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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.15 (1888) n.746, 19 agosto

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L'ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE INTERESSI P RIV A TI

Anno XV - Voi. XIK

Dom enica 19 A gosto 1888

N . 746

IL COMMERCIO

ITALO-FRANCESE

( a l l a JEtlFOBM A)

Le poche parole che abbiamo premesse al nostro articolo d e ll’ u ltim o num ero, colle q ua li volevam o provare che, a cercare g li effetti del tra tta to 1881, nel com m ercio italiano, non si può prendere come termine di paragone l ’ anno 1887, perchè troppo per­ turbato d a ll’ attesa delle nuove ta r iffe ; quelle poche parole, diciam o, hanno dato argom ento alla Riforma per dedicare all’Economista un artico lo, nel quale vuol dim ostrare che i nostri calcoli sono sbagliati. Se la Riforma si fosse lim itata a rile v a re che non abbiamo tenuto conto, citando le c ifre som m arie, del m ovim ento m onetario, noi in verità non avrem m o replicato; ma l’ autorevole gio rn ale di Roma si ostina a venire ad una conclusione che noi non possiamo assolutamente lasciar corre re senza tentare d i dim o­ strare che è erronea. La Riforma Continua ad af­ fermare che il trattato del 1881 fu giovevole alla Francia e dannoso per n o i; noi abbiamo asserito precisamente il rovescio m olto p rim a che si denun­ ciasse il trattato di com m ercio e quando era ancora opportuno di consigliarne la p ro ro g a ; abbiam o la­ sciato che a tito lo d i lotta politica la Riforma ed altri g io rn a li tentassero d i dim ostra re il c o n tra rio , ma oggi che, a quanto si afferm a, le tra tta tiv e tra i due paesi sono rotte, noi crediam o che sia bene esaminare con qualche ampiezza l’argom ento, s ic u ri che le nostre parole « non c o n trib u ira n n o ad accre­ scere le a ltru i pretese ed a rendere p iò d iffic ile quell’ equo accordo, che dovrebbe essere nel d esi­ derio di tu tti » ma che invece' varranno a rendere più evidente l'errore della denuncia del trattato, e quello di non avere accettata la proroga pura e semplice e serviranno ancora di lezione, poiché nel- I’ avvenire s im ili e rro ri siano possibilm ente e v ita ti.

La Riforma ci perm etta di non seguirla nei m o lti suoi fantastici apprezzamenti ; intendiam o di esporre solamente dei fatti, e di questi fatti attenderem o tranquillam ente la confutazione, se confutazione è possibile. A bbiam o avuto la pazienza di confrontare e raggruppare tu tte le voci del com m ercio italiano v e rso la F ran cia , per g li anni 1881, 1882 e 1 8 8 6 ; paragoniamo i due p un ti estrem i nei q ua li vigeva il trattato e vediamo quale fu il m ovim ento negli scambi dei due paesi.

C om inciam o dalla im portazione dalla F rancia verso l’ Italia.

Il 1882 diede una im portazione dalla F ran cia iu Italia di L . 4 1 8 ,0 0 5 ,0 0 0 ; il 1886 d i L . 3 4 6 ,6 1 1 ,0 0 0 ;

la differenza tra i due anni presenta adunque una dim inuzione di L . 7 1,45 4,0 00 .

Ma queste c ifre com prendono anche il m ovim ento dei m e ta lli preziosi, i l quale nei due anni fu il se­ guente :

1882 1886

Oro in verghe, rottami ecc. L. 315,000 944,000 Oro in m onete... » 53,340,000 1,755,000 Arg. in verghe, rottami eoe. a 76,000 91,000 Argento in monete . . . . » 54,408,000 33,068,000 Totale L. 108,139,000 35,858,000 D etraendo la im portazione dei. m e ta lli preziosi nei due anni si avrebbe adunque:

1882 1886

M erci... L. 418,065,000 346,611,000 Metalli preziosi . — » 108,139,000 — 35,858,000 Rimangono merci L. 309,926,000 310,753,000 L im ita n d o c i adunque al paragone delle c ifre som­ m arie si avrebbe questo ris u lta to : che il trattato del 1881 non ha fatto aum entare la nostra im portazione dalla Francia che di 8 00 m ila lire .

M a alla Riforma non piacciono, e con ragione, le c ifre com plessive d eg li scam bi, » le q u a li sono sem pre ingannevoli »; abbia dunque la pazienza di s eg uirci nella analisi che stiam o facendo categoria per categoria. La strada è un po’ lunga, ma, se ne convincerà la Riforma, non è ozioso p erco rrerla .

L a l a categoria, spiriti, bevande ed olii, diede nel 188 2 una entrata di L . 4 ,4 1 2 ,0 0 0 e nel 1886 di L . 8 ,7 11 ,00 0, q uin di una m aggiore im portazioue di L . 4 ,2 99 ,00 0. Le voci che diedero luogo a q u e ­ sto aumento sono: il vin o per L. 1 ,0 3 1 ,0 0 0 , g li o lii fìssi per L . 2 ,3 2 1 ,0 0 0 , l’ olio d’ oliva per L . 2 7 8 ,0 00 , l ’ olio di cotone per L. 3 2 4 ,0 0 0 , il p e tro lio per L . 1 14 ,0 00 . Noi abbandoniam o alla Riforma come p erd ite tutte queste m aggiori im p orta zion i, meno due : l'olio di cotone (m ateria prim a per i m iscugli che in a ltro tempo il G overno con tanta im p re v i­ denza cercò di im p ed ire ) ed il petrolio; per cui la prim a categoria darebbe una perdita (p a rlia m o il linguaggio della Riforma, cioè dei p ro te zio n is ti) di L . 3,861 ,00 0.

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di L . 5 3 0 ,0 0 0 ; ma siccome la seconda categoria com prende poi in fondo generi colo nia li, così pos­ siamo anche sorvolare su quelle cifre.

E passiamo alla terza categoria, che comprendo i p ro d o tti c h im ic i, generi m e d ic in a li, resine ecc. N el 1882 si aveva avuta una im p orta zion e di L . 15,796,000; nel 188 6 essa si lim itò a L . 9 ,3 4 9 ,0 0 0 ; sono adun­ que quasi 6 m ilio n i e mezzo guadagnati in questa sola categoria, e che noi potrem m o m ettere a n o ­ stro vantaggio -nella dim ostrazione che intrap re n ­ dia m o ; m a ' siccome sono rappresentati da m inore entrata di scorze di china, le quali s-ono m ateria p rim a per l’ in d u stria , così li abbandoniamo pure.

E veniam o alla quarta categoria: sono il gam bier, l ’ indaco, i c o lo ri d e riva ti dal catram e, i legni c o lo ­ ra n ti, i c o lo ri in m attonelle, l’in c h io s tro , il nero da scarpe che dim inu isco no ; non c’ è aumento che in due sole v o c i: i legni e radiche, cortecce, ecc., e le v e rn ic i. Nel totale la categoria che nel 1882 aveva dato 8 ,1 1 0 ,0 0 0 d i entrata, non ne dà che 6 ,3 97 ,00 0 nel 1 8 8 6 ; v i è adunque, direbbe la Riforma, un guadagno di 1 ,713,000.

E la quin ta categoria? — V o g lia fare attenzione la Riforma poiché qui i ris u lta li sono più sensibili e ne diam o i p a rtic o la ri :

Canapa e lino greggi Id. pettinati F ilati... T e ssu ti... Altri lavori . . . Oggetti cuciti . . 1882 1886 776.000 1,328,000 6,000 4,000 11,649,000 2,180,000 1,814,000 1,757,000 310.000 215,000 145.000 175,000 14,700,000 5,659,000 Q ui adunque abbiamo nel complesso della cate­ gorìa L . 9 ,0 4 1 ,0 0 0 d i guadagnati-, e si noti che v i è u n aum ento di im portazione di canapa, lino, ecc., greggi di L . 5 5 2 ,0 0 0 ohe rappresentano m ateria p rim a , della quale è un guadagno la introduzione.

Ed eccoci alla sesta categoria, quella del cotone. Essa c i presenta le seguenti c ifre sulle quali la Ri­ forma potrà m e d ita re :

1882 1886 Differenza Cotone in bioc-coli o massa 12,874,000 1,932,000 — 10,942,000 F ilati. . . . 1,827,000 559,000 — 1,278,000 Tessuti . - . 10,049,000 9,328,000 — 721,000 Altri lavori . 1,739,000 1,718,000 21,000 Oggetti cuciti 453,000 378,000 75,000 26,942,000 13,915,000

T u tte le voci adunque di questa categoria sono d im in u ite e lasciano un guadagno com plessivo di L . 1 3 ,0 2 7 ,0 0 0 ; ma è giusto notare che di questi 13 m ilio n i 10 sono rappresentati da cotone in bioc­ c o li, cioè da m ateria p rim a ed è q u in d i un guada­ gno che abbandoniamo , e rim angono a ll’ incirca 5 m ilio n i.

A lla settim a categoria ci troviam o d i fronte a 3 3 ,1 1 4 ,0 0 0 in tro d o tti nel 1882 e 3 4 ,5 1 1 ,0 0 0 nel 1886 e q u in d i secondo la Riforma ad una perdita di L . 1 ,397,000; ma l’aum ento è dovuto per L . 1 ,2 87 ,00 0 alla lana e c rin o greggi, per L . 2 5 2 ,0 0 0 ai fila ti, per L . 4 9 8 ,0 0 0 ai la v o ri' in genere, m entre d im in u iro n o d i L . 6 3 0 ,0 0 0 i tessuti e d i L . 1 1 0 ,0 00 g li oggetti c u c iti; togliendo q u in d i l’ aumento della m ateria prim a

I che sarebbe un guadagno, ma che abbandoniam o, abbiamo le a ltre voci che si compensano quasi com­ pletamente.

