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Revisione/aggiornamento ottobre 2017

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Academic year: 2022

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Revisione/aggiornamento ottobre 2017

Delibera del Collegio dei docenti n. 63 del 26 ottobre 2017 Delibera del Consiglio di Istituto n.223 del 26 ottobre 2017

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INDICE

pag.03 Premessa

pag.04 Contatti e informazioni utili

pag.05 Il territorio e le scuole dell’Istituto pag.10 Orientamento strategico della scuola pag.12 Coerenza con l’autovalutazione

pag.12 Principi, finalità ed obiettivi educativi pag.14 Il curricolo verticale per competenze

pag.18 Il curricolo della scuola dell’infanzia - arricchimento dell’offerta formativa

pag.22 Il curricolo della scuola primaria - arricchimento dell’offerta formativa

pag.27 Il curricolo della scuola secondaria di I grado - arricchimento dell’offerta formativa

pag.40 Piano sviluppo e innovazione didattica pag.50 Reti di scuole e collaborazioni esterne

pag.50 Ambiente di apprendimento e dimensione relazionale pag.51 Attività alternative alla religione cattolica

pag.52 Attività per l’integrazione e l’inclusione scolastica pag.65 Accoglienza, orientamento, continuità

pag.73 Strutture e laboratori

pag.77 Pon/por il piano integrato d’istituto 2014/20 pag.78 Aree a rischio e a forte processo immigratorio pag.79 Il modello organizzativo per l’apprendimento pag.84 Sviluppo e valorizzazione delle risorse umane pag.86 Sviluppo e gestione strategica delle risorse

pag.92 Piano triennale di formazione del personale scolastico pag.94 Organigramma dell’istituto

pag.95 Organico dell’autonomia pag.97 I rapporti con l’utenza

pag.98 La valutazione degli apprendimenti pag.103 L’autovalutazione d’istituto

pag.106 Informativa trattamento dati personali

Il Piano Di Miglioramento

https://drive.google.com/file/d/1dZgVVXsASCYs9WodXH8kziM-apHatE- N/view?usp=sharing

(Il PDM è stato elaborato utilizzando il modello realizzato da Indire)

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Allegati:

Protocollo di accoglienza per alunni con disturbo specifico di apprendimento.

Protocollo d'accoglienza per l'integrazione e l’inclusione degli alunni stranieri

Atto di indirizzo del dirigente scolastico per la progettazione del PTOF 2016/17 – 2017/18 – 2018/19.

Le unità di apprendimento (UDA) Competenze chiave e cittadinanza

Criteri di valutazione

Piano di Miglioramento

Piano Annuale per l’Inclusione

Gli allegati è possibile scaricarli dal seguente link:

http://www.iccosenzaunozumbini.gov.it/pof-uda/category/48-ptof-2016-2019-e-allegati- aggiornamento-2017-2018

Per i regolamenti si rimanda alla sezione “regolamenti” presente nella home page del sito del nostro Istituto:

http://www.iccosenzaunozumbini.gov.it/regolamento

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Premessa

l comma 11 della Legge n. 107/2015 prevede che le istituzioni scolastiche predispongono, entro il mese di ottobre dell’anno scolastico precedente al triennio di riferimento, il piano triennale dell’offerta formativa. Esso, ai sensi del novellato art. 3 del Regolamento sull’autonomia scolastica (DPR n. 275 del 1999), è il documento che definisce ed esplicita l’identità del nostro Istituto scolastico, ed è lo strumento per integrare tra loro, in modo coerente e trasparente il Rapporto di valutazione, gli indirizzi emanati dal Dirigente scolastico ed il Piano di miglioramento. In esso sono esplicitati l’ispirazione culturale - pedagogica dell’Istituto, i collegamenti con gli enti territoriali e l’unità didattica - organizzativa dell’Istituzione scolastica, come evidenziato nelle Indicazioni Nazionali 2012.

Scopo principale del PTOF è illustrare l’offerta formativa a breve termine e disegnare lo scenario futuro, l’identità della scuola auspicata al termine del triennio nonché i processi di miglioramento continuo che si intendono realizzare. Alla sua elaborazione e approvazione si è arrivati attraverso una serie di modalità operative, che hanno visto il Dirigente scolastico impegnato in attività di consultazione, che si sono resi necessari per rendere trasparenti, esplicite e motivate le proposte della nostra scuola rispetto all’utenza e al territorio in modo da far sentire tutti coinvolti in prima persona nella stesura e realizzazione dell’azione educativa contenuta nel PTOF.

Dunque, il presente documento è stato elaborato in coerenza con il RAV, l’atto di indirizzo per la stesura del Piano dell’Offerta Formativa del Dirigente scolastico (prot. n. 6947-A/19 del 12/10/2017) ed il piano di Miglioramento tenendo conto delle esigenze degli alunni e delle famiglie rilevate mediante l’osservazione, la conoscenza e la consultazione del contesto ambientale.

Esso comprende il piano organizzativo delle attività e delle risorse in funzione delle proposte culturali, delle scelte educative e degli obiettivi formativi della scuola nel pieno rispetto dei tempi e dei ritmi di apprendimento di ciascun alunno.

Il PTOF è aggiornato annualmente, nel mese di ottobre, attraverso le delibere degli organi competenti e viene permanentemente esposto sul sito dell’Istituto e pubblicato su scuola in chiaro.

Un estratto del documento, contenente le notizie più significative per l’utenza, è distribuito ai genitori all’atto dell’iscrizione.

È doveroso sottolinerare che il raggiungimento dei risultati e l’offerta di servizi ed attività declinati nel PTOF sono condizionati dall’effettiva disponibilità delle risorse professionali e finanziarie che dovranno essere assegnate al nostro Istituto.

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Contatti e informazioni utili

Indirizzo: Via R. Misasi, snc – 87100 Cosenza

Sito web: www.iccosenzaunozumbini.gov.it

Codice meccanografico: csic89700c

Telefono/fax: 0984 21859

e-mail: csic89700c@istruzione.it

PEC: csic89700c@pec.istruzione.it

Codice univoco per fattura elettronica: UFUQUG

Giorni e orari di ricevimento del pubblico del Dirigente scolastico

Martedì e Giovedì : dalle 11.00 alle 13.00

Nelle suddette giornate sono fatti salvi eventuali impegni istituzionali del Dirigente scoalstico, che potrebbero portarlo fuori sede o rendere impossibile il ricevimento del pubblico stesso. Per casi di particolare necessità e/o urgenza, gli interessati potranno essere ricevuti anche in altra giornata o in altra fascia oraria, previa richiesta di appuntamento indirizzata alm Dirigente solastico e trasmessa a mezzzo posta elettronica ordinaria o posta elettronica certificata ai seguenti indirizzi:

csic8970c@istruzione.it; csic8970c@pec.istruzione.it

Giorni e orari di ricevimento del pubblico degli uffici di segreteria

Lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 11.00 alle ore 13.00

In particolari periodi dell’anno verranno fissati giorni di apertura anche in oraro pomeridiano

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Il territorio e le scuole dell’Istituto

Analisi socio culturale del territorio

l territorio nel quale insiste il nostro Istituto comprensivo è quello del Comune di Cosenza che rientra nell’area PIT 8 – Serre Cosentine - la cui estensione è di circa 34mila e 700 ettari nella parte sud- occidentale della provincia. All’interno di quest’area PIT il Comune di Cosenza, identificato come l’Atene della Calabria per via del suo passato culturale, costituisce il “motore” dell’innovazione sociale e produttiva, oltre che fonte di domanda di mercato apprezzabile per le attività produttive.

Esso in termini di popolazione residente è il più popoloso con circa 68.955 abitanti (dato ISTAT al 31/05/2013), pari al 47 per cento della popolazione complessiva dell’area. Cosenza ha una densità abitativa molto elevata (1992 residenti per Kmq) e insieme a Rende e Castrolibero rappresenta un’area urbana continua e fisicamente integrata, che mostra una forte agglomerazione urbana.

Negli ultimi anni nel Comune di Cosenza si è assistito ad una variazione della popolazione residente, con una perdita sostenuta a vantaggio dei comuni limitrofi. Infatti, la popolazione è passata dalle 108.054 unità del 1982 alle 70.185 del 2006.

