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IV DECENNALE EUCARISTICA

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Academic year: 2022

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IV DECENNALE EUCARISTICA

Mese di Gennaio

Nel nome del Padre e del Figlio

e dello Spirito Santo Sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo e Divinissimo Sacramento

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo

come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli.

Amen

Preghiera di adorazione Concedimi, Signore, di stare alla Tua presenza,

e di adorarTi nel profondo del cuore.

Aiutami a fare silenzio Intorno a me e dentro di me Per poter meglio ascoltare la Tua voce.

Ispira Tu i miei pensieri, sentimenti e desideri, affinché io cerchi sempre e

soltanto quello che è più gradito a Te.

Spirito Santo, Dono del Padre, crea in me un cuore nuovo, libero per donarsi senza riserve, seguendo Cristo umile e povero.

Maria, Madre di Gesù e madre della Chie- sa, modello di disponibilità alla voce di Dio, aiuta la mia preghiera con la tua preghiera.

Amen.

Dalla nota pastorale Christus hodie, del Card. Giacomo Biffi

Cristo è davvero presente nella Eucaristia in un modo che non si può pensare più intenso.

E’ presente col suo corpo, cioè con la sua concretezza di uomo divinamente personaliz- zato, nella verità della sua duplice natura; col suo sangue, cioè con tutta la sua vita, la sua energia, la sua capacità di rinnovare, di far crescere, di irrobustire nella grazia; col suo stato di vittima e sacrificio, che ha sancito la nuova alleanza; con la sua donazione al Padre e ai fratelli, che ha toccato il vertice nella consegna di sé alla passione e alla morte; con il suo sacerdozio, che lo costituisce mediatore eterno tra la divinità e la creazione; con la sua regalità, che lo rende guida, capo e Signore dell’universo. Davvero nell’Eucaristia si avve- ra, con una pienezza che noi con la nostra poca fantasia non avremmo neppur saputo immaginare, l’ultima promessa fatta ai suoi dal Crocifisso Risorto; “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28, 20).

Durante qualche minuto di silenzio rileggiamo e meditiamo il brano che abbiamo appena letto.

Insieme al salmista, eleviamo a Dio il nostro desiderio più grande: stare alla sua presenza!

Salmo 41

Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio.

L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente:

quando verrò e vedrò il volto di Dio?

Le lacrime sono mio pane giorno e notte, mentre mi dicono sempre: Dov’è il tuo Dio Dirò a Dio, mia difesa: “Perché mi hai dimenticato?

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2 Perché triste me ne vado, oppresso dal nemico?”

Perché ti rattristi, anima mia, perché su di me gemi?

Spera in Dio: ancora potrò lodarlo, lui salvezza del mio volto e mio Dio.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio e ora e sempre,nei secoli dei secoli. Amen.

Dalla prima lettera di S. Giovanni apostolo (Capitolo 1, 1-4) Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita (poiché la vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi), quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia perfetta.

Facciamo silenzio dentro di noi e meditiamo il brano della Scrittura che abbiamo letto

Preghiera di adorazione

Credo, o Signore, di essere alla Tua presenza: Ti adoro profondamente.

Illumina la mia intelligenza, e fortifica la mia volontà, affinché la mia vita venga man mano trasformata dall’incontro con Te.

Rendimi libero da tante cose che mi distraggono e mi opprimono, rendimi attento ad evitarla dispersione in molti interessi superficiali e impegnato nella ricerca della Tua volontà.

Spirito Santo, crea in me un cuore nuovo, capace di amare Cristo e i fratelli.

Che la mia preghiera sia sostenuta e accompagnata dalla preghiera di Maria, Tua Santissima Madre.

Amen.

Dalla prima lettera di S. Paolo apostolo ai Corinzi (Capitolo 11, 23-26)

Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso:

il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi;

fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese

anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio

sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». Ogni

volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi

annunziate la morte del Signore finché egli venga.

(3)

Chiesa e tiene vivo l’impegno dei Cristiani nell’attesa del compimento del Regno.

Lo stile di Gesù è la norma di vita per ogni cristiano; ed è la potenza dello Spirito Santo che dona agli uomini lo spirito di carità e di servizio, che rinnova i rapporti fra le persone.

Dobbiamo amare gli altri come Gesù ha amato noi; con gesti concreti di amore che attraverso di noi rendono vivo il Vangelo: Dio è Padre di tutti, e noi tutti siamo suoi figli.

Aiutati dalla Scrittura riflettiamo sul dono dell’Eucaristia

-Come vivo la mia fede nel Sacramento dell’Eucaristia?

-Quanto del mio tempo (che è dono di Dio) spendo per adorare il Signore?

-Sono solito ringraziare e lodare il Signore oppure la mia preghiera è soprattutto di richiesta?

-Come vivo la preghiera della Chiesa e la liturgia?

Concludiamo questo tempo di adorazione e di riflessione con la preghiera:

O Dio, il tuo nome è santo e la tua gloria è immensa; noi alziamo le nostre mani a te aprendoci alla preghiera più confidente. Noi siamo certi che ci ami, perché sul nostro volto ci sono i tratti del volto di Cristo. Noi abbiamo fiducia in te, perché non puoi dimenticare che siamo stati generati dalla Morte e del tuo Figlio.

Fa’ che sappiamo dirti grazie per i tuoi doni; fa’ che il nostro cuore si apra ogni giorno di più alla parola del tuo Figlio; fa’ che ci lasciamo attirare dal tuo Spirito, e possiamo confessare il tuo nome davanti agli uomini.

Fa’ che la nostra docilità alla tua grazia ci renda nelle tue mani strumenti per l’avvento del tuo Regno nel mondo.

Dio, dà compimento alla nostra preghiera, ed ascoltaci al di là di ogni desiderio e di ogni nostro merito. Amen.

ALCUNI SPUNTI PER LA

RIFLESSIONE SUL BRANO DELLA LETTERA DI S.PAOLO

«Nella notte in cui veniva tradito»

Il dono di sé stesso da parte di Gesù (–corpo dato per voi-) è il dono della misericordia di Dio per gli uomini. Gesù dà la vita per salvarci dal peccato e dalla morte.

«Fate questo in memoria di me»

Questo dono di Gesù viene attualizzato in ogni tempo della storia dell’umanità, attraverso la celebrazione dell’Eucaristia.

