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è esteso a quasi tutto il comprensorio per effetto della nuova fi ammata dei prezzi dei cereali e della siccità, che ha condizionato la produttività delle latti- fere e le rese foraggere. Infi ne, non è da escludere che l’applicazione del piano produttivo abbia indotto molti alleva- menti a rallentare la produzione.

Parmigiano, la produzione frena e tonifi ca i prezzi

di

Claudio Montanari

A

ll’inizio del 2012 sussiste- vano giustificati motivi per temere una decisa in- versione del ciclo di mer- cato del Parmigiano-Reggiano, dopo due anni caratterizzati da quotazioni particolarmente elevate.

La ripresa dei prezzi aveva infatti stimolato nel 2011 un incremento di ben il 7% della produzione, spingen- do il numero di forme marchiate al- l’origine al massimo di 3,23

milioni, livello mai toccato in precedenza. La corsa del- la produzione è continuata pericolosamente per tutto il primo quadrimestre dell’an- no passato, nonostante già da alcuni mesi le quotazioni da caseifi cio a stagionatore avessero imboccato un trend al ribasso, pur partendo da valori molto elevati.

La produzione cala

A partire da giugno è in- tervenuta un’inversione nel- l’andamento produttivo de- terminata da diversi fattori.

Le prime province a mostra- re segnali di rallentamento sono state quelle colpite dal sisma, in particolare Modena e Bologna. In estate il calo si

PRIMA ANALISI DELLA CAMPAGNA 2012

Considerato l’andamento del primo quadrimestre dell’anno, la produzio- ne 2012 è risultata comunque in au- mento, seppure solo del 2,3%. Va però sottolineato che il bilancio fi nale di 3.307.220 forme prodotte è al lordo del- le perdite dovute alle conseguenze del sisma di maggio: stando ai dati forniti dal Consorzio di tutela, delle 311.000 forme danneggiate (su un totale di circa 600.000 cadute dalle scalere), quelle distrutte o destinate alla fu- sione ammontano a 120.000.

A causa del terremoto, quin- di, le disponibilità sulla pro- duzione 2012 saranno in real- tà inferiori rispetto a quanto è stato immesso sul mercato all’origine nell’anno appena concluso.

Non è da escludere che i movimenti al rialzo dei prez- zi all’origine nei mesi im- mediatamente successivi alla calamità siano stati in qualche modo determinati da un cambio di aspettati- ve degli operatori legato al tragico evento. Dopo il mini- mo toccato proprio in mag- gio, si è registrato infatti un imprevedibile rimbalzo po-

La riduzione

delle forme prodotte per i danni provocati dal terremoto

e a causa dell siccità estiva ha cambiato le aspettative commerciali degli operatori

10,00 9,80 9,60 9,40 9,20 9,00 8,80 8,60 8,40 8,20 8,00

Euro/kg Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. Set. Ott. Nov. Dic.

9,98

9,56

8,45

8,60

9,05 8,87 8,81

Prezzi medi nominali all’origine del Parmigiano- Reggiano (*) nel 2012

(*) Quotazioni da caseifi cio a stagionatore della produzione a marchio 2011.

Fonte: Crpa su dati Sezioni provinciali Consorzio formaggio Parmigiano- Reggiano.

Gli effetti combinati di terremoto e siccità nella seconda metà del 2012 hanno rilanciato le quotazioni.

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4/2013• L’Informatore Agrario

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sitivo che ha riportato all’inizio del- l’autunno le quotazioni da caseifi cio a stagionatore intorno a 9 euro/kg. Da lì fi no alla fi ne dell’anno i contratti mo- strano una assestamento a quota 8,80 euro/kg. I listini della Borsa merci di Parma hanno seguito un andamento pressoché identico, segnando per il Parmigiano-Reggiano di 12 mesi una media annuale di 9 euro/kg, rispetto alla quotazione eccezionale di 10,88 del 2011. Le prime sedute di gennaio di quest’anno, sia a Parma sia a Mila- no, hanno sostanzialmente conferma- to le quotazioni di dicembre.

Giacenze nei magazzini

Al pari della produzione, anche l’

aumento delle scorte di magazzino ha conosciuto nel secondo semestre del 2012 un rallentamento. La crescita sostenuta delle giacenze è continuata fi no a maggio, quando nei magazzini generali del campione utilizzato per il monitoraggio (1,85 milioni di posti forma complessivi), i volumi stoccati risultavano superiori del 23% rispetto alle forme presenti negli stessi mesi del 2011. Nel secondo semestre que-

sta differenza si è ridotta, pur mante- nendo il segno positivo. L’ultimo ag- giornamento è relativo alla fi ne dello scorso novembre e rileva un numero di forme stoccate, al netto dei depositi di natura eccezionale dalle aree ter- remotate, superiore di circa il 13% ri- spetto allo stesso mese

dell’anno precedente.

Tale rallentamento, dovuto in larga misu- ra al minore aff lusso di formaggio fresco, è un segnale che vie- ne interpretato in mo-

do positivo esclusivamente alla luce delle poco incoraggianti prospettive di crescita dei consumi sul mercato interno.

Mercato interno in calo, bene l’export

Il servizio Nielsen di monitoraggio segnala per il 2012 una diminuzione del 4,2% degli acquisti di formaggi duri nei canali della distribuzione moder- na. Come nel 2011, il calo è stato inte- ramente a carico dei formaggi dop, con il Parmigiano-Reggiano che ha ceduto

il 3,6%. La referenza che ha continuato a guadagnare in questa situazione di generale diffi coltà economica è quella dei formaggi duri generici, dati in au- mento del 4,7%.

Di segno opposto la tendenza del- l’export, sul quale il Consorzio di tutela

ha deciso di continuare a investire rinnovando anche per quest’anno le misure di sostegno ai progetti delle aziende impegnate sui mercati con maggiori potenzia- lità di crescita.

Da gennaio a ottobre dell’anno scor- so le esportazioni di Parmigiano-Reg- giano e Grana Padano sono cresciute dell’8%, grazie alla tenuta sui mercati comunitari (con la sola eccezione della Grecia), alla ripresa della domanda sta- tunitense e al ragguardevole aumento sui mercati asiatici.

Per ulteriori approfondimenti è pos- sibile consultare il sito di Sipr - Siste- ma informativo Parmigiano-Reggiano www.crpa.it/sipr, progetto gestito dal Crpa con la collaborazione del Consor- zio del Parmigiano-Reggiano.

Claudio Montanari

Da gennaio a ottobre 2012 l’export dei grana è cresciuto dell’8%

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L’Informatore Agrario •4/2013

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