A lla ottava categoria, la seta, abbiamo, se ne con­ fo rti la Riforma,' una vera perdita d i 10 m ilio n i circa in tutte le vo ci meno il seme da bachi ed i bozzoli. Segnamo dunque a perdita i 10 m ilio n i.

A lla nona categoria, legno e paglia, v i è un au ­ mento di L . 6 1 1 ,0 0 0 da 6 ,0 3 9 ,0 0 0 nel 1882 a L . 6 ,6 5 0 ,0 0 0 nel 1 8 8 6 ; ma danno l ’ aum ento per quasi L . 8 0 0 ,0 0 0 il legno da lavoro, la introd uzion e I del quale non si può chiam are senza dubbio una p e rd ita ; q u in d i la categoria per lo meno si pa­ reggia.

L a Riforma ci perm etterà d i non tenere conto dell’ aum ento della decim a categoria carta e lib r i che presenta 3 ,7 8 5 ,0 0 0 nel 1882 e 6 ,3 8 5 ,0 0 0 nel 1886 q u in d i 1’ aumento sale a L . 2 ,6 0 0 ,0 0 0 . E d in fa tti trattasi per L . 5 2 4 ,0 00 di una im portazione d i stracci ! che sono m ateria p rim a e di L . 2 ,0 5 7 ,0 0 0 d i lito - ; grafìe e specialm ente lib r i, dei quali non sarà mai abbastanza benedetta la crescente im portazione in Ita lia . N on si può q u in d i segnare a perdita neppure questa cifra .

N ella categoria seguente d e lle « p e lli » lo sbilan­ cio sarebbe d i un m ilio n e e mezzo: sono L . 2 ,7 74 ,00 0 d i m in ore entrata di p e lli crude e L . 1 38 3,00 0 di m ag­ g io r entrata di p e lli con cia te; le p elli rita g lia te danno una d im in u zio n e di L . 2 0 4 ,0 0 0 ed i la v o ri di pelle I un aum ento di L . 9 8 ,0 0 0 . La Riforma converrà | con noi che di queste c ifre si compensano abbastanza.

La grossa categoria dodicesim a dei m in e ra li e m e ta lli che dà nel 1882 L . 1 48 ,1 9 3 ,0 0 0 d i en­ trata e nel 1888 L . 6 7 ,4 8 1 ,0 0 0 q u in d i quella d i­ m inuzione sulla quale la Riforma ha creduto d i ba­ sare i suoi calco li per trovare sbagliati q u e lli del- l ’ Economista ; questa categoria depurata dal m o­ vim e n to m etallico dà nel 188 2 una entrata di L . 3 9 ,7 8 5 ,0 0 0 e nel 1886 d i L . 3 0,00 0,0 00 . V i sa­ rebbe adunque una d im inu zio ne di 9 m ilio n i ; e n o ti la Riforma che tra le vo ci che danno aumento v i sono L . 5 8 7 ,0 0 0 di ro tta m i d i ghisa e ghisa in pani, L . 5 0 6 ,0 0 0 di fe rro greggio L . 6 9,00 0 di latta greggia, L . 94,00 0 di piom bo greggio. In co n clu ­ sione, anche abbandonando queste c ifre , rim angono sempre 9 m ilio n i di guadagno.

V en ia m o alla Categoria pie tre , terre, vasellam i, c ris ta lli ecc. Nel 188 2 erano entrate L . 1 4 ,5 6 5 ,0 0 0 ; nel 1 88 6 entrarono L . 1 8 ,5 6 3 ,0 0 0 un aum ento di L . 5 ,9 9 8 ,0 0 0 ; ma non creda il lettore ne sia au- : m entata la im portazione dei la v o ri di terra , d i m a io ­ lica, di porcellana, o le lastre o i la v o ri di v e tro , o : le b o ttig lie ; niente a ffa tto ; tu tte queste voci danno una dim inu zio ne che com plessivam ente a rriv a a due m ilio n i ; l’ aum ento è fo rn ito da queste tre voci : rubini smeraldi, diamanti agate ecc. per L. 5,224,000 pietre, terre, gessi, calce e cementi » » 1,836,000 l a t e r i z i ...^ » 672,000 7,732,000 j Se la Riforma ce lo perm ette noi non m etterem o i a guadagno ma nem m eno a perdita le due p rim e ; vo ci, e compensando la terza colle d im in u z io n i so- ; pranotate dei late rizi terrem o in questa categoria come

guadagnato un m ilio n e e mezzo.

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economico la introduzione m aggiore delle granaglie quale risu lta per quasi 19 m ilio n i nella categoria de- eimaquarta ; e così pure la m aggiore introd uzion e di equini per 5 ,6 1 2 ,0 0 0 nella decim aquinta catego­ ria, m entre le altre voci quasi si compensano. In ­ vece ci p erm etterà di notare come guadagnato il milione d i meno in tro d o tto n e ll’ u ltim a categoria per mercerie, stru m e n ti m usicali e d i precisione, gom m e lavorate e cappelli in tro d o tti in meno.

Da questo rapido sguardo sulla im portazione della Francia com piuta nei due anni 1882 e 1886 ris u ltò chiaro, pare a noi, che senza tener conto di circa 22 m ilio n i di m inore im portazione rappresentati da materia prim a ; ma trascurando in p ari tem po an­ che quelle m aggiori im p orta zion i che o sono ma­ teria prim a come la lana e g li stracci, o sono im ­ portazioni necessarie di c u i non ci si può lam entare come i g ra n i, i lib r i ed i ca va lli, dal 1882 al 1886 abbiamo avuto la im portazione dalla F rancia in d i­ minuzione in tutte o quasi tutte le categorie ; e che la sola perdita che può essere segnalata è q uella nella categoria seta per c irc a 10 m ilio n i ; di fronte alla quale però stanno i guadagni delle a ltre cate­ gorie per o ltre 20 m ilio n i.

Veda adunque la Riforma che le nostre a ffe rm a ­ zioni non erano sbagliate e che avevamo ragione di dolerci che un periodico così autorevole parlasse tanto affrettatamente di cose che evidentem ente non conosce bene.

E diciam o che non conosce bene, perchè la stessa Riforma confutandoci ci racconta che l’ im portazione francese nel 1881 « facendo il suo massimo sforzo sotto il regim e delle ta riffe autonom e non potè an­ dare al di là d i L . 3 6 4 ,8 0 7 ,0 0 0 ; » e ci ammonisce che per a vve de rci subito del nostro e rro re basterà che tornia m o soltanto un anno addietro dal nostro fallace punto di partenza com inciando dal 1881. Ora il 1881 diede, come ben dice la Riforma L. 5 6 4 ,8 07 ,00 0 di im portazione dalla Francia, ma to ­ gliendo L . 3 5 ,5 9 5 ,0 0 0 di m e ta lli preziosi ( cioè 17,626,000 oro e L . 1 7 ,9 6 9 ,0 0 0 argento) rim a n e una im portazione d i m e rci di L . 3 2 9 ,5 1 2 ,0 0 0 ; ma il 1886 ha dato una im portazione di m e rci, dedotti i m etalli preziosi, di L ire 3 1 0 ,7 5 3 ,0 0 0 , per c u i se avessimo fatto il conto sul 1881 (e quando vog lia la Riforma possiamo fa rlo ) avrem o avuto subito dalle cifre to ta li un guadagno di 19 m ilio n i, m entre dal nostro fallace punto d i partenza abbiam o avuto una perdita di circa un m ilio ne .

V ia ! la Riforma confessi che non siamo n o i che abbiamo preso il « grosso abbaglio. »

E se la Riforma vuo l disting u ere il m ovim ento complessivo della nostra im portazione dalla F ra n cia troverà che esso si d iv id e così approssim ativam ente:

M ateria p rim a ... m ilio n i 1 00 P ro d o tti di p rim a lavorazione » 50 P ro d o tti m a n u fa tti... » 150

Totale . . . m ilio n i 3 00 Tenga conto la Riforma d i queste c ifre le q ua li ci daranno argom ento a qualche considerazione, uopo avere esaminata la esportazione.

LA QUESTIONE ENOLOGICA IN ITALIA

li m ovim ento d eterm inatosi in alcune re g io n i per dare a ll’ industria vinicola un im pulso e un indirizzo con torm i alle necessità del periodo c ritic o che la esportazione dei v in i attraversa, m erita d i essere se­ gnalato ai letto ri. Q uali sieno le conseguenze della mancata stiputazione del trattato fra n c o -ita lia n o non occorre ram m entare. Si accettino i dati fo rn iti dalla statistica doganale italiana, o da quella francese, non v i può essere dubbio sulla dim inuzione notevole della nostra esportazione vin ic o la in F ran cia e sulla o pportunità di dedicarsi con costanza e con amore a p rocurare n uo vi sbocchi ai v in i ita lia n i.

Ma anzitutto è necessario d i dare un in d iriz z o più razionale alla produzione, perchè fin tanto che l’ Ita lia non potrà o ffrire sui m ercati esteri tip i speciali di v in i e in q uantità abbastanza considerevole e norm ale da p rocu ra re lo ro una clien te la fedele, non potrà essere raggiunto lo scopo desiderato di insta ura re un com m ercio lucroso di esportazione.

