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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.26 (1899) n.1290, 22 gennaio

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L ’ ECONOMISTA

G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E

SCIENZA ECONOMICA. FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Anno XXVI - Voi. XXX

Domenica 22 Gennaio 1899

N. 1290

IL

H IT « DEL S O M PER LIBERTI BELLE SPESE

L ’ attenzione del p u b b lico è stata, n e g li scorsi g io rn i, insolitam ente ric h ia m a ta dal Senato, con d i­ scussioni non p rive d’ interesse e che, giova sperare, saranno feconde di qualche ris u lta to pratico. Si tra t­ tava del B ilancio di previsione del M in iste ro della G iustizia, e per un aum ento proposto dal M in istro al capitolo p rim o , re la tivo alle spese del personale, la Commissione di Finanza proponeva di non accogliere , la c ifra proposta del M in istro , approvando invece la spesa nella somma p rim itiv a . Dopo due g io rn i d i discorsi prò e contro, il Senato fin ì c o ll’ approvare un ordine del g io rn o, che impegna il M inistero a presentare un disegno di legge per regolare g li o r­ ganici degli im piegati delle A m m in is tra z io n i c en trali. La posizione di com battim ento assunta dal Senato in questa circostanza era veram ente necessaria, perchè non giova tacerlo, il m aggior pericolo, n e ll’ ora pre • sente, per la finanza italiana, sta n e ll’ aum ento delle spese. G li u o m in i che sono attualm ente alla d ir e ­ zione della cosa pubblica avranno forse m o lti m e riti, ma parecchi di loro non hanno certo q uello di saper resistere a ll’ aum ento delle spese. V og liam o concedere loro — e Io abbiam o a vv e rtito parecchie volte — che non pochi se rvig i p u b b lic i dello Stato siano p ro v ­ v is ti di mezzi fina nzia ri inadeguati, ma non è questa una buona ragione per accrescere le spese e spe­ cialm ente q uelle per il personale centrale. L ’ equivoco — uno dei m o lti di cui è fatta la vita p olitica ita ­ liana — in m ateria d i spese dello Stato, consiste appunto in ciò, che m entre i bisogni c u i provvedere sono m o lti e tu tti p iù o meno u rg e n ti, ma re ali, la finanza, scarsamente alim entata dalle im poste troppo a lte e oppressive, strem ata dalle spese m ilita r i e dagli oneri dello Stato d e riva n ti dai d eb iti, non consente che si faccia giusta ragione alle necessità ogni g iorno p iù palesi dei v a ri ra m i d e ll’ a m m inistrazione. E fino a tanto che non si avrà il coraggio d i d im in u ire certe spese e d i re nd e r p iù p ro d u ttiv e le im poste, continuerà questa condizione d i cose, generatrice d i dispute anche per quelle poche m ig lia ia d i lire di m aggiori spese che si giudicano necessarie per l ’ istruzione, la giustizia, le poste e via dicendo.

Quando le classi d irig e n ti com prenderanno che occorre cam biar rotta, se si vuole che la barca dello Stato non sia ad ogni m om ento sconvolta dai m a­ rosi delle sommosse p op ola ri, allora, forse, avverrà quella evoluzione q u a lita tiva e q ua ntitativa delle spese, che è richiesta dalle condizioni sociali ed econom iche del paese. P er ora, le classi d irig e n ti

vogliono conservare anche questo equivoco, c o n fi­ dando nella v ir tù m iracolosa delle leggi che il m i­ nistero P e llo u x si prepara a presentare per sod di­ sfare la insaziabile bram osia di legiferare, da cui è posseduta specialmente la classe dei conservatori im m o b ili.

Il Senato inta nto ha dato un m onito al Governo che a qualche ris u lta to con du rrà di certo. A d ir vero avrem m o v o lu to che I’ alta assemblea non si perdesse d ie tro una dim ostrazione che o rm ai è stata fatta da un pezzo in m odo convincente, almeno per coloro che non si lasciano vincere dai sofismi per quanto dottam ente s vo lti. In d iritto positivo come in teoria, o m eglio, secondo ragione, il Senato in Ita lia ha la facoltà di approvare o non approvare, di m o­ d ifica re o meno il b ila n cio .

G li o rato ri del Senato non avevano bisogno per sostenere l’ o rdin e del g iorno della Commissione di finanza, di insistere sul d iritto n e ll’ assemblea v ita ­ lizia di m o dificare la c ifra già approvala dalla Ca­ mera o di proclam are che il Senato doveva dar prova della sua a utorità e afferm arsi solennemente con una m anifestazione esplicita ed energica della sua volontà. La questione ch’ esso sollevava era ben più alta ed è da deplorare che non l’ abbia svisce­ rata in modo com pleto ed esauriente, così che il paese potesse farsi un concetto chia ro ed esatto del m o tivo del co n flitto sorto tra il M in iste ro ed una parte notevole del Senato. Y og liam o d ire che era tutta la questione d e ll’ aum ento delle spese, e in particolare delle spese pel personale, che andava esaminata e poiché il d ib a ttito sorgeva in sede di B ilan cio pi farlo era anche un dovere. P er lo meno bisognava prendere in esame la spesa del M inistero l i giustizia e sottoporla a uno studio com parativo n e l'te m p o e nello spazio, e questo non già nella relazione s critta , ma nella discussione orale, la sola che abbia qualche p rob a b ilità d’ essere conosciuta anche fu o ri della cerchia degli studiosi d i finanza.

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perchè anche in tale ipotesi sarebbero bastati alcuni segretari o a rc h iv is ti di più, non già aum ento di capi­ d ivision e e d ire tto ri generali, come venne proposto dal M in is tro e p u r troppo approvato dal P arlam ento.

È adunque la burocrazia che, sostenuta da M i­ n is tri deboli o com piacenti, si prepara e ottiene posti in num ero m aggiore, specie d i grado superiore, e m eglio re trib u iti ; m entre s’ invoca da ogni parte che g l’ im piegati sien pochi, buoni e ben pagati. È la burocrazia che per mezzo di M in is tri incapaci di re­ sisterle, vuole avere sempre m aggiore azione, o più esattamente, perchè a ll’ atto pratico è spesso un’ azione illu s o ria , m aggiore ingerenza nella cosa pubblica e v u o l accrescere le p rop rie schiere, perchè nel n u ­ m ero e nella diffusione sua sta la sua potenza.

Che la burocrazia lo tti per avere i posti m ig lio ri niente d i strano, anzi è n e ll’ o rdin e naturale delle cose; ma è p u re preciso dovere dei g overna nti di opporsi alla tendenza d iffu siv a , allo s vilu pp o ple­ to ric o della burocrazia ed è precisam ente q uello che il M in iste ro P e l'o u x si è dim ostrato incapace di fare.

Il Senato non ha saputo tener ferm o il p rop rio m odo di considerare la questione e si è accontentato di una promessa per la presentazione di una legge s u g li organici. Può essere poca cosa o può essere quanto è necessario, a seconda che la sua resistenza a ll’ aum ento delle spese sarà e lfim e ra , oppure d ura ­ tu ra . Se esso intende che realm ente si metta un freno a ll’ aum ento della burocrazia e in genere delle spese, dovrà ric h ia m a re alla m em oria del M in istro , la pro­ messa che g li ha fatto nei g io rn i scorsi e, ottenuto­ ne l ’ adem pim ento, dovrà cercare con ogni cura che la legge raggiunga quei fin i che risu lta no chiara­ m ente dalle tendenze dim ostrate dal Senato nella discussione del bilancio della G iustizia. Il che vuol d ire che la vigilanza del Senato, a questo rig u a rd o , dev’ essere continua, non a scatti, obbietiva e tenace e non p iù o meno saltuaria e cedevole secondo le persone. Se il Senato volesse fare un esame di co­ scienza potrebbe anch’ esso, p u r troppo, tro va re che non sempre ha v ig ila to come avrebbe dovuto e po­ tuto , perchè le spese non aumentassero per debo­ lezza o incapacità dei M in is tri.

C om unque sia di ciò, ora che sorgono le leghe dei c o n trib u e n ti per com battere g li aum enti di im poste, e probabilm ente per chiedere degli sgravi, è u tile che fra g li stessi legislatori si d e te rm in i un m o vim e n to co n tra rio a ll’ increm ento delle spese, non g iu s tific a te da vere necessità pubbliche ; e se il Se­ nato saprà com piere questa funzione, che la Ca­ m era ha perduto com pletam ente di vista, si renderà benem erito del paese, im pedendo che g li si prepa­ rin o nuove to rtu re fiscali e n u o vi danni econom ici.

