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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.21 (1894) n.1029, 21 gennaio

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L’ ECONOMISTA

G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E

SC IEN ZA ECONOMICA, F IN A N Z A , COMMERCIO, B A N C H I, F E R R O V IE , IN T E R E S S I P R IV A T I

Anno XXI - Voi. XXV

Domenica 21 Gennaio 1894

N. 1029

PAESE E GOVERNO

Si tenterebbe, invano, di disim ularlo ; il paese è come sotto la im pressione della m inaccia di una im m ane sventura. E non può essere altrim enti : vede intorno a sè, da ogni parte, rovine ; rovine morali di personalità fin qui rispettale, a cui si aprono le carceri ; rovine econom iche per ristagno negli affari in corso, per ripugnanza ad in tra p re n d ern e di nuovi ; rovine finanziarie di Istituti e Ditte più cospicue che, come un m iserabile salum aio, sono costrette a chiedere la m oratoria ai tribunali, e tra­ scinano con sè altri nella voragine della c r is e ; ro ­ vine politiche, perchè in te re provineie ad u n tratto si mostrano padroneggiate da ribelli, così che oc­ corre sospendere le libertà costituzionali, proclam are giudizi m ilitari, far fuoco su bande arm ate per r i­ stabilire 1’ ordine m ediante la forza.

In pari tem po il paese, che pure ha veduto a poco a poco m aturarsi questo rovinio com inciato già da più anni, rileva che il Parlam ento ed il G overno si sono m ostrati, o ciechi, o inconsci, o indifferenti davanti ai sintom i pur gravi che si erano m anife­ stati, così che oggi non si sa più n è dove si vada, nè per qual via si vada. Invano alcuno tenta di spiegare il fatto col nom e di qualche M inistero a cui si attribuisce la incoscienza o la incapacità; il paese non com prende queste distinzioni e si d o ­ manda a quale scopo elegga 508 rappresentanti per­ chè invigilino il potere esecutivo lo frenino o lo stimolino secondo il bisogno, se poi al potere ese­ cutivo è concesso di rid u rre la nazione nello stato m iserrim o nel quale m oralm ente, econom icam ente, finanziariam ente, politicam ente è oggi ridotta.

E ci ram m arica che nem m eno di fronte ai g ra­ vissimi avvedim enti che oggi turbano il paese nella sua tranquillità e nei suoi interessi, la com plicata m ac­ china costituzionale non possa m uoversi con quella sollecitudine che la urgenza dei casi richiederebbe. Si può d ire che da quattro mesi siam o senza Go­ verno e senza P arlam ento; gli ultim i d ue mesi del Mi­ nistero Giolitti passarono nella inazione, attendendo il giudizio della C am era e d’altra p an e il P arlam ento di nessun’ altra cosa occupandosi che di provocare la crise ; un mese passò nella ricerca di u n nuovo Ministero ; ed ora appunto è un m ese che il nuovo M inistero studia p er presentarsi alle Cam ere.

Noi non neghiam o che questa lentezza di proce­ dere sia nella natura stessa delle co_e, ma egual­ m ente uoterem o che i fatti e le disgrazie non cono­ scono le com plicazioni della m acchina parlam entare;

avvengono, si m oltiplicano, perturbano, producono rovine, m inacciano lo sfacelo indipendentem ente da ogni rig u ard o verso il governo che studia ed il P a r­ lam ento che atten d e ; ed alla nazione, che subisce tutte le ansie e tutti i danni di una situazione che giorno p er giorno si fa più m inacciosa, pare che i grandi poteri dello S tato, ai quali è dom andato l’ alto ufficio di guidare il paese, vivano fuori di esso o per lo m eno facciano, oltre la m isura conveniente, il com odo loro.

Il bilancio dello Stato dom anda meglio di 8 0 m i­ lioni per essere equilibrato ; si sa ch e vari erano gli intendim enti degli uom ini più com petenti ; alcuni volevano econom ie, altri nuove im poste, altri u n misto delle una e delle altre, altri ancora m iravano a espedienti provvisori. T utti sem brano però concordi da più anni orm ai che occorra urgentem ente rim e­ diare al bilancio, com e principio di un ordinam ento della economia nazionale.

Il paese, con una pazienza veram ente am m irabile, aspetta che, nella discordia delle opinioni, il P arla­ m ento finalm ente si decida per una via o per l’al­ tra , ma una ne scelga in modo definitivo e per quella coraggiosam ente si cam m ini. Ma il P arlam ento sem bra non vivere della vita del paese, giacché an­ cora oggi non si può dire con qualche fondam ento, se il M inistro delle F inanze, che pure è tra i più com petenti nelle cose di bilancio, ed ha avuto tante volte occasione di esporre le proprie idee, proporrà al P arlam ento le im poste, lo econom ie, i debiti, o di tutto un poco. T u ttav ia, q u alunque sia la natura del provvedim ento, nelle attuali circostanze, esso sarà fonte di qualche perturbazione nella eco­ nomia dei cittadini, che saranno chiam ati a sopportare 0 i nuovi aggravi, o le riduzioni degli uffici dello Stato, o l’onere di debiti nuovi, e non sarebbe stato, quindi gran male, che, anche senza indicare i par­ ticolari del piano finanziario, se ne conoscesse però la sostanza. Convelliam o che dal punto di vista u n i­ laterale delle discussioni parlam entari, non è utile una prococe esposizione dei provvedim enti finan­ ziari, m a da! punto di vista degli interessi generali del paese, era ed è doveroso, a noi pare, parlar chiaro e subito ; non fosse -altro per im pedire che le fantasie si sbizzarrissero ad attrib u ire intendim enti 1 più stran i e forse i m eno attendibili, creando p aure, destando panico, turbando interessi, sospendendo operosità, e sopratutto m antenendo questo enorm e distacco tra la effettiva ansia del paese e la appa­ rente indifferenza del governo.

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34' E C O N O M I S T A 21 gennaio 1894

r[jja)p urger,eblaef: conoscere . i propositi ; precisi del

Ministeri?...M »bora i • ’ ''

h A d . ese m pio,~. è.1iSOKta una , di.Bìcolta.: di torrna,. o,j dj sostanza o di,:i |^r#pn>e.. 3ion ¡^TPgiianiQ iffrij dag arlo r".i¡circa ,,i;; su p e rn i, .-.reggitori della nuova Banca d’ Ifaiia. S e non siam o male inform atole dif- fjepÌtà s i,: risq 1 veraim e>p.er :pra m antenendo .uno.staidi provvisorio. p er.q u a lp h em e sa . E sotto qualche aspeltQ;, sp^aatm lre utite d! farlo, ma intanto: il,.paesi) os­ serva : -, d ie fa, nuova B a n c ;d ’ Italia, .nasce già p e r' em pune consenso.,«an , tutto il peso d i.u n e oprine. fyrdeiJo, derivante,; dal, passato,,iii(orna.,aL tquale u r - gerebift prendere al: piu. presto n » ..,determ inato ;jnrii dinizitP per,, co p iin d arn e ,,la.-Jjqujdaziprte .clip,-.bje nnova idonea .d’Jfalia sorge., m d. momento, in, cui. il

trova. trav,ag6àto,fflel.eredite,intorno.od estero;,, oxr#, ijh^,8jBpoi?re up-OpinP; .forte e sagac'e.per p rendere pronte ed energiche risoluzióni di .fronte ai gravi fatti, che, giorno, por .giorno si manifestano ; - che lp Stato stpsso hadrisogno di avere nella Banca, per q u an to ,,|q .consentono ,ie leggi, un aiuto capace e sftllpcitQ,,perctrè:>i!. credito ,del paese, proceda d ac­ corilo p erd o n a , data, v.ia con quello dello Stato. Or Itene, dicono i cittadini :, che m iracoli di energia, di.,prpitt6zz a,|.d i,sollecitudine può.fare una direzione dia, sappia di,.avnrfi una vita di,.pochi mesi ? Che moditóZ’ione. di p.inoi, di. espsilienli,,;, di larghi con­ cepim enti coordinati-..al futuro a ,p u ò richiedere a pili,,npn abbia Sicura la ,esisten z a,se non per qual-, cJ)o-sftÌtiflosjia,?AcSe,altre co n sid erazio n i:- sulle quali n p n vògliàipofaiudiparo, - , ispiravano il M inistero a considerare f é , nom ine avvenute come provvisorie, lo d.lììeoltà tio lo quali m alam ente si dibatte il

paese, non .dovevano lar com prendere ai governanti 1$ necessità did.i-1' tutto e subito il loro pensiero e provo­ care una risoluzione-definitiva in un, senso o nell’ al­ tra ? N on era questo il, caso di sentire, tutta la re- sponsahililà della situazione,. c non, provocare una questione di .¡tal genera, o,, provocatala, di andare Slnp . ip^fiapdo. iporchè,:.fosse im m ediatam ente ri-aqfoèt? pdiJMoe siyjsm s >' d i c i . .

