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Gestione dei Consumi Energetici

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Academic year: 2022

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(1)

Gestione dei

Consumi Energetici

Giulia Bontempi A.A. 2020/2021

(2)

S OMMARIO

1. Introduzione all’Energy Manager ... 4

1.1. Panoramica sugli utilizzatori di energia nel terziario e nell’industria ... 4

1.2. L’Energy Management ... 5

1.3. Il problema della minimizzazione dei costi energetici ... 6

1.4. I diversi approcci all’Energy Management ... 7

1.5. Sistema di Gestione dell’Energia (SGE) ... 9

2. Quadro Legislativo Italiano ... 10

2.1. D.L. 10/91: L’Energy Manager e meccanismi “Cap and Trade” ... 10

2.2. Direttiva Europea 2006/32/CE ... 11

2.3. Decreto Legislativo 30/05/2008, n° 115 ... 11

2.4. Direttiva Europea 2012/27/UE e Decreto Legge 22/06/2012 n°83 ... 12

2.5. Decreto Legislativo 4 luglio 2014, n°102 ... 12

2.6. Decreto Legge 21/12/2017 e 14/07/2020 n°73 ... 13

3. Quadro Normativo Italiano ... 14

3.1. UNI CEI 11352:2014 – ESCo ... 14

3.2. UNI CEI 11339:2009 – Esperti in Gestione dell’Energia (EGE) ... 15

3.3. ISO 50001:2018 – Sistema di Gestione dell’Energia (SGE) ... 16

4. Energy Manager e valutazione dei consumi globali secondo il D.L. 10/91 ... 17

4.1. La figura dell’Energy Manager (EM) ... 17

4.2. La valutazione dei consumi globali ... 18

5. Analisi degli investimenti ... 20

5.1. Flusso di cassa ... 20

5.2. Valore Attuale Netto (VAN) ... 21

5.3. Tasso di Rendimento Interno (TIR o IRR) ... 21

5.4. Pay Back Period (PBP) ... 22

5.5. Life Cycle Cost Analysis (LCCA) ... 22

6. Diagnosi Energetica (Energy Audit) ... 23

6.1. Best Practices nella realizzazione degli audit energetici ... 23

6.2. Benchmarking ... 27

6.3. Diagnosi Energetica: analisi in assenza dei dati di consumo ... 28

6.4. Gli obblighi secondo la legislazione italiana (D.Lgs. 102/2014) ... 28

7. Acquisto di energia ... 31

7.1. Approvvigionamento dell’energia elettrica ... 31

7.2. La tariffa dell’energia elettrica ... 32

7.3. Tariffa del gas naturale ... 35

8. Impianto elettrico e Motori elettrici ... 36

8.1. Richiami di elettrotecnica ... 37

(3)

8.2. I trasformatori ... 37

8.3. Linee di distribuzione ... 39

8.4. Motori Elettrici ... 39

8.5. Interventi di Efficienza Energetica per gli impianti elettrici ... 40

9. Impianti Termici ... 47

9.1. Generatori di calore ... 47

9.2. Rete di distribuzione ... 50

9.3. La Cogenerazione ... 50

9.4. Efficienza energetica servizio vapore ... 53

10. Impianto Aria Compressa ... 55

10.1. Regolazione del carico... 55

10.2. Componenti e Reti di Distribuzione ... 58

10.3. Interventi di efficientamento energetici ... 59

11. Impianti HVAC (Heating, Ventilation and Air Conditioning) ... 61

11.1. Impianti di condizionamento ... 61

11.2. Generatori di calore ... 63

11.3. Generatori di energia frigorifera ... 64

11.4. Componenti dell’impianto frigorifero a compressione ... 66

11.5. Efficientamento energetico ... 68

12. Impianti di illuminazione ... 70

12.1. Aspetti normativi ... 70

12.2. Impianto di illuminazione per uso industriale ... 71

12.3. Tipologia di lampade ... 72

12.4. Interventi di efficientamento ... 73

13. Il controllo della gestione dell’energia ... 74

13.1. La definizione dei centri di responsabilità e dei costi standard ... 75

13.2. Il Sistema Informativo per l’Energia (Energy Information System – EIS) ... 76

13.3. Pianificazione e controllo del Budget Energetico ... 77

13.4. Analisi di performance attraverso gli indicatori ... 78

14. Sistemi di Gestione dell’Energia ... 80

14.1. Introduzione ai SGE e allo standard ISO 50001:2018 ... 80

14.2. Struttura della ISO 50001:2018 ... 81

14.3. La Certificazione del SGE ... 86

14.4. Integrazione dei sistemi di gestione ... 87

15. Contratti servizio energia e Certificati Bianchi ... 89

15.1. I contratti di servizio energia ... 89

15.2. Applicazioni nel contesto italiano ... 93

15.3. I Certificati Bianchi ... 95

(4)

15.4. Metodi di valutazione dei progetti ... 96

(5)

1. I NTRODUZIONE ALL ’E NERGY M ANAGER

1.1. P

ANORAMICA SUGLI UTILIZZATORI DI ENERGIA NEL TERZIARIO E NELL

INDUSTRIA La Gestione dell’Energia è un tema che riguarda sia il settore industriale sia il settore terziario. I consumi assoluti del terziario sono generalmente inferiori a quelli del settore industriale, ma più spesso nel terziario l’energia rappresenta uno dei principali costi aziendali. Possiamo trattare parallelamente i due settori approfondendo di volta in volta aspetti specifici relativi ai consumi di edifici (“buildings”) che caratterizzano il settore civile e terziario e stabilimenti (“plants”) che caratterizzano il settore industriale.

I differenti “buildings” sono caratterizzati da una differente intensità dei consumi energetici e i principali utilizzatori sono gli impianti di condizionamento, l’illuminazione, l’acqua calda e i consumi legati ai processi produttivi specifici (ad es. sala server, sale operatorie, laboratori, ecc. o siti particolari come stazioni radio base, supermercati, stazioni di servizio, ecc.)

L’energia nell’industria è uno degli INPUT fondamentali per lo svolgimento dell’attività industriale insieme alle materie prime e all’acqua. L’impianto industriale può essere inteso come un sottosistema tecnico di un sistema produttivo (industriale), o un complesso di mezzi tecnici atti a produrre beni o servizi utili all’uomo con processi (tecnologie) di vario genere, facenti parte di una più ampia organizzazione (azienda industriale). Al suo interno si possono distinguere uno o più impianti di produzione (o tecnologici) che realizzano il ciclo produttivo, e più impianti complementari di servizio, volti ciascuno al soddisfacimento di una determinata esigenza del processo produttivo.

L’impianto di produzione è inteso come l’unità organica nella quale si realizza tutto o parte del ciclo di trasformazione dei beni in ingresso (materie prime) in beni in uscita (prodotti finiti). L’impianto di servizio (o ausiliario) è l’unità organica, inserita nella struttura produttiva (di beni o servizi), che realizza al suo interno un ciclo compiuto di trattamento di un servizio.

(6)

1.2. L’E

NERGY

M

ANAGEMENT

 “Giudizioso ed efficiente utilizzo dell’energia al fine di massimizzare i profitti e migliorare la posizione competitiva”. La massimizzazione dei profitti è legata ad una riduzione dei costi e il miglioramento della posizione competitiva vede l’azienda in grado di gestire i consumi energetici come un’azienda più flessibile ed in grado di reagire ai cambiamenti degli scenari in maniera rapida ed indolore.

 “Strategia di regolazione ed ottimizzazione dei consumi energetici facendo leva sui sistemi e sulle procedure in modo da ridurre l’apporto di energia per unità di output, ma mantenendo costante o riducendo i costi totali di produzione dell’output”. Attenzione sul modo di operare e sull’efficienza degli specifici sistemi utilizzatori di energia; l’obiettivo è puntare su sistemi efficienti e inserirli in un processo produttivi che miri alla riduzione degli sprechi, il tutto senza avere ripercussioni su latri costi di produzione, né sugli standard qualitativi.

