L ECONOMISTA
G A Z Z E T T A S E T T IM A N A L E
SCIE N ZA ECONOMICA, FIN A N Z A , COMMERCIO, B A N C H I, F E R R O V IA , IN T E R E S SI P R IV A T I
Anno XXIII - Voi. XXVII
Domenica 8 Novembre 1896
N. 1175
LE MOBILIZZAZIONI NEGLI IS T M I DI E llissi«
Le considerazioni che abbiam o pubblicate n e ll'u l timo fascicolo dell’Economista circa le mobilizzazioni delle Banche di em issione ci hanno procurate alcune lettere che trattano 1’ argom ento ; om ettiam o quelle che giudicano eccessivam ente in un senso o n ell’altro e ci lim itiam o a riportarne dna che ci sem bra più assennata ed alla quale facciam o segu ire qualche commento.2 Novembre 1896
Egregio Sig. D irettore ¿«¿¿’Economista
Firenze
L’ articolo inserito nell’ ultimo numero di cotesto pregevole periodico^ dal titolo « Le Immobilizzazioni della Banca d’ Italia» mi suggerisce alcune consi derazioni che qui brevemente Le espongo.
Il progetto di sistemazione della Banca d’ Italia coll’ istituzione di un Istituto autonomo di smobiliz zazione secondo quanto verrebbe proposto nel citato articolo sarebbe a parer mio, ove venisse attuato di gravissimo danno anziché di vantaggio per la Banca d’ Italia e per i suoi azionisti, i quali riceverebbero un nuovo formidabile colpo che loro torrebbe per sempre la speranza di futura ripresa nel prezzo delle azioni e nei dividendi.
Infatti col far passare al nuovo Istituto tutte le immobilizzazioni della Banca facendo in pari tempo ritirare a questa per altrettanta somma di biglietti dalla circolazione, che resterebbe ridotta a 45u mi lioni, non si viene a far altro in definitiva che to gliere alia Banca d’Italia i 6 o 7 milioni all’ anno che ritrae adesso da tali partite immobilizzate. Si aggiunga a questo che la Banca che ora, a norma della convenzione del 1894, è obbligata ad accantonare per 15 anni 8 milioni all’ anno e che dovrebbe invece pagare per 25 anni un canone di pari somma, e sarà facile rilevare quale e quanto sarebbe il danno nel
l’Istituto. 1
In proposito di tale canone annuo giova osservare che pure ammessa la dannata ipotesi che sulle sue immobilizzazioni la Banca debba avere in liquidazione di esse una riduzione del 50 per cento e cioè sul loro attuale importo una perdita di circa 170 milioni, sarebbe^ sufficiente l’ accantonamento annuo di 4 mi- boni affinchè in 25 anni, col cumulo degli interessi, si ottenga esuberantemente il reintegro della somma.
Scendendo poi, a maggiore dilucidazione, nel campo delle cifre, e prendendo ad esame il bilancio della Banca d’ Italia pel 1895 ecco, in cifre grosse, i risul tati approssimativi che si potrebbero ottenere per i • I ■
rifo rm i eSeiCÌzI co11’ applicazione delle progettate Spese generali (ridotte da 8,250,000 a L.
Tasse (ridotta di 2 milioni quella di circo lazio n e... ... e di 500,000 le altre
Sofferenze, ammortizzazioni diverse. . » Interessi diversi... „ Canone al R. Governo... „ 7.500.000 3.000. 0u0 2.000. 000 1.800.000 8,000,000 in totale L. 22,300,000 A questa somma si dovrebbero contrapporre le Ren i l e “ ej.rc.a 30 milioni assottigliate dei 6 milioni e 200,000 di interessi liquidati ed esatti sulle immobi lizzazioni, e cioè L. 23,800,000, per cui l’utile annuo clie_ resterebbe agli azionisti si ridurrebbe a 1,500 000 pari a L. 5 per ogni azione di L. 700 versate con L *100 parimente versate e svalutate.
E vero che a parziale compenso verrebbe assegnato agli azionisti delia Banca il 50 per cento degli utili che al di là del 6 per cento il nuovo Istituto distri- buirebbe ai propri azionisti ; ma sia comunque non parmi possibile che possano accogliersi le proposte contenute nell’ Economista senza conculcare interessi di migliaia di famiglie che hanno pur diritto, in linea di equità e di giustizia, di esser tutelati.
Ed in riguardo alle immobilizzazioni non è fuor d’opera avvertire che circa 100 milioni di esse e sulle quali la perdita sarà di gran lunga superiore che sopra^ quelle proprie della Banca, provengono dalla liquidazione della Banca Romana accollate alla Banca d’ Italia appunto al seguito della precitata convenzione del 1894. Ora, è lecito, è possibile re vocale il beneficio accordato con quella convenzione di smobilizzare cioè gradatamente nel termine di 15 anni, lasciando in pari tempo intiero alla Banca 1 onere gravissimo che, dirò cosi, pagava tale con cessione._ che appena accordata verrebbe ritolta? Non e evidente che in tal caso la perdita della li quidazione della Banca Romana dovrebbe soppor tarla tutt’altri che la Banca d’ Italia, e per essa i suoi già abbastanza tartassati azionisti ?
Ho esposto queste mie idee alla buona e senza al cuna pretesa di entrare in polemica, lieto se ciò sarà per cotesto spettabile periodico argomento a diluci dazioni e rettifiche che possano tranquillizzare- e lieto maggiormente se potrà finalmente ottenersi una buona legge che, senza ulteriori soverchi sacrifici per parte della Banca d’ Italia, risolva in modo sta bile il ponderoso problema della circolazione in Ita lia : del che mi dà sicuro affidamento l’ alto sapere e l’ indiscussa competenza dell’ attuale Ministro del Tesoro on. Luzzatti e dell’ uomo egregio che, con plauso universale regge adesso le sorti del nostro massimo Istituto.
706 L’ ECONOMISTA 8 novembre 1896 L 'articolo dell 'Economista del quale si occupa !
questa lettera non aveva per iscopo di presentare o | raccom an dare un progetto, ma sem plicem ente, g iac- j chè i giornali annunciarono che un compromesso era stato firm ato e si accennava anche alla costituzione j di un Istituto autonomo, abbiam o fatte alcune con- | siderazioni sulle linee generali cbe sem brano a noi le sole possibili per rag g iu n g ere lo scopo che è j quello di sanare la circolazione, quando con queste parole « sanare la circolazione » si intende di esi gere che i biglietti ili banca in circolazione sieno soltanto in rappresentanza di veri effetti di com m ercio ad una scadenza m assim a di tre m esi.
P er ottenere questo risanam ento non vi è altro mezzo che quello di ritirare i biglietti attualm ente rappresentanti delle im m obilizzazioni e lasciare in circolazione solo q u elli cbe rappresentano l’am m on tare delle operazioni consentite dalla legge. Ora per ritira re i biglietti in circolazione occorre p agarli, e da ciò l’ idea della costituzione di un nuovo Istituto, il quale cam bi le im m obilizzazioni in obbligazioni pagabili a lunga scadenza. E perchè le im m obiliz zazioni non potrebbero g aran tire le obbligazioni per tutta somm a per cui sono iscritte o ggidì in bi an , e perché il reddito loro non può bastare al servizio d e d i interessi e dell’am m ortam ento della somm a stessa, non vi è altro mezzo che l’ Istituto abbia un grosso capitale il quale garantisca gli o b bligatari, e a su a volta la Banca con un canone annuo g a ra n tisca gli azionisti del nuovo Istituto per il capitale versato.
Ed appunto perchè non è oggi presum ibile in nessun modo e con nessun savio criterio quale possa essere il reale valore delle immobilizzazioni abbiam o indicato cifre ipotetiche più ad esem pio verosim ile, ehe a titolo di progetto.
Spetterebbe alla Banca, se tale concetto venisse attuato, di contrattare il valore delle im m obilizzazioni in contradittorio coll’ Istituto che deve g aran tire le obbligazioni da em ettersi, spetterebbe alla Banca controllare sulla entità del canone annuo, e infine spetterebbe alla B anca il determ inare la quota di sua partecipazione all* utile d e l!’ Istituto al di la di un certo saggio.
