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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.21 (1894) n.1078, 30 dicembre

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GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, F E R R O V IE , IN T E R E S S I P R IV A T I

Anno XXI - Yol. XXV

D om enica 30 D icem bre 1894

N. 1078

LA ILIU

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A J S T Z J

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Quella prima impressione che avevamo provata leg­ gendo la esposizione finanziaria del 10 dicembre, va facendosi tanto più generale quanto più la riflessione viene ad essere elemento di giudizio : ed è che Pon. Sonnino troppo presto e troppo facilmente abbia gettata quella veste di giudice severo e rigoroso che aveva assunta nel febbraio di quest’anno, e che del resto bene si addiceva alla sua indole ed al suo pas­ sato, per mettersi quella portata da tutti i ministri del Tesoro o delle Finanze, la veste cioè dell’uomo già soddisfatto dell’opera propria. _

Facciamo un breve riassunto dei risultati ottenuti e prossimamente prevedibili secondo le_ stesse cifre del Ministro, e vediamo se e quanto possiamo esserne contenti.

L’ ori. Sonnino assunse il portafoglio delle b manze e del Tesoro nella fine dell’anno 1893, quindi il bi­ lancio 1893-94 fu retto da lui per un semestre; sappiamo che il Ministero attuale non ebbe scrupoli di prorogare le Camere e di surrogarsi ad esse me­ diante i decreti-legge di ogni specie, quindi è da ritenere che abbia' fatto tutto quanto ha creduto ne- cessano.

Ora ecco il risultato del bilancio 1 8 9 3 -9 4 : La parte effettiva del bilancio diede un disavanzo di 94 milioni ; nonostante ciò si spesero 74 milioni di costruzioni ferroviarie, per cui il disavanzo totale nelle spese reali fu di 168 milioni, ai quali venne provvisto per 35.7 milioni con debiti ferroviari, con 73.5 milioni con accensione di altri debiti, e con 58.8 milioni col debito fluttuante del Tesoro.

In sostanza, quindi, i 168 milioni di disavanzo si sanarono con debiti nuovi, dei quali 109.2 con de­ bito iscritto nel Gran libro, e 58.8 con debito flut­

tuante. .

Durante il secondo semestre il Ministro non ar­ rivò a fare sufficienti economie che bastassero almeno a mantenere la spesa nelle previsioni, perchè si ebbe una maggiore spesa di 13 milioni, nè trovò modo di arrestare il minor reddito delle imposte, che anzi si chiuse il bilancio con una m inore entrata di 7

milioni e mezzo. . , „

Mn siamo al nuovo bilancio 180i-9d, elio l odo-

revole Sonnino ha potuto non solo modificare nelle previsioni con le note di variazioni, ma sul quale potè esercitare tutta la sua sorveglianza di finanziere, vedendo anche applicati i provvedimenti da lui pro­ posti dopo la nera esposizione del Febbraio ultimo. Le previsioni portavano un disavanzo di 89

mi-lioni e mezzo sul bilancio effettivo, ed una spesa di 64 milioni e mezzo sulle costruzioni ferroviarie, quindi un disavanzo reale di 154 milioni a cui si riparava per 64 milioni con debiti per titoli ferroviari, per 33 milioni con accensione di altri debiti, e 14 mi­ lioni si lasciavano a carico del Tesoro, cioè si prov­ vedeva col debito fluttuante.

L’ on. Sonnino prevede che si avranno invece, dopo i provvedimenti da lui fatti approvare: disa­ vanzo del bilancio effettivo 35 milioni ; spesa per costruzioni ferroviarie 64.4 milioni, quindi un di­ savanzo reale di 99.3 milioni, al quale provvede creando : 64.4 .milioni di debiti ferroviari, 35 mi­ lioni di accensione di altri debiti, e 2 milioni e mezzo a carico del Tesoro.

Contrapponendo i due momenti del bilancio si ha :

Disavanzo reale . Creazione di debiti Debito fluttuante . Previsione Assestamento . 154 milioni 99.3 . 107.2 » 96.8 46.8 2.5

quindi il miglioramento effettivo è 44 milioni. Ora, se si pensa che dalla sola riduzione della rendila il Ministro ha ricavato 43 milioni circa, vien fatto di domandarsi se e quanto si possa ammeitere che da un anno ormai l’on. Sonnino abbia impiegato tutti i suoi studi e tutta la sua competenza a rior­ dinare la finanza italiana ed a raggiungere il pa­ reggio, e come con questi risultati possa la esposi­ zione del 10 dicembre 1894 essere intonata così divèrsamente da quella del febbraio dello stesso

anno. . . . .

E veniamo alle previsioni dell anno prossimo 1895-96.

Allo stato odierno delle cose il Ministro prevede un disavanzo del bilancio effettivo di 31 milioni, ma poi prevede maggiori spese per altri 30 milioni, « senza calcolare i due paurosi problemi delle Casse ferroviarie di pensioni e di soccorso e quello della liquidazione della Banca Romana » per cui il disa­ vanzo della parte effettiva del bilancio salirebbe a circa 61 milioni. Le spese per costruzioni ferroviario sarebbero di 33 milioni e perciò il disavanzo reale a 101 milioni; a cui provvederebbe con 33 milioni di debiti per le costruzioni ferroviarie, con 27 mi­ lioni di maggiori imposte e con 40 milioni di eco­ nomie.

A questo punto però siamo costretti a doman­ dare una qualche spiegazione perchè, malgrado tutta

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bene ii concetto e le illustrazioni del Ministro ; forse ciò dipendo perchè ancora non sono stati pubblicati nè il consuntivo 1893-94, nè l’assestamento 1894-95, nè le previsioni 1895-96 (e lamentiamo vivamente questo ritardo), mentre il Ministro nella sua esposi­ zione non ha dato le cifre effettive, ma solo le dif­ ferenze.

In ogni modo il punto che ci pare oscuro é il seguente.

L ’on. Sonnino per il bilancio 1895 96 prevede tin disavanzo di L. 79,610,000 a cui provvede con 53 m ilioni circa d i economie. Ora, che cosa vogliono dire le econom ie? Fino adesso si è sempre inteso che, essendo il complesso della spesa troppo grave per il paese, il Governo dovesse dar opera a diminuirla; questo mostrarono di volere prima il paese, poi il Parlamento, e questo promise più volte esplicitamente il Ministero attuale. Invece l’on. Sonnino mantiene la parola economie, cambiandone però affatto d si­ gnificalo.

E veramente per il bilancio 1895-96 prevede una maggiore spesa sul 1891-95 di

16 milioni per maggiori spese ferroviarie, 4 milioni per le Casse pensioni ferroviarie, 2.2 milioni di maggiori spese per lavori pubblici, 1.6 milioni per beneficenza, per il catasto del Lombardo-Veneto, e per I’ Università di --- Napoli,

23.8 milioni di m aggiori spese in totale. E se si tiene conto dei 53 milioni di economie, ben 16 e mezzo sarebbero fatti sulla terza categoria, cioè sarebbero minori ammortamenti di debiti, ri sulta che dei 53 milioni di economie appena 12.7 sono vere diminuzioni del totale della spesa.

Ripetiamo che occorrerebbe aver dinanzi agli occhi i documenti relativi a questo importante argomento, ma non possiamo a meno intanto di rilevare :

che non è econom ia del bilancio della spesa il ritardo nel pagamento dei debiti o il cambiamento dei debiti redimibili in perpetui;

che non è econom ia del bilancio della spesa' di restringere certi capitoli per allargarne certi altri;

che, in conclusione, non sarebbe se non una cattiva rettorica quella usata dall’ on. Sonnino a pag. 72 della sua esposizione, dove parla di 53,000,000 di lire di economie, se la cifra della spesa non fosse diminuita, che di 12.7 milioni, come ci risulterebbe dalle stesse cifre citate dal Ministro.

Un altro punto che non abbiamo ben compreso nella esposizione dell’ on. Sonnino è quello che ri­ guarda ia spesa ferroviaria per il 1895-96. Il Mi­ nistro avverte che la legge 10 Aprile 1892 aveva determinato per il 1895 96 uno stanziamento di 40 milioni; che successivamente la legge 25 giugno 1893 prelevò <Ja quello stanziamento 6 ‘ /s milioni, ridu­ cendolo così a 33.5.

L’ on. Sonnino mantiene questo stanziamento di 33.5, milioni, aggiungendo però che la spesa delle costruzioni ferroviarie subisce una riduzione di 16.5 milioni. Non troviamo dove sia questa riduzione, anzi troviamo che vi è una minaccia di aumento, perchè nel Febbraio 1894 il Governo aveva do­ mandato che fossero repartiti sopra sei esercizi i 97 milioni e mezzo di maggiori spese ferroviarie già costruite. La Camera non accolse che in parte la proposta del Governo, stanziando 16.5 milioni nel bilancio 1893-94 ed altrettanta somma nel bi­

lancio 1891-95 rimandando lo stanziamento dei ri­ manenti 64 milioni e mezzo ad ulteriore discus­ sione.