Si tratta di uno sforzo strutturale indirizzato al contenimento dei consumi di energia, senza ridurre il livello della qualità di vita e dei servizi nonché la produttività. Quest’attività si preoccupa della Produzione/Approvvigionamento dell’Energia, che riguarda processi di ricerca e produzione di fonti primarie e processi di trasformazione mirati a rendere idonee le diverse forme di energia ai successivi usi (approvvigionamento di energia elettrica e combustibili), e degli Usi Finali dell’Energia, quindi la trasformazione dell’energia e il conseguente utilizzo per i processi produttivi.

La gestione energetica, quindi, non riguarda solo il rifornimento e la distribuzione, ma riguarda soprattutto la gestione e l’analisi dell’so finale dell’energia stessa, con particolare riferimento ai risparmi energetici che possono essere ottenuti in corrispondenza di ciascun punto di utilizzazione finale. In particolare, definiamo:

 “Energy Efficiency”. Si discorda dall’”Energy Intensity” (consumo energetico per unità di input) in quanto si riferisce anche alle azioni tese al miglioramento dell’efficienza energetica.

 “Energy Conservation”. È la riduzione dell’utilizzo di energia ottenibile anche attraverso il miglioramento dell’energy efficency ma soprattutto attraverso la riduzione dell’entità/qualità di un prodotto/servizio per ridurre la quantità di energia necessaria per la sua produzione/erogazione (sacrificio energetico).

 “Energy Saving”. Riduzione delle perdite o degli sprechi energetici (risparmio energetico).

L’obiettivo principale dell’Energy Management è verificare che tutti i sistemi utilizzatori di energia all’interno dell’organizzazione siano riforniti di tutta l’energia di cui necessitano, quando la necessitano e nella forma in cui la necessitano, al costo più basso possibile e che l’energia fornita venga utilizzata nella maniera più efficiente possibile.

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Le forze in gioco:

 Il prezzo e le tasse sull’energia;

 L’impatto sociale (immagine azienda): esiste un interesse aziendale (interno) e un interesse territoriale sulla corretta gestione dell’energia su scala industriale, nazionale e mondiale;

l’impegno dell’azienda in tal senso è quindi riconosciuto positivamente dalle forze sociali esterne all’azienda;

 Tecnologia ad alta efficienza: lampade a basso consumo con sistemi di regolazione e controllo automatizzato, motori elettrici e variatori di velocità, sistemi di autoproduzione anche per taglie piccole (cogenerazione, trigenerazione), sistemi di autoproduzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, macchinari di produzione a basso consumo;

 L’Energy Manager: l’art. 19 prevede che tutti i consumatori di energia, sia privati che pubblici, che superino una certa soglia di consumo annuo (10.000 tep/a settore industriale e 1.000 tep/a settori civile, terziario e trasporti) debbano nominare un tecnico responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia (chiamato Energy Manager) che ha il compito di predisporre bilanci energetici e individuare azioni, interventi, procedure per promuovere l’uso efficiente dell’energia;

 La spinta legislativa e normativa;

1.3. I

L PROBLEMA DELLA MINIMIZZAZIONE DEI COSTI ENERGETICI

Il nostro obiettivo più grande è la riduzione del costo energetico per la realizzazione di unità di prodotto:

Questo obiettivo dipende da diversi fattori. In primo luogo, dipende dal costo unitario dell’energia e quindi dalla capacità di scelta del fornitore dell’energia elettrica e/o del combustibile e delle condizioni contrattuali, dalla capacità di negoziazione e di rispettare le previsioni di consumo (per non incorrere nelle penali) e dalla possibilità e capacità di ricorrere a sistemi di autoproduzione in grado di ridurre i fabbisogni energetici esterni dell’azienda.

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La scelta del fornitore e del tipo di contratto è fondamentale in quanto deve premiare (o meglio non penalizzare) gli utenti/utilizzatori capaci di consumare lontano dai momenti di alto carico e di saper e poter utilizzare combustibili che altri rifiutano. La scelta del fornitore/profilo è solo un punto di partenza, la reale riduzione dei costi passa attraverso una gestione delle dinamiche di prelievo in piena coerenza con il piano tariffario prescelto.

Inoltre, l’obiettivo dipende dalla capacità dell’azienda di produrre autonomamente i vettori energetici di cui necessita e di farlo al minor costo possibile con l’introduzione di sistemi particolarmente efficienti di autoproduzione in base alla domanda dell’azienda in termini di energia elettrica e calore nelle sue diverse forme e nell’utilizzo nella maniera migliore possibile degli impianti esistenti. È inoltre da considerare l’opportunità di affidarsi a terzi (ESCO) per la fornitura completa dei servizi energetici.

Dipende, inoltre, dalla capacità consumare la minima quantità possibile di energia per realizzare il volume di produzione (consumo specifico di energia) ovviamente senza ripercussioni negative su altri costi di produzione e quindi:

 dalla capacità di trasformare (quando richiesto) e distribuire l’energia a diversi utilizzatori con il minimo spreco di energia;

 dalle modalità operative con le quali realizzo il processo e quindi dalla capacità di tenere in funzione gli utilizzatori di energia esclusivamente per il tempo teoricamente previsto e nelle condizioni nominali (aspetto operativo);

 dalle modalità di consumo di energia e quindi dalla capacità di mantenere gli utilizzatori nelle condizioni che assicurano il rispetto dei consumi specifici standard (aspetto manutentivo);

 dalla disponibilità della tecnologia più appropriata dal punto di vista energetico.

Riduzione delle perdite di efficienza legate a:

 Trasformazione: possono essere ridotte evitando quando possibili trasformazioni poco efficienti, privilegiando quando possibile il recupero di energia da fonti energetiche altrimenti scartate e massimizzando le prestazioni degli impianti di trasformazione esistenti.

 Distribuzione: possono essere ridotte con interventi sulla rete e sugli utilizzatori.

 Aspetto operativo: possono essere ridotte mantenendo i sistemi di utilizzatori di energia in condizioni operative di “design” allo scopo di garantire che il sistema operi in condizione di massima efficienza energetica, che siano in funzione esclusivamente quando necessario e minimizzando le perdite di produzione (mentre si consuma energia si deve produrre il più possibile, quando non si produce non si produce non si dovrebbe consumare).

 Aspetto manutentivo: possono essere ridotte mantenendo gli utilizzatori di energia nelle condizioni iniziali attraverso un sistema di manutenzione avanzato basato su un’attenta e mirata manutenzione preventiva/predittiva che tenga presenta anche i consumi energetici.

 Aspetto tecnologico: possono essere ridotte richiedendo generalmente la sostituzione dell’equipment con sistemi innovativi a maggiore efficienza energetica e a tale scopo è necessaria la conoscenza del mercato e continuo aggiornamento sulle tecnologie, conoscenza tecnica ed economica per la valutazione della fattibilità tecnico/economica degli interventi/investimenti.

1.4. I

DIVERSI APPROCCI ALL

’E

NERGY

M

ANAGEMENT

Possiamo individuare tre principi fondamentali alla base dell’Energy Management:

1. Dotarsi di energia al costo più basso possibile;

2. Minimizzare le perdite e gli sprechi di energia;

3. Utilizzare sempre la tecnologia più appropriata dal punto di vista energetico.

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Questi principi sono rispettati grazie a un complesso di conoscenze e capacità come la conoscenza del mercato dell’energia/autoproduzione energetica, della struttura dei consumi energetici, di tecniche analitiche per la valutazione dei consumi energetici, tecnica dei sistemi energetici moderni, di metodi di analisi finanziaria degli investimenti per l’efficientamento energetico e capacità di gestire adeguatamente i rapporti con i contractors ed i fornitori di energia e i progetti per l’implementazione delle misure di efficientamento.

I quattro elementi fondamentali dell’Energy Management sono il pieno supporto del top management, la capacità tecnica adeguata ad analizzare ed implementare le possibilità del risparmio energetico, un piano strategico ben delineato e un sistema di monitoraggio efficace per misurare e mantenere sotto osservazione in maniera continuativa i consumi energetici.

Generalmente l’introduzione dell’Energy Management in azienda avviene per gradi accompagnato dall’aumento di conoscenza del sistema energetico e di consapevolezza dell’azienda e degli attori coinvolti nel processo.

1. QUICK FIXES. Portano ad una riduzione dei consumi energetici occasionale attuando una serie non coordinata di misure di risparmio energetico poco o per nulla costose che non necessitano di una fase di analisi e pianificazione degli interventi e portando vantaggi economici significativi ma limitati rispetto a quelli massimi raggiungibili. Gli strumenti richiesti sono avere dei rapporti con fornitori/ESCO, Certificati Bianchi e analisi del tempo di ritorno.