Ma erra lo scrittore d ella lettera sopra riportata quando crede che sia il caso di accu m u lare il c a none di 4 m ilioni per 25 an n i ed avere così una cifra che sarebbe circa di 175 m ilioni. Nel caso concreto si tratta della ann ualità che è necessaria per am m ortizzare in 25 anni 3 5 0 m ilioni rap p re sentati da azioni ed obbligazioni e la annuità n ecessaria, al saggio del 4 ,5 0 per cento è di circa 2 3 m ilio n i. Lo scrittore crede che si possa ricav are d alle stesse im m obilizzazioni 6 , o 7 m ilioni, noi vi ab biam o aggiunto un canone — come esem plificazione — di 8 m ilioni, il cbe darebbe circa 15 m ilioni com plessi vam ente, e per fare i 23 m ilioni occorrono altri otto m ilioni, che si potrebbero ottenere dai realizzi che calcoliam o largam en te, cioè in 2 0 0 m ilioni nei 25 anni.
Ripetiam o che non abbiam o inteso di fare un progetto, m a non per questo riteniam o che le nostre ipotesi fossero troppo largh e, tanto è vero che c re diam o ancora necessario l’ intervento del Governo con un abbuono della tassa di circolazione.
Non vogliam o nemm eno discutere se, date le p re senti condizioni, la attuazione di un sim ile concetto sarebbe u tile, m a solo vogliam o dire che se si vuole
veram ente san are la circolazione nel senso che ab biam o più sopra indicato, non si deve andar molto lontani da quelle linee generali che abbiam o trac ciate.
L’nltiina lolla
s m o i m
nuli
Stati Uniti
L’ elezione del presidente delia Confedernziono am e rican a, avvenuta il 3 - orrente nella persona del Mac K in ley, è un fatto che per la sua im portanza e il suo significato economico esce dai confini della pura cronaca politica. Quella nomina è il risultato finale di una lotta più sociale che politica, combattuta per parecchi m esi ed è il trionfo, sia pure parziale, del buon senso su lle aberrazioni di alcuni partiti traviati dall’ errore e dal sofisma e guidati da un calcolo egoistico sbagliato, da un m aleinteso interesse.
" L a vittoria del protezionista Mac K in le y sull ar qentista B ryan per le vicende delle cose um ane era ancora il meno peggio che potesse capitare agli Stati U niti. Il cam pione del protezionismo spinto all eccesso rappresentava e propugnava alm eno qualche sano principio m onetario, m entre il candidato dem ocratico, il B ryan , era il difensore dei proprietari di argento, non tanto per sim patia o per comunanza di interessi con q u elli, quanto perchè nella lib era coniazione del- 1’ argento in base al rapporto 4 a 16 e nel potere liberatore illim itato conferito al m etallo bianco, gli agricoltori credono vedere il solo mezzo di rialzare S p re z z i e i debitori trovano naturalm ente un espe diente per rid u rre i loro debiti.
S i ag giu n ga che il M ac K in ley rappresentava^ la continuazione dello statu quo (meno per la tariffa do gan ale), cioè non legislazione di classe, non im poste nuove, come la incom e tax o imposta sulla en trata, voluta invece dal B ryan e dai suoi seguaci, non m isure restrittive contro il capitale e nemmeno nuovi servizi conferiti alla Confederazione. Invece ì dem ocratici partigian i del B ryan , i populisti, i far- m ers o agricoltori, se non i proprietari di m iniere d’ argento' o in gen erale i silvermen, vogliono non solo il bim etallism o, m a anche l’assunzione per parte dello Stato , delle ferrovie, dei telegrafi, delle banche e di molte altre im prese private, la intro duzione della imposta su lla entrata e la riform a del l'a lta m ag istratu ra, perchè sia più docile alla pro gettata opera legislativa.
Così è facile vedere che se la questione dell ar gento occupava il prim o posto nella lotta econom ica e sociale com battuta in A m erica non era però la sola questione che distinguesse i vari partiti. E per quanto il program m a del B ryan com prendesse 1 af ferm azione della libertà com m erciale, per quanto la questione m onetaria trovasse una soluzione, e s’ in tende in senso bim etallista, non è da rim pian gere certo che un program m a di quella specie sia stato
respinto. . , , .
8 novembre 1896 L’ ECONOMISTA 707 quel program m a. I repubblicani invece favorirono
la politica protezionista e giunsero fino ad app licare quelle famose tariffe Mac K in ley che vennero poi ridotte e ora torneranno forse in onore. La questione dell’ argento fu però in realtà la causa di dissidi tanto nel partito dem ocratico, che in quello rep u b blicano ; da am be le parti non m ancava chi la pen sasse in modo differente dei propri capi e questa causa di dissidi divenne, coll’ag gravarsi del problema m onetario, sem pre più attiva è dissolvitrice dei vec chi partiti. Ma la silver question, per la quale tanto inchiostro e tanta carta sono stati consum ati da venti anni a questa parte, non sarebbe bastata a produrre l’ attuale divisione e confusione politica, se altre q u e stioni non fossero sorte, questioni attinenti al lavo ro, a ll’ agricoltura, alle industrie.
Gli scioperi colossali di questi ultim i tem pi, i grandi sindacati o trusts formati dai produttori, l’ indebita mento dei farm ers, il ribasso dei prezzi, la concor renza degli im m igranti europei, il peggioram ento nelle condizioni finanziarie della confederazione, la crescente accum ulazione d ella ricchezza presso la classe industriale e com m erciale, il num ero cospicuo dei disoccupati in certi momenti pericoloso per P at teggiamento violento che essi hanno assunto, tutto questo dim ostra che la vita econom ica d egli Stati Uniti, sotto le apparenze di una grande prosperità, cela vizi, m alattie, pericoli e nutre germ i di disor dini, di lotte so ciali, d’antagonism i econom ici g ra vissimi. Tornano alla m em oria le parole di un ' in segne storico, del M acaulay, che in una lettera del 23 m aggio 18 37 scriveva a un am ericano in questi termini :
« V errà un giorno in cui la m oltitudine tra una colazione ridotta alla metà e la prospettiva di un pranzo pure ridotto di m età nom inerà i legislatori.
E possibile di n u trire un dubbio sul genere di legislatore che sarà nom inato? Da un lato voi avrete un uomo di Stato che predicherà la pazienza il rispetto dei diritti acquisiti, l’osservanza della fed e pubblica ; da un altro lato, un demagogo che decla merà contro la tirannia dei capitalisti e degli usu rai e domanderà p erch è gli uni bevono la cham pa- gna e vanno in carrozza, mentre tante persone oneste mancano del necessario. Quali di questi c an didati, credete voi, avrà la preferenza d ell’ operaio che sente i suoi figli chiedergli il pan e? » E M acau lay pensava che o un C esare o un Napoleone pren derebbe con mano possente le redini del governo, o la Repubblica sarebbe così spaventosam ente sacch eg giata e devastata nel X X secolo, come lo è stato l’ impero romano dai barbari del V secolo, con q u e sta differenza, che i devastatori d ell’im pero romano venivano dal di fuori, m entre i barbari saranno figli dell’ A m erica e 1’ opera delle sue istituzioni.
Questa profezia dei M acaulay riguard a probabil mente un avven ire ancora remoto, m a la com parsa del demagogo che declam a contro la tirannia del capitalismo e non si dà pensiero di risp ettare la fede Pubblica è già un fatto accertato in questa lotta per I elezione del presidente. Questa volta però il d e r o g o è stato vinto d all’ uomo di Stato che ha il torto di avere spinto il protezionism o am ericano a un lim ite incom patibile con g l’ interessi del proprio Paese, ma a questo errore non vuole aggiu n gere altro di rovinarlo col peggiorarne le condizioni monetarie.