Non solo quindi per 1895-96 non vi è riduzione d i spesa delle costruzioni ferroviarie di 16.5 mi­ lioni, ma vi sono 61.5 milioni di m aggiori spese ancora da stanziare.

I nuovi aggravi

Nella relazione che precede il decreto per la pro­ roga della sessione si legge che « la esposizione finan­ ziaria, nella palese sua sincerità, ispirava la convin­ zione che eravamo sulla diritta via del iisorgimento economico per preparare quella migliore distribuzione di imposte, da cui soltanto può affrettarsi la solu­ zione delle questioni sociali. » Mai fu meno oppor­ tunamente come nel citato documento, accennato alla migliore distribuzione delle imposte, perchè in verità il programma finanziario, vecchio e nuovo, degli on. Boselli e Sonnino, anziché preparare la via alla migliore distribuzione dei tributi, ce ne allontana sempre più. Non è coll’ aumento dei dazi già esor­ bitanti, o colle imposte nuove sul cotone, i' fiammi­ feri, il gaz, ecc., che si può giungere ad attuare la trasformazione tributaria, perchè questi nuovi o maggiori aggravi, altro non fanno che accrescere la pressione tributaria che già soffoca i consumi tutti e rende più gravoso il carico fiscale, che fa- fatica sulle classi meno abbienti. Non diremo certo che tutte le proposte, o meglio le nuove imposte perchè sono già in vigore, del Ministero meritino la condanna, ma ci pare che occorra una buona (lese di coraggio per scrivere in un documento uf­ ficiale, che i provvedimenti finanziari ci mettono sulla via del risorgimento economico.

Come mai può darsi questo, quando si pertur­ bano alcune industrie fiorenti, si rincarano parecchi generi di consumo generale, o con altre parole si viene a togliere lavoro a chi ne ha e si impedisce che i consumatori abbiano i benefici derivanti dai pro­ gressi della produzione? Lo abbiamo detto altre volte: lo Stato sotto forme più o meno palesi confisca i guadagni dei cittadini e gli effetti utili del progresso tecnico ed economico che si manifestano per mezzo della diminuzione nei prezzi, e procedendo a questo modo non agisce diversamente dagli Stati medio­ evali che, con una infinità di diritti e di gabelle, con­ fiscavano le ricchezze dei cittadini. Il progresso finan­ ziario non esiste nella realtà delle cose, sopratutto nel nostro paese, dove gli improvvisati finanzieri non conoscono che un principio, quello di tassare, e di tassare specialmente la produzione e il consumo.

Così l'om nibus dell’on. Boselli non ci ha mera­ vigliato ; esso è in carattere con tutto il sistema seguito in Italia da trent’anni a questa parte. Vi fu un solo ministro, lo Scialoia, (che non era un empi­ rico come il Sella e come i suoi seguaci) il quale tentò di dare al sistema tributario italiano un indi­ rizzo razionale, ma non la spuntò contro le coa­ lizioni di coloro, che erano o si credevano danneg­ giati dalle sue proposte. E il tempo nel quale Te

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30 dicembre 1894 L ’ E C O N O M I S T A 839

furia di catenacci, di aumenti iperbolici di dazi, di nuove tasse. Passiamo dunque in rassegna cotesti nuovi aggravi.

Tra i nuovi aggravi dobbiamo tener distinta la riforma tributaria relativa all’alcool, sulla quale siamo, per eccezione, d’accordo coll’on. Boselli. La relazione del ministro spiega i provvedimenti attuati col de­ creto 10 ottobre, osservando che la tassa di vendita era causa di vincoli quasi intollerabili per il com­ mercio e per il consumo degli alcools, di vessazioni ai cittadini, e non solo di grave complicazione nel servizio, ma anche di continuo pericolo di frode per la finanza. Ed invero fu necessità affidare il rilascio di un documento cosi geloso quale è la bolletta di legittimazione anche ai rivenditori di prodotti alcoo- lici che' sono certo fra i più interessati a fare il contrabbando. Quindi senza modificare la misura complessiva della imposizione sugli spiriti, il mini­ stro ha soppresso tutto il pesante, inutile e dannoso organismo della tassa di vendita. Ma in pari tempo per riparare alla scarsa produttività della tassa su­ gli alcools era necessario scemare la misura degli ab­ buoni. Perciò la tassa diventa unica in lire 180 e questo porterebbe subito che gli abbuoni prima con­ cessi sulla tassa ili fabbricazione e gli abbuoni solo per la decima parte dei primi concessi sulla tassa di ven­ dita dovrebbero complessivamente ridursi per gli al­ cools estratti da sostanze amidacee all’8 °/„, per gli al­ cools estratti dalle vinaccia al 20 0/o e cosi proporzio­ nalmente per gli altri. Ma la misura degli abbuoni at­ tuali, dice il ministro, è eccessiva perchè fu determinata sia con soverchia preoccupazione di favorire l’estra­ zione dell’ alcools dei vini e delle vinaccie, sia con un apprezzamento, in fatto erroneo, dei riguardi igie­ nici. Non si tenne conto che l'estrazione dello spi­ rito dalle vinaccie ha una importanza secondaria in confronto delia estrazione ben più rimunerativa del cremore ; e ciò è tanto vero che molti trattano le vinaccie unicamente per estrarne il cremore, lasciando disperdere lo spirito. Quanto al vino poi non v’ è enologia la quale possa seriamente proporsi la pro­ duzione di buoni vini per estrarne I’ alcool, in via normale può ammettersi come razionale solo la distillazione dei vini guasti o scadenti, e quindi l’ab­ buono dev’ essere concesso solo nella misura neces­ saria a rendere possibile I* utilizzazione di quei pro­ dotti che altrimenti andrebbero in buona parte perduti.

Tutto ciò, e le altre dichiarazioni ministeriali, che omettiamo, relativamente ai riguardi igienici pei quali i provvedimenti adottati fallirono compieta- mente allo scopo, ha una importanza evidente. Non ci fermeremo a discutere le dichiarazioni del Mi­ nistro, in quanto suonano condanna recisa pel trat­ tamento fiscale degli spiriti fin qui adottato. Notiamo soltanto che buone o cattive che siano le ragioni del Ministro, si finisce col togliere parte di quella protezione che, non è molto, si credeva indispensabile e si difendeva contro gli avversari di questa forma di protezionismo. Poiché il Ministro da un lato non aumenta la tassa sull’ alcool, ma anzi, fondendo in una sola le due, di fabbricazione e di vendita, finora applicate, toglie impacci al commercio degli spiriti e semplifica l’ ordinamento di quel tributo e dal- P altra diminuisce la quantità di alcool, che è e-ente dalla tassa, non possiamo non schierarci col Ministro su questo punto dei suoi provvedimenti. Ma quanto più ci pare accettabile la riforma della tassa

sul-I’ alcool, tanto più troviamo condannabile l’ aumento dei dazi sui cereali.