Considerando la popolazione attuale va rilevato che, nel Comune cosentino, la popolazione femminile è prevalente. Infatti, vi risiedono 52,88 donne su 100 abitanti contro il restante 47,12% di sesso maschile.

Prendendo in esame la distribuzione della popolazione per fasce di età il Comune di Cosenza presenta una più alta incidenza relativa di anziani circa il 19,1 per cento, mentre la popolazione compresa tra lo 0 ed i 14 anni è pari al 14 per cento della popolazione, la più bassa dell’area PIT. Dunque, il Comune di Cosenza è quello con l’indice di vecchiaia più elevato, dove per ogni giovanissimo risiedono 1,4 anziani. Nell’area le attività terziarie, già nel censimento del 1991, assorbivano la maggior parte della popolazione e nello specifico il Comune di Cosenza è sicuramente quello più terziarizzato. Infatti questo settore assorbe circa l’82 per cento della popolazione attiva cosentina. Per contro Cosenza è uno dei comuni meno industrializzati dell’area (16,7 per cento) e con una quota insignificante di attivi in agricoltura (1,3 per cento). Sotto il profilo della posizione professionale, gli attivi (occupati e disoccupati) nell’area PIT 8 gravitano prevalentemente nella sfera dei lavori alle dipendenze. Infatti, questi ultimi rappresentano il 42 per cento del totale. Alquanto consistente è la quota assorbita dagli impiegati: il 28,5 per cento degli attivi.

Di rilievo pure la presenza di imprenditori e di lavoratori autonomi che a Cosenza con il 31, 6 per cento costituisce l’incidenza più alta dell’intera area, con il record di 9,1 imprenditori o lavoratori autonomi ogni 100 abitanti residenti. Tuttavia il sistema imprenditoriale locale soffre l’eccessiva polverizzazione delle strutture produttive che, com’è intuibile, non consente alle iniziative imprenditoriali di conseguire adeguate economie di scala.

Ricorrendo ai dati del censimento intermedio Istat 1996 è possibile compiere un’analisi sicuramente più approfondita della struttura produttiva non agricola di Cosenza, che come già detto è il Comune con il sistema imprenditoriale più esteso, il quale da solo assorbe il 60 per cento delle imprese extragricole con una popolazione pari al 47 per cento di quella complessiva dell’area. Tuttavia all’interno di questo sistema imprenditoriale il tasso di artigianalità imprenditoriale è il più basso: il 21,1 per cento delle imprese e il 13,9 per cento degli addetti complessivi.

Nell’ambito delle unità locali non agricole a livello settoriale il commercio ed i servizi alle imprese, attività tipiche delle realtà urbane più evolute, sono i settori che in definitiva sono maggiormente presenti. Ed è proprio in questi settori che la densità occupazionale a Cosenza si attesta su livelli molto alti: 211,5. Anche se i trasporti, le comunicazioni, il credito, il commercio e le assicurazioni fanno registrare una buona densità occupazionale.

In merito alla distribuzione commerciale Cosenza è certamente il Comune con la più alta densità di autorizzazioni al commercio fisso pari al 30,7 per cento ed al commercio ambulante, pari a 7,3 ogni 1.000 abitanti, a fronte di una media dell’area PIT del 4,5. La buona consistenza della struttura distributiva è testimoniata anche dalla presenza di grandi magazzini e di supermercati alimentari. I dati sul reddito mostrano che a Cosenza il reddito pro capite è alto.

I dati sul grado di istruzione della popolazione segnalano una situazione indubbiamente migliore rispetto al resto delle aree della provincia. Infatti, sempre con riferimento al censimento del 1991, la media dei residenti in possesso di un titolo di studio nel Comune di Cosenza è dell’82,9 per cento. Nello specifico la

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quota dei laureati, favorita senz’altro dalla presenza dell’Università della Calabria nel Comune di Rende, è pari all’8,2 per cento, mentre quella dei diplomati è del 25,4 per cento.

La struttura familiare

er quanto concerne le strutture familiari presenti nel Comune e per quanto attiene la numerosità del nucleo familiare, esso ha mediamente 2,04 componenti. In totale le famiglie cosentine sono 28.710, le convivenze sono pari allo 0,15% delle famiglie. Occorre, però, considerare che verosimilmente il numero di convivenze sarà più elevato rispetto al dato risultante dalla rilevazione ufficiale dell’Istat.

Guardando alla composizione delle famiglie per numero di membri in valore assoluto e percentuale è possibile notare che a Cosenza le famiglie maggiormente rappresentate sono quelle uni personali, che sono in numero di 7.561 e incidono per il 27,52% del totale. Il numero alto di famiglie monopersonali registrato a Cosenza è coerente con il dato sulla presenza di anziani, che spesso vivono in condizione di solitudine anagrafica. Altri gruppi significativi sono le famiglie di due componenti (24,15%) e quelle di quattro (20,08%) per Cosenza. Poco numerose le famiglie composte da cinque, sei o più membri, che rappresentano, complessivamente, il 9,38% delle famiglie cosentine.

Nella costituzione delle famiglie prevalgono i nuclei familiari tradizionali, le coppie con figli (58,03%).

Infine, i nuclei monogenitoriali sono abbastanza presenti a Cosenza: le madri sole con figli incidono nel comune capoluogo per il 15,11% del totale dei nuclei familiari, mentre i padri soli con figli per il 2,94%, percentuali.

La presenza di stranieri

n altro elemento di sicuro interesse nell’analisi socio-demografica di un territorio è la presenza straniera, in ragione della portata che i fenomeni migratori vanno assumendo nel nostro paese.

Nella città di Cosenza risiedono 2.634 stranieri regolari (dato ISTAT al 31/12/2010). Per quanto riguarda le caratteristiche del collettivo straniero a Cosenza la componente femminile è notevolmente più elevata (65,08% del totale degli stranieri). Questa differenza può spiegarsi in relazione alla composizione della popolazione cosentina, come già fatto notare: i flussi migratori sono, infatti, strettamente correlati alla tipologia di sbocco occupazionale degli immigrati stessi. La città di Cosenza, avendo un maggiore livello di invecchiamento, potrebbe, ad esempio, favorire l’inserimento lavorativo di donne in qualità di badanti o collaboratrici domestiche.

Gli stranieri sono, ovviamente, mediamente più giovani dei cosentini come appare evidente confrontando i dati sull’età media dei due collettivi: la popolazione straniera residente a Cosenza ha un’età media pari a 33,98 anni, contro i 43,75 anni dei cosentini.

La presenza di minorenni è più bassa rispetto alla media nazionale, che è pari al 22% circa, attestandosi sul 15,46% a Cosenza. Per quanto riguarda le nazionalità degli immigrati presenti sul territorio, Cosenza presenta, in tal senso, una consistente varietà, con ben 58 nazionalità presenti.

Cenni storici

a fondazione di Cosenza è databile intorno al 360 a.C., ad opera di un manipolo di soldati Lucani che espugnarono un campo fortificato alla confluenza del Crati e del Busento, presidiato da seicento soldati africani come avamposto del regno di Dioniso II di Siracusa. Ai soldati Lucani si aggiunsero pastori e schiavi: l’insediamento che gli storici romani avrebbero chiamato Consentia cominciò a prendere forma sui sette colli attorno ai fiumi e la gente che lo abitò prese il nome di Brettii, in onore della donna, Bruzia appunto, che aveva guidato l’attacco al forte militare del tiranno siracusano.

L’ethnos brettio è ancora oggi la più forte struttura ancestrale della memoria e dell’identità collettiva dei cosentini e la sua eco si ritrova nei toponimi e nei nomi di cose e persone. Il mito della fondazione inaugura una successione di leggende e storie che si accompagnano alla vicenda di questa città e al suo divenire:

Alessandro il Molosso re d’Epiro, Alarico capo dei Visigoti e conquistatore di Roma, Ibrahim inb Ahmad emiro aglabita della conquista araba della Sicilia, Enrico VII figlio dell’Imperatore Federico di Svevia, Isabella d’Aragona regina di Francia, hanno tutti intrecciato le loro personali vicende umane con la storia di Cosenza alimentandone straordinari racconti e leggende. Per questo e per tanto altro, questa città magica, crocevia di civiltà e cultura, incanta, stupisce e sorprende chi la raggiunge, nel cuore della Calabria, ai piedi della Sila, quasi sospesa tra vie d’acqua e vie di terra. La struttura e la conformazione della parte storica di

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Cosenza lasciano intravedere, alla persona che la visita, l’intreccio di storie e di avvenimenti accaduti fra i vari palazzi, le chiese, il Duomo, le piazze e il Castello che oggi rimangono patrimonio non solo delle memorie ma anche artistico del presente.