Essa rende presente Gesù risorto nella sua

Preghiamo

Signore Gesù Cristo, Figlio del Dio vivo, che per volontà del Padre e con l’opera dello Spirito Santo morendo hai dato la vita al mondo; per il santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue liberami da ogni colpa e da ogni male, fa’ che sia sempre fedele alla tua legge e non sia mai separato da te.

Amen.

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Nel nome del Padre e del Figlio

e dello Spirito Santo Sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo e Divinissimo Sacramento

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo

come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli.

Amen

Preghiera di adorazione

La ricchezza non mi interessa, la miseria non mi inquieta;

solo il tuo amore mi appassiona.

Mio Dio, è di te che ho bisogno!

Il tuo amore mi immerge nel mare dell’amore, colma i cuori della tua manifestazione.

Mio Dio, è di te che ho bisogno!

Se anche avessi ucciso,

se si gettassero al vento le mie ceneri, la mia polvere continuerebbe a gridare:

mio Dio, è di te che ho bisogno!

Dal Vangelo secondo Giovanni (Capitolo 6, 1-13)

Gesù andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi. Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.

Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?».Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?». Rispose Gesù:

«Fateli sedere». C'era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero. E quando furono saziati, disse ai discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d'orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.

In preghiera rileggiamo e meditiamo il brano, soffermandoci sulle parole di Gesù.

IV DECENNALE EUCARISTICA

Mese di Febbraio

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Dalla lettera apostolica di Giovanni Paolo II NOVO MILLENNIO INEUNTE

(III,29)

“Ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo!” (Mt 28,20). Questa certezza, carissimi Fratelli e Sorelle, ha accompagnato la Chiesa per due millenni, ed è stata ravvivata nei nostri cuori dalla celebrazione del Giubileo. Da essa dobbiamo attingere un rinnovato slancio nella vita cristiana, facendone anzi la forza ispiratrice del nostro cammino. (…) Non si tratta di inventare un “nuovo programma”; il programma c’è già: è quello di sempre, raccolto dal Vangelo e dalla viva Tradizione. Esso si incentra, in ultima analisi, in Cristo stesso, da conoscere, amare, imitare, per vivere in lui la vita trinitaria, e trasformare con lui la storia fino al suo compimento nella Gerusalemme del cielo. (…) Questo programma di sempre è il nostro per il terzo millennio.

Riflettendo sulle parole del Papa:

-Quanto il mio impegno nella imitazione di Cristo può dirsi concreto?

-Quanto sento anche mio il compito della evangelizzazione?

-Ho vissuto con frutto il tempo di grazia dell’Anno Santo?

Con le parole del salmista ci rivolgiamo a Dio:

Salmo 60 (61) Preghiera di un esiliato Ascolta, o Dio, il mio grido,

sii attento alla mia preghiera.

Dai confini della terra io t'invoco;

mentre il mio cuore viene meno, guidami su rupe inaccessibile.

Tu sei per me rifugio,

torre salda davanti all'avversario.

Dimorerò nella tua tenda per sempre, all'ombra delle tue ali troverò riparo;

perché tu, Dio, hai ascoltato i miei voti, mi hai dato l'eredità di chi teme il tuo nome

.

Ai giorni del re aggiungi altri giorni, per molte generazioni siano i suoi anni.

Regni per sempre sotto gli occhi di Dio;

grazia e fedeltà lo custodiscano.

Allora canterò inni al tuo nome, sempre, sciogliendo i miei voti giorno per giorno.

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo;

come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen

Preghiera di adorazione

Desidero stare davanti a Te, Signore, e solo questo. Chiudere gli occhi del mio corpo e aprire gli occhi della mia anima.

Desidero restare immobile e

silenzioso; espormi a Te che sei presente;

essere presente a Te che sei l’Infinito presente.

Accetto di non sentire nulla, di non vedere nulla, di non udire nulla, se non Te.

Eccomi qui, semplicemente, per incontrarti, senza ostacolo, nel silenzio della fede, davanti a Te, Signore.

Ma non sono solo, Signore.

Sono con i miei problemi. Sono insie- me agli uomini, miei fratelli, che sono in me.

Li ho incontrati, sono entrati in me, mi preoccupano.

Te li conduco, Signore, presentandomi a Te: te li espongo ponendomi davanti a Te. Eccomi, ecco- ci, davanti a Te, Signore.

Dona a me e a loro la pace,

la tua Pace. Amen.

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Dalla lettera di Giacomo (Capitolo 1,27-2,9)

Una religione pura e senza macchia davanti a Dio nostro Padre è questa: soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni e conservarsi puri da questo mondo. Fratelli miei, non mescolate a favoritismi personali la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo, Signore della gloria. Supponiamo che entri in una vostra adunanza qualcuno con un anello d'oro al dito, vestito splendidamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro. Se voi guardate a colui che è vestito splendidamente e gli dite: «Tu siediti qui comodamente», e al povero dite: «Tu mettiti in piedi lì», oppure: «Siediti qui ai piedi del mio sgabello», non fate in voi stessi preferenze e non siete giudici dai giudizi perversi?

Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri nel mondo per farli ricchi con la fede ed eredi del regno che ha promesso a quelli che lo amano? Voi invece avete disprezzato il povero! Non sono forse i ricchi che vi tiranneggiano e vi trascinano davanti ai tribunali? Non sono essi che bestemmiano il bel nome che è stato invocato sopra di voi? Certo, se adempite il più importante dei comandamenti secondo la Scrittura: amerai il prossimo tuo come te stesso, fate bene; ma se fate distinzione di persone, commettete un peccato e siete accusati dalla legge come trasgressori.

SPUNTI PER LA RIFLESSIONE SUL BRANO DI san GIACOMO “religione pura e senza macchia…”

Il culto spirituale gradito a Dio, riceve una forma concreta nella condotta retta e nel servizio ai deboli. Come più volte richiama già l’Antico Testamento, non ci può essere vera devozione se manca l’amore al prossimo.

“supponiamo che entri in una vostra adunanza…”

L’assemblea cristiana per eccellenza è quella che si raduna attorno all’Eucaristia, ma la celebrazione dell’Eucaristia non è sufficiente per poterci dire cristiani. San Paolo scrive ai corinzi che là dove si creano divisioni o si offende la presenza del Signore nei fratelli, vana è la preghiera e la stessa Eucaristia: “chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore (…) chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna.” Se non è vissuta la carità, la vita liturgica non solo è inutile, ma addirittura una aggravante nella condanna di Dio a nostro carico.

