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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.23 (1896) n.1152, 31 maggio

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L’ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI P RIV A TI

Anno XXIII - Voi. XXVII

Dom enica 31 M a g g io 1896

N. 1152

DUE ANNI DI FINANZA1’

II.

L ’ on. Salnndra, continuando il suo studio e venendo a parlare d e ll’ opera del M inistero C ris p i- Soniiino, si trattiene a lodare la sincerità da quella am ministrazione inaugurata colla finanza.

E, in tesi astratta, l’ on. Salandra ha r a g i o n e ; nulla è più dannoso al credito di un paese verso l’ estero ed ai suoi stessi rapporti interni, quanto una finanza pubblica che non sia sincera ; ed ha r a g io n e ; pure l’ on. Salandra, qu and o afferm a c on cretand o il suo pensiero che la sincerità del bilancio si consegu e quando le previsioni (ielle entrate non sono esagerate, quando le previsioni delle spese non sono attenuate, quando a tutte le spese effettive si p r o v v e d e con le entrate effettive, o v v e r o , se è in evita b ile ric o rr e re al debito, la djira necessità sia fra n ca m ente r ic o n o ­ sciuta ».

Ora è ben e ricord a re, fin d ’ ora, che sarebbe ben illusorio il c re d e r e che l’ on. So nn in o abbia detta tutta la verità e che nella sua esposizione del 21 Febbraio 1 8 9 4 abbia esposta sin cera m ente la situa­ zione finanziaria.

Il fatto che il b ilancio d ell’ on. S o n u in o fosse m en o roseo o più nero di q u ello d e ll’ on. G rim a ld i, non implica che il p rim o dicesse tutta la verità e che la situazione finanziaria fosse sin ceram ente esposta. V i è, pur troppo, una sincerità assoluta ed una sin­ cerità r e la tiv a ; dalla sincerità assoluta siam o ancora molto ma m olto lontani, e non n e g h ia m o che la sin­ cerità dell’ on. So nn in o fu relativamente m a g g io re di quella d ell’ on. G rim ald i.

L ’ on. Salandra sa troppo b en e che, falcidiando alcune entrate, l’ on. So nn in o ha, da questo lato, alquanto esagerato, tanto è v e r o che i risultati fu­ rono m igliori d elle p revision i ; e sa, d ’ altra parte, che p reved end o le spese in molti e molti capitoli del bilancio, propose delle e c o n o m ie o si oppose ad aumenti di spese, non p erch è v e ra m e n te in quei capitoli si facessero delle e c o n o m ie o p erch è bastas­ sero le s om m e stanziate, ma p erch è in q u a lc h e m od o

rim an davan o ad altro tem po q u elle spese che fin d ora si ric on os c ev a n o necessarie.

Senza entrare ora in particolari, ric o rd ia m o che subito dopo la esposizione finanziaria del 21 fe b

-*) Vedi il numero precedente.

braio 1 8 9 4 , m en tre tutti sem b ra va no sgom enti p er le cosiddette rivelazion i d ell’ on. S e n n in o , noi s c r i ­ v e v a m o : « N o n d irem o colla m a g g io r parte della stampa che I’ on. S e n n in o abbia esagerata la verità, anzi, noi c re d ia m o che, se era suo intendim ento di dirla tutta nuda e cruda, vi ha mancato scientem ente. Dato l’ impianto attuale dello Stato, non m ancano 177 m ilioni per a v e r e il pareggio, ma molti più. L ’ e ser­ cito e la m arina, per essere in n o rm a le assetto, s e m ­ p licem ente a base delle leggi vigen ti, ric h ied e re b b e ro non poche centinaia di m il i o n i ; - il patrim onio dello Stato, per essere mantenuto colla diligenza del « b u o n padre di fam iglia » ; - il Ministero dei lavori pubblici p er esegu ire le leggi vigenti ; - q u ello di agricoltura industria e c o m m e r c io per far m en o m ale quanto [ gli ha dem andato il legislatore; — q u ello dell’ istru- | zione pubblica, q u ello d egli interni, solam ente per c o m p ie re il loro d o v e re secondo la espressa v o ­ lontà della leg ge, d o v re b b e ro c h ie d e re stanziamenti cosp icu i.

a N o n possiamo quindi dare all’ on. Sonn in o il m e r ito di a v e r detta tutta la verità, perch è in tal caso a v re b b e d ov u to confessare e d im ostra re — nè il com p ito gli sarebbe stato d iffic ile — che il P a r ­ lam ento ed i G o v e r n i hanno edificato nello Stato una m acchina a m m inistra tiva così vasta e così esigente che, a farla fu n zion a re rettamente, c o m e le leggi ri­ chiedono, o c c o rre re b b e ro s o m m e ingenti.