Cosenza Vecchia, rimasta praticamente immutata, appare oggi sostanzialmente conservata nelle sue strutture principali ed è di particolare interesse storico ed ambientale non solo per l’estensione, circa 53 ettari, ma soprattutto per il pregio dei valori che presenta. Bagnata dai fiumi Crati e Busento, occupa le pendici nord-orientali di colle Pancrazio, dove è eretto il Castello e quelle occidentali di Colle Triglio su cui è eretto uno dei palazzi più importanti: Palazzo Arnone. L’insediamento è attraversato dal Corso intitolato a Bernardino Telesio lungo il quale si sono distribuite per secoli quasi tutte le attività direzionali e commerciali della città. La straordinaria concentrazione di edifici monumentali di qualità (il Castello Svevo, il Duomo, il Teatro Rendano, l'Accademia Cosentina, il Liceo classico “B. Telesio”, la Biblioteca, il Palazzo di Governo), l'eccezionale numero di palazzi spesso di pregio, il disegno urbano caratterizzato da un dedalo di viuzze e scalinate attorniate da case antiche, chiese, conventi, caserme, che all'improvviso si aprono su piazzette e slarghi, la morfologia e l'orografia collinare con la contiguità di numerose e popolose frazioni, fanno del Centro Storico di Cosenza un esempio notevole della cultura urbana storica europea.

Il centro storico di Cosenza si distingue in due nuclei localizzati nella parte collinare della zona sud dell'aggregato urbano: il più antico e consistente strutturato lungo le pendici del colle Pancrazio, a ridosso dei fiumi Crati, Busento e della loro confluenza; l'altro, di dimensioni più ridotte, si estende sul colle Triglio sulla riva destra del Crati. La città comincia a crescere, verso gli anni '50, il centro cittadino si sposta verso nord, lo sviluppo interessa la pianura del Crati e l'abitato storico viene ad assumere una posizione marginale ed indebolita rispetto all'insieme urbano. L'intero ambito è investito da un progressivo processo di spopolamento e di abbandono sociale ed economico, con uno svuotamento delle funzioni sia abitative sia professionali, artigianali e culturali, si assiste ad un sempre più crescente e diffuso degrado edilizio, ambientale e sociale.

La "città nuova" si allontana e diventa sempre più precaria e difficile l'integrazione con la città storica, di cui si perde la conoscenza dei valori e dei caratteri storici e culturali. L'inversione di questa tendenza comincia nei primi anni '90: il degrado del centro storico, la sua riqualificazione e rivitalizzazione, l'integrazione con il nuovo centro e l'area urbana, la salvaguardia e la tutela dei caratteri salienti del patrimonio e dell'ambiente nei suoi aspetti antropici e naturali, lo sviluppo sociale ed economico dell'area, la riproposizione di una nuova centralità diventano gli obiettivi delle politiche urbane e dei progetti da realizzare.

Il centro storico è caratterizzato da un impianto tipologico ancora sostanzialmente integro connotato dalla presenza di emergenze storico-monumentali, palazzi ed edifici storici di una certa qualità architettonica e particolari di pregio, elementi di alto valore paesaggistico e ambientale quali la villa storica, i fiumi Crati e Busento, i rilievi collinari, ma anche da una consistente edilizia minore essenziale al mantenimento del contesto storico.

Il nostro Istituto

l nostro Istituto comprende due Scuole dell’infanzia (via Somalia e Donnici superiore), due Scuole primarie (via Milelli e Donnici inferiore) e due scuole secondarie di I grado (Zumbini e Donnici). Il quartiere di maggiore riferimento è quello di Cosenza. Infatti, qui sono dislocati i tre plessi con la popolazione più numerosa, uno per ogni ordine di scuola; tuttavia, non è assicurata una forte continuità nei passaggi tra i vari gradi d’istruzione e nei confronti delle agenzie educative del territorio, in quanto la scuola secondaria di I grado è frequentata maggiormente dagli alunni provenienti della scuola primaria di Via Roma facente parte dell’I.C. Cosenza II Spirito Santo. Gli altri tre plessi sono situati nella frazione di Donnici. Il plesso di Scuola Secondaria di I grado Zumbini, essendo facilmente raggiungibili, è frequentato anche da alunni che provengono da zone diverse della città e da altri comuni.

Il tessuto sociale di appartenenza dei singoli alunni è vario, in quanto all’interno del Comune, come già detto, si possono evidenziare due zone distinte: la zona vecchia della città e la zona nuova. Le differenti posizioni dei plessi dell’Istituto nell’area cittadina comportano un’ampia copertura territoriale all’interno delle due zone e quindi una conseguente diversificazione dell’utenza. In particolare si distinguono differenti situazioni socio-economiche di riferimento. Infatti, si raccolgono le richieste di un’utenza molto diversificata rispetto alle condizioni socio-ambientali di provenienza.

Per quanto riguarda i plessi di scuola primaria di Via Milelli quest’ultimo accoglie anche alunni ospiti della vicina “Casa famiglia” gestita dalle suore “Piccole operaie dei SS Cuori”. Questi bambini sono stati

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affidati, dalle competenti autorità, all’ospitalità della casa stessa per situazioni di grave disagio delle famiglie di provenienza.

Il disagio della loro condizione si manifesta in atteggiamenti diversi: esuberanti e iperattivi, esageratamente estrosi o silenziosi e sottomessi o tendenti ad imporsi anche a scapito degli altri. Inoltre, come risulta da uno studio condotto su un campione significativo, in questi alunni è presente un elevato tasso di scarsa auto stima scolastica, che non depone a favore di quanto la scuola fa affinché in essi crescano motivazione ed impegno scolastico.

In ogni caso, in tutti i plessi, nella stragrande maggioranza dei casi, il dialogo ed il confronto con le esperienze ed i modelli educativi di cui sono portatrici le famiglie degli alunni risulta semplice e facilitato.

In quest’ottica l’opera della scuola si porne in continuità positiva con l’opera della famiglia, favorendo situazioni di organizzazione della conoscenza e della comunicazione oltre che di sviluppo della capacità di autonomia di scelta, di auto – orientamento e di raffinamento del senso critico, tali da far diventare gli alunni protagonisti del loro processo di educazione e di istruzione.

In generale, l’Istituto, considerando il territorio luogo di progetto di vita da conoscere e valorizzare e con il quale interagire criticamente, collabora attivamente con le varie agenzie educative e con gli enti presenti nell’area, partecipando a iniziative locali e proponendosi come parte attiva di manifestazioni, eventi e attività varie.

Infine il nostro Istituto, basandosi sugli artt. 8 e 9 del Regolamento dell’Autonomia scolastica (DPR 275), realizza ampliamenti dell’offerta formativa attuando iniziative coerenti con le proprie finalità.

I plessi di scuola dell’infanzia di via Somalia e di Donnici

Nel panorama scolastico della Città, la scuola dell’infanzia di Via Somalia costituisce un’istruzione le cui origini si collocano sul finire degli anni ’60, e che da allora ha consentito a numerose generazioni di usufruire di fondamentali servizi assistenziali e culturali, erogati nel clima ludico e gioioso che caratterizza l’insegnamento ai bambini di età compresa fra i tre ed i cinque anni. Inizialmente ubicata nei locali sotterranei della scuola elementare e comprendente il plesso extraurbano di Donnici - negli anni ’90 fu divisa in in due plessi: il plesso di via Milelli – sede “storica” del circolo- ed il plesso di via Asmara.

In questo periodo, la piena espansione del territorio in cui la scuola sorgeva determinò un significativo aumento degli iscritti e rese necessario il trasferimento del plesso di via Asmara nella nuova sede, collocata là dove oggi è ospitata la Scuola Media “T.Campanella”.