Il porro unum et necessarium è adunque oggi q uello di im p ian ta re nelle re gio ni più p ro d u ttric i di viuo la vera in d u stria vin ic o la , la quale non può r i ­ fu g g ire da quelle opportune m anipolazioni che ser­ v in o a dare un gusto, un colore, un profu m o con ­ fo rm i alle preferenze dei consum atori. A raggiungere questo intento debbono concorrere v a ri fa tto ri, in vo ­ cati oram ai da u n pezzo, e, bisogna riconoscerlo, fin o ra quasi del tu tto d eficienti. L e cognizioni tecniche, i c a p ita li, u tio scopo ben determ inato, l ’ associazione delle forze singole, deboli se d ivise , capaci d i dare i m ig lio ri re sultati se saviam ente d ire tte , queste ed a ltre circostanze hanno fatto difetto e im p ed ito che si ottenesse qualche buon ris u lta to od una volta ot­ tenuto che si sapesse conservarlo.

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instaurare l'in d u s tria della fabbricazione dei v in i e se uno sforzo suprem o e decisivo non viene fatto ora, se non si gettano alm eno le fondamenta di que­ sto nuovo organism o in d u stria le , tem iam o che d iffi­ cilm ente ciò possa farsi n e ll’ avvenire piò prossimo. Q uello che è certo si è che i v in i p re fe riti a M o­ naco, in B elgio, a L ucerna , a B erlino furono e sono q u e lli confezionati a tipo unico regionale che possono g a ra n tire una medesima qualità senza differenze nè in colore, nè in gusto, nè in odore. Ed è appunto q u e llo che ci manca perchè i tip i sovrabbondano e spesso per uno stesso fondo.

Come raggiungere adunque questa costanza e u n i­ fo rm ità di tipo? Il che vale quanto chie de re : come sollevare l ’ enologia italiana dai m alanni che ora la colpiscono ? Da piò parti il rim edio che si propone è q ue sto : applicare la cooperazione anche alla pro­ duzione v in ic o la . Il sig. R. P in i, ad esempio, in un a rtico lo p ub blicato recentem ente e rip o rta to da parec­ chi g io rn a li, sostiene con buone ragioni questa a p ­ plicazione della cooperazione, cita parecchi casi di te n ta tiv i già in iz ia ti e mostra quali ris u lta ti si po­ trebbero ottenere da una larga applicazione del p rin ­ c ip io d e ll’ associazione.

« Le società cooperative fra p ro d u tto ri, o fra pro­ d u tto ri e ca p ita listi, scrive il P in i, le q ua li hanno il nom e di Unioni vinicole o Cantine sociali, possono sopperire alla mancanza di capitali, tanto p iù che anche il Banco di N ap oli, in recente deliberazione del suo consiglio generale, stabiliva di sovvenzionare capitali alle u nio ni di p ro d u tto ri di vino , a m ite in ­ teresse, se non e rro al 4 1 /2 0 /0 . Io ho im m aginato u n progetto di statuto per queste Unioni vinicole, adattato specialm ente alle condizioni locali d e ll’ Italia m e rid ion ale , della S ic ilia e della Sardegna, e tal pro­ getto di statuto viene in v ia to gratuitam ente a chi ne fa richiesta a Roma alla direzione del giornale La settimana vinicola.

Queste Unioni, che dovrebbero’ costituirsi sotto la form a legale di società anonime cooperative, do­ v re bb ero u n ire insieme possibilmente p ro d u tto ri e cap italisti. D ovrebbero fabbricare un locale per uso d i palm ento e di cantina, provvedersi di buon fu ­ stame e di attrezzi enologici — che potrebbero in parte essere anche quegli stessi posseduti dai socii — prendersi un buon enotecnico, e confezionare e conservare in com une alm eno un 10,00 0 e tto litri di v in o , poiché al di sotto di tale cifra \'Unione vini­ cola, a m io parere, perderebbe l’ utile ind u stria le ». L e Unioni Vinicole avrebbero due classi di soci: una di soci p ro d u tto ri, i quali per ogni quota sociale di L . 1 00 che essi assumerebbero, dovrebbero ob­ b lig a rs i a portare allo sta b ilim en to sociale, annual­ m ente, 50 q u in ta li di uva : I’ altra di soci capitalisti i q ua li assumerebbero le azioni da L . 100, e questi soci cap italisti potrebbero essere anche le stesse banche cooperative e popolari, che sono assai diffuse pure nel mezzogiorno d’ Ita lia . I soci p ro d u tto ri a vreb ­ bero pagata l ’ uva al prezzo medio della piazza in tre rate' fisse dentro l ’ a nno; potrebbero mediante sconto, avere u n ’ anticipazione sulle rate d e ll’ uva messe in ra gion sociale, ed avrebbero così il van­ taggio di contare stabilm ente sul re dd ito delle loro vign e, senza tim ore e senza cure per la confezione e conservazione del vino .

Una d i queste U nioni v in ic o le è già stata is titu ita a B rin d is i sotto il nome di Uniore vinicola brindi­ sina per opera di un C om itato prom otore di cui

fanno parte il Sindaco d i quella città e il D iretto re della locale Banca m utua popolare. Nè del resto l ’ idea è nuova, nè viene ora applicata per la prim a volta. Lo stesso scritto re ram m enta che le Cantine sociali o Enopolii sociali, che poco o niente differiscono da queste Unioni vinicole, sono state da tempo racco­ mandate da vari econom isti ed enologi. F u p rim o a sostenerle nel 1877 Sebastiano L is s n n e .d i Covone in P iem onte; però se i suoi Enopolii sociali non ebbero fortuna in Piem onte, dove i v in i sono cari e dove troppo si tiene alla propria etichetta, ebbero pratica applicazione a Lucera (Capitanata) ove un Enopolio sociale fiorisce prospero da circa quattro anni. Anche l’ avv. P estellini di Firenze ha sostenuto in Toscana la questione delle cantine sociali, e da qualche anno egli d irig e una modesta cantina sociale a Bagno a R ip o li, presso Firenze. Sembra tuttavia che esse siano destinate a fio rire m eglio nelle re ­ gioni che hanno u n bisogno piu sentito di fa r cono­ scere e d iffondere i loro v in i da pasto ed è da au­ g ura rsi che là appunto possano tro va re nelle con­ dizioni m iti del cre dito un valid o appoggio.

N e l Yeneto non si è ancor dato form a a qualche progetto concreto, ma i Comizi a g ra ri e la stampa non hanno trascurato di occuparsi d e ll’ argom ento e tra g li a ltri il C om izio A g ra rio di Padova ha stabi- b ilito di convocare un congresso nella occasione del l’ assemblea dei v itic u lto ri veneti, che dove aver luogo aba fine di settem bre e d’ iniziare il m ovim ento di rifo rm a della enotecnia padovana con appropriate conferenze di enologia ila essere tenuto d a ll’ 11 al 23 settem bre. Non raccogliam o a ltri fatti per provare che la questione enologica è a ll’ o rdin e del giorno. Di questo m ovim ento crediam o cheognuno debba ra l­ legrarsi perchè con lo sviluppo che la v itic o ltu ra ha preso in Italia g li interessi che si collegano con la que­ stione enologica sono cospicui. P u r troppo q uello che appena ora si studia e si tenta di fare andava studiato e tentato n e g li anni a d d ie tro ; ma l’ in d u gio , e se vuoisi la trascuranza del passato, non sono una buona ra ­ gione perchè l’ inerzia debba perdurare. Se la ro t­ tura com m erciale con la F ran cia avrà la conseguenza di in d u rre i p ro d u tto ri d i vino a uscire dalle viete a b itu d in i e a dare i ca ra tte ri d e ll’ in d u stria moderna anche alla produzione del vino , framezzo a non pochi m a li, si sarà conseguito un qualche beneficio che considerato a sè potrà giovare a ll’ a grico ltu ra ita­ liana. Perchè ciò avvenga è necessario convincersi che i prem i e le m edaglie decretate da quel M in i­ stero di a gric o ltu ra , ind u stria e com m ercio, che c o l­ tiva tanto assiduamente la vanità italiana hanno bensì per effetto di aggravare il bila n cio , ma non daranno mai a ll’enologia italiana quelle q ua lità ed energie di cui ha tanto bisogno. P er conto nostro, vogliam o con­ fidare piuttosto n e g li sforzi dei v itic u lto ri e nella loro perseveranza.

LA RELAZIONE DELL’ ONOREVOLE BRANCA

sull’ ordinamento degli Istituti di emissione

V.

La base dell’ ordinamento bancario

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per rio rd ina re nelle d iffic ili g ra v i condizioni la situ a ­ zione bancaria.

a A lla vostra Commissione è q u in d i sem brato che « prima e precipua base d e ll’ ordinam ento bancario « fosse quella di prolungare per un non breve p e - « riodo di anni f esistenza dei presenti is t it u t i, di « allargare piuttosto che restringere le forse, e di « coordinare in modo l'azione, che l'uno non riesca « all'altro molesto o nocivo. »

« Pure così opinando, ha stim ato opportuno di la- « sciare una via aperta alla creazione di qualche a ltro « istituto di emissione, il quale da p eculia ri c ir c o - « stanze fosse rico no sciu to u tile . Essendo la presente « una vera legge organica bancària destinata a d u ­ ci rare uu lungo periodo, occorreva s ta b ilire le co n ­ ci dizioni organiche sia per g li is titu ti e s is te n ti, sia « per qualche a ltro al cui sorgere fosse chiara la con­ ci venienza... Questa via aperta per non c hiu de re in ci un cerchio troppo ris tre tto il p riv ile g io concesso « ai sei is titu ti con la prescritta cautela di uno spe­

li ciate progetto di legge, non parve potesse in

« alcun modo scuotere la saldezza d e ll’ ordinam ento « bancario, perocché è opportuno anche prevedere la « possibile m odificazione, o per fatto p ro p rio , o per « casi di forza m a gg iore, d i q ualcuno degli is titu ti « esistenti. Ed anche sotto il punto di vista teorico, « non essendo il sistema che si va a creare, nè la « banca unica, nè la p lu ra lità delle banche con fa­

ll colta a chiunque di crearne con determ inate c o n d i­ li zioni pure occorreva trovare qualche c o rre ttiv o , che

« potesse sodisfare insiem e ai bisogni della pratica ed « ai precedenti parlam entari sulla m ateria. »

Santa ingenuità ! L ’ on. Branca con un candore, di cui certo n e ll’ altra vita g li sarà tenuto c o n to , c i svela il procedim ento della Commissione : — Non si poteva concludere colla Banca unica, non si poteva concludere colla libe rtà bancaria, eppure bisogna fare qualche cosa di nuovo per g iu stifica re il lavoro così lungo e penoso della giunta p a rla m e n ta re ; ed ecco un c o rre ttivo che soddisfa due cose ad un tem po : i bisogni della pratica (?!) ed i precedenti parlam entari. Si propone che a ltri is titu ii vengano a u n irs i ai sei esistenti. In che te rm in i ? — con quale circolazione? — a q ua li condizioni? — con q ua li rapporti cogli is titu ti esistenti ? — avranno una circolazione loro propria al di là di quella fissata dal progetto, oppure ne prenderanno una parte di quella assegnata ai sei is titu ti? ed in tal caso in quale p r o p o r z io n e ? .... L’ on. Branca non si oecupa di c h ia rire questi p un ti, g li basta di aver trovato il c o rre ttiv o e che questo correttivo soddisfi insiem e, ec., ec.

