L'ECONOMISTA
G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L ESCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, F E R R O V I E , I N T E R E S S I P R I V A T I
Direttore : M. ,T. de J o h a n n i s
Unno XLV1 • Voi. L Firenze-Roma, 16 Marzo 1919 f 1 2341 !
1919
Il favore dei nostri lettori ci ha consentito di supe-rare la critica situazione fatta alla stampa periodica non quotidiana, dalla guerra, durante quattro anni, nei quali, senza interruzione e senza venir meno ai nostri impegni, abbiamo potuto continuare efficacemente il nòstro com-pito. Il periodo di crisi non è ancora cessato nei riguardi delle imprese come le nostre; tuttavia sentiamo di poter proseguire più alacremente e di poter anzi promettere no tevoli miglioramenti non appena la diminuzione dei costi ci consentirà margini oggi inibiti.
BIBLIOTECA D E L L ' " ECONOMISTA „
S T U D I E C O N O M I C I F I N A N Z I A R I E S T A T I S T I C I P U B B L I C A T I A C U R A D E L L ' E C O N O M I S T A 1 ) F E L I C E V I N C IL ' E L A S T I C I T À ' DE! CONSUMI
con le s u e a p p l i c a z i o n i ai c o n s u m i a t t u a l i e prebellici = L. 2 = = 2 ) G A E T A N O Z I N G A L IDi alcune esperienze metodologiche
tratte dalla prassi della statistica degli Zemstwo rossi
= L. 1 =
In v e n d i t a presso i principali librai-editori e presso l ' A m m i n i s t r a z i o n e d e l l ' E c o n o m i s t a — 56 Via Gregoriana, Roma.
S O M M A R I O :
PARTE ECONOMICA. I cambi. Sai progetto Meda.
Circolazione del biglietti e della carta moneta.
Contro l'ingerenza dello Stato nella produzione mineraria. Opere di irrigazione.
Guerra e pace. SPUNTI ED APPUNTI.
1 Tesoro e debiti dello Stato — 2 Società per azioni al 31 di-cembre 1918 — 3. Prezzi — 4 Presupposto.,, m o n o t o n o .
RIVISTA BIBLIOGRAFICA. ROTE ECONOMICHE E FINANZIARIE.
I corsi dei c a m b i d u r a n t e l ' a n n o 1918
NOTIZIE - COMUNICATI - INFORMAZIONI.
Nascite e mortalità in Inghilterra — Tassa di negoziazione dei (i t o Società Italiana p e r l e Strade Ferrate Meridionali — Le per-dite dell'Inghilterra — Commercio francese — P r o d u z i o n e d ' o r o al
' r®n s va a l — Bilancio spagnolo del 1918 — Bilancio brasiliano p e l
1919 — La Banca di Spagna — Imposte sui benefici di g u e r r a in Fran-ila e in Inghilterra — Esazioni (lei Tesoro inglese — Casse di rispar-mio postali.
P A R T E E C O N O M I C A
I cambi.
Dopo un periodo di calma, nel quale si era riu-sciti a stabilizzare i cambi intorno a prezzi, che, se non rispecchiavano la realtà, erano però stati fissati per convenzione, cessati gli accordi relativi, siamo di fronte nuovamente ad una ascesa delle quotazioni, non solo, ma, ciò che più p e r t u r b a il mercato, a sus-sulti ed a sbalzi, che disorientano le contrattazioni.
Ciò è evidente segno che vengono-a mancare quelle convenzioni cui prima si è accennato, le quali impe-gnavano i;Governi degli Stati belligeranti, in specie, a provvedere con debiti contratti verso i paesi coi quali si voleva tenere mite il cambio, per il pagamento delle merci che in quelli venivano acquistate.
Non saremmo per provare alcuna meraviglia se in un prossimo avvenire, le quotazioni della lira, del franco, della sterlina dovessero fortemente peggiorare nei riguardi del dollaro, della pesetas, ed in genere di tutte le monete dei paesi neutrali.
Col cessare delle esistenti convenzioni fra gli Stati, dovrà necessariamente aversi una reazione notevole a quella restrizione prolungata che il fenomeno dei cambi ha dovuto artatamente subire per parecchi mesi.
Tuttavia crediamo che prima o poi, alla necessità di abolire tutte le artificiosità create dalla guerra, si debba giungere, se non si vuole addirittura asflsiare i traffici nelle strette che soffocano perniciosamente le libere espansioni e le vivide contrattazioni; ed allora è meglio che il fatto avvenga e subito, che abbia tutto lo sfogo di reazione di cui ha bisogno, che si equilibri intorno ai punti naturalmente giusti e permetta il r i p r e n d e r e dei commerci, secondo le leggi naturali che hanno ben regolato il mercato du-rante secoli.
Vedremo allora cessare l'Istituto dei cambi, ve-d r e m o abbanve-donarsi le restrizioni nelle importazioni ed esportazioni, vedremo impostarsi sulle nuove con dizioni, anche se dure, le industrie ed i commerci, e penseremo allora a come dovremo regolarci per r i p a r a r e se quelle condizioni ci fossero troppo pe-nose e come avviarci verso la conquista di un regime meno difficile.
Conquista che non dovrà più essere accompagnata dal bagaglio di leggi e leggine, di decreti luogotenen-ziali o ministeriali, ma dovrà avere per base una si-cura coscienza dei p r o d u t t o r i italiani, che la facilitò negli acquisti dei cambi, si raggiunge, per un paese co-me il nostro, colla massima e migliore esportazione di prodotti e manufatti.
Oggi i mercati dove riversare qualsiasi genere di prodotti non mancano. Tutto il mondo, per oltre quat-t r o anni, si è gradaquat-tamenquat-te privaquat-to di una serie innu-merevole di necessità. Basta appena presentarsi colla merce per t r o v a r e con facilità notevole acquirenti a pronta cassa.
E' vendendo, vendendo quanto più possibile all'è -stero, anche se con qualche sacrificio interno, che rag-giungeremo, a mano a mano che la circolazione car-tacea verrà ridotta, una certa mitezza di cambi ed una certa loro fermezza.
E' augurabile che il Governo secondi con la più am-pia facoltà di esportazione una politica la quale sarà per rendere benefìci notevoli al paese, all'agricoltura, alle industrie.
L A N F R A N C O M A R O I
I FATTORI DEMOGRAFICI DEL CONFLITTO EUROPEO
122
Sul progetto flìeda.
1, Codice?Sono completamente d'accordo col mio maestro Einaudi nell'approvare l'idea di tentare almeno un primo passo nella semplificazione e sistemazione della legislazione finanziaria; anzi è di tutta la legislazione che o c c o r r e fare ciò. P u r t r o p p o lo Stato italiano non riesce n e m m e n o più a far c o m p r e n d e r e ai suoi sud-diti la sua volontà; fra la miriade di leggi e decreti, mollo spesso in c o n t r a s t o fra loro, chi può oggi cono-scere e precisare la volontà che ci comanda"? (e lascia-' m o la questione, comunissima, del diverso modo di
i n t e n d e r e la stessa legge da due organi dello Stato). La presunzione che ognuno sappia il diritto è capo-volta: nessuno lo sa oramai. E ne scapita non più. la autorità, ma la dignità dello Stato.
2. Lo zoppo come stampella. •> Zoppo è chi non può c a m m i n a r e da sè; stampella ciò a cui quello si appoggia: un cieco può essere stam-pella (divisione di lavoro nell' associazione fra gli s t o r p i : u n o vede e l'altro regge per due), uno zoppo no, p e r c h è la somma di due persone, ognuna delle quali ha una sola gamha sana, non fa due persone, una a due gambe sane e l'altra a due rotte, nè, an-che ciò ammesso, la prima reggerebbe la seconda, p e r c h è le forze s a r e b b e r o uguali. T e o r e m a complica-tissimo di equilibrio statico e dinamico, che qui non può trattarsi: ma può bene applicarsi.
« L'articolo 149 dispone che (ad i m p e d i r e la fa-cile presentazione di proggetti di legge di condono di penalità finanziarie, che p u r e solo il p a r l a m e n t o potrà sanzionare) un terzo dell'ammontare delle pe-nalità vada agli operai vecchi e inabili ed un terzo ai militari ».
Ma c o m e ? ma se costoro si erano appoggiati allo Stato? se questi invalidi e mutilati credevano di tro-vare nello Stato la sicurezza che nessuno mai avrebbe posto mano su ciò che è loro diritto s a c r o s a n t o ? se è lo Stato che deve proteggere e tutelare i minori, gli incapaci, i deboli? E p o i : in questi momenti in cui non solo i mutilati, ma gli industiali, gli operai, cioè le forze maggiori della nazione, d o m a n d a n o l'ap-poggio dello S t a t o ? E poi lo Stato siamo tutti n o i ! Ed allora 40 milioni di italiani, e cioè masse e n o r m i e f e d e r a t e di operai, t r u s t s di industriali, sette mi-lioni di famiglia, ecc., ecc., non h a n n o la forza, p u r organizzati nella f o r m a più forte, nello Stato, non hanno la forza di resistere al mal volere dei contri-buenti f r a u d o l e n t i e d o m a n d a n o questa forza a quei pochi ingbHi, vecchi, mutilati, persone rispettabili, ugualmente sacre gli uni e gli altri, i mutilati del la-voro e quelli della guerra, ma p e r s o n e d e b o l i d i corpo e quindi anche di animo, a cui basta un p a r l a r e al-tezzoso p e r d e p r i m e r n e le coscienze e travolgerli. E noi ci appogiamo a costoro.
O l'articolo 149 è una solenue c a n z o n a t u r a o noi siamo sull'orlo di un precipizio: ciè c r e d o aver di-mostrato da un p u n t o di vista fisico (sistema di molte forze poggiate ad una e s t r e m a debolezza).
3. Pace Meda-Einaudi?
Meda, intervista alla Tribuna: « la questione pre-giudiziale del funzionamento degli organi accertatoci è ragionevolissimo e sono lieto sia posta; l'opinione pubblica mi sorregge... ».
Einaudi 1 Elogio della burocrazia, passim, et si licet minimis... anche spunti ed appunti recenti. Ma il mi-nistro ed il p r o f e s s o r e hanno forse dimenticato che il loro accordo, di cui chiunque ami patria e scienza deve rallegrarsi, è nullo senza la ratifica della... da tutti due biasimata burocrazia.
