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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.23 (1896) n.1158, 12 luglio

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L'ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI P R IV A TI

Anno x x m - Voi. XXVII

Domenica 12 Luglio 1896

N. 1158

I PROVVEDIMENTI PER L i SICILIA

Q uella discussione che la Cam era dei deputati avrebbe dovuto fare nel 1 8 9 4 è stata fatta con due anni d i rita rd o in questi g io rn i, fra le impazienze d i non pochi o n o re vo li rappresentanti del paese, che a vreb be ro p re fe rito di sottra rsi ai c a lo ri della ca­ pitale e d i a ltri o no re vo li, che non sono certo con­ ten ti che s i' faccia qualche cosa per la S ic ilia , senza che siano al potere m in is tri del loro cuore. La po­ litic a italiana è fatta in parte non piccola di queste

bizze e d i questi m a lu m o ri e perciò, se non fa schifo, come scriveva i l Senatore Mantegazza, perchè non è poi tu tto un sud iciu m e , è così povera cosa in te lle t­ tualm ente e m oralm ente che troppo spesso fa pietà. Ma lasciam o le m a lincon iche rifle ssio ni per consi­ derare u n poco le discussioni della Camera in to rn o alla istituzione, del C om m issario c iv ile e in genere circa i p ro v v e d im e n ti per la S ic ilia .

N on si può negare che il C om m issario c iv ile per la S ic ilia quale istitu zio ne , non già n ella persona, ha tro va to parecchi opp ositori. A lc u n i si sono ferm ati alle form alità e alle apparenze della cosa, censurando la nom ina del C om m issario come atto illeg ale , d i­ sapprovando che sia anche M in istro , a ltri invece hanno esaminato e oppugnato la u tilità e la opp or­ tun ità di un C om m issario per la S icilia.

Sono due aspetti della questione che giova tener d is tin ti. Il decreto del 5 a prile , che istitu isce il C o m ­ m issario c iv ile per la S ic ilia , come notò il profes­ sor M ortara, non è un D ecreto-legge nel senso o r­ d in a rio di questa espressione, giacché se contiene disposizioni di competenza le g isla tiva , non dà per a ltro alle medesim e a ltro valo re che q u e llo di un progetto; in v e ro , l’A rt. 9 stabilisce che dal gio rn o della prom ulgazione del D ecreto il C om m issario darà corso agli a tti p re p a ra to ri per la sua attuazione. Ma soggiunge nel capoverso: « T u tta v ia i p ro v v e d im e n ti fin a li e d e fin itiv i, a cui tendono g li a rtic o li 4, 5 e 6 non avranno esecuzione, se non dopo che il presente decreto, presentato al Parlam ento, sarà con vertito in legge ». A questo modo di procedere si può, con i ragione con trap p orre q uello del gabinetto precedente, che faceva sottoscrivere al Re i l 3 gennaio 1894, la seguente disp osizion e: « I l tenente generale M o rra j di L a v ria n o è nom inato nostro commissario straor­ dinario con pieni poteri. T u tte le a u to rità c iv ili e m ilita r i sono poste sotto l'immediata di luì dipen­ denza ». Questo vero viceré, creato d a ll’ a rb itrio di G rispi, piaceva, pare, a ll’ on. Sonnino, maestro a n ­

che lu i in m ateria di a rb itri le g islativi ') , al quale viceversa non piace e pare illeg ale la nom ina del— 1’ on. C odronchi a C om m issario re gio con poteri de­ te rm in a ti, fondati nelle leggi a ttu a li e con a ltri da c o n fe rirg lis i colla approvazione della legge. L ’ on. Sonnino, che ci pare vada del tu tto sciupando la sua fama d i uom o serio e prudente e che da M in istro non ha fatto niente d i tu tto q ue llo ohe da deputato trovava necessario per la S ic ilia , ha com battuto il C om m issario c iv ile con a rgo m e nti così deboli o in ­ fondati che la sua lunga orazione è sembrata p iù uno sforzo per adem piere malam ente alla parte di oppositore, che un atto di convinzione sincera, e per­ tanto non ha esercitato alcun effetto s u ll’ in d irizzo della discussione e sulle idee d e ll’ Assemblea; come avviene sem pre dei discorsi a base di pettegolezzi e di c o n trad izion i. D el resto, sulla questione della legalità è quasi vano discutere in Ita lia , dove il r i ­ spetto per la legge è o rm a i d ive nu to la cosa p iù elastica di questo m ondo ; ciascuno trova o no la ille g a lità secondo che il p rovved im e nto emana dal p a rtito , al quale egli m om entaneam ente appartiene.

C irca la nom ina del C om m issario regio a M in i­ stro senza p orta fog lio, riconosciam o che le c ritic h e sono m eglio fon d a te ; ma quella nom ina rappresenta dopo tutto una soluzione p iù o meno buona d i uua d iffic o ltà non im m a g in a ria , ma reale. E per quanto la veste di M in is tro , assunta dal C om m issario, possa nuocere a ll’ opera sua assoggettandolo alle influenze, alle esigenze, alle altalene della p o litica m in iste riale , pure la elevata posizione governativa del C om m is­ sario, potrà anche agevolare lo svo lgim en to del p ro ­ g ra m m a , che le necessità hanno im posto a ll’ opera sua. E d è appunto su questo p rog ra m m a , sul com ­ pito del C om m issario, sulla efficacia della sua azione, sui p e ric o li anche che questo p rovved im e nto può fa r s o rg e re , è su ciò che la discussione è stata p or­ tata da a lcu u i o ra to ri non mossi da m ire e da ra n ­ cori p a rtig ia n i.

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434 L’ E C O N O M I S T A 12 luglio 1896

G overno il malanno p iù grave della S ic ilia , g iu s tifi­ cando così nello stesso tempo che la com batteva l’ is ti­ tuzione del C om m issario c iv ile , che alm eno potrà rendere più im m ediata, vig ila n te e a ttiva l’ opera del G overno.

È un e rro re vecchio assai q uello d i confidare quasi esclusivam ente nelle leggi, por g u a rire i m ali sociali, m entre se si hada bene è a g li u o m in i vera­ m ente fo rti e sup eriori che si devono le rifo rm e p iù d u ra tu re e salu tari. Le leggi sono stru m e n ti che possono essere e nel fatto sono adoperati bene o male, secondo le persone chiam ate a servirsene e a farle os­ servare. La S ic ilia ha, salvo poche eccezioni, la stessa legislazione del continente ita lia n o ; oppure i r is u l­ ta ti sono d iffe re n ti sotto m o lti e m o lli rig u a rd i ; certe m anifestazioni di a ltri tem pi, nei q ua li il v o ­ lere di pochi, le lotte delle fam iglie p iù agiate, il nepotism o p iù o meno palese erano le caratteristiche d o m in a n ti, sopravvivono p iù spiccale e fre q u e n ti nella S ic ilia , forse nel mezzogiorno d’ Ita lia , che non nella parte centrale e superiore. Non diciam o che le a ltre re g io n i non abbiano i loro m alanni, ne hanno anzi parecchi, ma sono d’ altra natura di q u e lli della S i­ c ilia , . sono in parte il prodotto di cause nuove m e ntre n e ll’ Isola sono il fru tto di cause antiche ancora assai attive.

Ora se le leg g i sono buone anche in quanto siano saviam ente applicate e se nella S ic ilia esse sono state male applicate e hanno dato fru tti deleteri, perchè non potrebbe l’ azione di un uom o dotato di e m ine nti qualità a m m in is tra tiv e , correggere ciò che q ue lle leggi hanno fru ttific a to d i odioso, d i triste, d i dannoso, di ingiusto ? È un esperim ento, dopo tu tto che si vu o l fare e come tale noi lo troviam o accettabile. Da esso potrem o vedere q u a li a ttriti, q u a li resistenze, q ua li d iffic o ltà insom m a può in c o n ­ tra re in Ita lia per causa d eg li u o m in i e delle cose l ’ opera re sta u ra trice di un m in istro , 1’ azione sua d ire tta a ris ta b ilire l ’ o rdin e nelle a m m in istra zio n i, il ris p e tto della legge, I’ e q u ilib rio fra i v a ri poteri a m m in is tra tiv i. Questo potrem o conoscere se sapremo tra r p ro fitto da un p rim o tentativo di decentra­ m ento rich ie sto im periosam ente dalle condizioni in n on piccola parte, non direm o a no rm a li, ma affatto speciali di una grande re gione del paese.