Nello stesso periodo fu attivato, per la prima volta, il Progetto di Attività Motoria, il quale aggiungeva ai tradizionali insegnamenti della scuola dell’infanzia un’attenzione specifica per il movimento corporeo, inteso non come mera attività fisica ma come parte integrante dello sviluppo del bambino, e che riscosse ed ancora riscuote grande successo presso le famiglie degli alunni. Sempre negli anni ’90 fu costituito un nuovo plesso, quello di Sant’Antonio dell’Orto. Situato nel quartiere di Gergeri - storicamente abitato dalla comunità ROM – il nuovo plesso si poneva come una vera e propria “sfida culturale” in nome dell’interrogazione e del rispetto della diversità, ed è tutt’oggi uno dei pochi edifici scolastici cittadini veramente costituito “a misura di bambino”, con aule ampie e luminose ed un grande giardino circostante.

Sfida sicuramente vinta, visto che il plesso – dopo oltre dieci anni di piena efferente attività – si è contratto ad un’unica sezione solo nell’ultimo biennio, allorquando la comunità ROM si è trasferita. Fino a pochi anni fa, la scuola dell’infanzia dell’ex 1° Circolo fu scuola pilota per l’attuazione di un importante progetto didattico in collaborazione con l’Università La Sapienza e l’Unione Europea.

Il progetto, intitolato “Hocus and Locus”, progetto che ha portato l’insegnamento della lingua inglese nella scuola dell’infanzia attraverso le avventure di due simpatici draghetti.

Nel 2002 i due Plessi, riuniti, trovarono una nuova definitiva sede in via Somalia, che a tutt’oggi ospita uno dei due plessi della scuola dell’Infanzia.

Il plesso di scuola primaria di via Milelli

L’edificio scolastico del plesso di via Milelli è situato nella zona storica della città; essendo uno dei più antichi, ha avuto un ruolo importante nell’educazione e nella formazione di intere generazioni, che rappresentano ancora oggi i protagonisti del mondo culturale cittadino e che testimoniano numerose presenze nel mondo dell’arte, dell’industria e del commercio. L’istruzione elementare prima della

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costruzione dell’edificio scolastico sito in via Milelli si impartiva in bassi di abitazioni, nei pianterreni scuri di edifici privati posti in via Rivocati: un autentico borgo situato nei pressi del fiume Busento, che deve il suo nome alle modeste case di artigiani, ortolani e fornaciari:”ad rivum casae”, diventato poi “ari Rivucati”, verso la fine dell’800 il termine venne italianizzato in Revocati.

Fu nell’anno 1920 che il Comune fece redigere dall’ing. Morelli i progetti per la costruzione di due edifici per le scuole elementari della città di Cosenza, l’uno nel quartiere di via Rivocati per la parte bassa della città, l’altra nel quartiere dello Spirito Santo per la parte alta, per una spesa complessiva di L.

3.858.000.

Ma soltanto nel 1927 e precisamente il giorno 10 del mese di maggio avvenne la nascita di una delle più note scuole elementari di Cosenza, che fu il primo circolo didattico, e lo fu di nome e di fatto in quanto ebbe sempre un’impronta di serietà, impegno e capacità, contraddistinguendosi per la determinazione con cui affrontò i problemi inerenti lo stesso ordinamento scolastico.

La situazione storico-politica di allora causò tanti problemi all’istituzione scolastica e la scuola di via Milelli dovette affrontare non poche difficoltà. Tra queste il numero eccessivo di alunni per classi, circa 50-60, tanta fu l’affluenza che si dovettero organizzare tre turni e la scuola elementare di via Milelli diventò la “regina”delle scuole elementari.

Il vanto della scuola consistette in una palestra scoperta, dove si svolsero entusiastiche e disciplinate manifestazioni.

Esercizi ginnici e soprattutto canti, inni da quello celebrativo della Giovinezza a quello della primavera di bellezza. Tuttavia oggi questo spazio non è più utilizzato dagli alunni della scuola in quanto è caratterizzato da uno stato di evidente abbandono e degrado. La scuola elementare di via Milelli porta l’intitolazione ad “Emma Tavolato”, donna di grande cultura, nominata in ruolo nell’anno scolastico 1911- 12, essa per 47 anni fece della sua vita d’docente un autentico postulato con uno spirito d’iniziativa ed una particolare e lodevole esperienza di vita che a buon diritto si può classificare tra le migliori educatrici d’Italia.

La scuola primaria “E. Tavolato” di Via Milelli è situata nella parte della Cosenza ”antica”, caratterizzata da stretti vicoli, e costeggiata dal fiume Busento, che rende il paesaggio molto pittoresco.

L’edificio scolastico che ospita la scuola è situato in posizione centrale della città. La struttura è una delle più antiche di Cosenza e possiede corridoi ampi ed aule luminose e spaziose, dispone di un cortile con uno spazio verde intorno, di aule speciali quale quelle di informatica e multimediale, una ricca biblioteca, una sala teatro e una palestra esterna.

Il plesso consta di:

 10 aule utilizzate come “ordinarie”

 1 aula multimediale utilizzata per gli interventi individualizzati e di sostegno;

 1 aula multimediale e di informatica;

 1 aula scientifica

 1 Biblioteca

 1 Sala teatro;

 ex uffici di Segreteria;

 ex uffici di Dirigenza;

 1 spazio retrostante all’edificio, funzionante da palestra;

 Mensa;

 servizi igienici.

Il materiale didattico a disposizione di ciascuna classe è costituito da strumenti essenziali che contribuiscono ad un migliore svolgimento delle attività didattiche.

Vi sono:

 Televisori, videoregistratori, fotocopiatrice, computer, LIM.

L’alternanza equilibrata dei docenti, delle attività e delle discipline nell’arco della giornata e della settimana, mira a favorire la motivazione degli alunni e a garantire diverse forme e metodologie qualificate d’insegnamento / apprendimento.

Gli alunni che frequentano la scuola di Via Milelli provengono da realtà culturali e sociali eterogenee, caratterizzate da un livello di scolarizzazione di tipo medio.

In questa zona del centro urbano sono presenti: il Poliambulatorio, il Centro Diurno per Anziani, il Centro di aiuto alla vita. Gli alunni sono impegnati in attività extrascolastiche di tipo sportivo: danza, calcio, ecc.

L’opera della scuola si pone in continuità positiva con l’opera della famiglia, favorendo situazioni di organizzazione della conoscenza e della comunicazione oltre che di sviluppo della capacità di autonomia

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di scelta, da auto – orientamento e di raffinamento del senso critico, tali da far diventare gli alunni protagonisti del loro processo di educazione e d’istruzione.

Il plesso di scuola primaria di Donnici

L’edificio scolastico che ospita la scuola “Suor Elena Aiello” è situato in posizione centrale del paese, a Donnici Inferiore e consta di:

 8 aule, di cui 5 utilizzate come “ordinarie”

 Aula multimediale

 Biblioteca

 1 spazio retrostante all’edificio, funzionante da palestra;

 servizi igienici

Gli alunni che frequentano la scuola di Donnici provengono a maggioranza da una realtà culturale e sociale autoctona, caratterizzata da un livello di scolarizzazione di tipo medio.

.L’Amministrazione Comunale supporta l’attività scolastica con il “servizio scuolabus”, poiché la provenienza degli alunni è dislocata nelle diverse frazioni del Comune.

Gli alunni sono impegnati in attività extrascolastiche di tipo sportivo: danza, calcio, piscina, ecc.

I plessi di scuola secondaria di I grado di via R. Misasi

“Zumbini” e di Donnici

La Scuola Media Statale “B. Zumbini” comprende un unico plesso dotato di ampi spazi adatti allo svolgersi delle varie attività scolastiche. In origine “Regia Scuola Media” assume nel 1951/52 il nome di

“Bonaventura Zumbini” . Bonaventura Zumbini nasce nella frazione Campitello di Pietrafitta (CS) il 10 maggio 1836, da una nobile e agiata famiglia. La posizione centrale della scuola nella città comporta un’ampia copertura territoriale ed una conseguente diversificazione dell’utenza. In particolare si distinguono differenti situazioni socio-economiche di riferimento. Inoltre la scuola raccoglie sia un’utenza proveniente dal centro della città e dalle zone limitrofe che le richieste di famiglie di genitori che hanno in questa zona l’attività lavorativa. Le ragioni di un’affluenza che dimostra non solo tenuta, ma anche crescita, sono da ricercarsi nella riconosciuta qualità complessiva del servizio e dell’offerta formativa. economico medio-alto, con solo alcune situazioni di disagio sociale e culturale. La partecipazione dei genitori alla vita della scuola è variamente diversificata: un gruppo numeroso partecipa attivamente e dimostra attenzione alle proposte della scuola, mentre altre famiglie vi aderiscono in maniera più superficiale e distratta. In qualche caso, sia pur isolato, si registra l’impossibilità oggettiva di alcune famiglie di seguire il lavoro scolastico dei figli.