“… non siete giudici dai giudizi perversi?”

“Uno solo è il legislatore e il giudice, colui che può salvare e rovinare; e tu chi sei, che giudichi il tuo prossimo?” Il diritto di giudicare è presso Dio, che solo conosce il cuore dell’uomo; mentre

sull’uomo che azzarda un giudizio incombe la minaccia di un più severo giudizio:

“con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi in cambio”! “Il giudizio sarà senza misericordia contro chi non avrà usato misericordia”.

“ma se fate distinzione di persone…”

L’egoismo è tanto più condannabile quando viene mascherato da una presunta elemosina. E la gravissima conseguenza della ipocrisia è quella di convincersi della propria giustizia davanti a Dio e agli uomini rendendo impermeabile il proprio animo all’invito alla conversione.

Cogliendo il suggerimento della Scrittura, facciamo davanti al Signore un esame di coscienza dei nostri atti. Vi sono nel nostro animo delle resistenze a vivere la carità? Quante volte anche noi ci facciamo giudici degli altri senza sopportare alcun giudizio su di noi.

(7)

Nel nome del Padre e del Figlio

e dello Spirito Santo Sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo e Divinissimo Sacramento

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo

come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli.

Amen

I H S

lentamente , facendo attenzione alle parole che leggiamo recitiamo la

Preghiera di adorazione

Perdonami, Signore, di essere così superficiale, di soffermarmi sulle cose terrene

senza neppure iniziare il lungo pellegrinaggio, quello che conduce verso di te,

che vivi nel cuore della storia umana.

Perché ti nascondi, Signore?

Perché il tuo Spirito Santo,

misteriosamente all’opera negli uomini, resta il grande sconosciuto?

Ho bisogno di vederti, Signore, ho bisogno di ascoltarti.

Purifica il mio sguardo e rendimi capace di vincere l’opacità degli avvenimenti;

allora ti scorgerò farmi segno.

Guariscimi dalla mia sordità;

allora ti sentirò invitarmi all’impegno.

Converti il mio cuore a Te, Signore.

Dal libro del Deuteronomio (Capitolo 5, 32 - 6, 7)

Badate dunque di fare come il Signore vostro Dio vi ha comandato; non ve ne discostate né a destra né a sinistra; camminate in tutto e per tutto per la via che il Signore vostro Dio vi ha prescritta, perché viviate e siate felici e rimaniate a lungo nel paese di cui avrete il possesso.

Questi sono i comandi, le leggi e le norme che il Signore vostro Dio ha ordinato di insegnarvi, perché li mettiate in pratica nel paese in cui state per entrare per prenderne possesso; perché tu tema il Signore tuo Dio osservando per tutti i giorni della tua vita, tu, il tuo figlio e il figlio del tuo figlio, tutte le sue leggi e tutti i suoi comandi che io ti do e così sia lunga la tua vita. Ascolta, o Israele, e bada di metterli in pratica; perché tu sia felice e cresciate molto di numero nel paese dove scorre il latte e il miele, come il Signore, Dio dei tuoi padri, ti ha detto.

Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore; li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai.

Dal “Catechismo della Chiesa Cattolica”

(numeri: 1822 - 1825)

La carità è la virtù teologale per la quale amiamo Dio sopra ogni cosa per se stesso, e il In preghiera rileggiamo e meditiamo il brano.

IV DECENNALE EUCARISTICA

Mese di Marzo

(8)

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nostro prossimo come noi stessi per amore di Dio. Gesù fa della carità il comandamento nuovo. Amando i suoi “sino alla fine”, egli manifesta l’amore che riceve dal Padre.

Amandosi gli uni gli altri, i discepoli imitano l’amore di Gesù, che essi ricevono a loro volta. Per questo Gesù dice: “Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi.

Rimanete nel mio amore” (Gv 15,9). E ancora: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati” (Gv 15,12). La carità, frutto dello Spirito e pienezza della Legge, è osservanza dei comandamenti di Dio e del suo Cristo:

“Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore” (Gv 15, 9-10). Cristo è morto per amore verso di noi, quando eravamo ancora

“nemici” a causa del peccato. Il Signore ci chiede di amare come lui perfino i nostri nemici, di farci prossimo del più lontano, di amare i poveri come lui stesso.

Riflettendo sulle parole del Catechismo chiediamoci:

-Quanto concretamente vivo i comandamenti di Dio, che consistono nell’amore a lui e al prossimo?

-Sono “capace di farmi prossimo” a tutti, oppure mi lascio condizionare dalle antipatie?

Con le parole del salmista ci rivolgiamo a Dio:

Salmo 118 (119) primi versetti Beato l'uomo di integra condotta, che cammina nella legge del Signore.

Beato chi è fedele ai suoi insegnamenti e lo cerca con tutto il cuore.

Non commette ingiustizie, cammina per le sue vie.

Tu hai dato i tuoi precetti

perché siano osservati fedelmente.

Siano diritte le mie vie,

nel custodire i tuoi decreti.

Allora non dovrò arrossire se avrò obbedito ai tuoi comandi.

Ti loderò con cuore sincero

quando avrò appreso le tue giuste sentenze.

Voglio osservare i tuoi decreti:

nonabbandonarmi mai.

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo;

come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen

Preghiera di adorazione Insegnaci, Signore,

ad ascoltare la tua parola e a pregare per riuscire ad amare il nostro prossimo come tu l’hai amato;

ad ascoltare e a pregare

per superare i limiti del nostro cuore, per superare le nostre angustie e trovare in te un amore più grande

che ci porti ad offrire tutto noi stessi agli altri.

Insegnaci, Signore, ad ascoltare e a pregare

per guardare con i tuoi occhi ogni uomo, qualunque sia,

scorgendo in lui un fratello che ci doni, un compagno di viaggio verso la tua casa, per accogliere con simpatia e rispetto ogni persona umana nel suo vero valore.

Insegnaci ad ascoltare e a pregare per colmarci dello spirito di servizio che tu hai incarnato,

con dedizione gratuita

che non misura gli sforzi e le pene,

e sfugge a ogni pregiudizio e antipatia.

Insegnaci, Signore, ad ascoltare e a pregare

per acquisire un po’ della tua dolcezza, della tua umiltà,

per poter avvicinare con cordialità quanti incontriamo,

per cercare di renderli felici come tu facesti.