2. ENERGY PROGECTS. Portano a una riduzione dei consumi energetici sistematica raggiungendo i massimi livelli di risparmio e conseguendo ulteriori risparmi attraverso progetti energetici che richiedono una significativa fase di analisi per l’individuazione delle opportunità di riduzione dei consumi più significative. Gli strumenti necessari sono l’Energy Audit (diagnosi energetica), un’analisi multicriterio per stabilire la priorità degli investimenti e il Project Management.

3. COMPREHENSIVE ENERGY MANAGEMENT. Porta ad una riduzione dei consumi energetici sistematica e continua nel tempo aumentando la consapevolezza e la conoscenza relativamente agli aspetti energetici all’interno dell’azienda così che l’approccio “per progetti” tende ad essere sistematizzato all’interno di un percorso di miglioramento continui (Plan-Do-Check-Act) arrivando allo sviluppo di un Sistema di Gestione dell’Energia. Gli strumenti necessari sono dei sistemi di monitoraggio e controllo dei consumi/costi energetici e un Sistema di Gestione dell’Energia (SGE) con eventuale certificazione (ISO 50001).

(10)

1.5. S

ISTEMA DI

G

ESTIONE DELL

’E

NERGIA

(SGE)

Circa 20 anni fa è iniziato il percorso che ha portato all’odierna versione dell’attuale “standard” per una gestione sistematica dell’energia basata su un monitoraggio efficace dei propri consumi e una conseguente riduzione dei costi e delle emissioni di fas serra, in particolare l’ISO 50001:2011 che supera tutti i precedenti standard e li sostituisce l’ISO 50001:2018 che aggiorna lo standard unico alla versione attuale.

Tali standard si propongono come riferimento di eccellenza per le aziende dei diversi settori industriali. I modelli SGE contengono gli elementi necessari per istituire una gestione stabile dell’energia attraverso la definizione di una struttura organizzativa in grado di supportare una politica di Energy Management di lungo termine e sviluppare e perseguire il miglioramento continuo (PDCA) dell’efficienza energetica dell’organizzazione. Attualmente la diffusione a livello industriale degli standard è molto limitata ma i modelli cominciano a diffondersi in maniera interessante con l’intensificarsi delle spinte economiche.

 Requisiti principali (ISO 50001):

 Sviluppo di una politica energetica, identificazioni di ruoli e sviluppo di competenze;

 Analisi energetica della realtà aziendale: indicazione di dove, quanto e come si consuma;

 Individuazione dei parametri energetici KPI (Key Performance Indicator);

 Monitoraggio dei consumi elettrici/termici;

 Individuare possibili interventi per migliorare l’efficienza energetica, definizione di priorità e target sulla base di analisi costi/benefici, sviluppo di un programma di gestione dell’energia.

 Benefici principali di un SGE:

 Riduzione dei costi energetici mediante una sistematica gestione dell’energia;

 Potenziamento della reputazione aziendale;

 Incremento e mantenimento della motivazione del personale;

 Approvvigionamento energetico sicuro e vantaggi contrattuali.

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2. Q UADRO L EGISLATIVO I TALIANO

Elenco dei principali provvedimenti:

 Legge 10/91: istituisce la figura dell’energy manager;

 D. Lgs. 79 del 1999: liberalizzazione del mercato elettrico;

 DM 11/11/99 e DM 28/07/05: regole per il funzionamento del mercato dei certificati verdi;

 D. Lgs. 164 del 2000: estende il processo di liberalizzazione al mercato del gas naturale;

 Legge 1/06/02 n.120: Protocollo di Kyoto;

 DM 20/07/2014: scambio di titoli di efficienza energetica (certificati bianchi);

 D. Lgs. 30/05/08 n.115: efficienza degli usi finali dell’energia e i servizi energetici;

 D. Lgs. 1/06/11 n.93: norme comuni per il mercato interno dell’energia elettrica, del gas naturale e procedura sulla trasparenza dei prezzi al consumatore finale;

 D. Lgs. 3/03/11 n.28: “Attualizzazione della direttiva 2009/28/CE” sulla promozione dell’uso di energia da fonti rinnovabili;

 D. Lgs. 28/11/12: “Incentivazione della produzione di energia termica da fonti rinnovabili ed interventi di efficienza energetica di piccole dimensioni” c.d. “conto termico”;

 D. Lgs. 4/07/2014 n.102: “Attuazione della direttiva 2012/27/CE sull’efficienza energetica”;

 D. Lgs. 14/07/2020 n.73: in attuazione della direttiva (UE) 2018/2002 che modifica la direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica.

2.1. D.L. 10/91: L’E

NERGY

M

ANAGER E MECCANISMI

“C

AP AND

T

RADE

L’art. 19 prevede che tutti i consumatori di energia, sia privati che pubblici, che superino una certa soglia di consumo annuo (10.000 tep/a settore industriale e 1.000 tep/a settori civile, terziario e trasporti) debbano nominare un tecnico responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia (chiamato Energy Manager) che ha il compito di predisporre bilanci energetici e individuare azioni, interventi, procedure per promuovere l’uso efficiente dell’energia.

Funzione primaria (D.L. 10/19, art. 19, comma 3). I responsabili per la conservazione e l’uso razionale dell’energia individuano le azioni, gli interventi, le procedure e quanto altro necessario per promuovere l’uso razionale dell’energia, assicurano la predisposizione di bilanci energetici in funzione anche dei parametri economici e degli usi energetici finali e predispongono i dati energetici relativi alle proprie strutture e imprese.

PROTOCOLLO DI KYOTO. Obiettivi UE al 2020 (Bruxelles, 8-9 marzo 2007):

 20% il contributo delle FER nel totale dei consumi energetici dell’UE;

 20% il risparmio nei consumi energetici rispetto alle proiezioni al 2020 contenute nel Libro Verde sull’efficienza energetica;

 20% la riduzione elle emissioni di gas climalteranti rispetto al 1990.

Vi sono diversi “meccanismi flessibili” (“Cap and Trade”) contemplati nel Protocollo di Kyoto e regolati dalle autorità internazionali:

 Joint Implementation (JI). Consente ai paesi definiti nell’Annex I del Protocollo di Kyoto di poter realizzare congiuntamente progetti di riduzione delle emissioni di gas serra; il Paese investitore consegue trasferimenti di crediti di quote di emissione da parte del Paese ospitante.

 Clean Development Mechanism (CDM). È possibile per Paesi dell’Annex I di mettere in pratica piani di sviluppo a basso impatto nei Paesi non-Annex I (senza vincoli di emissioni) progetti alta innovazione tecnologica e con l’utilizzo di nuove tecnologie ad alta efficienza e a bassa emissione di gas serra.

 European Union – Emission Trading System (EU – ETS). È il Sistema europeo di scambio di quote di emissioni di gas a effetto serra assegnati a tutti gli impianti regolati dalla direttiva. I permessi

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di emissioni (quote) vengono assegnate per ogni anno a ciascun settore produttivo normato dalla direttiva. Ogni quota dà il diritto di rilasciare in atmosfera una tonnellata di CO2 equivalente in un anno. Tali quote di emissione possono essere vendute e comprate sul mercato comunitario.

I sistemi Cap&Trade consentono di migliorare la competitività delle aziende da un punto di vista economico e dell’immagine nell’ottica di garantire un servizio al cliente ad un costo più basso nel rispetto dello sviluppo disponibile. L’aumento dl costo legato all’introduzione di nuove tecnologie volte a ridurre le emissioni inquinanti può essere abbattuto da questi meccanismi attraverso la riduzione degli sprechi legati al pagamento di quelle quote in surplus prodotte. In sostanza, si può valutare l’incidenza di tale politica di negoziazione utilizzando un business plan che metta in evidenza la crescita di valore del progetto a fronte della possibilità di innovare e migliorare tecnologicamente gli impianti, rafforzato dal ritorno economico delle operazioni di scambio quote di CO2 in surplus.