Negli ultimi tempi è cresciuta la presenza di ragazzi extracomunitari. Sul piano della derivazione sociale si evidenzia una prevalenza di studenti provenienti da famiglie di impiegati, professionisti e di soggetti che appartengono al ceto

Orientamento strategico della scuola

remesso che per affermare il ruolo centrale della scuola nella società della conoscenza e innalzare i livelli di istruzione e le competenze delle studentesse e degli studenti, rispettandone i tempi e gli stili di apprendimento, per contrastare le diseguaglianze socio-culturali e territoriali, per prevenire e recuperare l’abbandono e la dispersione scolastica, in coerenza con il profilo educativo, culturale e professionale dei diversi gradi di istruzione, per realizzare una scuola aperta, quale laboratorio permanente di ricerca, sperimentazione e innovazione didattica, di partecipazione e di educazione alla cittadinanza attiva, per garantire il diritto allo studio, le pari opportunità di successo formativo e di istruzione permanente dei cittadini, il nostro Istituto, dando piena attuazione all’autonomia delle istituzioni scolastiche di cui all’articolo 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59, e successive modificazioni, oltre ad assicurare a tutti gli alunni l’istruzione obbligatoria di almeno otto anni (articolo 34), elevati ora a dieci, intende definire all’interno di questo documento la missione della nostra scuola. Missione che seppure già

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definita per mandato istituzionale e scritta negli ordinamenti tipici delle istituzioni scolastiche, occorre che venga interpretata nel contesto di appartenenza. Pertanto, il PTOF del nostro Istituto, in linea con le Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, con la legge 107/2015, con il RAV e con il PdM tiene conto delle necessità di definire una mission orientata a:

 progettare una programmazione triennale dell’offerta formativa per il potenziamento dei saperi e delle competenze degli alunni e per l’apertura della comunità scolastica al territorio con il pieno coinvolgimento delle istituzioni e delle realtà locali;

 promuore lo sviluppo armonico e integrale della persona, all’interno dei principi della Costituzione italiana e della tradizione culturale europea e nel rispetto e nella valorizzazione delle diversità individuali, con il coinvolgimento attivo degli alunni e delle famiglie;

 contribuire a rimuovere «gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese» (articolo 3);

 ricercare e promuovere la collaborazione con la famiglia (articolo 30), nel reciproco rispetto dei diversi ruoli e ambiti educativi, nonché con le altre formazioni sociali ove si svolge la personalità di ciascuno (articolo 2);

 rimuovere ogni ostacolo alla frequenza degli alunni; curare l’accesso facilitato per gli alunni con disabilità; previene l’evasione dell’obbligo scolastico e contrastare la dispersione;

 valorizzare il talento e le inclinazioni di ciascun alunno;

 perseguire con ogni mezzo il miglioramento della qualità dell’offerta formativa offerta anche attraverso l’uso della tecnologia nella didattica come mezzo e non come fine;

 favorire lo star bene a scuola e promuovere il benessere degli alunni e delle alunne;

 accompagnare con continuità la crescita degli alunni attraverso opportunità di apprendimento rispettose delle diversità;

 promuovere e guidare il processo educativo, anche in chiave innovativa, per consentire ad ognuno di sviluppare abilità cognitive e operative necessarie per affrontare le successive tappe scolastiche;

(Vision) Sulla scorta di tali principi si vuole garantire un apprendimento:

 attivo perché fondato sul “ fare consapevole e costruttivo”;

 collaborativo perché chi apprende si trova all’interno di una comunità che costruisce conoscenza, mediante il contributo di ciascuno;

 riflessivo poiché l’alunno “ impara ad imparare”, diventando progressivamente consapevole dei percorsi e delle strategie utilizzate e di come le potrebbe usare in modo diverso.

In altre parole la nostra visione di scuola coincide con le “visioni” di Seymour Papert per la scuola del futuro, che in un’intervista del 1998 disse:“…creare, all'interno delle scuole, delle situazioni in cui i ragazzi seguono le loro passioni col cuore, portano avanti progetti a cui sono veramente interessati, fanno scoperte

…, lavorano insieme, realizzano cose difficili. L'docente li consiglia, li guida.”

In definitiva, il nostro Istituto alla luce di quanto suddetto vuole connotarsi come un sistema scolastico attento a recepire le istanze educative provenienti sia dal proprio interno che dall’esterno. In questa prospettiva intende proporsi come:

 centro di positive relazioni interpersonali aperte ai valori della solidarietà, sollecito nel fornire rapporti multiculturali e impegnati nella formazione critica e propositiva;

 scuola aperta, quale laboratorio permanente di ricerca, sperimentazione e innovazione didattica, di partecipazione e di educazione alla cittadinanza attiva, per garantire il diritto allo studio, le pari opportunità di successo formativo e di istruzione permanente dei cittadini.

Il processo per la definizione e lo sviluppo della visione e missione della scuola sarà un processo democratico, che vede il nostro Dirigente impegnato ad assumere in prima persona una posizione gerarchico-funzionale a garanzia della costruzione di un progetto e di un governo orientati da una ragione esistenziale (missione) e da uno scopo (visione) frutto di progettualità collegiale effettiva e necessaria per una gestione democratica della scuola. Dunque nella definizione della missione e della visione della nostra scuola fondamentali sono state le scelte operate dal Ds nell’atto di indirizzo per la stesura del PTOF e l’operato del Collegio dei Docenti, che ha provveduto all’elaborazione del presente piano triennale dell’offerta formativa. Altrettanto importanti sono stati il RAV, il PdM e il Programma annuale, che consente la gestione delle risorse economiche e l’assegnazione delle risorse per la realizzazione delle priorità e che insieme al PTOF è uno strumento utile per governare la scuola secondo una precisa visione e

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missione, nonché il Piano di lavoro del personale ATA, che si riferisce al contributo fattivo degli assistenti amministrativi e dei collaboratori scolastici nella definizione di mission e vision interna. Il documento attraverso il quale sono comunicate vision e mission è proprio il PTOF, che costituisce la nostra identità forte e tangibile.

Coerenza con l'autovalutazione

(priorità, traguardi, obiettivi di processo)

'anno scolastico 2014/2015 è stato un anno importante per l'avvio del sistema nazionale di valutazione. Grazie all'elaborazione del rapporto di autovalutazione (RAV) da parte del Nucleo di valutazione, la nostra scuola ha individuato le priorità in termini di esiti, concretizzandole poi in traguardi, da raggiungere grazie al perseguimento degli obiettivi di processo. Inoltre, considerato che il piano di miglioramento deve essere parte integrante del piano triennale dell'offerta formativa, la sua elaborazione è fondata su una puntuale ricerca di coerenza tra il PTOF stesso, il rapporto di autovalutazione e il piano di miglioramento, con particolare riguardo alle priorità, ai traguardi di lungo periodo e alle azioni di miglioramento previste. A riguardo si rinvia alle tabelle n. 3 e 4 del PdM.

La pianificazione degli obiettivi di miglioramento e la realizzazione delle azioni di miglioramento correlate al conseguimento degli obiettivi programmati verrà attuata a partire dall'anno scolastico in corso (2015/16), in stretta correlazione con le priorità strategiche della valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione, che sono finalizzate al miglioramento della qualità dell’offerta formativa e degli apprendimenti con particolare riferimento:

 alla riduzione della dispersione scolastica e dell’insuccesso scolastico;

 alla riduzione delle differenze tra scuole e aree geografiche nei livelli di apprendimento degli studenti;

 al rafforzamento delle competenze di base degli studenti rispetto alla situazione di partenza;

 alla valorizzazione degli esiti a distanza degli studenti.

