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Terzo Rapporto sui bilanci delle società di capitale della provincia di Forlì-Cesena

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Academic year: 2022

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CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA FORLI’-CESENA

Terzo Rapporto

sui bilanci delle società di capitale della provincia di Forlì-Cesena

Ufficio Statistica e Studi

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Il presente rapporto è stato curato da Claudio Orsini,

Partner Arcadia Consulting Srl – Consulenti di direzione http.//www.arcadiafinance.eu

Si ringrazia il Centro Studi di Unioncamere Italiana per la fornitura della base dati.

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Presentazione

Il Programma di Mandato, approvato dal Consiglio Camerale per i prossimi cinque anni, conferma l’informazione statistica economica e sociale tra le linee di intervento della Camera di Commercio di Forlì-Cesena.

L’attività dell’Ente sarà finalizzata alla diffusione di questo strumento che assume un’importanza sempre più strategica per le decisioni delle istituzioni e delle imprese che operano per lo sviluppo sociale ed economico del territorio e quale capitale informativo al servizio della collettività locale.

L’obiettivo, che la Camera di Commercio condivide con le linee di azione del Sistema Camerale, è quello di accrescere le competenze utili all’impostazione di interventi pubblici finalizzati alla promozione di assetti competitivi dei sistemi locali attraverso il rafforzamento delle attività di analisi e l’implementazione di strumenti innovativi in grado di supportare e qualificare un ruolo di partecipazione diretta alle attività di pianificazione e programmazione territoriale.

La realizzazione del terzo rapporto sui bilanci delle oltre quattromila società di capitale che operano in provincia costituisce un prezioso contributo della Camera di Commercio all’analisi economica del territorio.

Il rapporto è stato realizzato attraverso l’utilizzo di un modello di osservazione funzionale agli obiettivi di valutazione del merito di credito delle aziende, aspetto che risulta essere di estrema attualità, non solo per l’entrata in vigore degli accordi di Basilea 2, avvenuta all’inizio del 2008, ma anche alla luce dell’attuale crisi economica e finanziaria internazionale.

Il percorso di analisi adottato fornirà elementi utili ad individuare quali settori potranno, meglio di altri, affrontare le conseguenze della crisi finanziaria e delle sue ricadute sull’economia reale e a valutare la situazione dei diversi comparti produttivi della provincia rispetto a quelli regionali e nazionali.

L’attività di analisi sull’evoluzione delle società di capitale della nostra provincia è quindi importante non solo per cercare di comprendere quanto avvenuto nel recente passato, ma, soprattutto, perché mette a disposizione strumenti di interpretazione del presente e delle dinamiche future.

Tiziano Alessandrini

Presidente Camera di Commercio di Forlì-Cesena

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Obiettivi e metodologia di lavoro

Obiettivi

Il presente rapporto sui bilanci delle società di capitale della provincia di Forlì-Cesena, si inserisce nel filone dei precedenti studi effettuati in passato su iniziativa della locale Camera di Commercio, distinguendosi però sia per l’ampiezza dell’arco temporale di riferimento, sia, in particolar modo, per il modello di analisi adottato, più funzionale agli obiettivi di valutazione del merito di credito delle aziende. Quest’ultimo aspetto, peraltro, risulta essere di estrema attualità, non solo per l’entrata in vigore degli accordi di Basilea 2, avvenuta all’inizio del 2008, ma anche alla luce della crisi finanziaria internazionale, che si è manifestata nei suoi aspetti più critici, nel secondo semestre dell’anno 2008. Infatti il percorso di analisi adottato, permetterà di individuare quali settori potranno, meglio di altri, attutire l’impatto delle conseguenze della crisi finanziaria e delle sue ricadute sull’economia reale, verificando anche se i comparti della provincia di Forlì-Cesena risultano essere meglio attrezzati, rispetto a quelli regionali e nazionali, nell’affrontare e superare questo delicato passaggio del sistema economico e finanziario mondiale. Per questo motivo il rapporto, pur avendo come termine di orizzonte temporale l’anno 2006, risulta di estrema attualità, in quanto focalizzandosi anche sull’analisi di elementi non modificabili in maniera significativa da un anno all’altro, permette di fotografare adeguatamente la realtà delle società di capitale della Provincia, e di verificarne i punti di forza e di debolezza.

Il rapporto è stato realizzato prendendo in esame la totalità dei bilanci delle società di capitale della provincia di Forlì-Cesena (incluse le società cooperative), con un numero di bilanci esaminati pari a circa 3.600 nell’anno 2001 per arrivare a quasi 4.600 nell’anno 2006.

L’obiettivo dell’indagine è quello di analizzare, in maniera comparata con i dati regionali e nazionali, la dinamica economica, patrimoniale e finanziaria delle società di capitale della provincia di Forlì- Cesena, e di associare questa dinamica all’esame degli indicatori di sviluppo quali il numero delle società di capitale, il numero degli addetti, il fatturato e il valore aggiunto. Il confronto dei dati con le risultanze medie dell’Emilia Romagna e dell’Italia, permetterà di esaminare il posizionamento delle società di capitale di Forlì-Cesena in rapporto alla totalità delle società di capitale regionali e nazionali e di effettuare in proposito delle valutazioni.

Il modello di analisi che si propone, come già anticipato in precedenza, è funzionale agli obiettivi di valutazione del merito creditizio delle aziende, che gli istituti di credito devono porre in essere anche a seguito dell’entrata in vigore degli accordi di Basilea 2, e la cui operatività decorre dall’anno 2008. Proprio su questa tematica, nell’ambito del presente lavoro, viene effettuato uno specifico approfondimento.

Il rapporto vuole costituire una sintesi di dati che potranno essere utili alle singole imprese, ma anche agli operatori economici in generale, per verificare le dinamiche economiche, patrimoniali e finanziarie delle singole aziende in rapporto alle medie di settore provinciali, regionali e nazionali.

Una ulteriore finalità del rapporto è quella di fornire strumenti di analisi dei dati di bilancio, per una immediata applicazione pratica. Infatti la chiave di lettura proposta è tale che, se adottata in ambito aziendale, potrà consentire alle imprese di effettuare delle prime valutazioni sul proprio merito creditizio, acquisendo quella necessaria consapevolezza che si ritiene indispensabile alla luce delle ricadute conseguenti all’entrata in vigore degli accordi di Basilea 2.

Metodologia di lavoro

L’indagine è riferita all’universo delle società di capitale (comprese le società cooperative), con sede legale nella provincia di Forlì-Cesena. I dati esaminati coprono il periodo 2001-2006 e

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riguardano tutti i bilanci, redatti sia in forma ordinaria che in forma abbreviata, depositati al Registro delle Imprese di Forlì-Cesena, anche da imprese non presenti in tutti gli anni.

Numero delle società di capitale e cooperative esaminate.

2001 2002 2003 2004 2006 2006

Soc. capitale e cooperative fatturato < 2 mln € 2.829 3.047 3.258 3.423 3.347 3.536 Soc. capitale e cooperative fatturato > 2 mln € e < 10 mln € 593 647 648 700 730 774 Soc. capitale e cooperative fatturato > 10 mln € e < 50 mln € 194 202 204 207 213 224 Soc. capitale e cooperative fatturato > 50 mln € 35 36 40 43 41 46

Totali 3.651 3.932 4.150 4.373 4.331 4.580 Fonte: elaborazione Unioncamere Emilia-Romagna su dati Osservatorio Unioncamere sui bilanci delle società di capitale

Lo studio è stato realizzato sulla base di una riclassificazione dei prospetti di Stato Patrimoniale e Conto Economico effettuata senza l’analisi delle informazioni eventualmente desumibili dalla Nota Integrativa, e non richiedendo la collaborazione delle società analizzate. Questa modalità operativa, in particolare, non ha permesso la neutralizzazione degli effetti delle rivalutazioni volontarie ex legge n. 342/2001, e nemmeno la separata individuazione dei debiti di natura finanziaria, utili per una rappresentazione in ottica gestionale dello Stato Patrimoniale.

