V
ECONOMISTA
GAZZETTA SETTIMANALE
SCIENZA ECONOMICA. FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI
Anno XXVI - Voi. XXX
Domenica 16 Luglio 1899
N. 1315
IL SAGGIO DELLO SCONTO
Come abbiamo già rilevato il Governo Ita fatto alzare dal 3 d|2 al 4 per cento il saggio dello sconto degli Istituti di emissione, detto di favore, cioè quello che dovrebbe essere accordato ad effetti di primo ordine ed a più breve scadenza. Che cosa pensiamo sull’argomento del saggio dello sconto lo abbiamo già in più occasioni, anche recenti, espo sto in queste colonne ; quindi non diremo qui, che, per quanto tardo, il provvedimento è lodevole e che anzi dovrebbe essere questo il principio di una nuova linea di condotta che, sopra un tema così delicato, il Governo e le banche dovrebbero seguire. E non può infatti a meno di apparire as surdo, che mentre l’ Italia ha lo sconto al 4 per cento in Germania ed in Austria il denaro costi il 4 e mezzo; nulla, assolutamente nulla, giustifica una si mile larghezza fatta alla industria ed al commercio italiano, mentre in paesi tanto più ricchi ed ordi nati del nostro, e commercio e industria debbono pagare il denaro più caro che da noi.Vorremmo che questa misura, abbiamo detto, fosse il principio di una nuova linea di condotta in così fatto argomento, ma non ci lusinghiamo al punto da sperarlo. Da noi pur troppo queste que stioni economiche, che sono tanta parte della vita della nazione, si risolvono sempre a caso e tumul tuariamente, in modo che nessun principio sembra essere consigliere dei provvedimenti che si prendono, ma solo quella opportunità, la quale è della peggiore specie, perchè mira a conseguire fini che spesso non hanno alcun legame col provvedimento stesso.
E sarebbe tempo che si pensasse come questo pro cedere, talvolta al rovescio di quello che comportereb bero gli avvenimenti, porta danni incalcolabili, sia per chè si alimentano malsane speranze,sia perchè si rende possibile 1’ agitarsi di influenze cattive, sia infine perchè si stabilisce una sempre crescente incertezza sui provvedimenti possibili, dati certi fatti, in quanto- chè i fatti economici e finanziari non sono più la ragione dei provvedimenti che si attuano.
Così non possiamo a meno di rilevare che ab biamo assistito con maraviglia all’ incoraggiamento che gli Istituti di emissione — non sappiamo se spinti a ciò dal Governo o per libera loro iniziativa — hanno fornito alla speculazione che, specie in al cune piazze, si è da un anno a questa parte mani festata con una certa violènza ed ha spinti i prezzi di certi titoli ad altezze che hanno addolorato tutti quelli che ricordano come vanno a finire tali esa
gerazioni. Eppure l’ esperienza avrebbe dovuto inse gnare, dopo tanti esempi, che non è per mezzo di tali facilitazioni abbondanti, sieno pure nella appa renza legali, che gli Istituti possono formarsi intorno una clientela fida e sicura. Avviene anzi che coloro stessi che di questa larghezza approfittano, si tro vino poi anche tra coloro che biasimano la condotta di chi ha procurato i mezzi per gettarsi nel rischio più audace.
Però mentre ci fa piacere il sentire che si sono se non chiusi, scemati almeno, i rivoli generosi coi quali si irrigava il campo della speculazione, e non ci sgomentano i lamenti ohe da tante parti si al zano contro queste prudenziali misure, non dobbiamo intralasciare dal giudicare severamente questo modo di procedere così variabile, così mutevole, da rite nerlo piuttosto il ^prodotto di capriccio che non sia di saggio criterio.
Che gli Istituti di emissione possano avere il com pito salutare di scemare con indirette misure gli slanci troppo arditi del mercato; che si adoperino nelle forme loro concesse ad impedire che la folla degli speculatori trascini il mercato verso quei vio lenti e ciechi sbalzi dai quali non derivano che mali e gravissim i, lo si comprende e lo troviamo opportunissimo. Ma che sia poi prudente e saggio che gli Istituti stessi, anche avvertiti dalla voce pub blica, continuino per un certo periodo a non accor gersi che le loro sovvenzioni servono di eccitamento, oltreché di alimento, alla speculazione, e poi ad un tratto mettano i freni e si disinteressino quasi di tutto ciò che avviene intorno a loro, lo crediamo non solamente dannoso, ma pericoloso, per il buon nome stesso degli Istituti. Ove sim ili fatti di una altalena, che non ha più giustificazione, nè quando va in su, nè quando va in giù, si ripetessero, si po trebbe formare il convincimento che ciò non di penda soltanto da troppo rapida mutevolezza dei cri teri direttivi.
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ma la trattenga nei lim iti ragionevoli fin dal suo nascere.
Qualche mese fa l’on. Maggiorino Ferraris, in un articolo della Nuova Antologia, rilevando appunto questi fatti, riteneva già tardi per provvedere, senza produrre gravi danni; oggi i provvedimenti vengono, ma il malessere che producono per ripercussione, anche fuori della speculazione, prova quanto sarebbe stato meglio ascoltare a tempo i consigli altrui, anche quando l’ ascoltarli poteva sembrare uno os sequio alla pubblica opinione.
S i tratta di interessi molto importanti, ed un mese di crise danneggia più il paese che non una con fessione fatte da chi sta in alto di aver sbagliato metodo.
LA FINANZA DELLO STATO IN ITALIA '>
II.
Interessante è pure lo studio che il Senatore Cam bray-Digny fa sulle entrate effettive, le quali nel 1862 ammontarono a 469 milioni e trentasei anni dopo sono salite a 1602 milioni.
Mantenendo sempre la divisione nei quattro pe riodi indicati nel precedente articolo si avrebbe:
1862 1867 milioni 469. 05 668. 30 differenza -f- 199. 25 1868 » 795. 88 » + 127.58 1875 » 1135.— » + 339. 12 1876 > 1156. 10 » 4 - 21.10 1885-86 » 1387.29 » -j- 231. 19 1886-76 t> 1433. 10 » + 45.81 1896-87 » 1602. 80 » + 169. 70 Non si può negare che il contribuente italiano non abbia largamente offerto alla patria la parteci pazione del suo reddito. A lla fine del primo periodo le entrate effettive non rappresentavano che uno ag gravio individuale di L. 26.34 e già l’ anno suc cessivo 1868 saliva a L. 31.89 per abitante; alla fine del secondo periodo, nel 1873, la quota per abi tante aumentava a L . 41.33; alla fine del terzo pe riodo la troviamo elevata a L . 46.24 per abitante, ed alla fine del quarto periodo, cioè nel vicino anno 1896-97, a 31.70 per abitante.
Nessuna meraviglia quindi se da ogni parte si avverte il peso delle gravezze e se si comprende che i tributi sono quasi ad una altezza che non può es sere sopportata e che è già anche allo stato attuale, un impedimento gravissimo allo sviluppo della eco nomia del paese.
Rispetto alle singole specie di entrate, il loro in cremento risulta dal seguente prospetto che crediamo utile riassumere dagli allegati uniti nella relazione dell’ on. Cambray-Digny, dove le cifre sono anno per anno, mentre noi daremo qui il primo anno di ciascun periodo e le cifre dell’ ultimo consuntivo :
[Entrate effettive ordinarie)
1862 1868 1876 1886-87 I896-97
P atrim on ia li... 35.09 46.64 43.94 74.56 92.82
Imposte d ir e t te ... 128.85 220.86 350.48 393.66 483.37
Tasse sugli affari... 54.97 95.68 148.08 205.76 218.95
Tasse di con sum o... 82.60 137.02 256.86 323.09 331.17
P riv a tiv e ... 136.40 231.23 276.27 325.24 327.33
Servizi pubblici... 19.34 31.39 52.87 75.62 80.63
Rimborsi e c o n c o r s i..,. 9.34 25.54 21.62 21.41 47.58
D iv erse... 2.46 7.52 6.58 10.76 14.95
T o t a le ... 469.05 795.88 1156.10 1433.10 1602.80
A leggere queste cifre sembra di sognare ; nei j trentasei esercizi il Governo ebbe a sua disposizione mano a mano entrate che da 470 milioni salirono a 1602.80, cioè un aumento complessivo di più che 1130 milioni, e malgrado ciò troviamo ancora la finanza disorganizzata, i tributi sperequati, i pesi mal distribuiti, la minaccia continua di disavanzi, ove non si avverino fatti che contro l ' interesse del paese, impinguino il bilancio.
