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Energy Manager e valutazione dei consumi globali secondo il D.L. 10/91

Nel documento Gestione dei Consumi Energetici (pagine 18-21)

4.1. L

A FIGURA DELL

’E

NERGY

M

ANAGER

(EM)

In Italia è stato istituzionalizzato già dalla legge 308/82, ma ha trovato concreta applicazione con la legge 10/91. L’art. 19 prevede infatti che tutti i consumatori di energia, sia privati che pubblici, che superino una certa soglia di consumo annuo debbano nominare un Responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia (anche detto Energy Manager). Le soglie che rendono obbligatoria la nomina di un Energy Manager sono 10000 tep/anno per soggetti del settore industriale e 1000 tep/anno per soggetti dei settori civile, terziario e trasporti. I soggetti a cui è applicabile sono (circolare MICA 219 del 1992)

a) le persone fisiche (es. titolari di imprese individuali);

b) le persone giuridiche (es. Associazioni, Fondazioni, Società per azioni, ecc.);

c) gli enti pubblici anche non economici (es. Comuni, province, Unità sanitarie locali, Istituti autonomi case popolari, Aziende speciali degli enti locali, ecc.);

d) altri soggetti privi di personalità giuridica (es. Associazioni non riconosciute, Società semplici, irregolari o di fatto, Comprensori, Consorzi, ecc.).

“si configura idealmente come un soggetto con un bagaglio di conoscenze acquisibili mediante laurea in ingegneria, pluriennale attività tecnica professionale successiva alla laurea nel settore in cui l’Organizzazione opera, esperienza nel campo degli studi di fattibilità e della progettazione di massima di sistemi per la produzione e l’utilizzo dell’energia, buona conoscenza delle tecnologie più avanzate nel settore.” (circolare MICA 219 del 1992).

Può essere un dipendente o un consulente esterno. Si diventa Energy Manager nel momento in cui si è nominati da un soggetto, non necessariamente sottoposto all'obbligo. Non sono previsti titoli, corsi obbligatori o esami, sebbene sia suggerito un percorso di formazione scolastico seguito da una valida esperienza sul campo ed eventualmente la certificazione in esperto in gestione dell’energia.

Le criticità dell’EM è che è una figura largamente sottodimensionata per numero di addetti e per peso professionale rispetto agli obblighi di legge e rispetto alla dimensione economica ed ambientale che il problema dell’uso sostenibile dell’energia oggi rappresenta; risulta imposto al sistema aziendale così da essere percepito come costo e come una professionalità spesso estranea all’azienda. Necessita per un corretto funzionamento all’interno dell’organizzazione: la dettagliata definizione del suo mansionario da parte di soggetti spesso estranei alle problematiche energetiche, la definizione e condivisione di una politica aziendale sull’energia, la sovrapposizione di tale politica allo schema funzionale dell’azienda, con inevitabili contrasti, problemi di comunicazione e condivisione degli obiettivi, problemi di individuazione e condivisione degli strumenti operativi.

Per superare le criticità attualmente l’EM tende a far leva su convenienza economica, rispetto della normativa ambientale e della normativa in genere, aspetti legati alla sicurezza e manutenzione ordinaria e straordinaria. L’Energy Manager odierno dovrebbe:

 conoscere approfonditamente i consumi ed i flussi energetici della propria realtà e attivare la contabilità energetica nella propria struttura;

 dare il giusto peso all’energia nelle scelte aziendali;

 contrattare le migliori condizioni di fornitura dei vettori energetici;

 predisporre i programmi di sensibilizzazione ed educazione del personale aziendale;

 preparare studi di fattibilità e progetti preliminari in campo energetico;

 saper convincere i decisori a realizzare progetti di razionalizzazione energetica;

 analizzare e valutare i progetti presentati dalle società fornitrici di servizi energia (ESCO);

 individuare i servizi di manutenzione e gestione degli impianti

 mantenersi aggiornato sui principali sviluppi della congiuntura nazionale ed internazionale;

 saper utilizzare le leggi e normative ambientali come “driver” di opportunità relativamente ad interventi sull’uso efficiente dell’energia e sull’impiego di Fonti Energetiche Rinnovabili, microgenerazione e cogenerazione.

Lo sviluppo di una figura moderna di EM è agevolato dalla diffusione all’interno delle Aziende dei Sistemi di Gestione dell’Energia (sistemi che operano come sistemi di gestione della “qualità nell’utilizzo aziendale dell’Energia”). In tale contesto l’Energy Manager può trovare il ruolo naturale di responsabile dello sviluppo, implementazione, gestione e monitoraggio del Sistema di Gestione dell’Energia risultando una risorsa pienamente funzionale agli obiettivi della sua organizzazione (o di rappresentante della direzione per il suo sviluppo). Un buon Energy Manager, comunque, sarà tale solo se il suo lavoro si integrerà con la costituzione di una vera e propria funzione di Energy Management aziendale, sia essa presente da un punto di vista formale che da un punto di vista informale.

