Testimonianze medico legali
Le lesioni traumatiche del cranio nella storia
Dr. Agostino Lucarella
Tra gli ultimi anni del 1° secolo a.c. ed il 1° secolo d.c. numerosi scrittori ci hanno tramandato gli effetti dei traumi cranici nelle loro opere:
• Omero (VI° secolo a.c.) così descrive la commozione celebrale, quando Ettore fu colpito al capo:
……. Sbalordì dal colpo Ettorre lunghi riparò fra i suoi Qui cadde sui ginocchi, puntellando Contro il suol la gran falena e tenebroso Su le pupille gli stese un velo.
• Valerio Massimo (I Sec. A.c. – I Sec. D.c.) riporta il caso di un dotto letterario ateniese che, per un sasso ricevuto in capo, perse la nozione degli studi letterari: “grande acerbità ne pervenne al suo aimo, da si crudele percossa, che lo aveva offeso in quella parte da cui prendeva maggior diletto”.
• Lo scrittore enciclopedico romano Aulo Cornelio Celso (I° sec. D.c.) nel DE RE MEDICA, s’impegnò a fondo sui traumi al capo; egli suggerisce come diagnosticare le fratture del cranio attraverso i segni commotivi (oscuramento della vista, perdita dei sensi, caduta per terra, vomito) e quelli propri delle fratture (emorragie nasali e auricolari). Per quanto riguarda l’emorragia meningea, a cranio intatto, così scrive: “pur si dà che l’osso rimanga intatto, ma che a causa del colpo, qualche vaso rotto nella membrana del cervello faccia un po’ di sangue”.
• Plutarco (50 d.c. – 120) riferisce così la commozione celebrale di Pirro colpito al capo da una tegola lanciata da una donna: a. Pirro, ricevuta la tegola in testa, si oscurarono gli occhi;
abbandonate le tendini, cadde vicino al monumento di Licinio.
• Tacito Publio Cornelio (I° – II° secolo d.c.) riporta le modalità della morte di un contadino che, per aver ucciso in Spagna il Pretore Lucio Pisone, rimase stecchito, allora si scagliò contro un masso di pietra per aver voluto divincolarsi dalla stretta dei custodi che lo conducevano alla tortura.
• Mario Bertolotti (1876-1958), sulla scorta degli scritti di Plutarco, così descrive le tre volte che Alessandro Magno riportò un trauma al cranio, con mancati disturbi visivi:
- quando suppone esservi intervenuta una commozione celebrale, dopo che ebbe ricevuto un colpo contundente tra capo e collo;
- allorchè ricevuto un colpo di scure da Rosace, fu provvidenzialmente protetto dal collare d’acciaio, che fece scivolare il colpo sull’elmo;
- e quando colpito da un sasso alla nuca, per la confusione mentale e pesantezza di capo, rimase per diverso tempo disteso sul letto da campo.
Tagete n. 1-1999 Ed. Acomep
BIBLIOGRAFIA
Bartolotti M., La critica medica nella storia di alessandro Magno, Torino, 1932.
Celso A.C., De Re Medica, Volgarizzatodal Dr. Angiolo Del Lungo, Firenze, 1904.
Plutarco, Le vite degli uomini illsutri, volgarizzate da Girolamo Pompei, Venezia, 1831.
Rizzatti E., Frammenti di antica medicina giudiziaria, Modena, 1946.
Tacito, Gli annali. Versione di Camillo Giussani. Mondadori, 1942.
Valerio M., Dei detti e dei fatti memorabili, volgarizzato da Michele Battaglia, Treviso, 1821.
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Tagete n. 1-1999 Ed. Acomep