IL DAZIO SOLLE F A M I 1« ITALIA

A bbiam o già accennato alle linee p rin c ip a li del disegno di legge d e ll’ on. Carcano per le m o d ifi­ cazioni ad a lcu n i trib u ti sul consumo, sulla p ro d u ­ zione e su a ltr i cespiti d’ entrate com u na li, allo scopo d i rendere possibile la completa abolizione del dazio inte rn o sui farinacei. Ma i p rovved im e nti che il M in is tro delle Finanze ha proposto col suo dise­ gno d i legge del 23 novem bre u. s. (n . 44), ora allo studio presso la Commissione dei Q u in dici, sollevano

m olte e insistenti opposizioni, per le q u a li potrebbe anche andare a picco la giusta, opportuna e neces­ saria proposta di abolire il dazio consumo sulle fa­ rin e . E ’ u tile q u in d i di vedere l’ aggravio che deriva alla popolazione italiana dal dazio 'su lle farine, la sua distrib uzio ne , le sperequazioni alle q u a li dà luogo, salvo a esaminare se convenga a bo lire gradatam ente i l dazio sui farinacei, come è stato proposto u ltim a ­ mente *), oppure im m ediatam ente e in m isura com ­ pleta, se o meno lo Stato debba assumersi una parte d e ll’ onere derivante d a ll’ abolizione, e, in caso affer­ m a tivo , in qual modo si debba far fronte a questo aggravio per la finanza dello S tato.

Il M in istro crede sia urgente esonerare i generi che rappresentano i consum i più p op ola ri, o per d ire p iù esattamente, i generi indispensabili alla a li­ mentazione umana, come sono le fa rin e e il pane. E non abbiam o bisogno d i dim ostra re questa u r­ genza, perchè si riv e la , può d irs i, ogni gio rn o con fatti di una eloquenza che non ha bisogno di essere avvalorata da com m enti. Il M in is tro m erita il plauso incondizionato pel suo proponim ento ; e se non pos­ siamo d ire eh’ egli lo voglia attuato nel modo m i­ g lio re , crediam o però che il p artito lib e ra le dovrebbe appoggiarlo e a iu ta rlo n e ll’ escogitare la via m i­ g lio re di tra d u rre nella realtà il nobilissim o intento. I l dazio inte rn o sulle fa rin e im posto nel 1866 si componeva in o rigin e di due quote, una governativa e l ’ altra libe ra le. La p rim a stabilita in aìiquote d if­ ferenti, secondo le classi dei C om uni, dal m in im o di L . 1.40 al q uintale per farine, pane e paste di fru m en to, si elevava al massimo di L . 2 nei C o­ m u n i di m aggiore im portanza. La quota com unale, invece, non fu determ inata in m isura fissa, conce­ dendosi ai C om uni di poter raggiungere una im p o ­ sizione pari al 10 per cento del valore delle farine e dei loro d e riv a ti, e in ta lu n i casi del 20 per cento. L ’ esperienza ha dim ostrato, osserva il M in istro , che fu questo un e rro re . Im perocché, contrariam ente a gli in te n d im e n ti della legge ed alle buone regole t r i­ b utarie, accadde che i C om u ni accrebbero la quota p rop ria o ltre m isura, tanto che questa da addi­ zionale o complementare, soverchiò ben presto la aliquota governativa e assunse aspetto di dazio principale. Così è avvenuto anche d i a ltri trib u ti com u n a li, come abbiamo avuto occasione di notare n eg li a rtic o li sulla rifo rm a dei trib u ti loca li, così si falsò il concetto della legge, si portò il disordine nel sistema trib u ta rio locale e si alterarono quei ra p ­ p o rti che dovevano esistere, nel concetto del legisla­ tore, fra le im poste statuali e quelle loca li.

N el 1894 lo Stato abolì il dazio g overnativo sulle farine, rin un cian do così a 16 m ilio n i di lir e ; ma i C om u ni si affrettarono a neutralizzare i beneficii di quella m isura. E ciò perchè i C om uni re s tii ad en­ tra re nel savio ordine di idee che q uei p ro v v e d i­ m enti aveva inspirato, fatte lodevoli eccezioni, c e r­ carono a poco a poco di far propria la parte dal G overno rinunziata ; e in tal modo la quota com u­ nale si è generalm ente accresciuta, anche al di là di quella già governativa, e in alcune regioni è stata portata ad altezze intollerabili.

Nel 1897 il dazio sugli elem enti farinacei rese in tu tto il Regno 3 0 ,9 2 1 ,3 6 0 lire , m entre i l re dd ito com plessivo di tu tti i dazi,si g o ve rn a tivi,c h e com unali,

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fu d i lire 2 1 1 ,7 4 7 ,4 3 2 , sicché il dazio sui farinacei sta nel rapporto di lire 1 4.87 per cento. Ecco il riassunto per com p artim en ti del re dd ito del dazio consumo sui farinacei nei C om uni chiu si e nei Co­ m u ni aperti:

Reddito del dazio

Co m pa r t im e n t i Popolazione calcolata al 31 die. 1897 su i farinacei nei nei Comuni Comuni

chiusi a p e rti Totali Piem onte . 3, 362,288 1,209,740 130,273 1,340,013 988,695 1,724,665 40,039 1,764,694 Lom bardia 4,082,216 1.308,729 811,731 2,120,460 Veneto . . 3,118,169 731,615 301,012 1,032,627 E m ilia . . 2,306,938 721.876 120,891 842,767 Toscaua 2,324,999 1,316,672 65,536 1,382,208 M arche . . 978,738 293,274 11 258 304,532 U m bria . . 609,692 121,344 36,549 157,893 Lazio . . 1,035,731 1,988,435 301,564 2,289,999 A bruzzi 1,393,950 344,423 157,787 621,761 502,210 C am pania . 3.461,275 6,372,936 6,994,697 Puglie . . 1.891,875 2 960,705 202,743 3,163,448 B asilicata . 549,771 124,920 21,344 146,264 C alabria . 1,349,750 549,138 237,810 786,948 Sicilia . . 3,563,582 7,284,444 510,0 8 7,794,452 Sardegna . 761,148 250,797 47,351 298,148 T otale 31,479,217 27,303,703 3,617,657 30,921,360

Non diamo le quote per abitante, perchè non avendo le c ifre della popolazione distinta per com uni chiu si e aperti, le medie non darebbero una idea esatta della distrib uzio ne del dazio sulle farine. A v ­ vertia m o solo che i 3 3 6 com uni chiusi avevano circa 9 m ilio n i e mezzo di abitanti e i 7927 com uni aperti circa 22 m ilio n i. Sicché è facile vedere, nei rig u a rd i di tutto il regno, F aliquota assai alta che risu lta per abitante dei C om uni chiu si - quasi 3 lire - in paragone a quella per abitante dei C om uni a perti — 17 centesimi circa. Ma rip e tia m o i dati veram ente interessanti sarebbero q u e lli che indicassero la a li­ quota media per abitante di ciascuna regione e a seconda che si tratta di co m u n i chiu si o d i com uni aperti.

A d ogni modo le tariffe sulle farine e il reddito che procurano danno la possibilità di vedere la spe­ requazione che esiste in questo trib u to .

Il progetto Carcano h a , in appendice, u n elenco dei com uni la cui riscossione per dazio sui farinacei eccede il 20 per cento del prodotto totale dei dazi di consumo ; sono 1 6 6 com uni che superano adun­ que il 20 per cento, m entre la media pel regno è di 14.87. R ife ria m o q u i a lcuni dei C om u ni che hanno la più alta tariffa o la p iù alta percentuale:

COMUNI T a ri ff a R eddito delle fa rin e , pane e paste Re d d it to c o m p le ss iv o d i tu tt i i d a z i Q u o ta p e rc e n tu a le d e l re d d it o d e ll e fa ri n e i n i -o n fr o n to co l re d d it o c o m p le ss iv o

Lire L ire L ire

Belmonte (prov. di Palerm o) 2.35 16,500 18,364 89.80 S. Giuseppe Ja to (id. 3 - 35,522 48,109 7 3 . -x e rra sin i... 3 - 29,980 33,386 86.70 Reggio C alabria . . . . 5.10 259,888 868,457 29.90 P a l m i ... 41,748 125. 078 33.40 N a p o li... 2,999,408 13,665,822 21.95 P a l e r m o ... 5 60 2,320,200 7,669,946 30.25 Castellam m are di Stab ìa . 5 . - 204,249 710,508 28.74 M assalubrense. . . i . 5 50 30,620 40,694 75.20 P ia n o di Sorrento . . 4.30 45,203 109,619 43.90 M e s s i n a ... 5.25 1,295,231 3,585,912 36.12 T a r a n t o ... 4.20 248,085 965,917 25.68 Sciacca (prov. di G irgenti). 4.40 147,432 442,211 3 3 -Niscemi (id. di C altaniss.j. 2.40 42,261 73,837 5 7 . -C atan ia , . . . . 5.25 936,655 3,394,926 27.58 A versa (prov. d i C aserta'. 6-42 159,570 444,398 35.90 P o r m i a ... 4.65 45,464 111,544 40 .— B a r i ... 450,967 2,071,232 21.77

A questi C om uni, scelti un po’ a caso n e ll’ elenco, se ne potrebbero aggiungere m o lti a ltri che hanno p ure una gabella sui farinacei notevolm ente alta, ma g li esempi addotti bastano, se non erriam o, a dare una idea adeguata della sperequazione del trib u to in discorso. Lo stesso M in istro , dopo aver date nella sua relazione alcune c ifre , aggiunge che esse valgono più d i lu n g h i discorsi a fa r com pren­ dere tutta Vingiustizia di u n sistema tributario che

jpermette tassazioni così aspre del genere p iù neces­ sario alla vita, a spiegare V avversione che questi dazi incontrano nelle popolazioni, e a dimostrare l’urgenza del provvedere.

È più innanzi la relazione osserva che il dazio interno di cui il G overno propone F abolizione in ­ fluisce sul prezzo direttam ente e indirettam ente.

