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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.26 (1899) n.1303, 23 aprile

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L’ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA. FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI P R IV A T I

Anno XXVI ■ Yol. XXX

Domenica 23 Aprile 1899

N. 1303

SPECULAZIONE E MERCATO

Ha fatto benissimo, a nostro avviso, l ’ on. M ag­ g io rin o F e rra ris ail insistere c o ll’ a rtico lo pubblicato n e ll’ u ltim o fascicolo della Nuova Antologia su quanto aveva scritto precedentemente e soprattutto n e ll’ af­ ferm are che non aveva riv o lte le sue considerazioni nè alla speculazione, nè alle Borse, ma agli abusi che, come tutte le umane m anifestazioni, l’ una e le a ltre comm ettono.

A noi pareva che quello che aveva scritto ne! prim o a rtico lo l ’ on. F e rra ris fosse così chiaro che non sappiamo com prendere per qual m o tiv o per­

sone serie e sensate, come quelle che hanno presa la parola in proposito, abbiano trovato conveniente d i spostare la questione e di discutere sulla u tilità della speculazione e delle Borse, la quale u tilità non era affatto in controversia e nessuno, che viva nel mondo moderno e conosca le sue esigenze, può disco­ noscere. N oi stessi in queste colonne, quando la stampa si scagliava contro i ribassisti, che erano d ip in ti q ua li arpie avide del male, abbiamo notato, che tali giudizi erano tem erari e p u e rili ad un tem po'; te m e ra ri, perchè a nessuno può essere im pedito di cercare d i com perare la sua m erce, i tito li, al m in o r prezzo possibile ; p u e rili, perchè il p red o m i­ nio dei ribassisti sul mercato significa solo che è assente od inoperosa la contropartita, quella dei r ia l­ zisti. È evidente in fa tti che se il p artito al ribasso tenta di spingere i l prezzo di u n tito lo al di sotto di ciò che in un dato momento ragionevolm ente non valga, se v i è chi veram ente abbia la convinzione che il ribasso sia eccessivo, si affretterebbe a com ­ perare il tito lo al basso prezzo, sicuro d i fare un buon im piego. Se pertanto, specie nelle esagerate oscillazioni, un partito al ribasso prevale, è perchè g li manca la contropartita, cioè un nucleo che creda esagerato il ribasso e lo fre n i entrando n e ll’ acquisto del titolo.

N oi q uin di non invochiam o, nè in questa nè in a ltre co n sim ili m aterie l’ inte rven to della legge per­ chè fre n i, m oderi, d is c ip lin i ; non solo la rite nia m o incapace ad im p ed ire il male senza im barazzare a n ­ che, e in proporzioni m a gg iori, il bene, ma la rite» niam o perciò appunto e per altre ra gio ni, tante volte esposte, dannosa. E ci pare che anche l ’ on. M . F e r­ ra ris non invo ch i esplicitam ente una legge che, come avviene in G erm ania, cerchi di lim ita re la specula­ zione ; soltanto, avverte che può avvenire che, ove il male d e ll’ abuso si mantenga o si esageri, un senti­ mento di reazione potrà suggerire, appunto come in G erm ania, disposizioni legislative che serviranno

poco a scemare il m ale, ma im p ed ira nn o anche la parte buona della funzione della speculazione e delle Borse.

A d ogni m odo sta u n fatto che nessuno può ne­ gare : da qualche tempo le Borse e la speculazione in Italia tentano di fa r capitalizzare al pubblico i tito li in d u s tria li ad un saggio di interesse che non può essere re m u ne ra tivo , e q u in d i n on può che creare delle illu s io n i pericolose.

È giusto e salutare pertanto che d iffra n te a questo tentativo, in parte riu s cito , della speculazione e delle Borse, sorgano coloro, che seguono e studiano i fe­ nom eni del m ercato, ad a v v e rtire i l pubblico della m anovra, affine di m ettere in g uardia coloro che sono p iù disposti a lasciarsi ingannare dalle apparenze. Im - j perocché, fin ta n to che i tito li, dei q u a li si gonfiano i prezzi, rim angono in mano quasi esclusivam ente della speculazione, il m ale è di breve durata e poco dannoso ; la speculazione a rdita , in genere, ha pochi c a p ita li e non può reggere lungam ente una posi­ zione fittiz ia ; g li speculatori a rd iti in fondo si in ­ gannano tra loro, e quando mancano lo ro i mezzi, è il ¡oro stesso grup p o che perde. Ma lo scopo della specula­ zione è evidentem ente d iv e rs o ; essa tende a spingere

rapidam ente in alto il prezzo di un tito lo ed a m an- tenervelo abbastanza perchè il pubblico lo creda un prezzo norm ale e lo a cquisti. I l tito lo A che vale 6 0 0 si spinge a 1500 con rapida m anovra ; poi cade anche a 1 00 0, a 9 0 0 ed il pubblico, che lo ha visto a 1500, crede d i fare un buon affare com perandolo a 9 0 0 ; la speculazione ci ha guadagnato 3 0 0 ; il p u b blico ci perderà a suo tempo 300.

Ora non contestiamo certo la libe rtà n ella specula­ zione di fare s im ili te n ta tiv i ; al postutto non fa | n u lla di diverso di chi vende per pura lana il tes­ suto di cotone ad un prezzo, che è la metà del costo della lana ed il doppio del costo del cotone. Ma non crediam o nemmeno contestabile il d iritto di c h i è in | grado di conoscere la situazione del m ercato ed il v a ­

lo re dei tito li, di a vv e rtire il pubblico delle m anovre degli speculatori ; e nem m eno il d iritto d i deplorare j che il denaro di Banche o di p riv a ti, che amano d i essere annoverati tra g li o peratori seri e di non es­ sere confusi colla speculazione a rdita , si presti a sorreggere una m anovra che tende ad accreditare, su vari tito li, un prezzo che è m olto m aggióre della lo ro effettiva ragionevole consistenza, ed a creare uno stato di cose sul m ercato, che diviene fonte di m o lti g ravissim i im pacci al complesso della economia del paese.

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23 aprile 1899

258 L* E C O N O M I S T A

verso le società anonime - avviene che non sia n e l­ l ’uso il sindacare le condizioni d i una società anonima e tentare di in d ica re i l valo re delle sue azioni. Si tra tta d i capitale e di interesse privato - si dice - e non deve esser lecito di esporre al pubblico giudizi che non si em etterebbero se si trattasse di un in ­ d ustriale singolo o di un singolo negoziante.

Questo però, a nostro avviso, è un pregiudizio. L ’ in d u stria le ed il negoziante singolo, appunto perchó tale, non deve essere norm alm ente discusso nella sua consistenza finanziaria, perchè non ha ra p p o rti col p ubblico, se non in quanto ad esso vende i suoi pro­

d o tti; tutto il rim anente rappresenta degli interessi rigorosam ente p riv a ti, sui q ua li si può am m ettere che non sia lecito in te rlo q u ire in pubblico. Ma in una società anonim a le cose procedono diversam ente: appunto perchó è anonim a, il suo capitale funziona indipendentem ente dalle persone, e q u in d i è da con­ side ra rsi come im personale; la responsabilità lim itata d eg li azionisti al solo capitale versato, fa sì che non e ntrin o in funzione g li in d iv id u i - d’ altronde mute- v o li - che possiedono le azioni, ma soltanto i capitali che essi hanno conferito. E siccome appunto questi capitali sono lan ciati nel pubblico e tra il pubblico variam ente si spandono, è, non solo possibile senza inco n ve n ie n ti, ma doveroso, per chi si occupa delle p ub bliche faccende, occuparsi dell’ andamento della azienda e della relazione che passa tra il prezzo delle azioni e la possibile rim unerazione che può essere data al capitale im piegato.

Sarebbe q u in d i u tile assai che in queste discus­ sioni sui prezzi dei tito li si abbandonassero le affer­ m azioni vaghe e generali e mettendo i p u n ti sugli

i

si indicassero col loro nome q u e lli che m eritano la at­ tenzione del p ubblico, perchè sia messo in guardia con tro le m anovre esagerate, della speculazione, e si analizzasse la situazione delle aziende rappresentate da quei tito li. N oi abbiamo fatto questo per alcune società, che ci parevano oggetto di p iù in g iu stifica to ria lz o , ed abbiamo cercato di dim ostrare che non po­ teva tale ria lzo essere causato da speranze di futu re e d u re v o li e cospicue rim u n era zion i del capitale, ma da in te n d im e n ti d i diversa natura.

L e recenti risultanze di alcune assemblee generali d i azionisti hanno dim ostrato che eravam o nel vero ; e se alcune egregie persone hanno creduto di com> perare ad alto prezzo delle azioni allo scopo d i avere la maggioranza nelle assemblee e di costitu ire una am m inistrazione a modo lo ro , crediam o che non v i sia n u lla da rid ire ; anzi, saremmo certo tu tti disposti ad a p p lau dirle se sapranno im p rim e re alla azienda un ind irizzo tale che possa rim u n e ra re adeguatamente quel capitale im piegato nella im presa, che i prezzi di borsa ind iche re bb ero raddoppiato e talvolta trip lica to . A ltra cosa sarebbe se g li inte nd im en ti fossero d ive rsi e se alle m anovre riv o lte ad alzare il prezzo si aggiungesse quella di alzare anche non prudente­ mente il dividendo, per m aggiorm ente in v o g lia re il p ub blico. Ma è a credersi che a questo punto le cose non a rrive ran n o, e che l’ opinione pubblica, in ogni caso, in v ig ile rà perchè non si ecceda la ■ m isura.