Dunque, dall’autovalutazione si è arrivati ad un Piano di miglioramento (PdM) attraverso un percorso di pianificazione e sviluppo di azioni che prendono le mosse dalle priorità indicate nel RAV. Tale processo di ricerca di coerenza non va considerato in modo statico, ma in termini dinamici in quanta si basa sul coinvolgimento di tutta la comunità scolastica e, per la sua realizzazione, fa leva sulle modalità organizzative gestionali e didattiche messe in atto dalla scuola utilizzando tutti gli spazi di autonomia a disposizione.

Principi, finalità ed obiettivi educativi

l Piano triennale dell’Offerta Formativa (PTOF) in linea con le Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione (IN), definito anche con riferimento alla Legge di Riforma della scuola (L. 107/2015) ed ai consequenziali decreti attuativi, al RAV, all’Atto di Indirizzo del DS e al Piano di miglioramento (PdM) tiene conto delle necessità di:

 favorire lo star bene a scuola e promuovere il benessere degli alunni e delle alunne;

 accompagnare con continuità la loro crescita attraverso opportunità di apprendimento rispettose delle diversità;

 promuovere e guidare il processo educativo per consentire ad ognuno di sviluppare abilità cognitive e operative necessarie per affrontare le tappe successive alla formazione.

Sulla scorta di tali principi si vuole offrire un curricolo capace di garantire agli alunni l’apprendimento:

 di conoscenze e competenze necessarie per essere ben preparati ad affrontare le fasi educative relative ai successivi gradi d’istruzione;

 di un volume adeguato di contenuti e di livelli di difficoltà;

 basato su un approccio verticale ed a spirale per lo sviluppo di abilità a livelli profondi ed in contesti diversi, dipendenti dall’età e dallo stadio di maturazione degli alunni;

 basato su di un equilibrio tra le discipline, che coprendo diversi processi educativi, obiettivi e

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contenuti, dovranno sviluppare conoscenza olistiche e competenze.

 attivo perché fondato sul “ fare consapevole e costruttivo”;

 collaborativo perché chi apprende si trova all’interno di una comunità che costruisce conoscenza, mediante il contributo di ciascuno;

 riflessivo poiché l’alunno “ impara ad imparare” (metacognizione), diventando progressivamente consapevole dei percorsi e delle strategie utilizzate e di come le potrebbe usare in modo diverso.

Pertanto, il nostro Istituto alla luce di quanto suddetto vuole connotarsi come un sistema scolastico attento a recepire le istanze educative provenienti sia dal proprio interno che dall’esterno. In questa prospettiva intende proporsi come centro di positive relazioni interpersonali aperte ai valori della solidarietà, sollecito nel fornire rapporti multiculturali e impegnati nella formazione critica e propositiva, attività di orientamento ed esperienze aperte all’internalizzazione. In quest’ottica al fine di favorire la crescita e la valorizzazione della persona umana, il nostro Istituto si presenta come un ambiente favorevole per percorsi e azioni, che facciano della scuola una comunità attiva, aperta al territorio e in grado di sviluppare l’interazione con le famiglie e con le realtà locali. Luogo ricco di stimolazioni positive impegnato a perseguire una doppia linea formativa: verticale e orizzontale.

La prima tesa a ricercare una formazione che possa poi continuare lungo l’intero arco della vita; la seconda capace di incidere sulla necessità di creare un’attenta collaborazione fra la scuola e gli attori extrascolastici con funzioni a vario titolo educative: la famiglia in primo luogo.

Dunque, insegnare le regole del vivere e del convivere deve essere per la scuola e per il nostro Istituto in particolare un compito oggi ancora più ineludibile rispetto al passato, perché sono molti i casi nei quali le famiglie incontrano difficoltà più o meno grandi nello svolgere il loro ruolo educativo.

L’obiettivo, allora, non è di accompagnare passo dopo passo l’alunno nella quotidianità di tutte le sue esperienze, bensì di proporre un’educazione che lo spinga a fare scelte autonome e feconde, quale risultato di un confronto continuo della sua progettualità con i valori che orientano la società in cui vive.

Le finalità formative che la nostra scuola intende perseguire sono le seguenti :

Attraverso l’elaborazione di un curricolo verticale unitario e sfidante, rispettoso della peculiarità di ciascuna fascia di età, si perseguono i seguenti obiettivi educativi:

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Il Curricolo verticale per competernze

Priorità politiche del Curricolo

l Curricolo e l’offerta formativa in esso contenuta è correlato agli esiti e alle esigenze formative, rilevate dalla nostra scuola nelle modalità sopra descritte, ed alle quali si vuole fornire una risposta attraverso le priorità politiche, di seguito indicate, coerenti con le aree di intevento definite dalla mission che ci connota:

Priorità politica 1 – OFFERTA FORMATIVA

Potenziarla con riguardo alle competenze linguistiche, logico matematiche e alle nuove alfabetizzazioni, tra cui, l'uso critico dei media e il pensiero computazionale in una prospettiva di internalizzazione.

Priorità politica 2 – INCLUSIONE SCOLASTICA

Sviluppare una politica organica per studenti e fabbisogni del territorio, finalizzata a garantire il pieno diritto allo studio anche degli studenti disabili e aprendo la scuola al territorio.

Priorità politica 3 – DISPERSIONE SCOLASTICA

Abbatterla anche mediante l'utilizzo integrato degli strumenti previsti dalla Buona Scuola, fra cui una nuova offerta formativa, l'innovazione didattica e degli ambienti per l'apprendimento.

Priorità politica 4 – INNOVAZIONE DIGITALE

Attuare il Piano Nazionale Scuola Digitale per colmare il “divario digitale” della scuola, mediante la digitalizzazione amministrativa e una politica strutturale di innovazione degli ambienti e della didattica.

Priorità politica 5 – ORIENTAMENTO

Orientamento come politica attiva, disegnata e attuata in sinergia con le scuole di secondo grado ed il terrritorio. Percorsi di orientamento nel corso della scuola secondaria di I grado, come antidoto alla dispersione.

Priorità politica 6 – DIRITTO ALLO STUDIO E MERITO

Garantire il successo formativo e promuovere e valorizzare il merito.

Curricolo verticale

n quanto Istituto Comprensivo la nostra scuola presenta alcune coordinate pedagogiche in grado di promuovere, se realizzate concretamente e coniugate con l'autonomia organizzativa e didattica, forme essenziali di rinnovamento in vista di una migliore qualità dell'istruzione fondata, appunto, sull'idea di comprensività. Comprensività intesa come un disegno unitario di raccordo tra cicli diversi, comunemente indicata con il termine di «curricolo verticale». Questa idea di verticalità nasce, dunque, dalla volontà di promuovere una efficace continuità educativa e didattica, i cui fondamenti risiedono in una concezione del curricolo a carattere integrato, inteso non come insieme delle materie di insegnamento, ma come il complesso dei processi connettivi e dei fattori, che rendono possibile l'istruzione: obiettivi formativi e contenuti culturali, metodi e strumenti, relazioni e atteggiamenti, procedure di valutazione, rapporto tra saperi scolastici e saperi informali.

In questa prospettiva il primo aspetto del curricolo sarà la trasversalità, cioè il coordinamento tra discipline.

Esse vengono a costituire un insieme organico sorretto da un obiettivo e da una precisa funzione formativa.

Le discipline e i saperi si raccordano orizzontalmente intorno a principi di formazione

cognitiva, di acquisizione di competenze, di assimilazione di conoscenze e di abilità e sono coordinati, a loro volta, da criteri di base realtivi a chi si vuole formare.

Accanto, però, a questo aspetto orizzontale del curricolo il Collegio dei docenti ha voluto sottolinerare quello verticale, relativo allo sviluppo, altrettanto organico, del curricolo nella sua scansione per gradi di scuola. Organicità che è stata intesa come continuità e coerenza (pur nella progressione attraverso differenti età), come crescita costante dei paradigmi culturali, didattici, epistemologici posti alla base del curricolo stesso. Tutto costituirà un aspetto centrale della nosta scuola in quanto scuola del primo ciclo. Infatti, pur nelle scansioni che essa deve mantenere e che sono imposte proprio dal passaggio da un’età mentale ad un’altra, resta centrale il problema della continuità.