Ma è appunto sulla esistenza dei m a li che si de­ plorano che l ’ on. Nasi sorse a p arlare, negando che la S ic ilia abbia bisogno di un re gim e eccezionale. I l suo p rdin e del g io rn o dice te stu a lm e n te : la Ca­ m era convinta che la S ic ilia non ha bisogno di a lc u n regim e eccezionale passa a ll’ o rd in e del g io rn o . U na s im ile dichiarazione da parte di u n deputato in te llig e n te e studioso come l ’ on. Nasi non può a m eno di sorprendere e noi abbiam o lotto il sunto del suo discorso dato dai g io rn a li, m e ra vig lian do ci che e gli, s icilia n o , potesse d im en tica re i fatti che sono v e n u ti in luce dopo i d is o rd in i del dicem bre 4 8 9 3 e che del resto parecchi suoi c o lle g lli hanno ram m entato nella discussione, nella quale ha preso p arte . Come m ai si può d im en tica re per comodo d i una tesi la condizione non di tu tte certo ma di b uo n num ero d i a m m in istra zio n i locali, la spere­ quazione e l ’ eccesso del dazio di consumo, I’ a p p li­ cazione ingiusta e inum ana della tassa sul bestiame e di quella di fuocatico, i co n tra tti a g ra ri, il malan­ d rin a g g io , la m afia, come si possono d im en tica re g li s c ritti degli on. S onnino, Y illa r i, C olaianni, D i San G iu lia n o , della signora M ario, e tanti a ltri apparsi '

su riv is te e g io rn a li ? Ci par sup erflu o insistere su questo punto, come su a ltri, che o ffrire b b e ro al nostro esame i discorsi degli on. B u d in i, M agg iorino F e rra ris e C olaianni, non trattandosi ora di esaminare q ua li fra i proposti p ro v v e d im e n ti m eritano appoggio.

Ma considerando questo tentativo del Governo non si può non riconoscere eh’ esso si svolgerebbe in condizioni ben p iù favo revo li, se si fosse già dato p rin c ip io a quella trasform azione dei trib u ti che i m in is te ri hanno promesso tante volte e attuato sem­ pre in senso co n tra rio , cioè gravando sempre p iù i consum i e rendendo p iù fo rti le sperequazioni già esistenti nel n ostro sistema trib u ta rio . P arim ente, se l’ abolizione del dazio d’ uscita sullo zolfo e a ltri p ro v v e d im e n ti a vantaggio della in d u stria solfifera fossero un fatto co m p iu to , se il cre d ito a ll’ a g ric o l­ tura avesse trovato q uello sviluppo, che il legislatore si illu s e di p otergli dare con una legge e il governo non seppe agevolare con la rifo rm a dei B anchi m e rid io n a li, se queste e a ltre rifo rm e fossero state com piute, l ’ am biente nel quale il conte C odronchi dovrebbe m uoversi por ris ta b ilire condizioni a m m i­ n istra tive , trib u ta rie e di pubblica sicurezza m ig lio ri, sarebbe certo meno sfavorevole. Ci pensino I’ on. R u d in ì e i suoi c o lle gh i, se non vog lion o che il loro ten tativo riesca in fru ttu o s o , o dia tali ris u lta ti m e­ sch in i, da rendere im possibile per lun g o tempo che il concetto che li ha is p ira ti tro v i d u ra tu ra a p p li­ cazione in un razionale decentram ento.

V

ULTIMO CATENACCIO SUI CEREALI

I le tto ri hanno p otuto leggere nel num ero passato la relazione che precede il decreto reale col quale vennero aum entati a lc u n i dazi sui cerea li, ed avranno visto che g li a u m e n ti, a detta del m in is tro , sono p ro ­ posti e a ttu a ti per g u a ra n tire la fede pubblica, la finanza, l ’ igiene. V eram en te sarebbe stato p iù sem­ plice di d ire che siccom e il Tesoro dovrà perdere fra poco il dazio di uscita sugli zolfi, così si sono cercati i com pensi, elevando i dazi sui cereali, (escluso il grano), e facendo così un nuovo passo sulla via del protezionism o a oltranza. Da questi aum enti si spera n a turalm e nte u n m a gg ior p ro v e n to , anche perchè la im portazione del g ra n tu rco è aum entata, essendo salita nel 4 89 5 a 4 8 8 ,6 9 6 tonnellate, m en­ tre nel 489 4 non toccò le 7 0 0 0 tonn. ; e così pure per l ’ orzo si è avuto u n aum ento nel 4 8 9 3 (4 3 ,4 7 2 tonn. contro 2 7 ,6 7 4 ), ma è probabile che l ’ aum ento delle riscossioni non si abbia, perchè i dazi sono p or­ tati ad altezze con sid e revo li e le im p o rta z io n i sce­ m eranno.

G li a u m e n ti dei dazi sono in d is cu tib ilm e n te g ra v i, basti d ire che il dazio sul g ra n tu rco , da 4 4 ,5 0 la tonnellata viene portato a 75 lire , q u e llo s u ll’ orzo da 1 4 ,5 0 sale a 40 e le farine di g ran a glie , di riso, di castagne, d i panico, di semi d i lin o e di cotone, che pagavano in d is tin ta m e n te L . 2 ,8 0 al q uin ta le, ora pagano dazi nella seguente m isura :

F a rin e

di riso... al quint. L. 11. — di segala... » » q. 50

di avena e di orzo... » » 6. — di granturco b ia n co... » » 9.50 di altre granaglie, di castagne e di

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12 luglio 1896 L’ E C O N O M I S T A 435

G li aum enti sono ta li da fa r credere che si sia v olu to m ettere in qualche caso u n dazio p ro ib itivo . In v e ro portare da 1 1 ,5 0 a 7 5 lire il dazio sul g ran turco equivale a v o le r im p e d ire che se ne im ­ p o rli. Questo è fru tto forse degli accordi in te rv e ­ n u ti fra G overno e a g ra ri per fa r passare i prem i alla m arina m e rcan tile. Se è così, noi diciam o che si ò commesso uno di que gli atti im m o ra li, p o liti­ camente, pei q u a li non v i è biasim o sufficiente. E duole assai il vedere che in certe cose i M in iste ri si seguono e si rassom igliano, il che dipende dal fatto che su per g iù sono sem pre g li stessi u o m in i, ! che si alternano al potere e che v i com m ettono i m edesim i e rro ri.

Che il dazio sul granone bianco sia piuttosto un p rovvedim ento p ro ib itiv o che un dazio fiscale lo ha riconosciuto anche il re lato re on. S aporito. Così quest’ anno aum enterà la im portazione del grano e l ’ anno ven turo dovrebbe aum entare la c o ltu ra na- j zionale del granone bianco. Come si vede questo è un protezionism o dei p iù sfacciati ed è strano che alla Camera non si sia tro va to che un deputato so­ cialista, l’ on. A g n in i, per com battere, e gliene diam o gran lode, questo parto dell'or). Branca, g ran prote­ zionista come il suo collega del Tesoro, on. C olom bo, j

Il m in istro delle finanze ha g iu s tific a to il suo ■ Catenaccio col d ire che esso introd uce nelle tariffe doganali 1’ arm onia turbata da precedenti m in is tri. ¡ Ma questo è u n c a v illo e niente p iù . L ’ aver portato j il dazio sul g ra n tu rco a 75 lire la tonnellata non ha n ulla a vedere c o ll’ e q u ilib rio dei dazi sui cereali, perchè p ro p rio per esso sarebbe stato conveniente di non ra gg iun g ere quella c ifra .

Così pure con ragione l ’ on. M ontagna deplorò che siasi elevato il dazio s u ll’ orzo con danno evidente di m olte in d u s trie e poiché si am m ette I’ esenzione per q uello im piegato nella fabbricazione della b irra , non trova ragione, perchè la esenzione non si estenda agli a ltri im p ie g h i in d u s tria li. E in v e rità fa m e ra ­ viglia di sentire' l ’ on. Branca asserire replicatam ente che la sua legge di catenaccio non in tro d u c e nes- ! suna innovazione nei ra p p o rti in d u s tria li, m entre la più elem entare considerazione d e ll’aum ento del dazio s u ll’ orzo portato a 40 lire , conduce a credere che ne debbano essere danneggiate le in d u strie che si ser­ vono d e ll’ orzo.

Si è volu to c o ll’ inasprim ento dei dazi sul g ra n ­ turco e s u ll’ orzo im p ed ire le adu lte ra zio n i delle fa ­ rin e d i fru m e n to con q uelle d i g ra n tu rco bianco e j lo spaccio d e ll’ orzo mescolato con l’ avena; e questo j ricorso a ll’ aum ento dei dazi con lo scopo predetto j si è fatto nonostante i p ro v v e d im e n ti le g is la tiv i in ­ tesi a scemar le fro d i e le adulterazioni già pre­ sentati al P arlam ento. Non sappiamo se l ’ intento verrà ra gg iun to, perchè è anche troppo noto che fatta la legge è trovato l’ inganno, ma il mezzo adot­ tato, qualunque sia il ris u lta to che potrà dare r i ­ guardo ai detti abusi, è in sè stesso deplorevole, perchè aggrava quella protezione che o rm a i pesa s u ll’ Italia troppo gravem ente e da troppo tempo.

Il M inistero R u d in ì, cercando nel catenaccio sui j cereali un compenso ai tre m ilio n i circa di m in o r in tro ito per l’ abolizione del dazio su g li zo lfi, ha se- ; güito q u e ll’ e m p irism o fin a n zia rio che abbiam o tante j volte biasim ato. Adesso non g li resta che d i portare a una altezza m aggiore il dazio sul grano, p rop rio per coerenza e in om aggio a q u e ll’ e q u ilib rio dei dazi sui cereali che è stato nuovam ente turba to con l ’ u l­

tim o catenaccio. E niente di p iu facile che il cate­ naccio com plem entare venga verso la fine dell’ a n n o ; per lo meno la previsione non è senza qualche base. O ra noi che avem m o parole severe verso g li a ltri m in iste ri per l ’ uso sfrenato dei catenacci, non potevamo lasciar passare quest’ u ltim o senza una protesta e un biasim o, tanto più a lti, perchè n u triv a m o la fiducia che il m inistero R u d in ì avesse fina lm en te capito che non è quella la via legale, nè razionale, per m ettere il sistema dei dazi in arm onia coi bisogni del paese.

