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Collana Medico Giuridica LE NUOVE FRONTIERE DEL DANNO RISARCIBILE ed. Acomep, 1998

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IL DANNO PSICOLOGICO

Risposte efficienti e flessibili delle imprese assicuratrici alle nuove richieste della società tedesca

di

Gerhard Küppersbusch*

L’assicuratore tedesco deve rifiutare pretese ingiustificate, e risarcire richieste giustificate, basandosi su sentenze, in particolare del più alto tribunale tedesco, del Bundesgerichtshof.* Si risarcisce dunque anche in ambito extragiudiziale non ciò che è desiderabile per il danneggiato, ma in base a quanto verrebbe stabilito da un tribunale in caso di processo. Determinante dunque è il diritto tedesco sul risarcimento, in particolare nella sua formulazione dalle sentenze, che è fondamentalmente diverso da molte legislazioni europee e particolarmente da quella italiana.

Il diritto tedesco ad esempio non riconosce il risarcimento di un “danno biologico”.

Il risarcimento viene riconosciuto per danni economici, concretamente causati (i cosiddetti danni patrimoniali), che sono stati determinati da una lesione corporea. Il valore di tale danno materiale si stabilisce tramite il confronto tra la situazione finanziaria che sarebbe esistita senza il verificarsi dell’incidente e la situazione finanziaria dopo il danno.

Danni nella sfera immateriale vengono risarciti con un cosiddetto Schmerzensgeld (risarcimento del danno morale).

In entrambe le varianti - poiché non esiste una terza variante di risarcimento - sia per il danno patrimoniale che per quello morale si considerano oltre alle conseguenze fisiche di un incidente anche quelle psicologiche, sofferenze che vengono valutate soprattutto nella valutazione del danno morale. Qualora però queste conseguenze psichiche oppure patrimoniali non siano state causate direttamente dalle lesioni corporee del soggetto, ma

* Vice Direttore Generale dell’Allianz Assicurazioni, Monaco, Germania

* Corte Suprema

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soltanto in modo indiretto tramite la morte oppure la lesione di un vicino parente si prevede un risarcimento solamente in determinati casi. Il risarcimento del danno morale per i parenti stretti di un morto non è previsto a priori.

Il diritto tedesco che regola il risarcimento dei danni prevede per principio solamente il risarcimento dei danni che si ripercuotono sul patrimonio di un uomo; sul suo corpo, la sua salute, la sua proprietà oppure su un altro suo diritto. Solamente colui che è stato direttamente danneggiato da un azione lesiva riceve risarcimento per il danno subìto al proprio patrimonio, per le spese di cure ospedaliere e di riabilitazione. Se invece tale lesione provoca anche danni patrimoniali a terzi, ad esempio al datore di lavoro, il quale subisce a causa dell’assenza del suo dipendente perdite produttive, in questo caso non è riconosciuto alcun risarcimento per danno indiretto.

Esistono però delle eccezioni a questa regola che assumono importanza solo in caso di uccisione di una persona. Esse sono:

- Se la parte colpevole deve rispondere per la morte di una persona, essa deve risarcire agli eredi le spese funerarie.

- Se il morto era per la legge obbligato al mantenimento di una famiglia, gli aventi diritti al mantenimento possono chiedere risarcimento per questo mancato sostegno. (§ 844 comma 2 del Codice Civile ).

- Se il morto - o leso - era per legge obbligato a prestare servizio in favore di terzi presso la abitazione o azienda questa terza persona avrà diritto ad un risarcimento o sostituzione di tali servizi. (§ 845 Codice Civile ). Oggi come oggi questa disposizione non ha più alcun valore pratico, poiché il coniuge che si occupa dell’organizzazione della famiglia o colui che collabora nell’azienda familiare non presta un servizio ma prestazioni per il sostentamento.

Questi principi valgono anche e proprio nel caso di conseguenze psichiche, dal lutto alla sofferenza psicologica, a malattie psicopatologiche fino a stati nevrotici permanenti.

Ciò significa che si tiene conto della sofferenza psichica del diretto interessato per la

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valutazione del risarcimento mentre un danno psichico causato indirettamente tramite la morte o la lesione di un terzo si risarcisce solamente a determinate condizioni.

1. danno psichico come conseguenza diretta di una lesione corporea

1.1 danno materiale (patrimoniale)

Per principio esiste un obbligo di risarcimento per danni causati da disturbi del comportamento nevrotici determinati da un incidente, i cosiddetti stati di incapacità psichogeni. In tal caso non importa che tale nevrosi si sia manifestata anche perché la costituzione psichica del soggetto era già labile prima dell’incidente non è di rilievo, si devono dunque risarcire tutti i danni patrimoniali causati da questa nevrosi come per esempio il mancato reddito e i costi di cura e riabilitazione per tale malattia.

