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COMUNE DI TREVISO LINEE GUIDA PER LA REDAZIONE DEL PIANO DEL COLORE DEL COMUNE DI TREVISO

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Academic year: 2022

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COMUNE DI TREVISO

SETTORE URBANISTICA, SPORTELLO UNICO E VERDE URBANO PIAZZA RINALDI, 1/B, 31100 – TREVISO

TEL. 0422.658395

e-mail: postacertificata@cert.comune.treviso.it

COMUNE DI TREVISO

LINEE GUIDA PER LA REDAZIONE DEL

“PIANO DEL COLORE DEL COMUNE DI TREVISO”

Treviso, 21.12.2020

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Gruppo di Lavoro:

OAPPC TV

Arch. Paola Bandoli (Consigliere OAPPC TV) Arch. Monica Lenhardy

Arch. Sabrina Corsini Arch. Paolo Furlanetto Arch. Giorgio Sparisi

Comune di Treviso

Arch. Roberto Bonaventura (Dirigente) Arch. Luca Tortora

Cons. Eleonora Carniel

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Indice

1. Premesse: “Fare del colore un progetto”

1.1 Il dibattito sul tema

1.2 Ambito d’intervento e criteri guida

2. Oggetto delle Linee guida: Per la Qualità del costruito 2.1 Verso una cultura della costruzione di qualità

2.2 Analisi SWOT

3. Un Piano del colore per Treviso – Indicazioni per la redazione 3.1 La normativa di riferimento

3.2 Principi e contenuti minimi del Piano del Colore di Treviso

3.3 Cronoprogramma dell’incarico per la redazione del Piano del Colore 4. Bibliografia

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1. Premesse: “Fare del colore un progetto”

1.1 Il dibattito sul tema

Il dibattito intorno ad un “Piano del colore” per la città di Treviso si è sviluppato a partire dagli anni ’80, e dopo quasi quarant’anni di proposte, analisi, controversie, rinvii ed atti mancati, Treviso l’”Urbs Picta”, non si è ancora dotata di uno strumento operativo che valorizzi e salvaguardi ciò che viene considerato oggi un bene comune quale il paesaggio urbano.

Nel 2019 il Comune di Treviso e l’Ordine degli Architetti della Provincia di Treviso hanno siglato un Protocollo d’intesa finalizzato ad istituire un tavolo di dialogo permanente nell’ambito della promozione della pianificazione e dello sviluppo del territorio urbano.

Il primo atto di questo protocollo è la “Definizione di linee guida e direttive per la redazione del Piano del Colore” della città di Treviso.

Pensiamo che il “Piano del colore” debba essere uno strumento “qualitativo” in grado di mettere in campo un insieme di tecniche e competenze capaci di favorire la ricerca e la proposta, ossia l’approccio progettuale al tema del piano. Il colore non è solo una banale finitura, è linguaggio visuale e in quanto tale va sviluppato affinché continui a raccontare l’identità dei luoghi.

Per queste ragioni la commissione “Piano del Colore dell’OAPPC TV” ha pensato di riassumere in breve e in modo incisivo questo approccio con lo slogan “Fare del colore un progetto”.

“Fare del colore un progetto” significa dare centralità al tema dell’aspetto esterno degli edifici nei progetti di ristrutturazione – restauro - nuova costruzione, promuovere la relazione con il paesaggio attraverso la ricerca di soluzioni cromatiche e di materiali che dialogano con gli edifici circostanti, gli spazi pavimentati e verdi, gli elementi naturali. Il paesaggio è anche culturale, oltre alla

“Treviso urbs picta” si propone di valorizzare la conoscenza e l’identità dei cluster urbani fuori mura nati attorno a realtà produttive storiche e vie di comunicazione principali, d’acqua e non.

Durante il nostro lavoro abbiamo chiesto al Prof. Architetto Manlio Brusatin una sua opinione circa l’elaborazione di un Piano del Colore per Treviso. Di seguito riportiamo un breve estratto dove ci da un suo personale punto di vista in merito allo slogan coniato e all’approccio proposto (per l’intervista integrale si rimanda all’Allegato 01):

A proposito di questo tema, il nostro gruppo di lavoro ha fatto proprio lo slogan

“Fare del colore un progetto”, come lo vede?

M.B.: Condivido in pieno la scelta che avete fatto, per Treviso più che un “Piano del colore” sarebbe interessante proporre un “Progetto del colore”, tenendo sempre presente l’aspetto dell’arredo urbano. L’illuminazione per esempio è molto

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importante.