La soppressióne del dazio influ isce beneficamente

in via diretta d im inu en do con quota notevole il costo delle farine e q u in d i la spesa d i produzione del pane e delle paste ; in flu isc e poi in modo a ltre t­ tanto benefico, in via indiretta, giovando al buon m ercato di codesti generi necessari a tu tti, perchè con F abbattere la b a rrie ra daziaria, si abbattono pure o le coalizioni e i m onopoli di fatto, e si acquistano tu tti i vantaggi della p iù estesa concor­ renza, della libe rtà econom ica.

Nessun dubbio che tu tto ciò sia vero ; ma che pensare di u om in i di Stato che, p u r riconoscendo i danni di un dazio in te rn o , del resto non per tu tti i C om uni egualm ente gravoso, si adatta a un dazio di confine sul grano che è fonte di in g iu stizie e danni ben m a gg iori e aumenta in m isura p iù forte del p iù alto dazio inte rn o sulle fa rin e , il prezzo del pane ? Quanto ci guadagnerebbe il paese e la logica, la giustizia nei trib u ti e la p o litica se si riconoscesse una buona volta che quel che è vero per una im ­ posta lo è a fortiori per l ’ a ltra e che il pane non va tassato a p ro fitto dello Stato e meno ancora dei p ro d u tto ri d i gran o !

LA CIRCOLAZIONE DI STATO

Le vicende della circolazione cartacea d ello Stato n eg li u ltim i anni m eritano d’ essere fatte conoscere, sopra tu tto ora che si annunzia come prossima l’ epoca nella quale g li spezzati d’ argento saranno emessi in sostituzione dei B uoni di Cassa. E ’ nolo in fa tti che la circolazione di Stato si compone di B ig lie tti e di B uoni di cassa, la cui em issione, in seguito a p ro v ­ ved im e n ti le g is la tiv i che crediam o u tile di ric o rd a re , è andata crescendo sensibilm ente n eg li u ltim i due anni.

L ’ emissione complessiva di fatto della circolazione di Stato, fin o a ll’ attuazione della legge 17 gen­ naio 1897 era di S IO m ilio n i, di cui 400 in b ig lie tti e 110 in B uo n i. I p rim i avevano per garanzia un deposito di 80 m ilio n i, di cui 60 in oro e 20 in argento, esistente presso la Cassa D epositi e P re ­ s titi; i B uoni di Cassa, invece, erano per inte ro coperti da monete d iv is io n a li espressamente im m o ­ bilizzate, in parte presso la Tesoreria centrale del Regno, e in parte presso le Sezioni di Tesoreria provinciale.

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m ilio n i, onde rim aneva ancora un m a rg ine di em is­ sione di 9 0 m ilio n i. Questa u lte rio re emissione di Stato, secondo la legge d e ll’ 8 agosto 1 89 5 avrebbe dovuto essere garantita dal deposito di una somma eguale in monete d’ oro, in scudi d’ argento e in monete d ivisio n a li (queste u ltim e fino ad un mas­ sim o di 20 m ilio n i di lire ) presso la Cassa depositi e prestiti. P er a ltro , il G overno fino al 1897 non aveva ancora approfittato di questa facoltà, poiché gliene era mancata l’ occasione e il bisogno. Due circostanze lo spinsero ad u scire , con la legge del 17 gennaio 1 89 7, dalla rise rva fino a llora m antenuta.

Da una parte la creduta convenienza di rid u rre i contingenti delle anticipazioni che g li is titu ti di emissione sono obbligati di fare al Tesoro a ll’ in te ­ resse netto d i 1.50 per cento, liberando del tu tto da questo obbligo il Banco di N apoli, al quale man­ cavano, m a rg ini di fondo m etallico ed elasticità di emissione di b ig lie tti; d a ll’ altra parte, la necessità di un ausilio efficace a favore del Banco stesso, senza u lte rio re gravam e a carico dello Stato, inspirarono la legge accennata, in quanto dispose: 1° che sui 9 0 m ilio n i di b ig lie tti di Stato, tuttora da em ettersi il Tesoro ne potesse porre a disposizione del Banco di Napoli fino a concorrenza di ¿5 m ilio n i in cambio di valute auree, da im m obilizzarsi a inte ra copertura dei b ig lie tti stessi presso la Cassa depositi e p re s titi; 2° che per a ltri 45 m ilio n i i l Tesoro avesse facoltà di em etterli contro im m obilizzazione nella detta Cassa non p iù d i una egual somma, come disponeva la legge d e ll’ 8 agosto 1 895, ma soltanto contro una rise rva di monete italiane d ’ oro e d’ argento c o rri­ spondente al 5 0 per cento dei b ig lie tti da em ettere, comprese le monete d iv is io n a li fino ad un massimo di 1 0 m ilio n i d i lire . D i una egual somma d i 45 m i­ lio n i venne rid o tto l’ am m ontare com plessivo delle a nticipazioni che g li Is titu ti di emissione erano ob­ b lig a ti di fare al Tesoro.

D uran te il 1897 vennero emessi tu tti i 45 m i­ lio n i d i lire destinati al Banco d i N a p o li, contro il r it ir o e il deposito della corrispondente valuta aurea e questa operazione venne disciplinata col r. decreto 25 febbraio 1 89 7, Con quei 45 m ilio n i furon o a cq u i­ stati, n e ll’ interesse del Banco, i tito li d i Stato o ga­ ra n titi dallo Stato, q u i sotto ind icati :

N a tu ra del titolo Somme in v estite

Consolidato 5 °[0 ... Lire 7,521,687.50 » 4 » netto... 297,487.50

» 4.50 °[0 netto. . . . 4,323,113.—

Cartelle di eredito comunale e pro­

vinciale 4 ... 18,879,184. — Obbligazioni delle strade ferrate del

Tirreno 5 ... 2,776,431.50 Obbligazioni pei lavori di risanamento

di N a p o l i ... 868,055. 29 Obbligazioni pei lavori edilizi di Roma

5 °/o... 11,730.75 Obbligaz. pei lavori del Tevere 5 "[„ 14,460. — ¡> ferroviarie 3 °10. . . . 1,525,625.— Cartelle fondiarie del Banco di Napoli 8, 782,187.15 44,999,961. 69

Le restanti lire 38.31 vennero rim borsate al Banco con vaglia del Tesoro. Il fru tto di quei tito li, a te­ nore di legge, è destinato a ritira re dalla

circola-zione un valo re corrispondente di b ig lie tti di Stato, coi quali il Banco riscatta via via l ’ oro consegnato al Tesoro e~''depositato alla Cassa dei depositi e pre­ s titi. L ’ am m ortizzazione dei 45 m ilio n i di b ig lie tti procederà in ragione di circa 2 m ilio n i a ll’ anno. A l 31 dicem bre 1897 i 45 m ilio n i di b ig lie tti emessi n e ll’ interesse del Banco erano rid o tti a 43,99 1,4 70 .

E quanto a ll’ altra emissione in conto dei 45 m ilio n i, che restavano d is p o n ib ili al Tesoro per sostitu ire parte delle anticipazioni statutarie, al 31 dicem bre 1897 i b ig lie tti emessi ascendevano a L . 2 2 ,5 0 0 ,0 0 0 coperti con L . 1 1 ,2 5 0 ,0 0 0 di monete d’ oro e d’ ar­ gento. Onde la circolazione complessiva di Stato alla fine d e ll’ anno stesso ascendeva a L . 5 7 6 ,4 9 1 ,4 7 0 (d i cui 1 1 0 m ilio n i in buoni di cassa da 1 e da 2 lire ) con un aum ento di L. 6 6 ,4 9 1 ,4 7 0 in co n ­ fronto alla situazione corrispondente del 1 89 6. P er a ltro L . 5 5 ,2 4 1 ,4 7 0 di quei b ig lie tti erano in te ra ­ mente coperte da m oneta m etallica.

La legge del 17 gennaio 1897 e lim in ò affatto l ’ altra emissione di 2 0 0 m ilio n i di b ig lie tti di Stato che, secondo la legge S onnino del 22 lu g lio 1 89 4, avrebbe dovuto aver luogo verso deposito di una somma corrispondente di oro appartenente agli Is ti­ tu ti di emissione.

C ontro la emissione a carico dello Stato di quasi 5 7 6 m ilio n i e mezzo, il Tesoro possedeva, al 31 d i­ cem bre 1 89 7, 2 67 ,3 2 2 ,4 7 0 lire in valuta m etallica d’oro o d’ argento.

