L ECONOMISTA
G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E
SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, IN TERESSI PRIVATI
Anno V - Voi. IX
Domenica 18
UN NUOVO LIBRO SULLA EMIGRAZIONE
Diciamo un nuovo libro sulla emigrazione, perchè veramente un nuovo libro è stato scritto, ma esso non ha ancora veduto la luce, e noi dobbiamo alla cortesia dell’Autore di aver potuto leggere il mano scritto, di cui ci auguriamo la pubblicazione.
La R. Accademia di scienze morali e politiche di Napoli, seguendo il suo lodevole costume di promuo vere con nobili incoraggiamenti lo stadio delle so ciali discipline, poneva a concorso nel passalo anno il tema interessantissimo della emigrazione italiana, sue cause ed effetti. Per quanto esistano pregevoli lavori intorno a questa materia, pure non vi ha dubbio che molto ancora sia da dirsi su questo im portante argomento, e d’ altra parte si tratta di un fenomeno che presenta tanta gravità che è oppor tuno seguirne con diligenza lo svolgimento. I con correnti furono Sii. L’ Accademia non credè di con ferire l’ intero premio, perchè le parve che anco gli scritti più degni di lode fra quelli mandali al con corso presentassero qualche lacuna, il che si com prende, atteso il tempo assai ristretto che era con cesso agli autori in un tema che esige tante minute e pazienti ricerche, ma apprezzandola diligenza e lo studio posto nella compilazione di due fra quei la vori, accordò a due fra i concorrenti parte del pre mio. I concorrenti prescelti furono il sig. Francesco Campana e il sig. Leone Carpi.
Il nome dell’Autore « delle Colonie e della emigra zione d’ italiani all’estero » è troppo noto perchè non debba recare ragione di meraviglia il sapere che egli ha scritto un nuovo e pregevole libro intorno ad un tema che va da tanti anni studiando con molto amore e con singolare sapienza ; ma dobbiamo davvero rallegrarci nel vedere un giovane come il signor Campana aggiungere con tanto onore il pro prio nome a quello dei chiari scrittori che hanno rivolto i loro studi alla emigrazione. Questo modesto e valente autore che presentiamo ai nostri lettori appartiene alle provinole venete, è impiegato gover nativo e non ha ancora trent’anni. Piacesse al Cielo che lo Stato avesse fra i suoi funzionari molti gio vani cosi colti e operosi e sapesse farne suo prò.
Noi che molte volte, e anco recentemente, ab biamo toccato della emigrazione, crediamo di non far cosa discara ai nostri lettori, indicando con qualche larghezza le materie trattate dal nostro Au tore nel suo lavoro, di cui, ripetiamo, ci piace spe rare la pubblicazione.
Egli divide il suo libro in tre parti, rimanendo in tal modo fermo al tema, quale venne proposto |
Agosto 1878
N. 224
dall’ accademia; « dell’ emigrazione italiana, sue cause ed effetti. »
Nella prima parte tratta perciò della emigrazione considerata come fatto generale; espone cioè il nu mero degli emigranti che in tempi diversi partirono dall’ Italia, tralasciando ogni commento, che riserva alle due parti successive.
Quattro sono i capitoli consacrati alla prima parte. Il primo comprende come p relim in a ri alcune «Idee sull’ emigrazione, » e finisce col dare un rapido sguardo ai progressi «della statistica ». Nel secondo capitolo l’ autóre traccia una breve sto ria dell'em i
grazion e, vale a dire, espone la forma con cui eb
bero origine le « prime emigrazioni » toccando dei bisogni sociali, per cui le « prime colonie » vennero fond ite. 11 capitolo terzo tratta della popolazione, e di mostra quale sia stala la dinamica « della popolazione in Italia » nelle decadi dal 1821 al 1871 e accenna pure il numero della « popolazione italiana all’estero » divisa per nazioni nelle quali si trova. L e ultime
em igrazioni sono comprese nel Capitolo quarto, in
cui, dopo alcuni cenni « sull’ emigrazione moderna » l’ Autore descrive « l ’ emigrazione dall’ anno 1869 al 1873 » desumendola dagli scritti del Carpi, del Florenzano e del Virgilio, e passando l’ Oceano va ad incontrare « l’ immigrazione in America » dei nostri connazionali; indi ritornando in Italia prende ad esaminare « l’ emigrazione del 1 8 7 6 » secondo le tavole statistiche stampate nella G azzetta Ufficiale per cura del Ministero, e si contrappone alcune « no tizie particolari sull’ emigrazione del 1876 e primo trimestre 1877 » per provare l’ erroneità, e l’ irre golarità dei dati ministeriali; in fine esamina altre tavole pure ufficiali di successiva pubblicazione, ma sempre riferibili all’ emigrazione del 1876, le con fronta colle cifre precedenti e dalla loro differenza trae motivo ad una critica breve, ma giusta.
La seconda parte svolge « le cause dell’ emigra zione. »
L ’ autore crede, e a ragione, che le cagioni che provocarono la partenza di tanta gente dal nostro paese sieno varie, a differenza di alcuni Stati europei i quali possono restringerle ad un numero assai li mitato.
514 L ’ E C O N O M I S T A 18 agosto 1878 cietà, della proprietà, come pure delle « macelline, »
dei « salari, » e del « caro dei viveri. » In questo Capitolo l’ Autore si ferma più particolarmente sul tema « delle macchine, » giudicando che l’ introdu zione e 1’ uso di nuove macchine possa recare no cumento agli interessi economici delle classi operaie. Crede però opportuno di ripetere in diversi luoghi ch’esso non è ostile al progresso ed all’ introduzione ed attuazione di nuovi ¡strumenti di lavoro, che tolgano gran parte di fatica alle braccia, ma soggiunge che all’ atto pratico questo fatto produce la emigrazione. — Alle cause materiali tengono dietro le cause m orali, le quali costituiscono il terzo paragrafo del Capitolo stesso. Anche qui trovasi la medesima distinzione di « primarie » e di « secondarie. «
Alle une appartengono « le religioni » e « l’ is truzione; » alle altre « la moralità operaia, » « lo amore al lavoro, » « l'indifferenza del padrone ver so l’operaio, » « l’indifferenza dell’operaio verso il padrone, » ed in fine « i matrimoni. » Che la man canza di istruzione possa es:-ere un motivo molto potente per cui succedono inganni infiniti e si odo no continuamente storie lacrimevoli noi lo crediamo fermamente, ad onta che qualcuno abbia sostenuto il contrario. E similmente diremo che un po’ di re ligione sta bene nel cuore delle masse. Non parlia mo delle forme estrinseche, ma della sostanza, come osserva l’autore: ogni religione è ottima quand’ab bia per principio sociale il rispetto alla legge. Nel quarto paragrafo esamina le Cause am m inistrative facendo al solito una distinzione fra l’ importanza maggiore o minore di esse. Perciò esaminando la cattiva amministrazione dei « Comuni », l’aggravio del « dazio consumo, » la infelice applicazione del le « sovrairnposte provinciali, » la interpretazione non sempre equa e logica degli atti del « Gover no, » la gravità delle « imposte dirette, » l’aumento delle « tasse indirette, » ed il malumore che da questi fatti derivano, crede giustamente di poter porre queste cause dell’emigrazione come « prima rie. » fratta poi dei C orollari delle cause m ateriali
ed am m inistrative. Questi corollari sono costituiti dai
due temi: « il capitale, » ed il « servizio mifitare. » Sul primo punto combatte l’ errore di taluni che credono che si possano lavorare terreni incolli senza capitale; e dimostra non doversi dire che in Italia manchi questo elemento vitale, ma che i posses sori li investono in fondi pubblici o nel commercio per raccogliere maggiori profitti. Sulle Cause p o li
tiche l’autore non si ferma a lungo, come quelle
che sono di minore entità.
Dopo avere brevemente toccato del Socialismo e dell’Internazionale, esamina anche le cause regionali e fatta la debita parte alle condizioni tisiche, nota le singolari condizioni morali delle pianure lombarde. E qui osserva a ragione che forse la generosità di pochi contribuirebbe alla felicità di migliaia di vit time, le quali non sarebbero costrette a languire fra le fatiche e la fame; e forse lo scandalo che olirono giornalmente quelle provincie andrebbe a cessare, surrogando ad una generazione di gente vile ed ignobile un’ altra di gente forte e robusta, onore e non disdoro della nazione. Continua parlando delle condizioni di « altre provincie, » non dimenticando la falsa posizione « della Sicilia » dopo la soppres sione del libero commercio dei tabacchi.