LETTERA PARLAMENTARE

Per la Sicilia — I progetti militari.

Eoma 9. La discussione generale, con re la tiv o svolgim ento di o rd in i del giorno, sul decreto che istitu isce il C om m issario R egio in S ic ilia ha portato già via una settimana, e la frase portata via è esatta, perchè p ro p rio in questi u ltim i g io rn i, tranne il discorso del l’ on. di R u d in ì, non s’ è udita n e ll’ aula d i M on­ te cito rio , una voce che portasse n e ll’ am biente una nota nuo va .

Ha avuto però due buoni effetti questa discus­ sione, non a pp aren ti, ma nascosti e perciò, forse, o anzi, certo, p iù v e ri e reali.

Si sa, la p o litica è come una donna ; per cono­ scerla bene non bisogna accontentarsi di guardarla al teatro e nei salotti, bisogna un po’ studiarla n e l­ l ’ in tim ità , e l’ in tim ità della politica parlam entare è nei famosi c o rrid o i di M o ntecitorio, in quella sala dei passi p e rd u ti dove si fum a, si chiacchiera, si fa p ro p rio niente, ma dove viceversa chi può assistere, spettatore spassionato, riesce a vedere sorgere e s v i­ lup p arsi, ciò che poi n e ll’ aula si manifesta e allo volte suscita grande m e ra vig lia.

Ebbene in questi c o rrid o i ho p otuto notare che i d iscorsi degli oppositori al progetto per la S ic ilia hanno avuto il potere di rendere al progetto d e ci­ samente fa v o re v o li coloro che erano d ub bi. In fa tti tu tti colo ro che parlarono contro esposero con tanta g ravità i m a li della S ic ilia da fa r concludere che u n p rovved im e nto stra o rd in a rio era urge n te e che il G overno ha fatto benissim o a p ren d erlo . P er cui se p rim a era m olto probabile che la legge venisse approvata, ora ciò par sicu ro e con una forte maggioranza.

Questo è uno dei due b uo ni effetti. L ’a ltro è quello di aver dato occasione al Marchese di R u d in ì di fare un discorso, che im pressionò fortem ente per la elevatezza della form a, la p ro fo n d ità del conte­ nuto, e l’ in d iriz z o seriam ente lib e ra le della p o litica del G overno con esso nuovam ente riv e la to s i.

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436 L ’ E C O N O M I S T A 12 lugllio 1896

sua caduta, hanno invece capilo che non era il caso d i scherzare. F ra am ici e n em ici, la grossa coorte degli in c e rti ha trovato che vale la pena d i v o ­ tare per il R u d in ì e così la sua posizione personale si è rinforzata alla Camera e si è m olto alzata al Senato, ciò che in questo m om ento è m olto im p o r­ tante.

P oiché sotto la apparente calma della legge per la S ic ilia , che passerà bene, cova una grossa tem ­ pesta per i progetti m ilita ri. Questione tecnica e personale, pel R ic o tti, ma che può involgere tutto il Gabinetto.

Siam o già ai 9 di lu g lio e m o lti g io rn i ci vorra nn o ancora p rim a che la legge di S ic ilia sia finita — la Cam era, già stanca, perchè lavora da tan ti mesi, si è m olto affaticata in questa discussione-— il caldo, venuto ta rd i, è piom bato fortissim o, tu tto ciò, come si dice q u i a Rom a, fa squagliare i deputati, e non rende facile d’ in trap re nd ere e d i fin ire una discus­ sione della im portanza che assumerebbe quella su ta li prog e tti.

Ma ciò non basta: la Com m issione eletta d a g li U ffic i a stu d iarla , riu s c ì quasi interam ente fa v o re ­ vo le ai p ro g e tti, e ciò parve e fu anche una grande v itto ria pel M in iste ro . Se non che per la nom ina d i quella Com m issione s* era fatta una grossa q u e ­ stione p olitica e tutta l ’ E strem a sinistra, mossa dal pensiero di non lasciar la v itto ria ai c ris p in i ca­ p ita na ti d a ll’ on. Sonnino, era corsa a g li U ffic i e aveva deciso della v itto ria in favore del G overno. Ora in ­ vece l ’ estrema, dopo la discussione del b ila n cio degli esteri si è scissa. Una parte, capitanata dal C avallo tti, crede ancora necessario m antenere questo M inistero per paura d i un rito rn o di q u e lli di p rim a ; una a ltra parte, invece, con alla testa f o n . Im b ria n i, è passata decisamente a ll’ opposizione, non curandosi se ciò possa fare il giuoco degli am ici d e ll’ on. C rispi.

Questo ha sfatate le paure di una alleanza del G o ­ v e rn o coi ra d ic a li, ma ha creato una strana e d if­ fic ile situazione parlam entare.

E c’ è ancora qualche altra cosa. L ’ estrem a s i­ n is tra , anche q uella guidata dal C a v a llo tti, tanto p iù ora che l ’ Im b ria n i e i suoi stanno lì a sindacarne la condotta, non può v o ta re i progetti R ic o tti, perchè certe rifo rm e , specialm ente rig u a rd o al personale sup eriore, sono tro pp o in coutradizione con ciò che i l p a rtito ha p iù vo lte dom andato e messo nel suo p rog ra m m a .

In questa condizione i p rogetti R ic o tti, v itto rio s i a gli U ffic i, sono gravem ente m in a ccia ti nella discus­ sione alla Cam era, nè 1’ aumentata a u to rità del P re­ sidente del C onsiglio può tener legati al M in iste ro m o lti che si son' d ic h ia ra ti c o n tra ri a questi p ro ­ g e tti o per ra gio ni tecniche o per la credenza che nessuna rid uzio ne si deve fare n e ll’ esercito. Pareva q u in d i o vvio , che a pprofittando, m a ga ri esagerandole, delle con dizion i m a te ria li della stagione, la d iscus­ sione si rim andasse a novem bre, cioè si pigliava tem po e.... ca m m in facendo si raddrizza la soma.

Ma così non la intese assolutamente il R ico lti. E g li fin dal p rim o m om ento d ic h ia rò che o si d i­ scutevano i p rog e tti o si ritira v a , e con lu i si d i­ chia ra ro no solid a li a lcu ni M in is tri, fra i q ua li il Perazzi, il C olom bo, il C arm ine.

Non valeva fa rg li notare come egli esponeva sè e tu tto il M in iste ro ad una sconfitta, egli rim ase irre m o v ib ile .

D al suo canto l’ opposizione, saputa la cosa, eccita

con i v io le n ti attacchi, il R ico tti a non cedere, r in fo r ­ zata, a quel che pare, dal p artito di C orte poco favorevole, in genere, al M inistero, e al R ic o tti in ¡specie, massime per queste rifo rm e m ilita ri che, appunto per rendere 1’ 'esercito proporzionale alla po­ tenzialità economica del paese, lo rid u co n o a entrare n ello stretto lim ite del bila n cio .

I l R u d in ì si trovò e si trova q u in d i in questa condizione : o abbandonare il R ic o tti e g li a ltri M i­ n is tri che vogliono seg uirlo, e fare un rim pasto, in ­ debolendosi così, e, forse ndn ora, ma certo a no­ vem b re , uccidendosi, o far causa com u ne col R ico tti e cadere, cadere irre m is s ib ilm e n te lu i e il suo p artito. E si n oti che sarebbe la seconda volta che cadrebbe su una questione di rid uzio ne di spèse m ilita ri, ab­ bandonando il potere a quegli u o m in i che la sconfitta d i Abba Garim a, effetto dei loro e rro ri e delle loro colpe, aveva fatto fu g g ire dal G overno, abbandonando il potere e rendendo possibile un rito rn o dogli stati d’ assedio, dei d o m ic ili coatti, delle irre g o la rità am ­ m in is tra tiv e , ecc. ecc.

Ma questo il R u d in ì non vuole, perchè egli crede, ed a ragione, d i d over com piere q u e ll’ opera di risa ­ nam ento m orale che ha così felicem ente inizia ta .

D ’ a ltra parte il R ic o tti non discute su questo b ivio : vuole la discussione m agari con la caduta, che egli stesso prevede dei suoi p rogetti, o dà le d im iss io n i.

È un b iv io da cui non è facile u scire. Ci sarebbe una via di salvezza : quella di sciogliere la Camera e far le elezioni appunto sulla base de'la riduzione delle spese m ilita ri, ciò che al G overno darebbe c e r­ tam ente una gran forza. Ma questa via è chiusa, perchè il decreto di scioglim ento n on basta che sia firm a to dal P residente del C onsiglio.

C i furon o c o llo q u i, conferenze, in te rv is te dei m i­ n is tri fra lo ro , di m in is tri con i capi grup p o, dei capi g rup p o fra loro.