L ’on. Boselli scrive nella sua relazione che «dal giorno in cui fu elevato a 7 lire il dazio d’ impor­ tazione sul grano, nessun fatto è sopravvenuto a rendere meno critiche le condizioni di questo ramo essenzialissimo della produzione agricola del paese ; all’ incontro la discesa del cambio ha reso minore il prezzo a cui il grano estero può essere impor­ tato, e quindi, egli dice, ritengo che un aumento ili mezza lira sui dazio può imporsi senza che abbia sensibile ripercussione sui prezzi del mercato na- zion ile, mentre darà all’ erario un maggiore introito di circa 2 milioni e mezzo ». Ma il Ministro avrebbe fatto molto meglio a dire semplicemente : poiché ci occorrono 2 milioni e mezzo, li prendiamo o piut­ tosto tentiamo di prenderli coll’ aumento del dazio sui cereali, la ragione finanziaria essendo in realtà la sola che possa addursi. In quelle poche parole del Ministro sono affermate implicitamente molte cose, e tutte gravi. Parrebbe che nel pensiero del Ministro lo Stato dovesse aumentare i dazi quando il cambio scende, la qual cosa porterebbe a stabilire la scala mobile dei dazi e non sul grano soltanto, ma per tutti gli altri prodotti esteri che sono tassati alla entrata nel regno. E perché se si deve compensare il ribasso del cambio col dazio più alto, fermarsi a mezza lira di aumento? Se la teoria dell’on. Boselli, chiamiamola pure cosi, sebbene non sia neanche l’ombra d’una teo­ ria, dovesse prevalere, ne verrebbe che se il cambio scenderà, come pure è da augurare, di quattro o cinque lire, bisognerà elevare il dazio ancora di qualche lira, e a voler essere giusti verso gli altri produttori protetti dalla tariffa, bisognerebbe ele­ vare le tariffe tutte di un dieci per cento. Ma può credere Ton. Boselli, che pure non dovrebbe essere così ingenuo e certo non è un novellino in queste questioni, che mezza lira di aumento del dazio possa giovare nelle condizioni odierne alla produzione agricola del nostro paese ? Se vi è un caso nel quale la efficacia dei dazi pare addirittura sfatala è quello del graqo. Vi è bensì ehi crede, e citiamo ad esempio un noto scrittore tedesco di econo­ mia agraria, il Dr. Rubi,and, che la concorrenza estera dovrà essere fra breve, relativamente ai cereali, molto meno temibile per l’ Europa, ma per ora i bassi prezzi del grano sui mercati regolatori non si possono vincere con i dazi di sette od otto lire. Ci vogliono altre armi, ben più moderno e progressive dei dazi, i quali crescono è vero, ma unicamente perchè i prezzi calano rivelandosi così, ed è bene ed è fortuna che così sia, inefficaci a distruggere completamente i benefici della progredita coltura del suolo. La previsione facilissima che si può fare è questa : i prezzi non si eleveranno od almeno non tanto quanto vorrebbero i produttori e presto o tardi alla Camera, discutendosi il decreto del 10 dicembre ultimo scorso, sarà domandalo insistentemente il dazio di 8, 9 e forse 10 lire, valendosi degli stessi argomenti esposti dal Ministro. Il Governo probabil­ mente lascierà libera la Camera di decidere, ben lieto se gli darà il dazio più alto. Ma cotesta politica nefasta che sacrifica gl’ interessi generali a quelli dei privati è giudicata dal fatto stesso delle con­ traddizioni in cui continuamente cade.

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prospero della industria cotoniera. Vegli ultimi dieci anni dice, il ministro, l’importazione dei manufatti di cotone da circa quintali 200,000 discese a poco più di 50,000, l’esportazione aumentò da 6,000 a circa 37.000 e l’importazione del cotone greggio da 200,000 quintali nel 1878 raggiunse nel decorso anno circa ! 900.000 quintali; il suo prezzo medio da circa 130 al quintale scese di più che un quarto. Mentre nel 1876 la nostra industria cotoniera noverava 1 765.000 fusi e 28,000 telai ora sono 1,340,000 i primi e 47,000 i secondi ; mentre in questo stesso anno occorrevano circa 25 operai per ogni 1000 fluì oggi se ne impiegano 15 e la media delle mercedi è aumentata solo in assai scarsa misura.

Di fronte all’ estero poi l’ industria cotoniera si trova in condizioni più favorevoli di altre, perchè la quantità occorrente di mano d’ opera è in propor­ zione mollo maggiore che quella di forza motrice e ne risulta attenuata I’ inferiorità proveniente dal maggior costo del carbone. Cosicché in poco volgere di anni l’industria cotoniera italiana seppe giungere a quel grado di perfezionamento che altre nazioni conseguirono solo in parecchi decenni e diventò elemento importante e glorioso della attività econo­ mica del paese. Ora considerando la condizione di questa industria alla quale lo Stalo diede una ade­ guata protezione doganale rafforzata di recente anche dall’ altezza del cambio, e ponendo mente al costo elevato della materia prima, sorgeva naturale il quesito se, mentre altre produzioni sono sofferenti, l’ industria cotoniera non dovesse nella sua prospe­ rità dare qualche contributo per la restaurazione del pubblico erario, e risparmiare maggiore inaspri­ mento di imposta a chi si trova in condizione meno favorevole. E da un esame coscienzioso e maturo, resultò fuori di dubbio che la imposizione di un moderato dazio di importazione sul cotone greggio, non può in alcun modo arrestare il progresso della industria e tanto meno impedire la esportazione, quando si stabilisca la sua restituzione al confine ».

Così il Ministro riconosce i progressi della indu­ stria cotoniera, la quale ha* dato anche qualche im­ pulso alla esportazione, trova che la protezione che le è stata accordala è esuberante, e invece di pro­ porre una diminuzione dei dazi sui manufatti di co­ tone, tassa il cotone greggio. Cosi ora ci troviamo in uua fase nuova della politica doganale, quella cioè della tassazione delle materie prime occorrenti alle industrie manifatturiere, senza dire che si crea una nuova causa di complicazione doganale con la re­ stituzione dei dazi sui prodotti esportali. La logica più elementare portava alla riduzione dei dazi esorbitanti che oggidì colpiscono i filati e i tessuti di cotone im­ portati ; i progressi incontestabili della industria coto­ niera consentivano senza alcuna perturbazione sen­ sibile quella riduzione, ma il Ministro desideroso, si direbbe, di punire quella industria che ha saputo trar partilo dalla protezione accordatale, la colpisce col dazio sul cotone greggio, che seuza dubbio, con­ trariamente alla opinione del Ministro, eserciterà il suo effetto dannoso sul consumo elevando il costo di produzione. Ciò cbe avviene ora pel cotone è veramente istruttivo e vorremmo cbe le altre in­ dustrie profittassero dell’ insegnamento così da con­ fidare meno nello Stato e più in sè stesse.

Se le industrie protette progrediscono, e questo non avviene spesso, lo Stato, per i bisogni della finanza non si perita a rimettere in pericolo la loro

prosperità. Quando l’ empirismo è elevato a sistema di governo, non si può procedere diversamente. Ve­ dremo in altro articolo gli aggravi nuovi che com­ pletano quelli fin qui enumerati.

Rivista Economica

La produzione e i prezzi del frumento nel mondo r i ­ spetto a ll’ aumento della popolazione - Le espor­ tazioni svizzere nel 1893Un progetto sulle

emissioni pubbliche nel BelgioLe Casse postali

austriache — / / bilancio egiziano.

La produzione e i prezzi del frumento nel mondo rispetto all’aumento della popolazione. —

Nella tabella seguente si espongono i dati sullapro- duzione del frumento nel mondo secondo la com­ pilazione del B eorbohm , ed i prezzi medii annuali come sono indicati dal The S tan d ard per il pe­ riodo del 1873 al 1893 inclusivo;

ANNI Qu a r t e r s s . D. ANNI Qu a r t e r s S . D. 1873... 222, 000,000 58 8 1887... 288, 000,000 32 6 1877... 25:1, 000.000 56 9 1888... 276 000,000 31 10 I 8 8 i ... 248, 000,000 45 4 1889... 268, 000,000 29 9 1882... 275, 000,000 45 1 1890... 280, 000,000 31 11 1883... 250.0 0,000 41 7 1891... 296, 000,000 37 0 1884... 274, 000,000 35 8 1892... 300, 000,000 30 3 1885... 255 001,000 32 10 1893... 301, 000,000 26 4 1886... 265, 000,000 31 0

Negli ultimi tre anni per gli straordinari raccolti del frumento negli Stati Uniti, l’ offerta mondiale del frumento fu maggiore che in ogni altro triennio contemplato dalla tabella. Ma confrontando il triennio finito il 1884 con quello finito il 1890 si trova una produzione media nel primo di 266 ’ /, milioni di quarters, di contro ad una produzione media nel se­ condo di 274 ’ /, milioni, i prezzi essendo rispettiva­ mente di 40 scellini e 6 denari, e 31 scellini e 2 denari per quarter.

Ora gli è certo che I’ uso del frumento, anziché di grano inferiore per pane è diventato sempre più comune nel mondo dopo che rinvilirono i prezzi del frumento, e che in maggior quantità fu impiegato per alimento del bestiame, mentre la produzione della segale, che è un succedaneo del frumento, sembra essersi ristretta notevolmente. Ma non tenendo conto dell’ aumentato consumo del frumento in rapporto | alla popolazione, le statistiche sembrano dimostrare chiaramente che la offerta relativa fu minore nel secondo triennio cbe nel primo.

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30 dicembre 1894 L ’ E C O N O M I S T A 841

che nel 1882-84, mentre il prezzo fu di 9 scellini e 7 denari, o'ssia del 24 per cento inferiore.

È dunque chiaro che i prezzi prima del 1891 non subirono l’ effetto di una eccedenza di produzione.

Nella seconda metà del nono decennio del presente secolo, l’aumento della superficie a frumento fu assai minore dell’ aumento della popolazione che si ciba di pane; e dopo il 1890 soltanto la straordinaria produzione dell’ America per tre anni successivi, ha impedita per ora una deficienza.