Compie la seconda parte di questo lavoro il ca pitolo terzo. L’autore osserva che vi sono diversi
modi di emigrazione, cioè l’emigrazione spontanea e la provocata, le emigrazioni temporanee, periodi che, continue, le emigrazioni individuali e le cu mulative, le emigrazioni fortuite e le proprie, e dimostra per quali cause questi diversi generi di emigrazione si compiano. Parla poi « dei sessi, dell’età, delle professioni, delle dimore stabile e provvisoria, delle forme dell’emigrazione, della ric chezza degli emigranti » e conclude sempre facendo paragoni colle varie cause d’emigrare.
Ed ora alla terza parte « Effetti dell'emigrazione ». Questi effetti sono divisi in cinque capitoli, nel pri mo dei quali l’autore dice a buo i diritto che l’emi grazione può ilare alla nazione degli utili e dei danni, ma può offerire anche degli effetti indifferenti, per cui non s’abbia da lagnarsi nè da godere. Impor tantissimo è senza dubbio il capitolo secondo E ffetti
m ateriali. In prima linea pone « la navigazione »,
e ereJo di poter provare con dati statistici ufficiali o particolari, che l’ Italia trovò in questo fatto infi niti vantaggi. Vi sono però anche dei danni, qua lora la navigazione dall’ Italia all’estero si compia con navi di bandiera straniera, poi « degli scambi » e dei « Vaglia Consolari. » L ’ autore espone non solo i capitali che con questo mezzo entrano in Italia, ma anche quelli che vengono spediti col mezzo di case commerciali o di privati, i quali tutti insieme paragonati con quelli che esportano gli emigranti sono di gran lunga superiori. In quarto luogo parla del « Valore dell’emigrante. » In questo tema egli sostiene principii un po’ nuovi, dai quali conclude che l’emigrante acquista un valore mag giore quand’ è in America, perchè ivi i salari sono assai più elevati. Da ciò rilevasi come questo va lore egli lo tragga dai salari e non dal tempo della improduzione come asserisce il Dolt. Engel. Quindi confrontando il valore degli emigranti che partono in un dato periodo, con quello degli immigranti che I ritornano nel periodo stesso asserisce che noi pro
viamo grandi vantaggi. Nè « l’aumento della popo lozione » ha sofferto danni dalla emigrazione ; e di mostra quale sia la dinamica della popolazione tenuto calcolo delle nascite e delle morti, e qual sia stato il suo aumentarsi negli anni 1871, 72, 75, 74 e 75 in cui infieriva la mania dell’emigrare. Ma prevede danni e forse incalcolabili per l’avvenire, se gli av venimenti non mutano, sia nelle «professioni »,sia nei « sessi. » Nelle prime perchè partono quasi tutti operai delle campagne; nei secondi perchè i sessi non vanno di pari passo e in Italia dove si equi parano è dannosissimo lo sbilancio, Passando poi alle tesi « la classe indigente » e « l’aumento delle mercedi », osserva come la prima trovi un miglio ramento dal fatto dell’emigrazione; e come le se conde si debbano accrescere in forza della emigra zione. — Nel capitolo terzo E ffetti m orali, tratta del « progresso morale », parendogli di trovarlo nelle statistiche giudiziarie e in generale nella classe indigente applicata al lavoro. Finisce il capitolo par lando « del bisogno reciproco fra padroni ed operai » o conclude che questo bisogno non sarà manifesto finche g'i uni e gli altri non si sappiano compatire. — Gli E ffetti p r o b a b ili formano oggetto del quarto capitolo. In essi si compiendone: « la qualità degli emigranti, » i luoghi « dove l’ emigrazione possa essere utile e dove dannosa, i paesi d’ immigrazione,
18 agosto 1878 L ’ E C O N O M I S T A 513 dispensabile, e s' essa debba essere libera « delle co
lonie, della tutela degli emigranti e delle leggi sulla emigrazione. » In questo capitolo si compiace intrat tenersi sui « paesi d’ immigrazione » e dà raggua gli esatti sui paesi dell’America meridionale, ai quali si rivolge il maggior nerbo della emigrazione ita liana. Ideila maggior parte degli altri temi dimostra pazientemente con calcoli matematici dove l’emigra zione possa dirsi proficua e dove no, e il modo col quale tale proficuità si possa ritrarre. Fa voti infine perchè una legge assennata regoli con giustizia la emigrazione. — Il quinto capitolo serve di Conclu
sione a! lavoro, e da essa rilevasi come l’emigrazione sia
stata utile a11’ Italia per il passato, e come lo sarà per 1’ avvenire s’ essa saprà darle una saggia dire zione.
Questo sunto del lavoro del sig. Campana ci sem bra sufficente per dare ai nostri lettori un’ idea della sua importanza.
Ci piace osservare che I’ egregio A. su questo ar gomento della emigrazione caldeggia le idee più larghe e piu liberali, mostrandosi avverso alle mi sure restrittive e invocando soltanto una legge di vera sana tutela.
È possibile che su qualche punto speciale noi non ci troviamo perfettamente d’ accordo. Per esem pio, faremmo le nostre riserve su alcune idee espresse nel capitolo sugli scambi. Se poi,' come vogliamo credere, il eli. A. si deciderà a pubblicare il suo pre gevole lavoro, pensiamo che farà ottima cosa a ri toccarlo, tagliando in qualche punto, aggiungendovi in qualche altro, dandogli insomma quella ultima mano che gli fu impossibile dargli all’ epoca del coti- corso. Del resto la larghezza di vedute, il retto cri terio, le osservazioni accurate, le pazienti ricerche dell’ egregio A. meritano molta loda e i ni, qualun que valore possa avere il nostro giudizio, gliela diamo senza restrizione.
La Navigazione nei principali Porti d’Italia
nell’ anno 1 8 7 7Dalla Direzione generale di Statistica è stata pub blicata la prima parte dell’ annuale lavoro statistico sulla navigazione nei porti del Regno, che contiene il movimento della navigazione per operazioni di commercio nei porti principali d’ Italia.
Esaminando questa pubblicazione vediamo che i porli nazionali meritevoli di speciale menzione per importanza marittima, sono: Genova, Napoli, Livorno, Messina, Palermo, Venezia, Catania, Ancona, Brin disi, Cagliari, Civitavecchia e Trapani.
Il movimento della navigazione italiana e straniera per operazioni di commercio in questi nos ri dodici principali porti, durante l’ anno 1877, sommava, fra arrivi e partenze, a numero 70,737 bastimenti della capacità complessiva di 17,258,180 tonnellate, cioè oltre la metà del movimento che si ebbe in quel l’ anno per tutti i porti del Regno.
Ecco il movimento complessivo di ciascun porto che comprende la navigazione internazionale e di cabottaggio dei bastimenti a vela e a vapore nazio nali ed esteri, con carico e in zavorra, approdati e partiti nell’ anno 1877, col riscontro dei dati stessi relativi al movimento del precedente anno 1876.
Porti principali Navigazione complessiva
1 8 7 7 ' ’ 1876
Tium. dei bastimenti Tonn. Num. dei bastimenti Tona. Genova 11,797 3,224,652 11,776 3,197,528 Napoli 10,377 2,680,988 11,063 2,578,840 Livorno 8,987 2,272,600 9,235 2,430,841 Messina 7,772 2,023,065 7,333 1,955,780 Palermo 7,504 1,856,752 7,526 1,723,202 Venezia 5,828 1,160,235 5,475 1,121.803 Catania 6,295 906,736 5,632 628,231 Ancona 1,812 879,353 1,663 809,534 Brindisi 1,380 838,236 1,425 8 0,150 Cagliari 2,455 579,982 2,314 508,295 C.vitavecchia 1,873 457,575 2,507 583,420 Trapani 4,659 358,005 4,634 259,080 Totale 70,739 17,238,180 70,583 16,626,704 Da queste cifre resulta che nel porto di Genova la navigazione totale supera i tre milioni di tonnel late : nei porti di Napoli, Livorno e Messina la detta navigazione si raggira fra due e tre milioni di ton nellate; nei porti di Palermo e Venezia fra uno e due milioni. Negli altri porti il movimento totale del ’a navigazione non oltrepassa il milione di ton nellate.