Ma d i questo vedrem o p iù largam ente in seguito. Ora ci piace uu poco ferm arci sopra quelle poche righe della relazione nelle quali si pretende di tra c ­ ciare la base dell’ ordinamento bancario, la quale base si determ ina in tre p u n ti: — durata non breve del p riv ile g io : allargam ento delle forze degli is titu ti; — coordinam ento della loro azione. B e llissim i, concetti per i quali noi non avrem m o che congratulazioni da fare alla C om m issione ed al relatore se non appa­ risse dal progetto di legge che esso è info rm a to precisamente ad opposti p rin c ip i, c o m p re n d e n d o : breve durata , indebolim ento degli is titu ti, disgrega­ mento della loro azione.

Breve durata. — Il p riv ile g io delle p rin c ip a li Banche estere dura, qual più, qual meno, dai ven ti ai trenta anni ; il G overno proponeva nel suo pro­ getto di legge che ¡1 p riv ile g io delle sei Banche

ita lia n e durasse tre n t’ a n n i; è ben vero che la­ sciava facoltà al G overno, di concederlo per un tempo anche m inore poiché l ’a rtico lo è stranam ente concepito così; « Il Governo dovrà accordare agli « attu ali Is titu ti di emissione che si conform eranno alla « disposizione della presente legge, la facoltà di emet- " tere b ig lie tti ai te rm in i d e ll’ art. 1 °, per un tempo « determ inato non maggiore di anni trenta ». Ma è evidente che a ll’ atto pratico il Governo non avrebbe potuto fare delle concessioni a scadenze diverse, senza turbare anche in questa parte del tem po la economia del sistema bancario.

Il Governo poi a ll’articolo S del progetto di legge aggiungeva : « In ciascun decennio dalla nuova con- « cessione il G overno ed il Parlam ento rip re u d e - « ranno in esame il lim ite assegnato alla c irc o la - « zione e v i faranno, occorrendo, le m o dificazion i « opportune. »

La Commissione ha m antenuto lo stesso articolo ma ha cam biato il term ine da dieci anni a cinque. — Ora a chi pensa che la quantità della c irc o la ­ zione, ed i ra pp o rti tra la circolazione e la riserva ed il capitale costituiscono la ragione prim a di esistenza dagli Is titu ti di emissione, com prenderà facilm ente che è irris o rio parlare di lunga durata della e s i­

stenza se ogni cinque anni il G overno ed il Par­ lam ento possono discutere il lim ite assegnato alla circolazione e per esempio rid u rlo da un punto al­ l ’ a ltro eguale al capitale ed alla ris e rv a ; oppure dopo cinque anni, interpretando largam ente quella coda d e ll’ a rtico lo 5, potrà fissare anche il limite della distribuzione e togliere la circolazione ad un Istitu to per darla ad un a ltro ; o darne di p iù ad uno e non agli a ltri. In sostanza quella disposizione annulla quanto è detto a ll’ a rtico lo 3° e fissa in c in ­ que anni la durata del p riv ile g io da concedersi agli Is titu ti e questo è con trario aita Ito al p rin c ip io pro­ clam ato d a ll’ on. B ianca.

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operazioni che compiono. E tante volte venne notato che la Banca d i Francia e quella d’ In g h ilte rra com ­ piono un lavoro m olto m aggiore delle nostre sei banche di emissione u nite, con u n capitale m olto m i­ nore ; anzi dai più com petenti in m ateria venne b ia ­ sim ato il concetto invalso in Ita lia d i mantenere tra il capitale e la circolazione un rapporto che non ha alcuna ragione di essere perchè in fatto non esistono ra p p o rti tra quei due fa tti bancari. Nè la ragione ingegnosa, ma speciosa messa innanzi, crediam o per la p rim a volta, dall’ on. E llena nella relazione m in i­ steriale, ha dissipati i d ubbi sulla oziosità, e, sotto c e rti aspetti, sui danni d i sim ile rapporto. M algrado tu tto questo la Com m issione propone un aumento fisso della circolazione per 2 94 m ilio n i ; e questo potrebbe essere un falso apprezzamento della situa­ zione, ma rappresenta invece — come ben dice la Perseveranza — quella d isin vo ltu ra di chi ignora le questioni, quando sim ile provvedim ento lo si fa se­ g u ire alla dichiarazione che una delle tre basi d el- ì’ ordinam ento bancario è q uello d i rin forza re g li Is titu ti. S om iglia al provvedim ento del cantiniere che per rin fo rza re le sue b o tti mettesse acqua nel v in o scadente che contengono.

Coordinamento dell'azione degli Istituti. — Due p u n ti vennero sempre lam entati come causa d i de­ bolezza nel sistema di p lu ra lità delle Banche ; la riscontrata resa dannosa agli Is titu ti m a gg iori ; ha mancanza di coesione n e ll’ azione degli Is titu ti davanti ai ra p p o rti in te rn azion a li del credito italiano. Per i l p rim o inconveniente si proponeva che la legge non si occupasse della riscontrata e lasciasse che g li Is titu ti « i q u a li avrebbero dovuto essere pareggiati nei d ir itti e n e i doveri » trovassero tra loro il modo con cui re go lare il baratto reciproco dei loro b i­ g lie tti, parendo che ogni intervento della legge, po­ tesse riu s c ire o un abuso di prepotenza, se m ai i consigli degli Is titu ti m a gg iori prevalessero nei con­ sig li dei le g is la to ri, od una ingiusta d im inu zio ne dei lo ro d ir itti se m ai la legge tentasse di accordare dei p riv ile g i speciali agli Is titu ti m in o ri.

La Commissione con una serie di disposizioni, le q u a li mancano anche di sufficiente coordinam ento, ha volu to tentare di rendere la riscontrata meno g rave a gli Is titu ti m in o ri, in a ltri te rm in i ha voluto im p o rre agli Is titu ti m a g g io ri di cooperare del p ro ­ p rio a m antenere in circolazione quella parte dei b ig lie tti degli Is titu ti m in o ri che il pubblico non v u o l far g ira re sul m ercato. È sem plicem ente un atto a rb itra rio , perchè invece d i sta b ilire una parità di trattam ento per tu tti g li Is titu ti e p rem iare ed incoraggiare q u e lli che per la loro organizzazione p iù godono la fiducia del p ubblico, la legge, in a r­ gom ento così delicato si sostituisce a ll’azione del m e r­ cato e rende illu s o rio questo sindacato, che, tra tta n ­ dosi di cre d ito e d i fidu cia soltanto l ’ azione del p u b ­ blico può efficacemente esercitare.

C irca al secondo inconveniente, q u e llo della m a n ­ canza di coesione era stato suggerito d i is titu ire un C onsiglio delle Banche che presieduto dal M in is tro del Tesoro prendesse deliberazioni sul contegno che i l Tesoro stesso e le Banche dovevano tenere di fro nte alle pertu rb azion i che nei m e rcati esteri tante vo lte subisce il nostro cre dito. N elle re cen ti e g ravi crise bancarie è avvenuto che la non concorde opinione dei d ive rsi D ire tto ri d eg li Is titu ti di emissione si tra d u ­ cesse in a tti p ure non con cord i, e che q u in d i l ’azione delle Banche, la quale avrebbe dovuto essere diretta

a le n ire la crise e regolarne per quanto fosse pos­ s ibile l ’ andamento, si neutralizzasse sul m ercato e neutralizzasse anche quella del Tesoro, rendendo q u in d i affatto n u lla la resistenza del nostro congegno bancario d i fronte al panico vero od a rtific ia le del m ercato d i P arigi. La Commissione si è ben proposta d i coordinare il modo d’ azione dei nostri Is titu ti, il rela­ tore ha ben posto questo coordinam ento come cardine fondamentale della rifo rm a bancaria ; ma invano si cerca una disposizione che c i assicuri che quel giorno in c u i il Tesoro senta il bisogno di em ettere o di fare em ettere una certa quantità per esempio di carta francese per le n ire l ’asprezza del cam bio, uno degli Is titu ti di emissione non proceda a rovescio compe­ randola ed annullando l’ effetto propostosi dal Go­ verno e rendendo in u tili i sagrifizi che per ottenerlo si è im p osti.

R im ane così dim ostrato che l ’on. Branca ha bensì fo rm u la ti tre p rin c ip ii fondam entali di rio rd in a m e n to bancario, ma la Commissione si è ben guardata dal- l ’ a p p lic a rli nel progetto d i legge.