A m ia m o q u in d i, conchiudendo, d ich iarare, che colle nostre considerazioni, associandoci a quanto scrisse Ton. M . F e rra ris , non abbiamo v o lu to co m ­ battere la speculazione e le Borse invocando contro d i esse la severità della legge sulla quale, del resto, abbiam o lim ita ta fidu cia ; ma soltanto abbiamo v o ­

luto associarci a lam entare il danno che si fa al mercato ed alla economia in generale, capitalizzando tito li in d u s tria li aleatori ad un basso saggio di in ­ teresse; _ abbiamo v o lu to biasim are il capitale seno che fornisce alla speculazione i mezzi per esagerare sè stessa; — abbiamo v o lu to esprim ere il desiderio che si esam inino e si studino le situazioni delle m ag­ g io ri società anonim e con meno rig u a rd o d i quello

che si ò fatto finora, affine di illu m in a re il pubblico contro de! quale opera la esagerasene della specu­ lazione.

I I l V r i P R T T I D E T S r Z E

(a lla

Tribuna)

Il M in istro del Tesoro vorrebbe accusarci d i in e ­ sattezza perchè nel num ero del 16 co rr. abbiamo affer- mato che nel corrente esercizio non a rriv ò mai a sai- dare interam ente il debito verso le Banche, e perchè abbiamo afferm ato che la valuta m etallica disponibile era rid o tta a do m ilio n i. E fa s crive re alla Tribuna che la dim ostrazione de! nostro e rro re sta nella situ a ­ zione del Tesoro del 31 marzo.

L ’ on. M in istro del Tesoro è im p ru de nte, perche c i provoca ad una discussione che c i potrebbe far d i­ m enticare quella discrezione che noi abbiamo sempre seguito nel discutere della cosa pubblica.

P otrem m o d ir g li che la situazione del Tesoro 31 marzo è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 18 a p rile e q u in d i non era nota il 16 a prile ; potrem m o anche d irg li che le stesse nostre precise afferm azioni si trovano a pag. 16 della relazione d e l- l’ on. B oselli sulla legge per l’ assestamento del b i­ lancio * *), ma amiamo m eglio ripetere che manteniam o per filo e per segno il nostro asserto, il quale risponde

perfettamente alla verità 2).

N elle nostre b revi considerazioni non avevamo fatto colpa d i ta li fatti a ll’ on. M in istro , che è v i t ­ tim a , non fattore, alm eno in gran parte, d i una situa­ zione del Tesoro, prodotto di a vve nim e nti com plessi; ma se l ’ on. M in istro desidera che, per corroborare la poca fede che abbiamo nella sua sagacia, andiamo investigando m inutam ente i suoi a tti, nella situa­

zione del Tesoro, non mancherem o di farlo con

*) « Nel corrente esercizio il tesoro non saldo mai « intieramente il suo debito verso le Banche per le « anticipazioni statutarie, nemmeno nei momenti pe- « riodici in cui è maggiore la disponibilità dei

«m ezzi... .

« La disponibilità della valuta metallica, coperti < con essa per centodieci milioni i buoni di cassa e « per novanta milioni i biglietti di Stato, è ridotta « a circa 15 milioni. » (Atti Parlamentari, legislatura

X X seconda sessione, stampato N. 137 A.

*) Dal giugno 1898 al 28 febbraio 1899 le situa­ zioni del Tesoro accusano le seguenti anticipazioni statutarie fatte dalle Banche al Tesoro :

30 giugno 31 luglio 31 agosto 30 settembre 31 ottobre

Ancora il 20 marzo adunque la situazione delle banche indicava che erano sempre vigenti le anticipazioni

statutarie al Tesoro.

milioni 38 30 novembre milioni 20

» 95 31 dicembre » 20

» 56 31 gennaio » 60

» 60 28 febbraio » 27

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23 aprile 1899 L ’ E C O N O M I S T A 259 quella diligenza che cerchiam o di im piegare sempre

in ta li ricerche.

Siam o abituati da tan ti anni a leggere la situa­ zione del Tesoro, che non ci sfuggono i m utam enti di essa ; l’ on. M in istro non deve credere che il si­ lenzio voglia significare sempre inconsapevolezza dei fatti. — A bbiam o parlato questa volta perchè l’ on. Bo- selli ha creduto di rendere p u b b lici i fatti in una relazione parlam entare ; ma il M in istro non voglia provocare più m inute in d a g in i.

FINANZA INGLESE

Il disavanzo ha fatto la sua comparsa anche nella finanza pubblica del paese sinora m eglio a m m inistrato. Ma era facile prevedere Che ciò doveva succedere, un momento o l ’ a ltro , anche per l’ In g h ilte rra , perchè l’ aumento delle spese, specie m ilita ri, v i ha preso u n andamento non dissim ile da q uello che si è potuto notare negli u ltim i anni n eg li Stati del continente. | E come in questo così in In g h ilte rra g li effetti delle m a gg iori spese non possono essere che disastrosi L a 'm a rin a m ilita re , sopratutto, n e ll’ esercizio testé com inciato richiede, una spesa sensibilm ente m aggiore e v i determ ina un disavanzo non lieve, al quale il C ancelliere dello Scacchiere ha v o lu to provvedere con mezzi che sono g iu d ica ti a b ili, se non in tutto lo ­ devoli. P rim a ancora di considerare l’ esercizio at­ tuale e di vedere come si provvede al suo probabile disavanzo, è u tile ferm arsi un m om ento a ll’ esercizio chiuso col 3 t marzo u. s.

L ’ entrata pel 4 8 9 8 -9 9 era stata preveduta in 107,44 0,000 sterline e le riscossioni raggiunsero | 4 08 .3 36 .00 0 ste rlin e, con 1’ aum ento d i st. 4 ,2 26 ,00 0 | derivante per o ltre la metà dalle tasse di succes­ sione. Le spese previste in 4 0 6 ,9 3 3 ,0 0 0 sterline sa- j liro n o a 4 0 8 ,4 5 0 ,0 0 0 , lasciando così un avanzo di I 4 86 .0 00 sterline. D i notevole n e ll’ esercizio chiuso non c’ è veram ente che l ’ aum ento sia d elle entrate che delle spese sulle p revision i, il m in o r gettito r i ­ spetto alle p revisioni delle dogane e d e ll’ imposta fon dia ria , il ricorso sempre crescente alle spese supplem entari. Ma è anche degno di nota il fatto che, secondo s c ritto ri e p erio dici autorevo li, la spesa di o ltre 408 m ilio n i di sterline (o ltre 2 m ilia rd i e I tre q uarti di lire) è inco m p a tib ile col vigente sistema ] trib u ta rio , e che basterebbe una re strizio n e nel get­ tito di qualche imposta, per sua natura variab ile, perchè anche sulle basi del b ilancio trascorso non j si possa avere una finanza solida.

R iguardo al nuovo esercizio finanziario, la spesa i prevista in 4 4 2 ,9 2 7 ,0 0 0 sterline non era coperta che d a ll’ entrata prevista di 4 4 0 ,2 87 ,00 0, sterline sicché v i era da provvedere al disavanzo d i 2 ,6 4 0 ,0 0 0 sterline. Questa somma il M in istro propose di tro v a rla : 4° r i ­ ducendo il fondo d ’ am m ortam ento da 25 m ilio n i di sterline a 23 m ilio n i, ed è questo il punto fondà*- m entale ; 2° aumentando la tassa di b ollo , e crean­ done una nuova sui v a lo ri esteri e co lo n ia li che si negoziano in In g h ilte rra ; 3° alzando il dazio sui v in i a 4 scellino e 6 pence al gallone pei v in i su p e rio ri ai 30 g rad i d’ alcool e a 3 sce llini q uello sui v in i tra 30 e 42 g rad i, e portando a 2 s c e llin i e mezzo la sopratassa sui v in i spum anti. Da questi aum enti i l M in istro spera di ric a va re 8 7 0 ,0 0 0 ste rlin e, le q u a li lo mettono in grado di pareggiare le partite

d e ll’ esercizio in corso, anzi d i ottenere un piccolo avanzo, previsto precisam ente in 2 3 0 ,0 0 0 sterline.

In fa tti, economizzando sulla spesa per interessi e a m m ortam enti 2 m ilio n i di s te rlin e, la spesa to­ tale si rid u c e a 4 4 0 ,92 7,0 00 sterline, m entre l’ en­ trata, in seguito agli aum enti di im poste in d ire tte già accennati, si eleva a 4 1 4 ,4 3 7 ,0 0 0 .