L’indagine riporta inoltre dati “aggregati” e non “consolidati”; ciò conseguentemente comporta l’esistenza di talune duplicazioni di natura patrimoniale ed economica.

Nell’analisi dei dati è stata effettuata una distinzione, oltre che per singolo settore di attività economica, anche per macro settori quali:

1. Agricoltura 2. Manifatturiero 3. Costruzioni 4. Servizi

e per classe dimensionale così classificate:

a) società di capitale e cooperative con fatturato < 2 milioni di Euro

b) società di capitale e cooperative con fatturato compreso tra 2 e 10 milioni di Euro c) società di capitale e cooperative con fatturato compreso tra 10 e 50 milioni di Euro d) società di capitale e cooperative con fatturato > 50 milioni di Euro

Esclusivamente ai fini del presente lavoro le società di cui alla lettera a) saranno denominate

“piccole società di capitale”, le società di cui alla lettera b) “medio piccole società di capitale” le società di cui alla lettera c) “medio grandi società di capitale”, e le società di cui alla lettera d)

“grandi società di capitale”.

L’analisi per macro settore e classe dimensionale, è stata effettuata sulla totalità delle società di capitale della provincia di Forlì-Cesena.

Settori analizzati

I settori analizzati e i corrispondenti codici ATECO, sono i seguenti:

Agricoltura (A, B) Alimentare (DA15) Sistema moda (DB, DC)

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Fabbricazione di calzature (DC19.3) Legno e prodotti in legno (DD)

Carta editoria (DE)

Chimico e farmaceutico (DG, DH) Ceramica ed edilizia (DI)

Metallurgia, fabbricazione prodotti in metallo (DJ) Meccanico (DK, DL, DM)

Altri settori manifatturieri (DA16, DF, DN) Fabbricazione di mobili (DN36.1) Costruzioni (F)

Commercio, manutenzione e riparazione autoveicoli e motocicli (G50)

Commercio all’ingrosso e intermediari del commercio (escluso autoveicoli) (G51) Commercio al dettaglio (escluso autoveicoli); riparazione beni personali (G52) Alberghi e ristoranti (H)

Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca (K)

Trasporti, agenzie viaggio, magazzinaggio (I60, I61, I62, I63) Altri servizi pubblici, sociali e personali (M, N, O, P, Q)

I settori “Fabbricazione calzature” e “Fabbricazione mobili”, costituiscono una componente rispettivamente dei settori “Sistema moda” e “Altri settori manifatturieri” di cui fanno parte. Atteso il loro interesse per l’economia locale, si sono enucleati i relativi dati, per poterli analizzare in maniera separata, nella parte del presente studio dedicata all’approfondimento di specifici settori.

I criteri di indagine utilizzati

Con riferimento specifico alla provincia di Forlì-Cesena sono stati utilizzati gli indici di sviluppo ed i valori per addetto, deflazionati all’anno 2001 e disaggregati per: macro settore, classe dimensionale e comparto di attività.

E’ stato effettuato un confronto territoriale (rispetto ai valori medi dell’Emilia Romagna e dell’Italia) degli indici di sviluppo, dell’equilibrio economico, finanziario e patrimoniale, nonché della redditività netta complessiva, anche in questo caso con disaggregazione per macro settore, classe dimensionale e comparto di attività.

Si è proceduto a singole analisi per la maggior parte dei settori, quelli cioè di maggior “peso”

nell’ambito dell’economia locale, e/o ritenuti di particolare interesse.

Per tutti i settori sono stati comunque elaborati gli indicatori sopra citati, riportati, insieme ai relativi prospetti di stato patrimoniale e di conto economico aggregati, nell’appendice della presente pubblicazione.

Il modello di analisi adottato

I dati contabili, desunti dai bilanci depositati presso il Registro delle Imprese, sono stati rielaborati secondo i seguenti criteri:

Stato Patrimoniale:

riclassificato secondo il criterio finanziario, distinguendo tra attività e passività con scadenza entro oppure oltre i 12 mesi

Conto Economico:

riclassificato secondo lo schema a valore aggiunto e valore della produzione.

I dati sono espressi in euro per tutti gli anni considerati, con conversione dei valori in lire al cambio fisso di 1936,27.

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Gli indicatori utilizzati per l’indagine sono i seguenti:

Indici di sviluppo

E’ stato analizzato con riferimento esclusivo alla provincia di Forlì-Cesena, l’andamento relativo a:

• numero delle società di capitale;

• fatturato e valore aggiunto deflazionati all’anno 2001;

• numero addetti;

• valori per addetto deflazionati all’anno 2001 e precisamente: valore aggiunto, costo del lavoro e margine operativo lordo.

Questa analisi è stata applicata per macro settore, per classe dimensionale d’impresa e per singolo comparto di attività economica.

Nell’ambito dell’analisi comparata con l’Emilia Romagna e l’Italia, considerata la limitazione imposta dai dati disponibili, sono stati esaminati esclusivamente il fatturato e il valore aggiunto nominali.

Indici di equilibrio economico

L’equilibrio economico può essere definito come la capacità di ottenere rendimenti sul capitale investito, superiori al costo sopportato per finanziarlo, in altre parole la capacità di creare valore.

L’analisi dell’equilibrio economico, normalmente viene effettuata attraverso l’indice ROI (Return on investment), dato dal rapporto tra margine operativo netto e capitale investito, quest’ultimo determinato dal totale dell’attivo di bilancio al netto delle passività non finanziarie. Viene pertanto inteso come “investimento” la somma del capitale proprio e dei capitali finanziari di terzi, impiegati nell’attività d’impresa.

Nell’ambito della presente indagine, considerata l’impossibilità di distinguere nei bilanci riclassificati le passività finanziare da quelle non finanziarie, l’analisi dell’equilibrio economico viene svolta attraverso l’esame del rendimento delle attività totali rappresentato dall’indicatore ROA (Return on assets), ottenuto rapportando il margine operativo netto al totale dell’attivo di bilancio.

L’esame del ROA viene successivamente approfondito, esclusivamente nell’analisi per singolo settore, attraverso la sua naturale scomposizione nei seguenti indicatori:

Capital Turnover (CT), che misura la rotazione dei ricavi sull’attivo totale di bilancio ed è dato dal rapporto tra il fatturato e il totale dell’attivo di bilancio;

Return on sales (ROS), che misura la marginalità sulle vendite, ed è dato dal rapporto tra Margine operativo netto e fatturato.