Così in quanto riguarda ì grandi Istituti di cre­ dito, ordinario ,dl,,. M obiliare ,e la Banca, G enerale ; tutti ne CQunscó.na. lp situazioni, e lutti sanno che le’.cjm s^tp er ie,/quali .(lo v etterp /d iied ere la m ora­ toria .dipendono dal mutam ento, im provviso della po­ litica bancaria ch e... eoa stata in questi ultim i anni se g u ita .;Nof abbiiamo, sem pre,com battuti i salvataggi, qótue, ..più .dannosi c;he utili pila economia del paese ; ma quando un indirizzo è, stato preso e seguito da ifit pezzo, è anchp doveroso, non diremo, già, mu- btrp, lu/patta/i?flR. .quajpbb lentezza. ma alm eno av­ v e rtite chiaram ente che si in augura un nuovo si­ stem a <> dar tempo , perchè ognupo provveda ai casi prapri.. Il G overno -dìo interviene colla propria auto­ rità ad obbligare una Banca.a salv are l’altra, fa opera qiiq non; gli's,pe|ta e ch e .p er, p iù motivi è biasim e­ vole ; ma il. governo che sem bra disinteressarsi della caduta, def grandi stabilim enti di credito e delle im ­ preso elio, su quelli sia p p o g g ia v an o , pare governo d i vedute, unilaterali,, e , sem bra inconscio che la ecppam ia delio Stato..soffre delle perturbazioni che em piscono U economia della nazione.: È tutto un solo compresso quello del credito nazionale ; od i Miutistci. fono appunto .chiam ati a quell’ alto ufficio, non solam ente per, applicare la legge, ma per ren ­ dersi: anche conto d e lle . conseguenze , che la appli­ cazione delia legge può p rodurre, e per assum ersi I

la „responsabilità c h e ' in un ,dato ,mom ento da situ a­ zione .generale può. esigere* ■

La m oratoria ¡della Banca. G enerale ha ¡prodotto un forte, fri basso della rendita all’ estero,; questo ri-* b a sso ,c e rto /u o n ,g io v a a, consolidare:, il credito di quelle istituzioni ehe;,o , per legge, o p e r , necessità liaouo im piegato in consolidato una parte cospicua dei loro patrim oni, e dei capita 11**disponil>ili.,Se alla mora toria: della Ba nca, - G enerale : ; succederà- la mo -, ralorià di altri istituti o .li altre im preso quali potranno essere le conseguenze nel risparm io ? Si m etterà lo stato ,1’ assedio a! c re d ito ? . 3

Badi, bene il G overno che - la situazione è già stngolàrm ettte;tesa ,edri pericoli possono essere incom ­ m ensurabili : ad un tratto può, sollevarsi un panico- che .¡sconvolga, profondam ente la compagine: stessa della pubblica economia.

D eliberatam ente non vogliam o insistere su u lte ­ riori considerazioni analoghe a quelle che abbiamo fatte e riguardanti altri punti delicatissim i della eco­ nomia pubblica ; ma term iniam o sollecitando il G o­ verno ed il P arlam ento a m ostrarsi com presi dello trepidazioni giustificate del paese.. Mai com e ora il pericolo fu così grave ed il dum Romae consulitur Saguntum expugnatur trova precisa applicazione.

IL BEH DELLE MESI M TB I« Siili

Non v ’ ha alcun dubbio che la questione agraria assum e nell’Isola caratteri speciali. O rm ai tutti coloro che si sono occupati dell’argom ento, convengono in questo, che in Sicilia, per un com plesso di cause, che tra poco vedrem o, la condizione delle classi agricole è più in arretrato che altrove, che esse sono sfru t­ tate dagli! interm ediari, che i loro guadagni sono scarsi e incerti più che in altre regioni dell’ Italia e che la grande proprietà e 1’ assenteism o sono i fatti economici più frequenti nel regim e fondiario. Certo non ò difficile trovare nelle altre regioni gli stessi mali che si avvertono nella Sicilia, le stesse cause di m iseria, di antagonism i, di lotte, di abusi che ora vengono segnalate nell’ Is o la , ma nelle altre parti d’Italia quei fatti sono meno generali, si confondono con altri meno sfavorevoli alla classe ru ra le, sono m ali, insom m a, ad un tem po m eno diffusi e meno intensi. Il lettore non siciliano potrà del resto con­ vincersene, facendo m entalm ente un confronto fra le condizioni agricole della Sicilia e quelle delle altre regioni.

Q uale sia il disagio delle classi lavoratrici della Sicilia ce lo dice in term ini generali è vero, ma abbastanza espliciti, la Cam era di Com m ercio di P a­ lerm o nella sua risposta alla richiesta di notizie sull’ argom ento fattale..dall’od. Lacava sino dall o t­

tobre u. s. . . .

Essa nota anzitutto che i singoli lavoratori sici­ liani nou hanno ideali politici, « ma questi ideali potranno en tra re nelle loro m enti, schiarite dagli effetti anem ici del digiuno, ed allora guai se fuori dell’ ordine vedranno gli ultim i segui della loro speranza, chè in quel caso neppure le repressioni sanguinose varran n o ad arrestare la china del loro incosciente furore.

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21 gennaio 1894 L’ E C O N O M I S T A 35

di altri m ali, ehe il disagio della classe aum entano e ne assom m ano e ne moltiplicano la sventura.

« La larga em igrazione che tenta la fortuna in altri luoghi del mondo non basta alla sorte di tulli i disoccupati, i quali sono la sola ragione che d e ­ term ini i perturbam enti costanti della nostra p u b ­ blica sicurezza, che sono causa efficiente di altri m ali, che la vita delle classi lavoratrici pèggio in­ tristiscono, determ inando altre cause di d a n n i, che parrebbero aneti’ essi incurabili.

« La distribuzione della proprietà in Sicilia non corrisponde agli ideali della pubblica econom ia e m algrado un "notevole m iglioram ento, che si dóve alle leggi eversive della m ano-m orta, resta tuttavia molto concentrata e poco divisa.

« Rim ane ancora il feudo, ma peggiorato da quello che era negli ordinam enti m edievali. Ai potere prov­ visorio del Barone, che avrebbe potuto goderlo per due o tre generazioni consecutive, si sostituì la as­ soluta proprietà dello invertito, e questo parve in Sicilia un progresso per la caduta di certe parvenze feudali, che tolse al popolo il vantaggio della p ro ­ prietà collettiva. Non è il caso di rifare questo brano di storia im portante e poco nota ; lo stato di con­ centram ento in cui versa la proprietà fondiaria va ogni giorno m igliorando, ma è tuttavia im portante e notevole.

« E bbene, se il proprietario dei latifondi fosse in diretta relazione col lavoratore della terra, non si sentirebbe la necessità di una speculazione inter­ m edia, che sfrutta ad un tem po il proprietario e 1’ operaio, la speculazione del gabellotto, il quale si arricchisce sull’ ozio neghittoso e coatto del pro­ prietario e sul sudore del servo della gleba.

« Questo non è m ale nuovo, ma si è oggi inasprito. Ne è vera ragione lo stato della pubblica sicurezza che fu subire questo odioso interm ediario il quale, com e molti proprietari asseriscono, scom parirebbe, se si fosse sicuri della vita nello accesso ai lati­ fondi e si potesse senza paura attendere alla cul­ tura della grande proprietà rurale.

Il gabellotto satolla il contadino di pane e di m i­ nestra fetida, lo abbevera con aceto m unto dalla vinaccia ; tal altro lo esaurisce, se m ezzadro, con 1’ alto prezzo delie sem enti, e la grande usura degli anticipi per i quali, a colonia com piuta, questo con­ tadino guadagna una bica di paglia e resta debitore per un sacrifizio nuovo.

Il proprietario del latifondo che, poi, neppure è pagalo in corrente da questo avido pubblicano, non sarebbe così crudele con I’ operaio.

Ma il proprietario non osa ; prim a m ancava la viabilità per condursi sino al podere, ora m anca la sicurezza per accedervi tranquillo.

Il com m . N otarbartolo, che volle bravare questi pericoli, fu prim a vittim a d ’ un ricatto, e poi del ferro d’ un m isterioso assassino.

Questo esempio ha am m onito, e m olti volonterosi si sono ritratti da qualunque tentativo di specula­ zione e perciò il contadino resta alla balìa dello arbitriante e qualche volta sfam ato a prezzo di disonore.

Cosi tra la paura che desta l’ agente delle tasse pronto anche a tassare il pensiero della specula­ zione ; e quello della grassazione e del ricatto, si perpetua il male forse prodotto dall’ operaio disoc­ cupato, male che sull’ operaio ricade ».