4. Nominatività fiscale, che è ? giuridica? e allora è anche privata: non giuridica? e allora è inutile. Meno male che non è stata approvata l'idea di abolire i titoli al p o r t a t o r e e rimane così intatta quest'altra forma di l i b e r t à : ma qui in fondo, si punisce gravemente il con-t r i b u e n con-t e che usa di quella libercon-tà, facendogli pagare il 35 anziché l'uno o 2 per cento. E i dividendi
ri-scossi alla line dell'anno (fu già autorevolmente osser-vato) come p a g h e r a n n o in quell'anno stesso? e l'anno dopo come, se il p r o p r i e t a r i o li ha immediatamente v e n d u t i ?
5. Legami non
naturali-li ragioniere, che (ìrma la dichiarazione, contraria alla sua società e l ' a m m i n i s t r a t o r e personalmente re-sponsabile p e r le imposte dovute dalla società non sono un poco s n a t u r a t i nella loro funzione economica e nella loro posizione psicologica? quale sarà il loro r a p p o r t o con la società? mandato o c o n t r o l l o ? Il ces-sionario, responsabile dell'imposta dovuta dal cedente, come si t r o v e r à ? In (ine, e specialmente il divieto d'azione a chi non ha dichiarato il reddito da imporsi non è confusione fra diritto privato e pubblico, con danno dell'uno e dell'altro é con vantaggio di tutte le possibili f r o d i legali al r i g u a r d o ? Ancora più di quanto già non sia, è da c o n f o n d e r e amministrazione di giustizia con maniera di r i s c u o t e r e i tributi ge-nerali?
6. Ancora frane nel regime liberale.
L'abolizione del diritto di ricorso alla magistra t u r a ordinaria, anche sostituito dalle funzioni più giu-diziarie di quei quasi tribunali speciali che s a r a n n o le giunte di stima, non può assolutamente approvarsi, anzi va biasimata altamente. E' strana 1 insistenza con cui il Gabinetto dell'on. Orlando, e cioè de mag-gior m a e s t r o di giustizia amministrativa, porti in tutti i campi dell'amministrazione lo scalpello d i s t r u t t o r e della libertà dei cittadini. Anche se fossero veri e p r o p r i tribunali speciali, non s a r e b b e r o da a p p r o v a r e gli organi che vanno ad istituirsi, perchè è la giuri-sdizione unica, e cioè l'uguagliaza dei cittadini in tutte le loro manifestazioni, il p o r t a t o della libertà, per cui fu c o m b a t t u t o tanto tempo. Questo è il fenomeno forse meno appariscente, ma più grave e sintomatico della crisi sociale bellica e post-bellica.
7. Discriminazioni.
Mi p a r e esattissimo a m m e t t e r e che nelle coope-rative e m u t u e assicurazioni non debbono tassarsi gli utili ripartiti fra i soci, dopo pagato gli interessi dei j| capitali; questo è utile di consumo, che sfugge al si- ! stema di imposte dirette o sul r e d d i t o prodotto. An-che bene è avere dichiarato An-che gli utili delle società, al momento in cui al netto sono erogati, debbano con-siderarsi redditi non da lavoro, p e r c h è infatti è un poco difficile scorgere il lavoro che fanno gli azioni- | sti. Ma n e m m e n o è esattissimo chiamarli redditi da
puro capitale, p e r c h è azione non è obbligazione. Certo |
123 mutuarlo, confuse questa sua naturai funzione di
mu-tuante con quello di socio e comprò azioni invece di obbligazioni, è nata la crisi delle società anonime, che poi si manifestò sotto la forma di scalata alle banche. Anche questa crisi, come spesso, nacque da malo uso di organi non guasti; ma di ciò in altra oc-casione.
8. La famiglia come soggetto di dovere finan-ziario avrà grand.: importanza nel nuovo progetto: nelle brevi e monche informazioni l'inora date dai giornali quotidiani non è detto altro che « la famiglia sarà considerata dal punto di vista della solidarietà e dell'economia »; occor r e r à dunque conoscere meglio la precisa disposizione di legge. Ma non sarà più la famiglia che oggi è soggetto dell'imposta detta
ap-punto di famiglia, basata sul concetto civile di con-siderazione riunita dei genitori e dei tigli soggetti alla loro potestà; sarà forse la famiglia rilevata dal censimento, considerata cioè come convivenza di per-sone anche non parenti secondo il codice civile? La determinazione sarà importante e non forse facile p e r c h è la prima concezione si fonda sul vincolo giu-ridico fisso e semplice, indicato dal codice civile, mentre la seconda ha base meno stabile e meno fa-cilmente determinabile.
9. In conclusione mende non mancano nel pro-getto e molte altre potrebbero rilevarsi. Ma in com-plesso esso va appoggiato, perchè tenta sistemare e correggere molto.
GIULIO CURATO.
Circolazione dei biglietti e della carta moneta.
Nella tavola seguente è r i p o r t a t a p e r i p r i n c i p a l i Stati la situazione a l l a f i n e di ogni a n n o : 1913 1914 1915 1916 1917 1918
I n g h i l t e r r a : (migliaia di lire sterline) Banca d' nghilterra .
Currency-notes
29.61 36.14
38.48 103.13 35 31 150.14 39.68 212.78 45.94 323.24 70.31
Totale. 29.61 74.62 138.44 189.82 258.72 393.55
Copertura oro in migliaia di Ls.
Per cento 34.98 118 87.99 118 79.98 58 82.80 44 86.84 34 107.55 27 F r a n c i a : (migliaia di franchi) Banca di Francia 5714 10.043 13.216 16.580 22.337 30.250 Copertura metallica Per cento 4157 72 4514 '45 5431 41 1 5379 (1) ) 1593 (2) J 32 (1) ) 23 (3) 5599 2037 25 16 5796 2037 19 13 I t a l i a : (migliaia di lire) Banca d'Italia Banco di Napoli Banco di Sicilia
Buoni di cassa dello Stato
1764 418 101 525 2162 629 145 700 3040 771 157 1082 3877 946 190 1500 6539 1575 310 1500 9105 1874 423 1500 Totale. 2808 3636 5050 6513 9924 12902 Copertura metallica Per cento 1558 56 1606 45 1536 31 1336 21 1309 13 1279 10 R u s s i a : (migliaia di rubli) Circolazione di biglietti 1679 2864 5305 8591 18-21 oli. 1917 ult. conosciuto 17859
_
Metallo: totale Di cui: o r o all'esteroCopertura oro compreso l'oro all'estero per cento Non compreso l'oro all'estero per cento .
1745 170 104 94 1816 214 63 56 1919' 270 36 31 3737 2150 44 18 3771 2309 21 8 — G e r m a n i a : (migliaia di marchi) Banca dell'Impero • Banche private di emissione
Casse di prestiti
Buoni di cassa dell'Impero
2593 160 240 5046 134 1317 360 6918 143 2347 360 8055 158 3407 360 11468 163 7689 360 22188 269 10109 360 Biglietti di banca di ogni natura in possesso di
banche di emissione 2993 79 6857 928 9768 1327 11980 447 19680 1348 32926 5420 Copertura metallica Per cento 2914 5929 8441 11533 18332 27506 Copertura metallica Per cento 1521 52 2197 37 2549 30 2606 23 2672 15 2361 9 A u s t r i a - U n g h e r i a : (migliaia di corone) Banca di Austria-Ungheria 2.494 5.137 7.162 10.889 18.440 35.500 Copertura metallica Per cento 1563 63 1195 23 811 11 354 3 382 2 —
(1) Compreso l'oro all'estero. (2) Oro all'estero.
124 L'ECONOMISTA 16 m a r z o 1919 - N. 2341
Il bilancio delle Assicurazioni di Stato.
Nel n u m e r o del 7 a p r i l e 1918 dell'Economista ac-cennai a q u e s t o I s t i t u t o che va a s s u m e n d o nell'eco-nomia nazionale una i m p o r t a n z a s e m p r e maggiore, sia c o m e e s t e n s i o n e di ailari, sia c o m e simbolo di statizzazione, a l m e n o nella m e n t e di chi lo volle e nel d e s i d e r i o di molti s t a t o l a t r i di oggi.
Esposi allora la f o n d a z i o n e d e l l ' I s t i t u t o , la sua consistenza al m o m e n t o iniziale della sua attività, lo s v o l g i m e n t o nel p r i m o a n n o e poi lo s t a t o di esso nel 1916. Mi ricollego d u n q u e a quel l a v o r o p e r in-dicare, p e r quel poco che ci fanno c o n o s c e r e i bi-lanci pubblicati, lo s v o l g i m e n t o della sua attività nel 1917. I. — Patrimonio all' 1-1-17 e ì-1-18. 1. Titoli di S t a t o : naz. + e s t e r i = totali 157,00 + 1 = 158,00 180 + 1 = 181 Titoli f o n d i a r i : 7 , 0 0 + 1 8,00 6 + -1,00 — - = 0 0,58 1 - = 1 167,58 187 1 = 188 42,91 40 9,09 9 0,37 33,35 39 253,20 280 223,09 247 11,90 14 0,64 1 17,57 18 naz. + e s t e r i = totali Titoli f e r r o v i a r i i : naz. + e s t e r i = totali — + 1 = Titoli varii : naz. e s t e r i = totali 0,58 Titoli in totale : 2. m u t u i 3. Stabili 4. Depositi 5. Diversi Attivo. . . • 1. P a t r i m o n i o n e t t o o assi c u r a z i o n i 2. F o n d o oscillazioni . . 3. R i s e r v a 4. Varii Il t o t a l e p a t r i m o n i a l e a u m e n t a di 27, cioè di 1[9 circa, d o v u t o p e r l'attivo q u a s i e s c l u s i v a m e n t e ai ti-toli di S t a t o nazionali, c o m e fu a c u t a m e n t e p r e v i s t o dalla d i s c u s s i o n e p a r l a m e n t a r e s u l l ' i m p i a n t o dels t i t u t o ; pel padelsdelsivo il p a t r i m o n i o netto, edelsdelsendo l'I-s t i t u t o di Stato, poco r i e l'I-s c e a d i f f e r e n z i a r l'I-s i dall'attivo.