E d ora pare che ad u n accom odam ento si sia per a rriv a re .

I l R ic o tti si faceva m olto forte d ella sua posizione in c ro lla b ile al Senato dove u n m in iste ro R u d in ì senza d i lu i non sarebbe stato m o lto ben accetto. Ma quel tal discorso per la S ic ilia di cui p rim a v i p a rla i ha nel Senato, come dissi, m o lto rialzata la posizione personale del d i R udinì. Questa può essere la spinta a ll’ accordo d e fin itiv o e ad una com b ina ­ zione che sarebbe questa : in iz ia re la discussione dei p rog e tti m ilita r i, ottenere in qualche modo un voto di fid u cia personale al R ic o tti, che g li perm etta d i attuare i suoi p ro g e tti, sospendere, in vista della stagione, la discussione di questi e rim a n d a rla a n ovem b re quando p iù che u n voto di approvazione la Camera dovrà dare un bill d’ indennità.

Questa la linea d e ll’ accom odam ento. Se si con­ creterà e con q u a li p a rtic o la ri sarà da vedersi, e m olto dipenderà, credo, dal voto che si dovrà dare sulla questione sicilia n a e che m entre scriv o non è ancora alle viste.

Se v e rrà in tempo p rim a di sabato ve ne i n ­ fo rm e rò .

Roma 10 (sera). M antengo la promessa d i in fo rm a rv i dopo il voto per la S ic ilia , m olto p iù che d iffic ilm e n te può r i ­ petersi il caso di d over a nnunciare che un M inistero con un centinaio di v o ti di m aggioranza si d im ette.

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12 luglio 1896 L ’ E C O N O M I S T A 437

L e tra tta tive per ven ire ad un accomodamento, circa la discussione im m ediata o il rin v io a n o v e m ­ bre delle rifo rm e m ilita ri del R ic o tti continuarono tu tt’ oggi. — S i era s ta b ilito che l ’ on. generale Afan do R ivera avrebbe presentato un ordine del g io rn o - già corredato da m oltissim e firm e - in cui m entre si dichiarava la massima fiducia nel M in is tro della G uerra e lo si autorizzava ad in iz ia r subito le sue rifo rm e , si chiedeva che, vista la stagione, la discus­ sione delle rifo rm e stesse fosse rim a n da ta a novem ­ bre. Il G overno avrebbe accettato quest’ o rdin e del gio rn o e tutto sarebbe stato com binato.

Questo doveva avvenire oggi in fine di seduta, ma m entre si com putavano i voti d e ll’ appello no­ m inale s u ll’ o rdin e del g io rn o G allo, ci fu un p ic­ colo C onsiglio di M in is tri, dal quale ne uscì questo.... che la battaglia prevista sfum ò e dei p ro g e tti m ili­ ta ri non si fece parola.

Ma i deputati, uscendo d a ll'a u la rip e te va n o : c’ è la crisi generale.

E in fa tti questo è stato s ta b ilito in quel piccolo C onsiglio : di fro nte al dissidio inte rn o sopra questa questione il G abinetto in te ro rassegnerà le sue d i­ m issioni.

Come questo a vv e rrà non sì sa a ncora: qualcuno dice che la c ris i sarà u fficialm e nte annunciata do­ m attina dalla Stefani, a ltri sostengono invece che dom ani a sera la Camera delibererà se si debbano o meno discutere subito i p rogetti m ilita ri.

In qualunque modo, però, la crisi è certa perchè la Camera non ha che un~ desiderio solo : quello di andarsene.

Per cui la situazione resta delle p iù d iffic ili. Certo il Marchese d i R u d in ì ha lu i in mano la posizione. Il successo ottenuto nel suo u ltim o discorso, i cento vo ti di maggioranza o tte n u ti in una legge sua, tutta sua come quella per la S ic ilia , lo rendono 1’ uomo indispensabile. Questo tu tti riconoscono e g li am ici di lu i ne sono contenti.

Ma potrà il R u d in ì solo, senza il R ic o tti, fare un m inistero forte quanto è necessario che sia specie dopo una cris i che rende la situazione parlam entare p iù aspra ? — E potrà il R u d in ì, che p u r ha nel suo program m a la riduzione delle spese m ilita ri, trovare u n a ltro uom o che come il R ico tti abbia nel paese l ’a u to rità sufficiente per fa r accettare, con sufficiente garanzia, le rifo rm e necessarie ? — E quale posizione potrà avere il R u d in ì al Senato, ad onta degli, u ltim i successi, quando si sieno staccati da lu i R ic o tti e Perazzi ?

Ecco i p rim i d u b b i, le p rim e dom ande che c ir ­ colavano nei c o rrid o i di M o ntecitorio appena che il silenzio del G overno sui p rogetti m ilita ri fece a tu tti manifesta la c ris i im m in e n te .

V ince rà queste d iffic o ltà il R u d in ì ? — 1 P arecchi 10 credono, m o lti lo sperano.

E forse m ai come in questa occasione è p ro p rio 11 caso d ire : starem o a vedere.

L’ ARBITRATO INDESTRIALB1» FRANCIA”

u i.

M olte osservazioni si potrebbero fare into rn o alle nuove disposizioni contenute nel progetto, ma im ­ plicando esse la discussione di interessanti p ro b le m i d’ ordine generale, le rise rviam o a luogo più o pp or­ tuno, lim ita n d o c i q u i a precisare con poche cifre u ffic ia li del 1 88 6, raccolte nel seguente prospetto, i l num ero delle persone che (prescindendo dagli im piegati d e ll’ ind u stria e da alcune a ltre categorie di m in o r conto) verre bb ero, in forza del nuovo progetto, ad aggiungersi a q uelle già godenti della g iu risd izio ne a rb itra le :

Op e r a i Ca p i opera i e IMPIEGATI Totale Agricoltura 2,771,966 97,835 2,869,801 Trasporti.. 225,003 119,530 344,533 Commercio. 553. 416 À, 398,044 951,460 Totale generale . . . 4,165,794

P iuttosto è u tile q u i esaminare alla stregua delle c ifre l’ a ttiv ità spiegata dai n um e ro si trib u n a li in ­ d u s tria li dissem inati sul te rrito rio della F rancia, m et­ tendola poi in rapporto c o ll’ am biente in mezzo al quale essa si m uove e dal quale è determ inata.

I dati sta tistici che ci abbisognano sono fo rn iti dal G iornale U ffic ia le della R epubblica francese, anno per anno, sotto la ru b ric a : Compie général de l'ad- ministration de la justice civile et commerciale en France.

D i questi dati il p rim o che si presenta a m ettere subito in piena luce l ’ im portanza d e ll’ is titu to è il num e ro annuale degli a ffa ri tra tta li com plessivam ente dai v a ri c o lle g i, n um ero di cui è notevole in questi u ltim i tem pi il progressivo accrescim ento.

In ve ro , p erco rren do il periodo che va dal 1861 al 1 89 1, si rile v a che nel q u in q u e n n io 1 8 6 1 -6 5 la media annuale d eg li a ffa ri tra tta ti in u ffic io p a rti­ colare è di 3 3 ,4 1 5 ; in q uello 1 8 6 6 -7 0 è di 3 2 ,4 9 9 ; in q uello 1 8 7 1 -7 5 è di 2 3 ,5 0 9 ; in quello 1 8 7 6 -8 0 è di 3 6 ,1 3 8 ; in q ue llo 1 8 8 1 -8 5 è di 4 2 ,0 4 4 ; nel 1890 la c ifra sale a 4 5 ,1 9 6 e, in fin e , nel 1891 a 5 0,016. Il n um e ro delle co n tro ve rsie , presentate ai C ollegi sarebbe in realtà superiore alle c ifre sopra esposte, ma una quantità non in d iffe re n te di istanze viene ritira ta , p rim a d e ll’ udienza, e rim a n e fu o ri dal nostro com puto. M isurata così nel suo complesso l ’ entità del lavo ro com piuto annualm ente d ai p ro ­ b iv ir i francesi, non è meno interessante vedere come esso si reportisca fra le v a rie categorie di questioni.

I l seguente prospetto si rife ris ce a ll’ anno 1891 e ci o ffre d is tin te le fig u re p iù im p o rta n ti d i lit i in

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438 L’ E C O N O M I S T A 12 luglio 1896

d u s tria li, into rn o a cui si raggruppano i 5 0 ,0 1 6 p rò - ced im en ti a vu tisi secondo il resoconto u ffic ia le :

Ri p a r t i z i o n eper categorie delle controversie portate avanti i collegi dei Probiviri francesi durante Vanno 1891 in via di conciliazione.