2.2. D

IRETTIVA

E

UROPEA

2006/32/CE

Il D. Lgs. 115/08 recepisce la direttiva riferendosi alla gestione dell’energia come strumento di miglioramento dell’efficienza, che comprende la tecnologia, ma non solo.

Lo scopo della direttiva è rafforzare il miglioramento dell’efficienza degli usi finali dell’energia sotto il profilo costi/benefici degli Stati membri fornendo gli obiettivi indicativi, i meccanismi, gli incentivi e il quadro istituzionale, finanziario e giuridico necessari ad eliminare barriere e imperfezioni esistenti sul mercato e creando condizioni per lo sviluppo e la promozione di un mercato dei servizi energetici e la fornitura di altre misure di miglioramento dell’efficienza energetica agli utenti finali.

Gli stati membri adottano e mirano a conseguire un obiettivo nazionale indicativo globale di risparmio energetico pari al 9% per il nono anno di applicazione della presente direttiva da conseguire tramite servizi energetici e ad altre misure di miglioramento dell’efficienza energetica.

Articolo 8: “Disponibilità di sistemi di qualificazione, accreditamento e certificazione”. Perché sia raggiunto un livello elevato di competenza tecnica, di obiettività e di attendibilità, gli stati membri assicurano, laddove lo ritengano necessario, la disponibilità di sistemi appropriati di qualificazione, accreditamento e/o certificazione per i fornitori di servizi energetici, di diagnosi energetiche e delle misure di miglioramento dell’efficienza energetica.

2.3. D

ECRETO

L

EGISLATIVO

30/05/2008,

N

° 115

Titolo II – “Strumenti per l’efficienza energetica”, Capitolo V – Definizione di standard, Art. 16 – Qualificazione dei fornitori e dei servizi energetici:

1. Promuovere un processo di incremento del livello di qualità e competenza tecnica per i fornitori di servizi energetici: apposita norma tecnica UNI-CEI, una procedura di certificazione volontaria per ESCO e per gli Esperti in gestione dell’energia.

2. Promuovere un processo di incremento del livello di obiettività e di attendibilità per le misure e i sistemi finalizzati al miglioramento dell’efficienza: apposita norma tecnica UNI-CEI, una procedura di certificazione per il Sistema di Gestione Energia e per le Diagnosi Energetiche.

Definizioni:

 Servizio Energetico. “La prestazione materiale, l'utilità o il vantaggio derivante dalla combinazione di energia con tecnologie ovvero con operazioni che utilizzano efficacemente l'energia, che possono includere le attività di gestione, di manutenzione e di controllo necessarie alla prestazione del servizio, la cui fornitura è effettuata sulla base di un contratto e

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che in circostanze normali ha dimostrato di portare a miglioramenti dell'efficienza energetica e a risparmi energetici primari verificabili e misurabili o stimabili.”

 ESCo (Energy Service Company). “Persona fisica o giuridica che fornisce servizi energetici ovvero altre misure di miglioramento dell'efficienza energetica nelle installazioni o nei locali dell'utente e, ciò facendo, accetta un certo margine di rischio finanziario. Il pagamento dei servizi forniti si basa, totalmente o parzialmente, sul miglioramento dell'efficienza energetica conseguito e sul raggiungimento degli altri criteri di prestazioni e rendimento stabiliti.”

 Sistema di Gestione dell’Energia (SGE). “La parte del sistema di gestione aziendale che ricomprende la struttura organizzativa, la pianificazione, la responsabilità, le procedure, i processi e le risorse per sviluppare, implementare, migliorare, ottenere, misurare e mantenere la politica energetica aziendale.”

 Esperto in Gestione dell’Energia (EGE). “Soggetto che ha le conoscenze, l'esperienza e la capacità necessarie per gestire l'uso dell'energia in modo efficiente.”

2.4. D

IRETTIVA

E

UROPEA

2012/27/UE

E

D

ECRETO

L

EGGE

22/06/2012

N

°83

Direttiva Europea 2012/27/UE. La direttiva non contiene di per sé un obiettivo vincolante ma misure vincolanti da adottare; ha l’obiettivo di aumentare l’uso efficiente dell’energia per ridurre del 20% i consumi energetici, con un risparmio valutato in circa 50 miliardi di euro l’anno. Gli Stati membri avranno 18 mesi per recepirla nella loro legislazione nazionale. Le principali misure riguardano:

 Gli edifici pubblici dotati di impianti di riscaldamento o raffreddamento, dove va aumentato l’isolamento termico;

 Le imprese energetiche di pubblica utilità, che devono raggiungere un risparmio energetico di almeno 1,5% per anno sul totale dell’energia venduta ai consumatori finali. Il calcolo del risparmio energetico aggiuntivo va effettuato sulla base della media dei consumi dei tre anni precedenti l’entrata in vigore di questa direttiva.

 Le grandi imprese che saranno obbligate, ogni quattro anni, ad audit energetici svolti in modo indipendente da esperti accreditati (l’inizio di questi cicli di audit deve avvenire entro tre anni dall’entrata in vigore di questa direttiva).

 Gli strumenti di finanziamento, che devono favorire l’attuazione delle misure di efficienza energetica. Gli Stati membri devono impegnarsi a facilitare la costituzione di questi strumenti.

Decreto Legge 22 giugno 2012 n.83 “Decreto Sviluppo”. Le imprese a forte consumo di energia sono quelle che rispettano le seguenti condizioni: abbiano utilizzato almeno 2,4 GWh di energia elettrica oppure almeno 2,4 GWh di energia diversa dall’elettrica; siano caratterizzate da un rapporto tra il costo effettivo dell’energia e il fatturato pari almeno al 3%.

2.5. D

ECRETO

L

EGISLATIVO

4

LUGLIO

2014,

N

°102

Attua la direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica e prevede che il meccanismo dei certificati bianchi deve assicurare un risparmio energetico al 31/12/2020 pari almeno al 60% dell’obiettivo nazionale. Il restante 40% è ottenuto mediante misure vigenti di incentivazione degli interventi.

 Art. 8 “Diagnosi energetiche e sistemi di gestione dell’energia”. I soggetti obbligati sono le grandi imprese, tranne quelle che hanno adottato sistemi di gestione che prevedono un audit energetico che rispetti i requisiti del decreto e imprese a forte consumo di energia indipendentemente dalla loro dimensione. Entro il 2014 il MSE pubblica un bando per sostenere le diagnosi energetiche e l’adozione di sistemi di gestione ISO 50001 nelle PMI. I soggetti che possono condurre le diagnosi energetiche sono società di servizi energetici, EGE, auditor energetici e ISPRA. L’ENEA istituisce una banca dati delle imprese obbligate in cui sono riportate l’anagrafica dell’impresa, i dati dell’auditor della diagnosi, la data e il rapporto di diagnosi energetica e controlla la conformità della diagnosi energetica.

(14)

 ALLEGATO 2 “Criteri minimi per gli audit energetici, compresi quelli realizzati nel quadro dei sistemi di gestione dell’energia”:

a) Basati su dati operativi relativi al consumo di energia aggiornati, misurati e tracciabili;

b) Comprendono un esame dettagliato del profilo di consumo energetico di edifici o di gruppi di edifici, di attività o impianti industriali, ivi compreso il trasporto;

c) Basati sull’analisi del costo del ciclo di vita in modo da tener conto dei risparmi a lungo termine, dei valori residuali degli investimenti a lungo termine e dei tassi di sconto;

d) Proporzionali e sufficientemente rappresentativi per consentire di tracciare un quadro fedele della prestazione energetica globale e di individuare in modo affidabile le opportunità di miglioramento.

 Art. 5 “Miglioramento della prestazione energetica degli immobili della Pubblica Amministrazione”. Dal 2014 al 2020 sono realizzati attraverso le misure del presente articolo interventi sugli immobili della pubblica amministrazione centrale (e periferici), in grado di conseguire la riqualificazione energetica almeno pari al 3% annuo della superficie coperta utile climatizzata.