Esaminando il secondo periodo che va dal 1868 al 1876, l’ on. Cambray-Digny scrive : « Ora tutti gli indici concorrono a dimostrare che in questo periodo lo sviluppo della prosperità economica fu continuo e generale in tutte le provineie del nuovo Regno. Lo che principalmente si spiega colla radicale mu tazione del regime doganale, sia all’ interno colla abolizione assoluta delle barriere, che separavano uno Stato dall altro, sia all’ estero colla estensione a tutto il Regno delle tariffe convenzionali. »
Nei diversi gruppi di entrata non si trovano d i minuzioni se non in quelle patrimoniali, fatto dovuto alle vendite del demanio fruttifero non ancora sufficien temente compensato dal prodotto delle ferrovie, e da minore ricavo di rimborsi e di entrate diverse. Le imposte dirette diedero un aumento di 471 mi lioni, di cui 148 « dovuto all’ assestamento della ric chezza mobile, ai decimi di guerra, alla aliquota della ricchezza mobile portata da' 8 a 12 per cento, allo assestamento della tassa sui fabbricati ed infine alla estenzione di questa imposta al territorio di Roma. Le tasse sugli affari diedero un aumento di 34 mi lioni, in parte dovuto ad inasprimento delle tasse stesse, in parte al naturale loro incremento. Le tasse sui consumi offrono un aumento di 130 milioni, di cui 80 derivati dal macinato e dalla tassa sulla fabbricazione degli spiriti, 50 dallo sviluppo naturale dei prodotti dei dazi doganali e sui consumi, le cui tariffe erano allora moderatissime. I tabacchi diedero un maggior reddito di 46 milioni, essendo aumen tato il consumo, il sale gettò l o milioni di più, e
20 milioni di miglioramento nel reddito diedero i servizi pubblici.
L ’on. Relatore qui abbandona il sistema di ana lizzare periodo per periodo e viene invece a con frontare la media del triennio 18 94 -9 3 — 1896-97 con quella 1884-83 — 1886-87. Dopo aver pre messo il giudizio sintetico che « l’ abolizione del macinato abbia spinto a cercarne compensi nella successiva esagerazione di tutti i dazi di consumo, e nel protezionismo che venne oppresso. Invece del macinato — rileva il relatore — avemmo un dazio sul grano di L. 7.30 il quintale e la tariffa protezio nista del 1887. »
E qui lasciamo la parola all’on. Senatore. « 1 redditi patrimoniali danno in dieci anni un aumento di milioni 15.42, il quale si forma:
« Con un aumento dei prodotti delle fer rovie d i ... Mil. 20.58 compensato in parte da una diminuzione dei prodotti del Demanio antico di » 5.16
« E così c o n ... M il. 15.12 « Che vuol dire un aumento medio annuale di milioni 1.54.
« Le imposte dirette prese insieme offrono un aumento d i ...Mil. 89.89
« Se non che nell’ aumento della ricchezza mobile si comprende quello ottenuto coi provvedimenti finanziari del 1893 che re cavano un aggravio d i ...» 53.95
« Cosicché questo aumento per cause nor mali si riduce a... Mil. 33.94
« E così ad un aumento medio annuale di mi lioni 3.59.
« Le tasse sugli affari presentano un fenomeno singolare, la media del triennio che chiude il pre cedente periodo fu di mil. 194.98, ma subito l’ anno successivo, per una legge di riforma di queste tasse si ebbero mil. 218,48 con aumento di 24 milioni.
« Nei dieci esercizi successivi nessun sensibile aumento si è verificato, ed anzi l’ ultimo triennio dà una media di Mil. 213 21.
« Si può pertanto ritenere che queste imposte non abbiano nei dieci anni dato nessun aumento.
« Le tasse di consumo vogliono essere conside rate al netto del prodotto del dazio sul grano.
« N oi troviamo infatti che esse hanno variazioni saltuarie a misura che I’ abbondanza o la scarsità dei raccolti interni produce una variazione nella importazione del cereale.
« Così nel triennio che chiude il precedente pe riodo abbiamo un prodotto totale di . M il. 308.29 e nell’ ultimo triennio d i ... » 335.14
Con un aumento di M il. 26.85 « Mentre al netto del dazio sul grano si ha pel triennio iniziale...Mil. 296.87 e pel triennio f i n a l e ... » 290.60
Colla diminuzione di Mil. 6.24 « La quale del resto è da attribuire alle Dogane che hanno un aumento di mil. 30.85, ma escluso il dazio sul grano danno un aumento che ripartito nei 10 anui si riduce appena a 116,000 lire.
« Le tasse di fabbricazione danno nell' insieme un aumento di mil. 11.69. Ma bisogna dedurre mi lioni 10 ottenuti colle nuove imposte sui fiammiferi e suite energie elettriche e in sostanza resta un aumento annuo di 0.17.
« Finalmente il dazio di consumo in virtù del-
1’ abolizione del dazio sulle farine dà una diminu zione di 20 milioni, ossia di annui milioni 2.
« Così abbiamo per le tasse di consumo una di minuzione annuale media di milioni 1.71.
« Le privative hanno dato i resultati seguenti : Tabacchi aumento di . . Sali diminuzione di . . Lotto aumento di . . . + 9 Mil. — 20 » + 17 » Insieme... Ossia annue . . . . + 6 Mil. + M il. 0.60 « I servizi pubblici dettero un aumento di m i lioni 15.47 così un annuo incremento di mil. 1.55. « E finalmente le entrate diverse danno un an nuo incremento di mil. 0.06.
« Non teniamo conto dei rimborsi e concorsi che crescono di mil. 29.19, perchè questa entrata non è che il ritiro di crediti, che spesso si risolve in perdite, tanto più rilevanti quanto maggiore è la somma.
« In sostanza tutte insieme queste entrate dànno i seguenti aumenti medi annuali :
Redditi patrimoniali Imposte dirette. . Tasse sugli affari . Tasse di consumo. Pri vat i ve. . . . Servizi pubblici Entrate diverse. . . . Mil. - f 1.54 . . » + 3.11 . . » -f- 0. 0 . . » — 1.71 . . » + 0.60 . . » 4 - 1.55 . . » -+- 0.06 M ill. -1- 6.86 » — 1.71 Mill. -f- 5.15 « Tenendo fuori, come faceva il Perazzi, le en trate patrimoniali e i servizi pubblici, noi in sostanza possiamo affermare che senza gli aggravi recati nella ricchezza mobile, e specialmente sulla rendita, senza il dazio sul grano, e i nuovi balzelli sui fiammiferi e le energie elettriche, i contributi tutti non avreb bero dato nell’ ultimo decennio aumenti sensibili, malgrado gl’ incessanti inasprimenti di tariffe deli berati.
Noi non dubitiamo che appunto cotesti inaspri menti sieno la causa della cessazione degli incre menti che avevano un tempo i cespiti di tributi indiretti del nostro bilancio.
Ma non basta. Dieci anni di dura esperienza do vrebbero avere dimostrato che non giova alla agri coltura il dazio sui cereali, il quale, mentre rende l’ agricoltore più repugnante al progresso agrario, ci chiude in casa i prodotti esuberanti al bisogno nazionale e produce la pletora dei vini, degli agrumi, delle carni. E non basta ancora. Perchè colla pro tezione delle industrie non si è fatto che richiamare nelle città, colla speranza di più alte mercedi, una popolazione della campagna, la quale a misura che la produzione industriale raggiungerà il limite del consumo nazionale vedrà la mercede andar dimi nuendo, e diverrà sempre più un pericolo per la pubblica quiete. »
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E C O N O M I S T A 16 luglio 1899IL RIBASSO DEI TITOLI A REDDITO FISSO
A l principio di quest’anno, esaminando la condizione del mercato internazionale, abbiamo avvertito che molto probabilmente i titoli di Stato e gli altri portanti un interesse fisso avrebbero subito un qualche ribasso, od almeno sarebbero rimasti stazionari, mentre certi valori a dividendo variabile avrebbero richiamato il capitale e la loro tendenza sarebbe stata all’ aumento. È facile vedere che le cose si sono svolte finora proprio in questo modo. Il consolidato inglese da un anno a un anno e mezzo ha perduto 5 a 6 punti rispetto ai corsi più alti ; i consolidati prussiano e germanico scesero da 7 a 8 punti ; lo stesso è av venuto dei fondi di Stato russi 5 per cento, mentre le rendite 4 per cento sono rimaste quasi ferme : i titoli di Stato belgi, olandesi, norvegesi, svizzeri sono ribassati in proporzioni minori, ma si nego zino ora al disotto di 100 franchi. Il 3 per cento belga vale 97.50, il 3 per cento olandese 94, il 5 per° cento svedese 1894, 93.50, il 3 per cento da nese 1897, 92, il 3 per cento federale delle ferro vie 98. Le rendite francesi, quantunque in propor zioni minori, non sono sfuggite a questo ribasso generale che ha colpito i titoli di rendita a reddito fisso. La rendita italiana è rimasta quasi stazionaria.
