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Programma di Storia. Classe III B liceo delle scienze umane. Anno scolastico

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Programma di Storia

Classe III B liceo delle scienze umane Anno scolastico 2019-2020

L’Alto Medioevo

 I regni romano-germanici: gli Ostrogoti in Italia, i Visigoti in Spagna, i Vandali in Africa, i Franchi in Gallia.

 Gli ostrogoti in Italia: il regno di Teodorico (493-526), la cui capitale fu Ravenna, la stessa città dove per volontà del generale Stilicone era stato trasferito il governo imperiale.

 Le guerre greco-gotiche (535-553): la conquista del regno ostrogoto per volontà dell’imperatore Giustiniano, intenzionato a ricostituire l’unità imperiale. L’impero di Giustiniano: la riforma giuridica volta a ripristinare il diritto dell’Impero Romano: il Corpus iuris civilis.

 I Longobardi in Italia: l’invasione dei Longobardi guidati da Alboino (568); l’estensione del dominio longobardo sull’Italia settentrionale e su parte di quella centrale e meridionale (ducati di Spoleto e di Benevento). L’originaria suddivisione del regno in ducati; il passaggio ad uno Stato fondato sull’autorità regale sotto i regni di Autari e di Agilulfo (inizio VII secolo); la conversione del popolo al cattolicesimo grazie all’impulso della regina Teodolinda; l’editto di Rotari (643), che decretò l’abbandono del diritto consuetudinario germanico a favore di una legislazione scritta ispirata alla tradizione giuridica romana. La Donazione di Sutri (728) con il quale il re Liutprando concesse alla Chiesa il diritto di esercitare la propria giurisdizione su alcuni castelli del Ducato di Roma.

 Il regno dei Franchi: la dinastia dei Merovingi; il re Clodoveo (511) che, diversamente da tutti gli altri popoli germanici, fece direttamente convertire i Franchi al cattolicesimo, senza passare per l’esperienza dell’arianesimo. La progressiva affermazione della stirpe dei Pipinidi, maggiordomi d’Austrasia, che facendo leva sulla debolezza della regnante dinastia merovingia, acquisirono sempre più potere e prestigio: a tal proposito bisogna ricordare la vittoria di Carlo martello contro gli Arabi nella battaglia di Poitiers (732). La conquista del potere sul regno in seguito alla deposizione dell’ultimo sovrano merovingio, Childerico III (741). Il regno di Pipino il Breve e i contrasti con i Longobardi. L’ascesa al potere di Carlo magno e la vittoria sui Longobardi nella battaglia di Pavia (774). L’incoronazione di Carlo magno ad imperatore del Sacro Romano Impero da parte di papa Leone III. Il sistema feudale e le sue rispettive declinazioni politiche, ovvero, comitati, ducati e marchesati, ed economiche, ossia, la curtis, suddivisa in una pars dominica, fondata sullo sfruttamento della manodopera servile, (servitù della gleba), e in una pars massaricia, basata sul lavoro di

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coloni, comunque occasionalmente tenuti ad offrire al signore prestazioni di manodopera gratuita.

 La morte di Carlo magno (814): l’impero di Ludovico il Pio, successivamente segnato dalle lotte dinastiche tra i figli Lotario, Carlo il Calvo e Ludovico il Germanico che portarono dapprima al Giuramento di Strasburgo, poi alla stipula del Trattato di Verdun (843), che decretò la disgregazione del Sacro Romano Impero, suddiviso in tre regioni, a Gallia, affidata a Carlo il Calvo, la Germania, affidata a Ludovico il Germanico, la zona centrale compresa tra questi due territori e l’Italia settentrionale, affidata a Lotario.

 Il Sacro Romano Impero germanico: l’ascesa al trono di Germania di Ottone I e la restaurazione dell’Impero. L’approvazione del Privilegium Othonis, un documento che prevedeva la subalternità del potere pontificio all’autorità imperiale.

Il Basso Medioevo

L’incremento demografico dell’anno Mille, reso possibile dalla persistenza di favorevoli condizioni climatiche ed atmosferiche e dall’abbondanza dei raccolti. Il perfezionamento delle tecniche colturali con l’adozione sistematica dell’aratro in ferro. L’aumento della popolazione urbana indotto dalla riduzione del fabbisogno di manodopera agricola.