2.6. D

ECRETO

L

EGGE

21/12/2017

E

14/07/2020

N

°73

Decreto del 21 dicembre 2017. Riordina il sistema delle agevolazioni per le imprese a forte consumo di energia elettrica. Si tratta di un’agevolazione che permette di ridurre parte degli oneri a sostengo delle incentivazioni alle energie rinnovabili e alla cogenerazione (Asos) pagate in bolletta. Le imprese manifatturiere appartenenti ai settori riportati negli Allegati 3 e 5 delle Linee guida CE con un indice di intensità elettrica su VAL maggiore o uguale al 20% avranno il livello di contribuzione agli oneri ASOS indicato nella tabella 1. Le stesse imprese con un indice di intensità elettrica su VAL inferiore al 20% e per le imprese ricomprese negli elenchi CSEA del 2013 e 2014 il livello di contribuzione agli oneri ASOS sarà calcolata in funzione dell'intensità elettrica su fatturato come indicato nella tabella 2.

Decreto Legislativo del 14 luglio 2020 n.73. In attuazione della direttiva (UE) 2018/2002 che modifica la direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica, il nuovo testo è entrato in vigore il 29 luglio 2020. Il Decreto detta una serie di misure per il miglioramento dell’efficienza energetica finalizzate all’obiettivo di risparmio energetico nazionale “e che contribuiscono all’attuazione del principio europeo che pone l’efficienza energetica al primo posto”. Tra le principali novità anticipazioni sull’aggiornamento del Conto Termico con ampliamento degli interventi incentivabili, deroga agli strumenti normativi per alcuni interventi di riqualificazione energetica e si amplia la platea dei risparmi di energia concorrenti al conseguimento degli obblighi normativi di efficienza energetica previsti fino al 2030.

(15)

3. Q UADRO N ORMATIVO I TALIANO

La normativa tecnica è un documento ad azione volontaria, rappresenta lo stato dell’arte di un prodotto, sistema, processo ed è sviluppata da enti di normazione riconosciuti secondo un regolamento preciso che ne assicura la consensualità. È quindi uno strumento tecnico a supporto della legislazione nazionale ed europea (il legislatore redige leggi e regolamenti mentre gli aspetti tecnici di dettaglio sono demandati agli enti normatori preposti).

UNI CEI EN 15900:2010 “Servizi di efficienza energetica – Definizioni e requisiti”.

 Obiettivi: miglioramento dell’efficienza energetica, requisiti minimi del Servizio di Efficienza Energetica, garanzie e responsabilità, Check-list di verifica.

 Applicazione per i Clienti: capitolato/perimetro del Servizio di Efficienza Energetica e comparazione omogena/scelta del fornitore.

 Applicazione per i Fornitori – ESCo: proposta di Servizi di Efficienza Energetica e verifica della conformità ai requisiti minimi della norma.

Fra gli elementi qualificanti della norma emergono la previsione di una diagnosi energetica, la definizione delle prestazioni energetiche da raggiungere, la quantificazione e la verifica dei risparmi, la descrizione degli interventi e l’implementazione di un Sistema di Gestione dell’Energia.

la norma è in linea con la fornitura di prestazioni a garanzia dei risultati e fornisce indicazione circa gli strumenti da adottare per conseguire i migliori risultati e insieme alla EN 160001/ISO 50001 porta i seguenti benefici:

 Definizione di una baseline di riferimento energetico;

 Misura dei rischi tecnici, economici e finanziari;

 Possibilità di accesso a meccanismi di incentivazione (come certificati bianchi);

 Bancabilità del progetto

3.1. UNI CEI 11352:2014 – ESC

O

UNI CEI 11352:2014 “Gestione dell’energia - Società che forniscono servizi energetici (ESCo) - Requisiti generali, liste di controllo per la verifica dei requisiti dell’organizzazione e dei contenuti dell’offerta di servizio”.

La ESCO, definita nella norma, è la società che attraverso interventi di risparmio energetico consegue un aumento dell’efficienza del sistema di domanda e offerta di energia del cliente, assumendo la responsabilità del risultato nel rispetto del livello di servizio concordato. La ESCO può anche finanziare direttamente, o tramite terzi, gli interventi di miglioramento dell’efficienza energetica.

REQUISITI GENERALI.

a) Servizio di efficienza energetica;

b) Svolgere tutte le attività descritte;

c) Possedere le capacità descritte;

d) Offrire garanzie contrattuale di miglioramento dell’efficienza energetica con assunzione in proprio dei rischi tecnici e finanziari;

e) Collegare la remunerazione dei servizi e delle attività fornite al miglioramento dell’efficienza energetica;

f) Garantire la disponibilità al cliente dei dati misurati;

ATTIVITÀ PECULIARI DELLE ESCo. Possono essere svolte direttamente o indirettamente fermo restando l’assunzione di responsabilità e dichiarandolo contrattualmente.

a) Diagnosi energetiche;

(16)

b) Verifica della rispondenza degli impianti e delle attrezzature alla legislazione e alla normativa di riferimento con individuazione degli eventuali interventi;

c) Elaborazione di studi di fattibilità, preliminari alla progettazione, con analisi tecnico- economica;

d) Progettazione, realizzazione, manutenzione e gestione degli interventi di miglioramento dell’efficienza energetica e conduzione degli stessi garantendo la resa ottimale;

e) Monitoraggio del sistemai di domanda e consumo di energia;

f) Presentazione di adeguati rapporti periodici al cliente;

g) Supporto tecnico, attività di formazione e certificazione energetica degli edifici.

CAPACITÀ.

a) Organizzativa. Capacità amministrative, legali e contrattuali per la proposizione, negoziazione e definizione dei contratti a garanzia e di fornitura; formazione ed aggiornamento del personale; garantire adeguata assistenza nella gestione del servizio e di elaborale piani di controllo.

b) Diagnostica. Capacità di svolgere diagnosi energetiche ed analisi tecnico-economiche, monitoraggi e misure, di accertare la rispondenza alla legislazione e normativa tecnica c) Progettuale. Capacità di sviluppare studi di fattibilità e progetti esecutivi e di fornire dei

servizi di efficienza energetica con prestazioni garantite.

d) Gestionale. Capacità di realizzazione dell’intervento di miglioramento e di pianificare ed effettuare monitoraggi e misure dei risultati ottenuti; esercizio quando previsto dell’approvvigionamento di combustibile e dell’energia elettrica necessaria.

e) Economica e finanziaria. Competenze economiche e finanziare, di analisi di costi di investimento e di gestione e valutazione dei rischi e degli strumenti di copertura degli stessi.

 Benefici per il cliente: riferimenti tecnici per la richiesta di offerto di Servizi di Efficienza Energetica (EES); allineamento omogeno tra le diverse offerte; responsabilità definite tra Cliente ed ESCo; Sistema di Gestione dell’Energia; miglioramento dell’efficienza energetica, ambientale ed economico; rischio finanziario diminuito.

 Benefici per le ESCo: contratti a prestazioni garantite risparmio condiviso basati su diagnosi energetiche e campagne di misura e verifica; miglioramento dell’efficienza energetica misurato e verificato; rischi dei servizi di efficienza energetica valutati e possono essere eliminati, mitigati o trasferiti; rischio finanziario della ESCo misurabile.

3.2. UNI CEI 11339:2009 – E

SPERTI IN

G

ESTIONE DELL

’E

NERGIA

(EGE)

UNI CEI 11339:2009 “Gestione dell’energia - Esperti in gestione dell'energia - Requisiti generali per la qualificazione”

La norma definisce i requisiti generali e le procedure per la qualificazione degli Esperti in Gestione dell’Energia (EGE) delineandone i compiti (mansioni obbligatorie), le competenze (conoscenze necessarie) e le modalità di valutazione delle competenze (esperienza professionale e titoli).

COMPITI ESSENZIALI DELL’EGE.

a) Analisi approfondita e continuativa del sistema energetico;

b) Implementazione di una politica energetica dell’organizzazione;

c) Realizzazione e mantenimento di Sistemi di Gestione dell’Energia;

d) Contabilità energetica analitica;

e) Analisi dei contratti di fornitura;

f) Diagnosi energetiche comprensive dell’individuazione di interventi migliorativi;

g) Analisi di fattibilità tecnico-economica;

h) Ottimizzazione della conduzione e manutenzione;

(17)

i) Pianificazione, gestione e controllo dei sistemi energetici;

j) Elaborazione di piani e programmi di attività;

k) Individuazione ed attuazione di programmi di sensibilizzazione e di promozione dell’uso efficiente di energia;

l) Definizione delle specifiche tecniche attinenti agli aspetti energetici dei contratti;

m) Applicazione di leggi, regolamenti e norme tecniche;

n) Reportistica e relazioni con la direzione, il personale e l’esterno;

o) Pianificazione finanziaria delle attività;

p) Gestione dei progetti.