Merita di essere osservato l’ aumento notevole che si riscontra nella navigazione dell’ anno 1877, di fronte al 1876, in quasi tutji i porti principali. Nel porto di Catania il movimento della navigazione au mentò di 278,503 tonnellate ; in quello ili Palermo di 133.550 ; in quello di Napoli 1 0 2 ,1 1 8 ; Trapani 9 8 ,9 2 3 ; Cagliari 71,688.; Ancona 6 9 ,8 1 9 ; Messina 67,285 ; Venezia 3 8 ,4 3 2 ; Genova 27,124 e Brindisi 1 8,086. I soli porti di Livorno e Civitavecchia pre sentarono nel 1877 una diminuzione che raggiunse 158,211 tonnellate pel primo e 123,843 pel secondo.
Vediamo ora come nel 1877 si ripartiva per cia scuno dei porti principali la navigazione internazio nale e ili cabotaggio (approdi e partenze), distin guendo altresi la bandiera italiana, da quelle estere.
Porli Navigazione Bandiere princ. int rnaz. di caboti. italiane estere
516 L ’ E C O N O M I S T A 18 agosto 1878 Esaminando poi il movimento sotto l’aspetto della i
bandiera, vediamo che il tonnellaggio complessivo delle navi estere supera quello delle navi italiane nei porti di Ancona (655,254 tonnellate per le navi estere e 244,099 per le italiano), di Brindisi (521,690 | per le prime e 516,546 per le seconde), di Paler mo (955,918 e 900,854 rispettivamente) e di Ve nezia (.741,702 e 418,555).
La navigazione complessiva a vela ed a vapore i in ciascun dei dodici porti principali, presenta le seguenti cifre negli ultimi due anni;
1877 1876
Porti Navigazione Navigazione princ. a vela a vapore a vel i a vapore
T o n n . T o n n . T o n n . T o n n . Genova 1,194,858 2 029,794 1,165 825 2,031,703 Napoli 374,023 2,306,965 369,102 2,209,738 Livorno 353,412 1,919,188 37.7.195 2,053,646 Messina 265,489 1,757.576 272,750 1,683.030 Palermo 294,283 1,562,469 284,596 1,438,604 Venezia 324,259 835,976 310,215 811,588 Catania 196,444 710,292 194 873 433.358 Ancona 88,425 790,928 54,017 755,517 Brin *isi 23,917 814,319 27.223 802,927 Cagliari 176,880 403,103 184,546 323,749 Givi tavec. 81,487 710,292 78,535 504,885 T raparli 258,569 99,436 187,378 71,702 Nel 1877 il tonnellaggio delle navi a vapore ol trepassa in undici porti quello delle navi a vela. Il solo porto di Trapani presenta nella navigazione a vapore una cifra minore di quella indicata per la navigazione a vela.
Confrontando poi le (dire della navigazione a vela e della navigazione a vapore del 1877, con quelle corrispondenti del 1876, si hanno nel 1877, in quasi tutti i porti, degli aumenti tanto nel tonnel laggio della navigazione a vapore, come in quello della navigazione a vela.
Riassunte così le cifre complessive, non manche remo di esaminare al più presto le vicende tutte della navigazione in ciascuno dei dodici porti prin cipali del Regno, secondo i resultati esposti nella statistica testé pubblicata, la quale contenendo i dati tutti che furono raccolti fino dal 1861 dal compianto Maestri, offre così il mezzo di valutare il movi mento della navigazione italiana nel periodo de<di ultimi diciassette anni.
Società Siciliana di Economia Politica
Riunione del 4 aqosto sotto la presidenza del prof. Bruno
Era all’ordine del giorno una importante discus sione, quella dei Trattati di commercio e della nuova tariffa doganale italiana.
Il presidente, dopo avere esposta l’opinione delle due scuo'e, Runa che è favorevole ai trattati, e l’al tra che li vorrebbe aboliti, giudicando hastevoli le sole tariffe generali ispirate ai principe della libertà ; ed esaminato il prò e il contro dei due sistemi, tessè dottamente la storia delle relazioni commer ciali tra l’Italia e la Francia, disse come al trattato del 1865, ispirato ai principe liberali, fosse successo quello del 1877, che carezzò i prineipii protettori
e come venne rifiutato dalla Francia ; dimostrò in fine come la tariffa generale italiana, oggi adottata nelle relazioni commerciali, sia più proiettiva, e co me si sia provocata la Francia ad una guerra di tariffe, che porterà immenso male alla produzione e alle consumazioni delle due nazioni, che sono vis sute finora in più largo commercio di esportazione ed importazioni.
Aperta la discussione il Consigliere D i M enza faceva osservare che la Società di Economia poli- tica non potrebbe occuparsi della nuova tariffa do ganale se non che sotto • un solo riguardo, quello cioè dei vincoli e delle p rotezion i che potrebbe comprendere.
Questo esame non dipende da una discussione teorica, ma da una base di fatto, cioè dallo studio della nuova tariffa, il quale studio riuscirebbe più completo con un lavoro comparativo con la tariffa del trattato rifiutato dalla Francia e con l’altra pre cedente del trattato del 1865 già spirato. Propo neva quindi che fosse nominato un relatore per pre parare una matura discussione.
Acciò opponevansi l’on. B o rd o n a ro e il signor
A bate, sostenendo che la Società non devesi occu
pare che di prineipii, e che d’altronde le tariffe son note ed hanno ricevuto tale pubblicità da potersi passare subito alla discussione.
L ’ avv. M aggiore P ern i mentre da una parte am metteva che si dovesse passare alla discussione, dal l’altra avvertiva che non si dovesse stare esclusiva mente alla quistione dei prineipii, che dovevano an che in fatto essere esaminate le tariffe, per rilevare che non rispondono ai prineipii del libero scambio, e vedere in quale parte meritino di essere emen date.
Il signor Ja c o n a appoggia il preopinante, e il Presidente, dopo di aver formulato l’argomento della discussione, la dichiara aperta.
Il signor D i M enza replica che appunto perchè non si tratta che di quistioni e disamine di fatto, converrà studiare anzitutto le tariffe per venire po scia a una conclusione.
L’ avvocato M aggiore P erni dichiara che in prin cipio non è pei trattati, ma pel timore di peggio, stante l’aura protettiva, li vuole per riparare a mag giori mali. Espone come i trattati del 1865 fossero stati inspirati a libertà, afferma come in 15 anni si sia più che duplicato il commercio e gl’ introiti do ganali, come produttori e consumatori se ne siono giovati. Reputa il trattato del 1877 con la Francia una reazione ai prineipii liberali e un ritorno alla protezione, e lo dimostra col confronto delle tariffe ; e pure dice che questo trattato è liberale di fronte alle tariffe generali che sembrano scritte da Colbert e dichiara come i dazii non siano più a d valorem , ma specifici e come il loro ammontare sia allo, ac cennando alle principali categorie. Egli conchiude che questo risorgere di idee protettive è un male che la scienza deve combattere per il bene di tutti, e desidera che da una parte si riprendano le trat tative con la Francia e dall’ altra che le tariffe ge nerali siano ispirate ad idee liberali ; nelle tariffe può ammettersi sino ad un certo punto la fiscalità, non il carattere economico del sistema protettore.
L’ E C O N O M I S T A 18 agosto 1878
Il barone B ord on aro, il cav. C orrao e il signor
Ja co n a , senza fermarsi alla quistione dei trattati,
desiderano il trionfo delle idee lihero-cambiste, e die la Società le affermi con un suo voto.
A questo punto il Presidente formula il voto, e prima di darne lettura erede necessario aggiungere, die il sistema dei trattati è tuttavia una necessità, poiché quando pure un paese volesse dare I’ esem pio di una tariffa liberale indipendentemente da qualunque convenzione internazionale, non è sicuro die altre nazioni volessero seguirne immediatamente l’ esempio; e allora il primo so giova al consumo, dei suoi abitanti, offre pure un sicuro vantaggio alle nazioni straniere die commerciano con esso lui senza ottenere verun compenso. Un trattato invece può esser liberale, per l’ importazione dei prodotti stra nieri, ma può richiedere come rivalsa una riduzione di tariffe degli altri Stati per rendere più estesa la esportazione dei prodotti propri, talché i trattati rie scono meglio che le tariffe autonome a spingere le nazioni nella via del libero scambio.