Queste infatti sono g ià tutt’altro che soddisfacenti
e quando il nuovo presidente l’anno venturo pren derà possesso della c aric a, la questione m onetaria si presenterà con tutte le sue difficoltà ag li uom ini che saranno alla direzione della cosa pubblica. Gli Stati Uniti hanno già il bim etallism o col rapporto 1 a 1 3 ,9 8 8 , fra l’oro e ¡’argento m o netati; essi hanno ridotto considerevolm ente le coniazioni di argento, prova ne sia che negli ultim i tre anni sono state di circa 4 6 m ilioni di dollari (valore nom inale) ; ma è noto che l’ argento è rappresentato nella circo la zione dai silver certificates o certificati d’ argento pagabili a volontà dei detentori in oro o in argento. E per poter m antenere questa facoltà di scelta, che è del resto nella essenza stessa del bim etallism o, il Tesoro am ericano ha dovuto im piegare gran parte delle somme di cui disponeva e attingere larg a mente al credito pubblico. Questa politica m onetaria non può evidentem ente continuare ancora per un pezzo e una volta respinta la lib era coniazione d el l’argento, non rim ane che da seg u ire l’esempio della Lega latina sospendendo qualunque coniazione d’a r gento ed em issione di succedanei o adottare il tipo aureo. L ’uno e l’altro partito saranno cosi vivam ente contrastati che lo stata quo, con tutti i suoi incon venienti, continuerà ancora per qualche tempo.
La questione m onetaria, ce lo prova l’ ultim a lotta presidenziale, è uno degli aspetti del problem a eco nomico, quale si presenta agli Stati U niti, ma per ora è quello che più urgentem ente vuol’ essere r i soluto. Nell’interesse gen erale è da au gu rare che la prova di buon senso data dalla m aggioranza d eg li elettori am erican i non si ferm i alla scelta del p re sidente della Confederazione, ma si m anifesti anche nel modo con cui v errà tentata la soluzione d ella questione m onetaria.
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La P russia si trova, dal punto di vista dem o gra fico, in condizioni opposte a quelle della F ran c ia, perchè la sua popolazione cresce in modo abbastanza sensibile, tanto che qualche econom ista tedesco trova inquietante l’ aum ento e parla di Übervölkerung o sovrapopolazione. L ’ ultim o censim ento, quello del 14 giugno 18 93 , ha constatato in P russia una po polazione di 3 1 ,4 9 0 ,3 1 5 ab. m entre vent’anni prim a era di 2 5 ,7 4 2 ,4 0 4 ; I’ aum ento raggiun se così i 5 ,747,911 in venti anni e poiché ora la em igrazione tende piuttosto a rallen tarsi, si com prende che la cosa sia considerata con qualche apprensione.
708 L ’ E C O N O M I S T A 8 novembre 1896
rico verati degli ospizi e dei m anicom i. Gl’ individui senza professione sono talvolta qualificati per oziosi, m a la parola non è appropriabile a tutte q uelle j persone.
I risultati del censim ento del 1895 differiscono | leggerm ente da quelli del censim ento del giugno 1 8 8 2 . In quest’ ultim o anno la parte attiva della popola zione era il 4-0,34 per cento, i m em bri della fa- : m iglia il 5 7 ,0 8 per cento, quelli senza professione il 3 ,2 5 per cento. Quest’ ultim o dato pel 1 8 95 è di 3 ,8 8 per cento, sicché vi è un aum ento, di natura però assai dubbia, data la composizione della rub rica « senza professione. » C’è stalo però chi ha decomposto q u el gruppo e ha trovato che i capitalisti e i pen sionati sono aum entati del 9 0 per cento, essi hanno dunque quasi raddoppiato ; ne ha concluso quindi che bisognava vedere in questo aum ento una prova d ell’ azione benefica d ella legge su ll’ assicurazione contro gli infortuni, la m alattia, la vecchiaia e l’ in validità.” E infatti un certo num ero di persone che in passato avrebbero figurato fra i m endicanti de vono essere contati attualm ente fra i pensionati, seb bene la pensione non ragg iu n g a il più spesso i 150 m arch i l’ anno e non ecceda sensibilm ente i 180 m archi. Un reddito di 5 0 a 60 centesim i per giorno non è una fortuna, e se è m eglio qualche cosa che niente, è certo però che quel reddito è insufficiente.
Paragonando le città con le cam pagne si hanno risultati curio si. N elle grandi città 4 4 ,5 0 per cento della popolazione lavora ; alla cam pagna soltanto il 4 0 ,5 4 per cento ; i m em bri delle fam iglie dei prim i sono il 5 0 ,9 5 per cento d e ll’ insiem e d ella popola zione, m entre che formano il totale di 5 6 ,3 8 per cento, rispetto a g li abitanti delle cam pagne. Questi ultim i hanno dunque m aggior num ero di figli o sono più ospitali dei cittadini per i m em bri diseredati {delle loro fam iglie.
Un interesse speciale presenta la distinzione tra il lavoro d egli uomini e quello delle donn e; il quadro seguente fa conoscere'la repartizione percentuale tanto nel 1 8 82 che nel 1 8 95 :
di sesso
m aschile femminiledi sesso 1895 1882 1895 1882
\ ndividui occupati in una in d u stria . . 59,63 59,54 17,45 15,42
Domestici occupati nelle fam iglie . . > 0,11 0,23 5,11 6,16 Membri di fam iglia sen za in d u stria . . 36,35 37,60 73,59 75,88 Individui non appartenenti a industrie. 3,91 2,63 3,85 2,54
Questi dati conferm ano anzitutto il fatto noto che l’industria occupa m olti più uom ini che donne, ma si vede pure che il num ero delle donne im piegate | n elle in d ustrie si è proporzionalm ente aum entato dal 1 8 8 2 al 1 8 9 5 , il che non sorprenderà alcuno. T ut tavia l’ autore del documento analizzato dal Block è di opinione che il censim ento è stato fatto eon m aggior cura nel 18 95 e che questa circostanza ha contribuito ad ingrossare un poco la cifra delle donne e ragazze im piegate n ell’ in d ustria. Il num ero delle dom estiche è ovunque m aggiore di quello dei do m estici e sorprende che nonostante l’aum ento della ricchezza, il num ero dei dom estici dei due paesi abbia dim inuito in questo breve periodo di tredici anni.
Un altra questione di grande im portanza è que sta ; come la popolazione si ripartisce fra l’ agricol tura, l’ industria e le altre professioni ? Ecco un riassunto dei prospetti statistici relativi a quella ri- partizione : Professioni In d iv id u i o cc u p at i n e ll e p ro fe ss io n i D o m es tic i d e i d u e se ss i M em b ri d e ll e fa m ig li e I T o ta le d e ll a po po la zi on e A gricoltura e industrie 6,332,714 7,249,954 11.375,096 260,127
M iniere, officine,
indù-strie in g en e ra le . . . . 4,755,855 190,543 12,196,352 Commercio e trasp o rti. . 1,355,740 169,118 2,060,572 3,685,430 L avoratori a lla giornata
353,896 658,896 d’ ogni sp ecie... 301,130 870
Esercito e m arina . . . . 362,027 10,810 50,371 423.208 F un zionari e im piegati . 4G0,6Ì8 106,948 681,023 1,248,619 C apitalisti e persone
sen-681,432 2,002,714 za p ro fe s s io n e ... 1,221,598 96,016
Totale . . . . 835,100 17,412,962 31,490,315
L a quarta lin ea indica i lavoratori che non ap partengono a una industria d eterm in ata; essi sono per la m aggior parte gio rn alieri che un giorno sono occupati d all’ag rico ltu ra, un altro d all’in d u stria, un’al tra volta dalla m arina, ecc. P are però che in questa ru b rica non siano com presi che dei gio rn alieri. Nella settim a linea sono stati riu n iti tutti coloro che non figurano nelle sei prim e ma è da tem ersi che si sia spinta la logica un po’ troppo lontana, fino a un estrem o in cui essa cessa d’ essere logica. Sarebbe stato interessante di sapere quante persone vivevano di rendita e quanti erano i m endicanti e separatamente ancora quanti si trovavano negli ospedali e nelle pri gioni. Queste quattro classi di persone sono state com prese in una sola.