Normalmente per “piano” si intende qualcosa di eccessivamente impositivo, mentre invece

attualmente si cerca di attivare una collaborazione tra il pubblico ed il privato sulla base di indicazioni operative. E per “privato” non intendo solo il singolo cittadino che possiede l’immobile, ma anche le varie aziende e ditte che operano nel settore, le quali certamente hanno un interesse economico, ma sono anche attente sul piano culturale e tecnico puntando sulla qualità, per esempio nelle modalità di intervento di restauro sui beni storico- culturali.

1.2 Ambito d’intervento e criteri guida

Il Piano del Colore, ad integrazione di quanto già presente per le zone del centro storico, nell’elab. D02 “Prontuario per la qualità architettonica e la mitigazione ambientale” del Piano degli Interventi vigente, avente valenza prescrittiva per lo strumento urbanistico generale, ha lo scopo di disciplinare le tinteggiature delle finiture esterne degli edifici, armonizzandole al cromatismo tradizionale rilevato a seguito di specifica analisi di dettaglio.

L’ambito del “Piano del Colore”, esteso tutto il territorio comunale, non si limita alla riqualificazione della sola facciata dell’edificio, bensì prende in considerazione l’insieme di elementi che lo compongono e che concorrono alla resa dell’immagine finale:

− finiture esterne (cartella colori, tipologia di finitura, basamenti);

− serramenti e lattonerie;

− vetrine e insegne;

− pavimentazioni e arredi urbani di pertinenza.

I criteri guida, in parte già individuati nel PI, sono così sintetizzati:

− promuovere la qualità dell’Architettura e del Paesaggio;

− sensibilizzare la collettività all’aspetto estetico della città;

− tutelare e salvaguardare l’integrità e l’autenticità del patrimonio edilizio storico culturale fatto di colore e materia;

− rispettare le partiture decorative originali, ovvero la conservazione della tipologia cromatica e del trattamento superficiale delle facciate;

− indirizzare e monitorare i nuovi interventi ed il loro inserimento nel contesto, attraverso la conoscenza e la conservazione della cultura costruttiva locale da parte dei tecnici operanti nel settore.

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2. Oggetto delle Linee guida: Per la Qualità del costruito 2.1 Verso una cultura della costruzione di qualità

Il Comune di Treviso, unitamente all’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Treviso, intende perseguire l’obiettivo di promuovere la “Qualità dell’Architettura”.

Il progetto delle Linee guida nasce dalla consapevolezza che uno spazio edificato favorisce una maggiore qualità di vita dei cittadini, che devono anche sentirsi responsabili del bene comune. “La progettazione dello spazio edificato, il rapporto tra gli oggetti e il loro spazio edificato e naturale, la coerenza spaziale, le questioni di scala e materialità – tutti questi fattori si ripercuotono sulla qualità della nostra vita. Una cultura della costruzione di qualità si esprime quindi attraverso una progettazione ponderata e concertata di tutte le attività di costruzione e di pianificazione paesaggistica che non danno la priorità al profitto economico a breve termine, ma ai valori culturali. Una cultura della costruzione di qualità non risponde dunque soltanto a esigenze funzionali, tecniche ed economiche, ma anche ai bisogni sociali e psicologici della popolazione.” (Dichiarazione di Davos, art. 8).

La scelta di dotarsi del Piano del colore è un indirizzo operativo in linea con questo obiettivo, che si basa sui seguenti presupposti:

- Conoscere, tutelare, conservare, riqualificare il patrimonio cromatico e decorativo degli edifici storici;

- Garantire la salvaguardia dell’esistente, ossia dei valori storici e architettonici peculiari dell’epoca di costruzione, dei valori ambientali, del sapere tecnico;

- Ricercare la coerenza e compatibilità delle scelte di progetto con le caratteristiche intrinseche del manufatto (architettoniche, compositive, tipologiche, formali, materiche, ecc.) tramite la conoscenza del percorso di vita dell’edificio e la conoscenza delle tecniche e dei materiali di costruzione esistenti e/o di progetto;

- Garantire il rapporto tra patrimonio storico e nuovi interventi grazie ad un auspicabile dialogo interdisciplinare tra le specifiche professionalità;

- Verificare integrazione e compatibilità dell’intervento con il contesto in cui il manufatto è inserito attraverso l’integrazione nel quadro visivo prossimo e nel quadro visivo d’insieme;