A c o p r i r e tale p a t r i m o n i o n e t t o c o n c o r r o n o t u t t e le p a r t i t e d e l l ' a t t i v o , salvo u n a p a r t e delle attività diverse.
II. — Conto introiti e spese pel 1916 e 1917, P r e c o s t i t u i t a . . . . 18 D i r e t t a 20 24 P r i v a t a 3 3 1. P r o d u z i o n e totale. 41 44 i o j stabili . . . 1 1 2. b'g titoli . . . . 6 8 ^ S 1 i n t e r e s s i . . . 3 3 3. E m i s s i o n i . . 4. Varie. . . . I n t r o i t i . . . . A u m e n t o di patri-I 52 56 inolilo. I n t e r e s s i . . . . I m p o s t e . . . . A m m i n i s t r a z i o n e 1. P a t r i m o n i a l i . . 0,7 2. A m m i n i s t r a z i o n e 1 '5 3. I m p o s t e e t a s s e . 0,2 4. Acquisto e p r o -d u z i o n e . . 2,3 5. Oscillaz. valori . 5,0 6. I n c a s s o . . . . 0,7 7. A m m o r t a m e n t o . 0,2 8. Varie e s o p r a v v e nienze . . . . 0,3 9. O n e r i di con-t r a con-t con-t o . . . • 21,1 32,0 20_ 24 ff, 2 0,4 0,4 1 1 0,4 0,2 0,1 23 32
p a t r i m o n i o ; così c h e le spese r e s t a n o i d e n t i c h e nei d u e esercizi p a r a g o n a t i .
Ciò è b e n e . Le spese p e r o n e r i di c o n t r a t t i au-m e n t a n o di 2 au-milioni, au-ma quelle p e r oscillazione di valori d i m i n u i s c o n o p e r a l t r e t t a n t o . Non s a p p i a m o con quali c r i t e r i sia fatta q u e s t a ultima d i m i n u z i o n e , c h e a p r i m a vista non si giustifica t r o p p o f a c i l m e n t e . Nelle a l t r e spese si p u ò n o t a r e l ' a u m e n t o d e l l ' a c -q u i s t o o p r o d u z i o n e .
Il r e d d i t o l o r d o , o s o m m a degli i n t r o i t i , sta al ca pitale come 1[5. Gli a l t r i r a p p o r t i , già s t u d i a t i nel-l ' a nel-l t r o a r t i c o nel-l o , di p o c o si s p o s t a n o , d a t o i p o c h i s s i m i s p o s t a m e n t i s o p r a a c c e n n a t i . La differenza n e l l ' a u -m e n t o del p a t r i -m o n i o n e t t o è d o v u t a p e r + 4 all'at-tività c o n t r a t t u a l e ( p r e m i i m e n o oneri), p e r 2[4 alla attività p a t r i m o n i a l e e poi a d a l t r e p a r t i t e varie. Quella si è estesa a l m e n o nelle spese a s c a p i t o di q u e s t a nella e c o n o m i a g e n e r a l e d e l l ' I s t i t u t o e ciò s e m b r a un bene. Gli o n e r i di c o n t r a t t i s o n o d a t i da : attività p r e c o s t i t u i t a -r- d i r e t t a + p r i v a t a = t o t a l e d ' i n d e n n i t à , di polizze, di r i s c a t t o di r e n d i t e Totali. 7 + 8 4-2 + J + 18
+
+
+
0,54 0,10 0,10 0,40 = V, 14 10,54 8 , 1 0 2 , 1 0 2,40 23,14 che, a p a r a g o n e d e l l ' a n n o p r e c e d e n t e indicano u n a d i m i n u z i o n e di 1 m i l i o n e p e r l ' a t t i v i t à p r e c o s t i t u i t a di riscatto c o n t r o a u m e n t o di 1 alla p r e c o s t i t u i t a di polizze, 1 a quella di i n d e n n i t à ed 1 a quella d i r e t t à d ' i n d e n n i t à .* * *
La gestione speciale della Cassa Mutua di T o r i n o si p r e s e n t a così (con le v a r i a z i o n i s u l l ' a n n o p r e c e -d e n t e ) :
stabili 10 titoli 39 (—3) + m u t u i 18 ( 2) va-r i e — (— 3) = 67 (— 4) p a t va-r i m o n i o attivo. Assicuva-ra- Assicura-zioni 64 (— 3) + r i s e r v a , f o n d o oscilaAssicura-zioni, ecc., 3 (— 1) = 67 (— 4) p a t r i m o n i o passivo.
P r e m i 4 r e d d i t i p a t r i m o n i a l i 3 = i n t r o i t i 7. C o n t r a l t i 9 ( + 8) a m m i n i s t r a z i o n e 1 = s p e s e 10 (_). 8) — d e c r e m e n t o p a t r i m o n i a l e 3 (— 8) = esito 7.
Come si vede, q u e s t a g e s t i o n e ha subito p r o f o n d e modificazioni: d i m i n u i s c e il p a t r i m o n i o totale, p e r c h è d i m i n u i s c o n o all'attivo i titoli e v a r i e a l t r e p a r t i t e ed al passivo le a s s i c u r a z i o n i ; ma s p e c i a l m e n t e il red-dito si modifica, p e r c h è , r e s t a n d o i m m u t a t o l'attivo, t r a s f o r m a c o m p l e t a m e n t e il p a s s i v o : gli o n e r i p e r c o n t r a t t i s a l g o n o da 1 a 9 e p e r c i ò l ' i n c r e m e n t o pa-t r i m o n i a l e di 5 si pa-t r a d u c e in d e c r e m e n pa-t o di 3.
G. C.
T o t a l i spese.
Il c o n t o i n t r o i t i a u m e n t a di 4 milioni, dovuti alla p r o d u z i o n e d i r e t t a (piccole v a r i a z i o n i in a l t r i capi-toli p o s s o n o t r a s c u r a r s i ) e d e v o l u t i a l l ' a u m e n t o di
Contro l'ingerenza dello Stato
nella produzione mineraria.
L ' a r g o m e n t o è i n v e r o vieto, nel s e n s o c h e il n o s t r o p e r i o d i c o , d u r a n t e i suoi q u a r a n t a c i n q u e anni di vita è s e m p r e s t a t o f a u t o r e delle libere p r i v a t e iniziative ed ha q u i n d i con ogni mezzo c o m b a t t u t a qualsiasi ingerenza da p a r t e dello Stato. T u t t a v i a la r i c e r c a è s e m p r e a t t u a l e in q u a n t o t e n d e a d i m o s t r a r e che là dove lo Stato ha voluto, in o p p o s i z i o n e ai p r i n c i p i i di l i b e r t à p r o c l a m a t i da tutti gli economisti, i n g e r i r s i di q u a l c h e m a n i f e s t a z i o n e e c o n o m i c a nazionale non solo non ha t r a t t o profìtti, ma ha c o s t a n t e m e n t e con-seguito u n a r r e s t o della p r o d u z i o n e ed ha i m p o v e r i t e le s o r g e n t i di ricchezza,
Questa volta d i a m o la p a r o l a al prof. P a s q u a l e G i a m p i e t r o c h e nella Miniera Italiana del 28 f e b b r a i o , l ' o t t i m o p e r i o d i c o dell'on. C e r m e n a t i , leva u n a voce s i n c e r a e p e r s u a s i v a sulle i n g e r e n z e dello Stato nella coltivazione delle m i n i e r e . Nulla a b b i a m o da aggiun-gere o da t o g l i e r e a q u a n t o con p i e n a evidenza scrive il G i a m p i e t r o .
L'ECONOMISTA 125 Ma l'indole e Io scopo limitatissimo di questo breve
commento non consentono; ne la classiiicazione si-stematica delle diverse disposizioni, nè, tanto meno, l'esame critico delle medesime. Perciò, prescindendo dalle n o r m e di « polizia mineraria », emanata princi-palmente con l'ordinanza 13 febbraio 1917 del Comi-tato per i combustibili nazionali, e da tutte le altre, m i r a n t i : ora, con c o m m i n a t o r i e e promesse di premi, o con facilitazioni, esenzioni ed aiuti di diverso ge-nere, ad a u m e n t a r e la produzione; ora, a facilitarne e disciplinarne il « t r a t t a m e n t o » , il t r a s p o r t o e i a vendita; ora, infine, a regolarne e r i d u r n e la distri-buzione ed il consumo; mi limiterò qui a richiamare l'attenzione del lettore sopra una tendenza, che pare vada s e m p r e maggiormente effermandosi nell'istituto dell'ingerenza governativa nell'« esercizio privato » dell'industria.
Noi abbiamo già vislo, che le tendenze unificatrici e r i f o r m a t r i c i si sono manifestate sin dai primi decreti luogotenenziali, rispetto all'ingerenza statale in ge-nere. Invero, dalle p r i m e disposizioni sulla « revoca » e la « decadenza », si passa t r a v e r s o le molteplici di-sposizioni, sino alle requisizioni: parziali o totali della produzione, prima, delle miniere, d o p o ; e finalmente all'esercizio statale delle miniere requisite.
Ora, che tutto ciò avvenga in tempo di guerra, Io si può a m m e t t e r e in tesi generale, facendo, s'intende, le opportune riserve circa la razionalità e praticità dei singoli p r o v v e d i m e n t i ; ma che con atti e fatti, si tenda a far sì che anche a pace conclusa lo Stato eserciti un'azione «tutoria » eccessiva, nell'esercizio privato di queste industrie, o che peggio ancora, si tenda all'esercizio statale di esse, mi s e m b r a pericolo nazionale così grave, da giustificare a pieno un grido d'allarme anche se intempestivo. Ed io mi auguro che questo mio grido d'allarme sia, non soio intempestivo, ma del t u t t o fuori di luogo.
A questo proposito, non avrei che a c e d e r e la pa-rola ai n o s t r i migliori industriali, ma pel m o m e n t o sarà sufficiente r i c o r d a r e che in Italia, e più partico-larmente in Sardegna, l'industria mineraria languì, sino a q u a n d o fu esercitata d i r e t t a m e n t e o indiret-tamente dallo Stalo, e incominciò a svilupparsi rapi damente, solo quando, auspice il Cavour, all'esercizio statale si sostituì quello privato.