Le esportazioni svizzere nel 1893. — Nel suo

ultimo rapporto la C am era d i Commercio d ì B asilea dà sul commercio di esportazione della Svizzera, nel 1893 delle notizie che sono interessantissime, e di cui ecco il riassunto :

L ’ influenza delle nuove tariffe doganali si è fatta sentire nel 1893 anche più che nel 1892 e le in­ dustrie svizzere ne hanno molto sofferto. Diverse di esse hanno dovuto, sotto la pressione delle circo­ stanze, cercare altri sbocchi, ma questo tentativo non è loro riuscito che in parte, giacché gli Stati Uniti a motivo della loro tariffa doganale, e gli Stati dell’ America del Sud per ragione della loro situa­ zione precaria, non erano disposti a fare degli ac­ quisti.

Al contrario è da notare che le loro principali linee ferroviarie per il trasporto dei bagagli, delle merci, e degli animali hanno aumentato il loro traffico. E questo apparisce dal seguente specchietto :

1892 1893 Migliaia di franchi

Giura Sem p ion e... 13,317 14,034 Centrali Svizzere... 9,968 10,328 Linea del G ottard o... 9,107 9,364 Nord-Est, Botzberg e Koblentz-Stein 13,919 13,879 • Pogenburg,-Wald Einti et

Veren-eigte, Schewitz Baha . . . . 4,554 4,815 Totale 50,765 52,420 Da queste cifre resulta un aumento di fr. 1,633,000, il quale è stalo ottenuto senza I’ aggiunta di alcuna nuova linea alla rete ferroviaria svizzera, eccettuato il breve tratto di Koblenz-Stein. E ciò prova che nonostante le difficili circostanze che attraversa il commercio, i trasporti sono stati aumentati.

L'emancipazione dei trasporti svizzeri, di fronte ali’ Inghilterra, va viepiù manifestandosi, e il mo­ vimento delle merci che aveva luogo con quel paese, prende adesso la via dei porli del Sud. Trieste, Venezia, Genova e Marsiglia si sono sostituite alla via Inghilterra-Basilea.

L’industria svizzera dei cotoni fa pure i suoi acquisti nei porli del continente, invece di impor­ tarli direttamente dall’ America. La spedizione dei cotoni d’ Egitto vien fatta di nuovo esclusivamente per la via Genova, Venezia e Trieste, giacché i tra­ sporti per la via del Reno venivano a risentire forte­ mente delle alte spese di navigazione, occasionate dal basso livello delle acque.

Le spedizioni di articoli di esportazione svizzera hanno luogo principalmente per la via Havre, Bou- logne e Anversa, e questi servizi sono fatti con la più grande regolarità, ma per certe destinazioni i porlf del Mediterraneo sono naturalmente preferiti.

Un progetto sulle emissioni pubbliche nel

Bel-gio. — È stato distribuito alla Camera belga il progetto di legge relativo alle emissioni pubbliche. Ecco le misure repressive che contiene :

Da un mese ad un anno di carcere con multa da 500 fr. a 1000, se sarà il caso, per coloro che conlravveranno scientemente alle disposizioni della detta legge, cioè non facendo le pubblicazioni pre- scritte; é altresì per quelli che ammetteranno sul listino ufficiale della Borsa titoli la cui emissione — se anche non fosse stata pubblica — non sia stata preceduta dalle pubblicazioni prescritte.

È comminata la stessa pena del carcere e della multa a tutti coloro che avranno scientemente pub­ blicato o fatto pubblicare, diffuso o fatto diffondere, tanto i documenti enumerati all’ art. 1° quanto bi­ lanci, circolari, affissi, reclami, annunzi, articoli di giornali od altri scritti stampati o no, se le dette pubblicazioni contengano notizie false od omissioni tali da trarre altrui in inganno, sul valore dei titoli menzionati all’ art. 10.

Sarà pure punito colle stesse pene colui che con intendimento di frode avrà fatto oppure ordinato delle operazioni di borsa allo scopo di contribuire al rialzo od al ribasso del prezzo dei titoli in emis- sione.

Nel caso in cui i fatti previsti negli articoli pre­ cedenti abbiano cagionato altrui danno, le pene po­ tranno venire raddoppiate.

Le Casse postali austriache. — Nel novembre

scorso i depositi a risparmio si sono elevati a 2,673,513 fiorini e i rimborsi a 2,188,207 fior, vi è dunque un'eccedenza di 458,303 fior, in favore dei depositi. Nel movimento degli chèques si nota che furono versali 129,681,344 fior, contro I28;726,981 (¡orini di pagamenti, di guisa che le somme esi­ stenti in cassa sono aumentate di 957,363 fiorini.

Il numero dei partecipanti è cresciuto di 5,458 per il risparmio, di 197 pel movimento degli chèques e di 317 pel clearing. Il movimento totale dei fondi è salilo nel mese di novembre a fiorini 203,273,647.

I saldi alla fine di novembre sono di 37,038,480 fiorini pel risparmio e di 52,678,579 fiorini pel mo­ vimento degli chèques, ossia un totale di 89,717,059 fiorini.

II numero totale dei partecipanti sale ad 1,032,763 pel risparmio e a 25,562 pei conti degli ch èqu es; 18,003 titolari di certificati di chèques sono inscritti al cléaring.

Il numero dei titolari di libretti di rendita era alla fiue di novembre di 11,016, pei quali l’amministra­ zione custodiva un valore nominale di 19,663,940 fiorini in valori di Stalo. L ’ amministrazione aveva inoltre comperato per conto dei depositanti per 24,961,525 fiorini di valori che furono consegnati ai destinatari.

Il bilancio egiziano. — Il bilancio pel 1895 pre­ sentato al Consiglio dei ministri, prevede una nuova eccedenza d’entrata di 680,000 lire egiziane. Ma, siccome quasi cinque ottavi di questa somma de­ vono venire consegnati in danaro alla Commissione del Debito pubblico, cosi il governo, dopo avere adempiuto a tutti gli obblighi che gl’ impongono le potenze europee, non avrà a sua disposizione che alcune migliaia di lire.

Nel bilancio della spesa fu stanziata la somma di 130,000 lire egiziane per la costruzione dei serbatoi del Nilo e una di 1500 lire egiziane per la crea­ zione di un penitenziario pei giovani delinquenti.

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Il prodotto dell’imposta fondiaria è calcolato nella stessa cifra di prima, cioè a cinque milioni di lire egiziane. Uua parte di questa somma (lire 270,000) corrisponde alle imposte di novembre e di dicem­ bre di quest’anno, il cui pagamento fu differito lino all’anno prossimo.

Si prevede che l’imposta sul tabacco darà un red­ dito di circa 900,000 lire; il che significa un au­ mento di 140,000 lire. Si calcola che l’introito to­ tale supererà di 200,000 lire eg. quello stabilito nel bilancio attuate e che le spese presenteranno pure un aumento di 56,000 lire egiziane.

La C am era d i Commercio d i Messina nel pre­ sentare la relazione sul commercio e navigazione nel 1893, premette che in quest’ anno così gene­ ralmente infelice e travagliato da tante crisi, segna un movimento in avanti tanto all' importazione che all’ esportazione, non solo di fronte all’ anno prece­ dente, ma anche a tutto il decennio.

Il solo commercio del porto di Messina, secondo i dati statistici doganali, ascese nel 1 8 9 3 :

All’ importazione... L. 18,721,393 All’ esportazione... » 40,879,149 Totale L. 59,600,542 Nel 1892 fu di... L. 50,654,010 Quindi si ebbe una differenza

in più di... » 8,916,532 Nel porto di Milazzo e di­

pendenze, da Spadafora a Tusa, il movimento di

en-trata fu di... L. 3,836, 936 Quello di uscita di... » 2,443, 147 Quindi un totale d i... L. 6,280,083 E siccome il totale dell’ anno

precedente era stato d i..