Tuttavia secondo lo Schutzzweck del § 823 del Codice Civile si deve distinguere tra danni causati da nevrosi risarcibili e non. Il danneggiato può chiedere risarcimento per danni causati da una nevrosi attuale senza scopi, in cui i disturbi comportamentali siano riconducibili principalmente alla gravità ed agli immediati effetti dell’infortunio. Al contrario non viene concesso il risarcimento nel caso di una cosiddetta nevrosi da desideri per la quale l’incidente rappresenta una causa come ce ne potrebbero essere altre. Una tale nevrosi viene provocata da un desiderio - anche se inconscio - di sicurezza anche economica senza l’onere ed il peso della vita lavorativa. Non si può dunque pretendere che la parte colpevole si faccia carico di un tale stato di incapacità provocato da un errato atteggiamento caratteriale.

Lo stesso vale anche per la nevrosi di conversione, quando, cioè, una elaborazione psichica erronea dell’infortunio si spiega non con un desiderio di sicurezza economica ma con la compensazione di conflitti interiori latenti. Se dunque in questi casi l’incidente rappresenta solamente una delle cause possibili il danno non è da considerare risarcibile secondo le norme di responsabilità civile del § 823 del Codice Civile.

L’esperto legale assicurativo che deve valutare se si tratta di una nevrosi risarcibile o meno si sente spesso incompetente, ed ha bisogno del giudizio dello psichiatra. Tuttavia la Corte di Cassazione concede alla parte lesa di chiedere le prove probanti che la loro

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nevrosi sia una nevrosi da desideri non risarcibile se la parte colpevole vuole opporsi all’indennizzo.

Un danno patrimoniale causato da danno psichico tuttavia viene solamente risarcito se tale disturbo, riconosciuto dalla medicina, porta ad una effettiva perdita di lavoro, ad una incapacità di eseguire lavori in ambito familiare oppure a costose terapie mediche poiché secondo il diritto tedesco si devono risarcire solamente danni patrimoniali direttamente causati. Le conseguenze psichiche di una lesione del corpo, senza danno patrimoniale, vengono considerate solamente nella valutazione del danno morale.

1.2 danno immateriale - danno morale

Il danno morale ha, secondo la legislazione tedesca, una doppia funzione: innanzitutto rappresenta una riparazione per ciò che è stato fatto alla parte lesa, ed inoltre una compensazione per danni non patrimoniali. Per stabilire dunque l’importo di risarcimento per un danno morale si considera principalmente l’entità del danno alla qualità della vita del leso ed, oltre alla conseguenze fisiche immediate di un incidente come entità, intensità e durata del dolore, della sofferenza, di una eventuale deformazione, si tiene conto anche dei danni psichici. Vorrei darVi alcuni esempi di tali danni di cui si tiene conto per l’indennizzo del danno morale: ridotte possibilità di sposarsi come conseguenza di handicaps fisici o deformazioni, limitazioni nella scelta professionale ( e qui non viene considerato soltanto il mancato guadagno) e di attività sportive; mutamenti caratteriali, tendenza alla criminalità riconducibile all’infortunio, inoltre anche una risarcimento tardivo, una lunga attesa e le noie ad essa legate per il leso.

2. danni materiali ed immateriali provocati indirettamente tramite la morte o l’infortunio di un terzo

2.1.danni patrimoniali

Nel caso in cui una lesione del corpo oppure la morte di un uomo causi ad un terzo un danno patrimoniale, ad esempio al datore di lavoro, il quale a causa dell’assenza del suo dipendente subisce un calo di produttività, tale danno principalmente non è soggetto a

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risarcimento. Esistono però alcune eccezioni rilevanti quasi esclusivamente in caso di morte di una persona:

Se la parte colpevole deve rispondere della morte di una persona essa deve risarcire alla parte lesa le spese funebre. (§ 844 comma 1 Codice Civile).

Se il morto era per la legge obbligato al mantenimento di una famiglia, gli aventi diritto al mantenimento possono chiedere risarcimento per questo mancato sostegno (§ 844 comma 2 del Codice Civile)

Se il morto - o leso - era per legge obbligato a prestare servizio in favore di terzi presso la abitazione o azienda questa terza persona aveva diritto ad un risarcimento o sostituzione di tali servizi. (§ 845 BGB). Oggi come oggi questa disposizione non ha più alcun valore pratico, poiché il coniuge che si occupa dell’organizzazione della famiglia o colui che collabora nell’azienda familiare non presta un servizio, ma una collaborazione per il sostentamento.