Dopo ciò il voto presentato dal Presidente è adot tato ad unanimità dai soci presenti. Esso è del te nore seguente :
« La Società Siciliana d’Economia politica, desi derando die il regime del libero scambio possa ri cevere maggiore sviluppo e più larga applicazione col sistema delle convenzioni internazionali fondate sopra principii sempre più liberali ;
« Rilevando die la nuova tariffa generale, disco standosi per molti capi dai principii inconcussi di libertà commerciale riesce disastrosa, non solo al l’ interesse dei produttori, ben pure a quello dei consumatori per le difficoltà daziarie imposte in Italia e in Francia all’ importazione e all’ esporta zione ;
« Fa voto affinchè il Governo voglia rinnovare ben presto un trattato commerciale con la Francia, evitando quelle vedute di protezione che si allonta nino dal progresso vieppiù liberale die attendesi dopo d trattato del 1863. »
Le Amministrazioni ilei Pisi e ielle Misure
»11 MISOEATORI DEL a iS E DEL SAGGIO DELL* ODO E DELL’ ARGENTOnel quinquennio I872-73-74-7B-76
(Relazione a S. E. il comm. F. Seismit-Doda ministro delle Finanze e reggente il Ministero del Tesoro di A. Romanelli Direttore Capo della Divisione Industria e Commercio — Roma, 1878).
Il volume che abbiamo sott’occhio contiene una serie di prospetti statistici intesi a porre in luce l’andamento dell’amministrazione dei pesi e delle misure e di quella del saggio dei metalli preziosi durante il quinquennio 1872-1870.
È questa la prima volta, se non andiamo errati, che un lavoro statistico su questa materia vieti pub blicato in Italia, e tanto per l’ importanza e novità dell’argomento quanto per la molta diligenza colla quale il relatore raccoglie un cumulo di cifre e di dati che gettano mollissima luce sulle diverse con dizioni dell’attività commerciale in ciascuna dello provincie del Regno, non possiamo non segnalarlo all’attenzione dei nostri lettori.
317 Ognun sa come i pesi e le misure e il saggio dei metalli preziosi fossero dapprima in Italia og getto di amministrazioni separate e come col regio decreto 31 dicembre 1876 n. 3619 ne fosse ordi nata la riunione.
Il relatore fa una esposizione storica molto ac curata delle vicende subite da ciascheduna di que ste amministrazioni fino al giorno della loro riu nione per opera del succedersi dei provvedimenti legislativi che ad esse si riferivano. E quanto ai pesi e misure prendendo le mosse dal decreto del 9 novembre 1871 che trasferì la direzione del ser vizio metrico dal Ministero delle Finanze a quello di Agricoltura, Industria e Commercio, viene egli a dire della legge del 23 giugno 1871 clic rinnuovò radicalmente le norme onde il servizio metrico era prima disciplinato e si diffonde poi su tutti i mi glioramenti posti in essere dopo l’entrata in vigore della nuova legge. Quanto al saggio e marchio del l’oro e dell’argento egli prende per punto ili par tenza la legge del 2 maggio 1872 che unificò in Italia la legislazione su questa materia, laddove prima ogni provincia era regolala dalle sue antiche leggi che imponevano ovunque con diverse norme l’ ob bligatorietà del marcino pubblico fuorché in Toscana ove questo marchio era facoltativo, e discorre poi dei regolamenti del Io dicembre 1872 e del 16 febbraio 187-i e della circolare del 6 luglio 1873 che a quella legge tennero dietro.
Ma la parte più interessante del lavoro del sig. Romanelli sta nei prospetti statistici di cui è cor redata la sua relazione e a cui servono di schiari mento e complemento numerosi allegati clic stanno in fondo del volume.
MB L ’ E C O N O M I S T A 18 agosto 1878 man mano scemando l’impulso considerevole dato
alla fabbricazione nel 1861 con la estensione del sistema metrico decimale alle nuove provincie del Regno.
Il servizio della verificazione pei misuratori del gas è ancora troppo recente per dar luogo a con cludenti paragoni. Pure i dati che si possono rac cogliere dimostrano la maggiore o minore diffusione dell’illuminazione a gas nelle diverse provincie italiane una sola delle «piali, la Basilicata, ne andava alla fine del 1876 assolutamente priva. Ed anche qui l’aumento generale è evidente poiché i proventi del l’erario costituiti dai diritti di verificazione perio dica dei pesi e misure che ascendevano nel 1872 a L. 1,281,427.45 ascesero nel 1876 a L. 1,506,338.65. E cosi il totale dei diritti metrici, e dei misuratori del gas che era nel 1872 di L. 1,456,700.45 fu nel 1876 di L. 1,480,014.13.
Quanto alle operazioni di saggio e marchio di metalli preziosi si nota dal 1872 al 1876 un au mento nei lavori semplicemente saggiati d’oro e ili argento ma una diminuzione molto maggiore negli oggetti marchiati e specialmente nel numero delle verghe, diminuzione la quale è da attribuirsi al graduale decremento del commercio di materie me talliche che è effetto del corso forzoso e delle sce male coniazioni monetarie. In una con la entità delle operazioni scemano notevolmente i proventi dei di ritti che da L. 512,371.37 scendono a L. 163,665.57. I proventi di questi diritti sono riparti per re gioni con proporzioni analoghe a quelle delie ope razioni e il maggior conti, gente é fornito nel 1876 dal Piemonte (i.. 23,795.99), dalla Liguria (Lire 19,074.07), dalla Lombardia (L. 20,493.67), dalla Campania (L.67,391.43), e dalla Sicilia (L .12,954.71). La Toscana vi figura per L. 4,219.64, d Lazio per L. 9,883.56, il Veneto per L. 9,334.93.
Cosi noi abbiamo riassunto le cose più notevoli di questa interessante relazione. Chi voglia notizie piu particolareggiate ricorra al volume stesso, ed alle tabelle che per massima parte lo compongono.
Avremmo voluto che fautore si fosse intrattenuto più diffusamente di quello che fa sulle c.ause che motivarono la riunione in un solo servizio dello amministrazioni dei pesi e misure e del saggio e avesse mostrato quali vantaggi si sono realmente ricavali dall’attuazione di questo provvedimento, ma pur deplorando che egli abbia creduto di dovere omettere la trattazione di questo argomento che sa rebbe stata quasi necessario complemento della sua relazione non possiamo non riconoscere che esso, cosi come viene oggi pubblicato, è un lavoro pre gevole assai per la quantità dei dati e la giustezza degli apprezzamenti che contiene.
Esposizione Internazionale di Berlino
per tutto ciò che attiene a ll’industria della carta
(Nostra Corrispondenza)
Berlino, 12 agosto 1878. L’ interesse per I’ esposizione internazionale della carta è divenuto generale ed ognuno riconosce E ini - portanza di queste esposizioni parzia't.
Continuando la nostra visita all’ esposizione la cosa J.
che maggiormente ha cattivata l’attenzione nostra è sta ta la carta cilindrata e rigata, la quale per la maggior parte si fabbrica nella Germania meridionale. La prima fabbrica di questo genere è quella di Alois Dessauer ad Aschaffenburg. I campioni esposti mo strano una tale esattezza, una tale abbondanza di gusto e varietà nidi’ esecuzione, che veramente è ben meritata la fama di quella fabbrica, la qua'e ha già riportato molti premi in diverse esposizioni.
Sono riccamente rappresentate le carte lucide stam pate a colori, e risplendenti, cosa che si ottiene per mezzo delle lastre ài specchio, come pure le carte di lusso per decorazioni con oro, argento e stagno. Fra queste ultime ne abbiamo veduti alcuni rotoli di una lunghezza di 500 metri. Fra questa carta ve ne è di quella cosidetta di Francia, a disegni pieni di gusto. Sono bellissime le carte da giuoco, e le oleo grafie benissimo eseguite, provenienti da tutte le parti del mondo: cartellini e immagini stampate.
Noi imparammo a servirci della carta per uso di tende dal Giappone, nel qtiaj paese si fabbricano in carta pure diversi oggetti di abbigliamento. Adesso ci serviamo delle tende di carta a cagione de'la bel lezza dei loro disegni e per la tenuità del loro prezzo e ne troviamo esposte, molte, buone e belle nella « casa di carta » all’ esposizione.