Così anche qui un movi- L. 5,543,729 mento in avanti di... » 736,345

Riunendo il commercio di Messina a quello di Milazzo e dipendenze, si hanno per le importazioni ed esportazioni i seguenti resultati:

Nel 1893 un totale di... L. 65,880,625 » 1892 » » ... 56,197,694 E quindi un avanzo d i ... L. 9,682,931

Confrontando le importazioni e le esportazioni dell’ anno in esame con quelle di tutto il decennio, il 1893 conserva questo vantaggio o quasi sopra I molti degli anni precedenti per le merci di impor- j tazione. Li vince poi assolutamente tutti, meno che per il 1883, 1884 e 1887 per gli articoli di espor­ tazione, come può rilevarsi dal seguente specchietto che segna anche le differenze in' più fra l’ impor­ tazione e l’ esportazione :

Anni Importazioni Esportazioni Differenza in più

L ire Lire

nell’ esp .rtaz. Lire 1 8 8 3 .. .. 30,715,726 55, 209,614 24,493,888 1 8 8 4 .. .. 2 8 ,5 7 9 ,6 7 0 47, 301,465 18, 7 2 1 ,7 9 5 1 8 8 5 . . . 40,262,317 6, 726,774 1886.. . .. 34,489,179 38,466,180 3,977, Odi 1 8 8 7 . . . 28,835,435 48,297,549 19,462,114 1 8 8 8 . . . .. 24,321,333 41,702,404 17,381,071 1 8 8 9 .. . .. 21,934,509 40,125,987 18,191,478 1 8 9 0 . . . .. 23,432,813 31,308,331 7,875,518 1 8 9 1 .. .. 19,241,254 32,293, 239 13,051,985 1 8 9 2 . . . . . 19,423,219 36,774,415 17,351,256 1 8 9 3 . . . .. 22,558,329 43,322,296 20,764.067 Gli articoli che offrirono maggiore contingente a questo movimento di entrata e di uscita, da o per 1’ estero, furono, come di consueto, all’ importazione il petrolio, il caffè, lo zucchero, i tessuti ed i filati di cotone, di lana e di seta, il carbon fossile, il grano, le pe li per concia, il pesce secco e pochi altri. All’ esportazione, il vino, l’ olio di oliva, le es-euze, I’ acido tartarico e I’ acido acetico, il tar­ taro o feccia di vino, sugo ili liquirizia, scorze di lim me, di arancio e sue varietà, agro cotto o con­ centrato, aranci e limoni in casse, delti in botti con acqua salata, cedri e cedrati in acqua salata, marina pistacchi, mandorle, noccinole, fichi passi, uva fresca ed uva secca, legumi e fruita in aceto ed in sala­ moia, seta, pelli non buone per pellicceria, pelli di agnello e pelli di capretto, pesci in salamoia ed altri articoli.

Non meno importante è il commercio di cabotaggio, che Messina esercita con gli altri porti e scali del Regno. A motivo della concorrenza delle ferrovie, è diminuito il piccolo cabotaggio a vela con le co­ ste vicine, ma aumentò quello a vela e a vapore coi porti o scali più lontani specialmente con Na­ poli, Fiumicino, Civitavecchia, Livorno e Genova da una parte ; Briudisi, Barletta, Bari, Ancona e Venezia dall’ altra.

Le Calabrie e le provincie siciliane mandano a Messina agrumi, vino, olio, essenze e frutta di ogni specie, e Messina manda loro grani, farine, petrolio, coloniali, suola, tessuti, metalli ed altri generi. Fra le due coste dello Smetto è aumentato il traffico e il movimento di merci e persone.

Il commercio poi, e il movimento con I’ Alta Italia è così aumentato che in parte supplisce a quello estero. Messina invia a Milano gran parte della seta circa 100 mila chilogrammi all’ anno e ritira dalla Lombardia e dal Piemonte cappelli, tessuti, carta, libri, chincaglierie, profumerie e cento altri articoli. E da Genova arrivano spesso zucchero, caffè, colo­ niali, riso e farine, e per suo mezzo Messina fa il suo commercio con la Svizzera e con la Germania specialmente in vini, oli e frutti.

Il commercio di cabotaggio di Messina ed altri scali della provincia è calcolato in media intorno ai 60 milioni, cosicché per il 1893 il commercio com­ plessivo viene calcolato a 130 milioni.

Il movimento di navigazione per il commercio internazionale di importazione ed esportazione, da e per l’ estero, ha dato nel 1893 i seguenti resultati:

Legni approdati Numero Tonnellate

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30 dicembre 1894 L ’ E C O N O M I S T A 843

Approdarono altresì 76 legni da guerra e 36 legni di piacere.

I legni usciti ascesero a N. 9,724 di 3,439,632 tonnellate, contro 9,992 di tonti. 3,383,332 ned 1892.

II movimento di cabotaggio nel 1893 è rappre­ sentalo da N. 7,139 legni, fra entrati e usciti, di tonti. 2,414,622 di merci imbarcate e sbarcate contro 7,920 legni e tonti. 2,731,214 nel 1892.

11 movimento commerciale e marittimo di Ancona

n e l 1893

La C am era d i Commercio di Ancona ha pubbli­ cato la sua relazione sull’andamento commerciale e marittimo di questa città durante il 1893.

Si rileva da essa che il movimento delle merci così per mare che per terra, fatta eccezione per l’ espor­ tazione che si effettua soltanto per quest’ultima via, segna nel 18!>3 un qualche aumento sul 1892.

Per la via di m ire infatti si ha un aumento di 1638 quintali nella importazione e di 94,042 nell’esporta- zii ne, mentre per la via di terra all’aumento di 4197 qninta'i agli arrivi corrisponde una diminuzione di quintali 37,366 nelle partenze.

Nella importazione per via ili mare hanno contri­ buito all’aumento la canape, i cereali, i coloniali, le frutta, i generi diversi, le lane, i lavori metallici, i legnami, i legumi e le biade, i metalli, i pellami, i prodotti chimici e i recipienti vuoti.

È invece diminuita, e notevolmente, la importa­ zione dei bitumi, quella della carta, dei libri e delle stampe, i colori e le vernici, le macchine, le mani­ fatture, i materiali da costruzione, il mobilio, l’olio ed i combustibili, il pesce, le piante ed i semi, i sali e tabacchi, ed infine i vini e gli spiriti.

Quanto alla esportazione, sempre per via di mare, è in aumento quella dei bitumi, quella della canapa, quella della cera e del miele, dei colori e delle ver­ nici, dei cereali e dei commestibili, dei generi di­ versi e dei legumi. Così pure danno aumento i le­ gumi e le biade; le manifatture, i materiali da co­ struzione, i medicinali, i metalli, l’ olio ed i combu­ stibili, i pellami e i recipienti vuoti. •

Segnano invece diminuzione i bozzoli, le sete, i coloniali, le frutta, i lavori metallici, le merci o mer­ cerie, i mobili; i tartari, i vestiari e gli effetti di uso, gli sp;riii e i vini.

Nella importazione per via di terra danno au­ mento il bestiame, i cereali, i coloniali, i colori e le vernici, le frutta i generi diversi, i legumi, i mate­ riali da costruzione, i meial'i, il pesce, i recipienti vuoti, i tartari, i vestiari e gli effetti d’ uso.

Hanno diminuito i bitumi, le sete, la canapa, e la carta, i commestibili, ìe cristallerie per quantità non molto elevale; i legnami, le manifatture, i medicinali, le mercerie, il niobi io, l’olio ed ¡ combustibili, i pel­ lami ed i prodotti chimici, i vini e gli spiriti.

Nell’esportazione per via di terra se si tolgano la canapa, i bitumi c le frutta,* tutti gli altri articoli furono in diminuzione.

Considerato in complesso il movimento commer­ ciale di Ancona, quale resulta dalla statistica came­ rale, si hanno alla importa zi ohe tanto per via di terra die per via di mare quintali 1,919,101, ed alla espor­

tazione 432,103. Nel 1892 questo movimento era rap­ presentato da quint. 1,913,246 alla importazione, e da quintali 373,429 alla esportazione; cosicché, mentre la importazione si può dire sia rimasta sta­ zionaria, salvo un leggero aumento di 600 quintali circa, la esportazione darebbe un aumento di poco meno di 57,000 quintali.

La bilancia adunque del commercio indicherebbe pel 1893 un qualche miglioramento sulle condizioni dell’anno precedente.

Il movimento marittimo si riassume nelle seguenti cifre :

1 piroscafi arrivati nel porto, durante il 1893, fu­ rono 442 carichi e 15 scarichi, con una differenza, in quelli carichi, di 9 piroscafi. La portata però fu maggiore nell’anno presente elio in quello antece­ dente, perchè si ebbe un tonnellaggio di 420,695 nel 1893, di fronte a 404,111 nel 1892. Non ostante l’aumento del tonnellaggio, I’ equipaggio è in dimi­ nuzione, benché lieve. I bastimenti a vela in arrivo sono scesi da 391 a 334, con una differenza in meno di portata ili circa 2000 tonnellate.

I piroscafi in partenza sono aumentali di numero e di tonnellaggio, purè ottenendo un’ economia negli equipaggi ; infatti sono partiti 464 piroscafi, della portata di circa 424,000 tonuellaie e con 16,000 uomini di equipaggio, mentre nel 1892 ne erano partiti 452 della portata di 410,000 tonnellate e con 16,173 persone ili equipaggio. I bastimenti a vela in partenza furono 415 della portata comples­ siva di 18,000 tonnellate e con 2,235 uomini di equipaggio; cosicché ne! 1893 vi ha un lieve au­ mento di numero, diminuzione in tonnellaggio di circa 3000 tonnellate, ed aumento nell’ equipaggio di 60 persone. I passeggeri sono aneli’ essi in au­ mento imperocché gli arrivi ne contano 4612 di fronte a 4423, e le partenze furono di 1199 di fronte ad 817.