I l bilancio di previsione pel 1 8 9 9 -1 9 0 0 ris u lta , adunque, nel seguente m o do :

Previsioni Riscossioni E n t r a t a ,

pel 1899-1900 nel 1898-1899 Sterline Sterline

Bollo... Imposta sui terren i... Id. sui fabbricati... Id. sul reddito (In co in e ta x ) . .

21.770.000 29.850.000 11,150,0' 0 8.050.000 800,000 1.650.000 18,300, v 00 2', 850,000 20,200,000 11,40o,000 7.600.000 770,000 1.600.000 18,000,000 Totale delle imposte . . . 91,570,000 89,450 000 T e le g r a fo ...

Demanio im m ob ilia re... Dividendo delle Azioni del Canale

di Suez e di altri prestiti Entrate d iv e r s e ... 13,2 0,000 3.300.000 450.000 787.000 1.850.000 12,710,000 3.150.000 430.000 713.000 1.883.000 Entrata t o ta le ... 111,157,000 108,336,000 Previsioni Pagamenti S p e s a pel 1899-1900 nel 1898-1899 Sterline Steri ine Spese sul fondo consolidato :

Servizio del Debito nazionale . . Altri s e r v i z i ...

23,000,000 2,750,000

25,000,000 2,044,000 Totale delle spese sul fondo consolid. 25,750,000 27,044,000 Esercito...

M arina... Servizi c i v i l i ... Spese di riscossione delle imposte . Posta ... Telegrafo . * ... Servizio dei p a cch i...

20.617.000 26.595.000 22.180.000 2-813,000 8.553.000 3.638.000 781,000 20,000,000 24.068.000 22.025.000 2,816,(00 8,030,1)00 3,347,000 820,000 Totale della Spesa. . . . 110,927,000 108,150,000

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260 L ’ E C O N O M I S T A 23 aprile 1899 R elativam ente ai m aggiori dazi sui v in i si noia

che la proposta del m in istro pare colpisca special- mente i v in i francesi, la cui im portazione ra pp re ­ senta un valo re di tre m ilio n i e mezzo d i sterline. Nè manca chi scorge in quella proposta u n com ­ m ento singolare alla convenzione anglo-francese del 21 marzo u. s. (vedasi I’ Economista n. 1300) e dice che il governo inglese ha voluto usar rappre­ saglia per le vessazioni a cui le autorità francesi sottopongono il com m ercio b ritta n n ico al Madagascar, m algrado le reiterate proteste di L o rd S alisb ury. C om unque sia di ciò, è certo che l ’Economist de­ plora il ling u ag gio del m in istro , per aver egli par­ lato dei dazi bassi che attualm ente sono a p p lica ti ai v in i, come se fossero stati sta b iliti per ottenere van­ taggi di ta riffe dai paesi che producono il vin o . Ciò equivaleva, dice il periodico d i L o n d ra , a dare a l- l ’ aum ento proposto 1’ apparenza d i una tariffa di rappresaglia per quei paesi ; e questo realm ente non sarebbe, perchè il m in istro ha giustificato l ’aumento del dazio sul v in o osservando che l’ alcool del vino è tassato in m isura p iù m ite d e ll’ alcool puro. Ma 10 stesso fatto può notarsi per la b irra e non si capisce q u in d i perchè il dazio sulla b irra non sia stato m odificato, m entre un aumento anche non m olto forte avrebbe procurato una m aggiore entrata così da re ndere meno necessario d i d im in u ire il fondo di am m ortam ento del debito pubblico.

È su questo punto che le c ritic h e si sono fatte p iù v iv e e in siste n ti. Il cancelliere dello scacchiere addusse v a ri argom enti per dim ostrare, a parte le circostanze speciali del m om ento che la rendono opportuna, la convenienza d’ andare a rile n to nella estinzione del D ebito, giacché qual u tile può avere 11 Tesoro a com perare consolidato con un aggio di 10 o 11 per cento? In o ltre i l servizio degli inte­ ressi diviene sempre meno gravoso, perchè l ’ inte­ resse del debito già rid o tto al 2 3 |4 per cento dal Goschen scenderà' fra qua ttro anni al 2 1|2 per cento. Nel 1902 e nel 1 90 4 scadrà una gran parte delle annualità a term ine ( terminatole annuities) e dopo il 1 92 3 il consolidato potrà essere riscattato alla p a ri. In tali condizioni è certo che la riduzione del fondo d’ am m ortam ento presenta inconvenienti meno g ravi ; ma è anche chiaro che se le spese m i­ lita r i dovessero aum entare nuovam ente, non sarebbe possibile una u lte rio re riduzione del fondo d’ a m m o r­ tam ento ( sinking fund) senza che il credito pubblico inglese avesse a so ffrirn e .

Le proposte del C ancelliere dello scacchiere furono approvate dalla Camera dei C om uni nella seduta di venerdì della settimana precedente cosicché alla speculazione non fu lasciato il tempo di prevenirne in parte g li effe tti. Ma I’ approvazione im m ediata d i quelle proposte non toglie che anche per l’ In ­ g h ilte rra esista un problem a trib u ta rio . Basterebbe a p ro v a rlo la serie di a rtic o li pubblicati d i recente dal Times, il quale si è ch ia rito in favore di una sosta nella espansione delle imposte d irette e d i un m a gg ior rico rso alle in d ire tte , ed è certam ente su queste che dovranno far calcolo i fu tu ri m in is tri delle finanze. S u questo punto avrem o agio di to r- ’ nare in a ltro m om ento, a proposito delle tendenze che si manifestano rig ua rd o alle rifo rm e trib u ta rie in In g h ilte rra .

L’iitalria M ie costruzioni navali nel 1898

I l m ovim ento com m erciale internazionale è stato nel passato anno m olto p iù im portante che negli anni precedenti e la in d u stria delle costruzioni na­ va li ha avuto per ripercussione una m aggiore _ a ttiv ità . Secondo le statistiche del L lo y d , i ca n tie ri della G ran B re t 'gna e d e ll’ Irlanda hanno varato, nel corso del 1898, 7(Ì1 navi m e rca n tili aventi una stazzatura lorda di 1 ,3 67 ,57 0 tonnellate. Se a q u e ­ sta cifra si aggiunge quella delle navi da guerra si ottengono 1 ,6 1 0 ,0 0 0 tonnellate. Ma anche conside­ rando soltanto la flotta m ercantile la cifra del 1898 eccede di 151 ,0 00 tonn. quella della annata del periodo anteriore più prospera, ossia del 1889, di 2 08 ,0 00 , quella del 189 6 e di 4 1 5 ,0 0 0 quella del 1897, anno che fu turba to dal grande sciopero dei m eccanici inglesi. Quanto alla produzione di navi da guerra essa è raddoppiata relativam ente a ciascuno dei due anni precedenti. Il Regno U nito è n a tu ra l­ mente il centro p rincipale delle costruzioni m a rittim e del mondo ; i C an tie ri continentali am ericani non sono stati però meno fo rn iti d i lavoro, come può v e ­ dersi da queste c ifre date da L lo y d :

Navi Tonnellaggio Stati Uniti . . . 170 240,408 Germania. . . . 114 168,405 Francia . . . . 57 101,718 Russia . . . 21 31,938 Paesi Bassi. . . 34 30,294 Italia . . . 21 29,306 Colonie inglesi . 70 25,021 Norvegia . . . . 29 25,670 Svezia . . . 10 12, 985 Danimarca . . . 17 12, 703

Il tonnellaggio totale delle navi varate nel mondo in tie ro , eccetto le Isole B rita n n ich e , ammonta a 701,091 tonn. ossia meno della metà della p ro d u ­ zione del Regno U n ito la cui preponderanza resulta così in modo evidente.

L ’ in d u stria m a rittim a britannica, o ltre ad essere m olto p iù considerevole di quella di alcun altro paese al m ondo, è pure m olto p iù variata : navi da guerra d i ogni tipo, vapori ra p id i per passeggieri, grandi e piccoli cargo-boats, insom m a essa costruisce navi d ’ogni g en ere; talvolta, anzi, costruisce senza precedente com m issione, per pura speculazione, sicura com ’ è di trovare facilm ente da vendere i suoi prodotti. D ando alim ento alle flo tte com m erciali di tutto il m ondo, stim olata dalla concorrenza che si fanno tra loro, i ca n tie ri inglesi, scozzesi, irlandesi sono sem­ pre atte nti a realizzare tu tti i progressi possibili ed è dallo studio dei loro la v o ri che è possibile re n ­ dersi conto delle trasform azioni che subisce tu tti i g io rn i la m arina m e rcan tile e le sue tendenze at­ tu a li. Da questo punto d i vista i ris u lta ti del 189 8 sono particolarm ente interessanti.