Quali sono le cause di questa discesa dei fondi europei a debole reddito e di primo ordine? Esse sono, al dire del Neymarck, a ll’ infuori dei fatti par ticolari che possono momentaneamente influire su questo o quel valore, d’ un ordine generale :
1° il rincaro del danaro, che si fa sentire dal principio dell’ anno ; il periodo di minore attività e di accumulazione dei capitali disponibili era stato uno dei grandi elementi del ribasso dei fondi di Stato, parimente il periodo di ritiro dei capitali e di ten sione dell’ interesse nel quale siamo entrati da un anno a questa parte è stato ed è una causa di ri duzione dei prezzi.
2° La mediocrità dei raccolti in Europa nel 1897 e nel 1898. Ne sono risultati degli imbarazzi locali, che aggiungendosi ad altri bisogni hanno r i chiesto numerosi impieghi di capitale.
In Francia, ad esempio, rinsufììeienza del raccolto dei due ultimi anni aveva provocato uscite impor tanti d’ oro; e occorse tutta la prudenza e tutta la saviezza del governatore della Banca di Francia e del consiglio di reggenza per far fronte a quei bisogni , aumentare leggermente il saggio dello sconto senza nuocere troppo agli interessi del com mercio e dell’ industria.
È da aggiungere che quelle uscite di oro non tarderanno a essere rapidamente compensate da nuovi prossimi ritorni. Il prossimo raccolto si annuncia in Francia assai soddisfacente, mentre non pare che sia così altrove e specialmente agli Stati Uniti. Non vi è dunque probabilità di uscita d’ oro dalla Francia per questo titolo, ed è piuttosto da credere che il metallo giallo affluirà in quel paese, sia per le ven dite di cereali ch’esso potrà fare, sia pel soggiorno in Francia dei forestieri ivi attratti dalla Esposizione universale.
3° Lo sviluppo dell’ industria e delle imprese elettriche, metallurgiche, minerarie, coloniali, ece. ha preso una grande estensione e ha richiesto grandi im pieghi di capitale. Queste imprese quantunque sieno
ai loro primi passi sono in generale, e per la mag gior parte, in piena prosperità. Esse hanno ricorso al risparmio sotto forma di creazione di azioni nuove, di aumento del numero delle azioni antiche, di emissione di obbligazioni. I capitalisti che negli ultimi due o tre anni hanno seguito la sorte della maggior parte di questi affari industriali hanno ve duto le loro azioni guadagnare dei plusvalori impor tanti, talvolta anzi esagerati. Ecco una lista di valori quotati a Parigi, che da un anno a questa parte hanno aumentato di alcune centinaia e persino di migliaia di franchi ; Banca di Francia . Banca di Parigi . Crédit Lyonnais . Compagnie génér.” de traction Malfidano . Ural-Volga. Salgemme Russia . Mobiliare spagnuolo Andaluse Nord Spagna . Saragozza . Gas de Madrid. . Rio Tinto Sosnowice .
Tabacchi delle Filippine Compagnie gén.e de tramw Tramways Paris et Seine Credito algerino . Boléo... Escombrera-Bleyberg Krivoi'-Rog. Mokta . . . . Aguilas . . . . Elettro-metallurgia Fosfati di Gafsa . Richer . . . . ays 3585 954 840 111 1025 500 439 39 64 58 117 63 660 1210 444 1069 564 722 1950 1060 1330 960 215 520 660 1880 CORSO a o O c a 3 ag> d to 2 ai » g o — a a a a <N a-ì 3 d 3775 4025 440 962 1090 136 865 960 120 118 295 184 1090 1350 325 530 615 114 540 . 585 146 55 100 61 131 265 201 96 187 129 171 228 111 115 150 87 827 1100 440 1455 2700 1490 570 672 228 1570 1240 171 580 1040 476 820 940 218 1950 2550 600 1035 1140 80 1950 3230 1900 1040 1250 290 300 370 155 579 680 120 830 1080 420 1975 2240 360 E la lista potrebbe essere allungata con molti al tri valori, e per quelli riportati più sopra si potreb bero dare corsi anche più alti, perchè negli ultimi tempi vi è stata minore sostenutezza; del resto niente di più naturale che si sla avuto un ribasso, conse guenza dello stesso aumento; molti compratori a
prezzi più bassi hanno voluto realizzare i loro gua dagni.
Nello stesso tempo le obbligazioni emesse dalle società industriali alle quali accennavamo davano un interesse tra il 5 e il 4 per cento. Il capitalista dovendo scegliere tra i fondi di Stato e titoli di prim’ordine a reddito fisso che producono il 3 per cento e anche meno e i valori industriali che danno interessi maggiori o guadagnano rapidamente note voli aumenti di valore, ha abbandonato i primi per volgersi ai secondi e ne è resultalo questa duplice conseguenza : il ribasso di tutti i valori che rendono poco e l’ aumento di tutti quelli che rendono molto di più o che hanno probabilità di aumento; tale è il doppio movimento che si è prodotto.
che procurano solo il 3 per cento, il capitalista ab bandona forse la preda per l’ombra e impiega, se non la totalità, almeno una gran parte del suo r i sparmio e delle sue disponibilità ad acquistare dei valori di cui il reddito e il capitale possono au mentare.
G li effetti del ribasso delle varie rendite 3 per cento si sono fatti sentire sugli altri tipi di prestiti. In Germania, parecchi Stati avendo bisogno di pren der a prestito hanno emesso rendite 4 per cento, per evitare l’ insuccesso a paragone di quelle 3 Va e 3
per cento. In Svizzera il 3 per cento è abbandonato; parecchie citta hanno voluto emettere del 3
c e riuscito mediocremente ; il mese scorso le città ( i ^osanna e di Lucerna hanno emesso obbligazioni 4 per cento alla pari.
È a temere che il rincaro del danaro continui ancora per qualche tempo in Europa. In Germania la Banca dell Impero ha aumentato il saggio dello sconto dal 4 a 4 */, per cento; nel Belgio', la Banca nazmnale belga lo ha portato dal 3 % al' 4 per cento; jf! B f ss'> la Banca neerlandese lo ha elevato R a ii / ’ e ,al 3 7» per cento, in Russia, la
urna Bello Stato ha ora lo sconto al 3 percento; la Banca d Inghilterra proprio questa settimana dal n a , /«. Pe r. cento. E si-come è assai raro che le Banche d i emissione aumentino cosi il loro saggio di
sconto nel giugno, perchè generalmente il mese di Jug io porla dei rimborsi di capitale od almeno ne ra lenta il bisogno, bisogna considerare quegli aumenti dello sconto come misure di precauzione, come un avvertimento; le banche si preparano così ad aumen tare ancora il loro saggio di sconto nell’autunno pros simo; il mondo finanziario prevede per quell’ epoca una tensione maggiore nel prezzo del danaro.