COMPETENZE RICHIESTE, conoscenze:

a) Dei SGE e delle tecniche di auditing in tale ambito;

b) Delle tecnologie tradizionali e innovative;

c) Base delle implicazioni ambientali;

d) Del mercato dell’energia elettriche e del gas;

e) Della legislazione e normativa tecnica;

f) Base delle metodologie di valutazione economica dei progetti, della redditività degli investimenti e della valutazione dei rischi di progetto;

g) Delle metodologie di valutazione dei risparmi;

h) Di modalità contrattuali per l’acquisto di beni e/o servizi;

i) Di base del project management e delle basi di organizzazione aziendale, controllo di gestione e budget e contabilità analitica.

 Valutazione. Il processo di valutazione può essere condotto in termini di autovalutazione, valutazione da parte dell’organizzazione entro cui l’EGE andrà a operare e valutazione da parte di soggetti terzi. La verifica del mantenimento delle competenze deve essere effettuata periodicamente e l’intervallo tra tali verifiche non può essere maggiore di 5 anni.

 Vantaggi dell’EGE. La presenza in organizzazioni come le ESCo di un Esperto in Gestione dell’Energia (EGE) certificato rafforza e qualifica le capacità tecniche delle ESCo e affida all’EGE un importante ruolo ed una riconosciuta competenza nei processi di gestione dell’energia. La certificazione può essere rilasciata da qualunque struttura ottenga l’accreditamento presso Accredia (ex-Sincert) secondo la norma ISO 17024.

3.3. ISO 50001:2018 – S

ISTEMA DI

G

ESTIONE DELL

’E

NERGIA

(SGE)

La norma specifica i requisiti per creare, avviare, mantenere e migliorare un sistema di gestione dell’energia (SGE). L’obiettivo è consentire che un’organizzazione persegua, con un approccio sistematica, il miglioramento continuo della propria prestazione energetica. L’ISO 50001 è nata per integrarsi perfettamente entro Sistemi di Gestione già attivi e sviluppa le 4 fasi del ciclo PDCA (Plan- Do-Check-Act) in altrettante sezioni:

I. Per affrontare i problemi energetici si devono individuare gli aspetti energetici dell’organizzazione, analizzarne e valutarne le criticità e i punti deboli;

II. Vanno definite le scelte operative e agire sulla base degli obiettivi individuati (PLAN);

III. Dopo aver realizzato le misure individuate (DO), viene valutata l’efficienza di questi provvedimenti (CHECK) e vengono analizzati eventuali punti deboli;

IV. Su questo controllo ricomincia il ciclo di pianificazione definendo nuovi obiettivi (ACT).

Un sistema di gestione rappresenta un’opportunità per chi intende affrontare con successo gli aspetti energetici all’interno della propria realtà, che permette di avere un approccio sistematico nella definizione di obiettivi energetici, opportunità di miglioramento, rispetto di tutti i requisiti cogenti e ridurre i costi legati ai consumi energetici.

(18)

4. E NERGY M ANAGER E VALUTAZIONE DEI CONSUMI GLOBALI SECONDO IL D.L. 10/91

4.1. L

A FIGURA DELL

’E

NERGY

M

ANAGER

(EM)

In Italia è stato istituzionalizzato già dalla legge 308/82, ma ha trovato concreta applicazione con la legge 10/91. L’art. 19 prevede infatti che tutti i consumatori di energia, sia privati che pubblici, che superino una certa soglia di consumo annuo debbano nominare un Responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia (anche detto Energy Manager). Le soglie che rendono obbligatoria la nomina di un Energy Manager sono 10000 tep/anno per soggetti del settore industriale e 1000 tep/anno per soggetti dei settori civile, terziario e trasporti. I soggetti a cui è applicabile sono (circolare MICA 219 del 1992)

a) le persone fisiche (es. titolari di imprese individuali);

b) le persone giuridiche (es. Associazioni, Fondazioni, Società per azioni, ecc.);

c) gli enti pubblici anche non economici (es. Comuni, province, Unità sanitarie locali, Istituti autonomi case popolari, Aziende speciali degli enti locali, ecc.);

d) altri soggetti privi di personalità giuridica (es. Associazioni non riconosciute, Società semplici, irregolari o di fatto, Comprensori, Consorzi, ecc.).

“si configura idealmente come un soggetto con un bagaglio di conoscenze acquisibili mediante laurea in ingegneria, pluriennale attività tecnica professionale successiva alla laurea nel settore in cui l’Organizzazione opera, esperienza nel campo degli studi di fattibilità e della progettazione di massima di sistemi per la produzione e l’utilizzo dell’energia, buona conoscenza delle tecnologie più avanzate nel settore.” (circolare MICA 219 del 1992).

Può essere un dipendente o un consulente esterno. Si diventa Energy Manager nel momento in cui si è nominati da un soggetto, non necessariamente sottoposto all'obbligo. Non sono previsti titoli, corsi obbligatori o esami, sebbene sia suggerito un percorso di formazione scolastico seguito da una valida esperienza sul campo ed eventualmente la certificazione in esperto in gestione dell’energia.

Le criticità dell’EM è che è una figura largamente sottodimensionata per numero di addetti e per peso professionale rispetto agli obblighi di legge e rispetto alla dimensione economica ed ambientale che il problema dell’uso sostenibile dell’energia oggi rappresenta; risulta imposto al sistema aziendale così da essere percepito come costo e come una professionalità spesso estranea all’azienda. Necessita per un corretto funzionamento all’interno dell’organizzazione: la dettagliata definizione del suo mansionario da parte di soggetti spesso estranei alle problematiche energetiche, la definizione e condivisione di una politica aziendale sull’energia, la sovrapposizione di tale politica allo schema funzionale dell’azienda, con inevitabili contrasti, problemi di comunicazione e condivisione degli obiettivi, problemi di individuazione e condivisione degli strumenti operativi.

Per superare le criticità attualmente l’EM tende a far leva su convenienza economica, rispetto della normativa ambientale e della normativa in genere, aspetti legati alla sicurezza e manutenzione ordinaria e straordinaria. L’Energy Manager odierno dovrebbe:

 conoscere approfonditamente i consumi ed i flussi energetici della propria realtà e attivare la contabilità energetica nella propria struttura;

 dare il giusto peso all’energia nelle scelte aziendali;

 contrattare le migliori condizioni di fornitura dei vettori energetici;

 predisporre i programmi di sensibilizzazione ed educazione del personale aziendale;

 preparare studi di fattibilità e progetti preliminari in campo energetico;

 saper convincere i decisori a realizzare progetti di razionalizzazione energetica;

 analizzare e valutare i progetti presentati dalle società fornitrici di servizi energia (ESCO);

(19)

 individuare i servizi di manutenzione e gestione degli impianti

 mantenersi aggiornato sui principali sviluppi della congiuntura nazionale ed internazionale;

 saper utilizzare le leggi e normative ambientali come “driver” di opportunità relativamente ad interventi sull’uso efficiente dell’energia e sull’impiego di Fonti Energetiche Rinnovabili, microgenerazione e cogenerazione.

Lo sviluppo di una figura moderna di EM è agevolato dalla diffusione all’interno delle Aziende dei Sistemi di Gestione dell’Energia (sistemi che operano come sistemi di gestione della “qualità nell’utilizzo aziendale dell’Energia”). In tale contesto l’Energy Manager può trovare il ruolo naturale di responsabile dello sviluppo, implementazione, gestione e monitoraggio del Sistema di Gestione dell’Energia risultando una risorsa pienamente funzionale agli obiettivi della sua organizzazione (o di rappresentante della direzione per il suo sviluppo). Un buon Energy Manager, comunque, sarà tale solo se il suo lavoro si integrerà con la costituzione di una vera e propria funzione di Energy Management aziendale, sia essa presente da un punto di vista formale che da un punto di vista informale.