La produzione a g rico la n ella S p agn a

Con una superficie di 50 milioni di ettari la Spagna ne ha in piena cultura circa 33 milioni, di cui 1,200,000 irrigui. I prodotti che maggiormente concorrono alla ricchezza agricola della penisola sono : i vini, gli oli, gli agrumi, le frutta, l’ uva passa e i cereali in genere, che insieme allo zaffe­ rano, e al sughero vengono in gran parte esportati. Importante altresì ò la produzione del riso, del lino, dilla canapa e della vite, ma questi prodotti non sempre riescono a supplire interamente ai bisogni del consumo nazionale.

Produzione vinicola. — Quasi tutti i terreni in Spagna sono adatti alla coltivazione della vite ed i vigneti vi occupano al giorno d’oggi una superficie di oltre a un milione quattrocento mila ettari.

La media annua'e della produzione totale del vino, comprese lo isole Ba'eari e le Canarie, viene calco­ lata a 35 milioni di ettolitri.

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clima eccessivamente rigido in inverno e della si­ tuazione alpestre dei suoi terreni.

L’aumento considerevole verificatosi in questi ul­ timi tempi nell’ esportazione dei vini dalla Spagna all’estero, a danno sopratutto dei vini italiani, è do­ vuto in gran parte alla diligenza che gli spagnuoli pongono nel prepararli, e nel far sì che conservino sempre lo stesso tipo, e giungano all’estero ben con­ dizionati e non avariati. I recipienti destinati all In­ ghilterra e all’America sono in generale doppi, per­ chè possano resistere ai viaggi e mantenere il vino in ottimo stato.

P roduzione d ell’olio. — Nessun altro paese pro­ duce tanta quantità di olio come la Spagna. Gli oli- veti coprono una superficie di circa un milione di ettari, e danno una produzione annua di più che 3 milioni di ettolitri. La Francia non ne produce che 300 mila e l’ Italia presso a poco 1,300,000 di ettolitri.

Dopo il vino, l’olio è uno dei prodotti sul quale maggiormente si fa sentire la concorrenza spaglinola contro l'Italia, particolarmente in Francia, ove già le contende il terreno da avversario formidabile.

Ecco lo stato delle esportazioni dell’olio dalla Spa­ gna e dall’ Italia, in Francia, negli anni 1892 e 1893:

Anno Italia Spagna

1892 . . Kilog. 12,134,103 Kilog. 4,401,736

1893 . . » 9,943,339 » 7,723,833

Dai dati summenzionati risulta che le nostre espor­ tazioni dell’anno scorso confrontate con quelle del­ l’anno anteriore, furono per gli oli inferiori di più che 3 milioni di chilogrammi, mentre la Spagna ebbe un aumento rispetto a noi di chilog. 5,322,099.

Se questa diminuzione continuasse l'Italia finirebbe per cedere il posto alla Spagna, la quale minaccia di sopraffarci, accaparrando per se il mercato francese.

Se l’ Italia mantiene finora il primo posto a causa della maggiore finezza e limpidezza dei suoi oli, si deve alla superiore elaborazione che ne viene fatta, segnatamente in Lucca, in Terra d’ Otranto ed in Liguria.

Gli ultimi dati statistici che si hanno sulla pro­ duzione totale dell’olio in Spagna, sono dell’anno 1890, I in cui vennero prodotti in tutta la penisola, com- ! prese le isole Baleari, 3,070,300 ettolitri.

A grum i. — Tutta la costa di levante e del sud della penisola iberica è ricca di giardini di aranci I i quali crescono rigogliosi, come forse in nessun al­ tro luogo della terra, non esclusi l’Algeria e il Ma­ rocco. La raccolta dei mandarini e dei limoni al sud della penisola comincia nell’ottobre e in novem­ bre per le arancie, e continua per tutto l’inverno fino a marzo, e per le altre regioni a seconda del loro clima più o meno temperato.

La quantità delle arance e dei limoni che si espor­ tano ogni anno dalle provincie di Valenza e della Andalusia è considerevole, e l’ Italia ne subisce una concorrenza sensibile, particolarmente nei mercati d’ Inghilterra e dell’America del nord, dove la Spagna ci lascia non di rado indietro a grande distanza.

C ereali. — La produzione totale dei cereali nella penisola prendendo per tipo uno degli anni più nor­ mali si calcola ascendere a 70 milioni di ettolitri così divisi : Grano . . . ettol. Orzo . . . » Segale , . . » Granturco . . » Avena . . . » 36,000,000 17,300.000 7.500.000 7,000,000 2.500.000 In alcuni anni peraltro la produzione dei cereali è ascesa appena a 50 milioni di ettolitri.

Inoltre la Spagna produce uva p assa la cui espor­ tazione ascende a 15 milioni di pesetas, seta della quale se ne raccoglie poco più di 1 milione di chilogrammi di bozzoli, riso, sughero e carrubbe-

Il bestiam e è un altro importante prodotto del- I agricoltura spagnola. Secondo la direzione generale delle contribuzioni nel 1890 esistevano 20 mila capi di bestiame così diviso:

Bovi e Vacche . . . . 2,000,000 P e c o r e ... 16,000,000

Capre... 2,000,000

20,000,000

IL COMMERCIO IVTERNAZIOME DEL MAROCCO

Essendosi molto in questi ultimi tempi parlato del Marocco, e delle pretese, che diversi Stati d'Europa affacciano su di esso, crediamo opportuno far cono­ scere l’ importanza commerciale di quest’ Impero, desumendola da aleuni rapporti consolari diretti ai gabinetto inglese.

Il commercio esteriore dei diversi porti del Ma­ rocco ascese nel 1893 a steri. 3,252,234 contro steri. 3,393,553 nel 1892. Queste cifre si dividono fra i vari porti del paese nelle seguenti proporzioni:

Im p o r t a z i o n i Es p o r t a z i o n i 1893 1892 1893 1892 Tangeri . . . . steri. 493,774 524,784 287,560 250^471 Letuan . . . . » 36,919 63,663 7,312 8,881 L araich e. . . . » 246,028 ' 229,270 46,613 89,853 E a b a t...» 161,221 192,931 34,579 28,967 D ar-al-B aid a . . » 347,047 282,545 357,144 461,530 Mazagan . . . » 235,762 220,111 270,754 260,501 S a f f l ... » 95,738 101,685 172,336 189,300 Mogador... 247,699 255,199 272,753 23.5,864 T otali ster. 1,863,183 1,870,188 1,449,051 1 ,525,367

In generale si considera il movimento commer­ ciale del 1893 come scarso, e ciò per diverse ra­ gioni. I raccolti furono meschini perchè devastati dalle cavallette e gli scambi furonoresi difficili, in causa della invasione di.monete deprezzate. Fra que­ ste le più numerose furono le monete delle Isole Filippine, la cui rassomiglianza con le monete spa- gnuole fece molte vittime, giacché i negozianti eu­ ropei non le ricevevano che con circa il 50 per cento di perdita.

Il seguente specchietto fa conoscere il movimento commerciale del Marocco con i diversi paesi neffli ultimi due anni.

Importazioni.

1893 1892 Differenza

Gran Brettagna, ster. 986,747 1,043,841 — 59,094 Francia... » 552,844 527,309 + 25,535 G erm ania... 157,492 144.372 -f- 13,120 Diversi... » 166,100 152,666 -f- 13,434

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30 dicembre 1894 L ’ E C O N O M I S T A 845

Esportazioni. Gran Brettagna, ster. 731,840 Francia... » 293,367 Germania... » 74,742 D iversi... » 349,102 793,147 — 61,307 313,847 — 20,480 48,433 + 26,409 369,940 — 20,838 Totali ster. 1,449,061 1,525,367 ~ 76,316 Dn questo prospetto resulta che l’Inghilterra è la potenza europea che ha maggiori rapporti commer­ ciali col Marocco.

Il raccolto delle leguminose ed altre

piante pratensi e delle radici e tu­

beri da foraggio in Italia.

La coltura delle leguminose ed altre piante pra­ tensi, e delle radici e tuberi da foraggio si estende in misura più o meno larga in tutte- le provinole de! Regno.

La superficie alla quale si estese nel 1892-93 la coltivazione delle leguminose fu di ettari 1,715,426, con una produzione media di quintali 38,03 per ettaro,ed una produzione totale di quint. 65,158,246, con una diminuzione di quintali 4 9,730,840 in con­ fronto con l’anno 4894 -9 2 . La superficie coltivata a tuberi fu di ettari 52,632, con una produzione media di quintali 32,03 per ettaro ed una produ­ zione totale di quintali 1,687,01-1, inferiore di quin­ tali 766,606 a quella del 4894-92.