Secondo il diritto di famiglia gli aventi diritto al sostentamento sono i coniugi fra di loro, i figli da parte dei genitori, i figli illegittimi da parte di colui che accetta la paternità e della madre, così come ne hanno diritto i figli dichiarati o adottati. A determinate condizioni ci può essere anche un genitore che avanzi diritti al sostentamento nei confronti dei figli: in questo caso i genitori devono essere nullatenenti e i figli in età adulta e capaci di produrre reddito. Nessuna pretesa al mantenimento può essere avanzata tra fratelli, suoceri e generi o tra altri parenti. Anche i partner conviventi non hanno diritto reciproco al sostentamento e infatti in caso di morte di uno dei due non viene risarcito un indennizzo per il mancato sostentamento. Nella giurisdizione tedesca si osserva una certa tendenza ad estendere certe disposizioni legislative valide per l’unione matrimoniale anche alle unioni non matrimoniali. Questo non vale però per il risarcimento per mancato sostentamento

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Per quanto riguarda gli importi del mantenimento e perciò del dovuto risarcimento non esistono notevoli differenze tra i vari paesi europei, sicuramente dipendono dalle capacità di produrre reddito dell’avente obbligo e dalle necessità ed esigenze degli aventi diritto.

La valutazione del danno avviene in Germania senza eccezione secondo uno schema preciso:

-Si parte dunque dalle entrate nette dell’ucciso, esse vengono divise fra i familiari secondo determinate percentuali. I coniugi disoccupati ricevono di regola una quota inferiore a coloro che lavorano. Anche per quanto riguarda i figli si utilizzano delle quote forfetarie: ad esempio 20% per un figlio unico, 15% a ciascuno in caso di due figli. La giurisdizione della Corte Suprema tedesca, del Bundesgerichtshof, secondo cui queste quote dovrebbero essere stabilite in base all’età non ha mai trovato un vero riscontro ed utilizzo nella pratica del risarcimento.

-Si considera i costi fissi di una famiglia come affitto, luce, riscaldamento, giornali etc che devono essere risarciti dalla parte colpevole in anticipo; a questo riguardo le assicurazioni temono la tendenza dei tribunali a valutare questi danni in modo forfettario e non concreto - che invece sarebbe possibile fare.

-I contributi al mantenimento della famiglia da parte del coniuge rimasto provenienti da guadagni propri che sarebbero spettati al morto vengono detratti.

-Eventuali entrate da assicurazioni vita o infortunio non vengono considerate nel calcolo.

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Eventuali rendite di sostentamento della previdenza sociale vengono anch’esse detratte, pur essendosi spostato l’avente diritto, e devono essere anch’esse versate dalla parte colpevole.

-Nel caso di nuovo matrimonio del coniuge sopravissuto cade di regola il diritto al risarcimento per mancato mantenimento.

Questa era una breve presentazione del risarcimento per danni economici o meglio per il danno proveniente da mancato sostentamento. Il risarcimento è dovuto però anche in caso in cui muoia la/il casalinga/o cioè la madre/il padre per il mancato lavoro che avrebbe prestato in casa e per l’educazione dei figli. Occuparsi della casa, dell’educazione e accudire i figli equivale sia per il diritto di famiglia che per quello risarcitorio al mantenimento finanziario della famiglia. Entrambi i coniugi possono liberamente decidere chi e in che misura si occupa tramite il lavoro fuori e dentro casa del mantenimento della famiglia. Anche in caso di uccisione del coniuge che si occupava della casa e della famiglia spetta il risarcimento all’altro rimasto secondo § 844 comma 2 del Codice Civile. La valutazione dell’importo da risarcire in tal caso si stabilisce con il calcolo delle spese necessarie per la sostituzione del coniuge per il lavoro svolto in famiglia e non importa se poi venga davvero assunta una persona in sostituzione o se come spesso accade i membri rimasti della famiglia decidono di farsene carico. Anche qui vanno detratti gli obblighi del coniuge lavoratore verso l’altro che sono venuti a mancare.

Se un ente sociale dovesse versare una pensione ai membri della famiglia rimasti, tale importo va detratto dalla somma da risarcire e deve essere risarcita dalla parte colpevole all’ente previdenziale.

