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Programma di Storia. Classe III A liceo delle scienze umane. Anno scolastico

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Programma di Storia

Classe III A liceo delle scienze umane Anno scolastico 2019-2020

Storia romana: età imperiale ed epoca tardo-antica

 Gli imperatori dell’età giulio-claudia: Tiberio (14-37); Caligola (37-41); Claudio (41-54);

Nerone (54-68).

 L’anno dei quattro imperatori (69): Galba, Otone, Vitellio, Vespasiano.

 Gli imperatori dell’età flavia: Vespasiano (69-79); Tito (79-81); Domiziano (81-96).

 L’età di Nerva e degli Antonini, la tacitiana alba di un felicissimo secolo (Agricola): Nerva (96-98); Traiano (98-117); Adriano (117-138); Antonino Pio (138-161); Marco Aurelio (161-180); Commodo (180-192): la fine del principato adottivo.

 La lotta per la successione a potere: Elvio Pertinace, Clodio Albino, Pescennio Nigro, Settimio Severo (192-197).

 L’età dei Severi: Settimio Severo (197-211); Caracalla (211-218); Elagabalo (218-222);

Alessandro Severo (222-235).

 Il periodo dell’anarchia militare (235-284).

 Diocleziano e la tetrarchia (284-304): Diocleziano e Galerio, augusto e cesare d’Oriente, rispettivamente stanziati a Nicomedia e a Sirmio; Massimiano e Costanzo Cloro, rispettivamente stanziati a Milano e a Treviri. La riforma amministrativa, la riforma militare, l’editto dei prezzi.

 La fine della tetrarchia e l’ascesa al potere di Costantino: la morte precoce di Costanzo Cloro seguita dalla legionaria acclamazione imperiale di Costantino. La vittoria su Massenzio al ponte Milvio (312) e la definitiva conquista del potere. La riunificazione dell’Impero e lo spostamento della capitale a Bisanzio, ribattezzata Costantinopoli. L’editto di Milano (313), che riconobbe ai cristiani la libertà di professare la propria fede.

 La lotta per la successione al potere alla morte di Costantino (337): Costante, Costantino II, Costanzo II. La morte violenta di Costantino II e Costante. La nomina di Giuliano, cugino di Costanzo II, a cesare della Gallia (355). Il tentativo di Giuliano, educato ai principi della dottrina cattolica, di ripristinare il paganesimo, che gli valse l’appellativo di Apostata, ovvero traditore della fede. Giuliano l’Apostata unico imperatore (358-363).

 Valentiniano, Valente, Graziano: la politica dell’hospitalitas, che, in cambio del pagamento di un tributo, consentiva alle popolazioni germaniche stanziate a ridosso del confine danubiano di insediarsi all’interno dell’Impero. Le profonde criticità di questa politica: la difficile convivenza tra Romani e Visigoti sfociata nella battaglia di Adrianopoli (378), nella quale Valente subì una pesante sconfitta.

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 L’ascesa al potere di Teodosio (379-395): l’Editto di Tessalonica (380), che riconobbe il cristianesimo ufficiale religione di Stato. La proibizione dei culti pagani (382) e la soppressione delle competizioni atletiche della classicità pagana (giochi olimpici, pitici, istmici, nemei). La violenta repressione della rivolta di Tessalonica e la scomunica del vescovo di Milano Ambrogio.

 Onorio e Arcadio, figli di Teodosio, imperatori d’Occidente e d’Oriente: l’affidamento, alla luce della giovanissima età di Onorio, del governo della parte occidentale al generale vandalo Stilicone, artefice del trasferimento da Milano a Ravenna della capitale dell’Impero Romano d’Occidente; l’insofferenza dell’aristocrazia senatoria romana all’idea di un generale germanico al potere: la congiura nei suoi confronti, perpetrata nonostante fosse stato l’artefice di importanti vittorie contro i goti a Pollenzia e a Verona (408). La morte nello stesso anno di Arcadio, imperatore d’Oriente, al cui posto subentrò Teodosio II (408- 450). Il saccheggio di Roma per opera dei Visigoti guidati da Alarico (410). La morte dell’imperatore d’Occidente Onorio (423), sostituito da Valentiniano III, figlio di Galla Placidia e del generale Costanzo.