« E g li è p er questo che noi, pur ricon oscen d o nel M inistro del T e s o r o il c ora g gio di a v e r detta senza p ream boli e senza sottintesi, alm eno nella prima parte della sua esposizione, alcu ne verità d u r e e cru de, ci ra m m a ric h ia m o e b e il Paese e d il P a rla m e n to non conoscano ancora tutte q u elle altre verità che l ’on. So nn in o non ha dette, m a che certa m en te n on gli sono ignote. » *)

E nulla a b b ia m o da a g g iu n g e re a qu este parole scritte più di d u e anni o r sono e che rispondono alle distinzioni d e ll’ on. Salandra sulla finanza s in ­ cera e non sincera.

L ’ on. Salandra nella seconda parte del suo arti­ colo p roc e d e più per a fferm azioni c h e p e r d im o ­ strazioni.

N essu no contesta, nè può contestare che l’ on. S o n ­ nino ha aum entate le entrate, m a gli fu r i m p r o v e ­ rato e gli è rim p r o v e r a to il m etodo, col q u a le tentò di ra g g iu n g e r e il p a reggio.

N e l 1 8 9 3 - 9 4 si erano ottenuti 1 5 1 7 m ilioni di entrate e ffe ttiv e e d è prob ab ile che la stessa cifra

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338 L’ E C O N O M I S T A 31 maggio 1896

si sarebbe ottenuta anche n e ll’esercizio successivo : p er ottenere il p a re ggio non v i erano che due m e ­ todi : o rid u rre la spesa effettiva alla cifra sperabile d elle entrate effettive; od au m en tare le g ra v e z z e tanto da potere ottenere quanto o c c o rre v a p e r c op rire le spese. Da o gn i parte si insisteva p erch è fosse scelto quest’ ultim o partito, e pareva che l’ on. So nn in o sa­ reb be stato 1’ u om o capace di se gu ire tale concetto prepond erante nel paese. S e non che e g li fece tutto a l­ l’ opposto: non solo v o lle r a g g iu n g e r e il p a re ggio m e ­ diante l’ au m en to delle entrate, ma p er ottenere questo, g r a v ò il debito pubblico di un e n o rm e aumento di tassa.

Così soltanto egli potè o ttenere n e ll’ esercizio 1 8 9 4 - 9 5 L . 1 5 6 9 milioni di entrate effettive contro 1 5 1 7 che si erano ottenute nel 1 8 9 3 - 9 4 ; e mantenne la spesa quasi alla stessa entità, p e r c h è nel 1 8 9 3 -9 4 era stala di 1 6 1 9 m ilioni e nel 1 8 9 4 - 9 5 fu di 1 6 0 0 m ilioni, la qual cifra è s u periore di quattro milioni alle p revision i dell’ on. Sonn in o ed e poi superiore a quella cifra che a v e v a lasciato sperare p ro m e t­ tendo e c o n o m ie o rga n ic h e im m e d ia te prossim e e più rem ote, che non m antenne.

S e qu in di l’ a v e r aumentata l’ im posta sulla r e n ­ dita può essere considerato un atto di buona finanza e nelle condizioni in cui era ed è il c re d ito del paese, un atto di saggia ed in telligen te finanza, il ragion a­ m en to d e ll’ on. Salandra può esser v e r o ed esatto; ma q u and o si pensi ai giu dizi, ohe lo stesso on. Sonnino ha emessi sul q u el p ro v v e d im e n to , e non si vo glia col successo coonestare una m isura n on corretta, tutte le lodi dell’ on. Salandra cadono fa cilm en te e rim an e il fatto essenziale e n on certo e n c o m ie v o le , che l’ on. Sonn in o contro il proprio c on v in cim en to, contro i p ro p ri precedenti ha colm a to il disavanzo non con un au m en to di entrate, nè con rid uzione di spese, ;n a p re le v a n d o co ll’ au m en to d e l l ’imposta una parte d e g li interessi del debito.