Così, per i risultati finanziari, si sa che le miniere di Agordo, pervenuteci dall'Austria, finché r e s t a r o n o in mano dello Stato, f u r o n o esercitate s e m p r e con perdita, oscillante fra le 200 a 300 mila lire annue. Appena passarono alla Ditta Magni, non solo diven-tarono attive, ma d e t t e r o risultati tali, che le mede-sime vennero valutate p e r un milione di lire, nei bi-lanci della Ditta. In seguito, le miniere f u r o n o cedute per due milioni; e, sino all'ottobre scorso vennero esercitate, s e m p r e con profitto, dalla «Montecatini».
Per la produzione, b a s t e r e b b e r i c o r d a r e che dalle miniere di Monteponi il Governo, coltivando in regia, dal 1830 al 1850, trasse soltanto 4345 tonnellate di minerale di piombo e n e m m e n o un quintale di mi-nerale di zinco; m e n t r e invece l'industria privata ri-cavò: dal 1850 al 1900, tonn. 317.250 di minerale di piombo e tonn. 353.187 di minerale di zinco; e dal 1900 al 1916, tonn. 82.840 di minerale di biombo e 213,820 di minerale di zinco. Vale a dire una produ-zione complessima di circa un milione di tonnellate, con una produzione media annua di tonnellate 17.270, di fronte ad una produzione media annua di sole ton-nellate 217, ottenuta dallo Stato.
Come, però, r i m a n e r e muti a tranquilli, nulla so s p e t t a n d o l e l'eccessiva ingerenza governativa si ma-nifesta anche quando e dove non ve ne sarebbe bi-sogno, e se ad essa fanno r i s c o n t r o : da una parte, 'a tendenza alla demanializzazione del sottosuolo, af fermatasi col decreto che modifica la nostra legisla zione mineraria coloniale, dall'altra, atti e contratti, che assicurano allo Stato la partecipazione agli utili deH'industria, non nella f o r m a di imposte, che p r e 'evìno a vantaggio della collettività una parte della «rendita m i n e r a r i a » , ma nella forma di
cointeres-senza nelle aziende industriali minerarie, in corri spettivo di « apporti », rappresentati, dicesi, dal valore delle concessioni accordate. Quando infine, la diret-tiva statizzatrice del Governo sia condivisa e favorita, in tutti i modi, da burocratici, di c a r r i e r a o... d'oc-casione, i quali dissimulano o manifestano lealmente la loro viva e n a t u r a l e speranza di raggiungere, tra v e r s o l'ingerenza o l'esercizio statale, alcuni di quei vantaggi economici, cui gl'impiegati da t r o p p o tempo aspirano invano e che, attualmente, appaiono ancora più giusti e indispensabili, dati i r i m e d i sempre tar-divi e inadeguati c o n t r o il vertiginoso aumento del costo della vita?
Perciò, salvo a t o r n a r e sul sistema demaniale, nei prossimi articoli, sarà bene ripetere, qui, ancora una volta :
1° che non deve confondersi l'istituto della « pro-prietà mineraria » con quello dell'ingerenza governa-tiva nell'esercizio p r i v a t o » dell'industria, potendo be-nissimo coesistere, come col fatto sono coesistiti, il « sistema demaniale » e la completa libertà dell'in-dustria dall'amministrazione « tutoria » dello Stato; e che perciò gli stessi fautori della demanialità del sottosuolo non devono vedere, nell'ingerenza statale, quasi una conseguenza inevitabile del sistema dema-niale. o peggio ancora il mezzo per giungervi;
2° che teorici e pratici, fautori del sistema « fon diario, demaniale o industriale », si dichiararono tutti c o n t r a r i all'ingerenza economica governativa, la quale si a d d i m o s t r ò s e m p r e e d a p p e r t u t t o esiziale all'in-c r e m e n t o delle all'in-coltivazioni minerarie.
Lo Stato deve, sì, occuparsi di p r o m u o v e r e e pro-teggere la nascita e lo sviluppo di queste importan-tissime industrie, ma non con l'intralciare, paraliz-zare o soffocare l'iniziativa privata, sì bene coll'ap-p r e s t a r l e quelle condizioni, quei mezzi e quegli aiuti, cui l'iniziativa, attività e la ricchezza privata sono, s e m p r e o in d e t e r m i n a t i luoghi e tempi, incapaci di p r o v v e d e r e .
E se ciò è a dirsi per gli Stati, in generale, in spe-cial modo poi va d e t f b p e r io Stato italiano.il quale, m e n t r e sino alla vigilia della p r e s e n t e guerra, nulla ha fatto, p r e t e n d e n d o che tutto dovesse attendersi dai privati (a momenti persino l'unificazione legislativa); ora, in luogo, come avviene spesso, di passare all'altro eccesso, di volere cioè fare tutto da sè, giungerebbe all'assurdo: di volersi occupare p r o p r i o di quello, che non sa e non deve fare, e di non voler dere, invece, a quanto esso solo può e deve provve-dere.
126 6 L'ECONOMISTA 16 marzo 1919 - N. 2341 nori, perchè l'industria sarà nata e si sara talmente
irrobustita, da poter sopportare, senza gravi pericoli, i colpi da orbo, che le saranno inferii dall'ostinatezza e dall'imperizia governative. Laddove, oggi, quando l'industria è appena nata e, in molte parti d'Italia, deve nascere ancora, l'intervento statale significhe-rebbe: a r r e s t o dell'attuale risveglio industriale e ro vina totale o parziale di molte aziende minerarie.
Sembra, poi, strano che si pensi ad affidare allo Stato l'esercizio delle miniere, proprio quando ì pes-simi risultati dell'esercizio statale fanno da più parti invocare il ritorno persino di alcuni « servigi pub-blici» all'industria privata; esempio: i telefoni; e quando, a prescindere da tutte te altre ragioni, che indussero economisti e statisti a consigliare l'eser-cizio statale delle miniere, innumerevoli fatti sfanno a dimostrare, non solamente l'imperizia generica dello Stato italiano, in materia d'industria, ma p u r anche la sua imperizia specifica, in materia di miniere.
Opere di irrigazione <*>.
Le o p e r e della s e c o n d a serie, cioè a mezzo di piccoli serbatoi della p o r t a t a u t i l e di litri 3800 im-p o r t a n o u n a sim-pesa m e d i a di L. 1,120 im-per ettaro, per 9800 ettari, e l ' a n n u a spesa di esercizio u n i t a all'interesse ed a m m o r t a m e n t o del c a p i t a l e s a l e a L. 132 per ettaro.
Q u e l l e della terza serie, cioè a mezzo di g r a n d i s e r b a t o i della p o r t a t a utile di litri 65,000 con u n a spesa m e d i a di L. 1,075 per e t t a r o p e r 130,000 et-t a r i i m p o r et-t a n o u n a spesa a n n u a di esercizio e di interesse ed a m m o r t a m e n t o di L. 75 p e r ettaro.
Questi calcoli di spesa s o n o stati fatti nel 1917 in via s o m m a r i a e d o v r a n n o essere a u m e n t a t i . In o«ni m o d o s e m b r a c h e si debba" c o m i n c i a r e colle o p e r e m e n o costose della p r i m a e s e c o n d a s e n e c h e p e r m e t t o n o di r e n d e r e irrigabili p i ù di 30,000 e t t a r i *
P e r il Molise s o n o stati s t u d i a t i tre progetti di onere i r r i g u e : il 1° p e r l'irrigazione di 75 ettari in t e r r i t o r i o di I s e r n i a ; il 2° per l'irrigazione in
t e r r i t o r i o di V e n a f r o di e t t a r i 2,000, ed il 3° per ICUIIUIIU VX» TV.»»»»»»». ' l. i r r i g a r e s e m p r e in t e r r i t o r i o di V e n a t r o , u n a
pia-n u r a di e t t a r i 5,000 c h e copia-n il bepia-nefìcio della irri-gazióne t o r n e r à a d essere p r o s p e r a c o m e al t e m p o dei R o m a n i .
Questi tre u l t i m i progetti i m p o r t a n o rispettiva-m e n t e u n a spesa d ' i rispettiva-m p i a n t o di ,50,000, 800,000 ed 1,800,000 lire. . . .
A n c h e nella Sicilia vi s o n o progetti di irriga-z i o n e ; d a l l a i n c h i e s t a del 1910 sulla Sicilia a p p a r e c h e s o p r a u n a superficie p i a n e g g i a n t e di 111,000 ettari ve ne e r a n o irrigati solo 35,577, p o t e n d o s i con o p p o r t u n e o p e r e r a d d o p p i a r e tale c i f r a .
Bisogna a n z i t u t t o o p p o r r e u n a r g i n e alla f u r i a delle a c q u e , con o p e r e di r i m b o s c h i m e n t o (fra c u i q u e l l a d e l l ' E t n a c h e u n a base h a di 1,600 chilo-m e t r i q u a d r a t i ) p e r i chilo-m p e d i r e le f i u chilo-m a n e . I n o l t r e si p u ò a c c r e s c e r e a r t i f i c i a l m e n t e la q u a n t i t à d ' a c q u a colle s e r r e m o n t a n e (piccole e successive c h i u s e
a t e r r a z z e ) e con s e r b a t o i . <-•••• O l t r e ai serbatoi, sono c o n v e n i e n t i in Sicilia le
d i g h e di s b a r r a m e n t o nell'alveo s o t t e r r a n e o p e r far r i m o n t a r e l ' a c q u a alla superficie è il mezzo usato nella p r o v i n c i a di Messina, di r a c c o g l i e r e le a c q u e latenti c o n dighe e gallerie filtranti, il cui costo si calcola da 500 a 1,500 e p i ù lire p e r ogni l i t r o d ' a c q u a al secondo.