RIVISTA DI COSE FERROVIARIE

P r o d o tti d e lle f e r r o r ie it a lia n e n e i m e s i di a p r ile e

m aggio 1 8 8 8L’Unione d e lle f e r r o r ie tedescheG iu ris p ru d e n z a .

Prodotti delle ferrovie italiane nei mesi di aprile e maggio 1888. — D ai b o lle ttin i m in is te ­ ria li u ltim a m e nte p u b b lic a ti ris u lta che la lunghezza assoluta delle nostre fe rro vie alla fine dello scorso m aggio era di c h ilo m e tri 11,96 9 m entre nel mese corrispondente del 188 7 era di 1 1 ,5 2 9 ; la lunghezza media esercitata dal 1° lu g lio 188 7 al 31 m aggio detto fu di c h ilo m e tri 1 1 ,7 8 4 con tro 1 1,24 7 esercitati nel periodo corrispondente del 188 6 87. N el mese di a p rile 188 8 vennero aperti a ll’ esercizio i seguenti tro n c h i di linee : da N ap oli C entrale allo scalo ma­ rittim o (P o rta di Massa) della lughezza di K m . 4, dei q u a li due erano già provvisoria m e nte esercitati, e da Massa L o m b a rd a a L u g o della lunghezza di K m . 9, e n tra m b i nella rete A d ria tic a . m aggio non venne aperto a lcu n tra tto di nuova linea.

I p ro d o tti lo rd i approssim ativi raggiunsero nel mese d i a p rile la somma di L . 1 9 ,9 8 8 ,5 1 9 con un aum ento di L . 5 7 2 ,3 5 5 sul corrispondente mese del 1 8 8 7 . Q u e lli del mese d i m aggio som m arono a L . 2 1 ,1 0 1 ,0 6 7 con u n aum ento p ure di L . 434,651 sul mese corrispondente d e ll’ anno 1887.

D e tti p rod o tti rip a r titi fra le diverse re ti danno i seguenti ris u lta ti :

Rete A prile 1888 Magg. 1888

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corrispondenti mesi d e ll’ esercizio precedente danno pel mese di a prile :

A prile 1888 Aprile 1887

Viaggiatoli... L. 8,382,121 7,709,501 Bagagli... » 409,833 373,177 Merci a grande velocità » 1,848,849 1,287,374 Merci a piccola velocità

ed a piccola vel. accel. » 9,174,561 9,898,435 Prodotti fuori traffico. » 173,155 147,677 Totale... L. :19,988,519 19,416,164

e pel mese di maggio :

Magg. 1888 Magg. 1887

Viaggiatori... • L. 8,871,270 8,810,577 Bagagli... 398,494 379,475 Merci a gran velocità .. . » 1,921,336 1,293,091 Merci a piccola veloc. ed a

piccola veloc. accelerata » 9,746,197 10,083,671 Prodotti fuori traffico... . » 163,770 99,602 Totale.. . . L. 21,101,067 20,666,416

Come si vede ad eccezione delle m erci a piccola velocità e a piccola velocità accelerata, tu tti i pro­ dotti segnano un sensibile aum ento.

In fin e il prod o tto ch ilo m e tric o delle diverse re ti confrontato col precedente esercizio 1887, o ffre i se­ guenti d a ti: Aprile __ __ Maggio_ Rete 1888 1887 1888 1887 Mediterranea.. ,. .L. 2,241 2,181 2,302 2^221 Adriatica... 1,694 1,721 1,850 1,721 Sicula... 893 983 807 957 Venete... 596 589 575 609 Sarde... 330 418 424 445 Diverse. . . . . . . 511 646 580 692 Totale .. . L.1,670 1,708 1,762 1,798 La M editerranea è la sola che segna un aum ento in e ntra m bi i mesi, l ’ A d ria tic a e le Venete presen­ tano una d im inu zio ne in un mese e un aum ento n el­ l ’ altro ; le altre fe rro v ie sono tu tte in dim inuzione.

L’ Unione delle ferrovie tedesche. — Il 25 dello scorso lu g lio ha avuto luogo l’ assemblea generale annua d e ll’ Unione delle ferrovie tedesche. Nonostante il suo nom e, questa lega com prende anche a m m in i­ strazioni d’ a ltri paesi : sono in fa tti 85 le im prese fer­ ro via rie che la com pongono, di c u i 46 appartengono alla G erm ania, 2 8 a ll’A u s tria -U n g h e ria , 6 a ll’ Olanda e Lussem burgo, 3 al B elgio, 1 alla R um enia e 1 alla Polonia Russa.

L ’ U nione d e lle fe rro vie tedesche ( Verein deutscher Eisenbahn-Verwaltungen}, fu una derivazione del- Unione delle tariffe creata nel 1868, la quale a sua volta aveva avuto o rig in e da speciali associazioni fe r­ ro v ia rie preesistenti in Prussia , Sassonia ed a ltri Stati m in o ri. Poco a poco 1’ U nione delle ta riffe si ing ra nd ì attraendo nel suo seno un m a gg ior n u ­ m ero di a m m inistra zio ni, sicché nel 1878 essa com ­ prendeva già quasi tu tte le fe rro vie tedesche e al­ cune dei Paesi Bassi.

Nel 188 6 si riu n iv a n o a conferenza i ra pp re sen ­ tanti di tutte le fe rro vie partecipanti a ll’ U nione e anche di altre, e decidevano di c o s titu ire una nuova lega destinata a regolare con n orm e u n ifo rm i tu tti i ra m i d i servizio d i com une interesse e in genere a fa cilitare i ra p p o rti fra i suoi m e m b ri. In base a

questa risoluzione l’ Unione delle ta riffe veniva d i­ chiarata sciolta e tosto si preparavano g li sta tuti per la nuova consociazione. La d iffico ltà m aggiore stava nel tro va r modo di rendere le decisioni di questa obbligatorie per tu tti i suoi m em bri senza ledere l ’ indipendenza loro, e fu superata decidendo che i d ecre ti della lega dovessero v e n ir emanati a m ag­ gioranza di voti , e ' che ciascuna am m inistrazione avesse un num ero di v o li proporzionato a ll’ esten­ sione della rete esercitata.

N e ll’ agosto 188 6 l ’ Unione delle ferrovie tedesche era d efinitivam ente costituita, proponendosi lo scopo d i regolare in modo perm anente il servizio dei tra ­ sporti v ia g g ia to ri, bagagli e m e rci e di prom uovere accordi sulle ordinanze concernenti tali m a te rie , so­ p ra ttu to q uelle che rig ua rd an o la velo cità dei tre ni e le tariffe . A tale effetto l’ Unione adotta riso lu zio n i che sono, a seconda dei casi, sem plici raccom anda­ zioni ai parte cip a nti, oppure n orm e o bb liga to rie . Ecco g li oggetti per cui possono essere em anati decreti o bb lig a to ri :

1 . ° T ra s p o rti di truppe e app ro vvigio na m e nti per l’ e se rcito;

2. “ D eterm inazione dei prezzi d i trasporto in casi non p revisti dalle ta riffe ;

3. ° Regole per la perdita o avarie di m erci ; 4 . ° Regole pel trattam ento degli oggetti rin v e ­ n u ti quando non provvede la legislazione locale ;

5 . * S em plificazione n e ll’ evasione dei reclam i ; 6. ° Pubblicazione e distrib uzio ne di stam pati per tariffe e o ra ri;

7 . ° D isposizioni v a rie per l’ im piego e la c h iu ­ sura delle v e ttu re ;

8 . ° C ondizioni di trasporto per g li oggetti de­ stin a li a p ub bliche esposizioni.

I decreti d e ll’ U nione sulle dette m aterie devono essere eseguili da tu tti i m e m b ri nel term ine p re ­ scritto e m a nten u ti in v ig o re finché l ’ U nione non li abbia abrogali o m o d ifica ti. Queste m isure non si applicano però che nei ra p p o rti dei m e m bri fra lo ro : nella cerchia della p ropria rete ciascuna a m m in is tra ­ zione resta libera d i regolarsi come credè.

Ogni a m m inistrazione deve poi n otifica re al C on­ s ig lio d ire ttiv o q u a li d ecreti, o b b lig a to ri o no, abbia a ttiv a lo , e il C onsiglio ne inform a g li a ltri com par­ tecipanti.

O ltre il C onsiglio d ire ttiv o vi ha una Com m issione che fa il lavoro p rep a rato rio per lo assemblee. O gni proposta di risoluzione deve in fa tti essere presentata a ll’ esame della C om m issione a meno che 1’ Assem­ blea d e ll’ U nione ne abbia d ic h ia ra to l ’ urgenza.

N elle riu n io n i della C om m issione e n e ll’ Assemblea semestrale d e ll’ Unione o gn i m em bro ha d iritto a un solo votor senza distinzione.

Ber la prom ulgazione dei d ecre ti invece si applica il volo proporzionale, dando un volo per una rete al disotto di 50 K m ., 2 da 5 0 a 150, 3 da 150 a 300, 4 da 300 a 5 0 0 , e un voto in p iù ogni 2 0 0 K m . al dì In dei 500.

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La Corte si trovò in presenza di due questioni capitali, se cioè tra g li o bblighi che il contratto di trasporto delle persone im pone alla società ferro via ria ci sia anche q u e llo di trasportarle in c o lu m i, e se in tal caso la responsabilità debba presum ersi a norma d e ll’ art. 1218 Codice c iv ile o sia da provarsi se­ condo P a ri. 1151. A d ir v e r o , essa lasciò insoluta cosi l’ uiia come l ’ altra, il che prova quanto si abbia ragione di deplorare la mancanza di speciali ed espli­ cite disposizioni di legge sul trasporto delle persone. La Corte rite nn e però che ad ogni modo , quando l’ attore pone a fondamento della sua azione il con­ tratto di tra s p o rlo , questa sia sempre am m issibile, salvo a decidere del m erito ricercando se concorra o meno una trasgressione che o bblighi al ris a rc i­ mento.