 I Normanni: la conquista dell’Inghilterra da parte di Guglielmo il Conquistatore nella battaglia di Hastings (1066). L’instaurazione di un sistema amministrativo capace di coniugare le istanze accentratici contemplate dallo Stato nazionale con la prassi feudale, acquisita in virtù del loro stanziamento in Francia dopo l’emigrazione dall’originaria terra scandinava. L’introduzione di una concezione discendente del potere, diversa da quella prettamente germanica contemplata dagli Angli e dai Sassoni, secondo la quale l’unica fonte di legittimazione del potere regale è Dio.

 La polemica contro la regalità sacra: il Dictatus papae (1075), documento con il quale papa Gregorio VII affermò la superiorità del potere pontificio sull’autorità imperiale, rovesciando completamente l’enunciato del Privilegium Othonis. Da quel momento in avanti, la nomina dell’imperatore avrebbe dovuto essere confermata e legittimata dal papa.

Lo scontro con l’imperatore Enrico IV, la sua discesa in Italia volta a ripristinare i privilegi imperiali e la sua successiva scomunica da parte di Gregorio VII. La vittoria del papa, che, ospitato dalla contessa Matilde di Canossa, costrinse l’imperatore a pentirsi pubblicamente del proprio affronto, imponendogli di inginocchiarsi sulla neve.

 Papa Urbano II: l’indizione della prima crociata della storia (1099); guidata da Goffredo di Buglione, pur essendo ufficialmente dettata dal desiderio di liberare il Santo Sepolcro di Gerusalemme dalla presenza araba, rispondeva soprattutto all’esigenza di arginare la violenza e le scorrerie dei cavalieri, per lo più rappresentati dai figli cadetti delle famiglie aristocratiche.

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 Il Concordato di Worms (1122): stipulato da papa Callisto II e l’imperatore Enrico V, questo trattato pose fine alla lotta per le investiture impedendo ai rappresentati del potere temporale, ovvero sovrani e imperatori, di ordinare vescovi e sacerdoti.

La conquista normanna dell’Italia meridionale: in seguito al trattato di Melfi (1059), l’Italia meridionale diventa Stato vassallo della Chiesa: grazie all’intervento di papa Niccolò II, Roberto il Guiscardo diventa duca di Puglia e di Calabria; successivamente, dopo l’allontanamento degli Arabi, Ruggero II assume il titolo di duca di Sicilia (1130).

 Le Repubbliche marinare: Venezia, Genova, Pisa, Amalfi.

 I Comuni italiani: il progressivo sgretolamento dei vecchi regimi comitali e vescovili, sostituiti da Repubbliche aristocratiche fondate sulla rappresentatività, sull’alternanza, sulla collegialità. Le lotte di potere tra rivali famiglie aristocratiche che portarono all’abolizione del consolato, rimpiazzato dalla figura di un podestà di diversa cittadinanza.

 Federico I Barbarossa: il tentativo di ripristinare la giurisdizione imperiale sui Comuni dell’Italia settentrionale. La costituzione di un’alleanza dei Comuni padano-veneti volta a fronteggiare l’invasione del Barbarossa (giuramento di Pontida). Il saccheggio di Milano da parte delle truppe imperiali (1167). La sconfitta del Barbarossa nella battaglia di Legnano (1176). Il trattato di Costanza (1184): il riconoscimento della sostanziale autonomia dei Comuni italiani.

 La battaglia di Bouvines (1214) e la Magna Charta Libertatum (1215): il re inglese Giovanni senza terra viene sconfitto dal re di Francia Filippo II Augusto: con la sola eccezione della Guascogna, tutti i territori francesi passati sotto la giurisdizione inglese in seguito al matrimonio tra Enrico II Plantageneto e la duchessa Eleonora d’Aquitania, tornano sotto la monarchia francese. Il re d’Inghilterra è costretto a sottoscrivere la Magna Charta Libertatum, un documento con il quale i baroni feudali inglesi, appellandosi alla sostanziale –ancorché non paritetica- reciprocità deontologica presupposta dai rapporti vassallatici, che non esimeva il sovrano dal rispetto di alcuni doveri, stabilirono il principio in base al quale tutte le decisioni in materia fiscale e finanziaria non avrebbero potuto essere adottate prima di aver consultato la nobiltà. L’assolutismo monarchico viene di fatto abolito, avviando il Paese ad una progressiva transizione costituzionale che si sarebbe completata nel Seicento con il Bill of rights.