Ci permetteremo qui alcune osservazioni sulla « casa di carta ». È questa una piccola casa, tutta costruita in carta ed ammobigliata pure con suppel lettili di carta. La stufa stessa è di carta pesta. Qui con uno sguardo, si può farsi un’ idea giusta dei di versi rami dell’ industria della carta, come soltanto è possibile in questo accozzo originale.
Se ritorniamo all’ esposizione, troviamo un vecchio conoscente i cui prodotti sono ben noti anche in Italia. E la casa di Gustavo Kuhn di Neu Ruppin. A sinistra ed a destra in una nicchia sono esposti t cavalleggeri ed i soldati d’ infanteria in grandezza naturale, e sulle pareti le stampe in carta in rotoli che soltanto Kuhn impiega a questo scopo. Sulle tavole vi sono cartoni da modellare ecc. ecc.-Nel mezzo della sala sottolumi di celluloso, come pure (appetti da tavola che, stampati e vérniciati fanno bella mostra di sè.
Molle ditte hanno esposto biglietti, carta con mo nogrammi ed altre carte di lusso per servire a simile oggetto e per la novità del disegno e la accuratezza dell’ esecuzione e la finezza del gusto mostrano un immenso progresso in questo ramo di fabbricazione. Come novità la ditta A. Binda e Comp. di Mdano espone della carta da biglietti con figure chinesi ed arabeschi in bronzo e argento. — H. Oppenrath di qui ha esposto per la « casa di carta » una lumiera in carta ed una ricca scelta di ’maschere di carta eseguite su modelli in cera.
Vicino ad una palma fantastica troviamo pure della trina di carta e carta per ornare i dolci od in oltre molle restine e cartelle da giornali di stoffa simile e di fabbricazione tedesca.
18 agosto 1878 L ’ E C O N O M I S T A 519 mente ed in modo da destare grande interesse nel
visitatore.
Volgiamoci alla sezione die contiene i materiali per l’ insegnamento e che è molto importante per le scuole. All’ insegnamento della zoologia che è così difficile ad impartirsi, specialmente nei piccoli luoghi, non tenendo conto delle imagini che non rappre sentano mai il soggetto in modo sufficiente, vi si sup- p'isce con animali imbalsamati, o di legno e carta pesta. La nostra esposizione contiene dei modelli di animali eseguiti con moltissima accuratezza. 0 . Hille ha esposto circa 150 animali di più specie e gran dezze. Più importanti ancora sono i materiali per l’ insegnamento esposti da J. Bischoff e che noi rac comandiamo caldamente che vengano provati. Oltre a questi modelli di animali troviamo una vasta col lezione di funghi, molti preparali anatomici, ingran* diti più o meno: l’occhio col nervo ottico, l’orecchio col timpano sono fedelmente riprodotti, come pure il cuore | colle sue valvole. — Una testa preparata coi muscoli e ie vene, un tronco per estrarne tutti gli organi in terni, completano questa interessante collezione. Tutti gli oggetti che abbiamo citato sono eseguiti con ma teria che serve alla fabbricazione della carta.
Vicine a questi oggetti, fatti con preparati cartacei, sono degne di nota le botti di carta di A. J . Heile- mann. Queste botti sono leggerissime e resistenti. Si adoprano nelle spedizioni e ve ne sono anche per uso di latrine e queste ultime sono tinte. Per spedizioni di polveri ve ne sono pure sicure dal fuoco e, quello che si può dire essere un vero progresso, si è che tutte queste botti possono essere impiegate per spe dizioni per la posta, per le quali le botti debbono pesare soltanto 5 Kilogrammi. Questa stessa ditta lia pure fatto la stufa per la « casa di carta, » le ■ cui materie gregge consistono in ligamenti di cellu loso per metà e per l’ altra metà in materia cartacea. Questa stufa si scalda con brace di forno che si mantiene incandescente per mezzo di un ventilatore e non ha valvola. — I carboni da disegno che quella stessa ditta fornisce fabbricandoli con ligamenti di legno, sono pure degni di nota. I
Liebermanrt di qui espone delle statue bene ese guite, rappresentanti Federigo il grande, una sta tua equestre dell’imperatore, ed altre ancora tutte in cartone ili pietrai Questi oggetti sembra a vederli che sicno di metallo e quelli specialmente che sono verniciati ad imitazione di bronzo, sono molto ben fatti.
Nel soffitto della « casa di carta » si vede irn- *j piegato lo stucco di materia cartacea. La finitezza del lavoro non lascia niente da desiderare e per durata è preferibile certo al gesso.
Un nuovo preparato di carta è il celluloide, che vien esposto dalla Celluloià Novelty Comp. in New York.
Il celluloide si produce con carta di seta, la quale mediante il salnitro e l’acido solforico è ridotta una specie di fotone pirico. Questo prodotto poi si pone sotto forti cilindri in luogo dove la temperatura sia altissima e si unisce ad esso molta canfora, ne de riva una massa plastica che si plasma facilmente al caldo e diviene durissima raffreddandosi. Questa massa è bellissima e colorandola si imitano con essa le pietre preziose ed il corallo; se ne fanno pure delle palle da biliardo.
Il celluloide s’incendia facilmente, ma non ostante | por la sua bellezza è già molto dilfuso in America.
Gli oggetti fabbricati col celluloide sono per la maggior parte spilli, croci, braccialetti ad imitazione di corallo.
Merita attenzione speciale una easina di cristallo nella quale Hugo BretSehe espone lutti gli oggetti die servono ad occupare e divertire i bambini se condo il sistema : Probèl, oramai conosciuto in tutti i paesi del mondo.
In un altro gruppo troviamo i diversi Oggetti da scrivere e disegnare dei quali fa bisogno sia per l’istruzione, sia per il commercio o per le arti gra fiche ed i mestieri. Globi che, benché fatti di di verse parti, di caria non si possono rompere, ven gono esposti da Ernesto Sclmtte colla descrizione i'i otto diverse lingue. Troviamo i libri maestri, i si gilli di kautschuk vulcanizzato accanto alla carta da disegno ed alla ceralacca, cose sulle quali ci pro poniamo di ritornare come pure su alcune altre qualità di carta. Prima ili chiudere questa nostra corrispondenza, vogliamo far cenno di una stamperia che è quella della dilla Domlorf e Hiumann di Francoforte sul Meno la quale espone in quattro cornici i suoi nitidi biglietti di banca.
La società internazionale dei fabbricanti di materia lignea tenne il di 8 del corrente la sua adunanza generale nella sala del Giardino Zoologico in occa sione della esposizione della carta. L’ adunanza fu molto numerosa, e si occupò quasi soltanto di qui- stioni industriali. Il soggetto principale dell’ ordine del giorno era offerto dalla questione, se la società doveva rimanere a far parte della lega centrale degii industriali tedeschi o no. La società decise di rimanere unita alla lega, perchè nella adunanza fu espressa più volte l’opinione che senza la protezione del lavoro è quasi impossibile di ridurre l’industria tedesca capace di sostenere la concorrenza, opinione che poteva esser facilmente confutata basandosi sulla esposizione della carta.
Una seconda discussione riguardava la questione delle misure da prendersi per combattere le ten denze socialiste degli operai. In generale fu ricono sciuto che i fabbricanti avevano il dovere di tenere un contegno deciso in questa quistione, di combat tere lo mene socialiste e specialmente escludere l’agitazione dalle fabbriche, ma che dovevano nel tempo ¡stesso soddisfare alle giuste esigenze degli operai, ed aver cura dei vecchi e deg'i invalidi Li società propose quindi di dirigere una petizione al governo imperiale ed al Reicbstag affinchè sieno introdotte per legge le casse-pensioni per g'i operai alle quali debbano contribuire i capi fabbrica, gli operai e lo Stato e che siano garantite ed ammi nistrate dallo Stato.
CRONACA DELLE CAMERE DI COMMERCIO
franchi-520 L ’ E C O N O M I S T A 18 agosto 1878 già ; rapporto del quale non possiamo dare il sunto
come avremmo voluto, perchè non ci pervenne. Deliberò inoltre di soprassedere sulla mozione della Camera di Varese per invocare la franchigia postale a favore delle Camere di commercio. Quanto poi alle nuove attribuzioni da conferirsi alle Camere di com mercio, in ordine alla proposta di quella di Alessan dria, deliberò di appoggiare una tale dimanda perchè in omaggio all’ ordine del giorno votato dal Con gresso di Genova, debba I’ argomento proporsi dal Ministero al futuro Congresso di Venezia, e si espres sero voti per la sua sollecita convocazione.