- Definire indicazioni di indirizzo/metodo per il corretto approccio sul tema del colore e della qualità architettonica urbana e l’inserimento paesaggistico;

fornire “buone pratiche estendibili” all’intero agglomerato urbano, oltre all’ambito del centro storico, con la finalità di diffondere una sensibilità per la

“Qualità dell’Architettura” (nelle aree limitrofe al centro storico, nei quartieri ed in particolare nelle periferie); mettere in luce i caratteri tipologici-identità: ad

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esempio il paesaggio nel Centro Storico di Treviso (caratterizzato dall’acqua, le Mura, il verde); il paesaggio al di fuori delle mura e il paesaggio dei quartieri;

- Definire gli ambiti di analisi dei supporti: avvalendosi del contributo dei diversi specialisti attraverso stratigrafie, osservazioni, campionature e rilievi di film pittorici, materiali lapidei e inserti decorativi;

- Coordinare i singoli interventi all’interno di una visione di piano (paese, quartiere, nucleo storico) che sia in grado di gestire il caso particolare senza con ciò tralasciare il rapporto con il contesto in cui è inserito come il paesaggio ed i suoi elementi;

- Permettere all’Amministrazione di monitorare gli interventi in atto grazie a indicazioni/parametri che affondano le radici nella storia questo per indirizzare verso una cultura della conoscenza tecnica eventuali azioni di coloritura altrimenti arbitraria;

- Condensare nello stesso strumento una pluralità di nozioni che riguardano gli aspetti superficiali (le architetture, i materiali costitutivi, i supporti, le cromie), gli aspetti spaziali (il paesaggio urbano circostante e le relazioni col territorio, i caratteri tipologici e le loro connessioni) e quelli storici (le ricerche storiche e il monitoraggio del piano del colore stesso);

- Promuovere, con la efficace gestibilità dell’intervento, anche la sua utilizzabilità futura, attraverso la chiarezza procedurale, la possibilità di confronto dell’informazione (modulistica) e di archiviazione, elaborazione e consultazione dei dati per il futuro.

- Non generare conflitto con strumenti da enti esterni di tutela (ad esempio sovrintendenza e ente parchi), ma creare un dialogo collaborativo e di confronto e scambio così come per l’arredo urbano: insegne di esercizio, tende da sole, cartelli stradali e arredo.

- Definizione di una metodologia di lavoro (ad es. schede di analisi/progetto, ecc.) rivolta agli operatori del settore (imprese, professionisti, utenti in qualità di fruitori finali del prodotto) avente la valenza indicativa e non prescrittiva in stretta relazione con l’apparato normativo del Piano degli Interventi (NTO, D02- Prontuario della qualità architettonica e la mitigazione ambientale), che con il Regolamento Edilizio attualmente in fase di revisione.

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2.2 Analisi SWOT

Obiettivo dell’analisi SWOT del Piano del Colore è quello di mettere in luce le decisioni strategiche alla buona riuscita nel tempo del piano a partire dalla sintesi dei principali fattori interni/esterni che lo caratterizzano e dagli impatti che potrebbero essere potenzialmente positivi o negativi.

PIANO DEL COLORE DEL COMUNE DI TREVISO

“fare del colore un progetto”

QUALITÀ UTILI

AL CONSEGUIMENTO DEGLI OBIETTIVI

QUALITÀ DANNOSE

AL CONSEGUIMENTO DEGLI OBIETTIVI

ELEMENTI INTERNI (costitutivi dell’organizzazione)

STRENGHTS

(PUNTI DI FORZA)

• Consolidare la conoscenza del linguaggio cromatico locale;

• Salvaguardare l’integrità e l’autenticità del patrimonio culturale immateriale (identità);

• Monitorare gli interventi nel tempo attraverso un organo di vigilanza interno agli uffici tecnici;

• Proporre metodologie di approccio alla tematica del colore nei diversi cluster di paesaggio (centro storico, quartieri ecc);

• Promuovere la qualità

dell’Architettura e del Paesaggio.