In ragione di ciò, il Collegio dei Docenti ha ritenuto necessario organizzare il curricolo in modo che la crescita mentale e personale dei nostri alunni fossa accompagnata, nel suo iter evolutivo, da una attività scolastica senza troppe cesure, senza salti, al fine di favorire, appunto, uno sviluppo integrato della

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personalità degli allievi, che vanno dalla scuola dell’infanzia alla preadolescenza (età diversificate per strutture cognitive, capacità comunicative, organizzazione verbale, sviluppo etico e sociale).

Da questo presupposto, dunque, è scaturita l’esigenza dei Docenti di progettare un curricolo verticale:

pensato tra tre differenti ordini di scuola (infanzia, primaria, secondaria di I grado) e capace di assumere, a proprio connotato di base proprio la “continuità nella differenza”.

La verticalità del curricolo progettato si è fondata, quindi, sul bisogno di dare continuità all’insegnamento pur rispettandone le scansioni interne. Ciò ha richiesto la necessità di un “pensare insieme” tra docenti dei tre gradi di scuola del nostro Istituto ed un progettare secondo continuità al fine di migliorare e rendere più coerente il progetto formativo rivolto agli alunni dai 3 ai 14 anni.

Attraverso questa scelta il Collegio dei Docenti ha inteso segnare una tappa importante verso una propria maggiore responsabilizzazione nei confronti degli alunni e delle loro famiglie, in quanto la presenza nel nostro Istituto di allievi per molti anni, ha imposto la necessità di favorire lo sviluppo di rapporti educativi più profondi e la condivisione di responsabilità del successo e dell’insuccesso scolastico da parte di tutti i gradi di istruzione presenti nel nostro Istituto.

Andare alle radici del curricolo verticale ha dunque significato scoprire gli elementi invarianti che corrono lungo tutto il curricolo (la ricorsività di azioni cognitive sempre più sicure e consapevoli) per coniugarli con gli elementi variabili dell’esperienza di conoscenza (i contenuti dichiarativi sempre più ampi, i contesti d’uso delle abilità sempre più differenziati, ecc.), ma al contempo ha significato valorizzare i fattori di una discontinuità positiva (che fanno parte integrante di ogni prospettiva di sviluppo e di crescita) proponendoli in una visione di grande respiro progettuale.

Curricolo per competenze

a il Collegio dei docenti ha inteso progettare un curricolo oltre che verticale anche centrato sulle competenze. In merito l’Organo collegiale in parola, al fine di condividere terminologie e significati, ha deciso (vista l’autorevolezza dell’organismo) di fare riferimento alla Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 aprile 2008, viene definito il Quadro europeo delle qualifiche (EQF) all’interno del quale vengono fornite le definizioni di conoscenza, abilità e competenza:

 conoscenza: risultato dell’assimilazione di informazioni attraverso l’apprendimento. Le conoscenze sono un insieme di fatti, principi, teorie e pratiche relative ad un settore di lavoro o di studio. Le conoscenze sono descritte come teoriche e/o pratiche;

 abilità: indicano le capacità di applicare conoscenze e di utilizzare know-how per portare a termine compiti e risolvere problemi. Le abilità sono descritte come cognitive (comprendenti l’uso del pensiero logico, intuitivo e creativo) o pratiche (comprendenti l’abilità manuale e l’uso di metodi, materiali, strumenti);

 competenza: comprovata capacità di utilizzare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e personale. Le competenze sono descritte in termini di responsabilità e autonomia.

Dunque, nella consapevolezza che nell’ambito scolastico, il concetto di competenza introduce una centralità sull’alunno piuttosto che sulle discipline si è inteso adottare in toto le I.N. del 2012, che precisano come il «fare scuola» oggi significa … curare e consolidare le competenze e i saperi di base, che sono irrinunciabili perché sono le fondamenta per l’uso consapevole del sapere diffuso e perché rendono precocemente effettiva ogni possibilità di apprendimento nel corso della vita.

A tale scopo si è ridisegnato il piano di studi in termini di competenze, ripensando e riorganizzando la programmazione didattica non più a partire dai contenuti disciplinari, ma in funzione dell’effettivo esercizio delle competenze da parte degli studenti e dell’accertamento della loro capacità di raggiungere i risultati richiesti.

Costruire un curricolo verticale per competenze ovviamente significa insegnare per competenze, ovvero avvicinarsi al sapere attraverso l’esperienza, … senza … abbandonare i contenuti, giacché essi rappresentano proprio il campo di esperienza in cui esercitare abilità e competenze.

All’interno di questa scelta appafre chiaro come la didattica trasmissiva ed esercitativa non basta più … . Per far … conseguire competenze,… è necessario … offrire agli allievi occasioni di assolvere in autonomia i “compiti significativi”, cioè compiti realizzati in contesto vero o verosimile e in situazione di esperienza …

In sintesi gli “ingredienti” del curricolo verticale per competenze sono:

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 i traguardi per i quali è prevista la costruzione di rubriche valutative sulle 8 competenze chiave, che consentano di disporre di profili di competenza orientativi per la progettazione formativa, e una matrice di connessione tra competenze chiave e traguardi formativi disciplinari, nella quale evidenziare il contributo che le varie discipline possono fornire allo sviluppo delle competenze chiave:

 i contenuti che rimandano ai saperi essenziali (nuclei fondanti), in termini di conoscenze e abilità, relativi alle varie discipline nelle diverse annualità (o periodi) del percorso formativo;

 i processi formativi relativamente ai quali è necessario progettare un repertorio di unità di apprendimento/ progetti didattici orientati verso le competenze chiave e l’allestimento di ambienti di apprendimento, attenti a delineare le dimensioni dell’azione formativa sul piano della relazione comunicativa, dell’organizzazione didattica e delle metodologie didattiche;

 la valutazione relativamente alla quale si fa riferimento agli strumenti per la valutazione delle prestazioni e dei processi di apprendimento ed ai documenti per la comunicazione e certificazione dei risultati formativi.

Selezione dei saperi

In generale nella selezione dei saperi un ruolo strategico essenziale è statodato all’acquisizione di efficaci competenze comunicative nella lingua italiana, che costituisce il primo strumento di comunicazione e di accesso ai saperi. Tale compito non è responsabilità del solo docente di italiano ma è condiviso da tutti gli docenti, ciascuno per la propria area o disciplina, che dovranno curare in ogni campo un’espressione scritta ed orale precisa per fare della della lingua italiana un mezzo decisivo per l’esplorazione del mondo, l’organizzazione del pensiero e per la riflessione sull’esperienza e il sapere dell’umanità.

Nello specifico per la selezione dei saperi la scuola ha fatto riferimento allo standard ISCED 97, che copre due variabili classificatorie: il livello e il campo di istruzione.

Nella scuola dell’infanzia il livello di riferimento è il livello 0 - Istruzione pre-elementare, che costituisce lo stadio iniziale del sistema di istruzione organizzato, è pensato principalmente come introduzione dei bambini ad un ambiente scolastico.

Nella scuola primaria, il livello di riferimento è il livello 1 - Istruzione elementare o primo stadio di istruzione base, che è finalizzato all'insegnamento basilare di lettura, scrittura e matematica uniti ad una comprensione di base di altre materie come la storia, la geografia, le scienze naturali, l'arte e la musica e la religione. Tale segmento dell’istruzione deve porsi come scuola formativa nella quale la selezione dei saperi deve essere orientata all’acquisizione degli apprendimenti di base. Tali apprendimenti, in quanto saperi irrinunciabili, coincidono con gli alfabeti caratteristici di ciascuna disciplina, che permettono agli alunni di sviluppare un pensiero riflessivo e critico quale primo esercizio dei diritti costituzionali.

Alla padronanza degli strumenti culturali di base in parola si dovrà dare ancora più importante per i bambini che vivono in situazioni di svantaggio: più solide saranno le capacità acquisite nella scuola primaria, maggiori saranno le probabilità di inclusione sociale e culturale attraverso il sistema dell’istruzione.