Camera di Commercio di Parma. — Nella sua seduta del 13 luglio 1878 prendeva varie importanti deliberazioni e cioè :
1° Deliberò di concorrere colla Camera di com mercio di Varese, nel presentare al Parlamento Na zionale una petizione per ottenere che sia ridata alle Camere di commercio la franchigia postale.
2° Prese ad esame le note proposte della Camera di commercio di Alessandria, deliberò di approvarne le sole quattro seguenti :
a) Che le Camere abbiano obbligo di tenere
registri per le denuzie obbligatorie delle ditte com merciali ; e che sia quindi sollecitamente approvata la relativa legge già presentata al Parlamento;
b) Che presso le Camere vi abbiano pure
registri per l’annotazione dei protesti cam biari, dei
fallim enti e delle riabilitazion i ; i qua i registri sa
ranno formati sulle denunzie obbligatorie degli atti relativi, fatte dai notai, dagli uscieri e dalle Cancel lerie dei Tribunali ;
c) Che sia data facoltà alle Camere di com
mercio di determinare le norme per I’ esercizio della professione di Sem plice Sensale, mediante opportuni regolamenti, così come le Camere stesse ne hanno già facoltà per riguardo tii pubblici m ediatori r ic o
nosciuti, abrogando e modificando con una nuova
legge le relative disposizioni del Codice di commer cio e del regio decreto 23 dicembre 1863, nu mero 2672 ;
d ) Che sia necessario l’avviso delle Camere
di commercio per la istituzione di nuove fiere e mercati.
3° Deliberò finalmente visto l’ importanza del— l’ argomento che per soddisfare adeguatamente alla richiesta avanzata dal Ministero per ottenere un pa rere della Camera intorno ai quesiti risguardanti la tormazione di una nuova T a riffa delle tare d azia rie, le Im p ortazion i temporanee, la Restituzione di d a i, debbano i quesiti stessi essere presi ad esame e studiati dai singoli Componenti la Camera, prima di sottoporli a discussione in adunanza.
Camera di Commercio di Varese. — Nella tornata del 30 luglio caduto il Presidente avendo reso conto della nuova fase in cui è entrata la qui- stione delle ferrovie del Circondario, gli vieu dato incarico di agire nel modo che crederà più oppor tuno. In seguito a relative comunicazioni del Pre sidente si approvarono i crilerii coi quali la Presi denza intende redigere la statistica del raccolto boz zoli nell’anno corrente, ritenuto, fin d’ ora, che il raccolto ascese complessivamente a kilog. 521,000, vale a dire che è superiore, di poco più di un quinto, al raccolto dell’auno 1877 — e ohe, tenuto calcolo dei prezzi notificati, si può valutare a L. 2,076,000 il valore complessivo del raccolto
I stesso, superiore di circa L. 228,000 al raccolto dell’anno precedente.
Finalmente, avendo molte Camere di commercio, tra le quali quelle di Mantova, Verona, Cremona ed Alessandria, pienamente aderito alla petizione, che la Camera di commercio di Varese intende presentare al Parlamento onde ottenere la franchi gia postale, la Camera affidò alla Presidenza di com piere le ultime pratiche onde riuscire nel desiderato intento, raccomandando la petizione surriferita ai buoni urtici dell’onorevole Bizzozero, deputato di Varese, il quale appunto, or è qualche mese, ebbe a richiedere informazioni e dati sulle ingenti spese postali che la Camera di Commercio di Varese deve sostenere.
Questa Camera inoltre pubblicò il seguente av viso che per la sua generale importanza, crediamo utile di riportare testualmente:
NOTIZIE PER IL COMMERCIO
In una seduta tenuta il 23 luglio fra alcuni cre ditori verso la città di Licata si riconobbe la ne cessità di procedere ad uno studio onde verificare la spesa occorrente per ultimare i magazzini e il porto di detta città e il reddito sperabile dall’eser cizio di delti magazzini e porto ; per deliberare poi intorno alla provvista dei mezzi per l’anzidetta ul timazione. — Atteso però lo sc.arso numero degli intervenuti, non si presero definitive determinazioni e quindi si terrà nuova seduta nel giorno di lunedì 3 agosto alle ore 12 merid. nel palazzo Veratti, per defluitivi concerti. Si eccitano i creditori ad inter venire se pur non vogliono perdere i capitali da essi impiegati nel Prestito di Licata.
Molti portatori di Obbligazioni abitanti in altre città stanno pure concertandosi sul mezzo di salvare i loro crediti. — Importa che i creditori residenti in questo Circondario, prendano al più presto le loro determinazioni in argomento onde agire col lettivamente cogli altri gruppi e non trovarsi pre giudicati dalla inazione.
Camera di Commercio di Potenza. — Nella seduta del 14 maggio 1878 deliberava di passare all’ordine del giorno, sopra l’istanza dei Conciatori di Milano, tendente ad ottenere dal Governo, un aumento sul dazio di introduzione dei pellami, conci e lavorati.
Camera di Commercio di Milano. — Nella se duta del dì 8 luglio dopo lette alcune comunica zioni della presidenza, ed una relazione sul concorso delle industrie milanesi alla esposizione di Parigi, viene data comunicazione della circolare ministeriale con cui la Camera è stata invitata a rispondere ad alcuni quesiti sul commercio degli stracci, per for nire elementi agli studi dell'autorità finanziaria in torno al definitivo ordinamento del dazio di espor tazione su questi avanzi, che dal Parlamento fu lasciato in sospeso quando ebbe a discutere della
tariffa generale. •
Stante la duplice categoria in cui si dividono pra ticamente gli stracci secondo che servono alla fab bricazione della carta oppure a quella della così detta lana meccanica dietro invito del presidente furono compilati due rapporti su questo argomento l’uno dal cav. Binda e l’altro in ufficio su notizie fornite dal lanificio Rossi.
L ’ E C O N O M I S T A 521 18 agosto 1878
conformità alle conclusioni dei medesimi esprime contemporaneamente la proposta che nei riguardi della tariffa doganale venga mantenuta, come lo fu in passato, la distinzione tra gli stracci ad uso della fabbricazione della carta e quelli elio si impiegano allò sfiloscianvnto, imponendo sulla esportazione dei primi il dazio di L , 8,80, e su quella, dei secondi il dazio di L. 2,40 o — in quanto possibile — quella stessa misura dazio clic impone od imporrà la Francia alla esportazione sua di tali stracci.
Viene letto in seguito un rapporto compilato dalla Camera sul dazio d’esportazione sulle ossa, il quale conclude esprimendo il dubbio che non sia per tornare di vero ed efficace vantaggio all' agri coltura il dazio di esportazione sulle ossa nella pro posta mite misura di L. 2, mentre potrebbe com promettere per avventura la copiosa raccolta di que sti residui: e per conseguenza, ove si voglia favorire colle tariffe doganali l’agrico'tura, convenire meglio la assoluta proibizione della esportazione, o quanto meno un dazio che vi equivalga.
Il rapporto tende a mettere in evidenza due punti capitali: in primo luogo cioè la importanza ecces siva atrribuita ad un dazio dal quale, giusta le as sunte notizie sullo stato di fatto, non pare potersene attendere praticamente quei felici risultati per l’agri coltura, che presumesi astrattamente poterne deri vare: — in secondo luogo la necessità, se realmente si vuol raggiungere lo scopo prefisso — nella cui opportunità non si disconviene, — di proibire ad dirittura la esportazione, perchè il dazio di L. 2 non basterebbe ad impedirla.
La Camera delibera, di esprimere avviso favore vole alla adozione del dazio d’uscita sulle ossa nella
misura di L. 2 al quintale.
Dopo una larga discussione la Camera delibera di domandare l’ abrogazione dell’art. 27 della legge 19 luglio 1888 relativa all’inefficacia cambiaria degli effetti di Commercio non bollati originariamente: de libera altresì di raccomandare al Ministero un’istanza degli industriali litografi per ottenere che alcuni pro dotti della loro industria siano classificati, agli elfetti doganali, fra le litografìe anziché fra le stampe.
La Camera prende per ultimo notizia della cir colare diramata alle consorelle dalla Camera di Va rese, la quale chiede che sia concessa alle Camere di commercio la franchigia postale.