Interessa inoltre sap ere quali modificazioni ha su bito la composizione proporzionale d ella popolazione dal 4 8 8 2 al 1 8 9 5 ; ecco i num eri proporzionali per cento : Professioni Individui occupati nelle professioni 1895 1882 Totale della popolazione 1895 1882 Agricoltori, ecc... 34,16 Industrie, ecc . . . . 33,79 Commercio... 9,30 Giornalieri... 8,14 Esercito e marina. I g gg Funzionari e imp. S 0| Capitalisti e diversi 8,73 40,06 35,30 42,39 31,17 38,13 33,76 7,79 10,85 9,30 9,45 4,74 5,77 5.01 4,93 4,42 6.02 6,05 4,36
8 novembre 1890 L’ E C O N O M I S T A 709
ha la elasticità della industria ; quando non c’è più nulla da dissodare bisogna vivere sul fondo che si ha, m entre l’ industria può costruire nuovi opifici, nuove fabbriche ed estendersi così sem pre più. Col- C industria si svolge anche il com m ercio ; essi su biscono generalm ente le stesse influenze. I giorn a lieri trovano 1’ occasione di fissarsi in m aggior n u mero in una professione determ inata. Se 1’ esercito e i funzionari aum entano è questa in certi lim iti una conseguenza del movimento progressivo della popolazione. Quanto agli aum enti constatati nel n u mero percentuale dei capitalisti e dalle professioni non specificate non sappiam o se è il num ero dei m ilionari o quello dei m endicanti che è cresciuto; questo prova una volta di più che si ha torto di confondere in una stessa rubrica popolazioni cosi eterogene.
Se invece di considerare la popolazione totale che comprende i fanciulli ecc., esam iniam o le cifre r e lative a quelli che sono effettivam ente attivi nella loro professione vediam o che nel 18 82 il 4 0 ,0 6 per cento lavoravano n ell’ agricoltura di fronte a 5 8 ,9 6 che si occupavano d’industria e di com m ercio. Nel 1895 non sono più che 3 4 ,1 6 per cento di a g r i coltori da opporre a 4 3 ,0 9 per cento di in d ustriali e com m ercianti. Ma ancora una volta gli ag ric o l tori non sono dim inuiti positivam ente di num ero, soltanto gli a ltri sono sensibilm ente aum entati.
A questo punto si potrebbe passare a un esam e statistico delle v arie industrie, ma il Block giu sta mente ha ritenuto più interessante di esporre alcuni dati relativ i ai disoccupati forniti da un’ altra r e la zione preparata dalPufficio di statistica della P russia Questi dati riprodurrem o nel prossim o num ero.
La produzione e il consumo della lana nell1 Argentina
La produzione della lana n ell’ A rgentina ha preso una grande estensione, ed è quasi im possibile stabi lire quanti capi di ovini essa possieda attualm ente. Un censim ento fatto nel 1 8 8 8 dette per resultato il numero di 68 m ilioni, ma oggi si crede che il n u mero arrivi a 9 0 m ilioni. La razza prevalente fu nei primi tempi l’incrociam ento delle varietà Rambuillet con la razza Merinos. Sono pure coltivate le razze germaniche e le Lincoln, e oggi il 50 per cento delle lane argentine derivano d all’ incroeiam enlo di questa razza con altre.
La produzione m edia della lana è di 2 chilogr. per capo, sicché il prodotto di un annata norm ale resulta di 1 8 0 m ilioni di chilogram m i.
Nella cam pagna 1 8 9 4 -9 5 la produzione ascese a 170 m ilioni d i'ch ilo g ram m i di lana su dicia, e que st’anno si spera che questa cifra verrà superata, p e r chè la m ortalità fu di poca im portanza. Secondo i calcoli della Sala de Comercio raggiu n gerà le 4 6 0 ,0 0 0 balle di 4 5 0 chiloarr. ognuna eguali a 207 milioni di chilogram m i.
A queste quan tità, che rappresentano esclusivam ente ja lana tosata dagli anim ali v iv i, bisogna ag giun gere la lana che si esporta sotto forma di pelli lanute, cioè le pelli degli ovini m acellati per il consumo interno e per la preparazione di carn i conservate e di quelli morti naturalm ente.
S i calcola che l’A rgentina esporti anim alm ente 10 m ilioni di queste pelli.
Siccom e il consumo d ella lana nella R epubblica Argentina è insignificante, volendo esporre la pro duzione di una serie di anni, basterà riportare le cifre dell’ esportazione avvenuta. Secondo i dati d ella D irezione gen erale di statistica, nel periodo 1890-95 si esportarono le seguenti qn an tità:
di lana tosala : Anno 1890 . . . Tonn. 118,406 Id. 1891 . . . » 138,606 Id. 1892 . . . » 154,635 Id. 1893 . . . => 123,230 Id. 1894 . . » 161,907 Id. 1895 . . . » 201,353 Totale . . . Tonn. 898,137 di pelli lanute : Anno 1890 . . . Torni. 27,148 Id. 1891 . 24,170 Id. 1892 . . . => 32,061 Id. 1893 . . . » 25,569 Id. 1894 . . . » 36,756 Id. 1895 . 33,664 Totale . . . Tonn. 179,368
Secondo le previsioni dei com pratori stabiliti a Buenos A yres 1’ esportazione di quest’anno consisterà in 2 0 0 ,0 0 0 tonn. di lana e 32 m ila tonnellate di pelli lanute.
F ra le v arie provincie della R epubblica A rgentina, la grande produttrice di lana è quella di 'B uenos A yres, la q u ale si presta ottim am ente all’allevam ento degli ovini ; vengono poi, in proporzione molto m i nore le provincie di E ntre Rios, Santa Fè e Cordoba. N ell’ A rgen tina la tosatura delle pecore ha luogo ordinariam ente in ottobre; può essere anticipata o ritardata di qualche settim ana secondo le località e
l’ andam ento della stagione.
Il prodotto si vende per la m aggior parte negli appositi m ercati di Buenos A yres. N otevolissim o fra questi è il Mercado Central de Frutos, un m agni fico edificio di proporzioni colossali ove, nei m esi di m aggior lavoro, trovansi costantem ente esposti alla vendita — oltre ad a ltri prodotti, come cereali, cuoi, ecc. — dagli otto ai dodici m ilioni di chilogram m i di lana su dicia.
I mesi di m aggior lavoro sono dicem bre, gennaio, febbraio e m arzo, ma le vendite continuano anche nei m esi su ccessivi, con m aggiore o m inore anim azione secondo le annate.
L e com pere sono fatte da case francesi, belghe, tedesche, in glesi, n o rd-am erican e ed italiane — queste ultim e in proporzione m inim a — le quali fanno la esportazione delle lane acquistate verso i rispettivi paesi.
I prezzi che sono variab ilissim i, come oltrem odo v ariab ili sono le partite di lana che vengono d a l l’ A rgen tina, sono stab ilite non dai venditori m a dai com pratori, che li calcolano su lla base di quelli che si praticano nei grandi m ercati e u ro p e i, A nversa, Roubais, L ip sia e Londra.
710 L’ ECONOMISTA 8 novembre 1896 lane vendute nei m ercati di Buenos A yres negli
anni 1 8 9 3 - 9 5 i seguenti prezzi m e d i:
1893 1894 1895
F r. al chilogr. 1,01 0 ,8 9 0,77 La relazione da cui togliam o questi dati che è dell’Enotecnico italiano a Buenos A yres Gav. T rentin , dice che se q u elle cifre possono approssim arsi al v a lore reale, la m edia non cessa per questo di essere fantastica, essendo m aterialm ente im possibile avere i dati n ecessari per farla.
T utte le lane che si esportano dall’A rgen tina, q u a lunque sia il paese al quale vengono dirette, pagano un dazio di uscita di fr. 5 ,2 5 per ogni 1 0 0 chilo gram m i e le pelli lanute pagano fr. 3 ,8 0 .
Rivista Bibliografica
Prof. G. Ricca-Salerno. — Storia delle dottrine finan ziarie in Italia, col raffronto delle dottrine forestiere e delle istituzioni e condizioni di fatto. 2.a edizione intieramente rifatta. — Palermo, Alberto Reber editore, 1896, pag. XVI-550 (L. 10).
Prof. Augusto Graziani. — Istituzioni d i scienza delle fin a n z e.-Torino, Bocca, 1897, pag. VIII-715 (L. 12).