 Le ultime fasi dell’Impero Romano d’Occidente: l’affermazione del generale Ezio, capace di sconfiggere gli Unni nella battaglia dei Campi Catalaunici (451). La congiura ai danni di Ezio (454) ad ulteriore conferma dell’atteggiamento reazionario dell’aristocrazia senatoria, insofferente all’affermazione di generali di origine germanica, ancorché distintisi nella difesa e nella salvaguardia dell’integrità dell’Impero. Il saccheggio di Roma per opera dei Vandali (455). Riflessione sulle cause della caduta dell’Impero Romano d’Occidente (476), che, lungi dall’essere unicamente riconducibile alle invasioni germaniche, fu essenzialmente dovuta al concorso di vari fattori, come la decadenza economica, la scarsa lungimiranza politica dell’aristocrazia senatoria, e, stando alla tesi dello storico inglese Gibbon, autore del saggio Storia della caduta e del declino dell’Impero Romano, alla definitiva affermazione del Cristianesimo, che presuppose, seppur non espressamente, la volontà di aprire una nuova fase storica che archiviasse il periodo imperiale pagano.

Storia altomedievale

I regni romano-germanici: gli Ostrogoti in Italia, i Visigoti in Spagna, i Vandali in Africa, i Franchi in Gallia.

Gli ostrogoti in Italia:il regno di Teodorico (493-526), la cui capitale fu Ravenna, la stessa città dove per volontà del generale Stilicone era stato trasferito il governo imperiale.

Le guerre greco-gotiche (535-553): la conquista del regno ostrogoto per volontà dell’imperatore Giustiniano, intenzionato a ricostituire l’unità imperiale. L’impero di Giustiniano: la riforma giuridica volta a ripristinare il diritto dell’Impero Romano: il Corpus iuris civilis.

I Longobardi in Italia: l’invasione dei Longobardi guidati da Alboino (568); l’estensione del dominio longobardo sull’Italia settentrionale e su parte di quella centrale e meridionale (ducati di Spoleto e di Benevento). L’originaria suddivisione del regno in ducati; il passaggio ad uno Stato fondato sull’autorità regale sotto i regni di Autari e di Agilulfo (inizio VII secolo); la conversione del popolo al cattolicesimo grazie all’impulso della

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regina Teodolinda; l’editto di Rotari (643), che decretò l’abbandono del diritto consuetudinario germanico a favore di una legislazione scritta ispirata alla tradizione giuridica romana. La Donazione di Sutri (728) con il quale il re Liutprando concesse alla Chiesa il diritto di esercitare la propria giurisdizione su alcuni castelli del Ducato di Roma.

Il regno dei Franchi: la dinastia dei Merovingi; il re Clodoveo (511) che, diversamente da tutti gli altri popoli germanici, fece direttamente convertire i Franchi al cattolicesimo, senza passare per l’esperienza dell’arianesimo. La progressiva affermazione della stirpe dei Pipinidi, maggiordomi d’Austrasia, che facendo leva sulla debolezza della regnante dinastia merovingia, acquisirono sempre più potere e prestigio: a tal proposito bisogna ricordare la vittoria di Carlo martello contro gli Arabi nella battaglia di Poitiers (732). La conquista del potere sul regno in seguito alla deposizione dell’ultimo sovrano merovingio, Childerico III (741). Il regno di Pipino il Breve e i contrasti con i Longobardi. L’ascesa al potere di Carlo magno e la vittoria sui Longobardi nella battaglia di Pavia (774). L’incoronazione di Carlo magno ad imperatore del Sacro Romano Impero da parte di papa Leone III. Il sistema feudale e le sue rispettive declinazioni politiche, ovvero, comitati, ducati e marchesati, ed economiche, ossia, la curtis, suddivisa in una pars dominica, fondata sullo sfruttamento della manodopera servile, (servitù della gleba), e in una pars massaricia, basata sul lavoro di coloni, comunque occasionalmente tenuti ad offrire al signore prestazioni di manodopera gratuita.

La morte di Carlo magno (814): l’impero di Ludovico il Pio, successivamente segnato dalle lotte dinastiche tra i figli Lotario, Carlo il Calvo e Ludovico il Germanico che portarono dapprima al Giuramento di Strasburgo, poi alla stipula del Trattato di Verdun (843), che decretò la disgregazione del Sacro Romano Impero, suddiviso in tre regioni, a Gallia, affidata a Carlo il Calvo, la Germania, affidata a Ludovico il Germanico, la zona centrale compresa tra questi due territori e l’Italia settentrionale, affidata a Lotario.