Il ROS viene ulteriormente analizzato con l’esame dei seguenti indicatori utili per indagare le dinamiche operative aziendali:

• “Valore aggiunto (VA)/Fatturato”

• “Costo del lavoro (CDL)/Fatturato”

• “Margine operativo lordo (MOL)/Fatturato”

Il Valore aggiunto e il costo del lavoro in rapporto al fatturato, forniscono anche utili indicazioni sulle eventuali politiche di minore o maggiore integrazione verticale (esternalizzazione o internalizzazione di attività produttive), e sulle relative ricadute a livello di marginalità operativa. In merito a questa, oltre a disporre del ROS, si è ritenuto opportuno calcolare il rapporto “Margine operativo lordo (MOL)/Fatturato”, per analizzare la redditività operativa senza le eventuali influenze distorsive derivanti dalle “politiche” di ammortamento. Il rapporto “Margine operativo lordo (MOL)/Fatturato”, considerando al numeratore il MOL che contrappone ricavi e costi a cui

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corrisponderà in futuro un movimento finanziario, rappresenta inoltre un indicatore utile per capire quale può essere la capacità di un'azienda di generare flussi di cassa operativi.

L’approfondimento dell’analisi dell’equilibrio economico viene ulteriormente svolto attraverso l’analisi dei valori per addetto, che forniscono indicazioni sulla produttività del lavoro, quali il valore aggiunto, il costo del lavoro e il margine operativo lordo, calcolati, data la limitazione imposta dai dati disponibili, solo con riferimento alle società di capitale della provincia di Forlì-Cesena.

Completa l’approfondimento dell’analisi dell’equilibrio economico, l’esame del rapporto “Risultato d’esercizio”/Fatturato”, utile anche per verificare l’incidenza delle gestioni non operative sui risultati finali di bilancio.

Indici di equilibrio patrimoniale

L’equilibrio patrimoniale può essere definito come la capacità di finanziare in maniera corretta il capitale investito nell’attività di impresa. La verifica dell’esistenza di questo equilibrio viene effettuata attraverso l’esame della modalità di finanziamento delle attività immobilizzate che dovrebbero essere finanziate interamente attraverso il capitale proprio e, in caso di insufficienza di questo, mediante fonti di capitale di terzi di natura finanziaria esclusivamente a medio lungo termine.

Per le motivazioni già esposte a proposito del ROA, riguardo all’impossibilità di distinguere i debiti finanziari da quelli di natura non finanziaria, per capitale di terzi a medio lungo termine, nell’ambito di questo studio, si intende il totale delle passività consolidate risultante dai bilanci riclassificati, e quindi comprensivo anche dei debiti di natura non finanziaria.

Per indagare la presenza dell’equilibrio patrimoniale sono stati determinati i seguenti indicatori:

Indice di copertura globale delle immobilizzazioni: (Capitale proprio + Capitale di terzi a mlt)/Attivo immobilizzato

Indice di copertura primaria delle immobilizzazioni: Capitale proprio/Attivo immobilizzato

L’indice di copertura primaria delle immobilizzazioni è stato calcolato solamente nell’ambito dell’analisi specifica dei singoli settori.

L’indice di copertura globale delle immobilizzazioni percentualizzato e per valori superiori al 100%, indica che l’attivo immobilizzato è correttamente finanziato con fonti di finanziamento a medio lungo termine, e quindi conferma l’esistenza dell’equilibrio patrimoniale.

Indici di equilibrio finanziario

L’equilibrio finanziario può essere definito come la capacità di mantenere un corretto rapporto tra i debiti finanziari e il capitale proprio, al fine di tenere sotto controllo il profilo di rischio finanziario dell’azienda. La verifica dell’esistenza di questo equilibrio viene effettuata attraverso l’esame dell’indice di indebitamento o Debt-Equity, che normalmente è dato dal rapporto tra debiti finanziari e capitale proprio. Nell’ambito di questo studio, per le ragioni già esposte relative all’impossibilità di disporre del dato relativo ai debiti finanziari, l’indicatore Debt-Equity viene calcolato rapportando la somma delle passività a breve e a lungo al capitale proprio. Oltre a questo indicatore viene esaminato anche il rapporto Gestione finanziaria/Fatturato, per verificare quanto un certo livello di indebitamento si è tradotto in maggiori oneri finanziari appesantendo il risultato economico, intendendosi per “Gestione finanziaria” il saldo tra oneri e proventi finanziari.

L’analisi dell’equilibrio finanziario viene ulteriormente approfondita, esclusivamente nell’analisi per singolo settore, attraverso l’esame dei seguenti indicatori:

• “Capital Turnover”

• “Autofinanziamento/Fatturato”

• “Margine operativo lordo (MOL)/Gestione finanziaria”

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Il rapporto “Capital Turnover” dato dal rapporto tra il fatturato e il totale dell’attivo di bilancio, e già esaminato nell’ambito dell’analisi dell’equilibrio economico, viene riproposto in questo ambito in quanto, fornendo informazioni sulla velocità di rigiro dei ricavi sull’attivo di bilancio, costituisce un elemento che incide sull’equilibrio finanziario. Infatti il Capital Turnover indica quante volte nel corso dell’anno, le attività sono, in maniera figurativa, ritornate in forma liquida grazie alla moneta recuperata dalle vendite, dando anche indicazioni sulla velocità del ciclo produttivo (cioè il periodo che va dagli acquisti fino all’incasso dei ricavi). Quindi più elevato è questo indice, maggiore è la capacità dell’azienda di realizzare più volte i propri margini sulle vendite in rapporto agli investimenti effettuati rappresentati nell’attivo di bilancio, e maggiore è conseguentemente la capacità di generare flussi di cassa da destinare al rimborso del debito. In sostanza pertanto, il

“Capital Turnover”, se associato al rapporto di indebitamento (Debt-Equity), può peggiorare o migliorare le risultanze di questo indicatore.

Il rapporto “Autofinanziamento/Fatturato”, è stato calcolato sommando al risultato netto gli ammortamenti e le svalutazioni, e rapportando il totale al fatturato.

Il rapporto “Margine operativo lordo (MOL)/Gestione finanziaria” è stato utilizzato al fine di misurare l’adeguatezza della redditività operativa in rapporto alle esigenze di copertura derivanti dalle scelte di politica finanziaria. L’indicatore è stato “non calcolato” (“N.C.”), nei casi in cui la gestione finanziaria forniva risultati positivi con una eccedenza dei proventi rispetto agli oneri finanziari.

La redditività netta complessiva

L’esame dell’equilibrio economico, finanziario e patrimoniale viene completato attraverso l’analisi della redditività netta complessiva, che permette di verificare la capacità dell’impresa di remunerare adeguatamente il capitale di rischio apportato dai soci. La misurazione della redditività netta avviene mediante l’indice ROE (Return on equity), dato dal rapporto tra il risultato netto d’esercizio e il capitale proprio, quest’ultimo al netto del risultato d’esercizio dell’anno.

Per verificare la congruità di questo indicatore può essere utile confrontarlo con il tasso di rendimenti a rischio zero, quali i titoli di stato, per misurarne la differenza che costituisce di fatto il premio per il rischio assunto nell’investire capitale in una iniziativa imprenditoriale. Nell’ambito di questa analisi, viene assunto quale tasso di rendimento di investimenti a rischio zero, il rendistato medio lordo annuo (cioè il rendimento medio lordo dei BTP soggetti a imposta con vita residua superiore ad 1 anno) sulla base delle rilevazioni effettuate dalla Banca d’Italia.

Le finalità del modello di analisi adottato

Il modello di analisi adottato prevede, come già evidenziato, un’analisi dell’equilibrio economico, finanziario e patrimoniale, associato ad una verifica del trend di sviluppo e della redditività netta complessiva.