Prof. E. Masè-Dari. — La imposta progressiva. Inda gini di storia e d ’ economia della finanza. — Torino, Bocca, 1897, pag. VI-750 (L. 12).
È una occasione piuttosto rara, per chi deve se gn alare al pubblico studioso le pubblicazioni che a m ano a m ano vengono in lu c e, di poter riu n ire tre opere di finanza, per v ari titoli così pregevoli, da potersi dire le m igliori che la letteratura finanziaria italiana possegga sui tre argom enti ai quali sono dedicate. V eram ente l’ opera del prof. R ic c a - S a lerno non ha riscontro in alcun ’altra, perchè è l’ un ica storia delle dottrine finanziarie in Italia che finora sia stata pubblicata; m entre di trattati di finanza e di m onografie su lla im posta progressiva non s c a r seggiam o, m a, qual più qual meno, rim angono, a nostro avviso , inferiori alle due opere dei professori Graziani e M asè-D ari. La dottrina estesa e profonda di questi tre autori, la coscienziosità e 1’ obbiettività loro nello studio dei v ari tem i, lo spirito scientifico che anim a e pervade le loro opere, la genuinità delle ricerch e sono qualità tutte che ogni attento e com pe tente lettore potrà facilm ente constatare. Riconoscen dole per nostro conto senza restrizione, siam o lieti di aggiu n gere che pur dissentendo da aleune op i nioni dei valenti autori, apprezziam o altam ente il valore delle loro idee e ci teniam o a raccom andarle ai nostri lettori.
La storia del prof. R icca-S alern o è una seconda edizione soltanto di nome, eh è nel fatto abbiam o una opera quasi nuova in paragone alla Memoria p re sentata nel 1 8 8 0 all’A ccadem ia dei L in cei. Sebbene l’ordine della trattazione sia poco m utato, pure le aggiun te sono tali e tante che l’ A utore ha, certo, dovuto com piere per questa seconda edizione ricerch e e studi, come se si fosse trattato di un libro asso lutam ente nuovo. E i raffronti fra le v arie istituzioni e dottrine finanziarie, non pure per le v arie parti di
Italia, m a anche per l’ estero, accrescono notabil m ente la utilità e il pregio di questa m onografia che dà un quadro fedele, accurato e completo dello svol gim ento storico delle dottrine finanziarie e delle con dizioni di fatti in m ateria di finanza. I quattro libri, nei quali è divisa l’ opera, trattano della finanza nel m edio evo e n ell’ età dei com uni, sotto il dominio assoluto e la dipendenza straniera, n ell’età del nuovo risorgim ento e delle riform e e da ultim o nel periodo d ella decadenza e della preparazione al rinnovamento attuale. Non sarebbe facile d ire q u ali, fra i vari c a pitoli, prim eggiano per acum e e profondità di inda g in i, ma ciascuno che consulti questo libro, troverà assai istruttivi i capitoli su lle istituzioni e le dottrine finanziarie nella repubblica fiorentina, e su lle dot trine finanziarie nel Secolo XV I e in generale tutta la trattazione relativa al periodo del nuovo riso rgi mento e delle riform e. Notevole è pure il capitolo sesto del libro secondo su lla controversia delle ac cise in G erm ania e in Inghilterra, nel quale sono riferite molte proposte poco conosciute.
Questa Storia offrirebbe m ateria a molte consi derazioni intorno alla evoluzione dei concetti dot trin ali, principalm ente in fatto di imposte, ed è peccato che l’A utore non abbia considerato in un capitolo finale tutto il corso evolutivo delle dottrine finanziarie nel periodo di quasi sei secoli, che egli ha studiato storicam ente.
Il prof. G raziani, che in precedenti m onografie si era già occupato delle im poste e d ell’ aum ento pro gressivo delle spese pubbliche, ci ha dato ora un corso completo di scienza delle finanze che può reg g ere benissim o al paragone con le consim ili opere tedesche.
L e sue Istituzioni svolgono am piam ente tutta la m ateria in una introduzione ed otto lib ri. L a intro duzione svolge le nozioni della scienza delle finanze, le relazioni di questa con l’ econom ia e le discipline politiche, nonché v arie considerazioni sul metodo e alcu n i cenni su lla storia della scienza finanziaria. Il libro prim o è dedicato alla teoria gen erale delle finanze,¡il secondo al suo ordinam ento m ateriale e for m ale, il terzo alle spese pubbliche, il quarto al de m anio, le pubbliche im prese e le tasse, il quinto alle im poste in g en erale, il sesto alle imposte in ¡specie, il settim o alle entrate strao rdin arie e l’ot tavo alla finanza lo cale. A nostro avviso il libro se condo su ll’ ordinam ento m ateriale e ferm ale delle finanze è fuori di posto e andava messo in fine. Non si com prende, infatti, come prim a ancora di av ere esposto la teoria gen erale delle im poste e delle entrate strao rd in arie si possa discutere, come fa il G raziani, la questione degli effetti prodotti dai prestiti pubblici e quell’ altra dell’ applicabilità relativ a delle im poste e dei prestiti. E, in ge n erale non ci pare che sia logico trattare del bi lancio prim a di av er fatto conoscere la m ateria sua. P referibile è, quindi, per noi, l’ordine della tratta zione seguito, ad esem pio, dal Bastable che ne tratta n e ll’ ultim a parte d ella sua opera.
8 novembre 1896 L’ ECONOMISTA 711 A lcuni argom enti non hanno avuto quello svolgim ento
ampio che sarebbe stato d esid erab ile; tale è il caso delle tasse considerate sotto l’aspetto teorico, delle imposte sui redditi m o biliari, ecc. Ma questi difetti, pressoché inevitabili in un libro che doveva essere contenuto entro lim iti piuttosto ristretti, non tolgono che esso sia, più di qualsiasi altro trattato di finanza, al corrente dello stato della scienza, delle più re- i
centi controversie dottrinali e pertanto è anche spec chio fedele del lavorio scientifico di questi ultim i anni. L e indagini storiche e dottrinali del prof. M asè- Dari su lla Imposta progressiva mettono in luce la su perficialità e la povertà scientifica di alcune recenti pubblicazioni sullo stesso tem a. Nelle prim e duecento pagine del suo ponderoso libro l’A utore esam ina le forme della progressività dei tributi nella storia. Non ci pare che sia m ai stata fatta una rassegna così m inuta ed am pia delle forme di im poste progressive applicate nel mondo e certo il capitolo storico del libro del Seligm an , sul m edesim o argom ento, non può reg g ere al confronto.
Il capitolo secondo ha pure carattere storico, perchè studia la teoria della progressività nella sto ria, risa lendo fino ai tempi di Grecia e Rom a. Invece i quattro capitoli successivi hanno carattere teorico e in essi è considerata prim a la im posta progressiva nella sociologia finanziaria, poi sono esam inate le giustificazioni dottrinali della progressione, le forme tecniche della progressività e da ultim o gli effetti eco nom ici della imposta progressiva. In una lunga appendice il M asè-D ari studia, da un largo punto di vista, l’ applicabilità di quella imposta nelle con dizioni econom iche del nostro paese, concludendo con un accenno a una parziale applicazione che, in verità, non ci pare la m eglio ideata. Prescindendo da ciò dobbiamo d ire che la parte dottrinale di questo libro non è inferiore, per m erito, a quella storica. Interessanti sono le discussioni critiche intorno alle giustificazioni dottrinarie della progressione; in questo studio l’A utore non trascu ra alcuna teoria e si d i mostra a un tempo critico sagace e acuto e cono scitore esatto e profondo della letteratura teorica, eco nomica e finanziaria, anche più recente. Le frequenti digressioni che s’ incontrano nella parte teorica di questa dottissim a opera non riescono in realtà su perflue, perchè servono a lum eggiare tu lli i lati, anche q u elli più riposti della questione, che il Masè- Dari, giustam ente a nostro avvisi), non rid u ce, come hanno fatto altri scritto ri, soltanto a una sem plice disputa intorno alla tecnica della imposta progres sive, ma considera da un punto di vista ben più alto e gen erale e ricollega a tutta la serie dei fe nomeni econom ici. La sua trattazione della imposta p rogressiva, a differenza di altre recenti, più di carattere polem ico che scientifico, procede invece seren a e severa e presenta im parzialm ente le ragioni favore voli e q u elle contrarie, non senza pronunciarsi sul dibattito col dovuto riguardo alle condizioni con crete o di fatto dell’am biente econom ico e finanziario, nel quale la progressione dovrebbe essere app licata.