WEAKNESSES

(PUNTI DI DEBOLEZZA)

• Stabilire con certezza quali sono le tinte originarie di ogni edificio;

• Monitorare la fase di esecuzione;

• Individuare la giusta tavolozza colori dal punto di vista cromatico e chimico anche se all’interno della mappa colori del piano;

• Attivare un organo di vigilanza istruito o con delle competenze specifiche in grado di distinguere quando è possibile conservare un vecchio intonaco, quando è necessario rimuoverlo, come deve essere realizzato un nuovo intonaco, come possono essere letti gli apparati decorativi spesso "nascosti" e come possono essere recuperate e ricampionate le antiche cromie.

ELEMENTI ESTENRI (nel contest dell’organizzazione)

OPPORTUNITIES

(OPPORTUNITÀ)

• Fotografare lo “status quo”;

• Valorizzare l’identità del linguaggio cromatico locale;

• Coinvolgere i portatori di interesse nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale;

• Avviare un dialogo proficuo con gli amministratori locali;

• Diffondere un approccio “qualitativo”;

• Sensibilizzare la cittadinanza al tema del colore e della qualità dell’architettura e del paesaggio;

• Promuovere la conoscenza e il

• Senso di appartenenza.

THREATS

(MINACCE)

• Conoscenza e competenza non adeguate (sia di tecnici che di maestranza);

• Recupero di un’immagine non veritiera o falso storico;

• Organo di vigilanza non istruito;

• Uso di prodotti non idonei dal punto di vista chimico e che possono creare rapido degrado;

• Soggettività (arbitrarietà) nella scelta delle cromie;

• Conflitti normativi;

• Interessi privati;

• Inquinamento visivo da segnaletica stradale.

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3. Un Piano del colore per Treviso – Indicazioni per la redazione

3.1 La normativa di riferimento

Le norme vigenti consentono di trasformare gli edifici esistenti sia con interventi di manutenzione, ordinaria e straordinaria, sia con interventi di restauro e risanamento conservativo, ma anche con interventi di ristrutturazione edilizia pesante e nuova costruzione. Il Piano dovrebbe dare indicazioni per tutte le fattispecie di intervento, da quello maggiormente conservativo a quello di integrale sostituzione edilizia.

A livello regionale, la legge 11/2004, all’Art. 17. Contenuti del Piano degli interventi (PI), comma 2. definisce che “Il PI in coerenza e in attuazione del piano di assetto del territorio (PAT) sulla base del quadro conoscitivo aggiornato provvede a:

[…]

e) definire le modalità di intervento sul patrimonio edilizio esistente da salvaguardare;

f) definire le modalità per l'attuazione degli interventi di trasformazione e di conservazione;

Ed infatti il Prontuario per la qualità architettonica e la mitigazione ambientale (elab. D02), già contiene al capitolo 9, ad oggetto “Norme di raccordo” le norme obbligatorie per le zone del centro storico.

Si richiama altresì la Legge regionale 6 giugno 2017, n. 14 “Disposizioni per il contenimento del consumo di suolo e modifiche della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 “Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio”” e, in particolare, alcuni indirizzi che imporranno ai comuni di governare una innovativa trasformazione del territorio, dei centri urbani e di porzioni dei centri storici: “[…]

Interventi di trasformazione urbanistico-edilizia all’interno degli ambiti di urbanizzazione consolidata che non comportano consumo di suolo, con l’obiettivo della riqualificazione e rigenerazione, sia a livello urbanistico-edilizio che economico-sociale, del patrimonio edilizio esistente, degli spazi aperti e delle relative opere di urbanizzazione, assicurando adeguati standard urbanistici, nonché il recupero delle parti del territorio in condizioni di degrado edilizio, urbanistico e socio-economico, o in stato di abbandono, sotto utilizzate o utilizzate impropriamente. […]”.

Si fa presente che il Regolamento Edilizio-Tipo (RET), di cui all'Intesa sancita in sede di Conferenza Governo-Regioni e Comuni il 20 ottobre 2016, recepito con DGR 22 novembre 2017, n. 1896 e successive “Linee guida”, di cui alla deliberazione di Giunta Regionale n. 669 del 15 maggio 2018 (Allegato A), annovera il Piano del Colore come parte integrante del Regolamento edilizio comunale nel CAPO V:

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RECUPERO URBANO, QUALITA’ ARCHITETTONICA E INSERIMENTO PAESAGGISTICO, non già come allegato allo strumento urbanistico comunale.

Nonostante ciò, la scelta dell’Amministrazione comunale è quella di fornire alla collettività uno strumento flessibile, che possa intervenire, caso per caso, su tutto il territorio comunale, con indicazioni piuttosto che con norme cogenti, integrando l’attuale apparato normativo già presente nell’elab. D02 “Prontuario per la qualità architettonica e la mitigazione ambientale” del Piano degli Interventi, avente valenza prescrittiva per lo strumento urbanistico generale, con le linee guida del Piano Colore.