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Dalla 1ª lettera di S. Paolo ai Corinzi (cap.15, 1-7. 12-20)

Vi rendo noto, fratelli, il vangelo che vi ho annunziato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi, e dal quale anche ricevete la salvezza, se lo mantenete in quella forma in cui ve l'ho annunziato. Altrimenti, avreste creduto invano!

Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ora, se si predica che Cristo è risuscitato dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non esiste risurrezione dei morti? Se non esiste risurrezione dai morti, neanche Cristo è risuscitato! Ma se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede. Noi, poi, risultiamo falsi testimoni di Dio, perché contro Dio abbiamo testimoniato che egli ha risuscitato Cristo, mentre non lo ha risuscitato, se è vero che i morti non risorgono. Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; ma se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. E anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti. Se poi noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da compiangere più di tutti gli uomini.

Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti.

ALCUNI SPUNTI PER LA RIFLESSIONE SUL BRANO DI SAN PAOLO

“vi rendo noto il vangelo…”

Alcuni cristiani di Corinto dubitavano della

risurrezione dei morti. Per combattere questo errore di dottrina e di fede, Paolo parte dall’affermazione fondamentale dell’annuncio evangelico: il mistero pasquale di Cristo morto e risuscitato. Alla luce delle apparizioni del Risorto, di cui ci sono testimonianze attendibili, egli mostra l’assurdità dell’opinione che si è diffusa tra i Corinzi.

“quello che anch’io ho ricevuto…”

La “buona notizia” della salvezza in Cristo richiede degli “evangelizzatori”. Non sono tanto le apparizioni di Gesù in persona a diffondere e sostenere la fede, ma soprattutto la testimonianza di chi lo annuncia.

Tutti possono conoscere Dio, anche chi non è vissuto al tempo di Gesù; infatti la Scrittura e la vita della Chiesa sono la via privilegiata che conduce al Padre. Anche noi, raggiunti dal- l’annuncio del Vangelo, ne diventiamo a nostra volta annunciatori e testimoni.

“è risuscitato il terzo giorno…”

Se Cristo non fosse risorto, a che varrei- be avere fede in lui? Ma Cristo è vera- mente risorto, ed è la “primizia” e la

“causa” della risurrezione di tutti gli uomini. Dalla risurrezione di Cristo deriva la certezza della nostra salvezza dalla morte. Nulla è impossibile a Dio;

il suo amore per noi non conosce limiti di spazio e di tempo.

Cogliendo il suggerimento della Scrittura, facciamo davanti al Signore un esame di coscienza dal nostro modo di vivere.

Credere in Cristo Risorto vuole dire riporre la nostra attenzione non alle cose di questo mondo, ma alla vita eterna. Gesù ci ricorda che dove è il nostro tesoro, là è anche il nostro cuore. Siamo davvero protesi alle verità eterne di Dio, oppure sono le cose vane e futili ad assorbirci?

La fede nella risurrezione è la consolante certezza che ci salva dalla disperazione; è la più efficace “assicurazione sulla vita”. Avere fede è anche confidare nella Provvidenza di Dio. E io, sono capace di fidarmi di Dio? So accogliere e compiere la sua volontà? Mi succede a volte di sostituire la fiducia in Dio con meschine certezze troppo umane, anche se apparentemente più concrete?

Ogni cristiano è chiamato ad annunciare il vangelo della risurrezione di Cristo. Come esprimo questa mia responsabilità?

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10

Nel nome del Padre e del Figlio

e dello Spirito Santo Sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo e Divinissimo Sacramento Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo

come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli.

Amen

Al cospetto della Divina presenza,

Dio sia benedetto.

Benedetto il suo santo nome.

Benedetto Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo.

Benedetto il nome di Gesù.

Benedetto il suo sacratissimo Cuore.

Benedetto il suo preziosissimo Sangue.

Benedetto Gesù Cristo nel

Santissimo Sacramento dell’altare.

lentamente recitiamo:

Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.

Benedetta la gran Madre di Dio, Maria santissima.

Benedetta la sua santa e immacolata Concezione.

Benedetta la sua gloriosa Assunzione.

Benedetto il nome di Maria, Vergine e Madre.

Benedetto San Giuseppe, suo castissimo sposo.

Benedetto Dio nei suoi Angeli e nei suoi Santi.

Dalla lettera di San Paolo ai filippesi (Capitolo 3, 7-14)

Fratelli, quello che poteva essere per me un guadagno, l'ho considerato una perdita a motivo di Cristo. Anzi, tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui, non con una mia giustizia derivante dalla legge, ma con quella che deriva dalla fede in Cristo, cioè con la giustizia che deriva da Dio, basata sulla fede. E questo perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli conforme nella morte, con la speranza di giungere alla risurrezione dai morti. Non però che io abbia già conquistato il premio o sia ormai arrivato alla perfezione; solo mi sforzo di correre per conquistarlo, perché anch'io sono stato conquistato da Gesù Cristo. Fratelli, io non ritengo ancora di esservi giunto, questo soltanto so:

dimentico del passato e proteso verso il futuro, corro verso la mèta per arrivare al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.

Dalle “Opere” di S.Tommaso D’Acquino

L’unigenito Figlio di Dio, volendoci partecipi della sua divinità, assunse la nostra natura e si fece uomo per far di noi, da uomini, dèi. Tutto quello che assunse, lo valorizzò per la nostra salvezza. Offrì infatti a Dio Padre il suo corpo come vittima sull’altare della croce per la nostra riconciliazione. Sparse il suo sangue facendolo valere come prezzo e come lavacro, perché,

IV DECENNALE EUCARISTICA

Mese di Aprile

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redenti dalla umiliante schiavitù, fossimo purificati da tutti i peccati. Perché rimanesse in noi, infine, un costante ricordo di così grande beneficio, lasciò ai suoi fedeli il suo corpo in cibo e il suo sangue come bevanda, sotto le specie del pane e del vino.

O inapprezzabile e meraviglioso convito, che dà ai commensali salvezza e gioia senza fine! Che cosa mai vi può essere di più prezioso? Non ci vengono imbandite le carni dei vitelli e dei capri, come nella legge antica, ma ci viene dato in cibo Cristo, vero Dio. Che cosa di più sublime di questo sacramento?

Nessun sacramento in realtà è più salutare di questo: per sua virtù vengono cancellati i peccati, crescono le buone disposizioni, e la mente viene arricchita di tutti i carismi spirituali. L’Eucaristia è il memoriale della passione, il compimento delle figure dell’Antica Alleanza, la più grande di tutte le meraviglie operate dal Cristo, il mirabile documento del suo amore immenso per gli uomini.