I p rovved im e nti sopra accennati portati dalla legge del 17 gennaio 1897 vennero d efinitivam e nte san­ zionati per v irtù della legge 3 marzo 189 8 con a l­ cune m o dificazion i, soppressioni e a ggiunte. In fa tti il m in istro era stato autorizzato, come si è detto, ad em ettere b ig lie tti per 4 5 m ilio n i di lire con riserva del 50 per cento, onde sostitu ire una corrispondente somma d i anticipazioni o rd in a rie , a lle q ua li erano ten uti g li is titu ti di emissione. Con la nuova legge, invece, quella emissione venne rid o tta a soli 22 m i­ lio n i e mezzo, che debbono essere per inte ro co­ p e rti da valuta m etallica e le dette anticipazioni vennero portate a 1 2 5 m ilio n i (invece d i 9 0 come aveva fissato la legge del 17 gennaio 1 8 9 7 ) dei q u a li 115 (invece di 8 5 ) a carico della Banca d’ Ita lia , e 10 (invece di 5 ) a carico del Banco di S ic ilia , e ciò per assicurare in ogni evenienza il bisogno di cassa del Tesoro. V enne prefe rito questo concetto di una m aggiore facoltà di ottenere a n ticip a zio ni d eg li Is titu ti, le q u a li sono o scillan ti e possono an che cessare per in te ro , come in rip e tu te occasioni è avvenuto, a quello di una m aggiore emissione di Stato, meno elastica nei suoi m o vim e n ti. In seguito a quella nuova legge, riconosciuta la o p p o rtu n ità di re string ere la circolazione dei b ig lie tti di Stato venne p rovved u to col r. decreto 27 marzo 1 8 9 8 a rid u r re a L . 1 1 ,2 5 0 ,0 0 0 la emissione testé accennata, r i t i ­ rando egual somma in b ig lie tti di Stato. La somm a di L . 1 1 ,2 5 0 ,0 0 0 in b ig lie tti di Stato che rim a n e in circolazione d i com pendio di quella emissione fu coperta m ediante deposito vincola to presso la Gassa dei depositi e p re s titi, con L ir e 3 ,7 5 0 ,0 0 0 in scudi d’ argento e con L . 7 ,5 0 0 ,0 0 0 in m onete d iv is io n a li.

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22 g e n n a io 1899

La circolazione di Stato si re p a rtiva nel seguente modo :

B ig lie tti da lire 25 . . . . . . L. 76,29 2,1 25 » da » 10 . . . . . . » 2 4 9 ,9 9 9 ,9 7 0 » da » 5 . . . . . . » 1 27 ,9 97 ,12 5 L . 4 5 4 ,2 8 9 ,2 2 0 B uoni di Cassa nella cifra in v a r. di 1 1 0 ,0 0 0 ,0 0 0 C ircolazione totale a debito ---dello Stato al SO giugno 1 89 8 . . L . 5 6 4 ,2 8 9 ,2 2 0

Su questa somma, L . 2 4 4 ,2 8 9 ,2 2 0 erano in te ra ­ mente coperte da valute m etalliche im m obilizzate a garanzia dei b ig lie tti e cioè :

p er lire 1 05 ,0 39 .22 0 in oro

» 137,500,000 in argento d ivision ale » 3 ,7 50 ,00 0 in scudi

L . 2 4 4 ,2 89 ,22 0

N elle esposte c ifre della circolazione sono com­ p re s i: i b ig lie tti circ o la n ti per conto del Banco di N apoli che, al 30 giugno 1 8 9 8 , rappresentavano un valo re di L . 4 3 ,0 3 9 ,2 2 0 e q u e lli da lire 25, già ap­ partenenti agli Is titu ti di em issione, passati a carico d ello Stato per effetto del r. decreto 21 febbraio 1894 e che alla metà del passato anno rim anevano in c ir­ colazione per un valore di L . 1 1 ,9 0 2 ,5 2 5 da b a ra t­ tare in b ig lie tti di Stato dello stesso taglio.

N oterem o, da u ltim o , che i fondi m e ta llic i di p ro ­ p rietà del Tesoro al 30 giu g no 1898 am m ontavano a 1 7 5 ,4 9 9 ,6 3 4 lire , di c u i 1 2 7 ,8 4 3 ,5 6 2 lire erano in monete d iv is io n a li d 'a rg e n to e che in quella cifra di 175 m ilio n i e mezzo non sono com presi i fondi depositati presso la Cassa depositi e p restiti a p a r­ ziale copertura della circolazione di b ig lie tti di Stato per un am m ontare di L . 9 1 ,2 5 0 ,0 0 0 di cui 60 m i­ lio n i sono in moneta d’oro. Sicché in tu tto il Te­ soro al 30 giugno 1898 possedeva fondi m e ta llic i per L . 2 6 6 ,7 4 9 ,0 0 0 , com presi 40.2 m ilio n i di lire giacenti nelle sezioni di Tesoreria p ro v in c ia li. In con­ fronto al 31 dicem bre 1897 i d e tti fondi m e ta llic i erano in dim inuzione di 6 7 3 ,4 7 0 lire .

In altro momento esam inerem o, con la scorta della quinta m em oria presentata alla C om m issione p e r­ manente d i vigilanza sulla eircolazioue, anche le u ltim e vicende della circolazione cartacea degli Is ti­ tu ti di em issione; q u i, p rim a d i fin ire , osserviam o che la circolazione dei b ig lie tti (esclusi cioè i buoni di cassa, che è da credere fin ira n n o per scom parire) che ora raggiunge 455 m ilio n i di lire , se è in lieve d im inu zio ne sulla cifra del 31 dicem bre 1897, è però sempre assai elevata e indubbiam ente esercita una influenza dannosa su tutta la circolazione e sui cam bi. In pochi anni, non ostante la esperienza del passato, abbiamo dato una spinta alla circolazione di Stato che ci ha ric o n d o tti a un debito abbastanza forte anche per questo tito lo e non ci lascia senza tim o ri che, alla prim a occasione, non si to rn i ad abusare dei b ig lie tti a deb ito dello Stato, ossia del corso forzoso.

IL MOVIMENTO DEI FORESTIERI IN ITALIA

Nella Perseveranza p rim a , e nella Rassegna Na­ zionale poi, l’ ing. G uido P a rra v ic in i aveva richiam ato l ’ attenzione su di un fenomeno economico finora quasi com pletam ente trascurato da n o i: il m ovim ento dei forestieri in Ita lia , accennando ai g ran d i vantaggi che potrebbero d eriva re al paese da una m ig lio re organizzazione del m o vim e n to stesso. P iù recente­ mente, tale questione veniva svolta dal com m . M i­ chelangelo Jesurum in una lettera pubblicata nella

Gazzella di Venezia del 2 corrente. Ora è l’ on. M aggiorino F e rra ris che v i dedica sulla Nuova A n ­ tologia del 16 c o rr. un lun g o studio, del quale non sappiamo esim erei dal riassum ere i passi p rin c ip a li.

L ’ egregio parlam entare, che, fondando col con­ corso di a ltri nella capitale, due anni o r sono, la

Società pel Bene Economico di Roma, aveva ten­ tato di estrinsecare praticam ente una parte del pro­ gram m a ideato per 1’ organizzazione di una grande

Associazione nazionale per i forestieri, rito rn a ora s u ll’ argom ento considerando la questione sotto tu tti i suoi aspetti p rin c ip a li, e cercando proseliti . alla feconda in izia tiva .

È in d is c u tib ile — osserva l’ on. M aggiorino F e r­ ra ris — che il m ovim ento dei forestieri raggiunge in Italia c ifre tali da co s titu ire una delle p iù g ran d i e proficue in d u strie del nostro paese e che ben pochi a ltri ra m i della produzione agraria o m a nifat­ tu rie ra possono con essa riva leg gia re . Sarebbe del tu tto erroneo il credere che si tra tti quasi solo del- P interesse di un ’ unica classe d’ in d u s tria li, quella degli a lbergatori.

P iù di tu tti, v i sono forse interessati g li a g rico l­ to ri, perchè è ingente la quantità di p rodotti fin i del suolo, v in i, carne, pollam e, u o v a , fru tta scelte, fio ri, ecc., consumata da questa massa d i v is ita to ri, che riu n iti idealm ente in un centro solo c o s titu i­ rebbero una delle città p iù popolose, p iù ricche e p iù capricciose del m ondo. I l consum o per parte dei forestieri presso di n o i rappresenta d i fatto una delle m a g g io ri esportazioni d e ll’ Ita lia agraria, perchè si tratta di diecine e diecine di m ilio n i d i p rod o tti del nostro suolo, che sono consum ati in paese ma pagati con denaro estero.

D i questa produzione di ricchezza profittan o pure largam ente le finanze d ello Stato e dei C om uni, colle m o lte p lic i e svariate imposte che direttam ente o ind ire tta m e nte finiscono per rica de re sui fo re ­ stie ri ; q u in d i i p u b b lic i poteri hanno un interesse grandissim o a prom uovere ed accrescere codesto m ovim ento, sia per l ’ u tile generale che ne ritra e il paese, sia per il vantaggio d ire tto delle finanze dello Stalo e dei C om uni.

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Ben è vero che sono accaduti fatti n u o v i che tendono a deviare d a ll'Ita lia una parte notevole di j questo m ovim ento. P rim o tra essi 1 a pe rtura alla c iv iltà di v a ri paesi, tra cui specialm ente I’ E g itto , che per clim a e per altre ra gio ni a ttirano a sè una larga fiumana di v isita to ri. Ma sulle m enti e^ sulle im m aginazioni di m olta parte del mondo c iv ile I Italia c on tinu erà sempre ad esercitare un fascino irre s is ti­ b ile . La storia d i Roma, ed anche quella di alcune delle nostre m a g g io ri città : di Firenze, d i Venezia, di Genova e dei C om uni del m edio evo, continua a fo rm a r larga parte dei p rog ra m m i d’ insegnamento delle scuole elem entari e secondarie di tutto il mondo c ivile .