Salari... 35, 494 Licenziamenti... 4,796 Tirocinio... 1,005 Imperfezioni del lavoro... . 996 Eseguimento di convenzioni. . . 758 Prezzo della fat­

tura ... 687 Perdite di tempo. 637 Stime dei lavori. 585 Q uestioni d 'in ­

competenza... 419 Lavori a cottimo 407 Indennità per ac­

cidenti e lesioni 375 Rifiuto di lavoro. 344 Indennità per ces­

sazione di la­ voro ... 339 Domande di certi­ ficati... 338 P egni... 335 Spese di viaggio, traslochi... 333 Lavori in ritardo 288 Applicazioni di ta­ riffe... 253 Reclami d’ uten­ sili ritenuti. . . 250 Lavori non termi­

nati... 186 Abbandono dell’o­ pificio, assenze 185 Ritenute d’effetti 144 Reclami di libretti ritenuti... 130 Ammende inflitte 89 Giornate di sup­ plenza... 78 Strenne e mancie 52 Materiale ritenuto da operai... 52 Indennità per ma­

lattia ... 45 Cauzioni... 42 Perdite d’utensili 32 Controversie varie 422 Totale 50,016 Stanno in p rim a linea le controversie re la tiv e ai sa la ri, colla c ifra assoluta di 3 5,49 4 rappresentante il 7 0 per cento degli a ffa ri tra tta ti. L ’ alta percen­ tuale ci dim ostra come i contrasti di tal genere sorgano così abbondanti, si presentino con tanta fre ­ quenza da c o s titu ire il nucleo largam ente prepon­ derante delle divergenze, c u i dà luogo il contratto d i lavoro nella sua esecuzione. Con a ltre parole, può d ic h ia ra rsi senza tim ore d i esagerare, che la m ercede, o m eglio le condizioni ad essa re lative, costituiscono anche nella fase successiva a ll’ accordo c o n trattu ale il fuoco delle discordie tra im p ieg an ti e im p ie g a ti. La lotta accanita, già com battuta sul m ercato della mano d’ opera, anziché spegnersi nella form olo della transazione stipulata tra le due parti, continua non meno vigorosa e tenace nel campo d e ll’ esecuzione. Che ciò avvenga e in tali proporzioni è facile spiegare appena si avverta che il term ine della re trib u z io n e del lavoro, rispetto agli a ltri, form a la preoccupazione capitale così d e ll’ im p re n d ito re , come d e ll’ operaio.

L e a ltre q uestioni presentano c ifre di g ran lunga m eno e levate; così appena dopo q uelle sui salari tro via m o subito per o rdin e d i im portanza q uelle re ­ lative ai licen zia m e nti rappresentanti il 10 per cento appena della c ifra to ta le ; seguono le controversie rig u a rd a n ti il contratto di tiro c in io , poi q uelle in to rn o alla im perfezione del lavoro. R elativam ente scarse sono le questioni sulle am m ende in flitte , sul lavoro supplem entare e sulle cauzioni. Le rim a n e n ti sono di media frequenza.

Esam inata così in genere l’ entità del lavoro n o r­ m alm ente com piuto dai p ro b iv iri francesi ed accen­ nato ai tip i p rin c ip a li delle' questioni cadenti sotto la lo ro g iu risd izio ne giova rice rcare in quale m isura tale lavo ro riesca effettivam ente u tile nella funzione sua p rin c ip a le e caratteristica di con cilia re le p a rti contendenti. L ’ a rt. 6 della legge 18 marzo 1806 d i­ c h ia ra o bb liga to rio l ’ esperim ento p re lim in a re della

con cilia zio n e ; nessun affare passa a ll’ u ffic io generale o g iu ria , se p rim a non è stato tra tta to in u ffic io p a rtic o la re e se q u i non riu s ciro n o vani g li sforzi dei c o n c ilia to ri. Data tale disposizione del legislatore, può assumersi senz’ a ltro la cifra rappresentante il n u ­ mero degli affari sopravvenuti nel corso d e ll’ anno, d im in u ita del num e ro di q u e lli r it ir a li p rim a della udienza, e su di essa calcolare la percentuale delle co n cilia zion i riu s cite .

Il seguente prospetto reca le successive percen­ tu a li annue re lativam en te al trentennio 1 8 6 1 -9 0 :

C ON TRO VERSIE C O N CILIA TE IN R A P P O R T O A 100 (')

1861 1871 77 1881 60 1862 1872 75 1882 63 1863 76 1873 72 1883 56 1864 1874 73 1884 50 1865 1875 73 1885 51 1866 75 1876 73 1886 50 1867 75 1877 71 1887 51 1868 74 1878 71 1888 51 1869 74 1879 71 1889 53 1870 74 1880 67 1890 53

Se si fa una p rim a considerazione d i o rdin e sta ti­ stico e si istitu isce un rapido confronto colle conci­ liazioni effettuate dagli a ltri is titu ti g iu d iz ia ri anche in d iv e rs i paesi, bisogna d ire che in complesso questi trib u n a li speciali non hanno punto mancato alla loro m issione. L o prova il fatto che il tre nte nn io sopra indicato dà una media annua di 6 5 .7 conciliazioni riu s cite sopra 1 00 te n ta tiv i.

Se però si osservano le p erce ntu ali del prospetto nel loro m ovim ento, e cioè in o rdin e al tempo, le conclusioni che se ne deducono sono tu tt’ a ltro che soddisfacienti e meno ancora le p re v is io n i per il fu tu ro . S em bra, d ifa tti, che da una diecina d’ anni, i p ro b iv iri e i lo ro e le tto ri non siano p iù così in ­ c h in e v o li a fa v o rire e accettare il mezzo m ite della com posizione am ichevole. La percentuale che era di 65 in media per il p rim o q uin qu en nio , è scesa fin o a 5 0 . I l sistema di accom odare le p roprie d i­ vergenze per via d i re ciproche concessioni va e v i­ dentem ente perdendo poco per volta_ favore e s im ­ patia nel m ondo ind u stria le. O ram ai si preferisce provocare e a ffrontare la lotta g iu d izia ria con tutte le sue g ra v i conseguenze e con quella estrema d i una sentenza che faccia senz’ a ltro dei due avversari l’ uno v in c ito re e l ’ a ltro v in to . Q u a li sono le cause, e certam ente ci devono essere e ben serie, che o p e ­ rano un tale effetto ?

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12 luglio 1896 L ’ E C O N O M I S T A 439

del modo d’ essere dei ra p p o rti tra le due classi in d u stria le e operaia, ra p p o rti che ai dì nostri, per g iudizio concorde degli studiosi di economia sociale, sono d i decisa e d ichiarata o stilità . La bornie enterite tra i due fattori della produzione non è più che un ric o rd o del passato. E chi volesse cercare le ra d ic i di questo antagonism o non ha che a volgere uno sguardo allo recenti form e assunte dalla vita ind u stria le in correlazione allo sviluppo dello strum ento di lavoro. E g li si convincerebbe che per necessità im p re s c in d ib ili d’ o rdin e tecnico si è scavato tra padrone e operaio un abisso profondo. Ma ciò si vedrà m eglio parlando dei c o n flitti col­ le ttiv i.

Un u ltim o argom ento rim ane a tra tta re circa l ’ is ti­ tuto in esame, ed è il problem a della classificazione delle ind u strie cadenti sotto la g iu risd izio ne dei pro­ b iv iri, problem a d ’ ordine m eram ente pratico, ma che ha non poca im portanza non solo per il buon fu n ­ zionamento del Collegio ma per la possibilità stessa della sua costituzione. Il c rite rio di distinzione da adot­ tarsi deve rispondere ad un d up lice scopo: quello anzitutto di avere un grup p o di in d u strie legate in ­ sieme da v in c o li di affin ità tali che i p ro v ib iri chiam ati a rappresentarlo siano in grado di g iu d ica re con su f­ ficiente competenza tecn ica ; q uello in secondo luogo che il gruppo stesso sia am pio abbastanza da ovviare alla eventuale im p ossibilità d i trovare nella classe degl’ im p re n d ito ri, specialm ente in quelle re g io n i dove non esistono che poche g ra n d i fabbriche, il num ero di persone rich iesto dalla legge cui affidare l ’ u ffic io di p rob o viro. A bb ia m o detto senz’ a ltro i l n um ero di persone richiesto dalla legge, poiché al caso in c u i anche quei pochi rifiu tin o il mandato provvede, come j si è visto, la legge del 1884.

Quanto al p rim o scopo da ra gg iun g ersi conviene ritenere che la competenza tecnica voluta giustam ente j nel giudicante, e che del resto form a l’ essenza e la ragione d’ essere d i un trib u n a le speciale per l ’ in ­ dustria, va intesa in senso largo. Si v uo le cioè nei m em bri del C ollegio, siano essi operai o padroni, non una cognizione perfetta, m in u ta e pratica dei p roce ­ d im enti tecnici specialissim i di ogni singola ind u stria soggetta alla loro g iu ris d iz io n e , ma solo una co­ noscenza sicura ed esperim entata delle consuetudini vigenti in quel gruppo speciale circa le form e di rim unerazione, i regolam enti, il modo d’ essere in ­ somma peculiare dèi ra p p o rti tra im piegante e im ­ piegato. Una certa competenza tecnica, se non spe­ cializzata alm eno generale, è poi assicurata dal v in ­ colo di a ffin ità , che form a la base della classificazione. Quanto al secondo scopo esso è poi ra g g iu n g ib ile non solo con adottare un buon c rite rio nel ra g g ru p ­ pamento delle in d u strie , il che è indispensabile, ma anche collo sta b ilire una conveniente m isura nella ampiezza delle c irco scrizio n i te rrito ria li. Con decreto 8 Marzo 1890 si sta b ilì per la città di P a rig i la se­ guente classificazione. F u ro n o distinte le varie in d u ­ strie in qua ttro g ran d i classi avente ciascuna un C o l­ legio di prud'hommes: in d u strie m e ta llu rg ich e , tessili, chim iche e c o s tru ttric i. O gni classe è suddivisa in categorie e ogni categoria ha un v a rio n um ero di p ro b iv iri. P er fare un esempio, le in d u strie m e ta llu r­ giche sono d is trib u ite in 6 categorie di cui la p rim a ha 8 p ro b iv iri e com prende 125 m estieri, fra i quali citiam o q u e lli dei fo n d ito ri e m a n ifa tto ri di acciaio, ferro , ram e, piom bo, zinco ec., dei fa b brica n ti di c a r­ rozze fe rro v ia rie e tra n v ia rie , dei c o s tru tto ri di m

ac-1 chine, dei m a nifatto ri di velocipedi, dei fab brica n ti di strum enti a gra ri, di u te n sili per l’ in d u stria ecc.