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23 aprile 1899 L’ E C O N O M I S T A

U n ito . La tendenza alla ooncentrazione dei trasporti per mare, a ll’ im piego di unità meno num erose, ma sempre più considerevoli, non pare v ic in o ad a r­ re s ta rs i; si rico rd a il famoso Great Eastern, nave di 200 m etri di lunghezza, varata sono circa 20 anni, che a q u e ll’ epoca parve un m ostro, e costituiva, del resto, un esperim ento prem aturo che i mezzi di cui l ’ ind u stria disponeva allora non perm isero di con­ d u rre a te rm in e ; tanto che, fin ì per servire da tra ­ sporto pei cavi sottom a rin i. Ma l’ Oceania, nave va­ rata dalla White Star Line, pel servizio da L i ver- pool a Nuova Y o rk , è aucor p iù considerevole del

Great Eastern, del Kaiser Wilhelm der Grosse,

enorm e prodotto dei cantieri g erm an ici, perchè le dim ensioni del nuovo transatfantico inglese sono: 2 2 0 m e tri di lunghezza, 1 7,00 0 tonn. di stazza. La sostituzione d e ll’ acciaio al ferro è una delle cause che hanno fa cilitato la costruzione di q uelle navi gigantesche; il 99 per cento del tonnellaggio uscito dai cantieri del Regno U n ito nel 1898 è stato co­ s tru ito in a c c ia io ; 1 per cento soltanto in fe rro ; questo è relegato al rango in cui era messo in pas­ sato il legno, e non è più adoperato che per le piccole navi di 2 50 tonnellate al più.

U n a ltro carattere im portante della evoluzione della industria m a rittim a britannica nel 1898 è la scomparsa quasi completa dei v e lie ri, 17 navi di questa categoria, di una stazzatura totale di -4253 tonnellate soltanto, sono state varate nel 1 8 9 8 . Questo equivale appena a 0.3 per cento del totale d elle costruzioni. In tutta la Scozia, dove dai ca n tie ri di G reenock uscivano di solito n eg li u ltim i anni v e ­ lie ri in num ero notevole, non ne è stato costruito l’ anno scorso che uno di un tonnellaggio piuttosto alto. Forse che la resurrezione della m arina a vela, modernizzata c o ll’ adozione dello scafo in ferro e in acciaio, colla installazione d i m otori a vapore per la m anovra delle vele sarebbe al suo te rm in e ? É possibile e il fatto m erita d’ essere notato, nel mo­ mento in cui in alcuni paesi come in Italia e in F rancia si pensa a rifo rm a re la legislazione sui prem i alla m arina m ercantile.

Le imprese per le costruzioni m a rittim e nel Regno U n ito sono assai num erose; prendendo in conside­ razione soltanto le più im p o rta n ti, si trovano 26 can­ tie ri che hanno prodotto ciascuno p iù di 20,000 to n n e lla te ; fra queste 26 grandi im prese, 4 hanno dato da 4 0,00 0 a 50,00 0 tonn., e 5 hanno sorpas­ sato le 5 0 ,0 0 0 ; ecco, secondo lo Statist di L o n d ra , q ua l’ è stata la stazzatura totale dei bastim en ti va ­ ra ti in questi u ltim i can tieri, comprese le navi da g u e rra :

Tonnellaggio

1898 1897

W . Gray e C. a Hrtlerpool . . . . 72,323 47,462 C. S. Swan e Hunter a Wallsend. . 68,696 48,570 Harland e .Wolff a Belfast... 67,905 84,240 Sir W. G. Armstrong a O. Newcastie 54,379 29,^42 Workman Clark e C. Belfast. . . . 53,475 24,743

P er tutta la Scozia il tonnellaggio totale ammonta a 4 66 ,8 32 tonn. contro 3 7 1 ,7 4 5 nel 1897.

G li arsenali della m arina dello Stato hanno co ­ s tru ito 73,09 0 tonn. di cui 4 corazzate, un in cro cia ­ tore di p rim a classe, 3 in c ro c ia to ri di terza classe e 2 sloops, ossia in tutto 9 v a s c e lli; come ton ne l­ laggio e come num ero questa produzione è identica a quella del 1896, ma assai superiore a quella di qualsiasi altra anno. Le prospettive della ind u stria m a rittim a b rita n n ica pel 1899 non sono meno b

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la u ti. Nel solo bacino della G lyde i ca n tie ri hanno com inciato l’ annata con o rdin azio ni per 5 6 0 ,0 00 tonn.; ossia circa 100 ,0 00 tonn. più della lo ro produzione del passato anno e 1 5 0 ,0 00 in p iù delle o rdinazioni avute al p rin cip io del 1898. I l num ero delle navi in costruzione al I o gennaio u. s. era di 586 e la loro stazzatura di 1 ,4 0 1 ,0 8 7 tonn. con tro 505 navi e 1 ,013,319 tonn. I’ anno scorso alla stessa epoca. T u tto concorre dunque a fa r rite ne re che il 1899 sarà una buona annata per questa in d u stria .

Se dal Regno U nito si passa ad a ltri paesi non si ritro v a la medesima a ttiv ità ; del resto tutte le m arine del mondo si forniscon o in parte dai can­ tie ri b rita n n ic i, perchè 22 per cento delle loro co­ struzioni in navi di com m ercio erano destinate per l’ estero ; 4 4 ,0 0 0 tonn. per la D an im arca , a ltrettanto per la N orvegia e dopo questi due paesi scandinavi la Russia, la G erm ania, il Giappone, i Paesi Bassi sono i m ig lio ri clie n ti della G ran B rettagna. In o ltre 13 navi sono state costruite per le m a rin e di Stati di vari paesi, di cui 6 stazzavano 3 5 ,0 0 0 tonn. pel Giappone. F ra i cantieri d e ll’E uropa continentale che si sono m ostrati p iù a ttiv i nel 1898 v i sono q u e lli della G erm ania. La casa B loh m e Voes di A m burgo riva leg gia quasi coi g ra n d i c o s tru tto ri ed ha varato 42,337 tonn. essa ha com m issioni in questo m o ­ mento per 6 5,00 0 tonn. In Francia I’ avvenim ento p iù notevole d e ll’ anno è stato il v a ro alla C iotat d i due grandi vapori di 6 5 0 0 per le Messageries ma-

ritimes.

A ll’ a ltro capo del m ondo, il Giappone non si m o­ stra meno intraprendente rig u a rd o alle costruzioni navali di q uello che lo sia in a ltri ra m i d’ industria. F in ora si era accontentato di c o stru ire p rin c ip a l­ mente a Osaka m olti p iccoli vapori d i alcune ce n ­ tinaia d i tonn., talvolta d i 60 o 80 pel cabotaggio nel mare inte rn o. Quest’ anno ha costru ito una nave di 1500 tonn. una di 2 7 0 0 e un ’ altra di 6 0 0 0 ; come vedesi il p rin c ip io è abbastanza notevole. Ma sono g li S tati U n iti q u e lli che seguono più da v i­ cino la G ran B rettagna. E non si può dubitare che la produzione navale am ericana aum enterà in un avvenire prossim o, perchè le m aterie p rim e , le plac­ che e le barre d’ acciaio sono oggi a m ig lio r m e r­ cato in A m erica che nella stessa In g h ilte rra ; g li A m e rican i possono, se vog lion o, c o s tru irs i una grande m arina m ercantile e specialmente ora che si sono lanciati nella via della espansione coloniale, ora che ! il loro com m ercio di esportazione diventa sempre

p iù considerevole è probabile che lo v orra nn o. Quanto a ll’ Europa continentale essa non potrà m ai lottare con la m eravigliosa a ttiv ità dei c a n tie ri b rita n n ic i, fa v o riti dalle circostanze n a tu ra li ecce­ zionali, non meno che d a ll’essere già in possesso di una posizione fortissim a. Invece di v o le r competere con loro sarebbe p iù saggio per a lcu n i paesi di approfittare della loro eccellente organizzazione e d e l­ l’ im pulso che v i dà al progresso lo stim olo di un ’ at­ tiva concorrenza.

Il Bilancio 1898 iella Banca ii Francia

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che in questo p rim o esercizio la Banca dovesse p ro ­ cedere m olto oculata per non vedersi v ittim a di sorprese.

Il G overno ed il P arlam ento francese allargando la sfera di azione e di influenza della Banca, hanno volu to che essa potesse portare i benefìci d e ll’ opera sua più estesamente e p iù intensamente che fosse possibile ; spettava q u in d i alla Banca di apparec­ chiare la sua nuova organizzazione in modo che trovasse nei m aggiori sforzi e nella m aggiore re ­ sponsabilità u n adeguato compenso.

A suo tempo abbiamo fatto conoscere ai le tto ri q u a li fossero le disposizioni p rin c ip a li della nuova convenzione corsa tra lo Stalo e la Banca di F ra n ­ cia ; non è q u in d i il caso di ripetere o di rias­ sum ere qui cose già note, come pure non è il caso di cercare nel bilancio del prim o anno g li effetti di leggi e d i disposizioni che non tutte furon o subito applicate, e ad ogni modo non fanno vedere in un p rim o anno le loro n o rm a li risultanze.

D iam o q u in d i senz’ a ltro uno sguardo ai ris u lta ti d e ll’ esercizio 1898.