Le regioni agrarie che diedero maggior prodotto di leguminose sono le Marche ed Umbria, dove se ne produssero quintali 16,7 1 5 ,6 6 5 ; la Lombardia (quintali 12,414,982); l’Emilia (quintali 40,205,082) e la Toscana (quintali 8,803,659). Diedero minor prodotto il Lizio (quintali 442,095) e la Sardegna (quintali 52,085).

Il raccolto delle radici e dei tuberi da foraggio fu più notevole nella Toscana (quintali 998,360); nella regione Meridionale Mediterranea (quint. 298,5 1 7 ); nelle Marche ed Umbria (quintali 204,995). Ottenne minor prodotto il Lazio (quintali 2,741) e nella Sardegna non se ne coltivano.

Accennando alle cause che hanno influito sulla produzione di questi foraggi, si può affermare che solo nella Lombardia la stagione sia stata abbastanza favorevole al raccolto, mentre in tutte le altre re­ gioni si ebbero dan i cagionati dalle nevi, dai geli prolungati, dalla grandine, e più specialmente dalla pertinace siccità nella primavera e nell’estate.

Il seguente prospero riassume la produzione nel quinquennio 1 8 8 8 -9 3 . 1 8 8 8 - 89 1 8 8 9 - 90 1 8 9 0 - 91 1 8 9 1 - 9 2 1 8 9 2 - 93 Q U A N T I T À T O T A L E di erba del foraggio prodotto quintali . 98,087,946 . 93,941,626 . 88,705,448 . 84,889,056 . 65,158,216 Q U A N T I T À T O T A L E del foraggio fresco ottenuto dalle radici

e dai tuberi da foraggio quintali 7,011,940 7,083,850 2,306,633 2,453,620 1,687,014 La superficie alla quale era estesa la coltivazione di erba da foraggio fu di ett. 1,806,756 nel 1894-92, e di ett. 4,713,126 nel 1892-93, e quella del forag­ gio fresco ottenato dalle radici e dai tuberi da fo­ raggio di ett. 44,447 nel 1891-92, e di ett. 52,632 nei 1892-93.

La produzione media per ettaro delle erbe per foraggio fu di quint. 46,98 nel 4891-92 e di 38,03 nel 1892-93 e quella del foraggio fresco ottenuto dalle radici e dai tuberi fu di quint. 55,20 nell’anno agrario 4891-92 e di quint. 53,05 nel 4892-93.

Camera di Commercio di Alessandria. — Nella seduta del 10 Dicembre, il Consiglio prese cono­ scenza di una protesta di alcuni elettori, i quali im­ pugnavano per nullità le recenti elezioni commerciali, per non essersi, a loro avviso, osservalo il disposto della legge nello spoglio delle schede e conteggio dei voli.

Dopo lunga ed animata discussione, il Consiglio votò a grande maggioranza un ordine del giorno del tenore seguente : « La Camera ritenendo non possibile e non applicabile per le elezioni commer­ ciali la votazione per le minoranze, di cui all’art. 74 della legge comunale, data la costituzione diversa delle Camere ili commercio e dei Comuni ; richia­ mando che il .Ministero, esplicitamente interpellato nel 1889, con sua circolare 8 novembre stesso anno N. 21999, dichiarava essere escluse per lo elezioni commerciali le disposizioni relative alla rappresen­ tanza delle minoranze stabilite dall'art. 74 della legge comunale ; che di tale avviso, fu pure il Con­ siglio di Stato opportunamente consultato ; che di conformità alle prescrizioni ministeriali furono sem­ pre compiute le elezioni commerciali in tutta Italia negli anni 1890, 1892 e 1 8 9 4 ; per questi molivi delibera di respingere il reclamo di cui è caso, e passa all’ ordine del giorno. »

Camera di Commercio di Venezia. — Nell’ul lima sua adunanza il Consiglio della Camera di com­ mercio di Venezia, dopo varie comunicazioni della Presidenza, e dopo aver preso atto dei risultati delle recenti elezioni commerciali, approvò con voto di plauso all’ unanimità il rapporto annuale sul com­ mercio e la navigazione di Venezia compilalo dal Comitato statistico, il quale termina la sua relazione con la proposta ai colleglli di dimettersi in massa, qualora la Camera non potesse ottenere dal Governo I’ esaudimento pieno dei voti del commercio di Ve­ nezia, nei riguardi dell’ attuazione e dell’ esercizio delle linee delle Indie.

Camera di Commercio di Napoli. — Nella seduta del 14 Novembre la Giunta presenta il Bilancio pre­ suntivo per I’ esercizio 4895. Esso, munito de’ rela­ tivi allegati, ascende a L. 236,083,10 per le Spese e ad altrettanto per le E ntrate.

Il Presidente ne fa dar lettura ed apre su di esso la discussione generale. Niuno chiedendo la parola, il Presidente apre la discussione su ciascun capitolo. Vengono approvati senza osservazione uno per uno tutti i capitoli della parte I. Spese per la somma complessiva di L. 236,083,10. Vengono ugualmente approvati uno per uno senza discussione tutti i ca­ pitoli della parte II. E n trate per la somma com­ plessiva di L. 236,083,10.

(10)

Mercato monetario e Banche di emissione

Ricordavamo, nell’ nllimo numero, che la fine del- l’ anno sul mercaio inglese, si segnala sempre con maggior richiesta di fondi, e quindi con inaspriménto più o meno lieve, del saggio dell’ interesse e dello sconto. Quest’ anno, tale movimento si è manifestato molto oscillante, perchè da una parte il capitale si teneva in disparte, aspettando il tempo della maggiore rimunerazione, dall’ altra, quando l’ aumento si pro­ dusse, il capitale accorse con tanta abbondanza, che determinò il ribasso.

Così la fisonomia del mercato, anche nello scorcio dell’ anno, presenta il solito principale carattere: quello di una disponibilità veramente straordinaria.

La settimana scorsa i prestiti giornalieri costavano a Londra appena il '/, per cento ; e gli sconti a tre mesi 7/8 per cento; appena terminate le feste na­ talizie, il saggio salì rispettivamente all’ 1 percento per i prestiti, ed all’ 1 '/* fid I 7 , Per hrb’ sconti. Ma subito dopo, per le offerte vive del capitale, l’ interesse scese di nuovo al */, per cento per i prestiti brevi, ed all’ 1 per cento per gli sconti a tre mesi.

Si nota anche molta domanda di denaro per ri­ porti in borsa e ciò in conseguenza del rilevante aumento avuto in molti titoli, per cui venuti in mano della speculazione, questa cerca di riportarli nella speranza che abbiano ad aumentare ancora. Molti banchieri rinnovarono i riporti al saggio di 1 s/4 ma per nuovi riporti si domanda da 2 a 2 per cento di interesse.

Della situazione della Banca d’ Inghilterra, sap­ piamo solo che la cifra proporzionale delle riserve agli impegni, da 63 U/1S che era nella settimana precedente, è nell’ attuale di 63 “ /„.

Dal rendiconto dello Banche Associate di Nuova York della scorsa settimana rilevasi che il nume­ rario è aumentato di 6,330,000 dollari, mentre che 1 valori legali diminuirono di dollari 8,570,000. I depositi declinarono di 10,100.000 dollari, mentre che i prestiti salirono di 8,600,000 dollari.

La domanda di denaro nel mercato libero di Nuova York durante la scorsa settimana fu poco attiva, quindi nell’ interesse si ebbero facilitazioni.

Per effetti a 30 giorni si pagò 1 */, per cento d’ interesse, 2 por cento per effetti da CO a 1)0 giorni, 2 */j per cento per effetti a quattro mesi, e 3 per cento per più lunga scadenza.

Prezzo dell’argento nominale, a 60 cent, le verghe. Affari alla borsa di Nuova York del 22 nulli, non essendosi contrattate che 35,000 azioni.

La Banca di Francia nell’ultima situazione 27 corr. presenta un aumento di altri 19 e mezzo milioni nel suo stock d’ oro un aumento di 35 milioni nella circolazione, di 19 milioni i conti correnti dello Stato, mentre la circolazione è diminuita di 24 mi­ lioni, le anticipazioni di 8 milioni e mezzo e di 12,6 milioni i conti correnti dei privati.

Il Consiglio di reggenza della Banca di Francia ha stabilito il dividendo del secondo semestre 1891 in franchi 50 di cui, deducendone due di imposta, ri­ mangono 4 8 franchi netti ; coi 63 franchi netti già distribuiti uel primo semestre si ha un utile totale di 113 franchi, contro 121 franchi per l’ eserci­ zio 1893.

Il mercato francese non presenta mutamenti di sorta; lo sconto è sempre facile a II’ 4 1/t per cento, il cambio su Londra rimane a 23,17, più debole sull’ Italia a 5 7/a.

Sui mercati italiani i cambi rimangono ai se­ guenti saggi: su Francia a vista 106,43, su L o n ­ dra 26,80, su Berlino 131,40.