Esam inando poi il punto se il risa rcim en to possa essere chiesto d a ll’ erede del viaggiatore m orto, la Corte decise a ffe rm a tiv a m e n te , tanto per l’ azione proposta in qualità di erede, come continuatore della persona del d e fu n to , che esercita il d iritto quesito da questi quando p igò il prezzo del trasporto, quanto per quella iniziata in p ro p rio , come danneggiati dalla m orte del suo autore, e soggiunse che il danno può essere non solo m ateriale, ma anche sem plicem ente m orale.

In fin e , siccome nel caso specifico trattavasi di v e t­ tura appartenente ad una im presa diversa dalla so­ cietà fe n o v ia ria , ma da questa offerta al pubblico, la C orte pron u nciò « chè se la società esercente una ferro via assume da una im presa particolare alcune v e ttu re -le tti fo rn ite del necessario personale di ser­ v izio delle medesim e, e queste mette a disposizione dei via g g ia to ri mediante un suppleménto al prezzo d i trasporto, la Società è sempre c ivilm e n te respon­ sabile di fro nte ai viaggiatore, che Ita con essa s ti­ pulalo, dei danni toccatigli ; salva ad essa , quando ne sia il caso, l’ azione di rivalsa contro l’ impresa che le fo rn ì quelle vetture letti e quel personale di custodia e di servizio . »

(Rivista (Economica

L a C o n fe re n z a , in te rn a z io n a le d i L o n d ra p e r i p re m i a l l ’e s p o rta z io n e d e g li z u c c h e ri. - L’a b o liz io n e d e lla s c h ia v itù n e l B r a s ile e l ’e m ig ra z io n e eu ro pea.

L a Conferenza internazionale per V abolizione dei p re m i a favore degli zuccheri ha ripreso il 16 corr. le sue riu n io n i a Londra per ven ire ad una d eci­ sione. Come è noto la conferenza si propone di sta b ilire una legislazione internazionale che sopprim a tu tti i p rem i d ire tti o in d ire tti a favore della espor­ tazione degli zuccheri. L ’ iniziativa di questo tenta­ tiv o d i accordo è stata presa dall’ In g h ilte rra , il cui mercato è sopraffatto dalle im portazioni di zuccheri della m aggior parte dei g ra n d i paesi p ro d u tto ri. In questa im portazione fig u ra n o ad esempio la F ran cia , la G erm ania, I’ Olanda e parrebbe a p rim o aspetto che tu tti dovessero essere interessati n e ll’ abolizione dei prem i. P ure non è così. In Francia non man­ cano g ii avversari d i questa abolizione e qualcuno, il Siècle ad esempio, dice che s e i progetti a b o lizio ­ n isti dell’ In g h ilte rra e della Germ ania sono ine spli­ cabili, la presenza dei d ip lo m a tici francesi alla C on­

ferenza è più d iffic ile a g iu s tific a rs i. Il Siècle ragiona sostanzialmente così; con la legge del 188 4 l’ in d u ­ stria degli zuccheri ha potuto quasi resuscitare, perchè con essa è stata quasi abbandonata una parte della imposta ; dopo soli q ua ttro anni, quando le perdite del passato sono appena e forse non ancora co m ­ pensate, è possibile pensare a rifo rm a re la legislazione, per dare qualche m ilio n e al Tesoro e accedere a un accordo internazionale?

V eram ente la finanza francese non è in tali con­ dizioni da poter sdegnare qualche m ilio n e e si può credere che quando la legislazione non fissasse un abbuono così rilevante della m ateria soggetta a li’ im ­ posta i m ilio n i che entrerebbero nelle casse dello Stato non sarebbero pochi. Ma, dice il Siècle, la legge 1884 non p 'ria di prem i di esportazione e fissa un modo di tassazione inte rn o sul quale gli stra n ie ri non possono avere nulla da critica re . Però è chiaro che il suo effetto incontestabile è quel o di r i­ solversi in un p rem io a ll’ esportazione e che la fi­ nanza francese invece di far pagare prim a la tassa per poi re s titu irla sotto form a di prem io, la lascia a d d irittu ra nelle m ani dei p ro d u tto ri.

Con questo non intendiam o dire che la soppres­ sione dei prem i agli zuccheri sia oggi probabile più di quello che lo era qualche mese fa. A d ir vero g li sforzi che da qualche tempo, con tenacia b rita n ­ nica, com pie il signor De W o rm s per in d u rre g li Stati i teressati ad accordarsi sono in stridente con­ traddizione con la p olitica doganale dei nostri g io rn i e troppo in antagonismo con g li interessi di ce rti p o d u tto ri perchè possa credersi che raggiungeranno lo scopo che I’ In g h ilte rra si è proposto. Questa per non dover ric o rre re , come avrebbero voluto i prote­ zionisti, a un dazio compensatore che neutralizzi g li effetti, dei prem i ha pensato di ottenere la a b o ­ lizione dei p rem i, la qual cosa g li è sembrata forse facile nelle attuali condizioni finanziarie di parecchi S tati. Ma è lecito d ub ita re che lo scopo, buono in se stesso, possa essere ra gg iun to e la opposizione che viene fatta in F ra n cia alla Conferenza di L o n ­ dra, è un in d iz io non tra scu ra bile . E quand’ anche a Londra si riuscisse a firm a re un accordo, i P ar­ lam enti lo vorranno poi ra ti ¡fica re ? vorra nn o am ­ m ettere questo freno alla legislazione eterna del p ro p rio paese? Se sarà ammesso questi accordo in ­ ternazionale per to g lie re uno dei tan ti assurdi che form ano la politica doganale contemporanea, potrà essere invocato per dom andare che si correggano a ltri e rro ri e non meno g ra v i.

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co-mune g li affrancati ha stabilito im p licita m e n te che gli u ni e g li a ltri divenivano c itta d in i b rasilia ni pel fatto stesso della loro liberazione.

La libertà resa in meno d i 17 anni — dal 1871 al 1888 — a quasi due m ilio n i di schiavi e a un mezzo m ilione di ingenuos avrebbe certam ente pro­ dotto la decadenza del paese se il governo non avesse adottate alcune m isure per attenuare una così radicale perturbazione economica. Queste m isure consistono nello sforzo costante d ire tto ad a ttira re al Brasile I’ em igrazione europea alla quale si ricorse appunto per colm are in parte i vu o ti fatti d a ll’ eman­ cipazione dei negri. Dal 1871, data della così detta legge del ventre libero, sino al 4 8 8 7 sono entrati nel B rasile dai soli porti di Rio e d i Santos più di 400 0 0 0 e m igranti che hanno sostituito in parte g li schiavi nelle piantagioni e hanno recato a quel paese i benefici del lavoro lib e ro . Queste c ifre non riguardano g li a rriv i di e m igran ti in tutto il Brasile, ma solo q u e lli dei due grandi p orti di Rio e Santos; oltre a questa em igrazione va tenuto conto di quella che si d irig e verso a ltri punti del Brasile specialmente verso la regione bagnata dal fium e delle Am azzoni.

È princip alm e nte d a ll’ Italia che partono ora per il B rasile g li e m igran ti a g ric o lto ri. Questo esodo italiano peli’ im pero sud-am ericano è di data recente. Dal 1853 al 1882, durante un periodo di 28 anni il Brasile non ha rice vu to che 1 1 .0 0 0 im m ig ra n ti di provenienza italiana. Ma da allora in poi I’ im m i­ grazione italiana vi ha preso una estensione con­ siderabile. Dal 1882 al 1883 la c ifra degli im m i­ granti ita lia n i che sbarcarono al B rasile raggiunse la media annuale di 1 0 ,0 0 0 ; i p iantatori ne sono con­ tenti e dom andano nuove braccia alla L ig u ria , al Piem onte, alla Lom bardia ecc., tanto che da 14,000 nel 188 6 g li im m ig ra n ti ita lia n i salgono a 40,000 nel 1887 e in questo anno si calcola am m onteranno a 100 ,0 00 . Del resto il num ero degli a ltr i im m i­ g ranti aumenta pure sensibilm ente come può vedersi da queste cifre relative agli im m ig ra n ti di tutte le provenienze sbarcati nel Brasile m eridionale :

1878. . . 22,42 3 1879. . . 22,18 9 1880. . . 29,72 9 1881. . . 11,03 4 1882. . . 27,197 1883. . . 2 6,67 0 1884. . . 2 0,08 7 1885. . . 3 0,15 5 1886. . . 25,741 1887. . . 5 4 ,9 9 0

Dal 1871 al 1887 sotto il regim e delle due leggi di emancipazióne prom ulgate i l 28 settem bre 1871 e 28 settembre 1885, non soltanto non è nato un uomo senza essere libero, ma anche un m ilio n e di schiavi sono stati liberati. Ora la produzione gene­ rale non ha cessilo di seguire un cam m ino ascen­ dente durante questo periodo di transizione.

Se si consultano le c ifre relative al caffè, oggi elem ento predom inante deda ricchezza del paese, si è sorpresi di costatare che la sua produzione non ha cessato di crescere a m isura che la zona nera si re string eva . In fa tti la produzione totale del caffè nel Brasile si calcolava dal 1835 al 1840, epoca del tra ffico dei n e g rie ri, a 40 m ilio n i di c h ilo g ra m m i; dal 1855 al 1860, epoca in cui la tratta è cessata com pletam ente, a 120 m ilio n i di c h ilo » .; dal 1872 al 1 87 7, durante il p rim o periodo quinquennale che seguì il voto della « legge del ventre lib e ro », a 177 m ilio n i di c h ilo g .; dal 1877 al 1882, quando la propaganda abolizionista organizzavasi, a 5 5 0 m ilio n i di c h ilo g .; finalm ente dal 188 2 al 1887, quando i g io rn i della sch iavitù erano contati, a circa 400 m i­ lio n i di ch ilo g ra m m i.