A ggiungiam o q ui che i p ro b iv iri delle va rie catego­ rie fo rm a n ti insiem e il C ollegio si raccolgono anche in assemblea generale d ie tro richiesta del presidente, dell’ autorità superiore o di un certo n um ero di m e m ­ b ri. Le a ttrib u zio n i di questa assemblea sono così determ inate per le in d u strie chim ich e del d ip a rti­ mento della Senna d a ll’ art. 24 del re la tivo re go la ­ m ento: le a ttrib u z io n i delle assemblee consistono nel rispondere alle in te rro g a z io n i mosso d a ll’ autorità s u ­ periore e nel trattare le questioni di interesse generale per la g iu risd izio ne dei p ro b iv iri, come il metodo u n i­ form e di procedura, le norm e di giurisprudenza e la trattazione spedita degli affari.

Così ci pare di a ve r esaurito il nostro com pito di esaminare nei suoi p a rtic o la ri il funzionam ento dei trib u n a li in d u s tria li francesi. Ci rim ane ora a d ire qualche parola in generale su questo così interessante istitu to , considerato nel suo valore sociale cioè in ra p ­ porto a gli interessi c o lle ttiv i.

( Continua) Ma s s i m o Po e t a l u p i.

Rivista Bibliografica

Prof. Tullio Martello. — L ’ imposta progressiva in

teoria e in pratica. — Torino, Unione tip.-edi- trice, 1895, pag. 246, (lire 4).

Dr. Franklin De Grossi. — La progressività dell’ im­

posta studiata sotto il profilo etico-economico, con prefazione del prof. Ferdinando Puglia. — Palermo,

Reber, 1895, pag. 227, (lire 2,50).

La questione che si agita in to rn o alla imposta progressiva ha avuto di recente due trattazioni la r­ ghe, se non profonde, n eg li s c ritti soprannunciati del prof. M a rte llo e d e ll’ avv. De G rossi, l’ uno noto già da tempo agli studiosi per altre pubblicazioni, I’ a ltro giovane, che è alla sua p rim a prova nel campo della scienza.

L ’ argom ento è d i q u e lli che si prestano a ll’ uso, anzi a ll’ abuso di un certo num ero d i clichés che hanno servito a una falange di s c ritto ri per com battere o per difendere la progressività d e ll’ im p o sta ; e s e b ­ bene recenti d o ttrin e econom iche abbiano rin g io v a ­ nito in qualche parte la vecchia controversia, bisogna -p u r d ire che i due n uovi v o lu m i s u ll’ argom ento, perchè non aggiungono nionte di nuovo, tutto al p iù chiariscono qualche p u n to 'd e lla tesi favorevole e di quella con traria alla, imposta progressiva. Perchè m entre il M a rte llo com batte da vecchio polem ista contro la progressione, il De Grossi con l ’ ardore g io van ile la difende e ne propugna l’ applicazione per ra g io n i etiche ed econom iche. U n’ esame c ritic o dei due lib r i ci porterebbe assai lontano, perchè dovrem o rive de re e contestare troppe affe rm a zio ni, tro p p i fatti che in essi sono r if e r it i ; lim itia m o c i adunque a poche considerazioni.

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440 L’ E C O N O M I S T A 12 luglio 1896

ind istin tam e nte ai ca rich i dello Stato nella p ro p o r­ zione dei loro averi. - Cotesto tema poteva essere re ­ datto m e g lio ; ad ogni modo non va dim enticato che in esso si accennava a v a rie form e di im poste p ro ­ gressive e che il program m a del concorso aggiun­ geva : si domanda che i con corren ti raccolgano i do­ cum e nti p ra tic i di quei paesi ove tale sistema sia per avventura stato applicato. Ove m anchino i c r i­ te ri che sieno fo rn iti d a ll’ esperienza, i con corren ti dovranno a mezzo d e ll’ indagine scientifica c h ia rire q ua li sarebbero g li effetti p ratici della sua attuazione. In generale si desidera seria e larga rassegna delle ra g io n i che stanno prò e contro un tale sistema e la "conclusione se sia q u in d i a consigliarsene o meno, l ’ introduzione nel nostro paese.

O r bene n o i d ub itia m o che il lavo ro del prof. M a rtello abbia veram ente gettato qualche luce sulla controversia e fatto p ro g re d ire la scienza nella que­ stione della rip a rtizio n e della im posta. A leggere la relazione d e ll’ on. L uzzatti, dopo aver letto la m onogra­ fia prem iata del prof. M a rte llo v ie n fatto d i pensare che qualche volta anche il buon O m ero dorm e, tali e tante sono le lodi che non trovano la lo ro g iu s ti­ ficazione nel lib ro . La felicità delle in d a g in i, la pro­ fon dità e la genuinità delle rice rch e in d iv id u a li, le ric e rc h e esaurienti a ttin te alle fo n ti e s im ili altre fra si adoperate dal L uzzatti a proposito dello studio del M a rtello , non possono che m e ra vig lia re altam ente c h i sìa un po’ addentro nella m ateria.

Se questa m onografia ha dei p reg i essi non si possono tro va re certo nella conoscenza esatta dei fatti e delle fon ti nella p rofo nd ità e g en uiu ità delle r i ­ cerche e n e ll’ apprezzamento sereno e im parziale delle d o ttrin e che esamina o delle o p in io n i degli s c ritto ri che cita. Bensì i p reg i consistono nel v i ­ gore della polem ica, n ella viva cità dello stile , nella assolutezza della tesi difesa dal M a rte llo ; ed anche in questo, perchè l’ A uto re c i ha dato un saggio forse insu pe ra bile e pertanto interessantissim o della u n ila te ­ ra lità scientifica, d e ll’ intransigenza non direm o teo­ ric a , ma di scuola. Intransigenza che si riv e la in v a ri m odi, tra i quali va citato p articola rm e n te q u e llo di non v o le r am m ettere che sia im posta p ro ­ gressiva q uella che non presenta uno svolgim ento rigorosam ente continuo (a ritm e tic o o g eo m etrico ) del saggio delle im poste. N aturalm e n te questo lo auto­ rizza a g rid a re su tu tti i toni che l’ im posta prog re s­ siva è im possibile in p ra tica , com ’ è assurda in teoria. Ma non crediam o che le sue d im ostrazioni possano convincere il letto re di buona fede, spregiudicato, che non si accontenta dei p aro lon i e non si crea degli assoluti in m ateria d’ im posta p e r darsi il gusto di sostenere che ciò che esiste viceversa non esiste, non essendo conform e a u n tip o puram ente astratto e irre a lizza b ile . D el resto lo stesso M a rtello , c o n ­ traddicendosi, am m ette (pag. 2 0 9 ) « che a rig o re si può sem pre fa r corrispo nd ere ad o gn i aum ento d i re d d ito una percentuale sem pre crescente, evi­ tando che V imposta, assoria V imponibile. » E g li aggiunge, è vero : ma a condizione che la scala progressiva sia così lenta da re nd e rsi fina nzia ria ­ m ente in u tile alle esigenze del p u b blico tesoro — in Ita lia , come in qualsiasi a ltro paese in c iv ilito ; questo però, anche ammesso per v e ro , non toglierebbe che si possa c o s tru ire la im posta progressiva, anche se­ condo il concetto rigorosam ente m atem atico, sebbene n o n ci sia affatto bisogno di quel rig o re per a p p li­ care il principio riformatore della im posta progres­

siva. Cotesto p rin c ip io il M a rtello non ha voluto scorgerlo o alm eno dim ostra di non averlo scorto ; così ba com battuto il p iù spesso contro un concetto della imposta progressiva che non è q u e llo che tenta dappertutto d i trio n fa re . Se a questo si aggiunge che l’ A u to re per v o le r provare troppo ha guastato le sue d im ostra zio ni e per fare d e ll’ effetto ha sacri­ ficato la esattezza delle sue afferm azioni, si co m ­ prende che anche dopo il lavoro del p ro f. M a rtello , la questione non ha fatto un passo a va nti. E questo è assai deplorevole perchè allo stato delle cose pareva si potesse pretendere uno studio veram ente im parziale e sereno che mettesse in chiaro se e in q u a li lim iti i l p rin c ip io della progressività della im ­ posta può essere accolto nella scienza e nella le g i­ slazione.