Cosi per la Sicilia, ricca di corsi d ' a c q u a d a ì m m a g a z z i n a r e e di a c q u e s o t t e r r a n e e , sono stati stu-diati, s e m p r e a c u r a della C o m m i s s i o n e Reale pel-le i r r i g a z i o n i e del Ministero di a g r i c o l t u r a :
1° Un s e r b a t o i o della c a p a c i t à di 6,000,000 di m e . d e t t o di S a n P i e t r o D e n u s i n o , p e r l'irriga-zione di circa 2,400 ettari, in t e r r i t o r i o del c o m u n e
f di T e r r a n o v a , p r o v i n c i a di CaltaniSsctta; di q u e s t o progetto, q u a n t u n q u e in corso d ' i s t r u t t o r i a , e stata a u t o r i z z a t a la esecuzione i m m e d i a t a dei lavori,
del costo di 3,000,000 di l i r e ; . 2° Un s e r b a t o i o della c a p a c i t a di 10 m i l i o n i
di metri c u b i , p e r la i r r i g a z i o n e di 8,300 ettari, e stato p r o g e t t a t o nel b a c i n o del t o r r e n t e C a r r u b b a , s e m p r e nel t e r r i t o r i o di T e r r a n o v a e della spesa di .5,000,000 di l i r e ;
3° U n terzo s e r b a t o i o nella stessa località e progettato nel b a c i n o del fiume Gela per l'irriga-zione di 4,400 altri e t t a r i di t e r r e n o e della spesa di 7,000,000 di l i r e ;
4° Ed infine u n g r a n d i o s o p r o g e t t o e allo s t u d i o per la c o s t r u z i o n e , nel corso del fiume Salso, di 5 successivi s e r b a t o i della c a p a c i t a t o t a l e - d i 20,500,000 m e t r i c u b i p e r l'irrigazione di 15,UUU ettari di t e r r e n i e la p r o d u z i o n e di 1,340 c a v a i ì di forza m o t r i c e , con u n costo di 60,000,000 di lire.
E p o i c h é la C o m m i s s i o n e Reale aveva per iscopo di s t u d i a r e il m o d o m i g l i o r e p e r i r r i g a r e le regioni p i ù bisognose di a c q u a n o n si l i m i t o agli s t u d i p e r l'Italia m e r i d i o n a l e m a c o m p i l ò u n p r o g e t t o p e r i r r i g a r e con le a c q u e del Varatelhi in provin-cia di Genova, 1,000 e t t a r i con u n a spesa di 2.000,000 ed h a allo s t u d i o u n progetto p e r " r i g a r e . i n t o r n o a R o m a 3,000 ettari con u n a spesa di 4,000,000.
Alcuni di questi progetti s o n o definitivi, altri, p u r e essendo di m a s s i m a sono p e r ò in i s t a t o di a v a n z a t a e l a b o r a z i o n e ; in ogni m o d o e da augu-rarsi c h e il G o v e r n o c o m i n c i a r e n d e r e esecutivi a l m e n o q u a l c h e d u n o dei m i n o r i , n o n fosse altro, p e r e s e m p i o e s t i m o l o alle iniziative p r i v a t e .
E d i n v e r o a n c h e q u e s t e n o n sono m a n c a t e , anzi s o n o assai n u m e r o s i i p r o g e t t i d ' i r r i g a z i o n e d o v u t i a valenti p r o f e s s i o n i s t i e che si r i f e r i s c o n o a diverse regioni d'Italia, m a p o i c h é di questi molti n o n h a n n o a n c o r a s u p e r a t o lo stato di e s a m e da p a r t e dei c o r p i tecnici g o v e r n a t i v i , così se ne t r a l a s c i a l'elencazione a n c h e p e r n o n f a r sorgere nelle p o p o l a z i o n i v a n e ed i n t e m p e s t i v e speranze.
Il p r i n c i p i o del sussidio ai s e r b a t o i e laghi ar-tificiali per c r e a z i o n e di forza ed a scopo d'irriga-zione ne f a v o r i r à la cread'irriga-zione di tali s e r b a t o i nu-merosi nel N o r d A m e r i c a , ve ne h a n n o a n c h e in Italia, f r a cui n o t e v o l e q u e l l o del lago di M u r o L u c a n o (progetto O m o d e o ) c h i u s o a valle da u n a diga ad arco, a calcestruzzo alta 57.20, c o n u n al-tezza d ' a c q u a di 52 e spessore della m u r a t u r a alla base di 18 m e t r i ed in s o m m i t à di 5.
P r e s s o c h é di e g u a l e altezza la diga della Ba ! d e n a presso G e n o v a al G a r g e n t o .
R e c e n t e m e n t e si ebbe u n a p o l e m i c a scientifica t r a l'Ing. L u i g i Luiggi p a r t i g i a n o delle d i g h e a scogliera e l'ing. R a n t o l i ad esse c o n t r a r i o ; que-s t ' u l t i m o d e que-s i d e r a c h e i progetti di que-serbatoi e laghi artificiali s i e n o b e n studiati. Essi sono p r o g e t t a t i ad a l t i t u d i n i p i u t t o s t o elevate d o v e i c o n t r a s t i di t e m p e r a t u r a s o n o forti f r a le v a r i e p a r t i della diga e gli e s a l v e a m e n t i pericolo i.
F r a i progetti s o p r a n o m i n a t i ve ne e q u a l c u n o c o m e q u e l l o della i r r i g a z i o n e c o n le a c q u e del For-t o r e e del B i f e r n o e q u e l l o di i r r i g a z i o n e con le
_ i t ni I ) ». ! « 111 o ì n A p n P
(1) Vedi Economista N. 2.340 del 9 m a r z o 1919, pag. 115.
IOJC 13 Vil^I i z u c i 1 ' » p , .
a c q u e s o t t e r r a n e e di s o r g e n t i del B r i n d i s i n o efie r i s o l v o n o il p r o b l e m a dell'irrigazione a b b i n a t o a quello di bonifica. P o i c h é questi progetti r a p p r e -s e n t a n o u n n u o v o indirizzo n e l c a m p o dei miglio-r a m e n t i a g miglio-r a miglio-r i e t e n g o n o a miglio-r a g g i u n g e miglio-r e c o n la mi-n o r e spesa il m a g g i o r e effetto possibile, r i t e mi-n g o o p p o r t u n o a c c e n n a r e ai p r i n c i p i i generali ai q u a l i questi p r o g e t t i d o v r e b b e r o ispirarsi.
16 marzo 1919 — N. 2341
La b o n i (Ica, t a n t o con cavi di scolo q u a n t o con idrovore, h a s e m p r e in generale per obbiettivo di ribassare, o m e d i a n t e il n a t u r a l e sfogo, o cou l'edu-zione d e l l ' a c q u a s o v r a b b o n d a n t e , la s u p e r f ì c i e di u n a f a l d a di a c q u a , c h e scorre in u n s o t t o s u o l o i m p e r m e a b i l e ed affiora, dove per la bassa q u o t a di terreni rispetto al m a r e , t r o v a ostacolo p e r il suo libero m o v i m e n t o .
E' evidente d u n q u e doversi correggere t a l e condizione di fatto p r i m a c h e c o n a l t r a a c q u a , p o r t a t a nel p e r i m e t r o o c c u p a t o dalle a c q u e sta-gnanti, si venga a p e g g i o r a r e le condizioni idro-m e t r i c h e . Il p r o b l e m a si s c i n d e allora in d u e d i s t i n t e questioni : 1° quello della b o n i f i c a ; 2° q u e l l o della irrigazione. Il genere di bonifica da a d o t t a r s i d i p e n d e da u n f a t t o r e locale, la q u o t a dei t e r r e n i , ed a s e c o n d a che questi si t r o v i n o od a l q u a n t o elevati od ai livello, o, depressi, r i s p e t t o al m a r e , si presta l'im-piego dei canali di scolo e delle m a c c h i n e i d r o v o r e .
In a m b e d u e i casi le a c q u e r i c a v a t e d a l l a bo-nifica p o s s o n o giovare per l'irrigazione. D o p o c h e i c a n a l i o le i d r o v o r e a b b i a n o agito a m a n t e n e r e basse le a c q u e a f f i o r a n t i , si potrà, o f e r m a n d o o d e v i a n d o l ' a c q u a dei canali, o s o l l e v a n d o l a di al-q u a n t i m e t r i , con mezzi m e c c a n i c i , i r r i g a r e al-quelle zone di t e r r e n o a q u o t a p i ù elevata c h e r i m a r r a n n o s e m p r e a s c i u t t e nei p e r i o d i di g r a n d i calori e di p r o l u n g a t a siccità.
Il p r o b l e m a così p r o p o s t o si a d a t t a q u a s i esclu-s i v a m e n t e alle condizioni del Mezzogiorno d ' I t a l i a ; l ' a b b i n a m e n t o della b o n i f i c a con l ' i r r i g a z i o n e è s e m p r e d e t e r m i n a t o d a p a r t i c o l a r i condizioni cli-m a t i c h e .
In p r o s s i m i t à di t e r r e a c q u i t r i n o s e , percorse da sorgive di falde affioranti, che d à n n o origine a stagni inalarigini, costrette in a n g u s t e depressioni, esistono a q u o t a p i ù elevata terre aride, dove nes-s u n a c o l t u r a a r b o r e a , o p r i v a t a , o a l t r i m e n t i red-ditizia è possibile senza l ' i m p i e g o dell'irrigazione.
Il litorale da Brindisi a Lecce, ad esempio, si trova in queste p a r t i c o l a r i c o n d i z i o n i e la q u o t a delle a c q u e utilizzabili è così bassa c h e n o n pos-sono essere d e r i v a t e s e m p l i c e m e n t e c o n canali e la i n s a l u b r i t à delle c o n t r a d e è così a c c e n t u a t a c h e n o n p e r m e t t e il popolarsi delle c a m p a g n e .
Così, q u a n d o senza irrigazione n o n p o s s o n o aversi c h e le solite c o l t u r e estensive, gli agricol-tori a b b a n d o n a n o la c a m p a g n a , t r a n n e c h e nei
tempi di raccolta e di v e n d e m m i a ed in questi periodi vi d i m o r a n o p a g a n d o u n largo c o n t r i b u t o all'infezione m a l a r i c a .
Siccome d u n q u e la bonifica si i m p o n e s e m p r e per e l i m i n a r e gli effetti della m a l a r i a a n c h e nei brevi periodi di i n t e n s e f a c c e n d e c a m p e s t r i , e d'altra p a r t e della b o n i f i c a si d o v r e b b e m a n d a r e inutilizzata al m a r e , i p r i n c i p i di s a n a e c o n o m i a p u b b l i c a c o n s i g l i a n o di utilizzare con l'irrigazione un b e n e c h e a l t r i m e n t i a n d r e b b e disperso.