E’ intendimento sia di questo Ordine che dell’Amministrazione comunale delineare in questa specifica fase le Linee Guida indirizzate alla predisposizione degli atti necessari (Fase 2), nonché dell’avvio della procedura di affidamento di incarico necessaria al fine di individuare il team di professionisti ai quali affidare l’incarico di redazione del piano del Colore.

3.2 Principi e contenuti minimi del Piano del Colore di Treviso

I principi guida delle norme sul colore possono essere sintetizzati come segue:

− ricercare la coerenza e compatibilità delle scelte di progetto con le caratteristiche intrinseche del manufatto (architettoniche, compositive, tipologiche, formali, materiche, ecc.) tramite la conoscenza del percorso di vita dell’edificio e la conoscenza delle tecniche e dei materiali di costruzione esistenti e/o di progetto;

− garantire la salvaguardia dell’esistente, ossia dei valori storici e architettonici peculiari dell’epoca di costruzione, dei valori ambientali, del sapere tecnico; − verificare integrazione e compatibilità dell’intervento con il contesto in cui il manufatto è inserito attraverso l’integrazione nel quadro visivo prossimo e nel quadro visivo d’insieme;

− promuovere, con la efficace gestibilità dell’intervento, anche la sua utilizzabilità futura, attraverso la chiarezza procedurale, la possibilità di confronto dell’informazione (modulistica) e di archiviazione, elaborazione e consultazione dei dati per il futuro.

Il Piano Colore dovrà contenere una metodologia estesa a tutto il territorio comunale, a partire dallo studio del Centro storico, oltre ai n. 9 “cluster”, come individuati nella planimetria di cui all’Allegato 2.

Di seguito i contenuti minimi per ciascuno dei 10 ambiti oggetto di analisi:

o Fase di analisi / Ricerca storica riferita all’ambito/cluster di riferimento, con supporto della cartografia storica disponibile e della schedatura degli edifici del P.I.; tale operazione è finalizzata all’acquisizione di un adeguato grado conoscitivo sul tessuto storico edilizio, in merito alle tematiche di interesse del

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Piano del Colore. La ricerca si sviluppa attraverso l’acquisizione di conoscenze storiche e la puntuale osservazione della condizione attuale del centro urbano e dei fabbricati.

o Elaborazione di una mappa concettuale a partire dall’analisi SWOT/percezione/emozione: studio del contesto dal punto di vista paesaggistico (ambito aperto, strada principale e strade di quartiere, percorsi), presenza di edifici storici/vincolati, nuovi fabbricati/ambiti urbani, destinazioni d’uso degli edifici e dei suoli;

o Individuazione dell’intorno e dei cromatismi di riferimento, con attenzione agli elementi costituenti la “base” di paesaggio (colore del terreno, tipo di vegetazione, presenza di corsi d’acqua, elementi infrastrutturali e artificiali (strade, marciapiedi, cavidotti, lampioni, segnaletica, disposizione dell’edificato e tipologie prevalenti, singole e aggregate, coni di visuale e percezione dello spazio, colore del cielo nelle stagioni).

Sulla base di quanto studiato, selezionato e valutato, si passa a definire la griglia dei colori assegnata al cluster e la metodologia da adottare nelle diverse fattispecie di intervento:

o Restauri e recuperi;

o Ristrutturazioni e nuove costruzioni;

o Manutenzione/tinteggiatura degli edifici prospicienti la pubblica via (bonus facciate);

o Elementi di decoro urbano, tipo, forma e materiali (pavimentazioni, insegne, tabelle, alberature, aiuole, piazze pedonali, portici, edicole, bacheche, aree di sosta e fermata, panchine, aree gioco bimbi e altre).

Di seguito vengono elencati la relazione e gli elaborati che dovranno essere prodotti all’interno del Piano del Colore della città di Treviso.