 Papa Innocenzo III: la teoria del “sole e della luna” con la quale ribadì con maggiore forza l’assoluta superiorità del potere pontificio su quello imperiale. Il riconoscimento del papa non più soltanto come successore di Pietro, ma anche come vicario di Cristo, che conferì al pontefice una dimensione sacra ed inviolabile.

L’impero di Federico II di Svevia, figlio di Enrico VI e Costanza d’Altavilla: la decisione, in aperto contrasto con la volontà papale, di estendere la giurisdizione imperiale sull’Italia del sud, favorita dalla fusione delle due dinastie, quella sveva e quella normanna, voluta dal nonno Federico I Barbarossa. La Costituzione di Melfi: l’abolizione dei poteri feudali in Italia meridionale. La corte palermitana dell’imperatore: la Scuola poetica siciliana. Il misticismo adamita sostenuto dall’imperatore: l’idea che una nuova redenzione

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dell’umanità fosse possibile grazie al buon governo di un sovrano temporale; il pensiero di una spiritualità individualistica prescindente dall’intermediazione ecclesiastica.

 La situazione dopo la morte di Federico II di Svevia (Castelfiorentino, 1250): l’ascesa al potere di Manfredi, suo figlio naturale, sconfitto e ucciso nella battaglia di Benevento del 1266 tra guelfi e ghibellini. La definitiva sconfitta ghibellina nella battaglia di Tagliacozzo (1268), dove viene ucciso Corrado IV, figlio legittimo di Federico II. La fine della giurisdizione imperiale sull’Italia del Sud e l’inizio del dominio angioino. L’episodio dei Vespri siciliani (1282): la cacciata degli Angioini, la sospensione dell’unità politica del Meridione e l’instaurazione del dominio aragonese.

 Gli ordini mendicanti: i seguaci di Domenico di Guzman, attivi nella lotta contro l’eresia catara, e i discepoli dell’assisiate Francesco, che proponeva un’interpretazione letterale delle Sacre Scritture e l’adozione integrale di una povertà conforme al dettato evangelico. Il beneplacito di papa Innocenzo III e la definitiva approvazione della Regola da parte di papa Onorio III nel 1220.

 I movimenti eretici e pauperistici: i valdesi, seguaci del lionese Valdo, scomunicato da papa Lucio III, e i catari o albigesi, i quali, al di là del pauperismo, comune al francescanesimo ortodosso e all’eretico movimento valdese, rinnegarono la valenza dottrinaria dell’Antico Testamento e misero in discussione l’attendibilità storica e religiosa del sacrificio di Gesù Cristo sulla croce, attribuendo autentica funzione redentrice alla sola dottrina evangelica. La crociata contro di loro ordinata da papa Innocenzo III.

 La concezione ierocratica di Bonifacio VIII e lo scontro con il re di Francia Filippo IV il Bello: la restaurazione della regalità sacra in opposizione alla pubblicazione della bolla Una sanctam, che prevedeva l’immediata e inappellabile scomunica dei cristiani che mettevano in discussione l’infallibilità delle decisioni papali. La discesa in Italia di Filippo IV il Bello e l’episodio dell’oltraggio di Anagni.

La “cattività avignonese” della Chiesa: l’ascesa al soglio pontificio di Clemente V (1309) che, profondamente inviso al popolo romano memore dell’oltraggio subito da Bonifacio VIII, decise di trasferire la curia pontificia ad Avignone, dove vi rimase fino al 1376.

 La peste del 1348: l’originaria diffusione della malattia nell’area del Mar Nero; la due diverse manifestazioni del morbo, la peste bubbonica e polmonare. I fattori che ne favorirono la diffusione: la carestia dovuta allo scarso raccolto e al persistenza di avverse condizioni climatiche ed atmosferiche; la denutrizione e la conseguente maggiore vulnerabilità alle infezioni. Il bilancio dei morti: circa 20 milioni in Europa.

La Bolla d’oro (1356): l’imperatore Carlo IV di Lussemburgo individua sette principi elettori, tre ecclesiastici, ovvero gli arcivescovi di Treviri, Magonza e Colonia, e quattro laici, vale a dire il conte del Palatinato, il duca di Sassonia, il marchese del Brandeburgo, il re di Boemia, chiamati ad eleggere l’imperatore del Sacro Romano Impero germanico.