In m o l t i casi, c o m e si è detto, l'irrigazione n o n p u ò sussistere se n o n a i u t a t a d a l l a bonifica, n o n solo per il fatto della m a l a r i a esistente m a a n c h e p e r c h è il costo della u n i t à di v o l u m e d ' a c q u a sol-levata m e c c a n i c a m e n t e ad u n ' a l t e z z a m e d i a pro-ficua p e r la sua utilizzazione è tale c h e g r a v a di t r o p p o nella e c o n o m i a di u n a azienda. Se all'im-p i a n t o ed all'esercizio delle m a c c h i n e c o n c o r r e la bonifica, il costo d e l l ' a c q u a p o t r à r i d u r s i q u a s i s e m p r e in limiti tollerabili.
Un a l t r o e s e m p i o c h e d i m o s t r a l'utilità dell'ab-b i n a m e n t o delle d u e f u n z i o n i , lo t r o v i a m o nelle terre del litorale a d r i a t i c o a valle di Lecce.
Ivi i c a n a l i di scolo p e r c o r r o n o zone basse e costituite per la m a g g i o r p a r t e d a t e r r e n i sterili o tufacei m e n t r e le t e r r e coltivabili sono a q u o t e più e l e v a t e ; esistono già le i d r o v o r e per lo smal-t i m e n smal-t o delle a c q u e e se u n a p a r smal-t e della loro
po-tenza di esercizio potesse concedersi al solleva-m e n t o della q u a n t i t à di a c q u a necessaria alle ir-rigazioni, il costo di queste u l t i m e s a r e b b e s e m p r e s o p p o r t a b i l e dagli agricoltori ed i benefici sareb-b e r o notevoli.
L a g r a n d e zona di bonifica di C a n d e l a r o , fra il Gargano, Foggia ed i L a g h i Adriatici, è nelle iden-t i c h e condizioni ; in essa si h a n n o zone più ele-vate, nelle q u a l i l ' a c q u a p o t r e b b e conveniente-m e n t e essere i conveniente-m p i e g a t a .
Secondo r e c e n t i dati, s o p r a 1,872,025 ettari di b o n i f i c h e classificate di p r i m a categoria ne e r a n o state b o n i f i c a t e 708,204 di cui p i ù della m e t à nel l'Alta Italia. Vi è d u n q u e u n m i l i o n e di ettari tut-t o r a da b o n i f i c a r e .
Da q u a n t o si è detto p r e c e d e n t e m e n t e a p p a r e c o m e m i g l i o r a n d o la n o s t r a legislazione in mate-ria di irrigazione, a r m o n i z z a n d o l a con i bisogni ed i progressi della e c o n o m i a a g r a r i a ed organiz-z a n d o u n s i s t e m a di aiuti tecnici ed e c o n o m i c i da p a r t e dello Stato in m o d o da r e n d e r e esecutivi t a n t i progetti da t e m p o i n v a n o s t u d i a t i , si potreb-b e r o i r r i g a r e a n c o r a estese zone di t e r r e n o spe-c i a l m e n t e nel Mezzogiorno d'Italia. Si r i d u r r e b b e così s e n s i b i l m e n t e la superficie a n c o r a irrigabile in Italia c h e u n a p u b b l i c a z i o n e ufficiale del Mi-n i s t e r o di a g r i c o l t u r a faceva a s c e Mi-n d e r e Mi-nel 1905 a
1,207,729 e t t a r i di c o n t r o a 1,364,969 ettari già ir-rigati, q u a s i e s c l u s i v a m e n t e nell'Italia settentrio-nale.
A q u e s t o p r o p o s i t o d e b b o p e r ò osservare c h e d a recenti dati statistici raccolti d a i l o stesso Mi-nistero, n o n a n c o r a c o m p l e t a m e t e elaborati, le d u e cifre s a r e b b e r o s e n s i b i l m e n t e r i d o t t e e special-m e n t e q u e l l a della superficie del R e g n o a n c o r a irrigabile, g i a c c h é nella p r e c e d e n t e statistica si è
t e n u t o c o n t o spesso o del valore topografico senza q u e l l o idrografico o viceversa.
In ogni m o d o si p u ò f a r e molto, si deve f a r e e c o n la p i ù g r a n d e sollecitudine.
Q u a n t u n q u e d a -molti a n n i e da m o l t e foi ti diverse si m e t t o n o in evidenza i v a n t a g g i e c o n o -m i c i e sociali dell'irrigazione, s e -m b r a t u t t a v i a ne-cessario insistervi in u n m o m e n t o così decisivo per il r i n n o v a m e n t o e c o n o m i c o del n o s t r o Paese.
Il linea g e n e r a l e l'irrigazione a u m e n t a e mi-g l i o r a le p r o d u z i o n i unitarie, ne a s s i c u r a la cont i n u i cont à , p e r m e cont cont e lo s v i l u p p o di p r o d u z i o n i m u l -tiple, p r i m a t i c c i e , i n d u s t r i a l i , ne d i m i n u i s c e il costo ed in m o l t i casi fertilizza il t e r r e n o ; e n e l c a m p o sociale dà il benessere a l l ' a g r i c o l t u r a e m a g g i o r e i m p i e g o di m a n o d ' o p e r a f a v o r e n d o il passaggio dal l a t i f o n d o e dalle c o l t u r e estensive a quelle intensive. Infatti c o n f r o n t a n d o l ' a u m e n t o per a l c u n i d e c e n n i delle c o l t u r e di cereali, foraggi, p r o d o t t i a l l ' a s c i u t t o nel Mezzogiorno o di q u e l l e stesse p r o d o t t e in alta Italia, i t e r r e n i irrigui, o a l t r i m e n t i irrigati, si h a n n o differenze della m e t à ed a n c h e spesso m a g g i o r i a vantaggio delle pro-d u z i o n i u n i t a r i e o t t e n u t e in t e r r e n i irrigui, senza c o n t a r e , c o m e a p p a r e n e l l a seguente tabella, c h e nell'Italia m e r i d i o n a l e a c a u s a d e l l a siccità di al-c u n e zone il r a al-c al-c o l t o va al-c o m p l e t a m e n t e p e r d u t o , f e n o m e n o c h e si ripete g e n e r a l m e n t e p e r due an-n a t e ogan-ni d e c e an-n an-n i o , P r o d u z i o n e m e d i a per e t t a r o in p r o v i n c i a di F o g g i a nel q u i n q u e n n i o 1909—13 : 1909 Q u i n t a l i 16,00 191 0 » 7,7 191 1 » 12,7 191 2 » 4,5 1918 » 17,1 Media del q u i n q u e n n i o q u i n t a l i 11,4. Oscillazione m a s s i m a q u i n t a l i 12,7.
du-128
r a n t e l ' a n n o 1917, m e t t e n d o in c o n f r o n t o regione per regione, la p r o d u z i o n e dei p r a t i n a t u r a l i asciutti a q u e l l a dei prali n a t u r a l i irrigui.
COMPARTIMENTO
Prati naturali asciutti Prati naturali irrigui COMPARTIMENTO Superficie In ettari Produzione in quintali Superficie in ettasi Produzione in quintali P i e m o n t e 1611.200 6.786.000 176.000 10.361.000 Liguria 1)2.000 594.000 160 0.000 L o m b a r d i a 115.700 6.763.000 70.700 7.660.000 V e n e t o . 042.000 7.205.000 20.000 1.125.000 E m i l i a 52.000 2.140.000 28.700 2.604.000 T o s c a n a . 242.300 2.724 000 4 300 319.000 U m b r i a . 10.500 177.000 300 22.000 Lazio 70.500 1.144.000 1.600 92.000 Abruzzi e Molise . 16.810 409.000 600 40 000 C a m p a n i a 30.800 683.000 600 40.000 Basilicata 22.200 200.000 -Calabria . 6.000 60.000 1.500 74.000 S a r d e g n a . — — 500 19.000 (Continua).
Guerra e pace.
L'Intesa mantenne il frónte unico nell' azione di guerra fino al giorno della vittoria — poi lo ruppe — il fronte unico nell'azione di pace fu dimenticato.
I q u a t t r o armistizi con la Bulgaria, la Turchia. l'Austria-Ungheria, la Germania vennero firmati se-gretamente dai q u a t t r o Generalissimi Comandanti le forze alleate dai q u a t t r o separati settori di guerra, cioè: da Epernay pel settore bulgaro, da Allenby pel settore turco, da Diaz pel settore austro-ungarico, da Foch pel settore germanico.
Gli armistizi colla Bulgaria e colla Turchia portano impronta positiva, razionale, pratica, antiveggente — in entrambi venne pattuita la immediata occupazione delle due capitali nemiche Sofia e Costantinopoli.
Gli armistizi coll'Austria Ungheria e colla Germania sono ad impronta essenzialmente latina, sentimentale — cioè, di gente soddisfatta nel vedersi inginocchiati ai piedi gli autocrati secolari nemici — la occupazione di Metz e Strasburgo vale Berlino, disse Foch — la occupazione di T r e n t o e Trieste vale Vienna, disse Diaz — e, così, nè Vienna nè Berlino vennero occu-pate.
* * *
La Bulgaria e la Turchia accetteranno e firmeranno il protocollo di pace che loro imporrà T Intesa, per-chè le loro capitali Sofia e Costantinopoli sono occu-pate dalle truppe alleate inglesi, francesi, ilaliane, ame-ricane.
L'Austi ia-Ungheria e la Germania non firmeranno, perchè le loro capitali Vieena e Berlino non sono oc-cupate dalle truppe alleate ed associate.
Foch e Diaz non ricordavano, nel momento del-l'armistizio, che Bismark nel 70 dettò la pace alla Fran-cia mentre le truppe tedesche bivaccavano a Parigi.
Tre mezzi sono a disposizione della Intesa per de-cidere gli Imperi centrali a capitolare e firmare il protocollo di una pace giusta e duratura, non tede-sca — e cioè:
1°) la marcia su Berlino, Vienna, Budapest e Pie-troburgo da parte degli eserciti delle cinque Grandi Potenze alleate ed associate (Stali Uniti d'America, Giappone, Francia, Inghilterra, Italia).
2°) il blocco alimentare ed economico. 3°) la Società delle Nazioni.
II p r i m o mezzo — che sarebbe il più sicuro; ed in fallibile — si presenta di assai difficile attuazione colle
16 marzo 1919 - N. 2341 sole forze dell'Intesa, oggi ancora mobilitate e sotto le a r m i .