È im possibile non restare c o lp iti da questa pro­ gressione costante e rapida che ha fatto del B rasile il fo rn ito re di tu tti i g ran d i m ercati m o nd iali di caffè dei due m ondi. Nè si può a ttrib u irla a cause estranee a ll’ argom ento che ci occupa perchè è evidente che se il caffè è stato prodotto con m aggior quantità ciò deriva da nuove terre coltivate e dalle m aggiori eure prestate alle antiche piantagioni. Ora o que­ sti progressi sono stati realizzati dagli sch iavi a f­ fra n c a ti e dagli ingenuos rim asti attaccati al suolo e in questo caso il loro lavoro è stato p iù f r u t ­ tuoso di quando erano asserviti o questi m e ra vi­ gliosi ris u lta ti sono stati otte nu ti c o ll’ inte rven to g ra ­ duale del lavoro libero e rim u n e ra to dagli im m ig ra n ti, e a llo ra è provato che l ’ a g ric o ltu ra brasiliana può fare a meno fino da ora senza g ran d i sofferenze del lavo ro servile. Se anche qualche interesse è stato leso con l’ abolizione delle sch iavitù al B rasile, essa è però tale fatto che dal punto di vista della c iviltà non può essere sufficientem ente lodato.

LE SOCIETÀ COOPERATIVE

E m entre la media annuale degli im m ig ra n ti nella parte m eridionale è stata negli u ltim i dieci anni di 2 7 ,0 0 0 , quest’ anno, durante i p rim i cinque mesi Rio e Santos soltanto hanno ric e vu to 4 6 ,0 0 0 im m i­ g ranti. G li ita lia n i vengono p rim i per n um e ro , e sono seguiti dai portoghesi. G li ita lia n i del resto pro­ sperano abbastanza al B rasile, e v i trovano u n clim a quasi sim ile a q uello della m adre patria, consuefa- zioni con form i alle loro a b itu d in i agricole.

G li a ltri paesi d’ E uropa offrono u n contingente di im m ig ra n ti relativam ente p iccolo ; però i belgi co­ m inciano a e m igrare verso il B rasile, relativam ente in buon num ero. La sostituzione del lavo ro libe ro a quello degli schiavi può in questo modo a vve nire facilm ente e senza pertu rb am e nti.

Ma si domanda se il Brasile dovrà p entirsi della grande rifo rm a che sta per com piere, senza in d e n ­ nizzare i p ro p rie ta ri di schiavi. Uno s critto re com ­ petente, il sig. de Santa Anna N e ry , risponde con alcune interessanti osservazioni a quella dom anda.

e le Banelxe popolavi nel 1886 ’)

(Puglie, Basilicata, Calabrie, Siciliae Sardegna)

Al 31 dicem bre 1886 fra società cooperative a responsabilità lim ita ta , e Banche popolari funziona­ vano nelle P ug lie 62 is titu ti ; 23 nella Basilicata, 10 nelle C alabrie, 58 nella S ic ilia e 1 in S ardegna.

Risposero ai quesiti del M inistero 41 is titu ti nelle P ug lie, 14 nella Basilicata, 4 nelle C alabrie, 24 nella S ic ilia e uno in Sardegna.

(10)

alla prov. di Reggio Calabria ; nella S ic ilia 1 alla prov. d i Caltanissetta, 7 a Catania, 3 a G irg e n ti, 1 a Messina, 3 a P alerm o, 5 a Siracusa, e 4 a T ra ­ pani e in Sardegna 1 della prov. di C agliari.

Il seguente specchietto presenta il num ero dei soci e delle azioni di questi Is titu ti che risposero ai quesiti del M inistero.

PROVINCIE N um e ro d e g li Is ti tu ti «o00co © <13 e o o or-( En tr a ti d u ra n te l ’a n n o U s c it i d u ra n te l ’a n n o cooo cc ò © Q n N um e ro ! d e ll e a z io n i j a l 3 1 D ie . 1 8 8 6 PU GLIE B a r i... 28- 8,236 1,998 135 10,099 58,725 F og g ia ... 9 2,149 455 57 2,547 47,031 L e c c e ... 4 798 134 1 931 5,990 B A S ILIC A TA 14 5*437 1,869 96 6,710 20,847 CALA B RIA Catanzaro... 1 .» 80 » 80 1,052 C osenza... 1 »■ 446 10 436 1,007 •Reggio di Calab. 2 200 176 45 831 2,016 S IC IL IA Caltanisetta. . . . 1 • 170 » 170 1,036 C atania... 7 426 621 13 1.034 6,654 G ir g e n t i... 3 1,031 372 83 1,320 9, 240 M essina... 1 331 251 18 564 6,567 Palerm o... 3 1,228 504 12 1,720 16,003 S ira cu sa ... 5 1,111 66 21 1,156 14,381 Trapani, 4 1,953 1,059 53 2,939 27,798 SARDEGNA C ag lia ri.. . . 1 367 275 4 638 1,456

I l fondo sociale resultava come appresso :

PROVINCIE Capitale Capitale Fondo

sottoscritto versato di riserva

Puglie Bari... L. 1,928,870 1,848,914 279,474 F oggia...,. » 1,385,735 1,249,891 115,606 Lecce... .. » 306,020 173,432 7,915 Bas ilic a ta . . . _ Potenza... . » 1,247,305 1,214,544 354,143 Cala br ie Catanzaro... .. » 52,600 28,144 262 Cosenza... . . » 50,350 46,100 2,258 Reggio di Calab.» 55,800 35,140 746 Sic il ia Caltanisetta. . . » 25,900 10,855 312 Catania... .. » 338,775 263,584 22,092 Girgenti. . . . Messina... . ., 293,800 282,243 24,684 .. » 328,350 254,684 17,465 Palermo . . . . » 649,460 586,118 49,521 Siracusa . . . » 949,050 945,584 151,988 Trapani... ..»-1,338,700 1,048,399 56,678 Sarbegna Cagliari... . . » 72,800 54,083 ¿,6 11 E cco adesso il m ovim ento degli affari durante il 1886 ria ssu m e nd oli p er com partim ento.

N elle P u g lie i depositi versati in conto corrente am m ontarono a L . 9 ,0 2 9 ,8 0 5 ; i depositi a ris p a

r-m io a L . 3 ,7 3 7 ,5 0 8 ; i b uo ni fru ttife ri ^ er-messi a L 2 627 ,8 68 i p restiti accordati a L . 3 3 ,58 3,7 29 ; i re ca p iti scontati a L . 25,95 4,9 27 e le anticipazioni contro pegno a L . 1 ,5 7 4 ,7 6 6 .

N e lla Basilicata i depositi in conto corrente a L . 3 ,2 3 7 ,6 1 0 ; i depositi a risp a rm io a L . 1,255 ,87 7; i buoni fru ttife ri a L . 6 7 0 ,6 2 8 ; i p restiti accordati a L . 8 ,2 9 2 ,6 6 5 ; i recapiti scontati a L.^ 2 ,4 09 ,42 0 e le a nticipazioni contro pegno a L . 2 0 5 ,6 6 5 .

N elle C alabrie i depositi in conto c o rr. a L . 6 7 ,0 4 4 ; i depositi a risp a rm io a L . 1 9 9 ,8 1 0 ; i buoni emessi a L . 0 0 .0 0 ; i p restiti accordati a L . 6 2 5 ,9 2 5 ; ì re ­ capiti scontati a L . 2 0 3 ,9 3 0 e le anticipazioni c o n ­ tro pegno a L . 1,824.

N ella S ic ilia i depositi in conto cor. a L . 12,72 2,2 49 ; i depositi a risp a rm io a L . 8 ,7 5 9 ,3 5 9 ; i b uoni emessi a L . 7 0 7 ,4 1 7 ; i p re s titi accordati a L . 1 ,1 4 2 ,2 8 4 ; i re cap iti scontati a L . 5 5 ,3 8 7 ,5 8 8 e le a n ticip a ­ zioni contro pegno a L . 7 13 ,7 65 .

In Sardegna i depositi in conto c o rr. a L . 7<>,84<s; i depositi a risp arm io a L . 8 8 ,7 7 6 ; i b uo ni f r u lli" feri emessi a L . 6 ,2 5 0 ; i p restiti accordati a L . 3 7 2 ,4 2 3 ; i re cap iti scontati a L . 0 0 ,0 0 e le a nticip a zio ni contro pegno a L . 1 1 ,8 7 7 .

G li is titu ti che non risposero ai quesiti proposti dal M in iste ro furono 21 nelle P ug lie, 9 nella Basi­ licata, 6 nelle C alabrie e 1 4 nella S ic ilia .

A lla fine del 1886 esistevano nel Regno fra so­ cietà cooperative e banche popolari 485 is titu ti, dei q u a li 3 2 8 risposero ai q u e siti del M in iste ro . A l 31 die. dello stesso anno questi u ltim i avevano 2 1 1 ,6 5 2 soci, u n capitale versato d i L . 5 7 ,9 4 9 ,6 3 0 sul capitale sot­ toscritto di L . 6 0 ,5 2 8 ,2 6 3 , e un fondo sociale di L . 18,08 1,5 81 . _______________

IL COMMERCIO DELLA CHINA NEL 1887

Dal rapporto del S egretario della statistica delle dogane m a rittim e , i l sig. E. M ckean, si rile v a che il valore totale delle im p orta zion i di p rod o tti esteri (m eno le rie sp o rta zio n i) nella China am m ontarono a s te ri. 2 4 ,8 2 0 ,0 0 0 e le esportazioni di p ro d o tti c h i- nesi a ster. 2 0 ,8 4 0 ,0 0 0 . r .