Abbiamo analizzato succintamente le cause del r i basso delle rendite e dei valori a reddito fisso, che si e manifestato in Europa. E non occorre dire che il contraccojpo di questo movimento si è fatto sen- ire in tutti i paesi, talvolta però non resultati spesso distornai, per le condizioni speciali nelle quali si trovano le rendite pubbliche dei vari paesi.
to s i di tutte le rendile europee il 3 per cento francese essendo il meglio classato, il più diffuso, immobilizzato in certo modo nelle piccole borse è torse il meno esposto a una maggiore reazione dei corsi Su 100 franchi di rendita 3 per cento più a- .i t i , S01?.0 l ".01' nominativi e su! complesso di 1,314,ì)18 titoli di rendita al portatore ve ne sono 1,042,179 da 3 franchi a 30 franchi dì ren dita, ossia da 100 franchi a 1666 franchi di capi tale. E noto invece che circa la metà della rendita italiana e al portatore e che una parte, ora molto minore che in passato, è in mano a capitalisti esteri • quindi il nostro 3 per cento è esposto alle oscillazioni dei prezzi e ai contraccolpi dei vari movimenti dei corsi. Certo è che anche in Italia si è potuto notare un aumento sensibile dei valori a reddito variabile e che a questo riguardo la prudenza e la modera zione non sarà mai abbastanza raccomandata.
GLI EFFETTI
Facendo seguito a quanto abbiamo scritto nel nu mero dell 11 giugno u. s., seguiamo anche per i primi cinque mesi dell’ anno le vicende del com mercio italo-francese in base alle statistiche che sono pubblicate dalla Direzione Generale delle Gabelle.
Limitandoci alla nostra esportazione in Francia, che è la parte la più interessante del movimento, troviamo i seguenti risultati a tutto il 31 maggio.
Nella I a categoria spiriti, bevande ed oli si hanno aumenti di esportazione per 706,134 lire dovuti principalmente al vino in botti, all’ olio di oliva, alle
essenze di arancio, e per minori cifre allo spirito
dolcificato in botti ed al vino in bottiglie.
Nella 2a categoria generi coloniali, droghe e ta* bacchi vi è invece una diminuzione di esportazione di 24,870 lire a cui contribuiscono i confetti e con
serve, e le spezie non nominate.
La 3 categoria, prodotti chimici, generi medi cinali, resine e profumerie, dà un aumento di hre 2n2,734 dovuto all’ acido borico, al tartaro e
feccia di vino, al sugo di arancio e limone, al sugo
di iquerizia ).
La categoria 4 a, colori e generi per tinta e per
concia, non ha che una sola voce di commercio colla trancia legni, radiche, eco., p er tinta e per concia e da un aumento di hre 85,142.
La 5 a categoria, canapa, jnta ed altri vegetali nlamentosi escluso il cotone, nel complesso dà un aumento di lire 1,865,184 e sono in aumento: la
cam pa greggia, la canapa, lino, juta, ecc.. petti
nati i cordami, mentre è in diminuzione la voce :
fla ti di canapa, Uno, ecc.
categoria cotone, vi è un aumento di uro o57,iOO dovuto esclusivamente ai tessuti ed
ci tri ma iti fatti di cotone.
Alla 7* categoria, lana, crino e peli, vi è un aumento di lire 729,000 dovuto pure ad una sola voce ; lane naturali e sudicie.
■ k’ 8,a fregona, seta, l ’ aumento della esporta zione è di hre 9,774,202 dovuto quasi tutto alla
seta tratta e greggia, mentre l’ aumento della espor tazione dei cascami di seta lavorati, dei fili di seta
da cucire e dei tessuti ed altri manufatti di seta compensa la minore esportazione dei cascami di seta
greggi.
Nella 9 a categoria, legno e paglia, sono molte le voci di maggiore esportazione : carbone di legna,
legna da fuoco, legname da costruzione, assicelle e cerchi, radiche p er spazzole, mobili, utensili e la vori di legno, lavori da panieraio, treccie di paglia, cappelli di pa glia ; per un totale di lire 1,201694
La 10* categoria carta e libri, ha subito una lieve mmmuzione di lire 13,300, nella carta bianca.
L11 categoria, pelli, dà uu aumento di L . 598,304 e sono le pelli crude ed i guanti di pelle di cui è aumentata la esportazione.
La categoria 12a minerali, metalli e loro lavori mentre da un aumento di lire 33,520 alla
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zlone dei minerali, dà una diminuzione da 31,244 chilogr. a 2,274 all’ argento greggio e lavorato e quindi si chiude con un minor valore di esporta zione di lire 2,863,480 *).
La 13® categoria pietre, terre, vasellami, vetri e cristalli, è in aumento in tutte le voci, marmo
greggio, marmo lavorato, cantino, gessi, calce, ce mento e calce idraulica, zolfo greggio e raffinato ;
vetri, cristalli e smalti per un totale di lire 668,838. Nella categoria 14“ cereali, farine, paste e pro dotti vegetali, vi sono molte voci in diminuzione come la segala, avena, orzo, ecc., le farine e semolini, le paste di frumento, le frutta secche, le panelle di
noce, i prodotti vegetali, ma sono in aumento invece: le castagne, il riso, la crusca, gli agrumi, le frutta
fresche, i semi oleosi, per cui la categoria si chiude con una maggiore esportazione di lire 28,439.
Finalmente la categoria 45® animali, prodotti e spoglie di animali, dà un aumento in quasi tutte le voci, animali bovini, ovini, suini, carne fresca,
pollame, pesci freschi, burro, formaggio, uova di pollame, corallo lavorato, concimi; una sola voce è in diminuzione : carne salata ed affumicata ; nel complesso la categoria si chiude con un aumento di lire 3,259,000.
Ed ora riepilogando, mettiamo a confronto la ta bella della esportazione dall’ Italia iu Francia che ab biamo già pubblicata per i primi quattro mesi con quella per i cinque mesi in confronto al 1898:
Esportazione in Francia
Quattro mesi Cinque mesi
1a Spiriti bevande, oli . . . 4 - 206,545 4- 706,154
2a Generi coloniali, droghe, ec. — 15,170 ■h 24,870
3a Prodotti chimici . . . . -4- 298,444 4- 252,734
4a C olori e generi per tinta e
c o n c i a ... 4 - 9,200 4- 85,142
6a Canapa, lino e juta . . . 4- 1,053,606 4- 1,865,184
6a Cotone ... 4 - 165,000 4- 357,70 ) 7a L a n a ... 204,580 4" 729,000 8a S e t a ... 4 - 5,000,000 4- 9,774,202 iP" Legno e p a g lia ... 4 - 716,056 4- 1,204,694 108, Carta e l i b r i ... 4 - 3,790 — 13,300 11* P e lli ... 4 - 318,388 4- 598,304
1$a Minerali, metalli . . . . 4- 4,300 — 2.863,480
13a Pietre, terre, vasellami, ve
tri e c r is t a lli... 4 - 427,455 668,858
14a Cereali e prodotti vegetali. 4 - 24.270 4- 28,439
I5a Animali e loro prodotti . . + 2,513,410 4 - 3,259,003
16a Oggetti d iv e r s i ... — —
+ 10,930,864 4- 16,598,164
Tranne adunque la 42* categoria che ha dato 2.8
m ilioni di minore esportazione feWargento, le altre categorie nel complesso hanno dato aumenti cospicui, così che da una preponderanza di 4 4 milioni abbiamo nel mese di maggio superato i 16 milioni e mezzo di aumento.
A lle brevi considerazioni che nel numero dell’ 41 giugno abbiamo esposto riferendo gli erronei ed in giusti giudizi della Gazzetta del Popolo di Torino,
') Anche per questa categoria nella voce metalli
di ogni sorta, vi è nel bullettino un’errore, dove dice
che nel 1898 per la Francia la esportazione fu di 21,494 tonnellate, doveva dire 12,494 e quindi la somma com plessiva invece di tonn. 170,176 deve essere corretta in 161,176.
non venne data alcuna risposta. Le cifre che sopra esponiamo aggravano sempre più il sospetto che co loro che tanto si scagliarono contro l’opera illu m i nata e ben riuscita dell’ on. Luzzatti, avessero un preconcetto.
IL 10IEIT0 DEI FORESTIERI li ITALIA E LE LORO SPESE
Non è molto tempo che sul movimento dei fo restieri in Italia e sull’ importanza economica di tale fatto richiamava l’attenzione l’ on. Maggiorino F e r raris nella sua Nuova Antologia. Lo scopo dell’egre gio deputato era quello di invitare gl’ italiani più specialmente interessati nel movimento dei forestieri a unire i loro sforzi per far in modo che i fore stieri possano trovare iu Italia sempre migliori con dizioni di vita, comodità e agevolezze, attrattive e svaghi, quali naturalmente desidera trovare chi la scia la propria patria per recarsi all’ estero.