L e operazioni p rod u ttive della Banca di Francia hanno segnato un aumento causato dalla ripresa in genere d eg li affari e che si è p ureverificato nei b ila n ci d i a ltri g randi Is titu ti. Da 15.3 m ilia rd i del 1897 le operazioni sono salite a 16.S m ilia rd i ; u n aum ento q u in d i di o ltre un m ilia rd o ; aumen­ tarono lo sconto di 667 m ilio n i; le anticipazioni su tito li di 1 6 8 m ilio n i; i vaglia cam b iari e tito li analoghi di 4.36 m ilio n i ; le operazioni sui m etalli preziosi di 4.2 m ilio n i; — d im in u iro n o leggerm ente g li effetti per incasso d i 13 m ilio n i e le a nticip a ­ zioni su verghe e monete di 3 2 .4 m ilio n i.

O ltre a questi 16 m ilia rd i e mezzo di operazioni p ro d u ttiv e , la Banca ha com piuto gratuitam ente per la sua clientela e per il servizio di cassa eseguito senza compenso per conto del Tesoro, a ltri 6 m i­ lia rd i e mezzo di operazioni con un aumento di 31 m ilio n i e mezzo su ll’ anno precedente.

Le rise rve m etalliche della Banca da 3 ,1 50 ,70 0,0 00 sono scese a 3 ,0 2 3 ,9 0 0 ,0 0 0 con una dim inuzione di 1 26 ,8 00 ,00 0 dovuta interam ente alla rise rva oro. L o scarso raccolto del 1897 ha obbligato anche la F ran cia ad una annua im portazione di cereali che p e r la m aggior parte vennero pagati a gli Stati U n iti; e a ciò viene a ttrib u ita la dim inuzione della ris e rv a - oro. L a m aggior tensione si è manifestata n e ll’ o tto ­ bre nel qual mese la Banca aumentò il saggio dello sconto « le seul rém ède qu’ en pareil cas conseille l ’ esperience », dice la relazione degli a m m in is tra to ri, ed il p rovvedim ento ebbe 1’ effetto atteso, poiché il cam bio abbassò, ed alla fine d e ll’ anno rito rn ò allo stato norm ale.

Ecco i m o vim e n ti della rise rva della Banca di F ra n cia :

Massimo Minimo Medio

O r o ...(m ilio n i) 1 ,9 59 1 ,819 1,875 O ro e argento » 3 ,1 7 0 3 ,0 3 4 3,100 Segnaliam o a gli studiosi questo passo della re la ­ zione nel saggio dello sconto che sembra quasi espri­ m ere il desiderio di una intesa delle p rin c ip a li Ban­ che di em issioni per regolare il m ovim ento del prezzo del denaro. Come è noto il saggio dello sconto fu portato il 2 0 ottobre 1898 al 3 per cento, e, dice la relazione : « le c on dizion i del m er­

cato ci hanno fatto un obbligo di questo aumento, solo mezzo conosciuto per difendere le riserve ; alla data in cui noi abbiam o preso tale procedim ento, il saggio era del 4 per cento alla Banca d’ In g h il­ terra, del 5 per cento alla Banca di G erm ania, e poco dopo al 6 per cento. Una sim ile differenza tra il prezzo del danaro in Francia, in In g h ilte rra ed in Germ ania ebbe m o lti effetti d eplorevoli, special- ménte quello di fare, da dovunque, convergere alla F rancia le domande di credito dal di fu o ri. N o i dovem m o q u in d i salvaguardare la nostra situazione così m inacciata ; però il nostro saggio di sconto è in fe rio re ancora a q u e llo delle a ltre g ran d i Banche di E uropa. »

L o sconto nel 1898 si elevò ad 1 1 ,0 2 2 ,0 8 3 ,2 0 0 con un aum ento, come già si disse, di 6 67 m ilio n i s u l­ l’ anno precedente, m algrado non v i sia stato nes­ suna grande operazione finanziaria. D i questa enorm e cifra di sconti P arigi ne ha fo rn iti 5 ,2 0 0 ,9 9 2 ,9 0 0 con aum ento di 341 m ilio n i e mezzo.

I 5 ,8 2 0 ,7 8 6 effetti scontati si d ivid evan o : al disotto di fra nchi 10 . N . 190,020 da 11 a 50 » . . . » 792 ,2 10 da 51 a 100 » . . . » 9 6 6 ,5 70 al di sopra di 100 franchi. » 3 ,8 71 ,98 6 Q u in di g li effetti scontati al disotto di 100 franchi superano alquanto il terzo del complessivo num ero.

II medio valore degli effetti scontati dalla Banca di P arigi e nelle succursali fu di fr. 721 contro 705 nel 1897; e la scadenza media fu di 27 g io rn i contro 27 g io rn i ed 1|3.

La Banca non ha ammesso lo sconto, se non dopo la chiusura d e ll’ esercizio 1898, dei warrants agri­

coli, nuovo tito lo creato dalla legge 10 lu g lio 1898,

per mezzo del quale i c o ltiv a to ri possono ottenere prestiti sui p rodotti a g ric o li od in d u s tria li provenienti dal loro esercizio e di cui essi stessi sono custodi.

A questo proposito la relazione del D iretto re a v ­ verte « il warrant agricolo costituisce una deroga­ zione ai p rin c ip i del nostro Codice c ivile perchè il p ro p rie ta rio non consegna l’ oggetto dato in pegno ; siamo stati chiam ati a studiare a q u a li condizioni la Banca potrebbe accettare questo tito lo nei suoi sconti, e dopo un esame ponderato abbiam o date le is tru ­ zioni per I’ ammissione ai nostri s p o rte lli dei war­

rants a g ric o li. La Banca di F ran cia , che in ogni c ir­

costanza ha voluto testim oniare la sua sollecitudine per l’ a gric o ltu ra , si è fatta prem ura, per parte sua, di c o n trib u ire alle nuove agevolezze che la legge ha v o lu to assicurare alla popolazione agricola. »

Le anticipazioni sopra tito li am m ontarono ad 1 ,3 8 0 ,6 1 5 ,9 0 0 di cui 577 m ilio n i fatte a P arigi, il rim anente nelle succursali ; tra i due anni v i è un aum ento di 168 m ilio n i.

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ed al saggio m itissim o applicato alle anticipazioni, senza alcuna comm issione nè p rovvigione supple­ m entare. A bbiam o la soddisfazione di vedere che il pubblico p rofitta largamente delle facilitazion i che | g li offre il conto corrente sulle anticipazioni e può costatare per p ro p ria esperienza, che la Banca è ac­ cessibile a tu tti. »

Sono stati 6 8 1 4 clie n ti che chiesero p re s titi alla B an ca; in aum ento di 310 s u ll’ anno precedente; è bene notare che la Banca ha abbassato il m ìnim o da 5 0 0 a 2 5 0 franchi.

L a circolazione della Banca salì nel 1 8 9 8 ad una media di 346 0 m ilio n i, il massimo fu d i 3 92 3 il m in im o di 3094.

I b ig lie tti in circolazione si dividevano così: 1000 (m ilio n i) 1 ,275.5 500 1> 2 61.6 100 » 1 ,858.2 50 » 4 57 .3 25 ») 4 20 » 1.4 5 » — .7

A ggiungerem o ancora che il m ovim ento generale delle Gasse fu nel 1898 di 1 3 4 m ilia rd i, quasi 10 m ilia rd i p iù del 1897 ; che g li effetti riscossi per l’ incasso a rriv a ro n o a 557 m ilio n i ; — che i p riv a ti hanno versato alla Banca per conti c o rre n ti o per deposito di scudi o ltre 59 m ilia rd i ; ed altrettanto circa i rim b o rs i o tte n u ti; — che il massimo dei conti co rre n ti p riv a ti salì il 27 a prile a 641 m ilio n i, il m in im o il 10 decembre a 4 00 m ilio n i ; che i depo­ siti lib e ri salirono a 5 m ilia rd i.

Non ostante questo enorm e m ovim ento, la Banca non ha avuto nel 1898 che 3 46 m ila fr. di soffe­ renze, di cui 1 4 0 m ila a P a rig i, 206 m ila nelle suc­ cursa li.

E chiuderem o con un cenno sul conto p ro fitti e perdite.

1 p ro fitti lo rd i am m ontarono a fr. 3 3 ,4 6 0 ,6 4 1 .6 4 e compreso il risconto, il a conto del 1897 e 10 m i­ lio n i di v a lo ri a rre tra ti appartenenti alla Banca i p ro fitti lo rd i salirono a fr. 4 4 ,9 2 4 ,4 2 3 .2 5 . Le spese di am m inistrazione a P a rig i am m ontarono a fra n ­ chi 7 ,6 93 ,46 2.3 5 e delle succursali a fr. 6 ,6 3 4 ,9 0 0 ; le altre spese generali a fr. 5 ,8 3 4 ,5 7 8 .1 4 in totale fr. 2 0 ,1 6 2,9 40 .49 per cui un u tile netto di fra n ­ chi 2 4,76 1,4 82 .76 .