L’ im portanza di queste considerazioni non può

sfuggire ad alcuno. In esse sono indicate, se non nella forma m igliore, certo in modo breve, le cause principali delle tristi condizioni dell agricoltura e più ancora dei lavoratori agricoli in Sicilia. Manca la sicurezza e lì si tocca con m ano I’ effetto d an ­ noso che produce quella m ancanza. Gli econom isti hanno da un pezzo enum erato tra i coefficienti della produzione, la sicurezza ; essi possono nei loro trattali citare I’ esem pio della S icilia. T utto il sistem a fondiario e agrario sente l’ influsso del pericolo che corrono uom ini e proprietà p er la poca sicurezza che si gode nelle cam pagne, m a a d ir vero siam o di fronte a un circolo vizioso. La sicurezza d iverrà norm ale il giorno in cui le condizioni econom iche generali dell’ Isola saranno m igliori e questo mi*1 glioram ento dipende in parte da u na m aggiore s i­ curezza di quella che presentem ente hanno p roprie­ tari e coltivatori.

T uttavia lo Stato ha il dovere rigoroso di fare tutto il possibile perchè certi fatti crim inosi non abbiano nem m eno la possibilità di essere com m essi. Q uando si legge nella relazione della C am era pa­ lerm itana che « una casa inglese che disponeva di enorm i capitali com però in Sicilia la m iniera di zinco nella provincia di G irgenti, vi attivò una in­ dustria colossale, ma ci perdè D irettore ed im pie­ gati soppressi dal piom bo assassino, e dovette sm et­ tere cedendo la industria agli in term ediari, che forse avevano organizzato le ostilità terrificanti » quando leggiam o fatti sim ili - perchè ve ne sono stati altri - ci vien fatto di chiedere di che paese o di che epoca si tratta, parendoci im possibile che siffatte ge­ sta possano com piersi ai nostri giorni in u na qual­ siasi regione d’ Italia. E pur troppo sono fatti veri; così che la Cam era di P alerm o può scriv ere : se la sicurezza pubblica avesse rassicurato non si sarebbe perduta quella colossale im presa. E più innanzi dice che se la prevenzione del delitto rassicurasse i proprietari di latifondi e delle m iniere, la sorte dei lavoratori messa in più diretta relazione coi padroni dei feudi e delle m iniere sarebbe certa­

m ente m igliore. /

Ma noi andrem m o troppo in lungo se volessim o com m entare punto per punto i passi più sopra ri­ portati della risposta data dalla Cam era di P alerm o. T ediam o piuttosto ciò che essa risponde alle do­ m ande categoriche fatte dal M inistro.

Q uanto alle aspirazioni e ai bisogni che l’attuale m ovim ento (cioè prim a degli ultim i fatti avvenuti nella Sicilia) dei lavoratori m ira a far prevalere, la C im erà crede che sian quelle di un lavoro che per tem po e per salari basti alla conservazione p er­ sonale e dell’operaio e della sua famiglia. E questa i a dir vero è aspirazione com une a tutta la classe lavoratrice, e non a quella della Sicilia soltanto ; ma i aggiunge la Cam era di P alerm o, lavoro che possa essere direttam ente locato al proprietario delle te rre o al com m ittente del servizio, senza ufficio di pub­ blicano che faccia sentire la tirannia del capitale e che debba far sangue del sangue del lavoratore. All’ uopo i contadini cercano la concessione diretta dei terreni da coltivare e dom andano al padrone della terra o al credito agrario il capitale occorrente alla coltivazione.

II.p ro b lem a agrario della S icilia sta du n q u e nói [ trovare il modo di m ettere in relazioni dirette il colti­

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una trasform azione radicale del sistem a, di coltura e senza u n lasso di tem po abbastanza lungo. La so­ stituzione della mezzadria o di qualche altro sistem a di am m inistrazione e coltivazione delle terre non può avvenire a un tratto per tutto il territorio dell’Isola. Ma intanto non v’ ha dubbio che l’intervento attivo del proprietario nelle relazioni tra il gabellotlo e il contadino con lo scopo di creare una solidarietà di interessi fra 1 e tre parti interessate — proprie­ tario, gabellotlo e Contadini, — potrebbe essere di qualche giovam ento e attu tire gli attriti esistenti fra le due ultim e parti.

O ccórre a questo scopo che l'assenteismo scom ­ paia, che il proprietario si interessi dell’ andam ento della industria agricola e delle condizioni di chi lavora la te rra ; vantaggi m ateriali e morali non gli m ancherebbero di corto quando la sua .azione fòsse quale dev’essere, illum inata, solerte e assidua. Certo più efficace riescirebbe il risveglio spontaneo d ei proprietari, consci dei loro doveri e pronti ad adem pirli, che non 1’ intervento del legislatore per im porre la mezzadria o qualche altro contratto ag ra­ rio. Ma se i proprietari persevereranno nel sistem a attuale non potranno lagnarsi dell’ intervento dello Stato e delle lesioni recate ai loro diritti, perchè le necessità della conservazione sociale potranno legit­ tim are qualunque intervento, atto a togliere di mezzo il disordine e la guerra civile, che in condizioni norm ali dovrebbe com battersi e im pedirsi in nom e della libertà.

Non ci m ancherà occasione di rip ren d ere questo argom ento che va ponderatam ente studiato, com e non m ancherem o di esam inare nel prossim o num ero il recente studio dell’on. Cavalieri sui co ntratti agrari in Sicilia.

T ornando al m em oriale della C am era di Palerm o dobbiamo notare che le risposte date da essa alle varie dom ande del m inistro sono troppo generiche, perchè possano avere qualche v alo re ed essere di Utilità pratica. Così alla dom anda, quali siano le condizioni econom iche delle varie classi di lavora­ tóri, essa risponde : sono quali non si possono im ­ m aginare peggiori, alternando la vita tra il carcere e iF digiuno,' tra l’ira e lo avvilim ento, tra la b et­ tola e l’ospedale. E riguardo al contratto di lavoro specie p er l’agricoltura e l'industria m ineraria, dice che questo contratto per l’eccessiva offerta del lavoro, arieggia un patronato crudele, che assom iglia un la­ voratore allo schiavo.

Sono frasi queste che esprim eranno anche una parte di verità, ma che non offrono nessuna luce sui m ali che vogliono ritra rre , e una Cam era di com m ercio, se accétta di esporre le condizioni dei lavoratori e delle industrie, non può farlo con poche frasi stereotipate e sonore, ma con dati, notizie di fatti, prove e dim ostrazioni concrete.

L a stessa critica dovrem m o in parte fare anche ri­ guardo ai rim edi, cui accenna la C am era stessa. Dice del resto, giustam ente, che una parte dei rim edi sta nello adem pim ento di doveri negletti, che occorre dare m aggior im pulso alla viabilità intercom unale, la quale, abbandonata in molti luoghi, offre un sicuro asilo al brigantaggio che im pera, che occorre sia dato un migliore indirizzo all’entrate com unali e che il pane sia francato da qualunque ta ssa , che siano facilitate le esportazioni, ravvivato il com m ercio e iion oppresso dalla paura di nuovi monopoli di Stato o di esacèrbazioni gabellarie. Ma anche qui siamo

sem pre ai term ini generali, m entre occorrono pro­ poste concrete. Al punto cui sono giunte le cose in Sicilia urge provvedere e a questo scopo chi ha proposte che in buona fede reputa utili deve farsi innanzi e offrirle alla discussione. P erciò le C am ere di Com m ercio della S icilia, per la parte che loro spetta, dovrebbero spontaneam ente studiare le questioni locali e offrire al G overno' il frutto dei loro studi e delle loro ricerch e.

L’ ISTITUTO ITALIANO DI CREDITO FONDIARIO

L ’ Istituto italiano di Credito fondiario si svolge lentam ente, ma con tale regolarità e con risultati così tranquillanti da lasciar com prendere che l’Am­ m inistrazione e la Direzione non trascurano tutta la prudenza che è necessaria nei m omenti di crise. E che questo sia un bene non occorre dire ; troppe sono state le forze sperperate in paese per la man­ canza di un chiaro intuito della situazione, perchè non sia altam ente encom ievole un indirizzo serio ed ocu­ lato che tende a conservare intatta la fiducia che me­ rita l’ Istituto, affinchè esso si m antenga com e un punto di resistenza di fronte a tante cadute.

N essuna m eraviglia pertanto che in questi mo­ m enti nei quali, per una serie di cause che i nostri lettori già conoscono, la proprietà im m obiliare va perdendo giorno per giorno, se non dappertutto certo in molti luoghi, del suo valore, l’ Istituto acquisti fama di severo, nel valutare la pro­ prietà ed anche di meticoloso nel voler tener conto delle condizioni speciali dei luoghi. È in questo modo soltanto però che riesce a m antenersi una forza viva e vitale, la quale potrà a suo tempo rendere al paese segnalati servigi, perchè, m ano a mano che procede nel suo svolgim ento, dà prove notevoli della propria oculatezza e della solidità propria.