Si precisa che il Piano sarà parte integrante del Prontuario per la qualità architettonica e la mitigazione ambientale (cap. 9) del Piano degli Interventi vigente:

1 Relazione tecnica:

1.1 Indagine della struttura morfologica del territorio comunale, dal punto di vista storico e paesaggistico, al fine di individuare i cluster di paesaggio, ovvero gli ambiti urbani omogenei;

1.2 Rilievo cromatico attraverso reportage fotografico degli immobili oggetto di vincolo di interesse culturale, ai sensi del d.lgs. N. 42/2004 “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, prestando attenzione a documentare la presenza di dettagli decorativi ricorrenti e identitari (fregi, cornici, lesene ecc.), nonché unità di paesaggio che caratterizzano il territorio al di fuori del borgo.

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1.3 Definizione delle modalità di intervento operative nelle diverse fattispecie:

restauro e recuperi; ristrutturazioni e nuove costruzioni;

manutenzione/tinteggiatura delle facciate prospicienti la pubblica via, anche alla luce del recente “Bonus Facciate” 2020; arredo e decoro urbano (pavimentazioni, insegne, tabelle, alberature, aiuole, piazze pedonali, portici, edicole, bacheche, aree di sosta e fermata, panchine, aree gioco bimbi, ecc.);

1.4 Glossario;

2 Elaborati grafici:

2.1 Conferma o ridefinizione dei cluster di paesaggio;

2.2 Mappa cromatica da associare a ciascun cluster;

2.3 Mappa tipologica, in base alle tecniche ed ai materiali rilevati in sito;

3.3 Cronoprogramma dell’incarico per la redazione del Piano del Colore

Si propone di approvare le presenti linee guida e direttive per la definizione del Piano del Colore da parte della Giunta comunale, quale parte integrante del Prontuario per la qualità architettonica e la mitigazione ambientale del Piano degli Interventi vigente, mediante adozione/approvazione da parte del Consiglio comunale, preceduta da una attività di concertazione e partecipazione con i portatori di interessi individuati dall’Amministrazione.

L’affidatario dell’incarico di redazione del Piano del Colore della città di Treviso dovrà osservare le fasi del seguente cronoprogramma:

Fase 1. Consegna del Piano del colore, aderente ai contenuti esplicitati nel bando in sede di offerta, entro 180 giorni dalla stipula del contratto;

Fase 2. Illustrazione del Piano del colore alla Giunta comunale;

Fase 3. Attività di concertazione con gli Enti e di partecipazione con i portatori di interesse, per la raccolta di contributi collaborativi, attraverso uno o più incontri pubblici;

Fase 4. Esame dei contributi;

Fase 5. Presa d’atto dei contributi del Piano da parte della Giunta comunale;

Fase 6. Acquisizione del parere della 2^ Commissione consiliare “Territorio”

nonché della Commissione Paesaggio e della Commissione Edilizia;

Fase 7. Adozione del Piano al Consiglio comunale;

Fase 8. Deposito e pubblicazione/osservazioni del Piano colore Fase 9 Controdeduzioni alle osservazioni

Fase 10 Approvazione del Piano colore in Consiglio comunale Fase 11. Diffusione delle finalità del piano alla cittadinanza.

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4. Bibliografia

- Comune di Treviso, “Linee Guida per gli interventi di tinteggiatura degli edifici in centro storico”;

- Comune di Treviso, Prontuario per la qualità Architettonica e la Mitigazione Ambientale allegato al PI: “9 Norme di raccordo – 9.1 Norma di raccordo alle Linee guida per il Piano Colore”;

- R. Riscica, C. Voltarel, 2017, Treviso urbs picta. Facciate affrescate della città dal XIII al XXI secolo: conoscenza e futuro di un bene comune, Fondazione Benetton Studi e Ricerche, Treviso;

- Mappatura della Treviso Urbs Picta a cura di Fondazione Benetton Studi e Ricerche (https://trevisourbspicta.fbsr.it/);

- Storia dei colori, Prof. Arch. Manlio Brusatin, Piccola Biblioteca Einaudi Ns,1999 - Intervista al Prof. Arch. Manlio Brusatin, febbraio 2020

- Piano del Colore della città di Torino,

http://www.comune.torino.it/arredourbano/pianocolore/

- Corsini S. Trivella F., 2000, Manuale del colore delle facciate, Dario Flaccovio Editore, Palermo;

- Patrizia M., 2004, I colori tra materia e passioni, in P. Zennaro, a cura di, Il colore dei materiali per l’architettura, Edizioni Progetto Padova, Padova;

- Dichiarazione di Davos 2018: “Verso una cultura della costruzione di qualità per l’Europa”;

- Convenzione di Faro “Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore dell’eredità culturale per la società”.

Riferimenti

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