessioni di formazione finanziaria di base ai membri dei gruppi

9. Revisione contabile periodica e follow up

10. Produzione e distribuzione di materiale esplicativo ed educativo su diversificazione delle tecniche di pesca e sull’importanza della preservazione delle risorse ai rappresentanti di ciascuno dei 18 centri di pesca

11. 3 campagne radiofoniche sulla preservazione degli ecosistemi fluviali

Azione 3. Potenziamento della commercializzazione del pesce

1. Studio di mercato per i prodotti ittici nei distretti d'intervento, allargato alla regione Zambezia

2. Selezione dei 18 gruppi beneficiari, uno per ogni centro di pesca, che parteciperanno alla formazione (10 partecipanti per gruppo)

3. Acquisto dei materiali per le sessioni di formazione

4. Costruzione di 9 essiccatoi e 9 affumicatoi migliorati, realizzati a livello dimostrativo durante le formazioni

5. 36 sessioni di formazione su tecniche migliorate di trattamento, conservazione e

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commercializzazione del pesce

6. Consegna dei materiali utilizzati per le sessioni di formazione ai C.C.P

7. Campagna di sensibilizzazione (volantini, incontri, messaggi radio) per i commercianti dei 18 centri di pesca sul vantaggio dell’utilizzo di tecniche migliorate di conservazione del pescato

8. Costruzione di 1 Mercato del Pesce con 40 postazioni per la vendita 9. Creazione di una Commissione di Gestione interna del mercato

10. Acquisto di 3 congelatori e di 1 macchina per la produzione del ghiaccio

11. Allestimento di uno spazio attrezzato per la pulitura, la conservazione e la rivendita del pesce fresco all'interno del mercato

12. Bando per l'individuazione di un operatore addetto alla gestione della macchina del ghiaccio e dello spazio rivendita

Azione 4. Educazione nutrizionale e promozione del consumo di pesce

1. 6 sessioni di formazione in educazione nutrizionale per 1 educatrice e 8 animatrici comunitarie 2. Selezione di 18 gruppi beneficiari (20 consumatori per gruppo)

3. 54 sessioni di formazione nei 18 villaggi limitrofi ai centri di pesca d’intervento 4. Produzione e distribuzione di materiale esplicativo e informativo nei 18 villaggi

5. Campagna di sensibilizzazione radiofoniche sull'importanza della diversificazione del consumo di prodotti ittici di qualità

Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività

 1 agronomo coordinatore di progetto – azione 1,2,3, 4

 1 autista-logista – azione 1,2,3,4

 1 amministrativo – azione 1,2,3,4

1 segretario-amministrativo (IDPPE) – azione 1,2,3

 1 tecnico diplomato in tecnologia peschiera – azione 1,2,3

 1 tecnico specializzato in sviluppo associativo comunitario (IDPPE) – azione 1

 1 tecnico specializzato in tecniche di pesca (IDPPE)– azione 1,2

 1 tecnico specializzato in tecnologia di processamento e conservazione del pescato (IDPPE) – azione 1,3

 1 educatrice nutrizionale comunitaria – azione 4

 1 consulente di educazione nutrizionale locale – azione 4

 8 animatrici comunitarie – azione 4

Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto:

I volontari/e in servizio civile n°1-2 saranno di supporto nelle seguenti attività:

 Supporto alla realizzazione di 3 Campagne di sensibilizzazione radiofoniche della popolazione sull’importanza dei Consigli Comunitari di Pesca

 Affiancamento nello studio di settore pesca artigianale

 Affiancamento nello studio del mercato ittico

 Collaborazione nell’organizzazione delle sessioni formative su nuove tecniche di pesca

 Collaborazione nell’organizzazione delle sessioni formative su tecniche migliorate di trattamento, conservazione e commercializzazione del pesce

 Supporto alla realizzazione della campagna di sensibilizzazione (volantini, incontri, messaggi radio) per i commercianti

 Sostegno nella realizzazione 6 sessioni di formazione in educazione nutrizionale

 Sostegno nella realizzazione della campagna di sensibilizzazione sull'importanza della diversificazione del consumo di prodotti ittici di qualità

REQUISITI:

Si ritiene di dover suddividere tra generici, che tutti i candidati devono possedere, e specifici, inerenti aspetti tecnici connessi alle singole sedi e alle singole attività che i Volontari andranno ad implementare, preferibilmente i seguenti requisiti:

Generici:

 Esperienza nel mondo del volontariato;

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 Conoscenza della Federazione o di uno degli Organismi ad essa associati e delle attività da questi promossi;

 Competenze informatiche di base e di Internet;

Specifici:

Volontari/e n°1-2

 Preferibile competenze e conoscenze in ambito agronomico-zootecnico

 Preferibile buona conoscenza della lingua portoghese

DOVE INVIARE LA CANDIDATURA

tramite posta “raccomandata A/R”: la candidatura dovrà pervenire direttamente all’indirizzo sotto riportato.(Nota Bene: non farà fede il timbro postale di invio, ma la data di ricezione in sede delle domande)

ENTE CITTA’ INDIRIZZO TELEFONO SITO

CELIM Milano Milano

Via degli Arcimboldi, 5 20123 Milano

0258616324 www.celim.it

tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) di cui è titolare l'interessato, allegando la documentazione richiesta in formato pdf, a

celimilano@

postecert.it e avendo cura di specificare nell'oggetto il paese e il titolo del progetto (es. CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Est Europa 2016 - Albania - CELIM).

Nota Bene: per inviare la candidatura via PEC

 è necessario possedere un indirizzo PEC di invio (non funziona da una mail normale),

non è possibile utilizzare indirizzi di pec gratuiti con la desinenza "postacertificata.gov.it", utili al solo dialogo con gli Enti pubblici.

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