E questo g e n e re di operazioni, c h e alcuni c o n ­ siderano eccellen ti, solo qu and o riescono senza portare danno im m e d ia to al c re d ito ’ pubblico, va n n o g iu d i­ cate c o m e espedienti malsani, p erch è nella con sid e­ razione del c redito del paese costituiscono un danno m a g g io r e ancora del discredito, che nasce dal disa­ vanzo.

E d è rettorica, solam ente rettorica la frase d e l­ l’ on. Salandra « il bilancio ora in corso e q u ello prò- « posto p er P esercizio v en tu ro , sono i più c om p le- « tam ente sinceri che l’ Italia abbia a v u to da qu in dici « e forse da venti anni in qua. L ’ on. Salandra allude al fatto che le costruzioni fe rro v ia rie n o n si p rose­ g u o n o più m ed ia n te emissioni di debiti.

Qui p erò non è quistione di sincerità, ma s e m ­ p lic em e n te di principio. S a reb b e stolto un G o v e rn o che, nel m o m e n to in cui il paese g o d e largam ente d el debito p ubblico, continuasse a far costruire le fe r r o v ie c olle entrate effettive, m en tre i v a n ta ggi di tali fe rro v ie li sentiranno le gen era zion i a v v e n ir e , alle quali è giusto trasm ettere anche a lm e n o una parte d ell’ o n ere. E siam o sicuri che se l’ on. So nn in o tornasse al M inistero del T e s o r o qu and o l’ interesse d el d enaro fosse al 3 od al 2 ‘ /s p e r cento e fosse opp ortu no costru ire n u o v e fe r r o v ie , siam o sicuri che ric o rr e re b b e anche lui al credito.

E ra necessario in clu d ere la spesa delle costru­ zion i fe r r o v ia r ie nel b ilancio effettivo, non perch è c iò fosse più sincero, m a p erch è n e g li anni p re c e ­ d en ti si era abusato del c redito , si erano emessi

troppi titoli e si sarebb ero quindi emessi quelli ulte- • rio r i ad un alto saggio dì interesse. Il ragionamento d e ll’ on. Salandra som iglia nn p oco a qu ello della f a v o l a : la v o lp e e l’ u v a ; ed il parlare di sincerità in questo caso è fuori di luogo.

P en si l’ on. Salandra se sarebbe possibile che ogni due o tre anni ve n iss e un Ministro Sonn in o a pa­ re g g ia re il b ilancio coi m etodi e coi p rovvedim en ti adoperati dall’ on, S o n n in o ; m etodi e p rov v e d im e n ti ero ic i se si v u ole , ma che non costituiscono un me­

todo finanziario, sibbene un espediente politico per

m ig lio ra r e la situazione del b ilancio, senza tener conto delle perturbazioni che si portano negli altri elem enti della pubblica econ om ia.

L ’ on. Salandra ha fondata tutta la seconda parte del suo a rticolo sopra u n e q u iv o c o di espressione, quando d ice che « il p ro g ra m m a finanziario d ell’ on. Sonnino si riassu m eva in 1 0 0 m ilioni di n u o v e e m aggiori im poste e 7 0 m ilioni di riduzioni o rin v ìi di spese. » L e p r e v is io n i p er il 1 89 4 -9 5 fu rono di 1 55 7 milioni di entrate effettive, per il 1 8 9 5 - 9 6 di 1 577 e per il 1 8 9 6 - 9 7 di 1 5 8 9 ; le entrate effettive riscosse nel 1 8 9 3 - 9 4 fu ro n o di 1 517 m ilioni, dun qu e non ab biam o che un effe ttiv o aum ento tra I’ accerta­

mento prim a dell’ a m m inistrazione So nn in o e le pre­

visioni sue del 1 8 9 6 -9 7 , che di 7 2 m ilioni, c o m ­ preso in esso lo straordinario gettito delle dogane d o v u to all’ aum ento d elle importazioni.

Da questo lato, quindi, il p ro g ra m m a dell’ on. S on­ nino di o ttenere 1 0 0 m ilioni di m a g g io r i entrate è c o m p le ta m e n te fallito, perch è non e b b e di m aggiori entrate che quanto ric a v ò dalla m a g g io re ritenuta nella ricch ezza m o b ile e fu aiutato dalle disgrazie e c o n o m ic h e del paese co ll’ au m en to del gettito delle dogan e.