Ond’ è che noi non possiamo, ora che ci accingiam o a riassum ere alcuni risultati dell’ esercizio 1893, se non rip etere quello che altra volta abbiam o avuto occasione di afferm are : perseveri l’ Istituto in questo indirizzo severo e prudente nel quale ci felicitiamo che si sia m antenuto e se le condizioni del paese - ed auguriam o che non avvenga - peggiorassero, rad ­ doppi pure la propria severità e la propria prudenza, lasciando che coloro, che sarebbero poi i prim i ad accusarlo ed a biasim arlo se si trovasse in im ba­ razzi, lam entino il lento m ovim ento col quale si svolge. Noi abbiam o fede nei destini della patria e crediam o che, quando sarà term inato l’ im perio di coloro che I’ hanno condotta sull’ orlo del precipizio sognando grandezze che non si potranno conseguire se non con lungo periodo di m odesta operosità, il paese potrà essere guidato da un’altra generazione, la quale abbia per concetto fondam entale di p ro p o r­ zionare il fine im m ediato ai mezzi presenti.

A llora risorgerà la economia della nazione e sarà gran fortuna che I’ Istituto Italiano di Credito F o n ­ diario si sia conservato incolum e in mezzo a tante rovine.

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21 gennaio 1894 L’ E C O N O M I S T A

tutto il 31 D icem bre 1 8 9 3 raggiungono il n u m e ro di 297 p er L. 21 ,2 5 0 ,3 0 0 di m utui, cauzionati da un valore di quasi 45 milioni di lire.

E questa som m a, in queste circostanze certam ente cospicua, si distribuiva nel modo seguente rispetto alle regioni: Campania. N. 37 per L. 5 ,979,000 Lazio . . . . » 51 » 3 ,991,500 P u g lie. » 40 » 2 ,891,000 T oscana . 5> 4 » 1,410,000 Veneto . . '. » 19 » 1,146,000 Marche » 32 J> 1,071,000 U m bria . » 17 » 917,000 A bruzzi e Molise » 11 » 882,500 Em ilia. » 31 » 773, 500 Sicilia . . . . » 12 » 662,500 L ig u ria . » 5 » 410,500 Piem onte . » 9 » 349,500 Lom bardia » 4 » 329,000 C alabria . » 11 » 243,000 B asilicata. » 3 » 120,500 Sardegna . » 11 » 74,000

Q uesta distribuzione dei m utui per regioni, nella quale si mostra così preponderante la parte fatta alle provinole m eridionali, si spiega col fa tu r che m entre nell’ Italia settentrionale e centrale agiscono potenti ed accreditati Istituti di Credito fondiario quali sono le Casse di R isparm io di Milano e di Bologna, l’Opera Pia di San Paolo di Torino ed il Monte dei Paschi di Siena, nelle provincie del mez­ zogiorno il Banco di Napoli e quello di Sicilia dap­ prim a avevano ristrette le loro operazioni, poi per la legge 10 agosto 1893 le hanno cessate.

È a notarsi ancora che al 31 dicem bre 189 2 esi stevano in corso 430 dom ande di m utui per 32 m i­ lioni, e nel 1893 ne furono presentate 494 per circa 35 milioni, così che com presi gli aum enti richiesti durante gli studi e le dom ande riprese in esam e si ha un totale di 9 8 0 per circa 73 m ilioni.

Ora durante il 1893 vennero respinte per insuf­ ficienza di garanzie o per m olivi legali o tecnici 173 dom ande per 9 .2 m ilioni, altre 216 per circa 12 milioni vennero ritirate dai richiedenti, 161 per 11.7 milioni si risolsero nella stipulazione del contratto, colla riduzione però di quasi 8 milioni sulla cifra della dom anda, per cui rim asero in trattazione al 31 decem bre dell’ anno decorso 5 5 0 dom ande per oltre 40 m ilioni di lire.

Le 4 9 4 dom ande presentate du ran te il 18 9 3 si dividevano, rispetto alla n atura dei beni offerti in g ara n zia : 280 sn beni rustici per 13.7 milioni, 151« per 14.8 milioni su beni urbani, e 63 per 6.3 m ilioni su beni m isti, urbani e rustici.

Dei contratti stipulati nel 1893 in num ero di 161 per l’ im porto di 11.7 milióni si aveva invece la seguente divisione : 92 su fondi rustici per l’ im ­ porto di 3,6 m ilioni ; 57 su fondi urbani per 5.9 m ilioni, 12 su fondi misti u rbani e ru stici per 2.1 m ilioni.

La riscossione delle annualità procedette regolar­ m ente così che m inim e sono le cifre di arretrati, giacche raggiungono appena le 40 0 0 lire.

L ’esercizio presenta un u tile netto di L. 1,521,336.56, da cui detraendo il 5 per cento devoluto alla riserva rim ane una somm a di L. 4, '4 5 ,2 6 9 .7 3 , che consen­ tirebbe un dividendo di L . 18 per azione, pari al 3 ,60 per cento.

La Assemblea degli Azionisti è convocata p er il

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20 del prossimo febbraio e non m ancherem o di far conoscere ai nostri lettori la relazione del Consiglio di A m m inistrazione dell’ Istituto.

IL PROLETAIUATO M IC O L O 1« LOMBARDIA

Avendo recentem ente preso ad esam inare le con­ dizioni delle plebi cam pagnuole siciliane ') ho potuto vedere quanto esse fossero diverse da quelle della m edesim a classe 'so ciale''b ella L om bardia, e cjò m i' induce a riu n ire alcune notizie ed osSérvazioni à'p- punto su! proletoriato agrario nel]a pianura Jóm barda.

C ertam ente non si può asserire cha s é le. c'ondiiiotti' delle prim e sono pessime, sienó Ultime i}uellé del

secondo. ‘

Ma questo si potrà dire, p e r ò : elle m eno' cattivo anche in passato, oggi certam ente m igliore assai è lo stato di queste popolazioni della fredda L om bardia che quello delle plebi ru rali della ridènte e tiepida Sicilia. . ' ...

M entre m olte am m inistrazioni com unali delle bo r­ gate e dei villaggi di L om bardia non m eritano c e r­ tam ente di esser prese a m odello, p u re raram en te, anzi quasi mai vi si verificano quelle spietate angherie dei m unicipi che pur troppo si hanno a deplorare in tanti com uni dell’ Italia M eridionale a danno del

popolino. w

Anche in molti com uni lom bardi vi sòno abusi am m inistrativi, cam arille dom inanti che cercano di favorire le loro clientele e di opprim ere coloro che non sono partitanti della G iunta o del S indaco, ma non si giunge a togliere dai ruoli dei contribuenti gli am ici e ad aggravare in modo sproporzionato gli avversari, e neppure si verifica il b ru tto fatto, frequente in Sicilia, che i ricchi dom inanti nelle am m inistrazioni locali, distribuiscano i carichi co­ m unali in modo da sg rav are ingiustam ente gli ab­ bienti e da ingiustam ente e sproporzionatam ente aggravare i poveri.

Basta ved ere i lunghissim i elenchi di Com uni lom bardi che chiedono di superare il lim ite imposto dalla legge ai centesim i addizionali sulla tassa fon­ diaria per persuadersi che la proprietà territoriale, quasi tutta appartenente alla classe agiata, sopporta in codesta regione i m aggiori aggravi, m entre le tasse sulle farine, sul fuocatico, sul bestiam e, le quali peserebbero in special modo sulle classi po­ vere, o non esistono in molti C om uni, o pure vi sono applicate in propo rzio ii assai tollerabili.

A dunque abbiam o già questo di buono a favore delle classi povere d el!e ca m p a g n e: che esse non sono chiam ate in L om bardia a sopportare le gravezze com unali in modo eccessivo e sproporzionato.

C ertam ente le tasse sul dazio consum o sono in taluni Com uni gravose, ma non vi sfuggono gli abbienti, anzi vi contribuiscono m aggiorm ente in proporzione della quantità dei loro sottoposti e fa- m igliari.

Piuttosto si potrà rim p ro v erare a certe am m ini­ strazioni com unali di spendere soverchiam ente a vantaggio del centro della borgata, trascurando in ­ vece le lontane frazioni ; queste però, quasi ovunque

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38 L’ E C O N O M I S T A 21 gennaio 1894

hanno le loro risp ettiv e, scuole, levatrici, servizio; m edico.

Altra cosa a deplorarsi è in alcuni Comuni lo sperpero del patrim onio, la vendita di boschi co-, m enali, ma ciò verificasi piuttosto nei Comuni dì m ontagna che in quelli deità pianura, della quale particolarm ente ci occupiam o.

Si è molto parlato della cattiva e deficiente n u ­ trizione dei contadini lom bardi, origine della p e l­ lagra, e del pessimo stato delle abitazioni.