Qualche frutto non trascurabile si è avuto da quella utile iniziativa e altri se ne potranno avere se saranno eliminale gelosie e resi più stretti ed efficaci gli accordi tra chi è maggiormente in grado di svolgere un’ azione diretta a vantaggio di quel movimento così importante pel nostro paese.
Per determinarne con qualche approssimazione la importanza il comm. Bodlo si è appunto valso di alcune ricerche positive fatte dalle Società delle Strade ferrate Mediterranea ed Adriatica. Il Bodio nota nell’ ottimo Giornale degli Economisti (luglio pag. 54) che è stato sempre un desiderio di cono scere quanti forestieri vengono annualmente in Ita lia, quanto tempo vi dimorano e quanto vi spendono. Si credeva cosa facile avere queste notizie per mezzo degli uffici di questura, poiché gli alberghi e le pensioni devono per legge notificare i forestieri che arrivano, col respettlvo nome e luogo di nascita e di provenienza e devono notificarne la partenza. Ma questo mezzo, in pratica, non si potè mai utilizzare, perchè coloro che danno alloggio in locande o affit tano camere mobiliate, se pure osservano le norme di legge per le denunzie di arrivo, non usano uguale diligenza nel far conoscere il giorno della partenza. Oltre a ciò, gli uffici di questura sono già tanto affaccendati, che non trovano il tempo per fare uno spoglio dei fogli di denunzia ricevuti, sotto l’ aspetto statistico, e la prima obbiezione che fanno ad una richiesta di tal genere è il difetto di personale ama nuense e la necessità di una spesa.
coefficienti di riduzione per contare approssimati vamente i soli stranieri. A questo fine si è fatta l’ipotesi che i forestieri, che prendono un biglietto semplice ad una stazione di frontiera per una sta zione qualsiasi del Regno siano una metà di quelli di l a e di 2a classe e un quarto soltanto di quelle di 3a: gli altri si suppone che siano italiani che ri tornano, ovvero che si tratti di movimento locale.
Premesso questo, il Rodio passa a cercare quanto tempo restano in Italia i viaggiatori stranieri e sta bilite le basi del calcolo, sulle quali non è il caso di fermarsi qui, ha trovato pel 1897 dodici milioni e mezzo di giornate di presenza di forestieri in Italia. La quale cifra era distribuita, secondo le classi dei viaggiatori :
l a classe 6.219,813 giornate
2a » 3,668,114 3a » 389,070
Totale 12,677,327 giornate
Si noti inoltre che i viaggiatori dall’ estero sareb bero in totale pel 1897, 333.737 e la media della validità massima dei biglietti in complesso di 3.7,43. Ora quanto spendono questi forestieri nel nostro paese? Qui sopratutto, risponde il comm. Bodio, fa d’ uopo procedere per via di congetture. Supponiamo che i viaggiatori che vengono in prima classe spen dano in media 23 lire al giorno, che quelli che ven gono in seconda classe spendano 20 lire e quelli di terza 10 lire al giorno. Queste medie possono sti marsi assai prossime al vero, tanto più se si riflette che i viaggiatori di terza classe provenienti dall’ e stero sono compresi nel nostro conto solamente per un quarto del loro numero, nell’ ipotesi fatta che gli altri tre quarti siano italiani rimpatriati.
Facendo i prodotti delle tre cifre indicate dianzi, pei corrispondenti coefficienti medi di 23 lire, 20 lire
e 10 lire, si trova che i forestieri che visitarono l’ Italia nel 1897 vi avrebbero speso circa 278 mi lioni. A questa somma è da aggiungere l’ introito delle ferrovie per il trasporto degli stessi viaggiatori: il quale introito fu calcolalo sulla rete Mediterranea in L . 4,787,422 e sulla rete Adriatica di L . 2,763,209 cioè a lire 7,330,631 complessivamente per le due reti continentali.
Non sono compresi i biglietti che i forestieri pren dono sulle linee italiane, fuori dell’ itinerario trac ciato nei biglietti acquistati all’ estero, nè l’ importo della spedizione dei bagagli per tutti quanti i viag giatori stranieri. Per ciò che riguarda il movimento in Sicilia e in Sardegna, il numero dei forestieri provenienti dall’estero per ferrovia si può ritenere compreso in quello delle reti continentali poiché si tratta di persone che proseguono il loro viaggio. Sa rebbe invece da tener conto in più dei prodotti spet tanti alle reti della Sicilia e della Sardegna.
Nè sarebbe da trascurare il movimento delle fer rovie minori sul continente, quali sono la Nord-Mi- lano, le Venete ece.; le quali sono percorse anche esse da un certo numero di forestieri.
Per un computo generale approssimativo dei pro venti realizzati dalle ferrovie sul movimento dei viag giatori stranieri su tutte le reti comprese le insulari, si può forse portare da 7 e mezzo a 9 milioni di lire l’ introito per il 1897.
Tutto ciò riguarda i forestieri entrati in Italia per ferrovia. V i sono ancora i viaggiatori che arrivano
per mare. Mettiamo fuori di calcolo tutti i passeg- gieri di terza classe, i quali, per la maggior parte, sono italiani che rimpatriano e limitiamoci a consi derare i viaggiatori di cabina.
I viaggiatori di l a e 2* classe dei piroscafi sbar cati nei porti del regno furono nel 1897 in numero di 40.804. Di questi forse la metà sono viaggiatori di transito, i quali non fanno che attraversare l’ Italia, recandosi in altri Stati. Immaginiamo che questi spendano in media a testa 100 lire per ferrovia e trasporti di bagagli, e 30 lire per vitto ecc. Pei ri manenti 20.000, oltre alle 100 lire di spese ferroviarie, supponiamo una permanenza media di 30 giorni nel regno, colla spesa di 23 lire al giorno. Fanno in tutto altri 19 milioni di lire, pei viaggiatori arrivali per mare, che aggiunti ai 287 milioni portati dai viaggiatori venuti per ferrovia formano un totale di 306 milioni di lire.
Sono adunque circa 300 milioni all’anno che i forestieri portano in Italia come equivalente di ciò che Consumano per vitto, alloggio, oggetti di ve stiario, oggetti d’arte comperati, ecc. È 'lo stesso ef fetto come se l’agricoltura e le industrie manifattrici in Italia dessero all’ esportazione 300 milioni all’anno in più dei prodotti che passano la frontiera.
E il Bodio aggiunge che conviene coltivare que sta industria degli stranieri, come una delle più lu crose. Dobbiamo profittare dei vantaggi del clima, dei tesori d’arte che vi sono disseminati e profusi, delle memorie storiche che rendono attraente la v i sita e il soggiorno di tanta parte del classico suolo. Nè egli dimentica di osservare che per conoscere esettamente colesto argomento sarebbe da tenere conto anche dell’ influenza di questa importazione di numerario metallico, come correttivo dell’aggio sul l’oro; è dessa uno ilei fattori più importanti, nel l'equilibrio della valuta, insieme coi lucri realizzati dalla nostra marina mercantile nella così detta na vigazione indiretta, cioè per mezzo dei noli realiz zati nei trasporti da porti esteri ad altri porti esteri finché la nave ritorni in patria. S i aggiungano come valori entrati o conteggiati in moneta metallica, gli invii fatti dei risparmi dei nostri emigranti, l’ obolo di S. Pietro ed altri elementi attivi. È tutto ciò di mostra come e quanto sia difficile lo stabilire la
bilancia economica ben differente da quella com
merciale e come errano coloro che fondandosi su questa ultima vogliono indurre conclusioni d’ordine generale, assoluto intorno alla condizione economica del paese.
I calcoli dei quali il comm. Bodio ha reso conto sono approssimativi, ma non per questo mancano d’ interesse.