 La guerra dei Cento anni (1337-1453): le cause della guerra tra Francia e Inghilterra essenzialmente riconducibili, in primo luogo, alle questioni dinastiche del regno di Francia,

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che in seguito alla morte senza eredi Carlo IV, terzogenito figlio di Filippo IV il Bello, passò a Filippo VI di Valois; tale trono fu però rivendicato anche dal re d’Inghilterra Edoardo III, imparentato con la regnante casata dei Capetingi; in secondo luogo, tali cause sono da ricercare nella volontà del re di Francia di ripristinare la giurisdizione regale su tutto il territorio francese: la Guascogna, nonostante la vittoria francese nella battaglia di Bouvines (1214), era ancora sotto il controllo inglese. Le principali battaglie: Crecy (1346), Poitiers (1356), Azincourt (1415), conclusesi con la schiacciante vittoria inglese. Il repentino capovolgimento delle sorti del conflitto grazie all’intervento di Giovanna d’Arco, giovane contadina analfabeta che, sospinta da un fervente sentimento patriottico e da profonda devozione religiosa, infuse nei francesi il coraggio necessario per risollevarsi dalle sconfitte e per riconquistare la libertà e l’indipendenza.

 La guerra delle Due Rose: la lotta per la successione al trono d’Inghilterra tra le rivali famiglie dei Lancaster e degli York, conclusasi dopo varie battaglie con la decisione di Enrico Tudor Lancaster di sposare Elisabetta di York, dando origine ad una nuova casata, tuttora regnante.

 Dai Comuni alle Signorie; dalle Signorie ai Principati: la progressiva dissoluzione dei regimi repubblicani, sostituiti da Signorie governate dalle più eminenti famiglie dell’aristocrazia cittadina. Il passaggio allo statuto di Principati, sancito dal riconoscimento del titolo di vicario imperiale o pontificio. Il primo Principato italiano (1395): Gian Galeazzo Visconti nominato duca di Milano dall’imperatore Sigismondo da Lussemburgo.

Il Grande Scisma d’Occidente e la il Concilio di Costanza (1414-1418): l’opposizione del clero francese al ritorno della curia pontificia a Roma e la successiva elezione di due papi, uno eletto dal collegio cardinalizio francese, l’altro da quello romano. La ricomposizione dello scisma con il concilio di Costanza, convocato dall’imperatore Sigismondo da Lussemburgo. L’affermazione della tesi conciliarista, in virtù della quale le più importanti decisioni in materia ecclesiastica, giuridica e dottrinaria avrebbero dovuto essere espressione del voto del collegio cardinalizio. La scomunica degli hussiti e la condanna a morte del predicatore boemo Jan Hus, che riteneva legittimo opporsi alle decisioni pontificie che non fossero coerenti con la dottrina evangelica.

 Artigiani, mercanti, banchieri nella Firenze del Duecento e del Trecento: ascesa e provvisorio declino della prima capitale economica e finanziaria d’Europa. L’artigianato fiorentino, specializzato nella produzione di tessuti in lana pregiata. Le più importanti banche fiorentine, i Bardi, i Peruzzi, gli Acciaiuoli, fallite tra il 1341 e il 1346 in seguito al dissesto finanziario del Comune di Firenze.

 La Repubblica di Venezia: il predominio politico ed economico della Serenissima nell’Adriatico e nel Mediterraneo orientale: imprescindibile centro per l’importazione e per la distribuzione delle spezie in Europa.

L’esplorazione portoghese dell’Africa occidentale: i viaggi di Bartolomeo Diaz (capo di Buona Speranza) e di Vasco de Gama, che circumnavigò l’Africa (1497), sbarcando nella città indiana di Calicut. Il Portogallo mette in discussione il primato veneziano nell’importazione e nella distribuzione delle spezie in Europa.