Sotto entram bi ; questi rapporti, in questi ultimi casi si nota un m iglioram ento. La natura del n u ­ trim ento, è vero, non si è mutata,, consistendo quasi esclusivam ente nella polenta di grano turco. Ma m entre in . passalo bene spesso il mais dato dal padrone ai contadini era im perfettam ente essicato, sicché originava m alattie ed era poco nutriente, ora la grande diffusione che hanno preso le aje in ce­ m ento, in m attoni e in pietra sostituite a quelle in tèrra battuta, ma sopratutto il moltiplicarsi degli essicatoi com unali e privati hanno avuto per co n ­ seguenza che il grano turco viene perfettam ente li­ berato della parte acquea, viene com pletam ente es­ sicato e dà una farina n u triente e sana.

Gli essicatoi sono stali una vera provvidenza per la. salute dei eam pagnuoli : sono destinati a trovare nell’ avvenire il loro com plem ento nella diffusione e generalizzazione dei forni econom ici, specialm ente di quelli introdotti dall’A bate Anelli, dei quali già alcuni Com uni sono forniti ; per essi il contadino potrà alternare alla polenta il buon pane di fru ­ m ento o misto di frum ento e segale.

N elle vicinanze di parecchie borgate i poveri cam - pagnuoli trovano nell’ inverno un ’ alim entazione sana ed a buon prezzo nelle cucine econom iche, le quali vanno prendendo sem pre m aggiore diffusione e co­ stituiscono una vera opera di carità, com e lo sono p u re gli asili d ’ infanzia, i quali danno nutrienti mi­ nestre ni bam bini.

A nche la grande estensione data alla fabbrica­ zione dei latticini contribuisce a m igliorare e v a ­ ria re la nutrizione dei contadini.

Malgrado tutto ciò la pellagra non è scom parsa : però viene com battuta efficacem ente in parecchi luoghi m ediante gli sforzi delle Società provinciali per la

f

irevenzione e la cura della pellagra, m ediante le ocande sanitarie, ed i pellagrosari già esistenti in alcune provincie. L e locande sanitarie, p er esem pio, col solo m iglioram ento del vitto dettero dal 1882 al 1891 p er risultato nella provincia di Bergam o, la riduzione dei pazzi pellagrosi dal 63 al 29 per cento.

Già altre volte nelle colonne di questo periodico accennai al fatto che nelle grosse borgate di L om ­ bardia vi è una grande quantità di braccianti non im piegali in modo continuo alla coltivazione della te rra . P er questa classe principalm ente è grave la m iseria, perchè se ai contadini perennem ente ad­ detti ai poderi, il padrone deve provvedere la polenta, anticipando la farina prim a del raccolto, quando ne sono sprovvisti, i braccianti invece, se non hanno lavori avventizi, ciò che nell’ inverno è assai raro, sono costretti alla m endicità o al furto cam pestre, senza di che non potrebbero vivere.

Il basso prezzo del grano turco è m eno fatale al vero contadino, il quale quasi mai ne ha da vendere, ma lo consum a colla sua fam iglia, che al bracciante, il quale ha bensì il vantaggio della polenta a buon

m ercato, ma m anca nell’ inverno di quel po’ di d e­ naro tìhe pure costa là farina, e ciò perohè il rin ­ vi I i o dei cereali im pedisce ai proprietari, ed affittaiuoji di fare quelle livellazioni, quegli pcoli, quelle b o n i­ fiche, per le quali ricorrevasi all’opera dei braccianti.

E questi, assai m eno dei contadini hanno van tag ­ giato anche per ciò che riguarda l’ abitazione.

Il proprietario di catapecchie nel centro delle b o r ­ gate è quasi sem pre sieuro di affittarle ad un prezzo discreto, per quanto sieno esse in cattivo sta to : la popolazione Cresce, poco o p u n to si fabbrica nelle, borgate, eccettochè case civili, e però le abitazioni a basso prezzo sono ricercate anche se in pessime condizioni.

Nella cam pagna Vera invece m olto si 6 fatto e molto si va facendo pel m iglioram ento dei caseg­ giati colonici. P rim a, è vero, si è pensato alle bestie: 10 sviluppo dato all’allevam ento del bestiam e bovino ed alla fabbricazione dei latticini ha reso insuffi­ cienti le vecchie stalle. Q ueste sono state allargate, alzate, se ne sono fatte delle nuove più consentanee ai nuovi progressi ; e le stalle, essendo per lo più annesse alle abitazioni dei contadini ne è venuto n aturalm ente che anche queste sono state m iglio­ rate : la carta nei telai delle finestre si va sosti­ tuendo coi vetri, l’am m attonato prende il luogo del pavim ento di terra battuta : nelle nuove costruzioni poi, ciò che riguarda l’areazione, l’igiene della casa si va sensibilm ente m igliorando.

Da ciò le condizioni igieniche dei contadini hanno avuto giovam ento. E ne hanno avuto uno m aggiore nella escavazione di num erosi pozzi, nella costru­ zione di m olte fontane.

In parecchie località i contadini come le bestie bevevano unicam ente 1’ acqua dei fossi, spesso in ­ quinata da insetti, da sostanze organiche in decom ­ posizione, da m icrobi. Ora molti Com uni dettero l’iniziativa, seguita anche dai p roprietari, di scavare pozzi e di creare delle fontane, che danno un acqua potabile se non sem pre ottim a, sem pre però più sana che quella dei fossi : e la prova se ne ha nella sensibile dim inuzione delle febbri.

E ciò mi conduce ad accennare ad altri m iglio­ ram enti igienici portati dalla dim inuzione delle r i­ saie n dalla loro installazione in località lontane dall’abitato.

I regolam enti sulle risaie e più ancora I’ in c e r­ tezza relativam ente al loro profitto ne ha dim inuito 11 num ero, con vantaggio della pubblica igiene.

Questa avrebbe dovuto vantaggiarsi anche dal rinvìi io del vino, specialm ente di quello m eridionale che si trova quasi in ogni villaggio di Lom bardia. E invero un buon bicchiere di vino giova alla n u ­ trizione e dà forza al lavoratore.

Ma pu r troppo sotto codesto rapporto si ha un peggioram ento, anziché un m iglioram ento.

A nzitutto il vino m eridionale, che si vende a basso prezzo, persino a 20 centesim i il litro, preso in quantità che non sia m inim a sconvolge lo sto­ maco e dà delle ubbriacatu re che istupidiscono l’in­ tem perante e gli tolgono le forze anziché aum en tarle. In secondo luogo al contadino non viene in m ente di bere un bicchiere di vino ogni giorno : preferisce di essere astem io i sei giorni nei quali lavora, per ubbriacarsi il settim o nel quale si riposa : e così quella stessa quantità di vino che gli gioverebbe se d istri­ buita nella settim ana, lo abbrutisce ingollata in una

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21 gennaio 1894 L’ E C O N O M I S T A

Liingo il percorso di parecchie lippe ferroviarie, o "iran iv ie nell’ ùltimo.' decennio si'g ò n io inalziti in piti parti delle cam pagne lom barde, e massim e nei. prèssi delle città principali, molti ¡ stabilipjén tj. industriali, c o to n ific i,la n ific i, setifici, stabili nienti per la lavorazione dei m etalli, fabbriche d’ogni ge­ nere, ed. esse hanno il^^ièqsÀjaa^lté

glioram ento economico delle plaghe ove .sono situali, dando u n lavóro discretam ente retribuito agli ùOmtut, e spesso anche, alle donne, ed ai fanciulli. , , .

Q uesti stabilim enti però sono per la m aggior parte, installati là love abbondano le. forze idrauliche,, ossia; agli sbocchi delle vallate, nella regione montuosa o pedem ontana. Ma le borgate e ! villaggi pella re-, gione piana, m assim e. Lontano , dalle,,,lippe, .percorse dalle ferrovie e dallo tra rii vi e, sonò quasi al tutto privi di tali stabilim enti, sicché il popolo deve pres­ soché unicam ente vivere della vita agricola, oggi troppo misera per sostentare oltre ai contadini pe­ rennem ente adibiti alle terre, anche i braccianti.

Conviene però notare che la em igrazione defini­ tiva per l’A m erica e quella tem poranea per la F ra n ­ cia e per l’A ustria-U ngheria hanno un poco dim i­ nuito il num ero di questi braccianti.

Un altro fatto poi ha contribuito, se non a to­ gliere, alm eno a spostare la m iseria dalle cam pagne, E questo fatto è il m oltiplicarsi degli opifici indu­ striali nelle città e nelle loro vicinanze. Molti di codesti opifici si chiusero o dim inuirono i loro la­ vori dopo pochi anni di esistenza: ma la loro vita, per quanto breve e stentata, era bastata ad attirare alle città ed ai loro sobborghi una quantità di lavo­ ranti dalle cam pagne.

V enuto loro m eno il lavoro negli opifici cittadini, non si risolvevano però a rito rn are alle natie cam ­ pagne e nell’inverno specialm ente essi andavano ad ingrossare il num ero dei disoccupati cittadini.

Alia distribuzione di m afche per le cucine eco­ nom iche fatta da un apposito Com itato di benefi­ cenza in una città di L om bardia vidi presentarsi moltissimi di codesti disoccupati che all’ abito ed alla loro particolare andatura rivelavano l’ origine cam pagnuola.