Il Sacro Romano Impero germanico: l’ascesa al trono di Germania di Ottone I e la restaurazione dell’Impero. L’approvazione del Privilegium Othonis, un documento che prevedeva la subalternità del potere pontificio all’autorità imperiale.

Storia bassomedievale

 L’incremento demografico dell’anno Mille, reso possibile dalla persistenza di favorevoli condizioni climatiche ed atmosferiche e dall’abbondanza dei raccolti. Il perfezionamento delle tecniche colturali con l’adozione sistematica dell’aratro in ferro. L’aumento della popolazione urbana indotto dalla riduzione del fabbisogno di manodopera agricola.

 I Normanni: la conquista dell’Inghilterra da parte di Guglielmo il Conquistatore nella battaglia di Hastings (1066). L’instaurazione di un sistema amministrativo capace di coniugare le istanze accentratici contemplate dallo Stato nazionale con la prassi feudale, acquisita in virtù del loro stanziamento in Francia dopo l’emigrazione dall’originaria terra scandinava. L’introduzione di una concezione discendente del potere, diversa da quella prettamente germanica contemplata dagli Angli e dai Sassoni, secondo la quale l’unica fonte di legittimazione del potere regale è Dio.

 La polemica contro la regalità sacra: il Dictatus papae (1075), documento con il quale papa Gregorio VII affermò la superiorità del potere pontificio sull’autorità imperiale,

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rovesciando completamente l’enunciato del Privilegium Othonis. Da quel momento in avanti, la nomina dell’imperatore avrebbe dovuto essere confermata e legittimata dal papa.

Lo scontro con l’imperatore Enrico IV, la sua discesa in Italia volta a ripristinare i privilegi imperiali e la sua successiva scomunica da parte di Gregorio VII. La vittoria del papa, che, ospitato dalla contessa Matilde di Canossa, costrinse l’imperatore a pentirsi pubblicamente del proprio affronto, imponendogli di inginocchiarsi sulla neve.

 Papa Urbano II: l’indizione della prima crociata della storia (1099); guidata da Goffredo di Buglione, pur essendo ufficialmente dettata dal desiderio di liberare il Santo Sepolcro di Gerusalemme dalla presenza araba, rispondeva soprattutto all’esigenza di arginare la violenza e le scorrerie dei cavalieri, per lo più rappresentati dai figli cadetti delle famiglie aristocratiche.

 Il Concordato di Worms (1122): stipulato da papa Callisto II e l’imperatore Enrico V, questo trattato pose fine alla lotta per le investiture impedendo ai rappresentati del potere temporale, ovvero sovrani e imperatori, di ordinare vescovi e sacerdoti.

 La conquista normanna dell’Italia meridionale: in seguito al trattato di Melfi (1059), l’Italia meridionale diventa Stato vassallo della Chiesa: grazie all’intervento di papa Niccolò II, Roberto il Guiscardo diventa duca di Puglia e di Calabria; successivamente, dopo l’allontanamento degli Arabi, Ruggero II assume il titolo di duca di Sicilia (1130).

 Le Repubbliche marinare: Venezia, Genova, Pisa, Amalfi.

 I Comuni italiani: il progressivo sgretolamento dei vecchi regimi comitali e vescovili, sostituiti da Repubbliche aristocratiche fondate sulla rappresentatività, sull’alternanza, sulla collegialità. Le lotte di potere tra rivali famiglie aristocratiche che portarono all’abolizione del consolato, rimpiazzato dalla figura di un podestà di diversa cittadinanza.

 Federico I Barbarossa: il tentativo di ripristinare la giurisdizione imperiale sui Comuni dell’Italia settentrionale. La costituzione di un’alleanza dei Comuni padano-veneti volta a fronteggiare l’invasione del Barbarossa (giuramento di Pontida). Il saccheggio di Milano da parte delle truppe imperiali (1167). La sconfitta del Barbarossa nella battaglia di Legnano (1176). Il trattato di Costanza (1184): il riconoscimento della sostanziale autonomia dei Comuni italiani.