4.2. L

A VALUTAZIONE DEI CONSUMI GLOBALI

La valutazione dei consumi energetici globali è generalmente il primo passo che si effettua quando si vuole avviare un programma di gestione dell’energia. Per valutare i consumi l’azienda ha due possibilità: riferirsi al volume di controllo che delimita i confini dell’azienda o riferirsi al volume di controllo che delimita i confini del sistema Paese (es: l’Italia). Mentre nel primo caso si valutano i cosiddetti consumi finali, nel secondo si valutano i consumi di energia primaria, cioè la somma dei consumi finali (che sono i consumi veri e propri dello stabilimento) più tutti i consumi di energia dovuti alle perdite imputabili a processi di trasformazione e al trasporto.

L’energia è utilizzata dalle aziende sotto la forma dei vettori calore ed energia elettrica, ottenuti entrambi a partire dalle fonti primarie e generalmente è approvvigionata sotto forma di energia elettrica e combustibili di origine fossile.

 Energia primaria: potenziale energetico presentato dalle fonti energetiche nella loro forma naturale (spesso l'energia primaria deve essere trasformata in energia secondaria);

 Energia secondaria: energia ricavata da energia primaria attraverso un processo di trasformazione e con una perdita di energia;

 Energia finale: forma di energia utilizzata direttamente dai consumatori;

 Energia fornita al consumatore: energia finale trasformata in energia utile.

 Energie rinnovabili: sono fonti che si rigenerano o ricrescono continuamente e di conseguenza sono inesauribili secondo i parametri umani. Tra queste figurano l'energia solare (con le sue forme indirette biomassa, forza idrica, energia eolica, calore ambiente, ecc.) nonché il calore terrestre (geotermia) e l'energia delle maree.

 Vettore energetico: si intende un veicolo intermedio per il trasferimento di energia che non si trova in natura.

Le diverse fonti energetiche possono essere confrontate solo dopo averle convertite in un’unità di misura energetica che tenga conto delle diverse potenzialità energetiche (Potere Calorifico Inferiore delle diverse fonti). Come Unità di misura (a livello macro sia di consumi che di fonti) si è scelta:

Tonnellata Equivalente di Petrolio (tep o toe= ton of oil equivalent). Le tonnellate equivalenti di petrolio sono una grandezza con una doppia natura: a rigore sono una massa (1 tep = 1000 kg di petrolio), ma possono anche essere viste come energia (1 tep energia sviluppata dalla combustione di 1 tonnellata di petrolio), passando attraverso il potere calorifico convenzionale del petrolio (energia sviluppata dalla combustione di 1 t di petrolio vale quindi 41.86 GJ).

La valutazione dei consumi va riferita all'energia consumata per la produzione di beni o per la prestazione di servizi, indipendentemente dal fatto che detti beni e servizi vengano utilizzati in

(20)

proprio o destinati a terzi. La valutazione va riferita ai consumi globali del soggetto, cumulando quelli relativi alle diverse fonti ed ai diversi usi.

 L'energia dei prodotti combustibili è valutata tenendo conto del loro potere calorifico inferiore e dell'energia impegnata per la loro produzione. Si precisa che l'energia dei prodotti derivati da rifiuti organici ed inorganici da scarti di lavorazione o simili, qualora utilizzati come combustibili, va valutata rapporto al potere calorifico inferiore e tradotta in tep mediante la relazione:

= ∙

,

Dove è il consumo energetico (tep/anno), la massa del prodotto combustibile consumata nell’anno, il PCI del prodotto combustibile e , il PCI del petrolio.

 L'energia elettrica viene valorizzata secondo la tabella seguente, a seconda che la tensione di fornitura sia AT o MT, oppure BT;

 L'energia di fluidi termovettori (ad esempio vapore) viene valutata mediante la relazione:

= ∙ Δℎ

,

Dove è la massa del fluido termovettore consumata nell’anno, Δℎ la variazione di entalpia del fluido termovettore (GJ/t), 1,2 un fattore correttivo adimensionale che tiene conto in modo convenzionale del rendimento della produzione e distribuzione dell’energia termica.

 Per le fonti rinnovabili si adottano i criteri di conversione validi per l'energia elettrica, qualora sia prodotto tale vettore (es. fotovoltaico, idraulico, eolico), o quelle della formula valida per i fluidi termovettori, se il vettore prodotto è energia termica (es. solare termico o geotermia per usi termici).

 Si può ricavare il rendimento medio del sistema elettrico nazionale:

, =

Dove è un certo consumo finale di energia e è la quantità di energia primaria che è stato necessario consumare affinché la quantità potesse essere prodotta e resa disponibile.

(21)

5. A NALISI DEGLI INVESTIMENTI

Qualora l’intervento di miglioramento dell’efficienza energetica richieda un investimento significativo per l’azienda, diventa necessaria una valutazione economica che solitamente viene effettuata sulla base dell’elaborazione e della presentazione di una proposta di investimento. In ogni caso occorre sempre elaborare una quantificazione economica della scelta che si propone di effettuare. Lo scopo principale della valutazione è quello di:

 Presentare una richiesta formale alla direzione per ottenere l’approvazione della proposta di investimento;

 Eseguire un accertamento dei risparmi e delle spese per conseguire i risparmi ipotizzati;

 Valutare la possibilità di ricorrere ad incentivi di varia natura;

 Fornire tutti gli elementi perché sia possibile durante la realizzazione effettuare dei controlli o degli accertamenti atti a verificare lo stato di avanzamento del programma di realizzazione della proposta al fine di modificare o riconfermare le decisioni prese;

 Rendere evidenti i risparmi raggiungibili e, a risultati conseguiti, renderli di pubblico dominio al fine di suscitare entusiasmo e collaborazione per i successivi studi di miglioramento;

 La proposta da presentare all’approvazione deve essere tecnicamente accettabile ed economicamente giustificata;

 Tutte le possibili alternative devono essere state precedentemente individuate e sviluppate fino ad un livello adeguato al confronto (o l’esclusione);

 Tipicamente viene presentata esclusivamente la proposta più conveniente indicando i vantaggi, il costo e gli svantaggi ed i rischi.

Gli elementi fondamentali della proposta sono un accertamento dei risparmi e la determinazione dell’ammontare totale dell’investimento, al fine di analizzare le esigenze tecniche ed economiche, individuare una o più soluzioni tecnologiche e/o organizzative, valutare la convenienza economica, la fattibilità finanziaria e la rischiosità del progetto. Il flusso finanziario si genera in seguito ad un processo di investimento e disinvestimento; con la vendita del prodotto (ricavi) si recuperano non solo i costi di gestione corrente (materiali, manodopera, spese generali), ma anche i costi di immobilizzo (beni strumentali), in termini di quote di ammortamento.

5.1. F

LUSSO DI CASSA

Gli investimenti possono differire per le modalità con cui avvengono nel tempo gli esborsi legati all’investimento (input) e i ricavi da esso derivanti (output). Input ed Output possono essere concentrati in un unico periodo (point input/output), distribuiti nel tempo (continuous input/output).

Gli investimenti in efficienza energetica possono essere ricondotti, per loro natura, ad investimenti point input – continuous output.

La valutazione avviene in base al flusso finanziario che si prevede possa prodursi durante la vita utile dell’investimento, flusso che può essere utilizzato per ricavare parametri sintetici, funzionali al criterio di decisione adottato (indici o cifre di merito). Il flusso di cassa è definito come: “saldo anno per anno fra entrate ed uscite finanziarie (esborsi se negativo, disponibilità se positivo) per tutta la durata utile dell’investimento”:

( ) = ( ) − ( )

Quando l’investimento si inserisce nella gestione corrente dell’impresa, le uscite ed entrate sono intese come differenziali e cioè come costi od economie rispetto alla situazione in atto, da valutare nella fase iniziale di investimento, durante la gestione e nella fase finale di investimento. In tal modo si ha il vantaggio di non dover considerare le voci che non vengono influenzate dall’investimento (costi affondati come ad es. i costi fissi di struttura). Gli ammortamenti non corrispondendo ad una effettiva uscita di denaro, non entrano direttamente nel flusso di cassa, ma indirettamente

(22)

concorrono a determinarlo in quanto riducono il reddito imponibile sul quale viene calcolata l’imposta da detrarre per determinare il reddito finale.