L ’appendice, che costituirebbe per sé sola un li bro dì attualità assai interessante, studia largam ente l’ applicabilità della im posta progressiva nelle condi zioni econom iche del nostro paese, ed egli ritiene che sarebbe pericoloso farlo « così come sarebbe pe ricoloso e sconsigliabile il cogliere i frutti d’ un a l bero tagliandolo dal piede, nella speranza che nuovo virgulto rip ullulasse dalla g agliarda rad ice. »
Il giovane e valente econom ista mantovano ha dato cou questo suo libro un contributo alla scienza finan ziaria, che m erita il plauso di chi am a vedere trat tate le questioni più controverse ed ardue con in gegno spregiudicato e dottrina solida.
Rivista Economica
I I t r a t t a t o d i com m ercio ch in o -g ia p p o n e se — I l b ila n
cio fe d e ra le d e lla S v iz z e ra — L a nuova le g g e s u lle
b orse in G e rm a n ia — I l p o r to d i G alveston — P e r
g l i in f o r t u n i f e r r o v ia r i n et B e lg io .
Il trattato di commercio chino-giapponese. —
V enne firm ato il trattato di com m ercio tra la China ed il Giappone, trattato di cui fu già parlato fin dalla pace conchiusa a Sim onosacki. Eccone le p rin cipali clau so le:
« i . I giapponesi potranno viaggiare liberam ente n ell’ interno della China a scopo com m erciale.
« 2. I consoli giapponesi in China avranno la giurisdizione sopra i sudditi della loro nazione, conform em ente al regim e dell’ex traterrito rialità.
« 3. I sudditi giapponesi in China potranno com perare, affittare poderi e case nei porti aperti della China e n ell’ interno entro certi lim iti.
« 4. 1 sudditi giapponesi potranno ap rire m a nifatture e com m erciare liberam ente nei porli aperti, e codeste m anifatture non potranno esser tassate che conform em ente al trattato di Sim onosaki.
« 5 . I diritti di dogana im posti ai giapponesi saranno retti dalla clausola della nazione più favorita. Il diritto di transito, cirea le m ercanzie im portate, sarà fissato nella metà dei diritti d’entrata, e quando esso sarà pagato in più del diritto d’ entrata, non sarà chiesto nessun d'ritto di dogana in tern a. Le derrate esenti da d iritti d’entrata non pagheranno che il 2 % per cento ad valorem per ottenere un passaggio di transito.
« 6. Il trattato rim arrà in vigore per dieci anni a datare dalla ratifica. »
L a clausola più im portante è quella che perm ette ai giapponesi, e per conseguenza agli altri Stati che godono del vantaggio della nazione più favorita, di stab ilire m anifatture nei porti aperti della C hina. È risaputo che questo diritto fu specificato in prin ci pio d all’art. 4 del trattato di Sim on osaki. In seguito a questo trattato, parecchie Società inglesi e g ia p ponesi si sono costituite per fondare nella China pa recch ie filature, onde far concorrenza a quelle di M anchester e di Bom bay.
Questo trattato su gg erì al Jou rn al des Débats le seguenti notevoli considerazioni :
712 L ’ E C O N O M I S T A 8 novembre 1896
Checché ne sia, noi non conosciamo che alcune clausole, o propriam ente parlando, il senso gen erale di quelle clausole, di cui alcune diventano, per con seguenza, molto difficili da interpretare. Che significa, per esem pio, la libertà lasciata ai giapponesi di v ia g g iare n ell’ interno della China con uno scopo com m e rc ia le ? E già molto tempo che i negozianti stra n ieri possono, munendosi d’ un passaporto, v iagg iare n ell’ interno per entrare in rapporto coi produttori, m a trovarono molto di rado un utile nel farlo per effetto dell’arduo accesso nelle più ricche provincie. S e i giapponesi non ottennero che il riconoscim ento di questa pratica già antica e perfettam ente legale, il successo, su questo punto, è assai scarso ; se, al contrario, il Governo chínese loro concedè la facoltà, sotto una forma q u alsiasi, d’andar a com m erciare n ell’ interno, allora non decorrerà, senza dubbio, lungo tempo prim a che le strade della China siano percorse in tutti i sensi dai m erciaiuoli am bulanti giapponesi, come lo erano, or fanno alcuni anni, q uelle della Corea, allorché il trattato tra questo paese il Giappone non autorizzava il com m ercio che nei porti aperti, e sorgeranno verosim ilm ente grandi difficoltà tra chinesi e giapponesi, ma anche un ra pido estendersi del com m ercio d egli isolani asiatici. Ma ci sono due delle clausole citate, la cui im portanza si vede subito. L ’una concerne la facoltà pei su dditi giapponesi di stab ilire nei porti aperti delle m anifatture, i cui prodotti saranno tassati con form em ente alle disposizioni del trattato di S im o - n o sa k i; quei prodotti avranno da pagare dei diritti equivalen ti a quelli d’im portazione percepiti sui pro dotti sim ilari provenienti d all’este ro : gli industriali giapponesi che fonderanno, sul suolo chínese, d egli stabilim enti per filare e tessere, per esem pio, del co tone chínese, non avranno a pagare che il prezzo della m ateria, la mano d’opera e un diritto e q u i valen te al diritto d’im portazione: essi avranno così il benefizio del noleggio che paga la m erce im por tata. Questo grandissim o utile, di cui profitteranno non solo il Giappone, m a anche le potenze che go dono d ella clausola della Nazione più favorita, non potrà a meno di eccitare alla fondazione in China di num erosi stabilim enti in cui i capitali e il p e r sonale dirigente saranno stran ieri, e g li operai sa ranno chinesi. L e conseguenze di questo nuovo stato di cose possono essere en o rm i; ne può risu ltare, da una parte, una nuova èra di prosperità econom ica pei capitali im piegati in C hina, e , d’altra parte, con nn tatto più intim o, una conoscenza più profonda, e fors’anche qualche g rad u ale m odificazione dell’ e le mento lavoratore, che in China è ciò che v ’ha di m eglio,
Infine, si può notare che il Giappone conserva in China il p rivilegio d’ e strate rrito rialità: il trattato chino-giapponese del 1871 accordava questo p riv i legio ai due contraenti, e li m etteva sopra un piede di perfetta eguaglianza; ma questo regim e riesciva assai incomodo al Giappone m oderno, il quale vuole porsi allo stesso livello delle Potenze eu ro p ee; il desiderio d’an n ullare il trattato del 1871 non fu estraneo al l’ ultim a g u erra tra la China e il Giappone, e questo, vincitore, deve aver avuto cura di togliere alla China l’estraterrito riaìità sul suolo giapponese, pur conser vando a sé stesso un tale diritto sul suolo chinese. 11 bilancio federale della Svizzera. — Il C o n siglio federale determ inò il bilancio della Confede razione, che sarà presentato a ll’ A ssem blea federale
nella sessione d ell’ inverno, che s’apre il 7 dicem bre. L’esercizio del 1897 porta 8 4 ,9 7 0 ,0 0 0 franchi in in troiti, e 8 3 ,9 0 5 ,0 0 0 in spese. V i sarebbe dunque una eccedenza attiva di 1 ,0 6 5 ,0 0 0 franchi.
È probabilissim o che questa eccedenza sia molto più notevole, m ercè l’aum ento costante delle dogane.
Lo scorso anno era stata preveduta un’ entrata dagan ale di 4 0 m ilioni ; quest’anno sarà di 43 o 44 m ilioni.
Il bilancio m ilitare pel 1 8 97 venne portato a fran chi 2 3 ,1 8 6 ,8 2 0 , con un leggiero aum ento su quello del 1 8 9 6 . Pel dipartim ento d elle poste, telegrafi, te lefoni e ferrovie, l’entrata è fissata in 37 m ilio n i, e la spesa a 39 3|4, in ragione delle annualità neces sarie alla costruzione di molti palazzi postali.
lnsornm a, il bilancio della Confederazione per l’an nata 1897 presenta una situazione finanziaria molto
soddisfacente.