Da questa c ifra furono prelevati ; ris e rv a per g li effetti in sofferenza fr. 1 ,3 10 ,93 7.5 0, per la cassa d e g li im piegati L . 4 0 0 ,0 0 0 , risconto ed am m orta­ m enti spese fr. 2,121,964.51 ; per d ivid en do del p rim o e secondo semestre fr. 2 0 ,9 1 1 ,4 5 8 .3 3 ; ed a nuovo fr. 17,122.42.

Così il d ividendo del p rim o semestre era stato di fr. 58.33 per azione, q uello del secondo f r . 56.25 in totale fr. 1 14 .5 8, da cui difalcando la imposta di fr. 4 .58 rim a n e un d ivid en do netto di L . 110' per azione.

Rivista Economica

La China ed il commercio delle sete. La coloniz­ zazione a l Congo francese. — / bilanci delle Coo­ peratile di consumo. Le caldaie a vapore in servizio in Italia. Esperimenti comunisti fa lliti. La China ed il commercio delle sete. — Dopo lo studio del prof. Cesare Lom broso sul « P ericolo G ia llo» e q u e llo del geografo prof. G uido Gora sulla baia di S an -M un , la Nuova Antologia ha pubblicato un a rticolo del deputato L . Gavazzi, rappresentante al P arlam ento del collegio di Lecco, uno dei p iù in d u stria li della L o m b a rd ia , contro 1’ occupazione della baia di San-M un.

L ’ on. Gavazzi confuta nel suo a rtico lo l ’ asserzione dei fau tori d e ll’ occupazione della baia, che da questa sarebbero p rincip alm e nte rid o n d a ti dei vantaggi al nostro com m ercio della seta colla China pel ris p a r­ m io di tra sp orti e di in te rm e d ia ri.

Dopo aver notato che l’ Ita lia superiore e p rin c i­ palmente le p rovin cie di M ilano, Bergam o e Com o rip ortan o da p iù d i mezzo secolo sete di C hina, che la valutazione o rdin aria d e ll’ im portazione di queste sete si può va lu ta re tra i v e n ticin qu e ed i trenta m ilio n i di lire e talvolta più, e che p iù di ve n ti - cinquem ila operaie traggono lavoro e lu c ro da questa ind u stria , l ’ on. Gavazzi, osserva :

« Due soli sono i grandi m ercati d ’ esportazione di sete ch in e si: Sciangai e Cantón. L ’ uno al n ord ; T a ltro al sud di S a n -M u n e d ista ntissim i fra loro. Regioni sericole divise da ostacoli n a tu ra li e da una immensa distesa di paese fanno capo ciascuna al loro porto naturale. Nè è possibile che il com m ercio del­ l ’ uno prenda la via d e ll’ a ltro.

Siccome le p iù interessanti per l’ Ita lia sono le provenienze di S ciangai, ci occuperem o esclusiva- mente di queste. Cauton, d’ altronde, è assai p iù v icin o a n oi di S an -M un . E le p ro v in cie sericole che sfogano a Cantón sono troppo lontane dal Ce- k ia n g è nessuna via d i com unicazione ve le allaccia. Non vale nemmeno la pena di pensare ad una d i­ versione del com m ercio delle sete cantonesi verso S an-M un.

Sciangai è i l m a gg ior porto della C hina e la sua esportazione di seta è calcolata da 55 a 60,00 0 balle (due m ilio n i e mezzo circa di c h ilo g ra m m i) per anno per la m aggior parte prodotte nel b acino in fe rio re del Y a n g -ts i-K ia n g .

Queste alim entano la parte p rincip ale della im p o r­ tazione italia na di sete chinesi. N egozianti ind ig e n i le incettano sui luoghi stessi di produzione, donde le recano al grande mercato internazionale di S ciangai. È un loro m onopolio fa v o rito dalla pratica d i lu o g h i e persone, sostenuto e difeso dalla ferrea b a rrie ra che la solidarietà dei C hinesi, la loro diffidenza degli europei e sop ra tu tto, la compattezza delle loro co r­ porazioni hanno eretta in to rn o a quel popolo m iso­ neista al p iù alto grado ».

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zona d’ influenza italiana nel C e-K iang sarebbe l i ­ m itata al versante orientale della provincia in d ire ­ zione del mare, versante che non dichina affatto nel bacino d e ll’ Y a n g -ls i-K ia n g . Sono esplicite in p ro ­ posito le d ich iarazion i di B ro d rie k nella seduta della Camera inglese dei Com uni del 20 m arzo: Ristretta

in tali limiti, una nostra occupazione non raggiun­ gerebbe alcun intento, mollo meno in ordine com­ merciale; e come stazione di deposito di carbone, sarebbe eccessiva e pericolosa per la conseguente ne­ cessità di una difesa permanente.

O ra, poiché g li ita lia n i col lavoro delle sete asia­ tiche apportano già ricchezza alla patria, poiché le lo ro condizioni sui m ercati chinesi sono pari a quelle dei loro con corren ti europei, poiché, per giunta, la navigazione germ anica e la francese, sovvenzionate dai lo ro G o verni le fanno dono di risp arm i di nolo a tu tta spesa dei ris p e ttiv i dontribuenti;- non vedo davvero quale costrutto ci possa essere n e ll’ occu­ pare un paese gelosissimo d i tu tti g li stran ieri, che li vede di cattivo occhio, che non m uta nè modo nè costume, che diede già del filo a rito rc e re a na­ zioni ben p iù fo rti che l ’ Ita lia non sia, e che, se volesse am m odernarsi come il v icin o Giappone, suo p rim o pensiero sarebbe di gettare a mare tu tti g li occupanti stra n ie ri, g li ita lia n i com presi ; il che non

li tornerebbe d iffìc ile coi suoi quattrocento m ilio n i i a bitanti. E tu tto ciò senza tener conto dei dissi- d ii che possono sorgere fra Potenze europee occu­ panti d iv e rs i p u n ti del Celeste Im pero ».

L 'a u to re così conclude il suo a rtico lo :

« P iuttosto rico rd ia m o le vaste regioni ove con­ vergono a centinaia di m ig liaia i nostri poveri coloni. L ’ A m erica del S ud, naturale obbiettivo della nostra em igrazione, nasconde ricchezze immense e chiede braccia per m etterle alla luce.

E ’ là che dobbiam o intendere lo sguardo. Non avve nturo guerresche, ma per saviamente ind irizzare amorosam ente assistere la nostra em igrazione, d i cui p u r troppo ben poco si ha cura. E m igrazione che prom uovendo il p ro p rio benessere potrà procurare g randissim i vantaggi alla m adre patria ed alla nuova patria che andrà 'pacificam ente popolando, e che sa­ rebbe un g iorno u n ’ amica un ’ alleata forte e sicura. E tu tto ciò senza sa crificio di denaro e meno an­ cora di v ite italiane. »

La colonizzazione al Congo francese. — li Jo­

urnal Officiel pubblica due decreti del m in istro

delle colonie francesi aventi per oggetto la coloniz­ zazione del Congo francese, la protezione fondiaria e i l regolam ento dei d ir itti dello Stato e delle c o n ­ cessioni p riva te .

Il G overno accorderà a Società di colonizzazione al Congo i te rre n i boschivi, ma co ll’ obbligo ai con­ cessionari di piantare e m antenere durante tutta la durata della concessione alm eno 150 nuove piante di caoutchouc per tonnellata d i caoutchouc. Con ciò sarà evitata la rovina delle piantagioni di caoutchouc e d i guttaperca che si deplorano nelle a ltre colonie. M olte a ltre p rescrizioni sono dettate a tutela della ricchezza n aturale del te rrito rio .

I l contratto al Congo sarà fatto senza spesa per 10 S tato, col sistema australiano detto Act Torrens, 11 quale consiste nella personalizzazione della p ro ­ prietà fo n d ia ria : un atto speciale im m a tric o la la po­ sizione geografica di una data proprietà e questo tito lo diviene u ffic ia le e si può negoziare, ipotecare, im pegnare senz’ a ltre form alità che l’ iscrizione d el­

l’ operazione sul tito lo stesso e il trapasso di esso quando occorra.

D isposizioni ed o bb lig h i speciali sono sanciti per quanto rig u a rd a la navigazione.

L e concessioni regolate da apposito capitolato d ’ oneri saranno fatte per trenta anni, e le società concessionarie dovranno essere costituite secondo la legge francese. P otranno farne parte anche g li stra­ n ie ri, ma il presidente, vice-presidente e tre q u a rti del Consiglio d ’am m inistrazione dovranno essere di nazionalità francese.

I bilanci delle Cooperative di consumo. — A quest’ ora abbiamo già visto, scrive il Sole, parecchi bilanci delle Cooperative di consumo p iù im p o rta n ti. Sono buoni, ma non buonissim i e non hanno la c o n ­ sistenza che caratterizzò q u e lli degli anni decorsi,

II 1898 è stato, è vero, anno di c ris i, ma non è meno vero che le Cooperative vanno, ora, sempre p iù inco ntro a subire la concorrenza, che nello stesso campo cooperativo si determ ina.