Il presidente là considerare, e a lui si uniscono altri consiglieri, che la abolizione della franchigia postale fu suggerita da gravi considerazioni di finanza e dagli abusi a cui diede luogo in passato. Il do mandare quindi che sia ritornata in vigore non sa rebbe nè giusto nè corrispondente allo stato della pubblica finanza. Inoltre il giovamento che se ne spera derivabile alle Camere di commercio non par rebbe dover essere notevole, almeno se si deve giu dicare dalla Camera di Milano, per la quale le spese postali non sono molto forti, comunque considerevole sia la sua corrispondenza. v
Per queste considerazioni si passa all’ordine del giorno.
Camera di Commercio di Bologna. — Nella sua seduta del 44 giugno discusse se la professione di veterinario basti all’ eleggibilità commerciale, e se basti i f dar opera all’arte del maniscalco. Sul primo dubbio la Camera si pronunziò negativamente per chè ritenne che l’eleggibilità commerciale non spetti che a coloro che si danno alle arti che propria
mente si attengono alle manifatture ed ai commerci per le quali cose soltanto sono state istituite le Ca mere di Commercio. Sul secondo dubbio alcuni di cevano, l’arte del maniscalco prestarsi per mercede ai singoli lavori in casi singolari : non richiedere altri capitali se non gli attrezzi e gli utensili del mestiere, non fondaco, non operai, niente insomma di quello che le dia carattere di manifattura o di traffico, e perciò non avere qualità di commerciante colui che la pratica, e non essere imposto di tassa commerciale: argomenti per concludere che il ma niscalco non debba neanche noverarsi fra gli elet tori commerciali. Nulladimeno la Camera venne in opposta sentenza ; perciocché l’art. 11 della legge 8 luglio 1862, avendo chiamati elettori coloro i quali esercitino, non pure il commercio o. l’industria, ma altresì un 'arte, sembra con ciò abbia significato che debba tenersi per elettore chiunque lavori in qualsiasi mestiere per conto proprio.
Camera di Commercio di Savona. — Nella se duta del 29 luglio è letto un rapporto del signor Tognasso sui quesiti proposti dal Ministero delle finanze con circolare 51 maggio u. s. circa al dazio d’uscita sulle ossa, onde averne il parere delle rap presentanze commerciali. La Camera approva detto rapporto, porgendo ringraziamenti all’autore. Si da poi lettura di una lettera del Presidente della S o cietà vetraria di Altare e del relativo opuscolo del Segretario della medesima sulle condizioni della in dustria vetraria in Italia, col primo dei quali do cumenti domanda il concorso della Camera presso il Governo, onde siano prese in considerazione le proposte fatte a vantaggio generale di tale industria nella rinnovazione dei trattati di commercio colla Francia e coll’Austria. La Camera aderisce unanime all’istanza, e delibera di rivolgere apposite racco mandazioni al Ministero.
Esaminata la circolare della consorella di Ales sandria, con cui comunica le proposte adottate per maggiori attribuzioni alle Rappresentanze commer ciali, sul che interpella le consorelle, affinchè in caso d’adesione, ne promuovano dal Governo I’ ac coglimento, la Camera si associa in massima alla savia iniziativa e la encomia. Però prima di appog giare intieramente l’istanza, nel dubbio di domandar troppo per ottener poco, la Camera rimanda la trat tazione in merito delle singole proposte, a quando ricostituito il Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio si conosceranno precisamente le di lui attribuzioni onde averne norma in tale argomento importantissimo a maggior utilità ed efficacia; delle Rappresentanze commerciali.
522 L ’ E C O N O M I S T A
18 agosto 187S piccolo l’ interessse della nazione perchè questa fer
rovia alimenterebbe la linea orientale, già costruita, che è a peso del governo. Questa linea è il naturale complemento della grande arteria che deve legare in tutta la sua lunghezza il regno, come fu ricono sciuto nella Camera dei Deputati, che il 29 luglio 1870 invitava il Governo a studiare ed a provvedere per la Siracusa-Licata, e per la Eholi—Reggio, quasi congiunte in questo obiettivo d’ interesse generale della nazione.
Il costo chilometrico della Siracusa-Licata è pre ventivato in L. 204,420. — Restando essa in quarta categoria, la provincia dovrebbe pei 181 chilometri anzitutto provvedere alla spesa totale di L. 57,000,000 incassando la rata del Governo, secondo il progresso dei lavori, ed in deliniiivo erogare del proprio circa
13 milioni.
Ciò equivarnbbe a non costruire la ferrovia, perchè la provincia di Siracusa non è in grado di sostenere una simile spesa. La rappresentanza provinciale ha chiesto che la detta lerrovia non fosse disgiunta dalla
E boli-R eg g io di seconda categoria come naturale
compimento della grande arteria che lega i due estremi del regno del Nord al Sud, e che per con seguenza fosse costruita dallo Stato col concorso di un decimo della provincia, ciò che porterebbe agli enti locali, nella ipotesi della sussistenza dei preven tivi, un’ onere di L. 5,700,000 pagabili in venti annue rate; od almeno che fosse compresa fra quelle di terza categoria, che è autorizzato il Governo a costruire col concorso del 20 per cento della pro vincia, e questo porterebbe nella ipotesi avanti detta, l’ onere degli enti loeali adire 7,400,000 pagabili secondo il progresso dei lavori; e comecché il sus sidio o concorso è stato dalla Provincia e dai Comuni votato da molti anni per L. 6,000,000, così sarebbe possibile con ulteriori sforzi non piccoli sperare ra gionevolmente che la ferrovia si farà. Quella che ora si agita iu Parlamento è quindi, secondo il rapporto presidenziale, questione definitiva di avere entro un termine ragionevole la ferrovia se passa in seconda od in terza categoria, o di non averla mai più se resta in quarta.
Camera di Commercio di Genova. — Nella se duta del 13 luglio vieue letta prima di tutto la cir colare della Camera di Commercio di Varese colla quale invita le sue Consorelle ad appoggiare un ri corso per ottenere che venga accordata alle corri spondenze delle Camere di Commercio la franchi gia postale.
Dopo brevi osservazioni, ritenuto che anche da questa Camera già venne riconosciuta l’utilità che fosse concessa alle Camere di Commercio la fran chigia postale per le loro corrispondenze e si fecero replicatamente in proposito dei ricorsi al Governo, ma che il Ministero si è sempre dimostrato poco favorevole all’accoglimento di queste istanze; rite nuto che non esisterebbero maggiori favorevoli cir costanze che lascino sperare un migliore accogli mento delle istanze che vennero precedentemente latte, la Camera delibera non essere il caso di ri petere nuove domande su questo argomento.
Dopo di ciò si legge una relazione in risposta alla circolare ministeriale con la quale si domanda, l’effetto che potrebbe produrre un dazio d’ uscita sulle ossa in ragione di L. 20 per tonnellata od anche minore tenuto conto degli interessi dell’Agri coltura, dell’Industria e della Navigazione.
I La relazione, esaminata la questione dal punto di vista degli interessi della navigazione, dice che l’im posizione di un dazio d’uscita sulle ossa, se non può dirsi del tutto indifferente per la nostra marina, non sarebbe però di grande importanza per la medesima, essendo che sono assai limitate le esportazioni di ossa che hanno luogo dal nostro porto, come si vede dalla statistica dello scorso anno in cui se ne effettuarono per tonnellate 469.
« Di qualche maggiore interesse sarebbe invece per l’industria della fabbricazione della colla che è esercitata nella provincia di Genova in una misura abbastanza rilevante.
« Frattanto la relazione nel mentre non trova di grande interesse una tale questione, nondimeno opina | che sarebbero da mantenersi le cose nello stato at
tuale lasciando le ossa esenti da ogni dazio. « Ma tale questione dovrebbe anche essere stu diata dal lato degl’interessi dell’agricoltura, venendo le ossa ridotte ad uso di concime per il nostro suolo, ma la relazione per quanto ritenga ehe an che sotto questo aspetto la questione non acquisti maggiore importanza, pure crede che la Camera non potrebbe addentrarsi nell'esame di essa sotto un tale punto di vista con abbastanza cognizione di causa, cosa che dovrebbe essere specialmente ri servata ai Comizi agrari. Se però sotto quest’ordine di considerazioni si facesse sentire la necessità del- 1 imposizione di un dazio d’uscita, la relazione crede che non potrebbe assolutamente essere elevata fino alle proposte L. 20 per tonnellata ; dazio che deve considerarsi esagerato e che equivarrebbe alla proi bizione di qualunque esportazione delle ossa.