Perchè la marcia sulle capitali nemiche si possa imprendere bisognerebbe che nuovi yrossi conlinyenti
di truppe americane e giapponesi venissero in Europa
a rinforzare degli eserciti dell'Intesa.
Ma poiché assai diffìcilmente America e Giappone si deciderebbero a tale invio — e poiché è possibile che Francia, Italia e Inghilterra addivengano a nuove mobilitazioni, con tutta probabilità dovremo rinun-ziare all'uso del primo mezzo.
Restano a disposizione il secondo e terzo mezzo: la funzione del blocco alimentare non ha bisogno di commenti — parla da sè — il digiuno deprime fisi-camente e moralmente.
La Società delle Nazioni deve essere, ad un tempo,
e minaccia d'isolamento, di boicottaggio economico — e lusinga e stimolo dell'amor proprio e.della dignità nazionale dei due Stati nemici a chiedere di venire inscritti, da pari a pari, in quella società che ha per missione di mantenere nel mondo la pace assieme al libero sviluppo 'economico di tutte le Nazioni grandi e piccole ad essa consociate.
Naturalmente, come proponevo nel n. 2309 dell'E-conomista, la Società sarebbe prima costituita fra le cinque Grandi Potenze alleate ed associate — salvo a ricevere poi la inscrizione degli altri Stati mano mano che chiedono di farne parte.
In quanto riguarda la Germania, Austria-Ungheria, Turchia e Bulgaria la loro inscrizione alla Società dovrebbe essere subordinata alla accettazione e sti-pulazione dei preliminari di pace concretati dall'In-tesa.
Notizie positive da Parigi sulle intenzioni del Su-premo Consiglio dei q u a t t r o in merito alla scelta dei mezzi per condurre le Potenze centrali alla stipula-zione dei preliminari di pace non se ne hanno— ed è logico che cosi sia.
Se però dobbiamo arguire da qualche fatto sinto-matico di attualità— primo fra i quali la coscrizione
obligatoria parziate, testé votata dalla Camera dei
Co-muni d'Inghilterra, onde mantenere sulle diverse re-gioni un corpo di occupazione di 900 mila uomini in questo momento d'incertezza — possiamo darci a buona speranza che intendimento dell'Intesa sia di
rinforzare l'azione del blocco e della Società delle Na-zioni con truppe di manovra, pronte per imporre la pace al nemico anche con la forza.
In tale senso si espresse il Ministro della guerra, Curchill, allorché rispondendo alla Opposizione disse: « come potrebbe l'Inghilterra i m p o r r e la pace al ne-« mico senza possedere adequate forze militari?... «...Seguendo la politica dell'Opposizione, l ' I m p e r o « britannico si troverebbe senza esercito il giorno in « la Germania dovrà eseguire il trattato di pace ».
La Conferenza di Parigi si è ornai persuasa che
periculnm in mora—; attendiamone dunque, tranquilli,
le imminenti deliberazioni.
A. LOMELLINO
S P U N T I E p A P P U N T I
1. Tesoro e debiti dello Stato.Come in ogni famiglia, così in quella nazionale, è buon criterio educativo far presente ai singoli com-ponenti lo stato patrimoniale della azienda di cui ognuno soffre i costi e gode gli utili e, se ciò si fa poco nelle famiglie disordinate e nei paesi poco edu-cati politicamente, non si ha altro dovere che tentare di correggere tale difetto.
Lo Stato italiano alla fine dell'anno passato pre-sentava la seguente situazione di tesoro (in milioni) (1) :
(1) Nel n u m e r o d e l 26 maggio a c c e n n a i al conto del tesoro ed i n q u e l l o d e l 29 s e t t e m b r e r i p o r t a i i dati d e i d e b i t i e d e l tesoro alle fine d e l s e m e s t r e p r e c e d e n t e a q u e l l o q u i a c c e n n a t o . D' alt r o n d e l'Economisalta r i p o r alt a s e m p r e i d a alt i d e l m o v i m e n alt o f i n a n -ziario,
L'ECONOMISTA 129 cassa 676, che nel semestre ultimo era diminuita
di — 432;
crediti 9.664, che nel s e m e s t r e ultimo erano aumentati di -f- 4.290;
= attivo 10.340,che nel semestre ultimo era aumen-tato di + 3.858 ;
— debiti 23.010, che nel semestre ultimo erano, di-m'nuiti di — 4.543 ;
netto 12.670, che nel semestre ultimo era dimi-nuito di — 685 ;
e la seguente situazione di debiti (rendita e capi-tale). 3,50 % = 283 e 8.098 3 » = 5 » 160 3,50 » — 33» 944 4,50 » = 33 » 721 5 » = 691 » 13.845 Consolidati 1.046 e 23.768 Redimibili 88 » 1.961 Separati 6 » 171 Esclusi dal gran libro . . 45 » 1.325 Santa Sede 3 » 65
Totale 1 188 e 27.290 A questi debiti veri e proprii vanno aggiunti quelli del T e s o r o e cioè :
Verso gli Stati Uniti. . . . 257 e 6014 » » altri Stati esteri . 422 » 9.361 Totale all'estero. . . 679 e T5375 Titoli ferroviari ~48 e 1.551 Buoni del tesoro 190 » 3.820 Totale. . . 917 e 20746 che, aggiunti ai precedenti, fanno :
2.105 e 48.036.
So mme c e r t o considerevoli, che devono preoccu-pare ogni cittadino non meno che i cosidetti ammi-nistratori.
Quelli f a r a n n o bene ad interessarsi delle condi-zioni finanziarie dello Stato, di cui sono contribuenti, e le riviste e i giornali quotidiani hanno il dovere di fornire loro dati semplici e coordinati.
Gli a l t r i d o v r e b b e r o non a l t e r a r c i dati ed il l o r o valore.
Così non può approvarsi il modo con cui l'on. To-scanelli p r e s e n t ò alla Camera dei deputati il 7 marzo il nostro problema finanziario del d o p o - g u e r r a ; egli affermò che il fabbisogno finanziario sarà ora di 8 mi-liardi, m e n t r e la ricchezza nazionale è di 100 miliardi. Avrebbe potuto e dovuto soggiungere che il reddito nazionale, su cui viene a caricarsi quel fabbisogno, è di 15 miliardi, cioè appena del doppio, e la cosa, pre-sentata così, fa spavento : per ogni lira che gli italiani p r o d u r r a n n o , dovranno ' d a r n e mezza allo Stato. Ma questo paragone, sebbene molto ripetuto, non è esatto, perchè calcola il reddito nazionale al valore della mo-neta pi ima della guerra e il fabbisogno finanziario al valore attuale. Va dunque o ridotto il secondo ad una metà o ad un terzo, o aumentato il p r i m o al doppio o triplo. Ciò per la verità economica e... politica.
L ' o n . Nitti aveva detto il giorno prima che l'I-talia ha, o -avrà fra poco, 80 miliardi di debito sta-tale (di cui 20 all'estero) ; d u n q u e il calcolo a n d r e b b e fatto c o s ì : ricchezza nazionale 200-300 milioni, meno 80 di debito statale (20 all'estero); r e d d i t o nazionale 30-45 miliardi, meno 8 alio Stato.
Così va impostato il problema ed allora fa meno spavento, p u r dovendo p r e o c c u p a r e c o n t r i b u e n t i ed amministratori.
2. Società per azioni al 3I-11-1918.
Il Sole riporta i seguenti dati, ricavati con calcoli
ed approssimanfisi al vero, sul fenomeno dell'asso-ciazionismo economico. Le Società anonime, che al 30 giugno 1914 erano in n u m e r o di 5.950 con un ca-pitale di 6.500 milioni di lire, erano a! 31-12-18 ben
1.673 con un capitale di 11 miliardi e più. Dunque t e i 4 anni e mezzo di crisi bellica il n u m e r o è
aumentato di 823, cioè di 1[7 e il capitale di 4,7 mi-liardi, cioè 2[3. Infatti in media ogni Società aveva milioni 1,09 di capitale al 1914 e 1,66 al 1918.
Se l'aumento è in gran parte spiegabile con la sva-lutazione della moneta, il concenti-amento è fenomeno reale ed è uno dei più notevoli effetti dell'economia di guerra.
3. Prezzi.
Mentre il n u m e r o indice dell'Economist mostra una discesa dei prezzi (da 6.094 a 5.851, con diminuzione di 243, cioè di 1[25), voglio indicare i seguenti due prezzi realizzati in una cittadina del Piemonte : due maiali L. 4.000 in complesso ed alcuni ettari di ter-reno a L. 20.000 l'uno. E nessuno dei due erano prezzi di affezione o prezzi speciali a persone.
4. Presupposto... monotono.
E' stato acutissimamente osservato, e non da teo-rici, che la r i f o r m a finanziaria progettata incontra la maggiore difficoltà nella... burocrazia, che dovrà ap-plicarla e specialmente a c c e r t a r e il reddito. Se il n o s t r o maggior problema finanziario è nell'accerta-mento, come benissimo insegna l'Einandi, è pur vero che gran parte dell'evasione è dovuta, oltre che alle imperfezioni della legge, agli organi amministrativi che l'applicano.
G. C.
RIVISTA BILIOGRAFICA
Dott. G I A C I N T O E R E D I A . — I contributi delle provinole e
dei comuni nelle spese delle opere pubbliche. Roma,
Stab. Poligrafico Edit. Romano, 1919, pag. 20. L'A. raccoglie in brevi pagine un esame sul fon d a m e n t o giuridico dei contributi che lo Stato, in re-lazione alle spese che sostiene p e r o p e r e pubbliche, impone alle provincie, ai comuni ed ai consorzi in-t e r e s s a in-t i ; così con acume e compein-tenza viene a con-s i d e r a r e gli interecon-scon-si locali e gli interecon-scon-si particolari nelle opere pubbliche, e in corrispondenza i contri-buti reali ed i contricontri-buti locali; più innanzi la figura giuridica dei contributi reali e locali e la loro posi zione nella nostra legislazione; infine l'ordinamento finanziario delle Provincie e dei Comuni in relazione ai contributi locali e l'indirizzo della loro riforma.
U M B E R T O R I C C I . — Sulla opportunità di una storia
del-l'Economia politica italiana. E s t r a t t o della Nuova
Rivista Storica. Milano, 1918, fase. 15.