5.2. V

ALORE

A

TTUALE

N

ETTO

(VAN)

Allo scopo di poter quindi rendere confrontabili (sommabili) somme di denaro disponibili in periodi di tempo differenti, si riportano le somme future all’anno zero attraverso un opportuno fattore di correzione, detto appunto fattore di attualizzazione. ( ) = valore attuale netto di una successione di n flussi di cassa ( ), attualizzati al tasso e la durata del progetto d’investimento:

( ) = ( ) 1

(1 + )

Le criticità del processo di attualizzazione sono la scelta del tasso di attualizzazione e la valutazione degli elementi di rischio legati all’iniziativa (condizioni di incertezza).

Il VAN rappresenta l’incremento del valore dell’azienda apportato dal progetto d’investimento valutato all’anno zero. Di conseguenza una proposta è da ritenere valida se presenta un VAN positivo. Parametro valido per valutazioni assolute e/o confronti di lungo periodo (riferito a tutta la vita e al valore reale dei flussi). Di contro, richiede la definizione del tasso di reinvestimento (MARR

= Minimum Attractive Rate of Return, valore del tasso di attulizzazione utilizzato) che può influenzare fortemente la valutazione, la stima della vita utile dell’investimento (anni n) e non valuta il valore generato dall’investimento in relazione all’entità dell’investimento stesso e questo favorisce la scelta di investimenti con ritorni elevati anche se richiedono investimenti ingenti (elevata disponibilità di capitali).

Definiamo l’indice di profittabilità (rapporto entrate/uscite) e il VAN relativo:

=

( ) (1 + )

( ) (1 + )

=

5.3. T

ASSO DI

R

ENDIMENTO

I

NTERNO

(TIR

O

IRR)

È il valore del tasso di attualizzazione che rende nullo il valore attuale netto. Per investimenti di tipo point input – continuous ouput tale valore è unico.

( ) = ( ) 1

(1 + ) → ( ) = 0

Il TIR è quel tasso che uguaglia il valore attuale dei flussi di entrata ed il valore attuale dei flussi di uscita, confrontato con il MARR, da una indicazione di convenienza (il TIR deve essere almeno superiore al tasso di attualizzazione scelto per determinare un valore accettabile: se TIR > MARR allora VAN(MARR)>0) e tiene conto di tutto il periodo di vita dell’investimento. Di contro, non è il tasso di rendimento del capitale iniziale ma del capitale rimasto investito, a meno di presupporre di poter reinvestire le disponibilità a mano a

mano ottenute allo stesso TIR, non permette un confronto diretto con gli investimenti a reddito fisso riferiti al valore iniziale o di confrontare singolarmente due investimenti e predilige progetti con brevi periodi di ritorno dell’investimento ancorché di dimensione limitata.

(23)

5.4. P

AY

B

ACK

P

ERIOD

(PBP)

Il PBP calcola il tempo necessario a recuperare il capitale investito secondo la relazione:

( ) (1 + ) = 0

Il PBP mi evidenzia la velocità di rientro del capitale.

Tanto più è rapido il rientro del capitale tanto migliore è l’investimento, è di facile comprensione e calcolo

(spesso si trascura l’effetto dell’attualizzazione) e privilegia la liquidità (importante per investimenti a forte rischio di obsolescenza e per aziende a liquidità limitata). Di contro, ignora i flussi successivi al rientro e quindi non misura la redditività, non differenzia i progetti in base al capitale investito, per investimenti significativi è in genere un parametro di valutazione aggiuntivo e non sostitutivo dei precedenti e n molti casi è utilizzato come condizione necessaria a (PBP < 2anni) per la valutazione della proposta di investimento ma non sufficiente alla sua approvazione.

5.5. L

IFE

C

YCLE

C

OST

A

NALYSIS

(LCCA)

La LCCA è uno strumento economico che permette di valutare tutti i costi relativi ad un determinato progetto. Sono considerati e attualizzati tutti i costi, da quelli iniziali (investimenti, acquisizioni, progettazioni, installazioni), a quelli futuri (sostituzione, manutenzione, spese energetiche, oneri finanziari), fino ad arrivare ai costi di smaltimento o di recupero. E permette di scegliere tra più alternative, applicabili sullo stesso sistema, quella economicamente più vantaggiosa (ad esempio selezionare, per un dato edificio, il sistema di riscaldamento: caldaia vs. pompa di calore); accettare o rifiutare un determinato progetto (ad esempio decidere se installare o meno un inverter);

specificare il valore ottimale di un progetto che generi il maggior ritorno economico (ad esempio selezionare il valore ottimale delle perdite di un trasformatore).

(24)

6. D IAGNOSI E NERGETICA (E NERGY A UDIT )

«Il ricorso alla diagnosi energetica è un passo fondamentale per una organizzazione, di qualunque dimensione o tipologia, che voglia migliorare la propria efficienza energetica. Scopo della diagnosi energetica è il raggiungimento di una conoscenza approfondita del reale comportamento (e del consumo) energetico della realtà sottoposta ad esame al fine di individuare le più efficaci modifiche di tale comportamento con cui si possono conseguire i seguenti obiettivi:

 il miglioramento dell'efficienza energetica;

 la riduzione dei costi per gli approvvigionamenti energetici;

 il miglioramento della sostenibilità ambientale nella scelta e nell'utilizzo di tali fonti;

 l'eventuale riqualificazione del sistema energetico.

Tali obiettivi sono raggiungibili tramite l'utilizzo, fra l'altro, dei seguenti strumenti:

razionalizzazione dei flussi energetici; recupero delle energie disperse; individuazione di tecnologie per il risparmio di energia; ottimizzazione dei contratti di fornitura energetica; gestione dei rischi tecnici ed economici; miglioramento delle modalità di conduzione e manutenzione (O&M).

L’importanza della diagnosi energetica quale strumento per l’individuazione delle opportunità di riduzione dei consumi energetici è confermata dalla moltitudine di «best practices» operative predisposti nel tempo da diversi enti ed organizzazioni.

UNI CEI EN 16247 “Diagnosi Energetiche”. Definisce i requisiti, la metodologia e la reportistica per le diagnosi energetiche e si applica a tutti i sistemi energetici, e i requisiti della raccolta dati, della visita in campo, degli incontri con il committente. e i requisiti della raccolta dati, della visita in campo, degli incontri con il committente.

ISO 50001:2011. Un energy audit comprende un riesame dettagliato della prestazione energetica dell’organizzazione, di un processo o di entrambi. È tipicamente basato su un’appropriata misurazione ed osservazione della prestazione energetica reale. Il risultato di un audit generalmente comprende informazioni sull’attuale stato dei consumi e della prestazione energetica e può comprendere anche una serie di raccomandazioni, ordinate per priorità, relative al miglioramento della prestazione energetica. Gli audit energetici sono pianificati e condotti (nell’ambito di un SGE) come parte dell’identificazione e definizione delle priorità delle opportunità di miglioramento della prestazione energetica.

6.1. B

EST

P

RACTICES NELLA REALIZZAZIONE DEGLI AUDIT ENERGETICI

La comprensione della composizione dei costi energetici del sistema in esame è vitale per una efficace individuazione dei più importanti interventi di risparmio energetico. Il livello di dettaglio dell’analisi dei dati di consumo e le informazioni che possono di conseguenza essere ricavate dipendono fondamentalmente dalla quantità di dati disponibili. In molte industrie può non essere presente un sistema di misura dei consumi energetici strutturato per aree/impianti ma in ogni caso sono almeno sempre disponibili i dati forniti dalle fatture relative ai diversi fattori energetici.

I. CONTATTI PRELIMINARI. È la fase necessaria a delimitare il confine del sistema e a definire lo scopo della diagnosi. Durante questa fase si concorda il committente obiettivi, bisogni ed aspettative, scopo e limiti, grado di accuratezza, tempi per il completamento, criteri per la valutazione delle misure di risparmio, impegno temporale e di risorse, dati a raccogliere preventivi e misure e/o ispezione da realizzare durante, contesto della diagnosi, obblighi, programmi strategici, sistemi di gestione, opinioni e vincoli, elaborati da presentare e eventuale presentazione di una bozza del rapporto finale. Le modalità con cui un Energy Audit può essere condotto dipendono dal settore industriale, livello di profondità di analisi necessaria ed entità di riduzione dei costi desiderata.

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