Tale schema di analisi consente di comprendere se un’azienda ha la capacità di creare rendimenti sul capitale investito, superiori al costo sopportato per finanziarlo (equilibrio economico), e se contemporaneamente associa a questi rendimenti un corretto finanziamento degli investimenti (equilibrio patrimoniale) e un equilibrato rapporto tra debito e capitale proprio (equilibrio finanziario), necessario per mantenere sotto controllo il profilo di rischio finanziario dell’azienda. Questi equilibri unitamente ad una adeguata redditività netta complessiva (ROE), devono poi mantenersi nell’ambito di un percorso di crescita che viene misurato dagli indicatori di sviluppo (Fatturato e Valore aggiunto).

Se un’impresa presenta un equilibrio economico, finanziario e patrimoniale nell’ambito di una adeguata redditività netta complessiva e di un corretto trend di sviluppo, costituisce una realtà imprenditoriale in cui è conveniente effettuare investimenti che si associano ad un grado di basso rischio finanziario, e quindi rappresenta un soggetto economico appetibile per gli apportatori di capitale di rischio (investitori) e di capitale di debito (finanziatori). Per questi motivi il modello, come

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in precedenza anticipato, è anche funzionale agli obiettivi di una valutazione del merito di credito aziendale, che gli istituti di credito devono porre in essere anche a seguito dell’entrata in vigore degli accordi di Basilea 2.

Oltre a questi aspetti, la verifica dell’esistenza dell’equilibrio economico, finanziario e patrimoniale, permette di avere una chiave di lettura di sintesi di eventuali problematiche aziendali individuandone da subito la natura, e consentendo pertanto di identificare gli eventuali strumenti più idonei per intervenire.

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Analisi complessiva dei risultati delle società di capitale della provincia

In questo paragrafo vengono esaminati i seguenti dati esclusivamente con riferimento alla provincia di Forlì-Cesena:

- il numero delle società di capitale - il fatturato deflazionato al 2001

- il valore aggiunto deflazionato al 2001 - il numero degli addetti

- i valori per addetto (valore aggiunto, costo del lavoro, margine operativo lordo)

L’esame viene effettuato inizialmente in maniera complessiva sull’intera provincia di Forlì-Cesena, per poi approfondire l’analisi per macro settore, per classe dimensionale di appartenenza e per singolo comparto di attività economica.

Il numero delle società di capitale

L’esame della variazione del numero di società di capitale nel periodo esaminato, evidenzia un incremento complessivo pari a 929 unità, corrispondente ad un aumento percentuale del 25,4%

rispetto all’anno 2001.

Numero società di capitale per anno. Anni 2001-2006.

2001 2002 2003 2004 2006 2006 Var.01/06

FORLI'-CESENA 3.651 3.932 4.150 4.373 4.331 4.580 929

Fonte: ns. elaborazione su dati Osservatorio Unioncamere sui bilanci delle società di capitale

Analizzando la ripartizione numerica per macro settore, emerge un incremento dell’incidenza percentuale dei Servizi sul totale, mentre gli altri comparti di attività economica registrano una crescita nella numerosità delle imprese, ma comunque inferiore a quella dei Servizi.

Ripartizione percentuale numero società di capitale per macro settori. Anni 2001-2006. Totalità delle società di capitale di Forlì-Cesena

3,9%

20,5%

12,1%

63,5%

3,2%

20,2%

10,6%

66,0%

% %

2001 2006

Agricoltura Manifatturiero Costruzioni Servizi

Fonte: elaborazione Unioncamere Emilia-Romagna su dati Osservatorio Unioncamere sui bilanci delle società di capitale

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Spostando l’ottica di osservazione del numero di società di capitale, alle varie classi dimensionali d’impresa, si evidenzia una sostanziale stabilità nella composizione percentuale, con il mantenimento di una forte incidenza delle piccole società di capitale.

Ripartizione percentuale numero società di capitale per classe dimensionale. Anni 2001-2006. Totalità delle società di capitale di Forlì-Cesena

1,0%

5,3%

16,2%

77,5%

1,0%

4,9%

16,9%

77,2%

% %

2001 2006

Fatt. > 50 mln 10 mln < Fatt. < 50 mln 2 mln < Fatt. < 10 mln Fatt. < 2 mln

Fonte: elaborazione Unioncamere Emilia-Romagna su dati Osservatorio Unioncamere sui bilanci delle società di capitale

Il numero di società di capitale per settore di attività economica, evidenzia una significativa rilevanza dei comparti appartenenti ai Servizi, seguiti dalle Costruzioni. Il primo comparto del macro settore Manifatturiero risulta essere il Meccanico, con una incidenza del 4,7% sul totale.

L’Agricoltura invece pesa per il 3,2%, in arretramento rispetto al 2001.

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Numero annuo delle società di capitale a confronto. Variazione 2001/2006 e posizione rispetto agli altri settori in termini di incidenza sul totale. FORLI'-CESENA

Var. Rank Comp. Rank Comp.

2001 2002 2003 2004 2006 2006 01/06 2001 % 2006 %

Attività immob. 1.028 1.179 1.309 1.430 1.363 1.435 407 1 28,3% 1 31,8%

Comm. ingr. 500 511 510 514 523 552 52 2 13,8% 2 12,3%

Costruzioni 441 433 447 454 448 479 38 3 12,2% 3 10,6%

Altri serv. pubb. 304 309 335 360 357 351 47 4 8,4% 4 7,8%

Comm.dettaglio 158 175 176 193 197 215 57 6 4,4% 5 4,8%

Meccanico 175 184 183 200 209 211 36 5 4,8% 6 4,7%

Trattam. metalli 133 145 154 165 172 186 53 8 3,7% 7 4,1%

Trasporti e mag. 132 146 148 150 153 171 39 9 3,6% 8 3,8%

Alberghi e rist. 93 117 123 148 140 155 62 10 2,6% 9 3,4%

Agricoltura 142 155 157 152 145 146 4 7 3,9% 10 3,2%

Sistema moda 85 93 97 99 104 99 14 12 2,3% 11 2,2%

Altri settori man. 89 100 94 98 96 97 8 11 2,5% 12 2,2%

Comm.e rip. aut. 85 86 79 82 84 92 7 13 2,3% 13 2,0%

Chimico e farm. 75 80 81 77 77 82 7 14 2,1% 14 1,8%

Alimentare 65 67 72 72 77 82 17 16 1,8% 15 1,8%

Carta editoria 71 73 75 77 78 78 7 15 2,0% 16 1,7%

Ceramica ediliz. 29 31 33 35 34 38 9 17 0,8% 17 0,8%

Legno 22 23 28 30 33 37 15 18 0,6% 18 0,8%

Totali 3.627 3.907 4.101 4.336 4.290 4.506 879 100% 100%

Fonte: ns. elaborazione su dati Osservatorio Unioncamere sui bilanci delle società di capitale

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Il fatturato

L’andamento del fatturato a valori deflazionati al 2001, registra un significativo incremento complessivo nel periodo 2001-2006, pari al 16,5%, dovuto in gran parte alla variazione positiva del 2006, che recupera la flessione avvenuta nel corso del 2005.

Fatturato. Valori assoluti (milioni di euro) e variazione percentuale. Anni 2001-2006. Valori deflazionati al 2001.