Bisogna aver vissuto, egli dice, anche per breve tem po nel seno di fam iglie sia p u r modeste del­ l ’ In g h ilte rra e della Germ ania, p er sentire l ’ im p re s ­ sione e l ’ a ttra ttiva ohe la laguna di Venezia al c h ia ­ ro re di luna, che N apoli co ll’ eruzione del V esuvio, che le ro vine di Roma ed i tem p li e i g ia rd in i della S ic ilia esercitano su intere generazioni e spe­ cialm ente sui g io van i. Il viaggio in Ita lia diventa i l sogno della lo ro v ita e l ’ aspirazione serena e lu ­ minosa delle lun g he e nebbiose giornate d in ve rn o . Ma appunto p e r ciò fa d’uopo adoperarci a ttiv a ­ m ente perchè queste co rre n ti che tendono verso l ’ Ita lia , si traducano in atto e non siano sviate dalle nostre plaghe. Perchè è grande e rro re credere che i l m ovim ento dei forestieri sia cosa^ del tu tto spon­ tanea : in molta parte esso invece è determ inato da influenze a rtific ia li, benché ina vve rtite , e sono in ­ n u m e re vo li coloro che, per notizie affatto casuali, p iù o m eno erronee, preferiscono alcuni soggiorni ad a ltri e vanno piuttosto in una che in altra lo ­ calità a spendere somme non in d iffe re n ti.

E l’ on. M aggiorino F e rra ris cita l’ im m enso lavoro che si sta facendo in Isvizzera p e r a ttra rv i con tutte le a rti suggerite dalla p iù abile ridarne i forestieri.

Senza dubbio, egli soggiunge, non pochi dei grandi a lb e rga tori ita lia n i spendono somme notevoli per at­ tira re la clientela straniera, con benefìzio p ro p rio e con vantaggio delle nostre c ittà : ma d i fronte a l­ l ’ opera degli a ltri paesi, il lavo ro in d iv id u a le non basta p iù ; bisogna s o s titu irv i u n ’ opera co lle ttiva , costante, organica.

L ’ idea di una grande Associazione Nazionale per il m ovim ento dei fo re stie ri si presenta adunque come u tile e pratica e ad essa dobbiam o augurare il più cordiale successo. Nè a u o m in i com petenti e di buona volontà potrà riu s c ire d iffìc ile d e fin ire g li scopi, il carattere e l’ organism o della nuova Associazione.

I l p rim o scopo dev’ essere q u e llo d i difesa del nostro paese con tro notizie ed afferm azioni ad esso dannose, p rove nie nti da ignoranza o da m ala fede. Solo chi ha lungam ente vissuto a ll’ estero può per­ suadersi dell’ im portanza che sul m ovim ento dei fo ­ re s tie ri in Italia esercitano notizie esagerate o false che si diffondono fu o ri d’ Italia sulla m alaria di Rom a, sul tifo d i a ltre città, sopra i fu rti in fe rro via , le aggressioni e il brigantaggio ! È tutto un im m enso la v o rio contro d i noi, al quale bisogna o pporre un uguale la v o rio , tenace, costante, come solo può farsi da una vasta organizzazione che disponga d i forze e di mezzi poderosi.

U n secondo com pito, più vasto, è q ue llo d i a tti­ rare il forestiero in Ita lia e d i farlo soggiornare a lungo presso di noi. A ciò occorre un ’ azione sva­ riata che può estrinsecarsi in p iù m odi, fra i q u a li:

Una vastissima p ub b licità , organizzata in form a colle ttiva e con tu tti i m odi ingegnosi a cui vanno ric o rre n d o le istitu zio n i svizzere. La p ubblicità al- I’ estero è costosissima e solo un ’ Associazione che ne d iv id a le spese in com une può sopportarla. — Organizzazione di viag gi e gite d a ll’ estero in Italia , per te rra e per mare, sia per opera d iretta della nuova Società, sia m ediante il concorso di fo rti A genzie. — A cco rd i colle Società di fe rro vie e di navigazione, per b ig lie tti, per corse e per tre n i spe­ c ia li' in tutte le circostanze in cui possano riu scire p ro fìc u i. — Im pia nto nelle città italiane di u ffic i e corrispo nd en ti per servizio g ra tu ito dei forestieri, a somiglianza degli u ffic i svizzeri e co ll inca rico di onestamente assisterli in tu tte le info rm a zion i che possono loro occorrere, per alloggio, v itto , acquisti, cam bi di monete ecc. Appena le forze della Società lo consentano, gioverà sta b ilire u ffic i e c o rrisp o n ­ denti nelle p rin c ip a li città estere e nelle località p iù frequentate dai forestieri. A parecchi di questi u ffici potrebbero essere u nite delle mostre cam pionarie di p ro d o tti ita lia n i con beneficio delle nostre p roduzioni ed in d u strie . — P ubblicazione in varie lin g u e , a m i­ tissim o prezzo, di guide, di ta riffe per g li hqtels, ecc., di itin e ra ri, di rip ro d u z io n i fotografiche, di liste dei forestieri e di tutto ciò che può piacere o giovare a chi viaggia. — Im pia nto di c irc o li speciali, come i n o ti Cercles des étrangers così c om u ni a ll estero ; organizzazione nelle varie c ittà e ad epoche diverse di feste, spettacoli, gite, escursioni, le ttu re , Con­ gressi, ecc.

Accennato a ll’ organizzazione economica d i questa grande « Associazione Nazionale per i fo re s tie ri », che si dovrebbe is titu ire a Rom a, con R appresen­ tanze e C om ita ti locali in tu tto il Regno, l’ on. M aggio­ rino F e rra ris conclude osservando com’ essa dovrebbe da un capo a ll’ a ltro della penisola rappresentare la libera e volontaria federazione delle aziende p u b ­ b lich e e p riv a te che hanno u n interesse nello s v i­ luppo di quel m ovim ento dei forestieri, che costi­ tuisce una delle p iù g ran d i in d u strie della nostra Ita lia .

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01 s u i r a f f i »

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Georges de L ave le ye , il d istinto economista belga, prendendo occasione da uno studio del sig. E n ric o B a rd o u x in to rn o a ll’ imposta sul re d d ito , scrive una pagina di storia s u ll’ esperim ento fatto di questa im ­ posta dalla R epubblica fio re n tin a nel secolo X Y . In questo m om ento, in cui da o gn i parte si studiano form e d’ im posta nuove e dem ocratiche, non sarà p rivo d i interesse conoscere questa storia. P erciò ria ssu ­ m iam o q u i lo studio del de Laveleye, rife re n d o anche le sue osservazioni.

D al 1267, i fio re n tin i dovevano pagare una im ­ posta su tu tti i lo ro beni m o b ili ed im m o b ili accer­ tati col mezzo di un estimo, com pilato d a ll’ a utorità , per via di m a gistra ti e le tti a ll’ uopo. E ra il sistema della valutazione con tu tti i suoi in co n ve n ie n ti e con tu tti i suoi a rb itrò , contro cui i co n trib u e n ti di allora non tardarono a protestare.

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le corporazioni. Una classe d irig e n te poco numerosa, che assorbiva tutta la vita p o litica , pagava con r i­ pugnanza l ’ imposta, e p refe riva, sebbene popolo di com m ercia nti, di cercare in un re gim e doganale u ltra- protezionista un supplem ento di entrate per cop rire le spese pubbliche.

Sarem m o stati m a ra v ig lia ti, dice il de Laveleye, dì non inco ntra re il protezionism o in questa faccenda, poiché si tratta d i un periodo di transizione, p re lu ­ diarne ad una decadenza econom ica. Bisogna tener conto di questo, per non a ttrib u ire a ll’ im posta per­ sonale sola, tutte le sue conseguenze funeste.

Ma, con G iovanni de’ M edici, a ll’ antica imposta sul reddito, basata suH’ inchiesta, viene surrogata u n ’ imposta nuova, sempre com plessiva, ma fondata sulla dichiarazione. Nel 1 4 2 7 , una legge decretò la creazione di un catasto, che permettesse di trovare la base di un ’ imposta unica, che colpisse la fortuna netta di ciascun contribuente.

O gni con tribu e nte fio re n tin o doveva d ichiarare tutte le sue rendite di qualunque specie, e la somma era capitalizzala al 7 per cento per tro va re il capi­ tale appartenente al con tribu e nte. Da questo capitale si sottraevano i pesi che lo gravavano, p iù 2 00 fio ­ r in i per bocca da n u trire . 11 resto del capitale era stim ato fru tta re 5

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netto, e l ’ im posta era stabilita al decimo del reddito. Il sig n o r P e ytra l non fa che im ita re il legislatore fio re n tin o del secolo X V .

L ’ accertamento si faceva ogni tre anni, ed era pubblico. Le fro di erano severam ente punite. 1 beni non denunciati o stim ati sotto il lo ro (valore erano confiscati: la metà ne andava allo Stato, un quarto al denunciatore e u n qua rto al g iudice che faceva la confisca.

Secondo i lod a to ri del de’ M edici, questa imposta « che colpiva alla fine le im m ense fortu n e dei m e r­ can ti e dei banchieri, le q u a li erano sino allora sfuggite ai p u b b lici ca rich i », soddisfece il popolo, e valse al suo autore una grande popolarità.