Il Presidente osserva che il Commercio delle ossa ha sempre avuta una qualche importanza da noi essendosene negli anni anteriori fatte varie spedi zioni di carichi completi, e che quantunque un tale commercio in questi ultimi anni possa essere di qualche poco diminuito, non devono mettersi osta coli al medesimo, e stabilire forti dazi che equivar rebbero alla sua proibizione.
lo rre dice che la diminuzione dell’ esportazione delle ossa accennate dal Presidente, crede sia pro dotta dall’impianto che si fece in Italia di varie fabbriche di nero animale, le quali hanno acquistata una certa importanza, esportando anche i loro pro dotti all’estero e specialmente in Germania.
Dopo poche altre osservazioni, la Camera approva la relazione e ordina che sia risposto in senso della medesima alla circolare Ministeriale.
LA FERROVIA DEL GOTTARDO
La discussione sul progetto della sovvenzione sup pletoria pel Gottardo, apertasi da varii giorni nel- I assemblea nazionale svizzera si chiuse finalmente neila seduta dell’ 8 corrente, di cui diamo un sunto, togliendolo dal resoconto inserito nella G azzetta
Ticinese di lunedì :
Nella seduta delI’8 agosto, dopo la lettura del processo verbale, si votò l’ entrata in materia sulla sovvenzione del Gottardo, ohe venne adottata, per appello nominale, da 87 voti contro 42.
18 agosto 1878 L ’ E C O N O M I S T A 523 Il sig. K lein , relatore della maggioranza della Com
missione propone di ratificare questa Convenzione. Il sig. Ruchonnel, relatore della minoranza, dice che questa osteggiava la sovvenzione, non perchè la sua importanza fosse più o meno considerevole, ma per il principio.
In quanto alla ratifica della Convenzione addizio nale, la minoranza desidera vi si introducano due variazioni : I’ una circa gli impegni di sorveglianza, che il Consiglio federale assume di fronte alle Po tenze contraenti. La,minoranza crede che, se le di sposizioni del trattato del 1869 hanno un carattere d’ imprudenza, quelle della Convenzione del 1877 aggnvano questo carattere. Aderirà quindi ad ogni proposta tendente a diminuire la responsabilità della Svizzera circa alla perizia. La minoranza aderirà pure a qualunque sovvenzione alla linea del Monte-Cenere, a condizione che il sussidio sia accordato al Cantone Ticino, e non ad una Compagnia.
Il signor W irth-Sand, domanda che i piani e le perizie sieno sottoposti auche all’ approvazione degli Stati contraenti, affinchè la Confederazione non sop porti da sola la responsabilità che ne deriva dall’ar ticolo 21. Domanda pure che il commercio sia posto, in quanto alle tasse, sopra un piede di uguaglianza col traffico di transito.
Il signor F r e i sviluppa una specie di contro-pro getto, le cui principali disposizioni tendono a stipu lare che la Confederazione accorda una sovvenzione di 6 Ij2 milioni, a condizione che la linea del Monte-Cenere sia compresa nel programma, e che i Cantoni interessati si assumano, in complesso o in maggior parte, le sovvenzioni complementari che loro imponeva la Conferenza di Berna.
Il signor F r e i espone che, a suo avviso, devesi giungere ad una conciliazione, poiché la quistiqne del Gottardo non può essere sciolta che coll’unione di tutti i confederati.
L’ oratore dichiara poi che la linea del Monte- Cenere dev’essere costruita senza ritardo, e fa allu sione ai sentimenti che regnano attualmente nella popolazione del Sotto-Cenere, in conseguenza del- I’ aggiornamento della linea del Monte Cenere, per la mancanza di denaro; ma questo motivo scompare coll’ adozione della sua proposta, poiché il Cantone Ticino farà, ne è persuaso, i sacritìcii necessarii per il suo compimento.
Il signor H eer, consigliere federale, dice che in oggi si tratta di sapere se si vuol ratificare o meno il trattato addizionale del 1877. Il resto è nulla; È tempo di prendere una risoluzione. Se in oggi si aggiorna la ratifica, come vogliono i signori F r e i e
Stam pili, la quistione si troverà al medesimo punto
in dicembre. Il signor H eer si dichiara pure parti giano di misure a favore del Monte Cenere, ma crede che esse debbano essere indipendenti dal trat tato di Lucerna. Oltre il ritardo che deriverebbe dalla riunione di una nuova Conferenza, non devesi dimenticare che la Germania vuole una linea prin cipale non interrotta, prima che si passi alla costru zione delle linee secondarie. L ’ oratore conchiude raccomandando la proposta della maggioranza.
Il signor P residente fa osservare che la discus sione sul Monte-Cenere avrà luogo piuttosto a pro posito del secondo decreto ; quindi dà lettura del seguente emendamento, proposto dal signor Wirth-
S an d :
« I n modificazione dell’ art. 3 della Convenzione
del 1889, gli Stati sovvenzionanti, come la Compagnia del Gottardo, dichiarano applicare al traffico fra la Svizzera e l’ Italia le tasse per il traffico di transito fra la Germania e l’ Italia.
« Gli Stati contraenti daranno ugualmente la loro approvazione ai piani ed alle perizie ».
Il riuvio della proposta W irth alla Commissione, chiesto dai signori Zingg e F o rre r, è respinto.
Dopo alcune osservazioni del sig. W irth -S an d in appoggio della sua proposta, la parte relativa alle tarilfe è respinta da 48 voti contro 4 2 ; e quella circa la ratifica degli Stati contraenti dei piani e delle perizie, è respiuta da 50 voti contro 33. —- L’ art. I o è poi adottato senza modificazione, al pari degli articoli 2° e 3°; per cui resta approvato il de creto federale per la ratifica della Convenzione di Lucerna.
L’ Assemblea passa quindi al secondo decreto circa la sovvenzione suppletoria a favore dell’ impresa del Gottardo, il cui § I o suona cosi:
« I o La Confederazione svizzera partecipa per una somma di fr. 6,300,000 alla sovvensione su p p letoria spettante alla Svizzera, a tenore del protocollo finale del 10 giugno 1877 e del trattato internazionale del 12 marzo 1878; questa somma è pagabile nelle condizioni e termini previsti dal detto trattato inter nazionale, purché la linea da Giubiasco a Lugano (linea del Monte-Cenere) faccia parte del programma, e che sia dimostrato che le altre condizioni ed ipo tesi qui sotto siano adempiute:
« I o Che a fianco alla sovvenzione menzionata della Confederazione, i Cantoni interessati all’ impresa del Gottardo si impegnino ad assumersi, sia in to talità, sia per la maggior parte, le sovvenzioni com plementarle che loro imponeva la Conferenza di Berna; « 2° Che la sovvenzione complementaria di 1 1|2 milioni, di cui si sono caricate le linee della Nord- Est e della Centrale, sieno garantite da obbligazioni valevoli, firmate dai loro organi competenti, o tra smesse al Consiglio federale, conformemente ad un formulario da determinarsi da lui, in un termine spirante col 31 agosto ;
3° Che le sovvenzioni suppletorie, di 10 milioni ciascuna, che si assumono l’ Impero di Germania ed il Begno d’ Italia, a tenore della Convenzione com plementaria del 12 marzo 1878, siano assicurate con un avviso officiale dei Governi di questi due paesi.
«; 4° Che in un termine da fissarsi dal Consiglio feferale, la Compagnia del Gottardo, con una com pleta giustificazione fina ¡ziaria, fornisca la prova che, comprese le sovvenzioni, complementarle, essa pos siede le necessarie risorse per compiere l’ impresa, la linea del Monte Cenere inclusivamente, confor memente ai piani e perizie approvati e da sancirsi dal Consiglio federale ;.
« 5° Che la Compagnia del Gottardo dichiari im pegnarsi ad adottare pure, per i trasporti diretti fra la Svizzera e l’ Italia, come tasse massimali quelle fissate regolarmente da trattati per il transito fra la Germania e l’ Italia, ed a rinunciare inconseguenza alle tasse superiori, che sarebbe in diritto di perce pire a tenore di alcune concessioni cantonali. »
Il signor V autier, in nome della conciliazione, domanda la votazione della proposta da lui presentata in seno alla Commissione, la cui clausola principale suona :