2001 2002 2003 2004 2005 2006 Var.01/06

FORLI'-CESENA 12.331 12.503 13.011 13.396 13.194 14.361 2.029

Variazione % 1,4% 4,1% 3,0% -1,5% 8,8% 16,5%

Fonte: ns. elaborazione su dati Osservatorio Unioncamere sui bilanci delle società di capitale

L’analisi per macro settore evidenzia che i Servizi e le Costruzioni sono i comparti che hanno beneficiato maggiormente del positivo andamento del fatturato, mentre il Manifatturiero e l’Agricoltura hanno registrato variazioni contenute. Diretta conseguenza di questo andamento, è l’accresciuto peso percentuale dei Servizi e delle Costruzioni sul totale del fatturato, a scapito prevalentemente del Manifatturiero, la cui incidenza scende del 5,1%.

Confronto fatturati deflazionati al 2001 per macro settori. Valori assoluti (milioni di euro). Anni 2001-2006. Totalità delle società di capitale di Forlì-Cesena

626

4.849

725 5.916

651

4.933

1.101 7.455

Fatturato Fatturato

2001 2006

Agricoltura Manifatturiero Costruzioni Servizi

Fonte: elaborazione Unioncamere Emilia-Romagna su dati Osservatorio Unioncamere sui bilanci delle società di capitale

(17)

Ripartizione percentuale fatturato deflazionato al 2001 per macro settori. Valori assoluti (milioni di euro). Anni 2001-2006.

Totalità delle società di capitale di Forlì-Cesena

5,2%

40,0%

6,0%

48,8%

4,6%

34,9%

7,8%

52,7%

% %

2001 2006

Agricoltura Manifatturiero Costruzioni Servizi

Fonte: elaborazione Unioncamere Emilia-Romagna su dati Osservatorio Unioncamere sui bilanci delle società di capitale

Analizzando per classe dimensionale l’andamento del fatturato, emerge una significativa crescita in termini assoluti, delle grandi società di capitale, mentre in termini percentuali, spicca l’aumento delle piccole società di capitale. L’esame dell’incidenza sul totale del fatturato, conferma la forte prevalenza delle grandi società di capitale, con un leggero incremento delle piccole società di capitale. Appare comunque evidente, “incrociando” il dato del fatturato, con quello relativo al numero di società di capitale, come poche grandi imprese (1%) contribuiscano ad oltre il 40% del fatturato della provincia, mentre il 77,2% delle società di capitale (quelle “piccole”), rappresentino unicamente il 10,1% del volume d’affari complessivo.

Confronto fatturati deflazionati al 2001 per classe dimensionale. Valori assoluti (milioni di euro). Anni 2001-2006. Totalità delle società di capitale di Forlì-Cesena

4.879

3.680

2.613

1.159 5.790

4.044

3.070

1.457

Fatturato Fatturato

2001 2006

Fatt. > 50 mln 10 mln < Fatt. < 50 mln 2 mln < Fatt. < 10 mln Fatt. < 2 mln

Fonte: elaborazione Unioncamere Emilia-Romagna su dati Osservatorio Unioncamere sui bilanci delle società di capitale

(18)

Ripartizione percentuale fatturato deflazionato al 2001 per classe dimensionale. Valori assoluti (milioni di euro). Anni 2001-2006. Totalità delle società di capitale di Forlì-Cesena

39,6%

29,8%

21,2%

9,4%

40,3%

28,2%

21,4%

10,1%

% %

2001 2006

Fatt. > 50 mln 10 mln < Fatt. < 50 mln 2 mln < Fatt. < 10 mln Fatt. < 2 mln

Fonte: elaborazione Unioncamere Emilia-Romagna su dati Osservatorio Unioncamere sui bilanci delle società di capitale

L’analisi del fatturato per singolo comparto di attività economica, conferma la prevalenza dei settori del Commercio all’ingrosso e dell’Alimentare, anche se in arretramento, come incidenza percentuale, nel periodo 2001-2006. Cresce il peso dell’Attività immobiliare, noleggio, informatica, ricerca e delle Costruzioni. In termini assoluti tutti i settori incrementano il fatturato con l’unica eccezione dell’Alimentare, del Meccanico e del Sistema Moda. Significativi appaiono gli incrementi in termini assoluti dell’Attività immobiliare, noleggio, informatica, ricerca, del Commercio al dettaglio e delle Costruzioni.

(19)

Fatturato annuo deflazionato al 2001 (milioni di euro) delle società di capitale a confronto. Variazione 2001/2006 e posizione rispetto agli altri settori in termini di incidenza sul totale. FORLI'-CESENA

Var. Rank Comp. Rank Comp.

2001 2002 2003 2004 2006 2006 01/06 2001 % 2006 %

Comm. ingr. 4.044 3.977 4.104 3.897 3.928 4.176 132 1 33,4% 1 29,5%

Alimentare 1.597 1.486 1.463 1.529 1.310 1.261 - 336 2 13,2% 2 8,9%

Attività immob. 557 687 886 955 1.028 1.108 551 7 4,6% 3 7,8%

Costruzioni 725 854 882 1.029 1.028 1.101 376 4 6,0% 4 7,8%

Meccanico 907 1.001 701 735 757 866 - 41 3 7,5% 5 6,1%

Comm.dettaglio 275 304 569 543 395 677 402 13 2,3% 6 4,8%

Agricoltura 626 565 642 686 665 651 25 5 5,2% 7 4,6%

Trattam. metalli 438 484 461 548 534 610 171 10 3,6% 8 4,3%

Altri serv. pubb. 231 240 402 479 416 529 298 14 1,9% 9 3,7%

Sistema moda 561 602 543 490 498 528 - 33 6 4,6% 10 3,7%

Chimico e farm. 466 457 435 442 453 512 46 8 3,8% 11 3,6%

Altri settori man. 370 383 393 435 461 501 132 11 3,1% 12 3,5%

Comm.e rip. aut. 453 412 359 381 415 456 4 9 3,7% 13 3,2%

Trasporti e mag. 320 359 373 385 392 424 104 12 2,6% 14 3,0%

Legno 155 162 182 195 221 236 82 17 1,3% 15 1,7%

Ceramica ediliz. 188 222 214 242 221 218 30 15 1,6% 16 1,5%

Carta editoria 167 173 185 187 201 199 32 16 1,4% 17 1,4%

Alberghi e rist. 35 74 58 70 76 83 48 18 0,3% 18 0,6%

Totali 12.115 12.443 12.853 13.228 12.999 14.139 2.025 100% 100%

Fonte: ns. elaborazione su dati Osservatorio Unioncamere sui bilanci delle società di capitale

(20)

Il valore aggiunto

Il valore aggiunto presenta un andamento sostanzialmente in linea con quello del fatturato, registrando una variazione positiva complessiva del 18,4%, con una forte concentrazione dell’incremento nell’anno 2005.

Valore aggiunto. Valori assoluti (milioni di euro) e variazione %. Anni 2001-2006. Valori deflazionati al 2001.

2001 2002 2003 2004 2005 2006 Var.01/06

FORLI'-CESENA 2.137 2.228 2.259 2.317 2.339 2.531 394

Variazione % 4,2% 1,4% 2,6% 1,0% 8,2% 18,4%

Fonte: ns. elaborazione su dati Osservatorio Unioncamere sui bilanci delle società di capitale

Rispetto a quanto riscontrato per il fatturato, dove vi era una prevalenza del macro settore Servizi, predomina ancora a fine 2006, a livello di produzione di valore aggiunto, il comparto Manifatturiero, anche se l’incremento nel periodo 2001-2006 è decisamente inferiore a quello delle Costruzioni e in particolar modo a quello dei Servizi.

Confronto valore aggiunto deflazionato al 2001 per macro settori. Valori assoluti (milioni di euro). Anni 2001-2006.