M ig lio ri risultati, g io v a ricon oscerlo, si riscontrano nella "spesa, che v e n n e sen sibilm ente falcidiata seb­ bene, scarse, a p a ra gon e delle prom esse, siano state le e c o n o m ie o rga n ic h e attuate.

L ’ esercizio 1 8 9 3 - 9 4 avea dato una spesa effettiva di 1 6 1 6 m ilioni, il consuntivo 1 8 9 4 - 9 5 la ridusse a 1 6 0 0 , risparm iand o così 1 6 m ilio n i; nel 1 8 9 6 - 9 7 la spesa effettiva è prevista in 1 5 3 7 m ilioni, p er cui v i sarebbe una e c o n o m ia di 7 9 m ilioni. P e r ò qui si tratta di un c on fronto tra spese già fatte nel 1893-94 e spese previste nel 1 8 9 6 - 9 7 ; v i è, quindi, una scarsa attendibilità.

G io v a però subito notare, p er g iu d ic a re sul v a ­ lore e sul significato delle e c o n o m ie conseguite, che nel c on s u n tiv o 1 8 9 3 - 9 4 la spesa effettiva per il M in i­ stero dei la vori p u bblici, escluse qu in di le costru ­ zioni fe rro v ia rie , fu di . . . . L . 7 2,5 2 3 ,6 8 4 .9 5 e nel 1 8 9 6 -9 7 è prevista i n . . » 5 5 ,1 3 8 ,2 2 3 .8 4 E non d ic ia m o c h e n on sieno e c o n o m ie e n c o m ia ­ bili ; solo a v v e r tia m o che sono espedienti di finanza, e non r i fo r m e o rga n ic h e .

A v r e m m o p referito che le e c o n o m ie risultassero da v e ra e p ropria sem p lificazione d e ll’ organism o della a m m inistra zion e pubblica, p erch è in tal caso si a v r e b b e r o avute d elle v e r e e d u r e v o li econ om ie, ma v a n n o en c o m ia te anche q u elle consegu ite, seb­ bene p e r la m a g g io r parte ra ppresentino rinvìi di spese.

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31 maggio 1896

339 L ’ E C O N O M I S T A

avre b b e ro m erita lo eguali giu dizi per ciò che si è fatto nel 1895.

N el 1 88 5 il M agliani abolì il corso fo r z a to ; era una operazione ardita che, p e r essere consolidata, avrebb e richiesto, c o m e del resto lo stesso M a r i a n i a v vertiva , una prudente, oculata 'e d in v ig ila n te 3 par­ simonia finanziaria, sotto il dup lice aspetto di m a n ­ tenere 1’ avanzo al bilancio per rin fo rza re il T e ­ soro, di non c rea re debiti p e r rin fo rza re il credito pubblico.

Trascinato dalla politica, il M agliani, di tem pra m ite e p iegh evole, abbandonò tosto il suo p ro g ra m m a e, com e ben dice 1’ on. S aland ra, I* Italia v o lle « fortificarsi di arm i, incivilirsi di scuole, cingersi e ricin gersi di rotaie ». E il bilancio della gu erra fu portato nella sola spesa ordinaria da 2 0 0 a 2 5 0 m ilioni e quello della M arin a da 2 6 a 100, lo spese p er c o ­ struzioni fe r r o v ia r ie da 8 6 si p ortarono a 3 0 0 m i­ lioni. P e r ciò, m en tre si m a nteneva chiuso il gran libro del debito pubblico, si a p riv a n o altri libri di debito p e r m olte altre cause.

T a le condotta non p oteva a m e n o di portare le sue conseguenze e infatti cadde la riform a della c ir c o la ­ zione, il bilancio fu in disavanzo, si ro v in ò s e m p re più il credito.

V e n n e sul finire del 1 8 9 3 l’ on. Sonn in o e colla sua esposizione del 21 febb raio 1 8 9 4 ric h ia m ò l’ at­ tenzione del paese sulla m inacciante ro vin a , e disse che era lunga l’ opera di riord in a m e n to ; ma vi d iede subito anim osam en te la mano. S e non che il 1 0 d i­ cembre dello stesso anno 1 8 9 4 , era già quasi sor­ preso del successo ottenuto e si v e d e v a giu nto in porto. A llo ra fece c o m e l’ on. M a g lia n i ; egli pure si lasciò trascinare dalla politica, non fu ro n o le c o ­ struzioni fe rro v ia rie che lo sedussero, ma fu l ’A frica , e abbandonò il potere, lasciando 1 4 0 m ilioni di di­ savanzo, che si d ov e tte ro c o p rire con un debito, colla emissione di consolidato.