A M ilano, ad esempio, è già evidente la lotta fra le nostre m aggiori C ooperative di consumo e già si palesa che la concorrenza eccede. È certo che da questa concorrenza ne avvantaggia il consumatore, ma noi crediam o che g li interessi dei p ro d u tto ri come q u e lli degli stessi com m ercia nti m e ritin o an- ch’ essi considerazione.

Per aum entare g li a ffa ri le Cooperative sono co­ strette non soltanto ad aum entare continuam ente i lo ro spacci, ma anche a d im in u ire i prezzi. Ed i prezzi di ta lu n i generi sono stati fatti scendere ad un lim ite , che ci sembra, o rm a i, pericoloso. P er i l vin o , ad es. e per ta lu n i generi a lim e n ta ri, la per­ centuale di u tile lordo è così ridotta da fa r rite ne re che non riesca a c o n trib u ire , come si converrebbe, a soddisfare le spese generali di am m inistrazione, le perdite per cali, per avarie, ecc. E si noti che an­ che le Cooperative, così come in genere tu tti i grandi im p ia n ti, vanno accum ulando, spese sempre m a gg iori.

Noi siamo a m ici della cooperazione, ma dom an­ diam o che essa mantenga inte gro il suo u ffic io di giusta m oderatrice dei prezzi e non scenda ad a li­ m entare concorrenze, che riu scire b b e ro in fine a tu tti dannose.

I cooperatori com prenderanno certam ente come queste nostre parole siano dettate a fine d i bene. Ad essi m editarle e provvedere in tempo per ovviare agl’ inco nve nie nti, che si potrebbero p ro d u rre ove lo s p irito d i concorrenza continuasse ad eccedere.

Le caldaie a vapore in servizio in Italia. — Dai prospetti u ffic ia li com p ila ti in base ai resultati delle denunzie annuali presentate alle P refetture ed alle P reture delle caldaie a vapore im piegate in ciascuua p rovin cia del Regno in usi in d u s tria li ed a g ric o li ris u lta che esistevano (a ll’ entrata in vigo re del regolam ento) :

3 a prile 1 89 0 caldaie 1 4 ,5 0 2 1° gennaio 1892 » 1 6 ,0 7 5 » 189 4 » 17,671 » 1895 » 18,441 » 1896 » 18,782 » 1897 » 1 9 ,3 1 8 )) 1898 » 2 0 ,4 7 2

(9)

23 aprile 1899 L’ E C O N O M I S T A 265 Il massimo num ero delle caldaie è in p rovincia

di M ilano, cioè 2062 (1721 fìsse e semi fisse e 341 loco m ob ili) : viene indi la p rovin cia di T o rin o con 1100 caldaie (706 fisse e semifisse e 3 9 4 locom o­ b il i ) : la p rovincia di Roma ne ha 773 (3 1 6 fisse e sem i-fisse e 4 59 lo co m ob ili.)

L e p rovin cie che hanno il m in im o di caldaie sono B elluno (2 ), Benevento (1 7), S ondrio (18), Porto M aurizio (33), Cosenza (4 4 ), Ghieti (3 7 ).

Esperimenti comunisti falliti. — Il sig. L u ig i V ig o u ro u x , che era stato inca ricato dal conte di C ham brun di una missione in A u s tra lia , ha, g io rn i sono, al Museo Sociale di P arigi tenuta u n ’ in te ­ ressante conferenza sui « V illa g g i com u nisti del— l ’ A ustralia m eridionale » Questi esperim enti d i v il­ laggi com unisti furon o suggeriti dalla crisi finanziaria che, qualche anno addietro, aveva colpito l ’ A u stra lia , e i governi avevano creduto opportuno app ro fittarne per sbarazzare le città d’ un gran num ero di operai senza lavoro, tanto più che quello d e ll’ A u stra lia m e­ rid io n a le aveva anticipato alcune somme di denaro a questi operai, e aveva messo a loro disposizione delle terre. Il conferenziere dim ostrò come siasi s v i­ luppato d ap prin cipio , nei v illa g g i s ta b iliti sulle riv e del M u rra y , un regim e basato p iù sulla cooperazione che sul comuniSmo, e come questo regim e siasi in seguito m odificato per la comparsa d e ll’ in d iv id u a ­ lism o, per cui Paul L ero y-B e au lieu , che presiedeva I’ adunanza, svolgendo il pensiero di V ig o u ro u x , con­ cluse che g li esperim enti dei v illa g g i com unisti d’ A ustra lia provano l ’ inanità delle d o ttrin e com u­ niste, che cederanno sempre il passo a ll’ in d iv i­ dualism o.

LA SITUAZIONE DEL TESORO AL 31 M AR Z01899

A l 31 marzo 1899 il fondo di Cassa era di L . 2 6 7 ,8 48 ,42 3.3 7 contro L . 3 13 ,1 60 ,06 2.4 4 esi­ stenti al p rin cip io di esercizio. Questa dim inu zio ne di L . 4 5,31 1,6 39 .07 deriva dal fatto che gl ’Incassi

di Tesorerìa dal 1° lu g lio 189 8 al 31 marzo 1899

am m ontarono a L . 1,2 6 4 ,2 8 7 ,6 1 0 .3 6 e q u e lli in conto

Debiti e Crediti di Tesoreria a L . 2 ,6 3 6 ,8 2 3 ,6 4 8 .3 3

in totale q u in d i a L . 3 ,9 2 1 ,1 1 1 ,2 5 8 .6 9 m entre i

Pagamenti per spese dì bilancio som maro io a lire

1 ,1 48 ,89 8,9 87 .1 8, q u e lli per Debiti e crediti di Te- j

soreria a L . 2 ,8 2 0 ,4 1 8 ,2 2 3 .4 7 e q u e lli per Decreti ministeriali di scarico a L . 1 0,39 5.8 8 in totale a

L . 3,9 69 ,32 7,2 97 .4 4.

La situazione dei D ebiti e C re d iti di Tesoreria, al 31 marzo u. s. si può rile v a re dal seguente prospetto : DEBITI al 30 giugno 1898 al 31 marzo 1899 migliaia migliaia Buoni del T e s o r o ...Lire 280.304 299.794 Vaglia del T e s o r o ... 21.239 18.061

Banche. Anticipazioni statutarie . 38.000 —

Ammlu. del Debito Pub. in conto cor. infrut. 201.187 132.321

Id. del Fondo Culto id. ìd. 21.929 19.074

Altre Amministrazioni in c. cor. fruttifero 23.71o 41.166 ld . Id. in c. c. infruttifero 14. 442 34.222 Conto cor. per l’ emissione dei Buoni di cassa. 110. 000 110 000 Incassi da regolare... 63. 490 16 404 Biglietti di Stato emessi per l’art. 11, legge 3

marzo 1898, n. 47 . . . 11.250 11.250

Totale debiti 786. BBS 682.29B

al 30 al 31

CREDITI giugno marzo

1898 1899

migliaia migliaia Valuta presso la Cassa Depositi e Prestiti ar­

ticolo 21 della legge 8 agosto 1895 . Amministrazione del Debito Pubblico per

91.250 91.250 pagamenti da rimborsare . . . . 58.724 122 332 Amministrazione del fondo per il Culto 19.735 14.000 Ah re a m m in is tr a z io n i... 49.360 45. 382 Obbligazioni dell’ Asse Ecclesiastico

Deficenze di Cassa a carico dei contabili del

24 30

T e s o r o ... 2.031 1.933 Diversi . . ... 16.629 23 161 Totale crediti 237.757 298.091

I debiti sorpassavano i c re d iti al 30 giugno 1898 di m ilio n i 5 47 .8 e al 31 marzo 1899 di m ilio n i 3 84 .2 . V i era adunque una d im inu zio ne di d e b iti, al netto dei c re d iti, per 163 m ilio n i. Ma siccome nel fondo di Gassa si è verificata una d im inu zio ne di o ltre 45 m ilio n i, così la differenza in meno nei d eb iti al netto dei c re d iti si rid u c e a m ilio n i 118.