Una istituzione dalla quale in parecchi com uni rurali ritraggono vantaggio i contadini che hanno mi­ nuscole possidenze o qualche ettaro di terreno in af­ fitto, è quella delle latterie sociali. S | sa che la m aggior parte dei latticini, i form aggi in special modo, non possono fabbricarsi che usando ogni volta grande quantità di la tte , ciò che possono fare coloro che hanno n um erose m a n d rie , ma che non p u ò farsi da chi possiede soltanto una o due m ucche.

M ediante le latterie sociali, iniziate prim a ne! ve­ neto, si raccoglie il latte appartenente a diversi pic­ coli proprietari di vacche ed il guadagno della lat­ teria sociale viene ripartito fra i soci in ragione della quantità di latte da essi fornito.

Si potrà dire a rigore di term ini che questo be­ nefizio delle latterie sociali non tocca il vero p ro ­ letariato ru rale, perchè chi possiede una vacca o due non può dirsi proletario : m a se non Io è, poco ci corre, il più delle volte.

A ltre associazioni, come ad esem pio le società cooperative di consum o, arrecano qualche vantaggio alle, plebi rurali.

Ma codeste associazioni di m utuo soccorso, code­ ste cooperative, troppo spesso hanno poca solidità

S o

nòti beneficano quasi, mai il vero proletàrio, ma cip lià già qualche, .piccolo patrim onio o

fonte stabile e sicura, diin o aiutino, o irfm&lljOK* ^ • lu 'modp, fiiijirepo p&rq,, .■St,$t!.’,-Sja r8wl ¡ o f jf 'ìi1 gliorie ed a nuovi lavon e w ' vengono in corto modo à .’giovare anche al contadino ed , ài b ra c c ia n te , ,

F. lo stess i può dirsi' defie Banche di *.rodilo a e ra n o e S f ia tile consim ili, le quali vèiigono credito in aiuto agli ’agricoltori, ai piccoli possi^ denti, ad affiliam oli, rendendo loro possibile di com.» perare un pàio di buoi, di acquistare le sem enti, di sòrpaSsare ,una' crisi p asseg g ie rà,’se ù ià d.òver Veù; dere i loro prodotti ad un prèzzo troppo basso, e

senza cadere nelle m ani degli usu rai. ...

N on seinpre' però il credito’ giova a , chi yièù(| accordato : talvolta non ; fa elio " in c o ra g g ia r^ tajunq ad un ’ opera superiore alle proprie_ rpf'ze, e^souù’ la

voratori delia terrà" Sonò , aum entati

VrtAWn nalP ntiiYnÒ trenlèhnFó. .Vi sonò quasi in ogni luogo nefl'’ utùrne? t^ e id 'tè tifìfó ,S Ò rt indizi, i quali farebbero credere ' e.ssefe peggrara

1 r t / s t i d i r i m m ao o ì ìa n a i o l i o i ! | t | l ‘ r t n I . A f l l n i .

le condizioni economicbe_'dej.,cÒh^miim.f , aij ■ , A ltre vòlte

anni o dalle inferm ità inabile al lavoro, veniva upm - tenuto dalla propria fam iglia. ’ ’ . . -q, n-Viifl

Ora invece bene spésso il vecchio, potitadm o r i ­ dotto alla im potenza è costretto a. rico rrere alla carità pubblica e privata', si fà dare un sussidio uà] Com une o dalla Congregazione di C arità, gira pei cascinali e pel paese, chiedendo l’elem osina. '

A mio cred ere però codesto non c tanto indizio di peggioram ento delle condizioni econom iche quanto

di quelle m orali. ¿ f d « «

Il giovane contadino ora vuol fuiùùrè,, la dopte*- nica vuole andare ali’ ost&ria,; la m attina spesso prende il caffè o il bicchierino è ' quésti nuovi hit- sogni m ateriali clie égli si. è creato’ gli im pediscono di°sóddisfare quel bisognò nioralé che dovrebbe consistere per lui nel provvedére ni vecchi genitrici.

R aram ente il m iglioram ento m ateriàlò va di-c« h - serva con quello m orale ed anche p er ciò. che r i­ guarda le plebi cam pagùùole lom barde sem'pfo p a ­ vere, sem pre condannate ad nn lavoro ini probo e. poco, produttivo ma certam ente in condizioni m igliori di quelle di tre Ut’ ah ni addietro1, Ìe condizioni’ in o ­ rali non sono m igliorate. ,, .

Saranno i contadini ed i braccianti un po più istruiti, o per d ir m eglio un po’ m eno ignoranti che non fossero tre n t’anni addietro, avrànno 'appunto quella istruzione rudim entale che potrà forse far loro apparire com e realizzabili le utopie dèi socia­ lismo, le quali lentam ente si vanno infiltrando’ nelle borgate, ma quello sviluppo della intelligenza e dèi sentim ento Che solo può aprire lóro la via ad Un sensibile perfezionam ento econom ico, ópérà riònijdL filantropi ma di essi m edesim i, codèstò sviluppo non è pur troppo oggi che un pio desiderio.

R. CoENIANI.

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40 I / E G O N O M I S T A 21 gennaio 1894

Rivista Bibliografica

Pietro Sitta. — "Le" M igrazióni intèrne.., Saggio ài

Statistica applicata. — Genova, tip. delTR..Istituto Sordom uti, 1893, pag. .88 (L. 2.50).

Idem.,— L'em igrazione degli italiani in Francia. — Bologna, tip. F a v a e G avagnani, 1893, pag. 32 (Lire 1).

Idem. — G l’Ita lia n i nella Svizzera. ■— Bologna, tip. dell’Unione cooperativa editrice, 1893, pag. 14.

L ’A utore, che è professore di Statistica nella U ni­ versità libera di F e rra ra , preoccupandosi dello svi­ luppo straordinario che vanno prèndendo le grandi città, ha voluto studiare il fatto dem ografico che ne è la causa, cioè le m igrazioni interne. P er le quali intende quegli spostam enti che hanno, luogo, con in ­ tensità più o m eno forte, entro i confini dello Stato e manifestano una tendenza spiccata a concentrarsi attorno a qu ei cen tri di produzione e di consum o, dove più ferve la vita politica e dove la vita eco­ nom ica si svolge più rapida. Di qui la necessità di d are allo studio delle m igrazioni in tern e una base più larga e di coordinarlo, con gli altri studi che si fanno sul m ovim ento della popolazione m ediante le indagini sulle migrazioni internazionali. È un tem a bello e istruttivo quello scelto dal prof. Sitta e finora poco trattato ; m anca a dir vero il m ateriale statistico per fare am pie ricerche sulla im portanza, sulle cause e sugli effetti delle m igrazioni interne. T uttavia, con lo scarso m ateriale di cui poteva disporre, l’A utore ha saputo fare uno studio statistico pregevole e che con altre ricerch e potrà essere in seguito am pliato è com pletato.

L ’argom ento è studiato da un triplice punto di vista, cioè dall’aspetto tecnico, da quello descrittivo e finalm ente da quello dell’investigazione, ossia della ricerca delle cause e delle conseguenze del feno­ m eno. Ciascuna di queste tre parti è co n d o ttala nostro avviso,con c u ra lodevole; l’A u to re,isp iran d o si agli scritti del B ruckner, dello S chum ann, del R aven- stein, del L evasseur e di altri, ha descritto l’ a u ­ m ento anorm ale delle grandi città, e lo ha consi­ derato in relazione all’ aum ento della popolazione urbana e ru rale. E qui però che si m anifesta la defìcenza del m ateriale statistico, perchè le m igra­ zioni non vanno considerate, ci pare, soltanto in relazione allo sviluppo delle grandi città, ma si do­ vrebbero studiare in tutti gli spostam enti che av ­ vengono nella popolazione nell’ interno di uno Stato. L ’A utore ha, certo per colpa della scarsezza dei dati, attribuito u n significato ristretto alle m igrazioni in ­ terne, m entre se non erriam o sarebbe da vedere non solo qu al’ è il m ovim ento dem ografico dei centri m ag­ giori, ira di tutti i com uni, il che sarebbe reso facile, se essi pubblicassero tutti un bollettino di statistica. Q uanto alla statistica investigatrice l’A utore tratta lar­ gam ente delle cause (natu rali, politico-am m inistrative, econom iche e sociali) del fenom eno, delle sue con­ seguenze rispetto ai luoghi di origine e al luogo di destinazione. L a sua opinione è che, considerando il fenom eno nel suo insiem e, dal punto di vista eco­ nom ico, vi è più guadagno che perdita, e finché è possibile è m eglio che gli spostam enti avvengano nell’interno del paese, prim a che fuori dei suoi con­ fini. La soluzione quindi del problem a dell’ in te

r-venlo dello Stato è anche, qui assai sem plice — lasciare ai cam pagnuoli com pleta libertà di em i­ g rare verso le città, ma astenersi in m odo qualsiasi di eccitare questo spostam ento p e r non gettare il paese in preda a crisi dolorose, a disordini fatali.