456 L ’ E C O N O M I S T A
16 luglio 1899
Rivista Bibliografica
Roger Merlin. — Les associations ouvrières et patro
nales. Paris, Rousseau, 1899, pag. vii-515 (8 franchi). . Oltre l’opera dell’ Hnbert-Valleroux sulle associa zioni operaie e padronali, che abbiamo altra volta annunciato, è stata premiata al concorso del Museo Sociale anche questa del Merlin, già noto per uno studio sulla mezzadria e la partecipazione agli utili. L ’ Autore ha fatto un’esposizione chiara e ordinata, se non sempre completa e al corrente delle loro u l time vicende, di tutte le associazioni, classificandole nel seguente modo: sindacati professionali, sindacati agricoli, società cooperative, mutualità. Riguardo a quest’ ultima si è occupato dell’assistenza e della mu tualità; come delle cooperative ha distinto quelle di consumo, di produzione, di risparmio e credito e di costruzione. Partendo dal concetto che ogni genere di associazione ha il suo paese di elezione, il Merlin nella rassegna dei vari paesi per ogni categoria di asso ciazione ha cominciato con quello che può servire di modello. Ma non a tutti i paesi l’ Autore ha fatto la parte che meritavano; così, per citare un esempio, alla cooperazione agricola in Italia ha consacrato do dici righe, dalle quali si rileva che non ha una co gnizione esatta delle cose e non conosce le pubbli cazioni che gli avrebbero fornito elementi per chiarire meglio la condizione attuale di quelle associazioni. E non sempre l’ Autore ha procurato di precisare l'indole delle istituzioni di cui si occupava, forse per chè ha adoperato spesso gli elementi di fatto forniti da altri autori, senza controllarli; così ciè ch e egli dice sulle associazioni fraterne americane per la mu tua assistenza non ci pare sufficiente a dare un’ idea del carattere e del funzionamento di quelle istituzioni di previdenza. Nè questi sono i soli esempi. Ma com prendiamo che un’ opera veramente completa, pre cisa ed esauriente sulle associazioni operaie e padro nali esigerebbe parecchi anni di ricerche, di studi, di confronti e che mal si può conciliare con i ter mini di un concorso a breve scadenza. L ’ opera del M erlin ad ogni modo fornisce molte utili notizie sulle associazioni e non fa duplicato con quella dell’Hubert- Valleroux che ha a un dipresso gli stessi pregi e difetti, ma presenta la materia secondo un piano dif ferente e dà altre notizie. Non possiamo quindi che consigliare la lettura di questo libro a ehi si occupa dell’ importante argomento.
Simon N. Pallen. — Les fondaments éeonomiques de la
protection. — Paris, Giard e Briére, 1899 p. xm-215
(2 fr. 50)
Questo libro è noto agli studiosi fin dal 1890 e il Rabbeno nel suo Protezionismo americano ne ha rias sunto le idee principali. La traduzione francese, ora pubblicata da F . Lepelletier, contiene una prefazione del prof. Cauwès, che riassume le idee del Patten e ne mette in luce le defìcenze e i punti deboli anche dal punto di vista del protezionismo. È giustizia r i conoscere che questo libro non è privo di interesse perchè il protezionismo vi è difeso da punti di vista nuov:. ma non si può dire che il Patten ci abbia dato uno studio veramente scientifico e che non abbia enunciato nuovi sofismi degni della critica di un Bastiat. Per sostenere la causa della protezione
l'Au-1
_ _ _ _ _ _ _ _
tore si colloca su un terreno limitato, quello del na zionalismo americano e si vale della deduzione an ziché prendere in esame i fatti concreti della esperienza. Ma il Patten, lo abbiamo notato anche a proposito di un suo recentissimo volume, è suggestivo e la lettura dei suoi scritti non è priva, quindi, di pro fitto e di interesse.
Georg Obst. — Theorie und Praxis des Checkverlcehrs Stuttgart, Strecker e Moser 1899. pag. 174 (mar chi 2.50).
Sugli checks si è scritto molto, anche dal punto di vista economico, ma questa guida dell’ Obst può rendere qualche servizio, perchè fatta con molta cura e chiarezza. L ’ Autore espone dapprima lo sviluppo del credito, delle banche, della moneta; tratta poscia degli affari di deposito, del check e delle stanze di liquidazioni. In appendice riporta la legislazione te desca, francese e Inglese sulla materia. In piccola mole l’Autore ha raccolto molte notizie e fornisce copia notevole di spiegazioni, sicché il suo libro me rita d’ essere raccomandato a chi si occupa del credito.
Rivista Economica
L ’ im m ig ra z io n e it a lia n a a l B r a s ile — L ’ increm ento
ed i nuovi la v o r i d e lla fe r r o v ia s ib e r ia n a — Nuove
fe rro v ie a l Congo — / t r a s p o r t i p e r m a re .
L’ immigrazione italiana al Brasile. — Dalla R. Legazione in Rio Janeiro è stata trasmessa al Ministero degli esteri la seguente tabella ufficiale della immigrazione italiana nel Brasile dal 1877 in poi:
1877 15,582 1888 104,552 1878 10,636 1889 36,124 1879 9,677 1890 51,275 1880 12,839 1891 132,326 1881 2,705 1892 55,049 1882 10,562 1895 58,552 1883 12,569 1894 34,872 1884 7,933 1895 97,344 1885 17,589 1896 96,505 1886 14,336 1897 78,915 1887 40,157 1898 53,272
Quasi un milione in venti anni.
L’ incremento erl i nuovi lavori della ferrovia siberiana. — In Russia non si risparmia energia per il rapido sviluppo della ferrovia siberiana, Se condo il Manufacturer, il Governo russo sta per aprire un ulteriore credito di più di 82 milioni di rubli per aumentare e migliorare i mezzi di traf fico _e di trasporto sulle reti centrale e occidentale, cominciando da Tcheliabinsk. Il versamento di que sta grossa somma è così diviso: 8 milioni e 3[ ì di rubli in 5 anni per lo sviluppo del traffico; 43 mi lioni di rubli in 9 anni per l’aumento della velocità dei treni e 51 milioni di rubli per la rinnovazione del materiale.
Assegni di tale ammontare per il miglioramento delle ferrovie sono senza precedenti negli annali delle imprese ferroviarie russe.
do-vranno quanto primo cambiare le rotaie ohe sono ora a tipo leggero.
Il materiale ed il servizio erano predisposti e cal colati per non più di tre paia di treni ogni 24 ore, mentre già ne funzionano otto paia, oltre I’ express bisettimanale da Mosca a Krasnovoldsk. Nello scorso anno sulla Western Siberian il numero dei passeg geri ascese a 550,000, quello degli emigranti a 400,000, e il peso delle merci a 490,000 tonnel late, di cui circa 320,000 di cereali.
Entro cinque anni si calcola che i carichi di grano ammonteranno a 800,000 tonnellate all’ anno.
Nuove ferrrovie al Congo. — Il governo del Congo, che ha recentemente condotto a termine l ’impresa della costruzione di nna ferrovia da M a- tadi a Stanley - Pool, la quale collega tutto il ba cino dell’alto Congo col mare, ha posto ora allo studio la costruzione di nuovi tronchi per col legare la regione dell’ Ouellè e del Nilo colla regione del Tanganyka. Le linee principali del progetto sono già stale stabilite.
Dalle Stanley- Falls, il cui porto è accessibile in ogni tempo ai più grossi vapori, navigando sull’alto Congo, si dirigerà una nuova strada ferrata a 450 km. circa in direzione dell’Est verso le pianure del l’alto Ituri, donde la linea si biforcherà in due rami : uno diretto al nord verso il lago Alberto Nyanza, l ’altro ad sud verso il Lago Tanganyka. Queste due biforcazioni comprendono insieme 950 km. ciò che porta a 1400 km. la lunghezza lutale del lavoro da compiersi.
È stata inviata sul posto una missione speciale sotto la direzione dell’ ingegnere Adam, che ha fatto i primi studi della ferrovia da Matadi a Stanley-Pool assistito dagli ingegneri Dusoit e Cosigni e dagli assuntori di lavori Defossè, Glode, Lougbi e Suardo.
11 costo di questa grandiosa impresa è valutata da 1500 a 2000 milioni, dato il grande costo del trasporto del materiale dall’Europa a Stanleyville. Il Governo del Congo spera di condurla a (ine in una diecina d’anni.
Lo scopo è di mettere in comunicazione col Congo l ’Ouellè il Mangèma Est, le numerose popolazioni abitanti i 400 km. di riva del lago Alberto-Nyanza e i 1400 km. del lago Tanganyka.
Da ciò si comprendono i vantaggi sperati da que sto lavoro colossale.
I trasporti per mare. — Col 1. luglio è andata in vigore, insieme alle tariffe ridotte pei trasporti marittimi, la nuova polizza di carico concordata tra il Ministro delle Poste, on. di S. Giuliano, e la Na vigazione Generale Italiana. Ecco le differenze ed ag giunte nelle condizioni della polizza in confronto alla precedente.