2.2. danno da shock

Cosa prevede il diritto tedesco nel caso in cui una madre cada in una profonda depressione dopo la morte del suo unico figlio?. Ha diritto al risarcimento una moglie che dopo un incidente grave del proprio coniuge accusa disturbi circolatori vegetativi e cardiaci? Indubbiamente si tratta qui di limitazioni e malesseri riconducibili direttamente

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all’evento. Poiché però questo danno non sono stati provocati direttamente dall’infortunio, ma solo indirettamente tramite le lesione di un terzo, la giurisdizione tedesca prevede un risarcimento per il cosiddetto danno da shock con interpretazione limitata del § 823 del Codice Civile alle seguenti condizioni:

Si deve trattare della morte o lesione di un vicino parente, di un figlio o un coniuge, più raramente di un genitore. Non sono a conoscenza di un caso di risarcimento per la morte di un fratello o una sorella, e nemmeno per partner non sposati oppure amici.

I danni alla salute devono andare oltre alle normali conseguenze per la morte inaspettata di una persona cara. Un grave shock psichico, che equivale nella lingua tedesca ad una emozione reattiva, ad un dolore, lutto, depressione, che però non è patologico, non è sufficiente. Anche reazioni psichiche dopo la morte di un parente che sono clinicamente riconosciuti non danno diritto ad un risarcimento. La Corte Suprema tedesca, der Bundesgerichtshof, rappresenta nella giurisdizione attuale l’opinione per cui i sopravvissuti sono vittime di un caso del destino che deve essere accettato secondo Schutzzweck della norma del § 823 e seguenti del Codice Civile senza poter avanzare

richieste di risarcimento. Inoltre sostiene che si debba “versare un indennizzo solamente nel caso in cui il danno alla salute psichica porti a delle assenze psicopatologiche che superino ampiamente i danni alla salute normalmente subiti da un grave trauma di un lutto e che possa perciò essere considerato come lesioni del corpo o alla salute.” ( Per la pubblicazione di sentenze della Corte Suprema tedesca si veda la rivista giuridica Versicherungsrecht 1971, pag. 905; 1984 pag. 439, 1989 pag. 853).

La terminologia giuridica tedesca definisce questi casi con “danni da shock, oppure da effetto indiretto.” Questa definizione non coincide con quella della terminologia medica.

In medicina per shock si intende un collasso circolatorio. Però secondo il vocabolario medico Pschyrembel esiste una definizione medica dello shock più ampia in senso psicologico, e cioè uno shock psichico molto grave, causato da un evento improvviso ( ad esempio un incidente), che si manifesta spesso con sudorazione, tachicardia etc. Il danno da shock della terminologia giuridica corrisponde perciò più ad una nevrosi transitoria, o in casi gravi ad una psicosi, causata dalla notizia di un infortunio.

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Si può però costatare che in realtà i tribunali a differenza della giurisdizione restrittiva della Corte Suprema concedono risarcimenti ai danneggiati anche in casi meno gravi di quanto sopra descritto. Tuttavia si nota che gli importi non sono alti e che variano da 1.000 a 5.000 DM, più raramente tra DM 5.000 e 10.000. In alcuni rari casi sono al di sopra di 10.000 DM e si è a conoscenza di sentenze che hanno concesso oltre al danno morale anche un danno patrimoniale, ad esempio nel caso di lucro cessante. Questo significa che il danno subito alla salute in quei casi dunque non era poi così grave da determinare un lucro cessante. Ecco alcuni esempi di risarcimento per danno morale:

-collasso nervoso dopo la comunicazione della morte del coniuge con disturbi cardiaci per un lungo periodo; 1 settimana di riposo per incapacità lavorativa : DM 1.000

-grave shock psichico di un giovane dopo aver assistito alla morte della madre e al ferimento del padre in un incidente stradale: DM 2.000

-testimonianza oculare della morte del coniuge con sofferenze psichiche prolungate in forma di depressione cronica con insonnia e problemi relazionali: DM 4.000

-grave shock psichico con stati di esaurimento psicosomatici prolungati dopo aver assistito alla morte del coniuge; incapacità lavorativa per 14 giorni;

notevole danno alla vita; disturbi ancora dopo un anno dall’incidente: DM 5.000

-grave nevrosi depressiva con rischio prolungato di suicidio da parte di una madre che ha perso la figlia, morta a causa di morsi di cane. DM 10.000

In realtà le imprese assicuratrici sono in genere più generose dei tribunali e spesso tengono conto della tragicità degli eventi. Soprattutto nel caso di uccisione di bambini in

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cui secondo il diritto tedesco la parte lesa non avrebbe diritto che al risarcimento delle spese funebre. Noi assicuratori temiamo un titolo sul giornale come “la vita di un bambino vale solamente DM 5.000 (spese funebri) e perciò tentiamo di trovare un accordo e pagare un risarcimento per un danno anche se non sarebbe previsto dalla legge.