Ma fu cosa effim era. Nel 1 442, Cosimo dei Me­ d ic i dovette m utare se non la teoria, alm eno I’ ap­ plicazione d e ll’ imposta ; ed egli stesso così ne espone le ra g io n i: « C onsiderando che il com m ercio e l’ in ­ d u stria hanno fatto la grandezza della nostra R epub­ b lica , e che m o lti citta d in i si sono da tem po ritira ti dal com m ercio, è necessario d’ in c o ra g g ia rli a r ito r ­ n a rv i e di togliere tu tti g li ostacoli che li hanno arrestati, come il m ostrare i loro lib r i e i loro b i­ lan ci agli o ffic ia li del catasto; considerando ancora che l’ imposta non darebbe p iù di 150 0 fio rin i, sup­ ponendo così un capitale di 5 0 0 ,0 0 0 fio rin i, che rappresenta una grossa perdita risu lta n te dal catasto ;

tenendo conto che non è probabile di ottenere d i p iù , poiché ogni m ercante afferm a di non tenere p iù lib r i; che bisognerebbe a rriv a re a condannare i c it­ ta d in i, il che è co n tra rio ado scopo che si vuole ra g g iu n g e re : l ’ unione e la p ace; che questi prò cessi avrebbero l ’ effetto d i fa r em igrare il danaro e di im p ed ire ai c itta d in i d i fa r valere dei capitali s tra n ie ri, cosa u tilissim a a llo Stato. . . ecc. »

Così al catasto furon o sostituite delle transazioni

fra contribuente e a utorità p u b b lic a , che si m e tte ­ vano d’ accordo sulla tassa da im p o rre . E ’ vero ehe l ’ a u to rità , la cui decisione era senza appello, aveva una certa forza persuasiva. In p ari tem po, l ’ imposta era resa progressiva da proporzionale che era: e come tu tti q u e lli che si lasciano sedurre dalla p ro ­ gressione, poiché prendono d i m ira qualche testa,

Cosimo, prendeva d i m ira le alte classi, credendo di c o lp ir fo rte . Ma non tardò ad accorgersi che ogni imposta che non si basa sul num ero rende poco.

Così nel 1445, egli aum entò la progressione, creando una scala ad hoc, e divise i con tribu e nti in tre categorie, che pagavano il 55 */, il 16 e il 4 °/# del reddito. La classe m edia, ossia il num ero, era colpita dopo di essere stata risp arm iala . A questo modo, l ’ im posta progressiva divenne un ’ arma politica e l’ a rb itrio , sotto questo de’ M edici, diventò odioso, poiché, per co lp ire ov’ egli voleva, dava a ll’ autorità il potere di aggravare o d i sgravare questo o quel citta din o, purché l’ am m ontare totale d e ll’ imposta r i ­ manesse lo stesso.

Poiché, insiem e con questa p o litica finanziaria, Cosimo de’ M e dici, cercò di far abbandonare ai F io ­ re n tin i il com m ercio delle lane, e di rid u rre alle se­ terie e allo belle a rti l ’a ttiv ità della R epubblica, si vide ro anche in questo caso le false teorie d’ imposta, congiunte alle idee econom iche co n tra rie a ll’ espan­ sione com m erciale, p ro d u rre il loro effetto naturale . Quando, nel 1480, l’ imposta s u l re d d ito cessò, per essere surrogata da una sem plice im posta sul reddito degli im m o b ili, non v i fu gran m e rito nel G overno per questa rifo rm a : la ricchezza m o bilia re , per così dire, non esisteva p iù ; i p riv a ti erano ro v in a ti, e lo Stalo si trovava in fa llim e nto .

O ggi, così chiude il sig n o r de Laveleye, le gua­ re n tig ie di cui godono i c o n trib u e n ti sono m aggiori anche n e i paesi nei q u a li l’ imposta sul re dd ito è applicata; un regim e s im ile a q ue llo che per 40 anni ebbe v ig o re a F iren ze non sarebbe più possi­ bile. D ’ altra parte, la massa dei ca p ita li che form ano la ricchezza m o bilia re aum enta continuam ente, le sor­ genti dei re d d iti d i questa specie divengono egual­ mente p iù num erose e offrono un mezzo di accer­ tam ento p iù regolare.

Sarebbe dunque esagerato d i d ire , ad uu tempo, che ciò che è avvenuto a Firenze o r sono quattro secoli potesse rip e te rs i a’ g io rn i n o s tri, e che g li ef­ fe tti ne sarebbero egualm ente disastrosi. Ma non era opportuno di ric o rd a re che la applicazione di questa imposta sul re d d ilo naufragò innanzi l’ a rb itrio della tassazione, o l’ odiosità della dichiarazione? Non era bene anche m ostrare q u e llo che v i è di falso nel p rin c ip io della progressione d e ll’ im posta, che non produce n u lla , a meno che, sotto il pretesto della progressione e p e r una sapiente com binazione di g ra ­ dazioni, non si a rriv i a esaurire tu tto un popolo e a prepararne la ro v in a , come fece Cosim o de’ M edici? Non era opportuno in fin e di m ettere in vista questa coincidenza, alm eno curiosa, per la quale la caccia al re dd ito è accompagnata da u n sistema doganale u ltra -p ro te z io n is ta e da una p olitica com m erciale, che tende ad im p e d ire piuttosto che ad incoraggiare l ’ espansione del com m ercio con l ’estero?

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Rivista Bibliografica

Jacques Derbanne. — La réforme des impôts en Prusse. — Paris, Chevalier Mareseq, 1899, pag. 226. Max de Cérenville. — Les impôts en Suisse. — Lau­

sanne, Corbaz et C.ie, 1898, pag. 240.

La rifo rm a attuata in Prussia con le leggi del 4 8 9 1 -9 3 è sempre m eritevole di studio e il D e r­ banne, ora che in F rancia è tornata in discussione la questione della imposta sul reddito, ha v o lu to ric h ia m a re alla m em oria dei suoi connazionali g l’ in ­ tenti d i quella rifo rm a e i mezzi coi q ua li fu a t­ tuato. Ma l’ A u to re non ha fatto che riassum ere brevem ente, in poco meno di un terzo del suo lib ro , le q ua ttro leggi prussiane, con le q ua li venne at­ tuata la rifo rm a e negli a ltri due terzi ha rip ro d o tto la traduzione delle leggi medesime. L ’ u tilità del lib ro è q u in d i lieve, anche perchè l ’A uto re non ha f o r ­ n ito dati statistici recenti e in m isura tale da potere apprezzare g li e ffetti della rifo rm a . N ondim eno il lib ro può rendere qualche s ervig io a chi voglia co­ noscere le disposizioni legislative prussiane in cote- sta m ateria.

Una ottim a m onografia è invece quella del d r. M a x de C ére n ville sulle im poste nella Svizzera. La le tte ra ­ tu ra finanziaria ha già su questo argom ento la vo­ lum inosa e pregevole opera del prof. Schariz, ma essa è già veceìiia di qualche anno, essendo stata p ub blicata nel 1890 è per di p iù non è di facile consultazione. L o studio che ora annunciam o è in ­ vece m o lto p iù succinto, p ur essendo com pleto, è c h ia ro , ordinato e condotto con grande abbondanza d i dati e notevole precisione.

L ’ A u to re col fa r conoscere il sistema trib u ta n o della Svizzera ha reso un servigio a g li studiosi di finanza e si può essere s ic u ri che essi lo ricosce- ranno accogliendo con m olto favore il suo lib ro .

I l sig. de C é ren ville si occupa anzitutto delle im poste federali, che distingue a seconda che il loro prod o tto è versato al Tesoro della Confederazione o è rip a rtito fra i C antoni oppure è diviso fra la Con­ federazione e i C antoni ; passa poscia alle imposte cantonali, che distingue in imposte d irette periodiche sul capitale e sul re d d ito , im poste d irette non pe­ rio d ic h e ed im poste in d ire tte ; e da u ltim o tratta delle im poste com unali che producono il 27.7 per cento della somma totale ricavata nella Svizzera con le im poste n e l 4 89 6, m entre q uelle cantonali get- tavano il 33.6 per cento e le imposte federali il 3 8.9 per cento. Nel totale le imposte rendevano 1 4 9 ,7 3 0 ,9 0 0 fra n c h i ossia, data la popolazione di 3 ,0 3 9 ,8 3 5 , 49 fra n ch i per abitante.

N on è questo un lib ro di teorie, ma di fa tti espo- sti im p arzia lm en te e con m olta conoscenza della m a te ria ; per questo m otivo si può prevedere fin d ’ ora che sarà messo a con tribu to da tu tti coloro che si occuperanno delle im poste e della lo ro varia applicazione n ella Svizzera.