G l’ incassi per conto di bila n cio , che am m ontarono dal 1* lu g lio al 31 marzo 1899 a m ilio n i 1,201,287,610.36 (comprese le partite di g iro ) si d ivid on o nel se­ guente modo : INCASSI Mese Marzo 189 9 Differenza Da luglio 1898 a tutto marzo 1899 oS N a 03 *4 .03 «a Q

migliaia migliaia migliaia migliaia di lire di lire ai lire ai lire 11,219 -t- 1,609 72,522+ 1,917 179- - 4,390 131,613 4“ 4,423 3,925 - 1,912 176,544-1- 3,164 16.327 4- 760 152,3344- 2,158 1,366 -1- 60 15,3484 - 425 6 r> 20 601- h 135 4,091 4- 275 39,121 3,044 21,331 - 2,041 176,711— 8,075 4,2434 - 164 37,7134* 94 1,381+ 127 10,4774 - 329 1,538+ - 78 12.5854 - 218 16,876 4- 893 146,7514- 6,742 6,000- 1 - 331 56,235 4- 1,270 e, 083— 59" 49. 024 4- 1,481 5,286 4- 521 43,7304 - 2,579 1,207 - 90 10,332 4- 527 1,670— 151 13,889— 521 1,206- 1 2 2 15,862 4- 1,597 2,499 4- 1,263 24,9254 - 7,418 106,498 - 3,227 1,186,326 4- 28,982 6684- 267 568 308 124- 11 622 — 116 4,102 + 3.912 36,064 4- 18,656 4,7844 - 3,192 42,374 4- 15,350 8,944 4- 8,726 35,586 4- 663 120,227

4- 8,6911,264,287 4- 44,946 Entrata ordinaria Entrate effettive : Redditi patrimoniali dello

Stato... L. Imposta sui fondi rustici

e sui fabbricati . . . . imposta sui redditi di ric­

chezza m obile... Tasse in amministraz. del

Ministero delle Finanze. Tassa sul prodotto del mo­ vimento a grande e pic­ cola vel. sulle ferrovie.. Diritti delle L egaz. e dei Consolati all* estero.. . . Tassa sulla fabbricazione degli spiriti, birra, ecc.. Dogane e diritti marittimi Dazi interni di consumo, esclusi quelli di Napoli e di R om a ... Dazio consumo di Napoli. Dazio consumo di Roma . Tabacchi . ... S a l i ... Lotto... P oste... T elegrafi... ... Servizi diversi ... Rimborsi e concorsi nelle spese... Entrate diverse... Tot. Entrata ordinaria. L.

Entrata straordinaria

Cà t e g. I. Entrate effett.:

Capitali.

(10)

266 L’ E C O N O M I S T A 23 aprile 1888 I pagamenti poi, effettuati dal Tesoro per le spese di

b ila n cio , nel mese d i marzo 189 9 o dal 1° lu g lio 1898, a tu tto marzo 1 899, risultano dal seguente prospetto indicante anche la differenza sul 1 8 9 9 :

P ag am enti Mese dì marzo 1899 Ü30 co o o CO N c3 ■S S a

IsS

migliaia migliaia migliaia migliaia (li lire di lire di lire di lire

1-2,418-4- 767 413,307 + 2,345 Id. delle fin anze.... 18,276— 192 155,753 +13,807 Id. di grazia e giust. 3,772 -f- 67 30.409 556 Id. degli aliavi esteri 1,321 — 445 10,815, + 3,136 Id. dell’ istruz pubb. 3,998 + 26 33,654 H- 5‘ 6 Id. dell’ interno. . . 8,*26'7|-f- 2,337 56,385 + 3,548 Id. dei lavori pubbl. 5,014 + 1,051 63,595 - 2,556 Id. delle poste e tei. 5,6 44 330 ■ 47,274 — 2,097 Id. della guerra . . . . 31,3631 + 720 ?33,382 + 8,513 Id. della m arina..,. 14,805 + 5,326 94,932 + 4,386 Id. della agric. ind.

e commercio . 1,192 + 57 9,388 + 744 Totale nag. di bilancio . . . 106,1051+- 9,387 1,148,893 +20,059 D ecreti minist, di scarico.. -- 53-1" 52 — 63 — 240 Totale pagamenti... 106,1581+ 9,440 1,148,962 +19,818

La differenza nei Redditi Patrimoniali dello Stato d eriva dal fatto che le Società esercenti le reti A d ria ­ tica e M editerranea, nel marzo 1899, effettuarono i versam enti a saldo della Partecipazione dello Stato sui p ro d o tti lo rd i pel II semestre 1898.

I m in o ri incassi nell ’Imposte dirette hanno o r i­ gine dal fatto che nel marzo 1898 furono versate delle somme rig u a rd a n ti la prim a rata d’ imposta scaduta nel precedente febbraio in causa del rita rd o nelle operazioni rig u a rd a n ti il riappalto delle esattorie.

La dim inuzione nelle Dogane e Diritti Marittimi è dovuta a m in o ri introd uzion i d i grano.

La differenza nelle Entrate diverse proviene da m a gg iori reintegrazioni di fondi nel bilancio passivo.

L ’ aum ento nelle Partite che si compensano nella

spesa deriva dal R im borso al Tesoro d a ll’ A m m in i­

strazione de'la m arina del fondo di scorta delle R . N avi a rm a te ; come pure l’ aumento nelle ParVte

di giro deriva da m aggiori regolarizzazioni di fitti

di beni dem aniali destinati ad uso od in servizio di A m m in istra zio n i G overnative.

L A C A R E S T I A IN R U S S I A

Il popolo russo è d i nuovo torm entato da un ter­ rib ile flagello. U na carestia, p iù te rrib ile ancora di quella del 1 8 9 1 -9 2 , infie risce sur una immensa plaga d i te rrito ro . Due g rup p i di p rovin cie a ll’ est e a ll’ ovest del V olga — questa grande a rteria della v ita nazio­ nale in Russia — sono p rincip alm e nte infestate da questa calam ità.

I l p rim o , tra questo fium e e la fro n tie ra della Russia d ’ E urop a, com prende le grandi p rovin cie di V ia tk a , P erm , Ufa e Samara, vaie a d ire una super­ ficie di 7 5 8 ,7 8 4 chilo m etri quadrati (p iù di due volte q uella d e ll’ Ita lia ) con una popolazione di o ltre 10 m ilio n i d’ anim e , ossia d i 13 abitanti per chilo m etro quadrato.

La p rovin cia di Kazan, d a ll’ altra riv a del V o lg a , serve di anello tra i due te rrito ri della carestia, coi suoi 63 m ila c h ilo m e tri q ua drati e i 2 m ilio n i d’ abi­

tanti.

Si può dunque d ire che la carestia attuale regna sur una estensiono di te rrito rio che va dai m onti U ra li a ll’ E st, a Mosca, a ll’ Ovest e che dal N ord al Sud abbraccia più di dieci gradi di la titu d in e , con un ’ oasi nel centro form ata dalla p rovincia di Penza, co’ suoi 38 m ila c h ilo m e tri quadrati e il suo m ilione e mezzo di abitanti. È dunque una regione di m i­ seria che com prende 1 ,1 6 2 ,0 0 6 c h ilo m e tri quadrati — (quasi qua ttro volte la superficie totale d e ll’ Italia) quasi un qua rto della superficie totale d’ Europa — con una popolazione di o ltre 25 m ilio n i d ’ abitanti, il quarto della popolazione della Russia.

In questo im m enso spazio pare constatato che l’ in ­ sufficienza dei ra c c o lti ha sorpassato, l’ anno scorso, tutto quello che si era v e rific a to per l’ addietro, compreso il periodo nefasto del 1 8 9 1 -1 8 9 2 . Una somma di 3 5 m ilio n i di ru b li (un po’ meno di 100 m ilio n i di fra n c h i) era stata destinata per lottare contro la carestia nel bila n cio d e ll’ u ltim o esercizio. Ma è stala una goccia n e ll’ Oceano. A mala pena una infim a minoranza di abitanti d i sei delle undici p rovin cie colpite dal flagello, hanno partecipato ai benefici della carità u fficiale .

Il sussidio a m m in istra tivo non è che di 35 libb re di cereali al mese e per testa, ed esso non viene e largito che agli in d iv id u i la cui età è superiore ai 55 anni o in fe rio re ai 18. In a ltri te rm in i, tutta la popolazione adulta tra que sti due lim iti è abban­ donata a sè stessa od alla carità privata. La Società della Croce Rossa fa dei n o b ili sforzi per venire in soccorso a questa spaventosa massa di m ise ra b ili, ma non può arrecare che un in fim o sollievo alle soffe­ renze d ’ un m inuscolo num ero di d isg ra zia ti.

I contadini hanno venduto tutto ciò che possede­ vano. 1 loro casolari sono v u o ti, tu tti i m o b ilie g li utensili dom estici essendo stati successivam ente p o r­ tati dal pignoratario. Essi cercano di sostenersi m e­ diante un pane fatto con una miscela di erbe ghiande e farina di segale o di farina di paglia tritu ra ta e di scorze d’a lb e ri. Inghiottiscono una specie di po ­ lenta d i farina b ollita n e ll’ acqua o dei decotti di foglie di lampone a guisa di thè.

In parecchi d is tre tti il c om b ustiblie fa difetto come tu tti g li a lim e n ti; si indovina quel che voglia d ir ciò in pieno inve rn o sotto' quei c lim i rig id i. Così la sequela o rd in a ria delle m alattie epidem iche che s’ ac- compagnano alla carestia, ha fatto la sua comparsa : il tifo , lo scorbuto m inano le v ite che la fame non ha ancora m ietuto.

Ma quello ch’ è più g ra v e , la carestia in Russia non si può d ire uu fenomeno accidentale, Essa o b ­ bedisce a delle crisi periodiche ; segue, si può d ire , un ciclo.

Le regioni u ltim a m e nte infestafe furono flagellate nel 91 92 e ancora anteriorm ente. Le cause sono profonde e la carità è assolutamente inefficace, anche quando si tratta d’ una sola p rovin cia .

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