Del lavoro del sig. De Grossi fa v o re v o le alla imposta progressiva basterà d ire che è uno studio fatto con sufficiente cura, ma che presenta i d ife tti com uni ai la v o ri g io v a n ili per g li esami di laurea. V i è troppo evidente i l proponim ento di difendere una tesi prediletta senza dare il dovuto peso alle obbiezioni che le si m uovono ; la c ritic a è spesso inadeguata, la m etafisica abbonda assieme al sen ti­ m entalism o ; ma appunto perchè studio di u n g io ­ vane che ha affrontato il tema p iù arduo della teo­ rica (lei trib u ti m e rita g iu d izio benevolo da parte degli studiosi che tro ve ra nn o nel lib ro del De Grossi osservazioni spesso acute, anche n e lle pagine p iù d is c u tib ili.

Yves Guyot. — L’économie de l'effort. — Paris, Armand

Colin, 1896, pag. X-320 (4 franchi).

André Liesse. — La question sociale. — Paris, Léon

Chailley editore, pag. 247 (4 franchi).

L ’ operoso e valente D ire tto re del Siècle, l ’A uto re della b rilla n te confutazione della tesi com unista di Paolo L a fa rg u e sulla P ro prietà , ha raccolto in questo suo nuovo vo lu m e d ie ci conferenze eh’ egli ha tenuto di recente al C ollegio libe ro delle scienze sociali, is titu ito a P a rig i nel 1 89o. In queste dieci confe­ renze il G u y o t's i è occupato della scienza econo­ m ica in relazione ai fa tti re a li della vita , dello scam bio, della p ro p rie tà , del capitale e del lavoro d e g li s tro m e n ti dello scam bio, dei c ap itali fissi e c irc o la n ti, del lo ro v a lo re re la tiv o , d elle aberrazioni protezioniste, dei sala ri, delle concezioni socialiste in contrapposto ai fatti d e ll’ evoluzione e del regresso in econom ia. P er c h i conosca già le opere prece­ denti del G u y o t, e sopratutto il suo v o lu m e sulla scienza economica p ub blicato sono o rm a i I o anni, questo lib ro non o ffre m olte n o v ità ; ma per chi invece v o g lia conoscere le idee d i questo vigoroso e a ttiv o polem ista, d i questo lib e ra le agli occhi di m o lti u n po’ intran sig en te l ’Economia dello sforzo è i l lib ro ind icato per q u e llo scopo. Il concetto fo n ­ dam entale d e ll’ A u to re è di dim ostra re che le leggi econom iche n a tu ra li adducono al conseguim ento del m a gg ior vantaggio generale col m in o re sforzo pos­ sibile, m e ntre l’ in te rv e n to econom ico del governo ha sem pre avuto per ris u lta to d i aum entare quello sforzo. E g li dim ostra come i l socialism o, qualunque sia la s u a 'd o ttrin a , renda im possibile l ’ attuazione della legge del m in im o sforzo.

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12 luglio 1896 L ’ E C O N O M I S T A 441

d ir tale, perchè egli ha fatto uno studio se non com pleto certo assai chiaro e preciso de! suo tema. S tud iati da prim a g li elem enti del problem a, il Liesse si occupa poi largam ente delle soluzioni proposte dai così detti socialisti s cie n tific i, dai possib ilisti, dai socialisti di Stato, da q u e lli cris tia n i e dai cat­ to lic i sociali e finalm ente espone le soluzioni econo­ m iche, com ’ e g li dice, o p iù chiaram ente lib e ra li.

N ella seconda parte del lib ro l’ A u to re considera, come dice il tito lo , poco chiaram ente, le a m m in is tra ­ zioni mediante le q ua li i p o te ri c o s titu iti in te rv e n ­ gano in m ateria sociale, ossia tratta dei sindacati professionali, delle is titu zio n i o ffic ia li re la tiv e al la ­ voro, del lavoro delle donne e dei fa n c iu lli, della igiene, sicurezza e assistenza dei la v o ra to ri, delle casse di ris p a rm io , delle società di m u tu o soccorso degli Is titu ti di previdenza g e riti dallo Stato e della assistenza pubblica. È una trattazione senza pretese, ma sem plice e is tru ttiv a , che può s e rvire u tilm e n te per preparare a s tu d i p iù estesi e p ro fo n d i in to rn o alla questione sociale.

H. D. Maclèod. — The History of Economica. — Lon­

don, Bliss, Sands and Co., 1896, pag. XV-690. 11 tito lo di quest’ opera del noto economista inglese può tra rre in inganno, perchè m entre è lecito aspet­ tarsi una vera e com pleta storia della scienza eco­ nom ica, in realtà, in tu tto il lib ro , la parte storica si rid u c e ad un capitolo che corrisponde a poco meno d i un q u in to del vo lu m e . E anche questo ca p i­ tolo non può d irs i contenere la storia della economia, m a soltanto dei cenni in to rn o a qualche teoria e ad a lcu ni econom isti. G li a ltri ca p ito li della parte prim a trattano del m etodo d i indagine p ro p rio della eco­ nom ia e della natura di una scienza fisica e tutta questa p rim a parte è la rip ro d u zio n e o i l riassunto di a ltre tta n ti c a p ito li d e ll’ opera antecedente del M ac- leod sui Princìpi filosofici della economia politica. Quanto alla seconda parte, che è la p iù estesa, lo A uto re ha v o lu to esporre in o rd in e alfabetico i con­ cetti e g li assiom i fondam entali della economia, fa­ cendo così u n tra tta to quasi com pleto della scienza in una form a però assai slegata e ta ti’ a ltro che ra c­ com andabile. N on sarà, q u in d i, poca la m e ra vig lia di chi consulterà questo lib ro del Macleod al vedere che egli ha creduto di poterlo in tito la re Storia della Economia, m entre non può avere la menoma p re ­ tesa a portare u n sim ile tito lo . Q uanto alla u tilità del lib ro , non sappiamo vederla a ltro che in questo che presenta riu n ite in un sol v o lu m e le idee eco­ nom iche del M acleod, sparse in a lcu ni v o lu m i p iù o meno ind ig esti, e non aggiungiam o parole sul me­ rito d e ll’A u to re , perchè sono o rm a i parecchi anni che la c ritic a scie ntifica ha giu d ica to il sistema del Macleod. N o i abbiam o fatto cenno di questa nuova pubblicazione unicam ente per m ettere in guardia g li studiosi che potrebbero essere ing a nn ati dal tito lo ; del resto, basterà che con sultino il vo lu m e terzo della terza serie della Biblioteca dell'Economista per co­ noscere nello stesso tempo la pseudo Storia dell'Eco­ nomìa testé u scita.

Rivista Economica

L a nuova le g g e s u l l e borse tedesche - La r e la z i o n e d e l l ’ on. D i B r o g lio s u l l a p e re q u az io n e f o n d i a r i a -I l p r o g e t t o p e r m o d ific a z io n i a l l a t a s s a f a b b r i c a t i .

La nuova legge sulle borse tedesche. — La nuova legge germ anica si compone di 82 a rtic o li; andrà in vigo re col 1° gennaio del 1897, ma le norm e fissate d a ll’ art. 3 9, che sono le seguenti, sono date già in v ig o re col 1° lug lio.

A rt. 39. — L ’ am m issione delle azioni di una qualsiasi im presa trasform atasi in Società per azioni o Società in accom andita, al m ercato di Borsa, non può avvenire prim a che sia decorso un anno dalla iscrizione della Società nel registro com m erciale e prim a della pubblicazione del suo p rim o bilancio an­ nuale col conto d eg li u t ili e delle p erdite.

In casi speciali il G overno p rovin cia le (P re fe ttu ra ) può accordare tale facoltà p rim a che decorra detto term ine.

L ’ am m issione d i tito li d i partecipazione o di ob­ bligazioni di Società in d u s tria li estere è subordinata a ll’ im pegno d i pubblicare per u n periodo di cinq ue anni i ris p e ttiv i b ila n c i col conto u tili e perdite, in uno o p iù g io rn a li tedeschi che saranno in d ica ti dalle autorità dèi luogo, ove le obbligazioni ecc., sono ammesse alla Borsa.

A lcun e a ltre norm e re la tive ai n u o vi re g is tri di Borsa, p e r le m e rc i ed i v a lo ri (a rt. 34 al 6 5 ) an­ dranno in v ig o re col 1° novem bre del 1896.

E d ecco ora le disposizioni p rin c ip a li della nuova Una Borsa non può essere is titu ita che col con­ senso del G overno p ro v in c ia le ; il quale può sop­ p rim e re le Borse esistenti.

I l G overno p ro vin cia le esercita la sorveglianza sulle Borse e può affidarla alle Camere di com m er­ cio, corpo ra zio ni co m m e rcia li, ecc.

I l G overno p ro v in cia le approva i regolam enti di Borsa ed in v ig ila specialm ente affinchè negli u ffic i di presidenza delle Borse per i p ro d o tti e le m e rc i, sieno rappresentati proporzionalm ente g li interessi dei grandi e dei p icco li a g ric o lto ri.