Con le parole del salmista ci rivolgiamo a Dio:

Salmo 137 (138)

Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore hai ascoltato le parole della mia bocca.

A te voglio cantare davanti agli angeli, mi prostro verso il tuo tempio santo.

Rendo grazie al tuo nome,

per la tua fedeltà e la tua misericordia.

Hai reso la tua promessa più grande di ogni fama.

Nel giorno in cui ti ho invocato mi hai risposto, hai accresciuto in me la forza.

Ti loderanno, Signore, tutti i re della terra quando udranno le parole della tua bocca.

Canteranno le vie del Signore, perché grande è la gloria del Signore.

Eccelso è il Signore e guarda verso l’umile, ma al superbo volge lo sguardo da lontano.

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo;

come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen

Preghiera di adorazione

Signore Gesù, vengo accanto a te.

Là, racchiuso nel tabernacolo desidero trovarti, o Signore che amo.

Nascondendoti ai miei occhi, tu obblighi l’anima mia a cercarti.

Ma a coloro che ti cercano, tu hai promesso che ti avrebbero trovato.

A coloro che bussano alla tua porta, hai affermato che avresti aperto.

Aiutami a trovarti sempre più e a non perdere mai quello che ho trovato.

Vengo per lasciarmi unire più

profondamente a te con un aumento di fede, di speranza e di carità.

Vengo ad offrirmi a te affinché tu possa rinnovare le mie forze, rialzare il mio coraggio, ravvivare il mio entusiasmo.

Vengo per portarti via con me nel mio lavoro e nelle mie attività.

Ricordati di coloro che vorrebbero venire ad adorarti e non lo possono fare, e di coloro che si sono allontanati da te.

O Vergine Maria, tu che hai saputo contemplare Gesù, insegnami a guardarlo a lungo, quietamente, nel tabernacolo dove è presente.

Signore Gesù, grazie per l’immensa generosità della tua presenza eucaristica.

Dal vangelo secondo Giovanni (cap.15, 1-17)

Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto lo toglie e ogni tralcio che porta frutto lo pota perché porti più frutto.Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi li raccolgono e li gettano nel fuoco e li bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.

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12

Come il padre ha amato me, così anch’io ho amato voi: Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.

ALCUNI SPUNTI PER LA RIFLESSIONE SUL BRANO DI SAN GIOVANNI “io sono la vera vite…”

Quella della vite è una immagine frequente nella Bibbia. Nei libri profetici essa rappresenta di solito il popolo di Dio, negli altri tre vangeli essa appare nelle parabole di Gesù per descrivere il Regno dei cieli, qui invece è Gesù stesso a proclamarsi “la vite vera”, il cui frutto è il nuovo popolo di Israele che egli ha redento. La santità è il frutto dei tralci innestati in Cristo, senza il quale i tralci non possono essere fecondi.

“in questo è glorificato il Padre…”

Gesù è il perfetto discepolo del Padre perché rimane nel Padre compiendone sempre la volontà.

Per essere veri discepoli di Cristo dobbiamo restare uniti a lui come egli è in comunione col Padre.

La nostra intima unione con il Figlio ci rende così un'unica cosa con il Padre. Noi siamo preziosi davanti a Dio al punto che la sua “gloria” dipende dalla nostra partecipazione alla sua “vita divina”

che ci viene donata per mezzo di Cristo.

“perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena…”

La missione di Gesù è quella di renderci partecipi di quella gioia piena, perfetta e senza fine che è possibile solo presso Dio. I comandamenti di Dio non sono una costrizione che limita la nostra libertà, ma un cammino che conduce alla gioia. Solo vivendo la carità di Cristo e in nome di Cristo si ottiene la gioia che il cuore dell’uomo cerca e in vista della quale l’uomo è stato creato.

Cogliendo il suggerimento della Scrittura, facciamo davanti al Signore un esame di coscienza del nostro modo di vivere.

La fecondità di tutta la nostra vita dipende dalla nostra comunione con Dio; è invece terribile la sorte di chi superbamente ritiene di poter fare a meno del Signore. Abbiamo sempre presente il fatto che senza il Signore “non possiamo fare nulla”, oppure ci capita di agire come se Dio non c’entrasse niente con la nostra vita di tutti i giorni? Siamo soliti chiedere al Signore che ispiri i nostri pensieri e che ci sia guida nelle nostre azioni?

La gioia vera viene dal Signore e dall’osservanza delle sue leggi. Ma quante volte abbiamo cercato altrove la nostra “gioia”?

E’ alla luce del comandamento della “carità” che si verifica il nostro portare frutto o il restare sterili. Può essere che stia portando frutto al di sotto delle mie possibilità e –soprattutto- al di sotto delle attese del Signore?

Concludiamo con la preghiera:

Signore Gesù Cristo, Figlio del Dio vivo, che per volontà del Padre e con l’opera dello Spirito Santo morendo hai dato la vita al mondo; per il santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue liberami da ogni colpa e da ogni male, fa’ che sia sempre fedele alla tua legge e non sia mai separato da te.

Amen.

(13)

Nel nome del Padre e del Figlio

e dello Spirito Santo Sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo e Divinissimo Sacramento Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo

come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli.

Amen

Al cospetto della Divina presenza, lentamente

recitiamo questa preghiera : Signore, tu sei Dio, l’unico Dio ieri oggi e sempre.

Tu parli ad ogni generazione di uomini per darci consolazione e pace,

redenzione e salvezza, liberazione e pienezza di vita.

Rivelati anche a noi, e la tua Parola germini una fede sempre più profonda.

E la fede ci procuri un desiderio più continuo e forte di incontrarti

nella santa Eucaristia.

E l’Eucaristia ci sproni a una missione più ardente.

Signore, manda il fuoco del tuo Spirito a purificare le nostre opere, perché possiamo essere segni chiari della tua carità e della tua misericordia che salva,

per andare incontro ai molti fratelli, che ora sollevano a te le mani nel pianto, affinché possano sciogliere a te canti di esultanza nella universale attesa del tuo Regno che viene.

Dagli Atti degli Apostoli (Capitolo 1, 7-14)

Dopo la sua risurrezione Gesù disse agli Apostoli: «Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra».

Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se n'andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo».