Col consueto spirito critico e con l'abituale stile salace il prof. Ricci, sostiene molto validamente la opportunità che sia scritta una storia la quale registri i progressi della economia politica in Italia e ciò non soltanto per la importanza che tale storia può avere agli occhi delia nazione, ma ancora p e r gli effetti che produce all'estero, in quanto la pubblicazione di buone s t o r i e è uno dei mezzi p e r accrescere lo splendore intellettuale di un popolo. Accennato ai mezzi di cui dovrebbe disporre ogni studioso di economia p e r poter c o n d u r r e le indagini deduttive ed induttive sulle quali si basa la scienza, l'A. fa una acuta ana-lisi delle qualità che dovrebbe possedere un econo-mista per mettersi al servizio della storia dell'eco-nomia italiana: dottrina, senso critico ed imparzialità. Conclude additando Pasquale Jannacone, come colui che meglio d'ogni altro potrebbe a p p r e s t a r e la storia della quale il paese nostro manca.
G A B R I E L E AMENDOLA. — Le cause e le conseguenze sociali
della guerra. Napoli, Stab. Cromo-tip.1918, fase. 24.
mo-130 L'ECONOMISTA 16 m a r z o 1919 - N. 2341 rale della sovranità e dei meri poteri, di restrizioni
a p p a r e n t e m e n t e a s s u r d e in c o n f r o n t o della empirica, anteriore concezione dei diritti dell'uomo e del cit-tadino. Infatti se la g u e r r a or Unita viene considerata esclusivamente nelle tendenze, t r a e partito dalle le-gittime naturali aspirazioni di consolidamento delle nazionalità, se invece r i g u a r d a t a nelle cause, nelle manifestazioni, nelle alleanze per esse determinatesi, presenta il contenuto reale e apodittico di un con-flitto f r a d u e sistemi, concon-flitto forse inesauribile, per la sostanziale differenza, che tali sistemi protonda-mente identifica e caratterizza, e tanto più ampio ed esteso, per quanto più profonde e vaste radici cia-scuno dei sistemi in lotta aveva p e r avventura in-nanzi stabilito nei vari rami dell'attività individuale e collettivi degli Stati, in cui erano rispettivamente imposti.
In q u a n t o alle conseguenze l'A^ prevede la sintesi e fusione, già in parte avvenuta, (turante e a cagione della guerra, delle tendenze più angolosamente acute ed opposte, verso la concezione di realtà positiva e verso la tutela di obbiettività pratiche e concrete, in c o n f o r m i t à delle particolari abitudini e tendenze di ciascun popolo.
NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE
I corsi dei cambi durante I' anno 1918. — Rife-r i a m o nella seguente, tabella i coRife-rsi medi mensili dei cambi e le medie, parimenti mensili, delle quotazioni ufficiali del corso dell'oro d u r a n t e lo scorso anno.Per il periodo a n t e r i o r e all'I 1 marzo 1918 — data dell'entrata in vigore del monopolio dei cambi — le cifre si basano sulle quotazioni ufficiali fissate di con-certo dai Ministeri del c o m m e r c i o e del tesoro a norma del R. D. 30 agosto 1914, n. 909, e dei vari d e c r e t i Mi-nisteriali emanati p e r l'esecuzione di quelli.
P e r il periodo successivo, si è presa per base la media f r a i prezzi di acquisto e quelli di vendita l'is-sati dall'Istituto Nazionale dei cambi a n o r m a del-l'art. 7 dei D. L. 11 d i c e m b r e 1917, n. 1956.
Quanto all'oro, si sono fa'tte le medie del corso fissato d'accordo coi Ministeri del commercio e del tesoro, a norma del D. I,. 10 genuaio 1918, n. 26. E appena necessario r i c o r d a r e che il corso ufficiale del-l'oro è stabilito sulla base del cambio della sterlina e vale al solo effetto di d e t e r m i n a r e la conversione in valuta cartacea delle obbligazioni stilate in oro (art. 39 del Codice di Commercio e arti. 1, prima parte, dei D. L. 28 febbraio 1916, n. 224).
Corso medio dei cambi e dell'oro in Italia nel 1918.
Mese 2 6 0 3 b fi. 75 a/ g.s . t. > fi.cz: Sterlin e Dollar i [(versamen -to telegra -fico) Peso s (Carta )
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1 Lir e or o Gennaio 147.73 189.09 40.18 8 41_
159.60 a Febbraio . 151 57 192.55 41.23 8.65 3.84 b 162.72 /dai 1» M a r z 0( d a l l ' 11 al 10 al 31 154.84)\g 151.25)'| 197.59,1= 197.39)! 42.1 )g 41.15)5 8.86 ) « 8.65 ^x -166.42)r; 164.55)g Aprile . . 154.70 208.23 42.06 8.86 - • 166.44 Maggio . . Giugno . . Luglio . . 157.88 161.02 157.S9 219.20 230.97 226.93 42.91 43.33 42.85 9.03 9.12 8.79 -169.92 173.51 170.33 Agosto . . 132.25 188.26 35.78 7.49 - 152.15 Settembre. 119.80 151.22 30.31 6.36 - 121.23 Ottobre. . 116.09 133.90 30.31 6.34 - 120.18 Novembre. 116.— 129.50 30.31 6.31 ' - 120.18 Dicembre . 116.— 129.50 30.31 6.35 — 120.18 Totale 110.26 183.08 31.62 7.87 - 150.14NOTIZIE - COMUNICATI - INFORMAZIONI
n. 26 cominciò il 26 gennaio.
b I pesos vennero quotati soltanto dal 13 al 25 febbraio.
Nascite e mortalità In Inghilterra. — Il dottor Salesby, sulla base di cifre fornitegli dall'ufficio centrale statistico inglese, af-ferma che con ogni probabilità q u a n d o il computo delle natività e della mortalità nel Regno Unito per l ' a n n o 1918 sarà ultimato, risulterà una eccedenza di morti sulle nascite, cosa non mai av-venuta in Inghilterra da almeno duecentocinquanta anni.
Infatti le nascite ohe in Inghilterra e nel Principato di Galles ammontavano nei 1913 a 881.000 sono discese nei 1915 a 814.000, per discendere ancora nel 1917 a 668 000 : u n a diminuzione quindi del 21 per cento nel breve periodo considerato. Ora sembra che per il 1918 le nascite non s u p e r e r a n n o le 600.000, mentre le morii sorpasseranno dì gran lunga questa cifra.
Si ritiene che l'accrescimento della mortalità sia dovuta par-ticolarmente alle epidemie che h a n n o fatto strage fra le giova-nissime generazioni ed in parte anche alle limitazioni alimentari alimentari imposte dalle necessità dell'approvvigionamento na-zionale
Lo stesso fenomeno, dice il dottor Salesby, si è verificato in Germania dove nella sola Berlino le nascite sono diminuite del 60 per cento.
In Londra d u r a n t e l'anno scorso le natività r a p p r e s e n t a n o una quota del 15 per mille, mentre le morti r a p p r e s e n t a n o u n a quota del 18,7 per mille. Si è p u r e constatato che la mortalità fra i nati illegittimi raggiunge in Inghilterra il 205 per mille, cioè precisamente il doppio di quella fra nati legittimi, ragione per la quale si invocano provvedimenti a favore delle madri che non sono spose.
La mortalità In Inghilterra. — Da statistiche ufficiali si a p p r e n d e che la morlalità in Inghilterra per lo scorso anno raggiunse la cifra di 18,1 per mille (18,7 a Londra), cifra finora mai raggiunta Le cifre massime precedenti erano state del !7,7 per l'Inghilterra e del 15,8 per Londra.
Per la prima volta il n u m e r o delle morti ha oltrepassato quello delle nascite. Tale aumento della mortalità va attribuito all'epidemia d'influenza, che nei soli tre ultimi mesi dell'anno fece oltre 100,000 vittime
Tassa di negoziazione del titoli. — L'articolo 12 della Legge 23 gennaio 1902 allo scopo di favorire il t r a m u t a m e n t o dei titoli al portatore delle Società in titoli nominativi aumentò di u n terzo l'aliquota di negoziazione p e r i primi in confronto di quella per i secondi.
M a l o scopo che questo provvedimento si proponeva non venne raggiunto principalmente perchè l'aggravio di tassa non era così sensibile da compensare la rinuncia al benefìcio della loro facilità di trasmissione, e perchè nessuna sanzione^fu stabir lita per attribuire la differenza tra le due aliquote di tassa agli intestatori dei titoli nominativi, così che la forma al portatore è stata sempre la preferita anche dopo la legge del 1902.
Dalle statistiche anteriori alla guerra relative alla tassa di ne-goziazione risulta infatti che Ir, media approssimativa dei titoli nominativi r a p p r e s e n t a appena un sesto del complesso dei titoli tassati : invece il valore complessivo dei titoli al portatore de-nunziati per le successioni risulta in continua e sensibile dimi-nuzione, tanto che m e n t r e nell'esercizio 1914-1915 il valore dei titoli ai portatore caduti in successione venne denunziato in lire 24,229,757 quasi uguale a quello dei titoli nominativi che f u di lire 24,774,189, negli esercizi successivi.il valore dei titoli al portatore denunziato andò man m a n o d i m i n u e n d o sino a scendere a lire 14,446,370 nell'esercizio 1907-1908 e L. 8,012,540 nell'esercizio 1914-1915.
Pertanto sulla traccia dei disegni di legge n. -68 e a n. 68-bis presentati nella seduta della Camera del 3 febbraio 1914 e dalla stessa approvati nella seduta del 2 luglio 1914, e discussi poi an-che avanti ai Senato, ma an-che non si promulgarono per considera-zioni d'ordine generale circa il m o m e n t o economico che attra-versava allora il paese è stato ora emesso un decreto da sottoporsi al Parlamento per la conversione in legge col quale m e n t r e a solo scopo di semplificazione contabile si diminuisce da L. 2,025 a L 2 per mille l'aliquota vigente per i titoli nominativi, si au-menta da L. 2,70 a L. 3,50 per mille quella sui titoli al portatore facendo obbligo alle Società sotto la comminatoria di sanzioni penali, di assegnare ai possessori dei titoli intestati il maggior profitto correlativo alla m i n o r e aliquota di tassa su di essi corri-sposta in confronto a quella che si applica ai titoli al portatore.