Lo scritto sulla em igrazione degli italiani in F ra n ­ cia, estratto dalla R ivista di D iritto pubblico (set­ tem bre 1893) presenta, specialm ente col sussidio della pubblicazione sulla Emigrazione e Colonie fatta dal Ministero degli Esteri, un quadro interessante della im portanza o delle condizioni della nostra em ig ra­ zione per la Francia, dove si contavano nel 4891 295,741 italiani. A nche in questo studio vi sono buone osservazioni e confronti istruttivi. P arim ente lo scritto sugli italiani in S vizzera, estratto dalla Rivista della beneficenza pubblica, fa conoscere le condizioni dei 5 0 ,0 0 0 circa italiani che form ano la colonia italiana nella Svizzera, le istituzioni alle quali hanno dato vita, il contributo che portano alla vita econom ica di quel paese, e via dicendo. Sono modesti, ma utili lavori che m eritano d’ essere letti da quanti si interessano alla sorte dei nostri c o n ­ nazionali che sono fuori d’ Italia.

Dr. Moriz Naumann. — Die Lehre vom W erth. — Leipzig, D uncker und H um blot, 1893, pag. 74, (m. 1,60).

Knut Wicksell. — Über W ert, K a p ita l und Rente nach den neueren nationalokonomischen Theorien. — J e ­ na, G ustav Fischer, 1893, pag. 143 (3 marchi). H. Schroder. — D er w irlschaftliche W ert. B e g riff

und Normen. — Berlin, P u ttk a m m e r e M iihlbrecht, 1894, pag. 103 (2 marchi).

La teoria del valore è sem pre quella che attira m aggiorm ente l’ attenzione dei teorici della econo­ mia , e p er quanto anche la nuova dottrina del grado finale di utilità abbia già una ricchissim a le t­ te ra tu ra continuano a pubblicarsi studi di esposizione e di critica di quella dottrina, o ppure analisi del valore inform ate alle p iù recenti indagini sulla sua teoria. I tre scritti qui sopra annunciati ne sono una prova. Il dr. N aum ann nella sua breve ma in ­ teressante m onografia, ispirandosi appunto all’ indi­ rizzo psicologico prevalente nello studio del valore, ha ricercato le determ inanti delle valutazioni nella pratica, ossia nella econom ia privata, e ha fatto un analisi teoretica delle valutazioni subbiettive dal punto di vista generale che non è priva di m erito, seb­ bene rim anga un po’troppo nel cam po delle astra­ zioni. O pportunam ente egli ha iniziato le sue in d a ­ gini con lo studio del piacere e della pena, nonché dei bisogni. Volendo v enire alle sue conclusioni r e ­ lativam ente alla teoria del grado finale di utilità basterà dire eh’ egli nella sostanza 1’ accetta, ma fa alcune critiche ai teorici di q u e lla ,, tra le qu ali di non aver assegnato al valore di costo il posto e l’ im portanza che gli spetta nella dottrina generale del valore, e di non avere conseguentem ente sepa­ rate abbastanza nettam ente le cause subbiettive del valore da quelle obbiettive. E buone analisi del v a­ lore relativam ente alle sue cause e alle sue form e si trovano nello scritto del N aum ann, il quale non può dirsi però che abbia svolta la teoria del valore, m a tratteggiato soltanto i prim i principi di essa.

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ca-21 gennaio 1894 L’ E C O N O M I S T A 41

pitale, del salario e della rendita è senza dubbio la monografia del W icksell. A nche questo A utore si e proposto di fare la esposizione e la critica della teoria del grado finale di utilità e di più egli ha esam inato le altre teorie del Böhm B aw erk sul [ca­ pitale e l’ interesse, ma ha adoperato spesso la forma algebrica e talvolta il calcolo integrale, il che pon gli accrescerà certo la schiera dei lettori. N ondim e­ no, molti appunti critici al W alras, al Böhm e agli altri m eritano certam ente l’attenzione dei teorici, per­ chè il dotto econom ista svedese è di quelli che vo­ gliono penetrare ben addentro nello spirito dei prin­ cipi scientifici che discutono.

Con lo scritto dello S chröder ci troviam o ili fronte al tentativo di conciliare le due teorie dell utilità e del costo. E ra n aturale che questo tentativo fosse fatto e l’A utore è stato del resto preceduto già da altri scrittori ; m a in verità lo S ch rö d er p er giun­ gere a quella conciliazione ha dovuto fare troppe distinzioni e suddistinzioni che portano una qualche confusione nella sua trattazione. Così egli tratta del valore di costo, del valor d’ uso, del valore econo­ mico e del valore di scam bio dal doppio punto di vista subbiettivo ed obbiettivo ; il valore econom ico subiettivo risulterebbe dai prim i due e quanto al v a­ lor econom ico obiettivo sarebbe la stessa cosa del valore di scam bio. In sostanza l’A utore si scosta ben poco dal Böhm B aw erck, al quale ci pare che siasi specialm ente ispirato. La conciliazione delle due teo­ rie consiste in questo, che il valore obbiettivo di scam bio si fonda su quello subiettivo, ossia il prezzo (per semplificare) deriva anche dall’ apprezzam ento subbiettivo della cosa. E in verità in m olti scrittori italiani e stranieri tutto ciò è stato già più o m eno largam ente esposto.

Rivista Economica

La conversione del 4 * / i franceseAncora della in­

chiesta sulle Borse in Germania — ■ Il Canale ma­

rittimo di Manchester.

La conversione del 4 ’/ s francese. — Il Mini­ stro delle finanze, signor B urdeau, ha presentato lu ­ nedi u. s. il progetto di legge per la conversione del 4 */, per cento in 3 */, per cento. L a relazione così si esprim e sulla operazione:

Non è dubbio che il pagam ento degli arretrati della rendita 4 */, °/o im pune sin d’ ora al tesoro degli oneri che non stanno più in proporzione col prezzo dell’ interesse del denaro.

I fondi pubblici di parecchi Stati vicini, nonché la m aggior parte dei valori di prim o ordine si ca­ pitalizzano a dei corsi, il cui reddito si avvicina sensibilm ente al 3 c/ 0.

In tali condizioni la conversione del 4 */, /0 si im pone ; ed ogni ritardo avrebbe per effetto di pri­ v are il bilancio delle risorse, sulle quali i contri­ buenti hanno d iritto di contare.

II credito pubblico ed il bilancio sono interessati a questa operazione.

Il 4 */, °/# è fissato da lungo tem po a circa 105 franchi, per la sua im m obilità stessa esso si oppone al rialzo del nostro 3 °/o* ossia al valore che serve di regolatore ai corsi de! credito pubblico ed allo insiem e del m ercato.

Im porta di ren d ere al 3 % una certa elasticità e d are m aggiore probabilità di attività alle transazioni.

Le rendite al 4 1/ 2 % che sono ascritte nel G ran L ibro del debito pubblico am m ontano alla cifra di

3 0 3 ,5 4 0 ,2 7 6 fr. ,

La loro conversione in 3 ’/« lo p ro d u rrà u n eco­ nom ia di 6 7 ,8 9 7 ,8 3 9 fr. che rap p resen ta più di un decim o del totale degli oneri annui dei nostro de­

bito consolidati. . . . .

Scegliendo I’ interesse del 3 ' / , /„ noi abbiam o cercato di creare un titolo proporzionato alle con­ dizioni attuali del m ercato dei capitali e di non ag­ g ravare la posizione dei possessori, che appartengono a tutte le classi sociali.

Difatti al corso di 98 fr. il 3 °/0 produce un in ­

teresse di 3 .06 °l0. .

La rendita 3 ’/2 ° |0 che sarà stata cam biata con­ tro il 4 ‘/a a 103 fr. ren d e rà , basandosi su questo

corso, 3.33 °/0. . .

Messi nell’ alternativa di ricevere sia un rim borso di 100 fr. col quale essi non potrebbero procurarsi che un reddito di 3 fr. 0 6 in 3 °/0, oppure un t i ­ tolo che ren d e loro 3 fr. e 35 e che sarà quotato verosim ilm ente, molto al disopra della pari, i por­ tatori di rendita non dovrebbero esitare lungam ente nella scelta: questa v errà consigliata dal loro stesso interGsse.

Ci è sem brato che l’ interesse dello Stato concordi con quello dei portatori, ai quali una conversione in 3 o 2 ‘/ , avrebbe im posto una riduzione dei re d ­ diti più sensibile della conversione in 3 l/t /0.

Il progetto di legge relativo alla conversione con­ sta di 14 articoli.

11 prim o articolo autorizza il m inistro delle F i­ nanze a rim borsare le rendite 4 1/, °/0 in ragione di 100 fr. per il 4 fr. */, di rendita od a conver­ tirle in nuova rendila 3 l/> % con godim ento dal 16 febbraio 1894.