Auguste Beaure. — Théorie et pratique de la mon­ naie. Tome 1er Traité théorique et statistique des mé­ taux précieux. — Paris, Guillaumin, 1898, pag. 144. S ulla moneta si è scritto tanto, che in v e rità non si sentiva m olto il bisogno di un nuovo tra tta to , e se il lib ro del Beaure co n crediam o di passarlo sotto

silenzio, è sem plicem ente per la parte statistica che, essendo com pilata su buone fo n ti, può rie scire u tile a chi non ha modo di consultare quelle direttam ente. N ella parte storica l’ A u to re si occupa sopratutto del valo re della moneta, e perciò tratta delle cause di esso, dei suoi cam biam enti, dei ra p p o rti d i valore tra il n u m e ra rio e le m e rci, della teoria q ua ntitativa, degli in d ic i n u m e ric i, delle monete esistenti, ecc. Il Beaure è con trario al bim etallism o e si dim ostra co­ noscitore della letteratura sulla questione m o ne ta ria ; per questo il suo lib ro , se non è un trattato^ teo­ rico sulla m oneta, contiene però pagine is tru ttiv e e m o lti dati che giova ric o rd a re spesso. Questo lib ro sarà seguito da a ltri ded ica li allo svilu pp o storico della questione m onetaria, al com m ercio delle m o ­ nete e dei m e ta lli preziosi, ai sistemi m onetari del mondo ecc.

Rivista Economica

I l B ila n c io d e ll'E r it r e a p e l 1 8 9 5 - 9 6 e 1 8 9 6 - 9 7 - L a r if o r m a d e lla « v a lu ta » in A u s tr ia U n g h e ria - /

v in i it a lia n i in G erm ania.

Il Bilancio dell’Eritrea pel 1895-96 e 1896-97.

— È stata d is trib u ita la relazione d e ll’ on. P om pili sul consuntivo 1 8 9 6 -9 7 .

La parte p iù interessante di questo lavo ro rig ua rd a il rendiconto della Colonia E ritre a che fu tra tta to a parte, come chiedevano il paese ed il P arlam ento, per vedere p iù chiaram ente i sa g rific i re a li che può avere costato la C olonia.

N el periodo di cui si occupa I’ on. P o m p ili ca­ dono, per la m assim a parte, g li e ffetti dei due anni nei q u a li la Colonia si tro vò in g ra v i vicende di

guerra. .

Da un p rim o quadro statistico ris u lta che 1 oc­ cupazione della Colonia da\ 188 2 (risa le nd o anche al tem po della sola occupazione di Assab) al 30 g iu ­ gno 1898 è costata L . 3 6 8 ,9 2 1 ,8 3 2 .9 7 . Le spese del biennio 1 8 9 5 -9 6 e 1 8 9 6 -9 7 nel quale cadde la g ue rra che ci portò ad A dua, furono L . 1 6 0 ,6 6 0 ,7 1 1 .9 4 , naturalm ente compreso il riscatto dei p rig io n ie ri, le spese fatte in Italia , il m ateriale consum ato e r im ­ borsato a ll’ am m inistrazione della g u e rra , ecc., ecc.

Questo docum ento n aturalm ente dà le spese in

blocco. . . . .

Così la spesa dei 160 m ilio n i del b iennio s u d ­ detto è sem plicem ente così suddivisa :

Spese c i v i l i ... L . 8 ,0 0 0 ,4 3 0 .8 2 Spese m ilita ri (escluse le casuali

ed im p re viste) . . ■ • • * 1 0 9 ,6 7 3 ,2 6 1 .7 3 Spese casuali ed im p re viste m i­

lita r i (in cui è compresa per 1 0 m ilio n i in oro la spesa per 11 m antenim ento, concentra­ mento e rim p a trio fino alla co ­

sta dei p rig io n ie ri . . • • » 1 2 ,8 5 9 ,0 1 9 .3 9 Spese sostenute in Ita lia dal M i­

nistero della guerra in d ip e n ­

(9)

22 gennaio 1899

L’ E C O N O M I S T A

57

c ivile sono ordinate, ma ancora non lo sono quelle rig u a rd a n ti le spese m ilita ri trattandosi d ’ un lavoro d i gran m oie, dovendosi liq u id a re tu tte le n um ero­ sissime partite rim aste in sospeso dopo la guerra.

P er procedere a sim ile liquidazione venue is ti­ tu ito un apposito u fficio di stralcio presso il depo­ sito della Colonia in Napoli.

Così term inato tale lavoro, la Corte dei Conti potrà fare l’ esame che le com pete, avendo finora dichiarato che non poteva deliberare sui conti prim a che tu tti i docum enti g iu s tific a tiv i le fossero in v ia ti. I l relatore com prende il rita rd o e le d iffic o ltà in e re n ti a questi due anni disgraziatissim i di eser­ cizio, ma spera che per I* a vve n ire tu tto rie n tre rà nelle condizioni n o rm a li, e che i conti d e ll’ A frica a rrive ran n o al Parlam ento, come tu tti g li a ltr i dello Stato, dopo essere stati, nei te rm in i v o lu ti dalla legge, v e rific a ti dalla Corte dei C onti.

La riforma della « valuta » in Austria Unghe­

ria. — L ’ avv. E . L o rin i ha mandato al Popolo Ro­

mano una notizia, che ci pare u tile rip ro d u rre , in ­ torno a un docum ento che si rife risce alla rifo rm a m onetaria com piuta in A ustria U ng he ria . E g li scrive: Quando il governo danubiano com piè il prim o passo verso la sua rifo rm a d i v a lu ta , aveva in c ir ­ colazione 312 m ilio n i di fio rin i di carta, g ara n titi da entram bi g li S tati della m onarchia. D i questi 3 12 m ilio n i; ben 2 0 0 furono ritira ti dalla c irc o la ­ z io n e ; ma ne rim asero 112, con accanto a ltri 100 • m ilio n i di fio rin i in tanti B uoni del Tesoro, salva- guardati da una speciale ipoteca presa su delle sa­ line e ra ria li.

Questo debito flu ttu a n te ven iva a c o s titu ire una delle catene più g ra v i strette al piede d e ll’ Im pero, nel suo cam m ino verso la com pleta rifo rm a mone­ taria. E già colle leggi d e ll’ agosto 92 non solo si invitava il m in is tro delle finanze a prendere oppor­ tu n i p rovved im e nti onde a lle g ge rire il gravam e, ma lo si autorizzava aucbe a com in ciare a con vertire detti buoni in ta n ti b ig lie tti di Stato. Autorizzazione che non fu approvata da q ua nti ci occupam m o al­ lora con coscienza scientifica della questione, scon­ sigliando il governo a seguirla e m ostrando i vizi ed i p e rico li che esso richiedeva.

M i è q u in d i p articola rm e n te grato il constatare ora, che non solo il M inistero delle Finanze am ­ m ortizzò poco a poco nel frattem po 3 0 m ilio n i di detti buoni, ma con un u ltim o m anifesto fu g io rn i sono reso noto di esser stato operato il r itir o di a ltri 20 m ilio n i. Non rim angono così che 50 m ilio n i di fio rin i, che il M inistero è autorizzato a conver­ tire in b ig lie tti di Stato. Però oggi, come allora, io auguro che ciò non avvenga ; sia perchè la c irc o ­ lazione di detti buoni ipotecati non è scesa m ai al di sotto di 32 m ilio n i di fio r in i, nè m ostrò, conte­ nuta in tale lim ite , di esseie disdegnata dal pub­ b lic o ; sia perchè già 10 m ilio n i di b uoni sono nel portafoglio della Cassa postale d i ris p a rm io , per cui l’ eccedenza oggi può tu tt’ al p iù considerarsi d i 8 m i­ lio n i di fio rin i, che potranno con un nuovo sforzo essere presto riscattati.

Ad ogni modo chiaro em erge, come m algrado le ostruzioni parlam entari I* opera della rifo rm a mone­ taria a ustro-un ga rica co n tin u i e con un savio in d i­ rizzo ; poiché questo stesso riscatto di 5 0 m ilio n i di b uo ni sulle saline fu com piuto senza ric o rre re a n u o vi prestiti di sorta.

I l prospetto com parativo poi della Banca Im p.

d’ emissione, pubblicatosi g io rn i addietro, c on ferm a questo stato d i cose e da esso con piacere si desum e.

SI dicembre

a) riserva aurea . . mil. fior. r. a. 155,3 359,4

b) lettere di cambio con­

vertibili in oro. . . . » » 12,5 6,7

mil. fior r. a. 167,8 366,1 c) riserva in argento. . » ' » 139,2 123,9

mil. fior, r a. 307,0 490,0

d) biglietti di banca in ciré. » » 507,8 737,5

ciò che presenta un ra pp o rto della ris e rv a -o ro alla emissione cartacea del 4 9 ,7 7 p e rc e n to e come que­ sto salga al 6 6 ,4 4 per cento, se si tien conto d e l- 1’ argento depositato nelle casse della stessa Banca.

I vini italiani in Germania. — L’enotecnico

governativo italiano a B e rlin o , sig. Alessandro P lo tti, ha in v ia to al G overno un rapporto s u ll’ im portazione del vino in Germ ania nel q uin qu en nio 1 8 9 3 -9 7 che è interessante, specie dal punto di vista della non lontana scadenza del nostro trattato di com m ercio colla G erm ania.

È evidente, egli scrive, la grande dim inuzione v erifica ta si nella fo rn itu ra del vin o in fusti italia no al dazio di 20 m a rchi, senza che un compenso sia stato ottenuto nella contribuzione degli a ltri v in i, come del vino rosso da taglio. U n certo vantaggio il nostro paese ha avuto soltanto mandando in G er­ mania una quantità m aggiore di uva pigiata da vino. La G erm ania r it ir ò in m aggiori proporzioni dalla Francia il vino rosso da tag lio, il vin o in b o ttig lia e il vin o spum ante; decresce invece la domanda del vin o francese in fusto, che, come è facile im m a gi­ narsi, viene sostituito (sem pre parlando dei crus a prezzo lim ita to ) dalle m iscele che q u i si preparano in scala sempre p iù larga, innalzando i v in i rossi della Mosella coi v in i da taglio im p o rta ti.