Allora ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in un sabato. Entrati in città salirono al piano superiore dove abitavano. C'erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfeo e Simone lo Zelòta e Giuda di Giacomo. Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui.

IV DECENNALE EUCARISTICA

Mese di Maggio

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14 breve traccia PER LA RIFLESSIONE

Questo brano racchiude l’ultimo punto in cui la Madonna compare nei racconti degli evangelisti. Maria ci viene presentata in preghiera, un atteggiamento che è ormai il suo ruolo nella Chiesa per tutti i secoli: assunta in cielo, ormai pienamente conforme a Cristo, non ha deposto la sua missione di intercessione e di salvezza. Rinnovati dall’esperienza della risurrezione di Cristo che abbiamo celebrata e che continua in questo tempo di Pasqua, anche noi, dobbiamo radunarci nel Cenacolo con Maria per implorare lo Spirito e per imparare da lei: modello di amore materno che deve animare tutti quelli che sono partecipi della missione apostolica della Chiesa.

Santa Maria, splendida icona della Chiesa, tu la tua personale Pentecoste l’avevi già vissuta all’annuncio dell’angelo, quando lo Spirito Santo scese su di te, e su di te stese la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Se perciò ti fermasti nel Cenacolo, fu solo per implorare su coloro che ti stavano attorno lo stesso dono che un giorno, a Nazaret, aveva arricchito la tua anima.

Santa Maria, facci contemplare dalle tue altezze i misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi della vita: la gioia, la vittoria, la salute, la malattia, il dolore, la morte. Solo da lassù il successo non farà venire le vertigini e le sconfitte impediranno di lasciarsi precipitare nel vuoto.

(da: TONINO BELLO, Maria donna dei nostri giorni)

Con le parole del salmista ci rivolgiamo a Dio:

Salmo 64 (65)

A te si deve lode, o Dio, in Sion, a te si sciolga il voto in Gerusalemme.

A te che ascolti la preghiera, viene ogni mortale.

Pesano su di noi le nostre colpe, ma tu perdoni i nostri peccati.

Beato chi hai scelto e chiamato vicino, abiterà nei tuoi atri.

Ci sazieremo dei beni della tua casa, della santità del tuo tempio.

Con i prodigi della tua giustizia, tu ci rispondi, o Dio, nostra salvezza, speranza dei confini della terra e dei mari lontani.

Tu rendi saldi i monti con la tua forza, cinto di potenza.

Tu fai tacere il fragore del mare, il fragore dei suoi flutti,

tu plachi il tumulto dei popoli.

Gli abitanti degli estremi confini stupiscono davanti ai tuoi prodigi:

di gioia fai gridare la terra,

le soglie dell’oriente e dell’occidente.

Tu visiti la terra e la disseti:

la ricolmi delle sue ricchezze.

Il fiume di Dio è gonfio di acque;tu fai crescere il frumento per gli uomini.

Così prepari la terra: ne irrighi i solchi, ne spiani le zolle,la bagni con le piogge e benedici i suoi germogli.

Coroni l’anno con i tuoi benefici, al tuo passaggio stilla l’abbondanza.

Stillano i pascoli del deserto e le colline si cingono di esultanza.

I prati si coprono di greggi, di frumento si ammantano le valli;

tutto canta e grida di gioia.

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo;

come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen

Preghiera di adorazione Vieni in nostro aiuto, Signore!

Per pervadere della tua vita la nostra vita.

Per farci cogliere la tua presenza nella storia.

Perché custodiamo la tua parola nei nostri cuori.

Spezza il pane con noi, Signore!

Abbiamo bisogno di te,

delle tue mani che ci danno coraggio e che ripongono nelle nostre mani la grazia del tuo incontro e dei tuoi doni.

Cammina con noi, Signore!

Tu che ci conduci sulla strada della fede.

Tu che ci spieghi il significato delle parole.

Tu che ci doni la speranza del nostro domani.

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Dal vangelo secondo Luca (cap.1, 26-38)

L'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei.

ALCUNI SPUNTI PER LA RIFLESSIONE SUL BRANO dell’Annunciazione “una città della Galilea, chiamata Nazaret…”

L’angelo del Signore non si dirige verso la Giudea, dove abitano gli eredi della “promessa di Dio”, ma raggiunge un paese insignificante: Nazaret. Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?(Gv 1,46): è la ragionevole obiezione di Natanaele alla presentazione di Gesù come il Messia. Ma Dio predilige ciò che è religiosamente squalificato e umanamente insignificante; e il privilegio dei lontani e dei piccoli fa parte dell’azione misteriosa di Dio.

“a una Vergine…”

In Maria non c’è alcuna azione umana. La verginità indica l’attitudine più alta dell’uomo: la passività e la

povertà totale di chi rinuncia all’agire proprio per lasciare il posto a quello di Dio.

“lo concepirai… lo chiamerai …”

Questa è la grazia concessa da Dio alla Vergine Maria: generare colui da quale tutto è stato fatto, “dare il nome” a colui il cui nome è impronunciabile: Gesù, che significa la grazia e la salvezza di Dio.

“Ecco la serva del Signore…”

Il “sì” di Dio trova finalmente il “sì”

dell’uomo; l’amore di Dio sempre respinto dal peccato, ora è finalmente accolto. La creatura fa la grazia al suo Creatore di dirgli la sua disponibilità, e ora Dio può riempirla di se stesso e della sua Grazia.

Cogliendo il suggerimento della Scrittura, facciamo davanti al Signore un esame di coscienza del nostro modo di vivere.

La Vergine Maria ci insegna che la fecondità di tutta la nostra vita dipende dal dire di sì a Dio e dal lasciare che sia lui a disporre di noi. Quanto, nei nostri progetti, lasciamo spazio al progetto di Dio su di noi? Siamo davvero disposti, nel concreto della nostra vita quotidiana, a lasciare che sia Dio a condurci per le sue vie?

La certezza che nulla è impossibile a Dio ci rassicura sul buon esito della storia umana. Le difficoltà e i disagi che pure ci sono, non possono prevalere sul bene e sull’amore che Dio sa ottenere anche dalle situazioni umanamente più disperate.

Quante volte abbiamo mancato di fede in Dio? Quante volte ci siamo sentiti i soli artefici della nostra vita e ci siamo ostinati nel voler fare “da soli”?

La preghiera del Padre nostro ci invita ogni giorno a invocare da Dio che si compia in noi la sua volontà. Quanto consapevolmente pronunciamo quelle parole?