Ad ogni Borsa è addetto u n com m issario g over­ n a tivo , in ca ricato di sorvegliare che il regolam ento . sia strettam ente osservato, di assistere alle sedute del com itato di Borsa, ecc., e d i rife rire d ire tta - mente al G overno.

Il C om itato di Borsa si compone di 30 m e m b ri. D alle Borse sono esclusi : le donne, coloro che hanno perduto i d ir it ti c iv ili, q u e lli che sono sotto tutela, i fa lliti per bancarotta sem plice o dolosa, q u e lli che si trovano in condizioni di in s o lv ib ilità , q u e lli che vennero esclusi dalla Borsa da un v e r­ detto d i g iu rì d’ onore.

In ogni Borsa esiste un g iu rì d’ onore, del quale fanno parte a lc u n i m e m b ri del C om itato, ed a ltri da eleggersi d ag li appartenenti alla Borsa.

L e p u n izio n i consistono n e ll’ am m onizione, nella esclusione tem poranea o perm anente dalla Borsa.

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442

L ’ E C O N O M I S T A 12 luglio 1896

P er la fissazione dei prezzi, servono quale base i prezzi degli scambi e ffe ttivi a vvenuti nella giornata.

I sensali di borsa (M a e kle r) vengono nom in ati e licen zia ti dal G overno p rovin cia le e prestano g iu ra ­ m ento. F in o a che sono in carica devono fare da m e dia to ri, in tu tti g li a ffa ri, sia in m e rci, e sia in v a lo ri.

La Camera degli agenti dà il suo parere sia per l ’ assunzione d i n uo vi agenti, sia per la suddivisione degli affari.

ò li agenti o sensali hanno una com partecipazione agli affari e possono anche fare affari per conto p ro ­ p rio ed assumere le garanzie (in quanto sia neces­ sario) per g li a ffa ri che fanno.

L ’ am m issione dei tito li alla Borsa dev’ essere appro­ vata da una Com m issione speciale composta per metà d i m e m b ri non is c ritti nei re g is tri di Borsa per i v a lo ri.

La Com m issione d i am m issione ha il dovere ed il com pito di chiedere i docum enti che si rife risco n o ai tito li, di curare che il p ub blico sia info rm a to esat­ tam ente sulle vere condizioni degli Is titu ti, im ­ prese, ecc., che hanno emesso i v a lo ri e di non concedere l ’ am m issione ai tito li dannosi agli in te ­ ressi del pubblico.

A g li affari a termine sono ammesse q uelle m erci e v a lo ri, che il C om itato approva, dopo avere, di caso in caso, u d ito g li interessati e averne rife rito al C ancelliere d e ll’ im pero.

II C onsiglio F ederale è autorizzato a subordinare gli a ffa ri a te rm in e a certe condizioni od a v ie ta rlo per talune m erci o dati v a lo ri.

Sono p ro ib iti g li a ffa ri a term ine per v a lo ri m in e ­ r a r i o in d u s tria li.

Sono pure p ro ib iti g li affari a term ine per cereali, fa rin e e d e riv a ti dalla m acinazione.

Presso tu tti i trib u n a li che tengono i re g is tri com ­ m e rc ia li, si deve tenere un re gistro d i Borsa per le m e rc i e v a lo ri.

N ei re g is tri d i Borsa vengono in d ic a ti il nome, co­ gnom e, condizione sociale, abitazione d ello persone che partecipano agli a ffa ri a te rm in e in m e rc i o va ­ lo ri. Ciò vale p ure per le case di com m ercio e g li enti con personalità g iu rid ic a .

I l re g istro d i Borsa è p u b b lic o ; ed ognuno può prenderne visione e chiedere copie.

O gni trib u n a le deve alla fine d e ll’ anno stendere una lista di coloro che sono ancora in s c ritti nei re ­ g is tri di Borsa.

N e i re g is tri d i Borsa vengono is c ritti col consenso delle p arti con trae n ti tu tti g li affari a term ine . La iscrizio n e nei re g is tri non ha però forza legale, nè pel riconoscim ento di un debito per g li a ffa ri a te r­ m in e , nè per le garanzie, ecc., ecc.

N ei casi invece di frode, m alversazioni, ecc., il C o ­ m itato di B orsa ric o rre ai trib u n a li o rd in a ri che g iu ­ dicano e condannano il colpevole secondo le dispo­ s izio n i del Codice penale.

L ’ U ngheria ha già deciso di rifo rm a re la propria legge sulle Borse sulla base di quella tedesca, e per­ ciò fu nom inata una Com m issione m ista.

La relazione dell’ on. Di Broglio sulla perequa­ zione fondiaria. — È stata d is trib u ita la relaziono d e ll’ onorevole D i B ro g lio sul progetto re la tivo al catasto.

L a relazione com batte la sospensione della legge d i perequazione proposta dal precedente M inistero, dim ostra la persistente sperequazione e 1* o p p o rtu

-| nità dì to g lie rla con un catasto estim ativo, di p re ­ ferenza, e di a ltri mezzi, quale il sistema delle de­ n uncie, che riu scire b b e nelle nostre condizioni più incerto e meno sincero !

Deduce 1’ esistenza della sperequazione dal fatto che l’ imposta fon dia ria poggia oggidì sopra la re n ­ dita , accertala con u n num e ro eccessivo di catasti d is fo rm i g li u ni dagli a ltri nella loro stru ttu ra o r­ ganica.

V anno u n iti alla relazione dei prospetti interes­ santissim i re la tiv i a ll' am m ontare della produzione a gra ria , al lordo , nelle varie p rovin cie italiane.

D i fro nte a tale am m ontare è indicato il c o n tin ­ gente ris p e ttiv o d i im posta pagato dalle singole p ro ­ vin cie .

F ra le differenze p iù salienti si notano le seguenti: L a p rovin cia di Brescia ha una re nd ita di 55 m i­ lio n i e paga 2,230,6-46 di imposta p rin c ip a le ; la p ro ­ vincia di Lecce con 79 m ilio n i di rendita paga 2 .5 2 9 .0 0 0 lire ; quella di Bologna con 52 m ilio n i di re nd ita paga lire 1 ,8 0 0 ,0 0 0 ; quella di Firenze con 80 m ilió n i di rendita paga due soli m ilio n i ; M ilano con 83 m ilio n i di rendita paga quasi 4 m i­ lio n i e mezzo ; Bergam o con 21 m ilio n i di rendita paga lire 1 ,3 5 0 ,0 0 0 ; Lucca con 23 m ilio n i paga 6 2 8 .0 0 0 lire ; Pesaro con 3 0 paga lire 616 ,0 00 .

T u tta la Toscana con 2 03 m ilio n i di rendita paga lire 5 ,3 0 3 ,0 0 0 , nem m eno un m ilio n e p iù della sola M ila no !

N el Veneto: B ellu no con 7 m ilio n i paga 2 7 1 ,9 0 6 ,1 4 — Padova con quasi 34 m ilio n i paga 1 ,5 9 4 .7 5 1 ,7 5 — B ovig o con quasi 2 3 m ilio n i paga 9 6 0 ,2 2 5 , 52 — T reviso con 23 m ilio n i paga 1 ,1 8 0 ,5 9 9 ,6 5 — U dine con 27 m ilio n i e mezzo paga 1 ,1 5 0 ,2 9 4 ,2 6 — Venezia con 16 m ilio n i e mezzo c irca di rendita paga 7 2 7 ,9 4 5 ,1 6 — V erona con 3 4 m ilio n i e mezzo paga 1 ,5 0 1 ,2 6 9 ,3 2 — Vicenza con 28 m ilio n i paga 1 ,0 2 0 ,1 5 3 ,7 1 .

La sperequazione non esiste solo n e ll’ A lta Ita lia , ma è talvo lta fortissim a anche nel Mezzogiorno.

La p ro v in cia d i N ap oli apparisce una delle più aggravate del Regno.

La relazione esamina i ra p p o rti in te rv e n u ti, in base alla legge del 1866, tra il G overno e le p ro ­ v in c ie , che chiesero 1’ acceleram ento del catasto ed ind ica le nuove e precise obbligazioni sorte per ef­ fetto di detta legge. Indaga successivamente se sia esatta la presunzione di una larga p erd ita per l’ E ra ­ rio per effetto d e ll’ applicazione delle nuove aliquote del 7 per cento n elle 'p ro v in c ie suindicate. Osserva che oggi è p rem aturo g iu d ica re di tale perdita, non avendo e le m e nti s u ffic ie n ti per fa rlo ; che in ogni caso una perdita era ine vita b ile ed era voluta dalla legge del 1 86 6. Un tale ris u lta to era previsto e non si poteva e vita re , dal m om ento che si volle solle­ vare i p iù aggravati senza fa r pagare d i p iù a co­ lo ro che sinora pagarono meno del dovuto.

La C om m issione, per non assum ersi g ra v i respon­ sa b ilità in o rdin e alla finanza nazionale, v o lle accon­ discendere ad una m isura d i prudenza, a condizione però che si estrinsecherebbe in un provvedim ento generale ed u n ifo rm e per tu tto il Regno.

Questo p rovved im e nto venne concretato c o ll’ ele­ vare le a liquote d’ imposta sui nuovo censo dal 7 a ll’ 8 per cento.

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