La G erm ania non ha oggi colla Spagna una con­ venzione speciale, sicché tu tti i suoi v in i in fusti pagano il dazio di 24 m a rchi. Se q ue i v in i da taglio avessero l ’ eguale trattam ento degli ita lia n i, si ve ­ drebbe certo l ’ esigua cifra elevarsi in modo consi­ derevole.

L ’ A u s tria -U n g h e ria dim inu isce progressivam ente la sua con trib u zio n e del v in o in fusti, senza ohe essa venga compensata con un com m ercio di v in i d’ altra natura, nè coi v in i in b o ttig lia .

L ’IMMOBILIARE

Il nuovo C onsiglio d' am m inistrazione d e ll’ Im m o ­ b ilia re ha nom inato a presidente e a m m inistratore delegato d e ll’ Istitu to ric o s titu ito il com m . R om olo T itto n i, già curatore del fallim e nto .

In adem pim ento dei patti del concordato, il C o n ­ s iglio stesso inform a i sign ori C re d ito ri riconosciuti e d efinitivam ente ammessi, siano o bbligatari o chi- ro g ra fa ri, che sopra i lo ro c re d iti sarà pagato, se­ condo la form ola del concordato, il 33 ° /0 in co n ­ tan ti presso le sedi della Banca C om m erciale Ita ­ liana in R om a, N ap oli, Firenze, M ilano, Genova, T o rin o, alle seguenti epoche, e cioè :

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58

L’ E C O N O M I S T A

22 gennaio 1899

23 °/0 a saldo, sei mesi dopo il pagamento del suddetto IO °/0 e così a com inciare dal 23 lu ­ g lio 1 89 9.

1 s ig n o ri C re d ito ri hanno la facoltà di chiedere invece" del suddetto 33 °/0 in contanti, la c o n v e r­ sione dei loro c re d ili nelle somme e v a lo ri seguenti, e cioè.

2 ° / 0 in contanti pagabili al cambio degli antichi tito li coi nuovi ;

25 ° / 0 in obbligazioni nuove da L . 2 5 0 , fru ì tan ti l ’ interesse annuo del 4 ° /0 con decorrenza dal 1 gennaio 1899, nette da ogni imposta, tassa o r i­ tenuta presente e fu tu ra , cogli interessi e i rim b o rsi pagabili in oro, così in Italia come a ll’ estero ;

25 °/0 in azioni nuove della Società in L . 250, intieram ente liberate, con d iritto ai d iv id e n d i dal 1* gennaio 1899.

Le domande di opzione devono essere proposte alla Sede della Società in Roma, Y ia del Corso 360, non più ta rd i del 23 febbraio 1899, ed ac­ compagnate dalla specificazione num erica dei tito li fatta in due separate distinte, eppure designando il cre dito con rife rim e n to al verbale di verifica .

La conversione non potrà farsi che m ediante pre­ sentazione e rila scio dei tito li come sopra specifi­ cati, secondo le disposizioni che saranno rese note con a ltro avviso del Consiglio, e non appena sa­ ranno p ron ti ì n u o vi tito li.

Decorso il term ine del 23 febbraio 1899 non sa­ ra nn o ammesse altre domande di opzione, ed i c re ­ d ito ri avranno d iritto soltanto al trattam ento del 33 °/B in contanti.

N ei casi nei quali non è possibile fare il con­ g uaglio esatto deH’ am montare dei c re d iti col 25 in nuove obbligazioni e col 25 •/ in nuove azioni, il c re d ito o le differenze saranno liq u id a ti in con­ ta n ti sulla base del 35 ° /0. Sarà però sempre in facoltà dei creditori di ottenere, o mediante il ver­ samento della differenza in contanti, o mediante riunione di crediti, il completamento del congua­ glio in titoli;

Con altro avviso g li attuali possessori delle an­ tiche azioni della Società saranno in v ita ti ad ese­ g u ire il deposito presso la cassa della Società per il cam bio di 1 azione nuova da L . 2 50 contro 10 vecchie azioni.

m

# *

In seguito a pratiche fatte e ad accordi presi col C onsiglio d’ A m m inistrazione, la Banca C om m erciale ita lia n a si è dichiarata disposta a pagare l’ in tie ro am m ontare del 33 % a com inciare dal 23 gen­ naio 189 9 a qualunque cre ditore che ne faccia r i ­ chiesta sotto deduzione del 2 ° / 0 (4 ° / 0 a ll’ anno) s u ll’ am m ontare del 23 ° / 0 del credito, che non dovrebbe diversam ente pagarsi se non a decorrere dal 23 lu g lio 1899.

Le opere pubbliche io Italia nel quadriennio 1899-1903

U no dei problem i, ai quali le successive a m m i­ nistra zion i dei la v o ri p ubblici hanno m aggiorm ente riv o lto la loro attenzione negli u ltim i anni, è stato q uello del consolidam ento della spesa straordinaria in rapporto alle condizioni della finanza ed alle le ­ g ittim e esigenze delle popolazioni.

A questo concetto si inform a il progetto di legge presentato d a ll’on. Lacava alla Camera, col quale si consolida in 51 m ilio n i circa la spesa strao rd ina ria del bilancio dei la v o ri p u b b lic i per il quadriennio dal 1 8 9 9 -9 0 0 al 1 9 0 2 -9 0 3 .

A costituire questo stanziamento con tribu isco no i c re d iti concessi a favore di talune opere da leggi antecedenti ed a lcuni n u o v i c re d iti per nuove opere, dei q ua li è domandata l’ autorizzazione col progetto stesso.

Questi n uovi cre diti am m ontano complessivamente a L . 5 7 ,7 0 0 ,0 0 0 , ma d i essi una parte soltanto — e p iù precisamente L . 4 2 ,4 7 6 ,0 0 0 — sarà spesa nel q ua drie n nio . D elle rim a n e n ti 1 5,22 4,0 00 , gra­ vano I’ esercizio in corso L . 4 ,0 0 0 ,0 0 0 e sono r i ­ p artite n e g li esercizi successivi al 1 9 0 2 -9 0 3 le altre 1 1 ,2 2 4 ,0 0 0 lire .

D i guisa che lo stanziamento com plessivo, che si tratta di approvare per il qua drie n nio in parola, ammonta a L . 2 0 4 ,9 7 9 ,0 7 6 , così rip a rtite :

P e r effetto

di leggi an te rio ri Nuovi crediti Totale

Lire Lire L ite

1899 9 0 0 .... 1900- 901. . . . 1901- 9 0 2 .... 19 0 2 - 9 0 3 .... 45,951,419 39,399,333 38,198,394 38,053,930 6,000,000 11.340.000 12.511.000 12.625.000 51,051,000 50,739,333 59,709,394 50,678,930 Totale 161,303,076 42,476,000 204,079,076

L e predette m aggiori spese rig u a rd a n o le seguenti opere :

а) M onum ento nazionale a V itto rio Em anuele L . 8 ,0 00 ,00 0 da rip a rtirs i in stanziamenti annui di L. 5 0 0 ,0 0 0 d a ll’ esercizio 1 8 9 9 -9 0 0 in poi, salva la facoltà alla Commissione Reale, che presiede alla costruzione del m onum ento, di p rocu ra rsi in anticipa, zione i fondiecessari per accelenrare i la v o ri, ferm o dovendo rim anere l’ onere del bilancio;

б) sistemazione e m iglioram ento di strade na ­ zionali L . 3 ,7 0 0 ,0 0 0 da spendersi in cinque eser­ cizi a p rin c ip ia re da quello 190 0-90 1 ;

c) esecuzione di opere m a rittim e L . 1 8 ,0 0 0 ,0 0 0 rip a rtite in otto esercizi a p rin c ip ia re da quello 1900-901 ;

d) con tribu to dello Stato alle casse p a trim o ­ n ia li fe rro via rie L . 2 8 ,0 0 0 ,0 0 0 da versarsi in rate di 4 m ilio n i ciascuna in sette esercizi a p rin c ip ia re da quello corrente 1 8 9 9 -9 0 0 .

In ordine al m onum ento nazionale a V itto rio E m a ­ nuele, la relazione del M in istro alla Camera info rm a che per il com pim ento d e ll’ opera occorreranno al- l ’ incirca a ltri 15 m ilio n i, dei quali, 7 da destinarsi a ll’ esecuzione di g ru p p i accessori e di decorazioni inte rn e - la v o ri non u rg e n ti n ello stretto senso della parola • potranno essere rin v ia ti; onde la domanda è lim ita ta agli 8 m ilio n i, assolutamente necessari a com piere le p arti essenziali del m onum ento.

Se la m aggior domanda avesse im p orta to un mag­ giore stanziamento annuo, vale a d ire un m aggior carico di bilancio, avrem m o capito I’ esitazione degli o norevoli M in is tri dei L a v o ri P u b b lic i e del Tesoro a chiedere l’ intera somm a d i q u in d ic i m ilio n i.

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