Se il dolore, il lutto per la morte di un parente stretto non causa manifestazioni psicopatologiche pur essendo intenso e duraturo, la legge in Germania non concede un risarcimento per quel danno morale - a differenza del diretto leso. In Germania non viene riconosciuto ai parenti stretti di una vittima il danno morale. Però il legislatore ha creato uno sbocco per certi casi tragici modificando il 01.07.1990 il § 847 del Codice Civile, che determina la base per eventuali richieste di risarcimento per danno morale.

Fino a tale data gli eredi potevano acquisire il diritto al risarcimento per danno morale di un leso, nel caso in cui egli morisse, solo facendo causa o presentano una diffida presso il tribunale oppure se tale diritto veniva riconosciuto dall’impresa assicuratrice. Questo ha portato ad una “brutta gara con la morte”. Parenti di una persona che ha perso coscienza, che avrebbe avuto pochissimi giorni di vita dovevano tutelare il leso, incaricare un avvocato per fare causa oppure presentare la diffida etc. Si è arrivati per fortuna ad una soluzione ben accetta da tutti, dagli avvocati, dai giudici e dagli assicuratori che istituisce l’ereditarietà del diritto al risarcimento per danno morale.

Di conseguenza gli eredi possono richiedere il risarcimento anche se il leso è sopravvissuto per pochissimo e senza riprendere conoscenza. In pratica dunque si arriva così al risarcimento di un danno morale ai parenti stretti di un morto. Tuttavia gli importi di tali risarcimenti concessi dalla giurisdizione non sono molto alti.

Alcuni esempi:

Avviene un incidente la mattina del 08.06, la vittima muore il 09.06, alle ore 14.00 senza aver mai ripreso conoscenza: l’assicuratore ha pagato come risarcimento per danno morale DM 4. 800.

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Un leso è rimasto cosciente ancora per 30 minuti e urlava dal dolore. Non si conosce il momento esatto dell’avvenuta morte, sono stati pagati con un 70% di responsabilità DM 3.000

Un leso muore dopo 3 ore dall’incidente senza aver mai ripreso conoscenza:

DM 2.500

Persona uccisa con 11 coltellate, che ha sofferto dolori terribili e la paura di morire per breve tempo è stato pagato DM 11.0000

C’è stata però anche una sentenza emessa dal tribunale di Norimberga che non ha concesso risarcimento per danno morale nel caso in cui la vittima è deceduta immediatamente a causa delle ferite sul posto dell’infortunio.

Concludendo si può dire che in Germania in base alla giurisdizione il danno alle cose viene risarcito molto generosamente. Se la parte lesa è asstuta riesce a trarre profitto da un incidente ed interi settori commerciali come autonoleggi, periti tecnici, avvocati etc.

guadagnano il loro stipendio dalle percentuali che spettano a loro per i risarcimenti ottenuti. Invece nell’ambito del danno alla persona si può parlare di un risarcimento per il danno patrimoniale equo ma non di più. Anche gli importi versati per risarcimenti per danno morale possono competere con quelli di altri paesi europei. Nell’ambito del risarcimento del danno patrimoniale nel caso di morte invece si nota che la giurisdizione tedesca è alquanto restrittiva. Basti pensare che le imprese assicuratrici tedesche nel settore automobilistico versano circa il 70% degli indennizzi come risarcimento per danni patrimoniali e solamente 18% per danni alle persone. Noi ci augureremmo tutti un rapporto più equo.

Non ci sono però segni che facciano pensare ad un inversione di tendenza in modo da limitare il risarcimento per un danno materiale all’autovettura, ma poi concedere un maggior indennizzo in caso di morte di un parente stretto. Questo tema dovrebbe essere trattato al prossimo convegno sull’infortunistica stradale a Goslar. Vorrei ricordare

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nuovamente l’annullamento della disposizione di legge che prevedeva la possibilità per gli eredi di poter assumere il diritto del defunto al risarcimento solo facendo causa oppure in caso di riconoscimento di tale diritto della parte colpevole. Questa nuova disposizione che è stata accolta con favore da parte delle imprese assicuratrici ha istituito il principio dell’ereditarietà generale del diritto al risarcimento del danno morale. Inoltre vorrei accennare ad una frase alquanto vaga, emersa in occasione dell’ultimo congresso sull’infortunistica stradale a Goslar che prospettava di ritornare a discutere sul risarcimento per danno morale nel caso di morte di un parente stretto. Personalmente però non mi aspetto da questo proposito alcuna conseguenza per i prossimi anni.

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