Situazioni delle Banche di em issione estere

•2 Attivo «a. 001 Passivo 27 dicembre (Oro...F r . 2, 069. 569,000 'Argento. . . » 1, 241, 970.000 496. 769.000 427. 948, 00 3, 481, 571. imo •187 743,000 558. 113.000 oJ o o •_ e *-• CB <5 CO Incasso Portafoglio Anticipazioni... C i r c o l a z i o n t ' ...

Conto corr. dello S t.,

» » dei priv.. Rapp. tra la ris. e le pas.

23 dicembre Incasso. . .Fiorini 308.268 000 -f- Portafoglio.. . , » 165.685 000 -+-Anticipazioni. . . 36 326.000 — P restiti...» 130 790 000 -f-Oircolazione .. 483 4 '1,000 —

^ Passivo ' Conti correnti . . . * 13. 240 1 i Cartelle fondiarie.» 126, 752,000 -f“ differenza -+- 19. 566,000 150,000 — 33, 849,000 8, 600,000 -4- 35, 699, » < t -+- 19,064 000 — 12, 659.0^0 ® Attivo

Incasso metal. Doli. 0 Attivo Po taf « i t i c i p .

^ Vaio i legali . . . »

1 PiMÌvn‘ oircolazi‘>110...

Z rd ali l conti cor. e depos.. «

22 dicembre 75 100. Od 498 >70.000 105 480 100 11 190,000 554 5 IO. 000 d i f f e r e n z a 422.000 1 870.000 1,00.8,0 0) 276.000 5, 144,000 2.751 000 471.000 diffe enza -t- 6 550,000 8, 600.000 1, 430.000 + .81,000 — 10. 290,000 © 20 dicembre differenza n3 j ?

= 03Attivo j Incasso .. Franch 131 111.000 1,849.00') =? qo ' Portafoglio... 356. r e . «hi*» -+- 5 2I7.00') N _

Passivo |[ Oircolazione . . . . 438.200.oon -t- 4,129.(V»0 Z -3 [ Conti correnti... - • 75 405,000 -1- 2,624.000 22 dicembre diflf renza m

Attivo ( Incasso. ( 'o r t a ’oglio . . .Pesetas 474. 998. 275 090. 000 -4- 1,913 0 0-+- 3,744, )'>o -o ni

Passivo i Cir ’olazione. . . . . 900 915. ì()o — 2,211,mm CO ( Conti corr. e dep.. 277.642.000 — 70.00 0

RIVISTA DELLE BORSE

(11)

30 dicembre 1894 L ’ E C O N O M I S T A 847

sempre aperta, e per la sua gravità reclama pronti ed efficaci rimedi. Nel febbraio scorso la riserva d’oro garantita dalla carta moneta, che non dovrebbe discendere mai al disotto di 100 milioni di dollari, era caduta a 65 milioni e mezzo. Per ricondurla al livello normale, il Tesoro emise al disopra della pari un prestito di 50 milioni di dollari, che fruttò circa 60 milioni, ma al novembre questa somma era già sfumata. Fu fatta più tardi un identica ope­ razione, che fece risalire la riserva aurea a 140 milioni, ma neppure questa somma potè mantenersi, essendo già caduta al di sotto di 90 milioni, tanto che si tratta già di ricorrere a una nuova emis­ sione. Naturalmente tutte queste richieste il’ oro da parte degli Stati Uniti potrebbero avere il loro con­ traccolpo sfavorevole nella situazione monetaria d’Eu­ ropa, ma stante la straordinaria abbondanza del denaro, questo pericolo o non si teme, o non si crede imminente.

Nei mercati esteri gli affari combinati furono ben pochi e quasi tutti riflettenti gli accordi di liquidazione. Una eccezione soltanto fu fatta per le azioni delle miniere d’ oro, i cui ordini di compra a premio affluirono abbondantissimi in tutte le piazze.

A Londra nel complesso, la liquidazione della fine dell’ anno è riuscita bene, specialmente per i fondi ili Stato e per le miniere d’oro.

A Parigi calma nelle rendile e sostegno nei va­ lori bancari e nei minerari.

A Berlino e a Vienna tendenza calma per tutti i va'ori.

Le borse italiane ebbero andamento incerto a mo­ tivo delle oscillazioni all’estero sulla nostra rendita. Il movimento della settimana presenta le seguenti variazioni :

R endita italiana 5 0/p. — Nelle borse italiane da 92,25 in contanti saliva a 92,55 e da 92,40 per fine mese a 92.70 rimanendo oggi a 92,30 e 92,33. A Parigi da 86,72 andava a 87,25 per rimanere a 86,90 ; a Londra da 86 */„ a 86 ‘ /8- e a Berl!ll° da 85,40 a 85,80.

R endita 3 0l(). — Contrattata a 55 per fine mese. Prestiti già pontifici. — Il Cattolico 1860 64 in­ variato a 99,50; il Binimi a 99 e il Rotlisclold a 105. Uewtite fran cesi. - Il 3 por cento oscillò fra 101,80 e 101,9 0 ; il 3 per cento ammortizzabile fra 101 e 101,10 e il 3 */, per cento da 107 saliva a 107,40, per chiudere a 1 0 1 ,8 0 ; 101,12 e 107.43.

C onsolidati inglesi. — Contrattati da 103 a/16 a 103 V,.

R endite austriache. — La rendita in oro caduta da 124 a 123,85; ia rendita in argento e quella in carta invariate ambedue a 100,03.

Consolidali germanici. — li 1 per cento invariato a 106,80 e il 3 */, per cento fra 104,20 e 104,23.

F on di russi. — Il rublo a Berlino da 219,75 è sceso a 219,10 e la nuova reudita russa a Parigi da 89,40 è scesa a 88,55.

Rendita turca. — A Parigi da 25,15 è risalita a 25,65 e a Londra da 25 s/ 8 a 25

7/ia-V alori egiziani. — L i rendila unificata invariata a 516 */,. '

\ d o ri spaglinoli. - La rendita esteriore è oscillata fra 73,40 e 73,60 . A Madrid il cambio su Parigi ò a 11,40.

V alori portoghesi. — La rendita 3 per cento da 24 */t è scesa a 24 */„.

Canali. — TI Canale di Suez da 3086 è salito a 3103, e il Panama da 1 1 a 12.

— I valori italiani nonostante la scarsità delle ope­ razioni, meno qualche eccezione ebbero prezzi fermi con tendenza al sostegno.

Valori bancari. — Le azioni della Bautta d’ Italia negoziate a Firenze da 776 a 7 6 2 ; a Genova da 769 a 767 e a Torino da 765 a 763. Il Credito Mobiliare a Genova contrattato fra 106,50 e 107; la Banca Ge­ nerale da 28 a 27 ; la Banca di Torino da 175 a 191; il Banco di Sconto da 67 a 66; la Banca Tiberiua a 6 ; il Banco di Roma a 145 ; il Credito Meridionale a 5, e la Banca di Francia da 3610 a 3660.

Valori ferroviari — Le azioni Meridionali soste­ nute da 651 a 654 e a Parigi salite da 608 a 613 per ricadere a 508 ; le Mediterranee a 494 e a Ber­ lino da 92,23 a 93,10 e le Sicule a Torino a 575. Nelle obbligazioni ebbero qualche affare le Meridio­ nali a 296 e le ferroviarie italiane A , B, C, D , a 277.

Credito fondiario. — Torino 5 per cento a 504,75; Milano iti. a 5 0 8 ,5 0 ; Bologna id. a 5 0 3 ; Siena id. a 4 9 8 ; Roma id. a 382; Napoli id. a 390 ; Banca (l’Italia 4 '/, per cento a 489 e l’Istituto italiano di Credi lo fondiario 4 */, a 496.

Prestili Municipali. - Le obbligazioni 3 per cento di Firenze intorno a 5 9 ,5 0 ; I’ Unificalo di Napoli

a 80 ,5 0 e l’Unificato di Milano a 86.

Valori diversi. — Nella Borsa di Firenze si con­ trattarono la Fondiaria Vita a 215 '/ , e quella Incendio

a 7 9 ,2 3 ; a Bo o m l’ Acqua Marcia da 1115 a 1136;

le Condotte d’acqua da 146,50 a 1 4 1 ; le Immobiliari Utilità a 24 e il Risanamento a 29 e a Milano la Na­ vigazione generale italiana da 290 a 282 ; le Raffi­ nerie da 172 a 170,50 e le Costruzioni Venete a 23.

Metalli preziosi. — Il rapporto dell’ argento fino da 544 */, è sceso a 542 '/ „ cioè ha guadagnato 2 fr. sul prezzo fisso di fr. 218,90 al cbil. raggua­ gliato a 1000 e a Londra il prezzo dell’ argento da denari 27 7/ la per oncia

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