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IV DECENNALE EUCARISTICA

Mese di Giugno

Nel nome del Padre e del Figlio

e dello Spirito Santo

Sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo e Divinissimo Sacramento Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli.

Amen Preghiera

Signore,

tu mi chiami, e io ho paura a dirti di sì.

Tu mi vuoi, e io cerco di sfuggirti.

Tu mi chiedi di poter entrare nella mia vita ed io ti rifiuto.

Tu mi parli ed io non so ascoltarti seriamente e così non capisco bene che cosa vuoi da me.

Ho bisogno di qualcuno che mi dia una mano: aiutami tu, Signore; io sono nel- l’incertezza.Dammi la forza di non rifiutarti; aiutami a fare quello che tu vuoi da me:se tu lo vuoi, io sono pronto.

Dalla I lettera di San Paolo ai corinzi (Capitolo 12, 12-21. 24-27) Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito. Ora il corpo non risulta di un membro solo, ma di molte membra. Se il piede dicesse: «Poiché io non sono mano, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe più parte del corpo. E se l'orecchio dicesse: «Poiché io non sono occhio, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe più parte del corpo. Se il corpo fosse tutto occhio, dove sarebbe l'udito? Se fosse tutto udito, dove l'odorato? Ora, invece, Dio ha disposto le membra in modo distinto nel corpo, come egli ha voluto. Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. Non può l'occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; né la testa ai piedi: «Non ho bisogno di voi».. Ma Dio ha composto il corpo, conferendo maggior onore a ciò che ne mancava, perché non vi fosse disunione nel corpo, ma anzi le varie membra avessero cura le une delle altre. Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui. Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte.

Dal “commento sul Vangelo di Giovanni” di S.Cirillo D’Alessandria

Secondo San Paolo, quanti comunichiamo alla santa umanità di Cristo, veniamo a formare un solo corpo con lui. Presenta così questo mistero di amore: “Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come al presente è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che le genti cioè sono chiamate in Cristo Gesù a partecipare alla stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della promessa” (Ef 3,5-6).

In preghiera rileggiamo e meditiamo il brano.

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Dal vangelo secondo Luca (cap.24,13-31)

Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state Se tutti tra di noi siamo membra dello stesso corpo in Cristo e non solo tra di noi, ma anche con colui che è in noi per mezzo della sua carne, è evidente che tutti siamo una cosa sola sia tra noi che in Cristo. Cristo infatti è vincolo di unità, essendo egli allo stesso tempo Dio e uomo. Quanto all’unione spirituale, seguendo lo stesso ragionamento, diremo ancora che noi tutti, avendo ricevuto un unico e medesimo Spirito Santo, siamo, in certo qual modo, uniti sia tra noi, sia con Dio. Infatti, sebbene presi separatamente, siamo in molti, ed in ciascuno di noi Cristo faccia abitare lo Spirito del Padre e suo, tuttavia unico e indivisibile è lo Spirito. Egli con la sua presenza e la sua azione riunisce nell’unità spiriti che tra loro sono distinti e separati. Egli fa di tutti in se stesso una unica e medesima cosa.

Con le parole del salmista ci rivolgiamo a Dio:

dal Salmo 61 (62)

Solo in Dio riposa l’anima mia;

da lui la mia salvezza.

Lui solo è mia rupe e mia salvezza, mia roccia di difesa: non potrò vacillare.

Fino a quando vi scaglierete contro un uomo per abbatterlo tutti insieme

come muro cadente, come recinto che crolla?

Tramano solo di precipitarlo dall’alto, si compiacciono della menzogna.

Con la bocca benedicono, ma nel loro cuore maledicono.

Solo in Dio riposa l’anima mia, da lui la mia speranza.

Lui solo è mia rupe e mia salvezza, mia roccia di difesa, non potrò vacillare.

In Dio è la mia salvezza e la mia gloria;

il mio saldo rifugio, la mia difesa è in Dio.

Confida sempre in lui, o popolo, davanti a lui effondi il tuo cuore, nostro rifugio è Dio.

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo;

come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen

Preghiera di adorazione Signore,

quando te ne sei andato hai capito che noi non potevamo sopravvivere senza il tuo Pane.

Tu hai pensato a tutto:

hai inventato il mistero dell’Eucaristia per rimanere con noi.

Nel cammino faticoso della vita;

nella solitudine delle nostre anime

noi possiamo contare sulla tua Compagnia.

Nelle feste che tu ci doni

noi siamo invitati al tuo Banchetto.

Già nella primavera della nostra vita tu ci dai la gioia della Comunione con te.

Nel grigiore dei nostri giorni tu ci

attendi paziente nel tabernacolo.

Nel momento di lasciare tutto tu ci precedi e ci conforti.

Signore, tu hai inventato il mistero più bello per tessere la nostra vita con la Tua Presenza.

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facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso.

Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l'hanno visto».

Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?».

E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno gia volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro.

Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista.

ALCUNI SPUNTI PER LA RIFLESSIONE SUL BRANO DI SAN luca

“Gesù in persona si accostò…”

San Luca riporta questo episodio per mostrarci come il Signore risorto è presente ancora oggi nella nostra vita di credenti e come possiamo incontrarlo. I due pellegrini, personificazione della Chiesa fondata dalla Risurrezione di Cristo, cambiano cuore, volto e cammino quando, nella duplice mensa della Parola e del Pane, fanno esperienza di Gesù “Vivente”.

Anche se con la Ascensione al cielo di Gesù la rivelazione di Gesù è completata e conclusa, è comunque possibile anche a noi incontrarlo personalmente nella nostra vicenda quotidiana, solo che i nostri occhi siano capaci di

riconoscerlo nei sacramenti della sua presenza fra noi.

“Gesù Nazareno, che fu profeta…”

I due discepoli di Emmaus conoscono bene Gesù, ma solo fino alla sua morte. Nella loro tristezza fanno esperienza di come, nel caso di

Gesù, non basta una conoscenza di questo tipo.

Conoscere Gesù significa non solo “vedere”

ma anche “credere” nella sua risurrezione.

“spiegò loro in tutte le scritture…”

«Tutta la divina scrittura costituisce un unico libro e quest’unico libro è Cristo, perché tutta la Scrittura parla di Cristo e trova in Cristo il suo compimento».