 La battaglia di Bouvines (1214) e la Magna Charta Libertatum (1215): il re inglese Giovanni senza terra viene sconfitto dal re di Francia Filippo II Augusto: con la sola eccezione della Guascogna, tutti i territori francesi passati sotto la giurisdizione inglese in seguito al matrimonio tra Enrico II Plantageneto e la duchessa Eleonora d’Aquitania, tornano sotto la monarchia francese. Il re d’Inghilterra è costretto a sottoscrivere la Magna Charta Libertatum, un documento con il quale i baroni feudali inglesi, appellandosi alla sostanziale –ancorché non paritetica- reciprocità deontologica presupposta dai rapporti vassallatici, che non esimeva il sovrano dal rispetto di alcuni doveri, stabilirono il principio in base al quale tutte le decisioni in materia fiscale e finanziaria non avrebbero potuto essere adottate prima di aver consultato la nobiltà. L’assolutismo monarchico viene di fatto abolito, avviando il Paese ad una progressiva transizione costituzionale che si sarebbe completata nel Seicento con il Bill of rights.

 Papa Innocenzo III: la teoria del “sole e della luna” con la quale ribadì con maggiore forza l’assoluta superiorità del potere pontificio su quello imperiale. Il riconoscimento del papa

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non più soltanto come successore di Pietro, ma anche come vicario di Cristo, che conferì al pontefice una dimensione sacra ed inviolabile.

 L’impero di Federico II di Svevia, figlio di Enrico VI e Costanza d’Altavilla: la decisione, in aperto contrasto con la volontà papale, di estendere la giurisdizione imperiale sull’Italia del sud, favorita dalla fusione delle due dinastie, quella sveva e quella normanna, voluta dal nonno Federico I Barbarossa. La Costituzione di Melfi: l’abolizione dei poteri feudali in Italia meridionale. La corte palermitana dell’imperatore: la Scuola poetica siciliana. Il misticismo adamita sostenuto dall’imperatore: l’idea che una nuova redenzione dell’umanità fosse possibile grazie al buon governo di un sovrano temporale; il pensiero di una spiritualità individualistica prescindente dall’intermediazione ecclesiastica.

 La situazione dopo la morte di Federico II di Svevia (Castelfiorentino, 1250): l’ascesa al potere di Manfredi, suo figlio naturale, sconfitto e ucciso nella battaglia di Benevento del 1266 tra guelfi e ghibellini. La definitiva sconfitta ghibellina nella battaglia di Tagliacozzo (1268), dove viene ucciso Corrado IV, figlio legittimo di Federico II. La fine della giurisdizione imperiale sull’Italia del Sud e l’inizio del dominio angioino. L’episodio dei Vespri siciliani (1282): la cacciata degli Angioini, la sospensione dell’unità politica del Meridione e l’instaurazione del dominio aragonese.

 Gli ordini mendicanti: i seguaci di Domenico di Guzman, attivi nella lotta contro l’eresia catara, e i discepoli dell’assisiate Francesco, che proponeva un’interpretazione letterale delle Sacre Scritture e l’adozione integrale di una povertà conforme al dettato evangelico. Il beneplacito di papa Innocenzo III e la definitiva approvazione della Regola da parte di papa Onorio III nel 1220.

 I movimenti eretici e pauperistici: i valdesi, seguaci del lionese Valdo, scomunicato da papa Lucio III, e i catari o albigesi, i quali, al di là del pauperismo, comune al francescanesimo ortodosso e all’eretico movimento valdese, rinnegarono la valenza dottrinaria dell’Antico Testamento e misero in discussione l’attendibilità storica e religiosa del sacrificio di Gesù Cristo sulla croce, attribuendo autentica funzione redentrice alla sola dottrina evangelica. La crociata contro di loro ordinata da papa Innocenzo III.

 La concezione ierocratica di Bonifacio VIII e lo scontro con il re di Francia Filippo IV il Bello: la restaurazione della regalità sacra in opposizione alla pubblicazione della bolla Una sanctam, che prevedeva l’immediata e inappellabile scomunica dei cristiani che mettevano in discussione l’infallibilità delle decisioni papali. La discesa in Italia di Filippo IV il Bello e l’episodio dell’oltraggio di Anagni.

 La “cattività avignonese” della Chiesa: l’ascesa al soglio pontificio di Clemente V (1309) che, profondamente inviso al popolo romano memore dell’oltraggio subito da Bonifacio VIII, decise di trasferire la curia pontificia ad Avignone, dove vi rimase fino al 1376.

 La peste del 1348: l’originaria diffusione della malattia nell’area del Mar Nero; la due diverse manifestazioni del morbo, la peste bubbonica e polmonare. I fattori che ne favorirono la diffusione: la carestia dovuta allo scarso raccolto e al persistenza di avverse condizioni climatiche ed atmosferiche; la denutrizione e la conseguente maggiore vulnerabilità alle infezioni. Il bilancio dei morti: circa 20 milioni in Europa.