Totalità delle società di capitale di Forlì-Cesena

77

1.071

155 756

84

1.126

210

1.059

Val.agg. Val.agg.

2001 2006

Agricoltura Manifatturiero Costruzioni Servizi

Fonte: ns. elaborazione su dati Osservatorio Unioncamere sui bilanci delle società di capitale

Questo andamento determina una significativa riduzione del peso percentuale del Manifatturiero, che si riduce dal 52% del 2001 al 45,4% del 2006, a vantaggio prevalentemente dei Servizi che crescono dal 36,7% al 42,7%.

(21)

Ripartizione percentuale valore aggiunto deflazionato al 2001 per macro settori. Anni 2001-2006. Totalità delle società di capitale di Forlì-Cesena.

3,7%

52,0%

7,5%

36,7%

3,4%

45,4%

8,5%

42,7%

% %

2001 2006

Agricoltura Manifatturiero Costruzioni Servizi

Fonte: ns. elaborazione su dati Osservatorio Unioncamere sui bilanci delle società di capitale

Esaminando la dinamica del valore aggiunto per classe dimensionale, si evidenzia una tendenza all’allineamento sia in termini assoluti che in termini di composizione percentuale, tra le tre maggiori classi di mensionali. Le piccole società di capitale, pur registrando il maggior incremento percentuale, rimangono ancora distanti dalle altre classi dimensionali, sia come produzione di valore aggiunto in termini assoluti, che come incidenza percentuale sul totale.

Confronto valore aggiunto deflazionato al 2001 per classe dimensionale. Valori assoluti (milioni di euro). Anni 2001-2006.

Totalità delle società di capitale di Forlì-Cesena.

592 690

541

314

714 746

672

400

Val.agg. Val.agg.

2001 2006

Fatt. > 50 mln 10 mln < Fatt. < 50 mln 2 mln < Fatt. < 10 mln Fatt. < 2 mln

Fonte: ns. elaborazione su dati Osservatorio Unioncamere sui bilanci delle società di capitale

(22)

Ripartizione percentuale valore aggiunto deflazionato al 2001 per classe dimensionale. Anni 2001-2006. Totalità delle società di capitale di Forlì-Cesena.

27,7%

32,3%

25,3%

14,7%

28,2%

29,5%

26,5%

15,8%

% %

2001 2006

Fatt. > 50 mln 10 mln < Fatt. < 50 mln 2 mln < Fatt. < 10 mln Fatt. < 2 mln

Fonte: ns. elaborazione su dati Osservatorio Unioncamere sui bilanci delle società di capitale

Esaminando il valore aggiunto per singolo comparto di attività economica, si conferma la prevalenza del Commercio all’ingrosso, come già riscontrato nell’analisi del fatturato, seguito, a fine 2006, dalle Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca. In significativo arretramento il settore Alimentare, che, unitamente al Sistema moda, registrano le uniche variazioni negative nel periodo 2001-2006. Positivo l’andamento del comparto Meccanico, che recupera la flessione avvenuta nel corso del 2003.

Valore aggiunto annuo deflazionato al 2001 (milioni di euro) delle società di capitale a confronto. Variazione 2001/2006 e posizione rispetto agli altri settori in termini di incidenza sul totale. FORLI'-CESENA

Var. Rank Comp. Rank Comp.

2001 2002 2003 2004 2005 2006 01/06 2001 % 2006 %

Comm. ingr. 317 349 341 340 365 386 70 1 15,4% 1 15,6%

Attività immob. 179 192 240 243 259 304 124 3 8,7% 2 12,3%

Meccanico 172 207 174 183 194 211 39 4 8,3% 3 8,5%

Costruzioni 155 166 168 164 186 210 54 6 7,5% 4 8,5%

Alimentare 246 232 217 219 214 188 - 58 2 11,9% 5 7,6%

Trattam. metalli 138 140 145 159 155 169 32 7 6,7% 6 6,8%

Altri serv. pubb. 105 109 135 171 136 154 49 9 5,1% 7 6,2%

Sistema moda 170 183 134 117 117 124 - 46 5 8,2% 8 5,0%

Altri settori man. 82 86 92 102 120 123 41 10 4,0% 9 5,0%

Chimico e farm. 112 117 110 114 115 121 8 8 5,5% 10 4,9%

Agricoltura 77 54 73 67 62 84 7 11 3,7% 11 3,4%

Legno 57 61 63 70 78 77 20 13 2,8% 12 3,1%

Trasporti e mag. 70 78 72 74 70 77 7 12 3,4% 13 3,1%

Comm.dettaglio 38 37 81 84 58 75 37 16 1,8% 14 3,0%

Ceramica ediliz. 50 61 62 60 61 67 16 14 2,4% 15 2,7%

Carta editoria 44 47 44 45 42 46 2 15 2,2% 16 1,8%

Comm.e rip. aut. 34 34 25 30 31 36 2 17 1,7% 17 1,5%

Alberghi e rist. 14 42 21 24 26 26 12 18 0,7% 18 1,1%

Totali 2.060 2.196 2.199 2.266 2.289 2.478 419 100% 100%

Fonte: ns. elaborazione su dati Osservatorio Unioncamere sui bilanci delle società di capitale

(23)

Il numero degli addetti

Il numero degli addetti registra un significativo incremento per n. 13.599 unità, pari ad una variazione percentuale nell’arco temporale 2001-2006, del 26%. Il tasso di aumento è concentrato in prevalenza nell’anno 2002 (+13%), per poi stabilizzarsi negli anni successivi su incrementi ad una cifra percentuale.

Numero addetti per anno. Anni 2001-2006.

2001 2002 2003 2004 2005 2006 Var.01/06

FORLI'-CESENA 52.237 59.130 61.291 63.551 63.915 65.836 13.599 Fonte: ns. elaborazione su dati Osservatorio Unioncamere sui bilanci delle società di capitale

L’analisi del numero di addetti per macro settore, evidenzia un superamento del Manifatturiero da parte dei Servizi, che conferma la crescita già riscontrata nell’esame del fatturato e del valore aggiunto. Le Costruzioni e il Manifatturiero registrano comunque crescite a due cifre percentuali, mentre l’Agricoltura aumenta il numero di addetti ma in misura inferiore rispetto agli altri comparti.

Confronto numero addetti per macro settori. Anni 2001-2006. Totalità delle società di capitale di Forlì-Cesena

1.277 23.939

3.510 23.126

1.385 28.676

4.295 30.803

Addetti Addetti

2001 2006

Agricoltura Manifatturiero Costruzioni Servizi

Fonte: ns. elaborazione su dati Osservatorio Unioncamere sui bilanci delle società di capitale

L’esame del peso percentuale di ogni singolo comparto, conferma ulteriormente l’andamento appena evidenziato, con il comparto dei Servizi che si avvicina, come peso percentuale, al 50% del totale degli addetti.

(24)

Ripartizione percentuale numero addetti per macro settori. Anni 2001-2006. Totalità delle società di capitale di Forlì- Cesena.

2,5%

46,2%

6,8%

44,6%

2,1%

44,0%

6,6%

47,3%

% %

2001 2006

Agricoltura Manifatturiero Costruzioni Servizi

Fonte: ns. elaborazione su dati Osservatorio Unioncamere sui bilanci delle società di capitale

Esaminando il dato degli addetti per classe dimensionale emerge una forte crescita (+61,8%) per le grandi società di capitale, decisamente al di sopra degli incrementi registrati dalle altre classi di impresa. Emerge comunque, rispetto al 2001, una ripartizione più omogenea degli addetti tra le varie classi dimensionali, dovuta proprio all’accresciuto peso delle grandi società di capitale.

