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Analisi degli investimenti

Nel documento Gestione dei Consumi Energetici (pagine 21-24)

Qualora l’intervento di miglioramento dell’efficienza energetica richieda un investimento significativo per l’azienda, diventa necessaria una valutazione economica che solitamente viene effettuata sulla base dell’elaborazione e della presentazione di una proposta di investimento. In ogni caso occorre sempre elaborare una quantificazione economica della scelta che si propone di effettuare. Lo scopo principale della valutazione è quello di:

 Presentare una richiesta formale alla direzione per ottenere l’approvazione della proposta di investimento;

 Eseguire un accertamento dei risparmi e delle spese per conseguire i risparmi ipotizzati;

 Valutare la possibilità di ricorrere ad incentivi di varia natura;

 Fornire tutti gli elementi perché sia possibile durante la realizzazione effettuare dei controlli o degli accertamenti atti a verificare lo stato di avanzamento del programma di realizzazione della proposta al fine di modificare o riconfermare le decisioni prese;

 Rendere evidenti i risparmi raggiungibili e, a risultati conseguiti, renderli di pubblico dominio al fine di suscitare entusiasmo e collaborazione per i successivi studi di miglioramento;

 La proposta da presentare all’approvazione deve essere tecnicamente accettabile ed economicamente giustificata;

 Tutte le possibili alternative devono essere state precedentemente individuate e sviluppate fino ad un livello adeguato al confronto (o l’esclusione);

 Tipicamente viene presentata esclusivamente la proposta più conveniente indicando i vantaggi, il costo e gli svantaggi ed i rischi.

Gli elementi fondamentali della proposta sono un accertamento dei risparmi e la determinazione dell’ammontare totale dell’investimento, al fine di analizzare le esigenze tecniche ed economiche, individuare una o più soluzioni tecnologiche e/o organizzative, valutare la convenienza economica, la fattibilità finanziaria e la rischiosità del progetto. Il flusso finanziario si genera in seguito ad un processo di investimento e disinvestimento; con la vendita del prodotto (ricavi) si recuperano non solo i costi di gestione corrente (materiali, manodopera, spese generali), ma anche i costi di immobilizzo (beni strumentali), in termini di quote di ammortamento.

5.1. F

LUSSO DI CASSA

Gli investimenti possono differire per le modalità con cui avvengono nel tempo gli esborsi legati all’investimento (input) e i ricavi da esso derivanti (output). Input ed Output possono essere concentrati in un unico periodo (point input/output), distribuiti nel tempo (continuous input/output).

Gli investimenti in efficienza energetica possono essere ricondotti, per loro natura, ad investimenti point input – continuous output.

La valutazione avviene in base al flusso finanziario che si prevede possa prodursi durante la vita utile dell’investimento, flusso che può essere utilizzato per ricavare parametri sintetici, funzionali al criterio di decisione adottato (indici o cifre di merito). Il flusso di cassa è definito come: “saldo anno per anno fra entrate ed uscite finanziarie (esborsi se negativo, disponibilità se positivo) per tutta la durata utile dell’investimento”:

( ) = ( ) − ( )

Quando l’investimento si inserisce nella gestione corrente dell’impresa, le uscite ed entrate sono intese come differenziali e cioè come costi od economie rispetto alla situazione in atto, da valutare nella fase iniziale di investimento, durante la gestione e nella fase finale di investimento. In tal modo si ha il vantaggio di non dover considerare le voci che non vengono influenzate dall’investimento (costi affondati come ad es. i costi fissi di struttura). Gli ammortamenti non corrispondendo ad una effettiva uscita di denaro, non entrano direttamente nel flusso di cassa, ma indirettamente

concorrono a determinarlo in quanto riducono il reddito imponibile sul quale viene calcolata l’imposta da detrarre per determinare il reddito finale.

5.2. V

ALORE

A

TTUALE

N

ETTO

(VAN)

Allo scopo di poter quindi rendere confrontabili (sommabili) somme di denaro disponibili in periodi di tempo differenti, si riportano le somme future all’anno zero attraverso un opportuno fattore di correzione, detto appunto fattore di attualizzazione. ( ) = valore attuale netto di una successione di n flussi di cassa ( ), attualizzati al tasso e la durata del progetto d’investimento:

( ) = ( ) 1

(1 + )

Le criticità del processo di attualizzazione sono la scelta del tasso di attualizzazione e la valutazione degli elementi di rischio legati all’iniziativa (condizioni di incertezza).