Questi to ta li c on fron tali con q u e lli r r i due anni precedenti danno i seguenti resultati :

Totale Anni Importazioni nette Esportazioni delle importaz. ed esportzzioni 1887___ Steri. 24,820,000 1886... » 21,870,000 1885... » 23,340,000 20.840.000 45,660,000 19.300.000 41,170,000 17.200.000 40,540,000 I p rin c ip a li a rtic o li di im portazione nella C hina sono I’ oppio, il cotone, la lana e i m e ta lli.

II seguente prospetto contiene la im portazione nel 1887 degli a rtic o li suddetti in confronto con la im portazione d e ll’ anno precedente.

Differenze 54(77000 1,710,000 90.000 80.000 710,000 Steri. 24,820,000 21,870,000 + 2,950,000 Il p rin c ip a le a rtico lo d i esportazione dalla China il thè. Nel 1887 ne vennero esportali 2 7 9 ,4 4 6 ,0 0 0

(11)

libbre per un valore di ster. 7 ,3 4 5 ,0 0 0 contro lib b re j 295 ,6 36 ,00 0 nel 188 6 per l’ im p o rto di sterline 8 ,376,000.

Dopo 1’ oppio I’ a rticolo più im p orta nte è la seta la cui esportazione nel 1887 ascese a ster. 7 ,6 9 0 ,0 0 0 contro 7 ,2 10 ,00 0 nel 1886.

Un a ltro a rtico lo di esportazione che va prendendo una notevole estensione sono le tre ccie di paglia. D ieci anni fa cioè nel 1877 l ’ intera q uantità esportata fu di lib. 3 ,4 40 ,00 0 m entre nel 1887 salì a lib . 2 0 ,13 0,0 00 per l’ im p o rto di ster. 910 ,0 00 .

I l m ovim ento di navigazione fra legni e n tra ti e p a rliti dai p orti della China ascese nel 1887 a to n - | neilate 22,199,661 contro tonn. 2 2 ,7 5 5 ,0 0 0 nel 1886. D i questi totali appartenevano alla bandiera inglese tonn. 1 4 ,1 7 1 ,8 1 0 nel 1887 e 1 4 ,0 0 6 ,7 2 0 nel 1886.

Il seguente prospetto contiene il m ovim ento d i navigazione per bandiera negli u ltim i sei anni :

1 8 8 7 1 8 8 6 1 8 8 8 1 8 8 4 1 8 8 3 1 8 8 2 I n g l e s e T o n . 1 4 ,1 7 1 ,8 1 0 1 4 ,0 0 6 ,7 2 0 1 1 ,8 4 2 ,0 0 0 1 2 ,1 5 2 ,9 4 9 1 1 ,0 0 5 ,2 9 5 1 0 ,8 1 4 ,7 7 9 C h i n e s e . > 5 ,6 7 0 ,1 2 3 5 ,3 7 4 ,8 2 1 2 ,2 4 5 ,5 3 4 2 ,5 9 3 ,6 1 3 4 ,9 4 1 ,7 3 8 4 , 7 8 5 ,9 6 9 T e d e s c a . * 1 ,4 8 0 ,0 8 3 1 ,4 9 9 ,2 9 6 1 ,2 1 7 ,6 8 5 9 3 9 , 7 6 5 7 7 4 ,0 1 7 8 8 2 ,8 5 6 F r a n c e s e » 1 8 0 ,8 9 0 1 5 8 ,4 0 0 7 3 ,3 5 5 9 3 ,9 6 3 1 8 1 ,0 5 6 1 7 2 ,3 8 1 D i v e r s e » 6 9 5 ,7 5 5 7 1 6 , 5 2 5 2 ,6 9 1 ,3 4 8 2 , 6 2 5 ,4 9 8 6 8 9 ,8 0 7 7 3 2 ,8 6 7 T o n n . , . 2 2 ,1 9 9 ,6 6 1 2 1 ,7 5 5 ,3 6 0 1 8 ,0 6 8 ,1 7 7 1 8 ,8 0 6 ,7 8 8 1 7 ,5 8 9 ,9 1 4 1 7 ,3 8 0 ,8 5 2

Il commercio di Trieste nel 1887

il com m ercio com plessivo di T rieste durante il 1887 ascese a 6 6 5 ,2 3 8 ,1 9 3 fio rin i, di cui 3 72 ,3 5 2 ,8 4 3 ap- i partengono al com m ercio m a rittim o e 2 9 2 ,9 0 5 ,3 5 0 al terre stre; nel 188 6 le corrispo nd en ti c ifre fu ­ rono 6 2 9 ,9 4 3 ,2 7 1 , 3 4 2 ,1 2 6 ,8 6 6 e 2 8 7 ,8 2 2 ,4 0 5 . Si ebbe q u in d i nello scorso anno un aum ento percen­ tuale rispettivam ente del 5,6, 8 ,8 2 e 1 ,7 7. L ’ im p o r­ tazione ascese a 5 4 2 ,1 2 6 ,2 0 8 fio r., d i cui 1 96 ,8 5 8 ,5 4 2 appartengono al com m ercio m a rittim o e 1 4 5 ,2 6 7 ,2 6 6 al terre stre, in confronto colle c ifre del 188 6 si ebbe un aum ento n e ll’ im portazione in complesso del 3,33 per cento; nella im portazione m a rittim a si ebbe un au ­ mento del 9 ,6 °/a- La esportazione ascese a 3 2 3 ,1 1 1 ,9 8 5 fio r., d i cui 175,474,301 per m a re e 1 4 7 ,6 3 7 ,6 8 4 per te rra . L ’ esportazione in complesso ha aum entato rispetto a ll’ anno precedente d e ll’ 8 ,1 2 °/0; q uella per j m are del 7,97 e q uella p e r terra d e ll’ 8 ,3 .

Importazione in Trieste dai paesi principali nel 1887 (In m ilioni di fior.)

1 8 8 7 Ita lia ... . . . 2 7 ,6 F r a n c ia ... . O l a n d a ... A m b u r g o ... . . . 4,1 R u s s i a ..., . . . 7,2 I n g h ilt e r r a ... . . . 16,8 S ta ti U n iti d ’ A m e rica . . . . . 1,9 B r a s i l e ... . . . 19,7 In d ie . ... . . . 40,7

Esportazione da Trieste per i paesi principali nel 1887

(in m ilioni di fior.)

1 8 8 7 I t a lia ...33,9 Francia . . . . . . . 6,3 G e r m a n ia ...0,7 T u r c h ia ... 4 9,5 E gitto . . . . • ... 1 1,2 T u n i s i ...1,1 in d ie o rie n ta li ...11,1 C h in a ...- . 1,4 I n g h ilt e r r a ... 5,4 R u m e n i a ... 2,1 D alle cifre rip a rtite resulta che l ’ Ita lia tiene un posto im portante nel m ovim ento com m erciale di T rieste venendo seconda tanto nel com m ercio di im p o rta ­ zione, che d i esportazione.

CRONACA DELLE CAMERE D! COMMERCIO

Camera di Commercio di Ferrara.

— N ella tornata del 17 maggio venne presentata la relazione sul conto consuntivo del 1 88 7. Resulta dalla mede­ sim a che senza alcun aggravio di tasse d i com m er­ cio e avendo già disposto di L . 770 per g l’ in d i­ spensabili re sta uri dei lo ca li della Borsa, da eseguirsi nel 1 888, e messe in serbo L . 5 20 pel fondo scuola professionale riconosciuta d ’ immensa u tilità per al­ levare capaci operai m eccanici, il b ilancio si chiuse con un residuo a ttivo di L . 1 03 8,55 che furon o depositate alla Banca m utua popolare in aumento d i capitale per bisogni eventuali.

Constatò la C om m issione medesima, che ad onta della cessazione dal com m ercio di alcune D itte , non sarà d’ uopo aum entare in massima nel 1888 il quotizzo lassa com m ercio, che anzi si potrà procedere allo sgravio di alcune quote m in im e che in a ltri anni si dovettero im p o rre agli esercenti per soppe­ rire ai bisogni d e ll' am m inistrazione.

Le cifre riassuntive sono L . 2 8 8 8 2 .7 5 per le e n tra te : L . 2 0 5 5 1 .2 0 per le spese effettivam ente fa tte ; L . 729 0 p er spese da farsi e fondo riserva e L . 1 03 8.55 d i effettivo ris p a rm io . Il conto con ­ sun tivo venne approvato dalla Camera.

Camera di Commercio di Pesaro.

— L e delibe­ razioni prese dalla Camera n e ll’ u ltim a sua seduta furon o le seguenti :

1. ° A pp ro vò l ’ elenco generale delle in d u strie d e ll’ anno 1888.

2 . ° A p p ro vò le liste e le ttora li co m m ercia li pa­ rim e n te d e ll’ anno 1888.

3. ° Em ise parere favorevole a norm a d e ll’a rti­ colo 11 della legge 11 agosto 1870, onde siano sottoposti a dazio consumo, nel Com une di Fano, a lcu ni generi non contem plati nella tariffa G overnativa.

4. “ N om inò i m e m bri che dovranno fa r parte della Com m issione per l’ applicazione della tassa com unale esercizi e riv e n d ite 188 8

5 . ° A pp ro vò la statistica sul raccolto dei boz­ zoli, nella quale risu lta una produzione di c h ilo ­ g ra m m i 4 0 0 ,7 5 9 ,5 4 0 del valore d i L . 1 ,1 1 1 ,6 4 4 ,3 4 6 .

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