Confronto numero addetti per classe dimensionali. Anni 2001-2006. Totalità delle società di capitale di Forlì-Cesena

9.840 15.462

14.374 12.560

15.922

16.939 17.705 15.270

Addetti Addetti

2001 2006

Fatt. > 50 mln 10 mln < Fatt. < 50 mln 2 mln < Fatt. < 10 mln Fatt. < 2 mln

Fonte: ns. elaborazione su dati Osservatorio Unioncamere sui bilanci delle società di capitale

(25)

Ripartizione percentuale numero addetti per classe dimensionale. Anni 2001-2006. Totalità delle società di capitale di Forlì-Cesena.

18,8%

29,6%

27,5%

24,0% 24,2%

25,7% 26,9%

23,2%

% %

2001 2006

Fatt. > 50 mln 10 mln < Fatt. < 50 mln 2 mln < Fatt. < 10 mln Fatt. < 2 mln

Fonte: ns. elaborazione su dati Osservatorio Unioncamere sui bilanci delle società di capitale

Esaminando i singoli comparti di attività economica, emerge una rilevante crescita delle Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, dell’Alimentare e degli Altri servizi pubblici, mentre l’unico settore in arretramento risulta essere il Sistema moda, che riduce gli addetti per numero 879 unità.

Numero addetti annuo delle società di capitale a confronto. Variazione 2001/2006 e posizione rispetto agli altri settori in termini di incidenza sul totale. FORLI'-CESENA

Var. Rank Comp. Rank Comp.

2001 2002 2003 2004 2005 2006 01/06 2001 % 2006 %

Attività immob. 6.507 5.279 7.918 8.055 7.951 8.945 2.438 2 12,6% 1 13,7%

Comm. ingr. 7.442 8.348 7.630 7.465 7.980 8.418 976 1 14,4% 2 12,9%

Alimentare 4.397 7.776 8.653 8.772 8.456 7.337 2.940 3 8,5% 3 11,3%

Altri serv. pubb. 4.160 4.558 5.128 5.373 5.568 6.025 1.865 5 8,0% 4 9,2%

Meccanico 3.986 4.747 4.404 4.456 4.557 4.766 780 6 7,7% 5 7,3%

Costruzioni 3.510 3.704 3.820 3.787 4.223 4.295 785 7 6,8% 6 6,6%

Trattam. metalli 3.356 3.516 3.702 3.886 3.883 3.997 642 8 6,5% 7 6,1%

Sistema moda 4.268 4.279 3.841 3.473 3.410 3.389 - 879 4 8,2% 8 5,2%

Altri settori man. 2.406 2.402 1.905 2.557 2.580 2.672 266 9 4,6% 9 4,1%

Comm.dettaglio 1.387 1.260 2.189 2.308 1.779 2.607 1.220 12 2,7% 10 4,0%

Trasporti e mag. 1.966 2.181 2.048 2.174 2.351 2.434 468 11 3,8% 11 3,7%

Chimico e farm. 2.326 2.394 2.316 2.326 2.286 2.388 62 10 4,5% 12 3,7%

Legno 1.156 1.186 1.345 1.453 1.551 1.677 520 14 2,2% 13 2,6%

Agricoltura 1.277 1.714 1.683 2.406 2.236 1.385 108 13 2,5% 14 2,1%

Alberghi e rist. 661 2.073 1.043 1.304 1.236 1.350 689 18 1,3% 15 2,1%

Ceramica ediliz. 1.154 1.125 1.187 1.305 1.310 1.327 173 15 2,2% 16 2,0%

Carta editoria 890 996 925 973 1.023 1.124 234 17 1,7% 17 1,7%

Comm.e rip. aut. 995 862 804 828 876 1.014 19 16 1,9% 18 1,6%

Totali 51.843 58.399 60.542 62.903 63.255 65.149 13.306 100% 100%

Fonte: ns. elaborazione su dati Osservatorio Unioncamere sui bilanci delle società di capitale

(26)

I valori per addetto

L’esame dei valori deflazionati al 2001 per addetto, condotto rapportando il valore aggiunto (VA), il costo del lavoro (CDL) e il margine operativo lordo (MOL) al numero degli addetti, permette di effettuare interessanti considerazioni in merito alla produttività del lavoro e alla conseguente ricaduta a livello di margini operativi di impresa. Infatti il valore aggiunto, rappresentando il valore che l’azienda riesce ad “aggiungere” ai beni e servizi acquistati all’esterno, grazie all’impiego del capitale umano e del capitale tecnico (materiale ed immateriale), costituisce un indice della capacità di creazione di ricchezza. Rapportando il valore aggiunto al numero degli addetti, si evidenzia quanto del plusvalore generato dall’azienda è attribuibile al singolo addetto, ottenendo in questo modo un indicatore utile per valutare la produttività del lavoro. Sottraendo successivamente al valore aggiunto il costo del lavoro, si ottiene il margine operativo lordo, che rappresenta un importante margine della gestione operativa aziendale, utile per valutare sia la capacità di creare reddito operativo, sia la capacità della gestione operativa di generare adeguati flussi di risorse finanziarie.

A livello complessivo emerge una riduzione della marginalità per addetto (MOL/Addetto), dovuta non a un incremento del costo del lavoro, che al contrario si riduce in termini reali (CDL/Addetto), bensì ad una contrazione del valore aggiunto per addetto che si riduce per 2,47 migliaia di euro dal 2001 al 2006.

Valori per addetto. Valori assoluti (migliaia di euro). Anni 2001-2006. Valori deflazionati al 2001.

2001 2002 2003 2004 2005 2006 Var.01/06 VALORE AGGIUNTO/ADDETTO 40,92 37,68 36,85 36,45 36,60 38,45 -2,47 CDL/ADDETTO 25,52 24,01 23,90 23,91 24,00 24,48 -1,05 MOL/ADDETTO 15,40 13,66 12,95 12,54 12,60 13,97 -1,42 Fonte: ns. elaborazione su dati Osservatorio Unioncamere sui bilanci delle società di capitale

L’esame dei valori per addetto per macro settori, presenta, per il comparto dell’Agricoltura, valori relativi al 2001 e 2006, non coerenti con gli altri anni. Questa incoerenza probabilmente, trova giustificazione nella forte incidenza della stagionalità delle assunzioni in questo settore, per cui il dato va considerato con estrema cautela.

L’analisi degli altri comparti evidenzia una decisa crescita della marginalità per addetto (MOL/Addetto) nelle Costruzioni, mentre la stessa risulta sostanzialmente stabile nei Servizi.

Emerge in negativo la diminuzione nel Manifatturiero, dove la riduzione del valore aggiunto per addetto risulta più elevata della diminuzione nel costo del lavoro per addetto. Questo andamento del Manifatturiero, visto il peso di questo comparto a livello provinciale, è stato sicuramente determinante nella riduzione del margine operativo (MOL/Addetto) complessivo, esaminato in precedenza.

(27)

Valore aggiunto (VA), Costo del lavoro (CDL), Margine operativo lordo (MOL) deflazionati al 2001 per addetto (Add.) per macro settori. Valori assoluti (migliaia di euro). Anni 2001-2006. Totalità delle società di capitale di Forlì-Cesena.