L’ articolo secondo sospende per le nuove rendite 3 */, °l il diritto di rim borso per u n periodo di 8 an n i,"d ec o m b ile dal 16 febbraio 1894.

Gli altri articoli rig u ard an o le disposizioni relati­ ve al rim borso ed alla conversio n e: coll’ art. 13 è aperto al m inistro delle F inanze sulle risorse gene­ rali del bilancio del 189 4 un credito di 3 ,8 3 0 ,0 0 0 fr. per coprire le spese, oltre a quelle della tesoreria, risultanti dalle operazioni di rim borso o della con­ versione del 4 */j °/0.

La C am era e il S enato avendo già approvato il progetto del m inistero è stata prom ulgata la legge relativa.

Ancora della inchiesta sulle Borse in Germa­ nia, — Spigoliam o gli ultim i dati su questa inchie­ sta, om ettendo p er brevità quelli m eno interessanti. La proposta che u na Com m issione com posta di delegati del C ancelliere e del Consiglio F ed erale, nonché di negozianti, debba decidere quali derrate possano contrattarsi a scadenza, ha provocato criti­ che infinite e interm inabili.

Non si capisce com e si possa rim e tte re al prim o funzionario dell’ Im pero la decisione in m ateria tanto estranea alle sue pertinenze, nè com e si voglia d are voto deliberativo, in una questione puram ente locale, ai rappresentanti di altri S tati, quali sono i delegati del Consiglio F ederale o Bundesrath.

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pe-42 L’ È C 0 N Ò MI S T À 21 gennaio 1894

riti, dovrebbe fissare la qualità dei Cereali dà con­ segnarsi a scadenza, quantunque B ism arck, quando era m inistro del com m ercio, sia stalo costretto a ri­ nunziare a tale espediente.

Si obietta che senza add u rre la mini Ina ragióne, la Com m issione ha trattato più da m atrigna la spe­ culazione sulle derrate, che quella sui titoli. Se le proposte della Commissione acquistassero forza di legge, i r ip o r ti sulle derrate diverrebbero impossibili;

Cosi gli agricoltori perderebbero il più facile modo di procurarsi capitali, appunto ora che rie hanno più bisogno che mai per le cattive condizioni dell’a g ri­ coltura, che nella Prussia 1 occidentale baritto già pro­ vocato u na em igrazione ed una coriseguente decre­ scenza nella popolazione; ’

Gli agenti di cambio ed i sensali, a cui danno si propongono m isure draconiane, hanno servito di m ira, insiem e alla Borsa delle derrate, alle più acute freccie della Com missione.

Segnandosi contem poraneam ente ad una Borsa- m ercato, diversi corsi per uno stesso titolo od a rti­ colo, l’agente o il sensale debbono provare quale era il m inim o prezzo al mom ento preciso in cui no­ tificarono al com m ittente, generalm ente p e r telegrafo, di avere adem piuto la com missióne.

Questa è una disposizione assurda ed am bigua perchè non precisa nem m eno se l’affare sia perfetto quando l’agente lo nòta sul taccuino n lo telegrafa. Infatti nei diversi m inuti che corrono fra queste due operazioni i corsi od i prezzi possono oscillare anche di qualche punto.

Perfino nei periodi di attività lim itata tre agenti p o treb b e ro 'asseg n are , per un d eterm inato valore, ad una determ inata ora, tre corsi differenti, nella stessa Borsa.

E ppure la Com missione pretenderebbe che l’agente od il sensale calcolassero al com m ittente il prezzo m inim o che si potesse accertare ad una data ora, anche se, in tutta buona fede, pagarono di più il valore od articolo richiesto.

Bisognerebbe che i suddetti interm ediari fossero onniscienti e godessero il dóno dell’ubiquità ; poiché alla stessa ora, alle Borse o m ercati, sj hanno prezzi diversi e spesso in segreto !

Un vero attentato alla iniziativa personale degli agenti o sensali, sarebbe, secondo quanti hanno opi­ nione propria in m ateria, l’obbligo che si vorrebbe loro im porre di calcolare ai loro com m ittenti il prezzo p iù basso, dato che nell’ intervallo tra l’ esecuzione di u n ordine e l’ invio della partecipazione al com ­ m ittente, concludessero, nello stesso articolo, per conto proprio o di un altro m andatario, un affare a prezzo più basso.

Interessantissim a, com e episodio, è la deposizione fatta alla Com m issione dal console generale Russell, uno dei direttori della « Disconto Gesellschaft » sulla caccia di tutti i giornali alle più grasse inser­ zioni.

Il dottor M ueller, critico finanziario del Reichsbote,

l’organo dell’agitatore antisem ita S toecker, ignoto fuo­ ri di P russia, ha deposto, davanti alla Com m issione d ’ inchiesta, che, poco dopo la sua nom ina e re la ­ tiva com parsa alla Borsa, ricevette, in lettere ra c ­ com andate, com e sue com partecipazioni ad ogni em is­ sione, centinaia e centinaia di m a rc h i; e che in se­ guito al suo sdegnoso rinvio di tali som m e, banchieri e colleghi in giornalism o si adoperarono per indurlo ad accettare azioni, gratificazioni sem estrali, abitua­

lissim e; e persino a dichiarare pressò quale ban­ chiere avesse contò co rrente per irgrtìssàre tacita­ m ente il suo capitale. ' .

La Com m issione d’- inchiesta propone la nom ina di un trib u n ale disciplinare, eòo facoltà di punire severam ente e m agari espellere dalla Borsa chiùri- q u è offra od accètti doni venali'.

Ma i più grandi banchieri, com preso lo stesso RusSel, convengono che non possono fare a m enò della stam pa è ie cose continueranno perciò v e ro ­ sim ilm ente ad andare per la stessa china.

Concludendo, in quanto alla Borsa, ce n’ è più ohe non occorra per conferm are che l’ inchiesta, come si dice qni, e una scudisciata al m are ; e così dicem m o noi, dopo averla soltanto scórsa.

I l Canale marittimo di Manchester. — Il 1° gennaio si è inaugurato il Cariale m arittim o di M an­ chester.

Lo S h ip canal è u n ’ opera gigantesca. F u con­ dotto a term ine in soli 0 a n n i: l’ ingegnere-capo fu m ilord L eader W illiam s. La intera lunghezza del Canale, dai Salford docks ad E astham , estuario della M ersey, è di m iglia 55 ‘/ t , larghezza utile 120 piedi quasi il doppio di quella del Canale di Suez. Pel traffico notturno vi sarà in breve, e per tatto il percorso, la luce elettrica, sì da ovviare inconve­ nienti. Il Canale fu visitato da v a ri ingegneri ita­ liani dei più insigni, prim i il cav. Luiggi e il co m ­ m endatore Bom piani, capo-divisione dei lavori pubblici e da loro giudicato un engineering triu m p h , opinione qui grandem ente valutata. Le fortunose vicende della grande opera rivelano quanto sia grande lo spirito d ’ iniziativa, l’ energia indom ita, la forza di volontà di questo popolo. P rom otore fu l’ ing. D. A dam son am antissim o dell’ Italia nostra, ora defunto : poche settim ane prim a della sua m orte erasi recato all’Elba per trattare l’ acquisto di m iniere. Scopo precipuo della costruzione di uno S h ip canal fu di potersi liberare dalle gravi spese di transito da Liverpool a M anchester e più specialm ente dai d o ckd u es, d i­ ritti di porto assai rilevanti.

Il progetto da principio incontrò gran d e opposi­ zione. Nel 1882 fu presentato in Parlam ento, e vi ebbe trista sorte. V enne però susseguentem ente ap provato dalla Cam era dei Com uni ma fu rigettato da quella dei Pari. A lfine dopo lotta accanita, il 5 agosto 1885, I’ atto ebbe la sanzione dei Parlam ento. S i credeva che 6 milioni e mezzo sarebbero bastati per la costruzione ; invece la cifra salì à 15 m i­ lioni di sterline, som m a enorm e sottoscritta in gran parte dalle classi operaie di questo centro.

N otevole è il ricordare che alla costruzione del canale furono im piegate 100 scavatrici, 194 g ru a vapore, 173 locom otive, 182 m acchine a vapore, 212 pompe, 59 berte e 6 3 0 0 furgoni.

A ggiungasi che si dovettero c o stru rre 228 miglia di ferrovia p ro v v iso ria; si usarono 1 0 ,0 0 0 tonn. di carbone m ensilm ente, 8 0 0 0 tonnellate di cem ento al mese, e 2 5 ,0 0 0 tra uom ini e ragazzi vi ebbero lavoro. Si è afferm ato che il nuovo canale avrebbe danneggiato gli interessi di L iverpool, ma secondo mi osservarono i signori K irkm an ed E dge, en tu ­ siasti di quell’ opera grandiosa, il com m ercio avrà m aggiore e sem pre più crescente sviluppo, e vi sarà am pio lavoro per i due porti finitim i.

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