La nuova legge sulle borse in Germania. — Il
Collegio degli Anziani di B erlino, sulla dom anda del m inistero del com m ercio prussiano, ha preparato un nuovo progetto di regolam ento per la borsa di B er lino. Nella lettera annessa al progetto il Collegio conferm a le sue proteste su lle disposizioni della nuova legge su lle Borse che vi sono state introdotte ad istigazione d eg li ag rari.
Il collegio non considera com e necessaria l’aggiunta all’ ufficio della Borsa delle m erci di rappresentanti sp eciali dell’agrico ltu ra, delle industrie accessorie e d ella m olitura. Crede che non potrebbe av ersi alcun vantaggio dal concorso di persone estranee agii af fari di Borsa.
C irca l’ aum ento del minim o di capitale da esigersi d alle nuove So cietà anonim e suscettibili di essere am m esse alle quotazioni e alle operazioni in B orsa, sem b ra al Collegio degli A nziani che sarebbe inutile di elevarlo oltre ad 1 */s m ilioni di m archi, poiché 1’ esperienza fatta con le Società il cui capitale non su perava un m ilione, non è riu scita troppo favorevole.
L a differenza tra il capitale minimo esigib ile dalle So cietà locali e quello delle delle Società estere non è nem m eno essa ritenuta necessaria.
Il progetto di regolam ento, ch’è diviso in sei parti è in m assim a conforme alle prescrizioni della nuova legg e su lle B o rse; ma in qualche parte ritrae le di sposizioni d ell’antico regolam ento. Così, per esem pio, l ’Ufficio di Borsa rim piazza il Com m issariato attuale e ne esercita le funzioni. L a Com m issione che de cide dell’ am m issione dei valori alle quotazioni dovrà com porsi di 2 2 m em bri che saranno nom inati per tre anni dal C ollegio degli A nziani, il quale si r i serva il diritto di fissare l’ordine del giorno della Com m issione.
L’ Ufficio della Borsa dei valo ri decide d ell'am m issione alle negoziazioni a term ine per i valo ri ; quello d ella borsa com m erciale per le m erci. Q ue st’ultim o è obbligato, in ciascun caso, a consultare i rappresen tanti delle industrie interessate ed a co m u n icare al C an celliere d ell’im pero le su e d elib era zioni. L ’am m issione ha luogo di diritto quando il C an celliere non reclam i nuovi sch iarim en ti.
Il porto di Galveston. — Questo porto degli
8 novembre 1896 L’ ECONOMISTA 713 tuata a ISO chilom etri dal m are, su di un fium e
non sem pre facilm ente rim ontabile, m algrado gli im m ensi lavori di rettifilo dell’ingegnere È ads.
P arecchie linee ferro viarie allacciano Galveston col resto del T exas, con S t. F rancisco, con K nnsas- C ity. Una cosa sola si opponeva finora allo sviluppo di questo porto, vale a d ire, la poca sua profondità ed il difficile suo accesso.
C inque anni fa il Congresso, spinto d all’opinione dell’Ovest, votò una somma di 32 m ilioni per m i glio rare il porto, e oggi, due argini, proteggenti il canale, si avanzano per 8 chilom etri nel m a re ; la loro lunghezza totale sarà di 10 chilom etri. L a pro fondità del porto da 15 piedi fu portato a 23 e dovrà raggiu n gere i 30 . Da questi m iglioram enti risulterà un grande cam biam ento nel com m ercio degli Stati U niti. Gli inglesi avendolo com preso, hanno costruita una linea da Liverpool e G alveston e, più recen te m ente, una da H am burgo ed una da Brem a.
Ora trattasi di m odificare la linea da S airit-N a- zaire alla V era-C ruz, facendole far scalo a Galveston. I noli di ritorno sono abbondantem ente assicurati perchè Galveston carica di cotone per i’ H avre una trentina di bastim enti, che ora sono in glesi.
Per gli infortnni ferroviari nel Belgio. — La
frequenza dogli accidenti sopravvenuti da qualche tempo su lle ferrovie belghe decise il Governo a pren dere delle m isure rigorose. Il m inistro delle ferrovie prescrisse una riform a completa nel sistem a dei segnali.
Dietro questo progetto già messo in esecuzione fin dal 13 ottobre, il telegrafo sarà applicato, al funzionamento dei segnali. Una serie d’istruzioni par ticolareggiate, furono date con circolare ag li im p ie gati e funzionari in caricati del servizio.
L e linee su lle quali il block System sarà applicato sono divise in sezioni, su lle quali due treni correndo nello stesso senso, non possono essere sim ultanem ente im pegnati. Queste sezioni devono essere protette a ciascuna delle loro estrem ità da segnali fissi.
M ediante l’applicazione di tale principio nessun treno può lasciare una stazione senza che questa sia assicurata dell’arrivo del treno precedente alla sta zione vicina.
Ogni stazione o ferm ata in cui funziona il servizio telegrafico deve, all’ arrivo di un treno, trasm ettere alla stazione che precede un dispaccio in cui venga annunciato l’arrivo del treno. La stazione che riceve il dispaccio è obbligata di accusarn e ricevu ta.
L’importazione del ’vino nella Svizzera
L ’Enotecnico italiano a Z urigo ha inviato al Go verno una relazione su ll’im portazione del vino nella Svizzera nel prim o sem estre del 1896.
I resultati del com m ercio vinario nella Svizzera nei prim i sei m esi del 1 8 93 riuscirono soddisfacenti, inquanlochè ritirò d all’estero ettol. 8 7 ,4 8 9 di vino in fusti di più che n ell’egual periodo d ell’ anno p re cedente.
L a tendenza del com m ercio si è m antenuta in fa vore dei vin i spagnuoli e greci per il basso prezzo al quale potevano ven ire im portati. La contribuzione italiana, sebbene non abbia subito una depressione tanto sensibile, dovette egualm ente sostenere una
forte concorrenza ed usu fru ire della buona rino manza dei suoi prodotti, per poter ragg iu n g ere presso a poco la cifra im portata nel primo sem estre del 1895, vale a dire di ettolitri 1 3 2 ,9 7 3 .
Il basso prezzo del vino spagnuolo spinse g li af fari in modo da far aum entare considerevolm ente il consumo del vino estero. Lo dim ostrano le statistiche fed erali, che abbiam o a disposizione ; difatti, m entre nei prim i sei mesi dell’anno 1 8 95 s’ im portarono qui ettol. 4 3 5 ,9 5 9 di vino in fusti, nel 1896 il fabbi sogno si elevò per lo stesso periodo ad ettol. 6 3 6 ,0 2 3 , vale a d ire ad una cifra m aggiore di ettolitri 2 0 0 ,0 0 0 circa, corrispondente a 10 litri in più per abitante.
L e variazioni m aggiori si verificano nel com m ercio dei vini in fusti, rim anendo sem pre esigua l’ im por tazione del vino in b o ttiglia; questa lim itasi princi palm ente alla contribuzione francese e tedesca in gran parte rappresentata da vini spum anti e da vini di lusso con un prezzo abbastanza alto e tale da sop portare le forti differenze del dazio.
Nel prospetto che segue riferiam o le im portazioni avvenute nella Svizzera durante il primo sem estre 1896 ed accanto, a titolo di confronto, quelle veri ficatesi n ell’egual periodo dell’ anno precedente :
REGIONI!