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 La nascita della Spagna moderna: l’unificazione dei due Regni sancita dal matrimonio tra Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia. La conquista spagnola di Granada, ultima roccaforte araba nella penisola iberica. L’inizio della discriminazione culturale e religiosa degli Ebrei, la cui professione di fede era motivo di persecuzione giudiziaria che terminava o con la pena capitale o con la conversione forzata al Cristianesimo. I primi segnali di antisemitismo, ovvero di una discriminazione degli Ebrei da un punto di vista etnico, ravvisabile nell’intolleranza nei confronti di coloro che erano stati indotti a convertirsi al Cristianesimo.

Età moderna

 La scoperta del Nuovo Mondo: la proposta del navigatore genovese Cristoforo Colombo di raggiungere le Indie navigando verso Occidente, che, inizialmente ritenuta inattuabile dal re del Portogallo, fu sottoposta all’esame dei reali di Spagna e approvata; la partenza delle tre caravelle dal porto di Palos il 3 agosto 1492; lo sbarco il 12 ottobre 1492 in un’isola ribattezzata da Colombo San Salvador. L’iniziale oscuramento della figura di Colombo, derivante dalla totale assenza dei prodotti per i quali le potenze europee finanziavano i viaggi esplorativi volti alla ricerca di rotte marittime alternative a quelle tradizionali. La progressiva acquisizione della consapevolezza dell’esistenza di un nuovo Continente: i viaggi dell’italiano Caboto a Terranova e del portoghese Cabral in Brasile. I viaggi di Amerigo Vespucci volti all’esplorazione delle coste atlantiche del nuovo Continente, documentata nel trattato Mundus Novus (1507), che gli valse il riconoscimento da parte dei più importanti esponenti del mondo filosofico e scientifico dell’epoca del ruolo di scopritore del Nuovo Mondo. La circumnavigazione del globo del portoghese Ferdinando Magellano, che dopo aver oltrepassato l’estrema parte meridionale del Continente e aver attraversato un Oceano da lui stesso chiamato Pacifico, giunse nelle Indie.

 La sottomissione degli Aztechi, dei Maya, degli Inca: l’ingente sfruttamento europeo delle risorse locali; il tracollo demografico delle popolazioni indigene, in parte provocato dalle sopraffazioni, dagli stenti, dalle violenze, in parte da malattie infettive per le quali non avevano mai sviluppato anticorpi. La questione dello sfruttamento degli Indios, che benché fosse stato aspramente condannato dal frate domenicano Bartolomé del Las Casas, continuava ad essere praticato e giustificato sulla base della filosofia aristotelica, in virtù della quale tutti coloro che non erano in grado di padroneggiare il linguaggio erano considerati antropologicamente inferiori e quindi pienamente suscettibili di essere schiavizzati.

 Il quadro politico italiano all’inizio del XV secolo: la politica espansionistica della Repubblica di Venezia promossa dal doge Francesco Foscari che, prevedendo il sostanziale ridimensionamento dell’egemonia della Serenissima nel Mediterraneo orientale, preferì spostare gli interessi geopolitici in Italia: questo spiega la battaglia di Maclodio (1427) contro i Visconti di Milano, la cui vittoria consentì ai veneziani di estendere i propri domini sulla Lombardia orientale e di fissare il confine con il Ducato di Milano in corrispondenza del fiume Adda. Le altre importanti realtà statuali italiche: la Repubblica di Firenze, che pur

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mantenendo nella sua sostanziale interezza tutte le istituzioni comunali, era di fatto una Signoria governata dai banchieri Medici, di cui si ricordano Cosimo, Piero e Lorenzo, immortalati da Benozzo Gozzoli negli affreschi della cappella Magi di Palazzo Medici- Riccardi; lo Stato della Chiesa, sorretto da papi sempre più dediti alla risoluzione di questioni politiche e sempre meno propensi ad assolvere la funzione di guida spirituale sottesa al proprio mandato apostolico (Sisto IV, Giulio II della Rovere); il Regno angioino di Napoli; il trattato di pace di Lodi (1454), un’alleanza militare che obbligava ciascun Stato italiano ad intervenire in aiuto di un altro che avesse subito un’aggressione straniera.

Lo scontro tra Lorenzo de’ Medici e papa Sisto IV, causato dalla decisione di quest’ultimo di affidare al nipote Girolamo Riario il governo di Imola, città confinante con la Repubblica di Firenze e dalla revoca del diritto di estrarre allume, riconosciuto alla rivale famiglia dei Pazzi; la congiura dei Pazzi (1478), che, volta ad uccidere Lorenzo, portò alla morte del fratello Giuliano.