 La Bolla d’oro (1356): l’imperatore Carlo IV di Lussemburgo individua sette principi elettori, tre ecclesiastici, ovvero gli arcivescovi di Treviri, Magonza e Colonia, e quattro

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laici, vale a dire il conte del Palatinato, il duca di Sassonia, il marchese del Brandeburgo, il re di Boemia, chiamati ad eleggere l’imperatore del Sacro Romano Impero germanico.

 La guerra dei Cento anni (1337-1453): le cause della guerra tra Francia e Inghilterra essenzialmente riconducibili, in primo luogo, alle questioni dinastiche del regno di Francia, che in seguito alla morte senza eredi Carlo IV, terzogenito figlio di Filippo IV il Bello, passò a Filippo VI di Valois; tale trono fu però rivendicato anche dal re d’Inghilterra Edoardo III, imparentato con la regnante casata dei Capetingi; in secondo luogo, tali cause sono da ricercare nella volontà del re di Francia di ripristinare la giurisdizione regale su tutto il territorio francese: la Guascogna, nonostante la vittoria francese nella battaglia di Bouvines (1214), era ancora sotto il controllo inglese. Le principali battaglie: Crecy (1346), Poitiers (1356), Azincourt (1415), conclusesi con la schiacciante vittoria inglese. Il repentino capovolgimento delle sorti del conflitto grazie all’intervento di Giovanna d’Arco, giovane contadina analfabeta che, sospinta da un fervente sentimento patriottico e da profonda devozione religiosa, infuse nei francesi il coraggio necessario per risollevarsi dalle sconfitte e per riconquistare la libertà e l’indipendenza.

 La guerra delle Due Rose: la lotta per la successione al trono d’Inghilterra tra le rivali famiglie dei Lancaster e degli York, conclusasi dopo varie battaglie con la decisione di Enrico Tudor Lancaster di sposare Elisabetta di York, dando origine ad una nuova casata, tuttora regnante.

 Dai Comuni alle Signorie; dalle Signorie ai Principati: la progressiva dissoluzione dei regimi repubblicani, sostituiti da Signorie governate dalle più eminenti famiglie dell’aristocrazia cittadina. Il passaggio allo statuto di Principati, sancito dal riconoscimento del titolo di vicario imperiale o pontificio. Il primo Principato italiano (1395): Gian Galeazzo Visconti nominato duca di Milano dall’imperatore Sigismondo da Lussemburgo.

 Il Grande Scisma d’Occidente e la il Concilio di Costanza (1414-1418): l’opposizione del clero francese al ritorno della curia pontificia a Roma e la successiva elezione di due papi, uno eletto dal collegio cardinalizio francese, l’altro da quello romano. La ricomposizione dello scisma con il concilio di Costanza, convocato dall’imperatore Sigismondo da Lussemburgo. L’affermazione della tesi conciliarista, in virtù della quale le più importanti decisioni in materia ecclesiastica, giuridica e dottrinaria avrebbero dovuto essere espressione del voto del collegio cardinalizio. La scomunica degli hussiti e la condanna a morte del predicatore boemo Jan Hus, che riteneva legittimo opporsi alle decisioni pontificie che non fossero coerenti con la dottrina evangelica.

 Artigiani, mercanti, banchieri nella Firenze del Duecento e del Trecento: ascesa e provvisorio declino della prima capitale economica e finanziaria d’Europa. L’artigianato fiorentino, specializzato nella produzione di tessuti in lana pregiata. Le più importanti banche fiorentine, i Bardi, i Peruzzi, gli Acciaiuoli, fallite tra il 1341 e il 1346 in seguito al dissesto finanziario del Comune di Firenze.

 La Repubblica di Venezia: il predominio politico ed economico della Serenissima nell’Adriatico e nel Mediterraneo orientale: imprescindibile centro per l’importazione e per la distribuzione in Europa delle spezie.

 L’esplorazione portoghese dell’Africa occidentale: i viaggi di Bartolomeo Diaz (capo di Buona Speranza) e di Vasco de Gama, che circumnavigò l’Africa (1497), sbarcando nella

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città indiana di Calicut. Il Portogallo mette in discussione il primato veneziano nell’importazione e nella distribuzione delle spezie in Europa.

Il docente

Prof. Francesco Timo

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