(Ugo da San Vittore)

“entrò per rimanere con loro…

sparì dalla loro vista…”

Gesù risorto e vivo è realmente presente in mezzo ai suoi fino alla fine del mondo;

ed è significativo che la modalità della presenza di Gesù nella Chiesa sia quel pane spezzato esplicitamente voluto da lui stesso “in sua memoria”. Se ora non ci è più possibile coglierne la presenza con i nostri sensi dipende dal fatto che è dentro il nostro cuore e la nostra vita che

facciamo ogni giorno esperienza di Gesù.

Facciamo davanti al Signore un esame di coscienza del nostro modo di vivere.

Il nostro cuore è il luogo dell’incontro con Dio, verifichiamo quanto la sua Parola trova accoglienza in noi. La fede si misura sulla nostra capacità di impegnarci nella testimonianza del Vangelo. Quanto è “grande” la mia fede in Cristo, e quanto incide la fede nella mia vita?

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IV DECENNALE EUCARISTICA

Mese di Luglio

Nel nome del Padre e del Figlio

e dello Spirito Santo Sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo e Divinissimo Sacramento

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen

Preghiera

Mio Dio,

donami la continua certezza della tua presenza, in me e attorno a me, e donami al tempo stesso quell’amore e quel timore

che si prova in presenza di tutto ciò che si ama appassionatamente.

Dagli Atti degli Apostoli (Capitolo 9, 3-17)

E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all'improvviso lo avvolse una luce dal cielo e cadendo a terra udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?». Rispose: «Chi sei, o Signore?». E la voce: «Io sono Gesù, che tu perseguiti! Orsù, alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare».

Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce ma non vedendo nessuno. Saulo si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco, dove rimase tre giorni senza vedere e senza prendere né cibo né bevanda. Ora c'era a Damasco un discepolo di nome Anania e il Signore in una visione gli disse: «Anania!». Rispose: «Eccomi, Signore!». E il Signore a lui: «Su, và sulla strada chiamata Diritta, e cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Saulo, di Tarso; ecco sta pregando, e ha visto in visione un uomo, di nome Anania, venire e imporgli le mani perché ricuperi la vista». Rispose Anania: «Signore, riguardo a quest'uomo ho udito da molti tutto il male che ha fatto ai tuoi fedeli in Gerusalemme. Inoltre ha l'autorizzazione dai sommi sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome». Ma il Signore disse: «Và, perché egli è per me uno strumento eletto per portare il mio nome dinanzi ai popoli, ai re e ai figli di Israele;

e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome». Allora Anania andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: «Saulo, fratello mio, mi ha mandato a te il Signore Gesù, che ti è apparso sulla via per la quale venivi, perché tu riacquisti la vista e sia colmo di Spirito Santo».

Fa che possa amarti,

e rimanere davanti a te che amo senza poter staccare gli occhi da te, con il desiderio grande e la volontà di fare tutto ciò che è buono

e con il timore di fare, dire o pensare qualcosa che ti dispiaccia o ti ferisca.

Per riflettere:

Dio ha un progetto su di me. Ogni giorno mi chiama, non mi dice cosa devo fare, ma sento crescere dentro un sentimento di gioia che mi invita ad essere discepolo di Gesù, a fare una

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così intensa esperienza di Lui che supera me stesso e mi trasforma in testimone della suaincarnazione nel mondo e nella storia. Mi dona la certezza che io faccio parte della Chiesa e nel suo progetto c’è un posto fatto apposta per me. E’ straordinario cogliere questa proposta e scegliere, dire sì a questa meravigliosa esperienza di fede: Dio ha bisogno anche di me. «Io credo che se chiedessimo a Gesù perché ha chiamato te, perché ha chiamato l’altro, perché ha chiamato me, risponderebbe “Perché sì!”, come rispondono i bambini. E’ una chiamata per nome, non una chiamata anonima. Da quest’idea, che è veramente fondamentale, della chiamata di Dio libera e gratuita, per nome, dovrebbe scaturire il primo sentimento, oserei dire l’anima della testimonianza cristiana, evangelica, e cioè il sentimento della gioia, della gioia di essere chiamati,

della gioia della fede.» (BRUNO MAGGIONI)

Soltanto conoscendo Dio noi siamo in grado di conoscere noi stessi; solo conoscendo Dio noi possiamo ritrovare noi stessi. Ma prima di compiere noi un itinerario verso Dio, è Dio che già è venuto verso ciascuno di noi: siamo stati preceduti dalla elezione a figli in Gesù Cristo. La nostra chiamata da parte di Dio è prima di ogni altra cosa

riconoscere la nostra essenziale comunione con lui. Chi vive in intimità con Dio poi non può non sentire l’urgenza di aprirsi al prossimo, prodigarsi per i fratelli, liberare

l’umanità dalla sofferenza e dalle schiavitù che la tormentano.

Con le parole del salmista ci rivolgiamo a Dio:

dal Salmo 138 (139)

Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu sai quando seggo e quando mi alzo.

Penetri da lontano i miei pensieri,

mi scruti quando cammino e quando riposo.

Ti sono note tutte le mie vie, la mia parola non è ancora sulla lingua e tu Signore già la conosci tutta.

Alle spalle e di fronte mi circondi e poni su di me la tua mano.

Stupenda per me la tua saggezza, troppo alta, e io non la comprendo.

Sei tu che hai creato le mie viscere, e mi hai tessuto nel seno di mia madre.

Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio;

sono stupende le tue opere, tu mi conosci fino in fondo.

Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi, e tutto era scritto nel tuo libro;

i miei giorni erano fissati

quando ancora non ne esisteva uno.

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo;

come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen

Preghiera di adorazione

Signore, io desidero quest’acqua viva;

io credo, Signore, che Tu sei per me e per ciascuno di noi

questa sorgente di acqua viva.

Io credo, Signore, che Tu non ci verrai meno, e anche nel momento in cui ci sentiremo soli, smarriti, abbandonati, assetati come in un deserto, e il cammino ci parrà troppo lungo,

Tu, o Signore, non ci abbandonerai e come sorgente viva ci ristorerai in ogni istante del nostro cammino.

Signore, Tu sei la mia vita, senza di Te il vivere non è vivere.

Con Te, Signore, oltre le cose noi vediamo la vita.

Tu sei la vita anche di coloro che sono morti. Tu sarai la nostra vita anche nella morte; con te la vita è già in noi per sempre. Tu sei per noi sorgente che zampilla nella vita eterna.

(C. M. Martini)

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