4.2. L

A VALUTAZIONE DEI CONSUMI GLOBALI

La valutazione dei consumi energetici globali è generalmente il primo passo che si effettua quando si vuole avviare un programma di gestione dell’energia. Per valutare i consumi l’azienda ha due possibilità: riferirsi al volume di controllo che delimita i confini dell’azienda o riferirsi al volume di controllo che delimita i confini del sistema Paese (es: l’Italia). Mentre nel primo caso si valutano i cosiddetti consumi finali, nel secondo si valutano i consumi di energia primaria, cioè la somma dei consumi finali (che sono i consumi veri e propri dello stabilimento) più tutti i consumi di energia dovuti alle perdite imputabili a processi di trasformazione e al trasporto.

L’energia è utilizzata dalle aziende sotto la forma dei vettori calore ed energia elettrica, ottenuti entrambi a partire dalle fonti primarie e generalmente è approvvigionata sotto forma di energia elettrica e combustibili di origine fossile.

 Energia primaria: potenziale energetico presentato dalle fonti energetiche nella loro forma naturale (spesso l'energia primaria deve essere trasformata in energia secondaria);

 Energia secondaria: energia ricavata da energia primaria attraverso un processo di trasformazione e con una perdita di energia;

 Energia finale: forma di energia utilizzata direttamente dai consumatori;

 Energia fornita al consumatore: energia finale trasformata in energia utile.

 Energie rinnovabili: sono fonti che si rigenerano o ricrescono continuamente e di conseguenza sono inesauribili secondo i parametri umani. Tra queste figurano l'energia solare (con le sue forme indirette biomassa, forza idrica, energia eolica, calore ambiente, ecc.) nonché il calore terrestre (geotermia) e l'energia delle maree.

 Vettore energetico: si intende un veicolo intermedio per il trasferimento di energia che non si trova in natura.

Le diverse fonti energetiche possono essere confrontate solo dopo averle convertite in un’unità di misura energetica che tenga conto delle diverse potenzialità energetiche (Potere Calorifico Inferiore delle diverse fonti). Come Unità di misura (a livello macro sia di consumi che di fonti) si è scelta:

Tonnellata Equivalente di Petrolio (tep o toe= ton of oil equivalent). Le tonnellate equivalenti di petrolio sono una grandezza con una doppia natura: a rigore sono una massa (1 tep = 1000 kg di petrolio), ma possono anche essere viste come energia (1 tep energia sviluppata dalla combustione di 1 tonnellata di petrolio), passando attraverso il potere calorifico convenzionale del petrolio (energia sviluppata dalla combustione di 1 t di petrolio vale quindi 41.86 GJ).

La valutazione dei consumi va riferita all'energia consumata per la produzione di beni o per la prestazione di servizi, indipendentemente dal fatto che detti beni e servizi vengano utilizzati in

proprio o destinati a terzi. La valutazione va riferita ai consumi globali del soggetto, cumulando quelli relativi alle diverse fonti ed ai diversi usi.

 L'energia dei prodotti combustibili è valutata tenendo conto del loro potere calorifico inferiore e dell'energia impegnata per la loro produzione. Si precisa che l'energia dei prodotti derivati da rifiuti organici ed inorganici da scarti di lavorazione o simili, qualora utilizzati come combustibili, va valutata rapporto al potere calorifico inferiore e tradotta in tep mediante la relazione:

= ∙

,

Dove è il consumo energetico (tep/anno), la massa del prodotto combustibile consumata nell’anno, il PCI del prodotto combustibile e , il PCI del petrolio.

 L'energia elettrica viene valorizzata secondo la tabella seguente, a seconda che la tensione di fornitura sia AT o MT, oppure BT;

 L'energia di fluidi termovettori (ad esempio vapore) viene valutata mediante la relazione:

= ∙ Δℎ

,

Dove è la massa del fluido termovettore consumata nell’anno, Δℎ la variazione di entalpia del fluido termovettore (GJ/t), 1,2 un fattore correttivo adimensionale che tiene conto in modo convenzionale del rendimento della produzione e distribuzione dell’energia termica.

 Per le fonti rinnovabili si adottano i criteri di conversione validi per l'energia elettrica, qualora sia prodotto tale vettore (es. fotovoltaico, idraulico, eolico), o quelle della formula valida per i fluidi termovettori, se il vettore prodotto è energia termica (es. solare termico o geotermia per usi termici).

 Si può ricavare il rendimento medio del sistema elettrico nazionale:

, =

Dove è un certo consumo finale di energia e è la quantità di energia primaria che è stato necessario consumare affinché la quantità potesse essere prodotta e resa disponibile.

Nel documento Gestione dei Consumi Energetici (pagine 18-21)