• Non ci sono risultati.

I C G N49/654 D G C C M S C PROF. A ATLANTE DEI PICCOLI COMUNI DELLA CAMPANIA: ANALISI E STRATEGIE DI RIEQUILIBRIO TERRITORIALE ABSTRACR T P T C L T I A T D I C E A S P S B U D S D N “F II”

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "I C G N49/654 D G C C M S C PROF. A ATLANTE DEI PICCOLI COMUNI DELLA CAMPANIA: ANALISI E STRATEGIE DI RIEQUILIBRIO TERRITORIALE ABSTRACR T P T C L T I A T D I C E A S P S B U D S D N “F II”"

Copied!
3
0
0

Testo completo

(1)

U NIVERSITÀ D EGLI S TUDI D I N APOLI “F EDERICO II”

S CUOLA P OLITECNICA E DELLE S CIENZE DI B ASE

D IPARTIMENTO DI I NGEGNERIA C IVILE, E DILE ED A MBIENTALE

C

ORSO DI

L

AUREA

T

RIENNALE IN

I

NGEGNERIA PER L’

A

MBIENTE E IL

T

ERRITORIO

T

ESI IN

P

IANIFICAZIONE DEL

T

ERRITORIO

ATLANTE DEI PICCOLI COMUNI DELLA CAMPANIA:

ANALISI E STRATEGIE DI RIEQUILIBRIO TERRITORIALE ABSTRAC

R

ELATORE

C

H.MA

PROF. A

RCH.

M

ARIALUCE

S

TANGANELLI

C

ORRELATORE

I

NG.

C

ARLO

G

ERUNDO

C

ANDIDATO

D

OMENICO

G

IAQUINTO

N49/654

(2)

Il lavoro di tesi proposto intende inquadrare la situazione nazionale e, più approfonditamente, quella della regione Campania, concernente i piccoli comuni. Con piccoli comuni si intendono quelle amministrazioni aventi un numero di abitanti inferiore o pari alle 5000 unità. Questi rivestono un ruolo centrale nelle dinamiche territoriali italiane poiché rappresentano la maggior parte delle amministrazioni comunali ed occupano più del 50% del territorio nazionale. Sono inoltre i maggiori detentori del patrimonio storico, artistico, naturalistico e più in generale culturale italiano, custodendo le tradizioni e le tipicità del nostro paese. Le piccole realtà comunali sono oggi minacciate dall’abbandono e dal conseguente spopolamento, non avendo un’economia forte che offra garanzie lavorative alle fasce di popolazione in età giovanile: si assiste così ad un fenomeno diffuso di emigrazione verso i centri maggiori, che determina a sua volta il sovraccarico demografico di alcune porzioni di territorio con la conseguenza del disequilibrio territoriale. L’abbandono dei piccoli comuni comporterebbe la perdita di una larga parte del patrimonio culturale materiale e immateriale nazionali che questi custodiscono. Per tali ragioni è necessario individuare delle strategie di contrasto allo spopolamento di queste zone e di riequilibrio territoriale.

Le analisi condotte sono state effettuate elaborando dati Istat, prevalentemente ricavati dai censimenti della popolazione, ed utilizzando il software GIS per la creazione di cartografie tematiche utili alla visualizzazione delle problematiche illustrate sul territorio.

Nella prima parte della trattazione ci si è soffermati sulla situazione nazionale dei piccoli comuni, con particolare riferimento alla distribuzione degli stessi ed alla loro ripartizione regionale. Sono state evidenziate le regioni maggiormente interessate dalla presenza delle piccole amministrazioni, constatando come il fenomeno riguarda principalmente le realtà montane: le radici del problema risiedono nel mancato sviluppo industriale, iniziato a partire dal secondo dopoguerra, di queste realtà a causa della difficile accessibilità ai mezzi di produzione e distribuzione industriali.

Nella seconda parte della trattazione si è approfondito il discorso riguardante la regione

Campania, particolarmente significativo a causa del forte squilibrio territoriale di cui questa regione

è protagonista per la presenza della conurbazione napoletana e del basso casertano. Le analisi

hanno riguardato: la variazione dei piccoli comuni nel tempo; la variazione del trend demografico

delle piccole amministrazioni, individuando quali di queste possono essere considerata in crescita e

quali in decrescita demografiche; l’età nei piccoli comuni campani; il numero di nati nei piccoli

comuni campani. Le analisi hanno evidenziato che: pur rimanendo pressoché invariato il numero

delle piccole amministrazioni campane, esse perdono sempre più residenti nel tempo; la

maggioranza dei piccoli comuni campani è interessato da una situazione di stallo demografico; le

(3)

realtà interessate dalla crescita sono costituite dai comuni limitrofi ai maggiori centri urbani oppure da amministrazioni a vocazione turistica; le realtà in decrescita presentano caratteristiche comuni quali la distanza dai grandi centri, la posizione a quota elevata e la localizzazione nel sud o nella parte orientale del territorio; l’elevata senilizzazione dei piccoli centri accompagnata da uno scarso numero di nati.

Nella parte finale del documento sono state tracciate delle proposte per la rivitalizzazione dei piccoli comuni, finalizzata a salvaguardare il patrimonio degli stessi e ha riequilibrare il territorio. I tre fattori determinanti individuati come possibili strumenti per la crescita delle piccole realtà amministrative sono stati: il commercio dei prodotti agroalimentari di qualità; l’offerta turistica sostenibile, costituita dalle bellezze paesaggistiche e storiche che i piccoli comuni possono offrire;

la gestione dei flussi migratori. Sono stati quindi analizzati nel dettaglio questi tre fenomeni, motivandone le potenzialità che questi avrebbero nel risollevare le piccole amministrazioni. Per ciascuno dei tre fenomeni è stato portato un esempio virtuoso di applicazione degli stessi già sperimentato sul territorio nazionale, mostrando come le tecniche proposte siano applicabili e portino risultati positivi.

Domenico Giaquinto

Riferimenti

Documenti correlati

Il Consiglio Superiore della Magistratura con delibera 17 luglio 1991 ha segnalato ai presidenti delle Corti d'Appello ed ai presidenti dei Tribunali l'opportunità di nominare ai

contenute agli artt.4, 5 e 9, sui tempi della fase istruttoria e della decisione, rendono effettivo, nei procedimenti di riconoscimento di infermità o lesione dipendente da causa

Detti criteri attitudinali devono ritenersi prevalenti, dovendo tale Presidente essere il costante punto di riferimento dei magistrati aggregati sui quali è chiamato a coadiuvare

La realizzazione del progetto potrebbe interferire con la viabilità dell’area per gli aspetti riconducibili essenzialmente all’incremento di traffico in fase di

Qual’è allora la fretta? Non lo so. Noi stiamo chiedendo a tutti i cittadini di essere responsabili, di adeguarsi a direttive sempre più stringenti che potranno diventare ancora

processi in corso e sulla organizzazione giudiziaria, con particolare riferimento alla fase di transizione organizzativa prevista dalla normativa di riforma sul Giudice unico e

«Con nota del 12 giugno 1998 il Ministro di Grazia e Giustizia trasmetteva al Consiglio Superiore della Magistratura la propria circolare, di pari data, emanata per rafforzare

Va notato, piuttosto, che, per il ruolo sovraordinato che la Costituzione assegna al Consiglio nel quadro dell’amministrazione della giurisdizione, quest’ultimo deve esser posto