 Umanesimo e Rinascimento: l’essenza dell’Umanesimo, che precorso dal Petrarca nella seconda metà del XIV secolo, portò alla definizione dei presupposti epistemologici della filologia e all’elaborazioni di dottrine filosofiche alternative al pensiero tomistico- aristotelico; il manifesto dell’Umanesimo: l’Oratio de dignitate hominis di Pico della Mirandola. L’essenza del Rinascimento, che comportò la definizione di un nuovo canone artistico, che, pur non offuscando i vertici raggiunti dalle arti figurative medievali, così come sublimemente testimoniato da Piero della Francesca, Filippo Brunelleschi, Perugino, Leonardo da Vinci, Michelangelo, Raffaello, sperimentò un nuovo linguaggio, che, declinato in diversi paradigmi teorici ed espressivi, comportò la rappresentazione scientifica dello spazio (prospettiva lineare) e un maggiore attenzione nella rappresentazione dei corpi nella pittura e nella scultura, le cui ideai proporzioni anatomiche celebravano l’equilibrio e l’armonia delle forme. Rinascimento e politica: il Principe di Niccolò Machiavelli: il profilo dell’optimus princeps, il quale, nell’esercizio delle sue funzioni avrebbe dovuto unicamente rispondere alla fredda logica della ragion di Stato e all’occasionale opportunità politica. Si teorizza dunque la separazione tra politica e morale.

 La discesa in Italia di Carlo VIII (1494): il re di Francia, deciso a conquistare il Regno di Napoli e a trasformare la monarchia francese in una potenza mediterranea, scese in Italia; la capitolazione di Piero de’ Medici: l’allontanamento della famiglia dalla città e la fattuale restaurazione della Repubblica; l’affermazione a Firenze del predicatore domenicano Girolamo Savonarola, che oltre a biasimare i lussi e la corruzione della Chiesa, impose a distruzione di libri e opere d’arte d’ispirazione pagana. La sua condanna al rogo (1498). Il pontificato di Giulio II della Rovere, che, bersaglio della fervente critica dell’umanista olandese Erasmo da Rotterdam, antepose sistematicamente le questioni geopolitiche a quelle spirituali, come dimostrato dalla costituzione di un’alleanza (Lega di Cambrai), volta ad arginare l’espansionismo veneziano in Italia. La sconfitta di Venezia nella battaglia di Agnadello (1509). Il ritorno degli Sforza a Miano e dei Medici a Firenze grazie all’esercito spagnolo, favorita dalla ritirata del re di Francia Luigi XII, respinto dalla Lega Santa, nuova alleanza stipulata da papa Giulio II, in aperta antitesi con quella precedente.

 Carlo V d’Asburgo: ricostruzione dei ultimi rami dell’albero genealogico di Carlo V:

nipote di Massimiliano d’Asburgo e di Maria di Borgogna, era figlio di Filippo d’Asburgo e di Giovanna di Spagna (figlia di Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia). L’ascesa al

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soglio imperiale (1519), ottenuta corrompendo il collegio dei sette principi elettori tedeschi, grazie al prestito dei banchieri della famiglia tedesca dei Fugger. La costituzione di un impero vastissimo, comprendente non soltanto l’Impero germanico, ma anche la Spagna, le colonie americane, il Regno di Napoli, i Paesi Bassi, la Borgogna. La vittoria sul re di Francia Francesco I nella battaglia di Pavia (1525). Il sacco dei lanzichenecchi (1527), verosimilmente spontaneamente compiuto dagli stessi mercenari tedeschi amareggiati dalla mancato pagamento degli stipendi, reso difficoltoso dal debito di Carlo V con i Fugger. La pace separata tra Clemente VII e Carlo V (pace di Barcellona, 1529), con la quale il papa ottenne il ritorno dei Medici a Firenze; la pace di Cambrai (1529): definitiva rinuncia delle pretese egemoniche francesi sul Ducato di Milano; pace di Cateau-Cambresis (1559), abdicazione di Carlo V a favore del figlio Filippo II e instaurazione del governo spagnolo sul Ducato di Milano.