Il VAN rappresenta l’incremento del valore dell’azienda apportato dal progetto d’investimento valutato all’anno zero. Di conseguenza una proposta è da ritenere valida se presenta un VAN positivo. Parametro valido per valutazioni assolute e/o confronti di lungo periodo (riferito a tutta la vita e al valore reale dei flussi). Di contro, richiede la definizione del tasso di reinvestimento (MARR

= Minimum Attractive Rate of Return, valore del tasso di attulizzazione utilizzato) che può influenzare fortemente la valutazione, la stima della vita utile dell’investimento (anni n) e non valuta il valore generato dall’investimento in relazione all’entità dell’investimento stesso e questo favorisce la scelta di investimenti con ritorni elevati anche se richiedono investimenti ingenti (elevata disponibilità di capitali).

Definiamo l’indice di profittabilità (rapporto entrate/uscite) e il VAN relativo:

=

( ) (1 + )

( ) (1 + )

=

5.3. T

ASSO DI

R

ENDIMENTO

I

NTERNO

(TIR

O

IRR)

È il valore del tasso di attualizzazione che rende nullo il valore attuale netto. Per investimenti di tipo point input – continuous ouput tale valore è unico.

( ) = ( ) 1

(1 + ) → ( ) = 0

Il TIR è quel tasso che uguaglia il valore attuale dei flussi di entrata ed il valore attuale dei flussi di uscita, confrontato con il MARR, da una indicazione di convenienza (il TIR deve essere almeno superiore al tasso di attualizzazione scelto per determinare un valore accettabile: se TIR > MARR allora VAN(MARR)>0) e tiene conto di tutto il periodo di vita dell’investimento. Di contro, non è il tasso di rendimento del capitale iniziale ma del capitale rimasto investito, a meno di presupporre di poter reinvestire le disponibilità a mano a

mano ottenute allo stesso TIR, non permette un confronto diretto con gli investimenti a reddito fisso riferiti al valore iniziale o di confrontare singolarmente due investimenti e predilige progetti con brevi periodi di ritorno dell’investimento ancorché di dimensione limitata.

5.4. P

AY

B

ACK

P

ERIOD

(PBP)

Il PBP calcola il tempo necessario a recuperare il capitale investito secondo la relazione:

( ) (1 + ) = 0

Il PBP mi evidenzia la velocità di rientro del capitale.

Tanto più è rapido il rientro del capitale tanto migliore è l’investimento, è di facile comprensione e calcolo

(spesso si trascura l’effetto dell’attualizzazione) e privilegia la liquidità (importante per investimenti a forte rischio di obsolescenza e per aziende a liquidità limitata). Di contro, ignora i flussi successivi al rientro e quindi non misura la redditività, non differenzia i progetti in base al capitale investito, per investimenti significativi è in genere un parametro di valutazione aggiuntivo e non sostitutivo dei precedenti e n molti casi è utilizzato come condizione necessaria a (PBP < 2anni) per la valutazione della proposta di investimento ma non sufficiente alla sua approvazione.

5.5. L

IFE

C

YCLE

C

OST

A

NALYSIS

(LCCA)

La LCCA è uno strumento economico che permette di valutare tutti i costi relativi ad un determinato progetto. Sono considerati e attualizzati tutti i costi, da quelli iniziali (investimenti, acquisizioni, progettazioni, installazioni), a quelli futuri (sostituzione, manutenzione, spese energetiche, oneri finanziari), fino ad arrivare ai costi di smaltimento o di recupero. E permette di scegliere tra più alternative, applicabili sullo stesso sistema, quella economicamente più vantaggiosa (ad esempio selezionare, per un dato edificio, il sistema di riscaldamento: caldaia vs. pompa di calore); accettare o rifiutare un determinato progetto (ad esempio decidere se installare o meno un inverter);

specificare il valore ottimale di un progetto che generi il maggior ritorno economico (ad esempio selezionare il valore ottimale delle perdite di un trasformatore).

Nel documento Gestione dei Consumi Energetici (pagine 21-24)