Nella scuola secondaria di primo grado il livello di riferimento è il livello 2 - Istruzione secondaria inferiore o secondo stadio di istruzione base. I contenuti educativi di questo livello sono tipicamente finalizzati al completamento dei programmi iniziati al livello precedente. I programmi di questo livello seguono generalmente uno schema orientato alla materia, con l'utilizzo di docenti specializzati. All’interno di questo livello la selezione dei saperi deve far si che le discipline diventino punti di vista sulla realtà e modalità di conoscenza, interpretazione e rappresentazione del mondo al fine di favorire una maggiore organizzazione delle conoscenze, nella prospettiva dell’elaborazione di un sapere sempre meglio integrato e padroneggiato. Dunque i saperi sono stati selezionati in quanto nuclei fondanti, ricorrenti e generative di nuovi conoscenze e perché in grado di garantire lo sviluppo di competenze disciplinari, le quali a loro volta concorreranno alla promozione di competenze più ampie e trasversali, tanto importanti in quanto garanti di una piena realizzazione personale e di una partecipazione attiva alla vita sociale, alla convivenza civile e al bene comune.

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Per la visione completa dei saperi selezionati si rimanda alla lettura degli allegati: “Il curricolo verticale per competenze”, “Le UDA”.

In sintesi, considerato che le Indicazioni nazionali del 2012 hanno recepito quanto definito il 18 dicembre 2006, dal Parlamento europeo e dal Consiglio nelle Raccomandazioni relative alle competenze chiave per l’apprendimento, che definiscono otto ambiti di competenze chiave:

1. Comunicazione nella madrelingua;

2. Comunicazione nelle lingue straniere;

3. Competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia;

4. Competenza digitale;

5. Imparare ad imparare;

6. Competenze sociali e civiche;

7. Spirito di iniziativa e imprenditorialità;

8. Consapevolezza ed espressione culturale.

il nostro Istituto, consapevole delle sfide del nostro tempo e deciso a inquadrarsi in un contesto internazionale di apprendimento, accoglie la sfida e progetta la propria attività didattica tenendo conto delle competenze sopra citate.

Flessibilità didattica ed organizzativa

Considerato che gli strumenti di flessibilità, già previsti dal DPR 275/99, hanno trovato un rinnovato impulso nel comma 3 della Legge 107/2015, per la piena realizzazione del curricolo che l’IC Zumbini ha progettato e per il raggiungimento degli obiettivi delle rubricata Legge 107, il Collegio dei Docenti ha optato per nuove forme organizzative, che possano sostenere l’attuazione di una didattica individualizzata e personalizzata:

 l’articolazione del gruppo della classe secondo modalità che prevedano di poter lavorare su classi aperte e gruppi di livello (ad es. recupero e/o potenziamento in orario curriculare e/o extracurriculare; peer-to-peer; apprendimento cooperativo; didattica laboratoriale; problem solving);

 insegnamenti extracurriculari da inserire nel bagaglio formativo dello studente A carico delle famiglie

 percorso internazionale di studi integrato nel curriculum italiano di geografia o di storia e la partecipazione ai programmi europei in particolare ai programmi promossi da Cambridge International Examinations;

 laboratori extracurriculare di teatro e studio della lingua italiana;

A carico della scuola

 attività di preparazione per la certificazione delle competenze per la lingua inglese;

 accoglienza degli alunni stranieri, che non parlano l’italiano con moduli di alfabetizzazione alla lingua italiana;

 percorsi guidati per lo studio individuale per alunni stranieri e per alunni con difficoltà;

 attività di supporto in classi che accolgono alunni con BES;

 attività modulari di didattica alternativa, esauribili in una sola unità oraria con possibilità di implementazione, in caso di sostituzione dei docenti assenti fino a 10 giorni;

 laboratorio con applicazione delle tecnologie ad uso didattico con possibilità di svolgere attività autonome o per realizzazione/completare attività connesse con compiti di realtà e progetti didattici curriculari;

 percorsi guidati di preparazione agli esami di stato conclusivi del I ciclo per alunni stranieri;

 interventi individualizzati utilizzati in maniera sistematica nel lavoro d’aula;

 percorsi guidati per il potenziamento delle eccellenze in matematica.

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progetti relativi all’arricchimento dell’offerta formativa sono da considerare parte integrante del curricolo e consentono una didattica più integrata, efficace e partecipativa.

La nostra scuola propone la realizzazione dei progetti, qui di seguito illustrati, sia in orario curricolare che in orario aggiuntivo pomeridiano su proposta del MIUR di Enti, Istituzioni ed Associazioni e per autonoma iniziativa del Collegio dei docenti. Inoltre, le attività di ampliamento dell’offerta formativa sono progettate in modo da avere chiare le abilità/competenze da raggiungere attraverso la loro realizzazione.

Infine, i progetti, che sono definiti in raccordo con il curricolo di istituto, saranno monitorati e valutati in itinere ed alla fine dell’anno scolastico.

Il curricolo della scuola dell’Infanzia

el rispetto e nella valorizzazione dell’autonomia delle Istituzioni Scolastiche, le Nuove Indicazioni (adottate con apposito Regolamento ai sensi dell’art. 1, comma 4, del DPR n. 89 del 20 marzo 2009) costituiscono il quadro di riferimento per la progettazione curricolare di questo segmento di scuola. Pertanto, la nostra scuola dell’infanzia, predispone un curricolo aderente e in linea con le I.

N. rispetto a:

 finalità (promuovere lo sviluppo dell’identità, dell’autonomia, delle competenze, della cittadinanza);

 traguardi per lo sviluppo delle competenze che rappresentano i punti più significativi che gli alunni devono conseguire al termine della scuola dell’infanzia;

 obiettivi di apprendimento che sono orientamenti che l’docente suggerisce nel creare occasioni e possibilità di esperienze volte a favorire lo sviluppo della competenza che a questa età va inteso in modo globale e unitario.

Inoltre, al fine di favorire il percorso educativo di ogni bambino, aiutandolo a orientarsi nella molteplicità e nella diversità degli stimoli e delle attività, il progetto didattico è articolato in 5 campi di esperienza:

1. Il sé e l’altro (le grandi domande, il senso morale, il vivere insieme)

La visione del bambino che deve ispirarci sarà quella di un soggetto attivo, impegnato in un processo di maturazione continua con i pari, gli adulti, l’ambiente e la cultura, capace di formulare tanti perché su questioni concrete, sugli ebventi della vita quotidiana, sulle trasformazioni personali e sociali, sull’ambiente, e sull’uso delle risorse e sul futuro vicino e lontano.

2. Il corpo e il movimento (identità, autonomia, salute)

La corporeità è il centro di raccolta ed elaborazione delle diversificate esperienze dell’essere umano così la scuola dell’infanzia persegue l’obiettivo che è chiamata a realizzare: promuovere la crescita integrale del bambino, la presa di coscienza del proprio corpo utilizzandolo, fin dalla nascita, come strumento di conoscenza di sé nel mondo.

3. Immagini, suoni, colori (gestualità, arte, musica, multimedialità)

I bambini esprimono pensieri ed emozioni con immaginazione e creatività per cui l’arte dovrà essere occasione per orientare questa propensione, educando al piacere del bello e del senso estetico. Molte e varie saranno le proposte per far entrare i bambini attivamente e creativamente nell’affascinante universo sonoro, musicale, gestuale, grafico-pittorico, mediatico, teatrale e di comunicazione al fine di garantire loro occasioni per guardare il mondo con occhi diversi.

4. I discorsi e le parole (comunicazione, lingua, cultura)

La lingua, in tutte le sue funzioni e forme, è uno strumento essenziale per comunicare e conoscere e per rendere via via più complesso e meglio definito il proprio pensiero, anche grazie al confronto con gli altri. Pertanto, si creeranno occasioni per promuovere l’espressione personale al fine di aiutare il bambino a comprendere, tradurre, rielaborare e produrre sistemi di simboli, che fanno parte della nostra e di altre culture.

5. La conoscenza del mondo (ordine, misura, spazio, tempo, natura)

I bambini esplorano continuamente la realtà e imparano a riflettere sulle proprie esperienze descrivendole, rappresentantondole, riorganizzandole con diversi criteri. Così facendo pongono le basi per la successiva elaborazione di concetti scientifici e matematici, che verranno proposti nella scuola primaria. Pertanto, si cercherà di stimolare la curiosità e le domande sui fenomeni naturali, su se stessi e sugli organismi viventi e su storie, fiabe e giochi tradizionali con riferimenti

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