 Martin Lutero e la riforma protestante: la pubblicazione a Wittenberg delle 95 tesi con le quali il monaco agostiniano e docente di teologia Martin Lutero, non si limitò a criticare la corruzione morale della Chiesa, ma mise anche in discussione i principi fondamentali della dottrina cattolica: diversamente dall’umanista Erasmo da Rotterdam, che riteneva che la Chiesa di Roma avesse adulterato la purezza del Cattolicesimo delle origini, Lutero invece pensava che il Cattolicesimo stesso fosse una deformazione del Cristianesimo. La salvezza infatti non è una conseguenza delle opere buone, ma l’effetto della sola fede in Cristo;

l’uomo, in virtù del peccato originale, non è in grado di compiere il bene. La ricusazione del culto dei Santi e della Vergine, del Purgatorio, e il riconoscimento della sola validità del Battesimo e dell’Eucaristia, a fronte dei sette sacramenti contemplati dalla dottrina cattolica.

Gli anabattisti di Thomas Muntzer, a capo delle rivolte dei contadini tedeschi, sostenitori di un profondo cambiamento volto ad una più equa redistribuzione della ricchezza. La condanna luterana delle rivolte dei contadini guidati da Muntzer, sconfitto nella battaglia di Frankenhausen nel 1525 e ucciso. La scomunica di Lutero con la bolla Exurge Domine (1520) emanata da papa Leone X. La Dieta di Worms (1521) e l’irremovibile volontà di Lutero di proseguire la propria azione riformatrice in dottrinario. La dieta di Spira (1529) e l’adesione dei principi tedeschi alla riforma luterana. La vittoria di Carlo V contro i principi luterani a Mulberg (1547). Il trattato di Augusta (1555) e il riconoscimento del principio del cuius regio eius religio, in virtù del quale il suddito era tenuto a professare la stessa fede religiosa del sovrano.

 La riforma di Calvino: la Institutio christianae religionis (1534), opera nella quale il teologo francese Calvino espose la propria dottrina, basata sulla predestinazione, ovvero sul principio in base al quale gli uomini fin dalla nascita sono destinati o alla salvezza o alla dannazione eterna. Il proposito del cristiano di buona volontà, e quindi destinato alla beatitudine eterna, di realizzare il regno di Dio in terra: la teocrazia di Ginevra. Altri movimenti religiosi: i seguaci di Zwingli, che negava la transustanzazione nel sacramento eucaristico, e gli antitrinitari seguaci di Michele Serveto. Il dibattito sulla tolleranza religiosa: il De haereticis an sint persequendi di Sebastien Castellion.

 Il Concilio di Trento (1542-1563) e la Controriforma cattolica: le argomentazioni addotte dai vescovi cattolici a sostegno della fondatezza della dottrina: l’imprescindibile mediazione spirituale del clero, necessaria per impartire i sacramenti per grazia dello Spirito Santo, in virtù del quale l’uomo può svolgere un ruolo attivo nel raggiungimento della

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salvezza della propria anima. Il riconoscimento della validità dottrinaria non soltanto della Bibbia, così come riteneva Lutero, ma anche della tradizione e dei dogmi, necessari per dare risposta a problemi morali e dottrinari altrimenti non risolvibili. La riforma morale del clero:

l’istituzione dei seminari e l’imposizione dell’obbligo di castità e di celibato. La nascita di un nuovo ordine religioso: i gesuiti di Ignazio di Loyola (1539).

 La riforma protestante in Italia: il tentativo di conciliare il Cattolicesimo con la principale istanza della teologia luterana, la salvezza mediante la fede, compiuto dal cardinale Giovanni Morone e da Benedetto Fontanini e da Marcantonio Flaminio, autori questi ultimi de Il beneficio di Cristo.

 L’argento americano e la rivoluzione dei prezzi: la ricchezza della Spagna, che, grazie allo sfruttamento delle miniere d’argento americane, acquisisce il monopolio nella distribuzione del prezioso in Europa, fondamentale per la coniazione delle monete. Il ruolo svolto dalle oligarchie finanziarie genovesi, che elargendo prestiti ai reali di Spagna, ottenne il singolare previlegio di distribuire a costo maggiorato l’argento acquistato dagli spagnoli.

La conseguente inflazione determinata dall’aumento della circolazione della moneta. La centralità economica del Mediterraneo, preservatasi nella sua sostanziale interezza nonostante la colonizzazione dell’America.

Il docente

Prof. Francesco Timo

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