Io Semestre 1896 Io Semestre 1395
In fusti bottiglieIn In fusti bottiglieIn E tto litri a nettoQuint. E ttolitri Q uint. a netto
359,982 124,643 65 329,541 132,973 78 I t a lia ... 114 122 63,103 26,214 696 14,830 34,069 275 Austri a-Ungher. 24 30 Paesi Danubiani 16,678 — — — ■ 16, 301 15, 963 _ 7, 663 _ Turchia europea — 16; 372 1 9,265 291 8,236 274 Paesi d iv ersi... 3; 874 29 4,850 39 Totale anno.. 636,023 1,219 548,534 819
Tot. anno preced. 548,534 819 435,959 967
Differenza... - f 87 489 + 400 +112,575 — 148 L’im portazione dei vini francesi indica u n nuovo aum ento, del resto giustificato, per il fatto che ora rientrano nella Svizzera col dazio convenzionale, co m une alle altre nazioni ; tali v in i, perchè accreditati da lungo tempo in tutta la Confederazione, hanno ripreso una parte della clien tela che avevano prim a della rottura del trattato. Il prezzo relativam ente ele vato di questi vini e la concorrenza che devono so stenere dalle qualità qui preparate coi vini da taglio spagnuoli, greci ed italian i, im pediscono che essi r i prendano del tutto il posto im portante di prim a.
L ’A ustria-U ngh eria dim inuì di un quarto la sua im portazione nei sem estre sco rso ; per contro i paesi danubiani, che nel 1895 non avevano dato nessuna contribuzione, segnano per quest’ anno una cifra di 1 6 ,7 0 0 ettolitri.
714 L’ ECONOMISTA 8 novembre 1896 che si occupano della loro introduzio ne, le quali
hanno buone conoscenze com m erciali ed una singo lare attività.
I vini di Grecia sono sopratutto più apprezzati d egli spagnuoli come vin i da taglio e si pagano di preferenza di più. Q uelli di T urchia invece trovano com pratori per il loro basso prezzo, non certo per le q ualità, le q u ali non soddisfano al gusto svizzero, se non dopo di essere m odificati con un taglio q u a lun que.
La G erm ania occupa coi suoi vini un posto di m inim a im portanza nel consumo svizzero ; nel se m estre m igliorarono questi leggerm ente la loro p o sizione, aum entando la cifra di circa 1000 ettolitri.
11 regime monetario degli Stati Uniti
Ora che è noto il risultato della elezione presi denziale è utile, in attesa dei provvedim enti che s a ranno presi per la questione m onetaria, di conoscere
il regim e m ouetario vigente negli Stati Uniti. Il regim e m onetario am ericano ha una gran d e an a logia col sistem a francese. Esso è basato su d’ una circolazione m etallica di circa 1 ,2 4 0 m ilioni di doli, che comprendono secondo le ultim e statistiche 618 m ilioni d’oro e 6 2 2 m ilioni d’arg e n to ; ma fino dal 18 75 essendo sospesa la libera coniazione d ell’ ar gento tutti i pagam enti tanto all’interno che a ll’estero si effettuano su lla base del dollaro d’ oro, che vale 5 fr. e 18 centesim i in moneta aurea.
A lla fine dello scorso settem bre si trovavano nella circolazione m onetaria am ericana 7 7 1 ,6 0 0 ,0 0 0 doli, di biglietti di Stato di cui 2 8 9 ,5 0 0 ,0 0 0 in greeribacks carta-m oneta propriam ente delta ; 3 8 ,7 0 0 ,0 0 0 doli, in certificati d’ oro, o biglietti del Tesoro del 1890 em essi contro deposito d’argento. Per g aran tire questa enorm e circolazione, il Tesoro aveva in cassa, alla stessa data 1 6 2 ,7 7 1 ,6 0 0 doli, d’ oro e 5 1 0 ,6 4 5 ,0 0 0 dollari d’ arg e n to ; in tutto 6 7 3 ,4 1 6 ,0 0 0 dollari.
Gli Stati Uniti essendo un paese debitore d ell’ estero e la bilancia annuale dei loro pagam enti all’ estero saldandosi con un deficit che v aria dai 1 0 0 ai 2 0 0 m ilioni di dollari, i greeribacks e i biglietti g aran titi per mezzo dell’ argento avrebbero subito un forte deprezzam ento di fronte a ll’ oro, se il Tesoro non avesse preso per regola assoluta di rim b o rsare a vista in oro e alla pari del loro valore nom inale, tutti i biglietti presentati alle sue casse, sia che fos sero garantiti con oro e con argento, ovvero col credito dello Stato.
Di più lo Stato paga in oro g li interessi, e l’arn- m ortam ento del suo debito particolare, quantunque la legge am ericana li perm etta di effettuare quei pagam enti sia in dollari d’ oro, che in dollari d’a r gento a suo piacere.
È dunque il Tesoro stesso che m antiene, grazie a questa speciale disposizione tutta la circolazione dei biglietti di Stato e dei dollari d 'arg en to stessi alla pari dell’ oro.
R esulta da ciò che quando un ban ch iere, un cam biavalute, o un com m erciante degli Stati U niti ha bisogno per esem pio di 1000 d o llari d’ oro per ef fettuare un pagam ento a ll’ estero, egli ottiene questi 1 0 0 0 dollari dal Tesoro contro la sem plice rim essa di 1 0 0 0 dollari in greeribacks, in certificali d’ argento
o in certificati d’ oro, questi ultim i non avendo per il Tesoro che un valore nom inale uguale a quello degli altri biglietti. In altri term ini, il Tesoro ha il carico della conversione in oro dei 7 7 1 ,6 0 0 ,0 0 0 d o l lari dei certificati o biglietti di Stato che circolavano agli Stati Uniti a lla fine dello scorso settem bre.
Gli Stati Uniti essendo debitori verso l'estero per un saldo ann uale che v aria da 100 a 200 m ilioni di dollari, ossia da 500 m ilioni ad un m iliardo di franchi, avvien e che l’ incasso oro del Tesoro essendo responsabile della conversione in oro dei certificati e dei biglietti di Stato, esso è costantem ente messo a contribuzione da lutti coloro che hanno da fare dei pagam enti all’ estero, e per m antenerlo ad un livello rassicu ran te lo Stato si trova costantem ente nella necassità di contrarre dei prestiti in oro. Questi prestiti hanno avuto per conseguenza di creare agli Stati U niti, che andavano estinguendo il loro debito, un nuovo debito a interessi che supera già gli 800 m ilioni di franchi e che anderà aum entando, se il re gim e m onetario ag li Stati U niti non verrà cam biato. V ediam o adesso quali potevano essere le conse guenze della elezione presidenziale. Se eletto Mac K in ley le cose sarebbero andate per la stessa strada. S e eletto invece B ryan , e se la m aggioranza della Cam era divideva le sue id ee, il Senato essendo già silrerista, la libera coniazione dell’ argento sarebbe stata ristabilita prim a del luglio 1897. Il Tesoro av re b be abbandonato il sistem a d ella conversione in oro di tutti i biglietti presentati alle sue casse, e rim borsato in dollari d’ oro i suoi certificati in oro e in dollari d’argento i suoi greeribacks, i suoi c e rti ficati d’ argento e i suoi boni del 1 8 9 0 . F inalm ente egli pagherebbe in dollari d’ argento g li interessi e I’ am m ortizzazione del suo debito.
Inoltre i biglietti di Stato, come pure i certificati d’oro verrebbero a deprezzare di fronte all’ oro, ed il loro deprezzam ento avrebbe per effetto di ristab ilire agli Stati U liti il prem io su ll’oro.
La conseguenza di questo nuovo regim e monetario sarebbe stata disastrosa specialm ente per i capitalisti inglesi che possiedono oggi da 10 a 12 m iliard i in fondi di Stato e valori am erican i, giacché è presu m ibile che se lo Stato am ericano restituisse al dol laro d ’argento liberam ente coniato la sua potenza lib eratoria, tutte le transazioni all’ interno si effet tuerebbero su lla base d ell’ argento, e le Com pagnie am erican e, avendo contrattato sul m ercato di Lon dra dei prestiti in oro, nè potendo più altrim enti procurarsi d ell’ oro senza pagare un forte prem io, sarebbero ridotte a fallire ovvero, e ciò è più che pro babile, a pagare i loro interessi e gli am m ortam enti in argento, prendendo a pretesto I’ im possibilità di pagare nel modo stabilito dai contratti.
Dal punto di vista econom ico il prem io su ll’oro agli Stati U niti, che sarebbe stato il corollario inevitabile del loro passaggio alla libera coniazione d ell’argento, avrebbe per conseguenza di im pedire l’im portazione d elle m erci europee e di facilitare, al contrario, la esportazione in Europa dei prodotti am ericani.