Art, 6 nuovo. — Facoltà nello spenditore di re scindere il contratto di noleggio in caso di mancanza di spazio. Prima non vi era che l’ obbligo della So cietà di far proseguire la merce con altro piroscafo. Obbligo allo speditore di pagare soltanto metà del nolo quando non presenta la merce. Prim a doveva pagarlo per intero.
Senza il consenso del caricatore non potrà essere collocata sopra coperta altra merce all’ in.aori delle vetture, fusti vuoti, animali, frutti, piante vive e le merci di grossa mole o deperibili se poste sotto co perta.
Art. 9 — La Società risponde delle cose caricate quando le avarìe siano prodotte da fatti, negligenze
od atti che. si riferiscano a casi di forza maggiore o alle attitudini tecniche che la legge ed i regolamenti affidano al capitano, macchinisti, pilota, ecc. Prima non assumeva alcuna responsabilità.
Art. 10 — Nel caso che il Capitano volesse con statare il buono stivaggio della merce, potrà farlo col concorso di un perito marittimo. Prima questa cautela non era prescritta.
Art. 12 — E ’ limitata a determinati casi la facoltà di trasbordare la merce da un piroscafo ad un altro. Prima tale facoltà era illimitata.
Art. 14 — E ’ data facoltà allo speditore di spe dire la merce con più destinazioni purché prima dell’arrivo del piroscafo nel primo porto indichi a quale scalo debba essere sbarcata.
Art. 17 — Il nolo deve essere pagato in valuta avente corso legale nel Regno, per le percorrenze interne. Prim a era prescritto in oro.
E ’ ammessa la facoltà di pagare a destino il nolo le spese ed altre somme che gli speditori volessero gravare sulle cose caricate.
Nel caso di avaria o perdita delle merci, la S o cietà è tenuta a pagare soltanto in ragione del valore reale od intrinseco delle cose caricate.
Per i piccoli colli di merci fino a 20 kg. la re sponsabilità della Società è fissata a 15 lire, ad a lire 25 per quelli di peso superiore fino a 100 kg.
In caso di perdita di colli contenenti effetti d’ uso, bagagli e simili, la Società è tenuta a pagare lire 100
per ogni collo o cassa.'
Per gli oggetti d’ arte, la responsabilità starà in relazione al valore in base al quale fu riscossa la sopratassa per il noleggio.
Se dopo tre mesi le cose perdute si ritrovassero, il portatore della polizza avrà facoltà di ritirarle me diante il rimborso delle indennità liquidate.
Art. 21 — In caso di vendita della merce, la So- - cietà dovrà uniformarsi alle disposizioni dell’ arti colo 579 Codice di Commercio, se la merce è de peribile; in caso diverso, alle disposizione dell’art. 68
dello stesso Codice, con l’ intervento cioè dell’Auto- rità giudiziaria. Prima la vendita era fatta soltanto con le norme di urgenza di cui all’ articolo 579.
Art. 22 — La Società ha assunto la responsabi lità limitatamente al peso, quando abbia accettato a peso le merci.
Art. 25 — Per le merci caricate alla rinfusa, la Società ha assunto di rispondere della deficienza quando il calo effettivo superi il calo naturale della merce stessa.
Art. 27 — Le domande di indennità per avarie, perdite, ecc. delle cose caricate, quando non sia possibile liquidarle amichevolmente, dovranno essere prodotte in giudizio nella Sede compartimentale della Società, cioè Genova e Palermo, cui appartiene il piroscafo ; e, se inferiori a lire 500, anche presso le Autorità giudiziarie di Cagliari, Livorno, Napoli, Venezia e Civitavecchia. Prima i reclamanti non potevano adire che i Tribunali di Genova e di Pa lermo.
L’A sse ecclesiastico (1 8 9 7 -9 8 )
458 L’ E C O N O M I S T A
10 luglio 1899 stralciamo le seguenti notizie sommarie sui risultati
della gestione.
Il patrimonio immobiliare, amministrato dal Dema nio, al principio dell’anno finanziario, era rappresen. tato da un complesso di beni valutati L . 30,697,650.
Di questa massa di beni furono venduti 1006 lotti per il prezzo complessivo di L . 1,056,683.
Le vendite si eseguirono col doppio metodo dei pubblici incanti e delle trattative private.
Furono esposti ai pubblici incanti 493 lotti, dei quali 86 a prezzi ridotti dopo un primo esperimento d asta rimasto infruttuoso.
L asta dei predetti 493 lotti si aprì sul prezzo complessivo (normale e ridotto) di L. 484,067. Il prezzo di vendita ne sali a L. 652,920, che corri sponde all’ aumento percentuale del 34,88.
A trattativa privata si vendettero 513 lotti, che alle ultime aste, alle quali erano stati esposti senza avere trovato offerenti, erano stati stimati del va lore complessivo di L . 391,638.
Il prezzo ricavatone dalla vendita a trattativa pri vataceli a L . 413,762, ossia aumentò nella misura del 3,10 per cento sul prezzo ultimo d’asta.
Alcune alienazioni minori, avvenute nell’ anno per effetto di transazioni e di espropriazioni per uti lità pubblica, rappresentano un ulteriore introito di L . 18,417.
Finalmente nuove concessioni di stabili, apparte nenti all’ Asse ecclesiastico, fatte alle Amministra zioni governative, rappresentano un’ altra diminu zione patrimoniale di L . 16,600.
Di guisa che il patrimonio immobiliare valutato al 30 giugno 1897 in L. 30,697,650, si trovò r i dotto al 30 giugno 1898 a sole L. 29,558,845, con una differenza in meno di L. 1,138,805, risultato per L. 1,075,090 di venditq avvenute, per altre L . 16,600 di cessioni alle pubbliche amministrazioni e, finalmente, per L . 63,515 di rettifiche di valu- zione ecc.
Astrazione fatta di quella parte di patrimonio, della quale, per una o per altra ragione, il dema nio non poteva disporre, cioè L . 11,478,484 restava al principio dell’ esercizio 1898—99 una massa di stabili valutata L . 18,080,361, perfettamente dispo nibile.
Questa massa era rappresentata :
a) da 10,337 lotti del valore di L. 12,717,910, già esposti alle aste e rimasti invenduti per deser- zione ;
b) da 697 lotti del valore di L . 754,942, non ancora esposti all’ asta, ma pronti ad esserlo;
c) finalmente dai beni non ancora divisi in lotti, per un valore di L . 4,607,512.
Il valore di quest’ ultima categoria è quello in scritto sui registri di consistenza, soggetto a corre zioni in più od in meno, via via che i beni vengono regolarmente stimati e composti in lotti per la vendita.
I beni ancora invenduti al 30 giugno 1898 erano ripartiti per regioni come in appresso:
Piemonte e Liguria . . . L. 134,260 Lombardo-Veneto. . . . » 381,486 E m i l i a ... 56,119 Marche ed Umbria . . . » 190,263 Toscana... 92,619 La zio ... 2,731,267 Abruzzi e Molise . . . . » 1,337,031 C a m p a n ia ... L . 5,849,860 Puglie e Basilicata . . . » 1,708,911 C ala brie ...»1,619,536 S i c i l i a ... 2,244,475 S a r d e g n a ... 1,735,535 vale a dire che la liquidazione dell’Asse ecclesia stico è pressoché compiuta nell’ Italia settentrionale è bene avviata in quella centrale. Circa I’ ottanta per cento dei beni ancora da vendersi giace nel-l’ Italia meridionale.
Il credito dell’ Asse ecclesiastico per beni venduti e non ancora pagati ammontava al 30 giugno 1898 a L. 22,765,565, delle quali L. 8,763,588 per rate già scadute sebbene insoddisfatte.
A tutto l'esercizio 1897-98 il patrimonio ven duto rappresenta L. 621,311,477 per 170,577 lotti — delle quali pagate L . 598,545,962 ; da pagarsi L . 22,765,565.
Il bilancio della gestione finanziaria prevedeva: all’ entrata . . . L. 5,181,000 alla spesa . . . » 1,641,387 indi l’ avanzo di . L . 3,539,613 L ’ accertamento ha dato, invece :
all’ entrata . . . L . 5,483,343 alla spesa . . . » 1,648,520 ossia l’avanzo di . L . 3,834,823
che supera di. . L . 295,210 l’ avanzo preveduto.