Agricoltura 60,1 40,2 19,9 60,6 40,4 20,2 Manifatturiero 44,7 28,6 16,2 39,3 26,0 13,3 Costruzioni 44,3 26,6 17,7 48,8 26,9 21,9 Servizi 32,7 20,7 12,0 34,4 21,9 12,5 VA/Add CDL/AddMOL/AddVA/Add CDL/AddMOL/Add

2001 2006

Fonte: ns. elaborazione su dati Osservatorio Unioncamere sui bilanci delle società di capitale

L’esame dei valori per addetto per classe dimensionale, evidenzia valori per addetto generalmente crescenti quanto più è elevata la dimensione di impresa in termini di fatturato. Il valore aggiunto (VA), il costo del lavoro (CDL) e il margine operativo lordo (MOL) per addetto, aumentano infatti (con l’eccezione del CDL/Add. per le grandi società di capitale) al crescere della classe dimensionale. Analizzando le variazioni 2001-2006, il trend del margine operativo lordo per addetto (MOL/Addetto), appare in discesa per tutte le classi di impresa, con esclusione delle piccole società di capitale. I valori annui evidenziano invece un incremento nell’ultimo anno del MOL per addetto particolarmente significativo per le grandi e le piccole società di capitale.

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Valore aggiunto (VA), Costo del lavoro (CDL), Margine operativo lordo (MOL) deflazionati al 2001 per addetto (Add.) per classe dimensionale. Valori assoluti (migliaia di euro). Anni 2001-2006. Totalità delle società di capitale di Forlì-Cesena.

Fatt. > 50 mln 60,1 35,8 24,4 44,8 27,2 17,6 10 mln < Fatt. < 50 mln 44,6 27,9 16,7 44,0 28,9 15,2 2 mln < Fatt. < 10 mln 37,7 24,4 13,3 38,0 25,1 12,9 Fatt. < 2 mln 25,0 15,9 9,1 26,2 16,0 10,2

VA/Add CDL/AddMOL/AddVA/Add CDL/AddMOL/Add

2001 2006

Fonte: ns. elaborazione su dati Osservatorio Unioncamere sui bilanci delle società di capitale

Se si esaminano i dati per classe dimensionale congiuntamente a quelli per macro settori, emerge che la diminuzione della marginalità per addetto subita dal Manifatturiero, ha inciso prevalentemente sulle classi dimensionali più elevate, mentre le piccole società di capitale hanno al contrario incrementato la propria marginalità.

L’analisi dei valori per addetto per singolo settore di attività economica, conferma quanto riscontrato nell’analisi per macro settori. Infatti se si esamina il margine operativo lordo per addetto (MOL/Addetto), emerge un trend negativo di questo indicatore prevalentemente per i comparti appartenenti al Manifatturiero, quali il Chimico e farmaceutico, la Carta editoria, il Legno, il Meccanico, la Ceramica ed edilizia, il Sistema moda e l’Alimentare. Al contrario in forte crescita risulta essere il dato per gli Altri settori manifatturieri, mentre nell’ambito dei Servizi, importanti, visto anche il relativo peso in ambito provinciale, risultano essere gli incrementi del Commercio all’ingrosso e delle Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca.

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Valore aggiunto annuo per addetto deflazionato al 2001 (migliaia di euro) delle società di capitale a confronto.

Variazione 2001/2006 e posizione rispetto agli altri settori. FORLI'-CESENA

Var.

2001 2002 2003 2004 2005 2006 01/06 Rank 2001 Rank 2006 Agricoltura 60,1 31,4 43,6 27,9 27,9 60,6 0,5 1 1 Chimico e farm. 48,4 49,0 47,7 49,0 50,2 50,7 2,3 5 2 Ceramica ediliz. 43,6 54,4 51,9 46,2 46,7 50,4 6,7 7 3 Costruzioni 44,3 44,7 43,9 43,2 43,9 48,8 4,5 6 4 Legno 49,4 51,4 46,8 48,0 50,2 46,0 - 3,4 4 5 Altri settori man. 33,9 36,0 48,3 40,1 46,4 45,9 12,0 14 6 Comm. ingr. 42,6 41,8 44,7 45,6 45,7 45,9 3,3 9 7 Meccanico 43,1 43,6 39,5 41,2 42,7 44,3 1,2 8 8 Trattam. metalli 41,0 39,7 39,1 40,9 39,9 42,3 1,4 10 9 Carta editoria 49,8 47,3 47,2 46,1 41,5 40,8 - 9,0 3 10 Sistema moda 39,8 42,8 35,0 33,7 34,2 36,6 - 3,1 11 11 Comm.e rip. aut. 34,2 39,6 31,5 36,2 35,6 35,6 1,4 13 12 Attività immob. 27,6 36,4 30,3 30,2 32,6 34,0 6,4 15 13 Trasporti e mag. 35,4 35,5 35,3 34,0 29,9 31,5 - 3,9 12 14 Comm.dettaglio 27,3 29,6 37,2 36,5 32,5 28,8 1,6 16 15 Alimentare 55,9 29,8 25,1 24,9 25,3 25,6 - 30,3 2 16 Altri serv. pubb. 25,2 24,0 26,4 31,8 24,4 25,6 0,4 17 17 Alberghi e rist. 20,8 20,4 20,5 18,2 20,8 19,4 - 1,4 18 18 Fonte: ns. elaborazione su dati Osservatorio Unioncamere sui bilanci delle società di capitale

Costo del lavoro annuo per addetto deflazionato al 2001 (migliaia di euro) delle società di capitale a confronto.

Variazione 2001/2006 e posizione rispetto agli altri settori. FORLI'-CESENA

Var.

2001 2002 2003 2004 2005 2006 01/06 Rank 2001 Rank 2006 Agricoltura 40,2 26,0 30,2 20,4 23,1 40,4 0,2 1 1 Ceramica ediliz. 29,7 33,0 32,4 34,4 37,8 37,5 7,9 4 2 Legno 30,0 29,7 28,8 29,6 30,7 30,1 0,1 3 3 Chimico e farm. 27,4 27,7 28,3 28,8 29,4 30,0 2,5 7 4 Trattam. metalli 27,9 28,3 27,5 28,8 27,9 29,0 1,1 5 5 Meccanico 26,1 28,6 28,6 28,2 27,2 28,6 2,5 9 6 Sistema moda 25,2 26,3 25,5 25,8 26,9 27,2 2,0 11 7 Costruzioni 26,6 25,9 26,2 26,2 25,9 26,9 0,3 8 8 Trasporti e mag. 27,9 27,6 27,5 28,0 27,0 26,4 - 1,5 6 9 Comm. ingr. 23,9 25,0 26,0 27,0 27,0 26,0 2,1 12 10 Altri settori man. 21,9 24,2 30,0 24,2 25,0 25,3 3,4 14 11 Comm.e rip. aut. 23,0 25,4 24,6 24,5 24,6 25,0 2,0 13 12 Carta editoria 25,5 24,4 25,8 25,6 25,7 24,7 - 0,8 10 13 Comm.dettaglio 17,2 19,1 25,1 24,9 21,9 21,0 3,8 16 14 Altri serv. pubb. 19,5 19,2 19,5 21,1 18,7 19,4 - 0,1 15 15 Attività immob. 16,6 18,8 17,6 18,0 18,9 19,4 2,8 17 16 Alimentare 38,9 22,0 18,1 18,7 18,6 18,1 - 20,8 2 17 Alberghi e rist. 14,3 15,6 15,2 14,4 15,8 14,7 0,5 18 18 Fonte: ns. elaborazione su dati Osservatorio Unioncamere sui bilanci delle società di capitale

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