Se dividiamo l'entrata e la spesa ordinaria da quelle di carattere straordinario le risultanze fiscali sono le seguenti :
Previsione Accertamento Differenza
Entrata ordinaria 1,771,000 2,240,948 + 469,948 Spesa » 1,187,387 1,144,990 — 42,397 Avanzo . . . + 583,613 + 1,095,958 + 427,551 Entrata straordin. 2,810,000 2,529,502 — 280,498 Spesa » 454,000 503,530 + 49,531 Avanzo . . . . 2.356,000 2,025,972 — 230,967 Totale avanzo . 2,939,613 3,121,930 + 196,584 Nel corso dell’esercizio 1897-98 si eseguirono 656 nuove prese di possesso di fondazioni di cullo sfug gite fino allora all’ applicazione delle leggi su ll’ asse ecclesiastico; prese di possesso che rappresentano una rendita (mobiliare ed immobiliare) di L. 101,592, Dalla legge del 1866 a tutto il 30 giugno 1898 si sono verificaie 63,320 prese di possesso con una rendita di L. 48,901,521, non comprese le rendite mobiliari degli enti morali, conservati, accertate nel medesimo periodo di tempo in L . 9,468,880.
La cassa di risparmio di Milano fieli’ esercizio 1 1
L. 72,926,814.76, trovasi cresciuto al 31 dicembre scorso a 1,. 76,357,808.83.
Nei mutui ipotecarii furono fatte nuove opera zioni per circa 4 milioni e mezzo, ma le restitu zioni avutesi, e che il ribasso accordato nella mi sura dell’interesse non valse ad impedire, le sorpas sarono d’ un milione e mezzo, di’ guisa che la rim a nenza, che al principio era di L. 93,752,995.04, si ridusse al 31 dicembre a L 92,294,479.82.
Anche nei prestiti ai corpi morali le restituzioni sorpassarono di 5 milioni le operazioni nuove che ascesero a 2 milioni.
Le cambiali scontate nel 1898 furono 15,436 per 31 milioni di lire, e presentano una diminuzione, in confronto del 1897, di 3549 effetti per 8 milioni. Quelle cadute in sofferenza importarono la cifra di L . 8717.95.
Le nuove operazioni di conti correnti introdotte per la prima volta nel 1898 non ebbero un grande svolgimento, pochissime essendo state le domande presentate. Al chiudersi dell’ anno le partite aperte dei conti correnti garantiti sia con ipoteca, sia con titoli, sia con cambiali, rappresentavano l’ importo di circa 4 milioni e 177 mila lire. La somma su di esse prelevata ascendeva a L . 3,820,405.15, re stando a disposizione dei correntisti L . 356,594.85. Le sovvenzioni con note di pegno emesse dal magazzino generale delle sete, fatte nell’ anno, furono 1445 per l’importo di L. 18,256,100. A l 31 dicem bre 1898 ne rimanevano in corso 434 per l’ im porto di L. 6,110,600.
Nei riporti di effetti pubblici vi fu un movimento di 145 m ilioni: i contratti in corso alla fine del l'anno importavano L. 8,183,300.
Al 31 dicembre 1897 si trovavano in circola zione 540,970 libretti al portatore, sui quali era in scritto un credito complessivo di L. 570,391,757.40. A l 31 dicembre 1898 ne erano in circolazione 541,302 per l’ importo di L . 564 539,805.54. Si è quindi verificato un aumento di 332 libretti, ed una diminuzione nel loro importo per circa 5 milioni e 700 mila lire.
Nella categoria dei libretti nominativi emessi, a termini dello statuto, in favore di persone apparte nenti a determinate classi fra le meno abbienti, e riguardo a cui l’ interesse è nella misura del 4 per cento, il credito dei depositanti ebbe un aumento assai considerevole, essendo da L. 4,811,635.63, cui ascendeva in principio dell’ anno, salito alla fine di esso a L . 6,455,901,39.
Il movimento nel servizio dei depositi di valori cartacei, sia in semplice custodia che in ammini strazione, si mantenne presso a poco nelle condi zioni dell’ anno precedente. Al 31 dicembre 1898 tali depositi ammontavano a n. 4710, pel valore di L . 138,914,901.16.
Il fondo per le oscillazioni di Borsa, che al 31 dicembre 1897 ascendeva a L . 719,976.75 e che fu aumentato coll’assegno di un milione di lire su gli utili conseguiti in quell’anno, è residuato al 31 dicembre 1898 nella somma di L . 911,597.73.
Importante assai è stata l’ azione esercitata nel campo della beneficenza. Le erogazioni fatte nell’ anno in opere di beneficenza e di pùbblica utilità si ele varono a L . 1,043,313.79. Tra gli assegni più co spicui la relazione presidenziale ricorda quello di L . 50,000 in favore della Cassa Umberto 1 in Tu rate pei veterani ed invalidi delle guerre nazionali,
di L . 71,687 per concorso all’ impresa del traforo del Sempione, e di L. 150,000 a favore della Cassa nazionale di previdenza per la vecchiaia ed invali dità degli operai, istituita dal Governo colla legge 17 luglio 1898.
I risultamenti della gestione del Credito fondiario nell’ anno 1898 si compendiano nelle seguenti cifre : attività esistenti al 31 dicembre 1898 L. Ì76,186,784.25 ; passività L ire 176,034,588.56; utile dell’ esercizio L . 152,195.69.
Nell’anno 1897 furono stipulati 155 prestili per l’importo di L. 5,071,000; nel 1898 sene conchiu sero 180 per L. 7,869,500, con un aumento nelle nuove operazioni, dovuto particolarmente al mag giore sviluppo che queste ebbero nelle provinole che furono aggiunte alla zona d’esercizio dell’ istituto.
Ciò non di meno il credito dell’ istituto verso i mutuatari, che al 31 dicembre 1897 era di L i re 162,632,692.35, discese al 31 dicembre 1898 a L . 157,608,301.25. Questa diminuzione è provenuta dalla rilevante quantità delle restituzioni che furono effettuate nell’anno, essendo stati estinti n. 224 pre stiti per l’ importo di L. 12,893,891.10.
I mutui che rimanevano in corso al 31 dicem bre 1898 erano n. 3831, dei quali n. 910 per L. 19,569,368.36 al tasso del 5 per cento, e n. 2921 per L. 138,038,932.89 al tasso del 4 per cento.
Più ancora che nei mutui, il movimento delle re stituzioni si è accentuato nei conti correnti ipote carii, i quali da L. 1,969,263.97 cui ascendevano al principio dell’anno, si ridussero alla fine di esso a L. 758,958.22, essendone stati chiusi 11 per L . 1,210,305.75.
La cifra del debito dei mutuatari per semestra lità rimaste in arretrato di pagamento dimostra la persistenza del disagio e delle angustie che afflig gono da lungo tempo la possidenza fondiaria. L ’ im porto di tali semestralità arretrate ascendeva al 31 dicembre 1898 alla somma di L. 2,159,377.50 che rappresenta una percentuale di L. 1.37 in rapporto al capitale dato a credito.
Nel corso dell’ anno furono condotte a termine, colla vendita forzata degli stabili ipotecati, venti pro cedure giudiziali contro debitori morosi. In sei di esse l’ istituto restò deliberatario dei beni. La diffe renza tra il prezzo di aggiudicazione e l ’ammontare dei crediti dell’ Istituto cagionò a questo una perdita di L. 206,743.87. Questa perdita, che fu inferiore per L. 112,800.14 all’ importo di quelle subite nel 1897, è stata interamente coperta colle rendite o r dinarie dell;, gestione.
II patrimonio immobiliare dell’ Istituto che al 31 dicembre 1897 era di L . 2,676,642.19, crebbe alla fine del 1898 a L . 3,011,717.68. Esso si compone di n. 36 stabili, dei quali 28 urbani e 8 rurali. L ’ Istituto ne ha ricavato una rendita netta di L i re 118,769.35, corrispondente al 5.94 per cento del loro valore.
Le cartelle emesse nel 1898 in rappresentanza di mutui furono n. 15,739, quelle estratte n. 21,242. Al 31 dicembre 1898 ne esistevano in circolazione n. 327,747 per la somma di L . 163,873,500. Il prezzo delle cartelle si mantenne costantemente su periore al loro valore nominale, oscillando per quelle del tipo del 5 per cento tra un minimo di L. 513 ed un massimo di L. 522, e per quelle del tipo 4