Oggi, perchè le cause sono vicine, s em b ra no s c u ­ sabili le scarse resistenze d e l l 'o n . So nn in o a ll’ i m ­ presa A Africana, che p ur giu d ic a va folle; ma quando parecchi anni saranno passati, i d u e periodi si ria v - vicineranno, e si c om p re n d e rà che tanto 1’ on. M a ­ g io n i c om e l’on. S o n n in o fu ro n o v it tim e della stessa debolezza; con questo d iva rio, che l ’ on. M a g lia n i era notoriamente un u o m o di tem pra d eb o le e quindi non sciupò la sua fama, l’ on. So nn in o era riputato una m ente chiara, e n ergica e vigoro sa , e tuttavia non si diportò d iv e rs a m e n te dal suo p r e d e c e s s o r e ; lascio il bilancio in disavanzo, rese necessario r i ­ correre al debito, sciupò la finanza da lui m igliorata, ¡n una impresa b en più folle della costru zion e di troppe strade ferrate.

L on. Salandra si fe rm a con c om p iacenza sul mi- guoramento a v ve n u to nella situazione del T e s o r o durante l’ a m m inistrazion e So nnino. E s a m in ia m o b re ­ vemente i fatti.

e l L ? Gassa al 31 d ic e m b re 1 8 9 3 era di 2 3 4 milioni I l o ' ■ i■ ^ arzo * 8 9 5 di 2 7 3 m ilioni c om p resi però u m .,ll0ni di m oneta divisionaria im m obilizzata, Per cui la Cassa d ispon ibile era di soli 1 2 4 m ilioni a RQUn .P.e 8 ? '0I ara.e n t ° d* 149 m ilioni, che si rid u c e na .mincini, se si tien conto che 8 0 m ilioni erano Passati a garantire i biglietti di Stato.

^ ¡ - ‘ nazioni alle stesse d u e epo ch e erano le

se-1893 1396

31 décembre 31 marzo

Buoni del Tesoro ordin. 218.4 275.2 ld. a lunga scadenza 197. 5

vaglia del Tesoro___ 25.3 10.4

Anticipaz. delle Banche 29.0 94.0

Conti con-, infruttiferi. 166. 6 154,9

Id. fruttiferi.. 16.4 38.2

Id. por i buoni

di Cassa... 110. 0 Diversi... 39.0 10.9 682.7 692.7 + 43.2 — 197.5 — 14.9 + 65.0 — 11.7 - f 2 2 .2 + 110.0 — 29.9 + 1 0.0 S e togliam o dalla situazione del 1 8 9 3 i 1 97.3 m ilion i di buoni a lunga scadenza, che l ’ on. Son- ?or>° Pass® a i dubito pubblico, e dalla situazione 1 89 6 ì H O m ilioni di buoui di Cassa, che hanno la contropartita nella Cassa si ha :

31 d ic e m b r e 1 8 9 3 — m ilioni 4 8 5 .2 31 m a rzo 1 8 9 6 — » 5 8 2 .7 cioè i debiti del T e s o r o sono aumentati di circa 1 0 0 milioni.

P e r contro la partita crediti ha nelle due date :

1893 1896

31 dicem bre 31 marzo

Valuta presso la Cassa

Depositi e Prestiti . 80.0

Crediti verso l’ Amm. del debito e del fondo

fondo per il Culto.. 64.3 126.1 Crediti verso altre Am­

ministrazioni... 31.4 55. 7 Deficienza a carico dei

contabili... 2.3 2.0 Diverse... 4.3 24 -6 102.4 288.7 Differenza + 80.0 + 61.8 + 24.3 — 0.3 + 20.3 + 1 8 6 .0

P e r ò se dalla situazione del 1 8 9 6 to glia m o gli 8 0 m ilioni che a b bia m o g ià computati in Cassa si ha :

crediti 31 d ic e m b re 1 8 9 3 m ilion i 1 0 2 .4 » 31 m a rzo 1 8 9 6 » 2 0 8 .7 m ig lio ra m e n to 1 0 6 .3

Q u in di la eccedenza d ei debiti sui crediti era così form ata : D ebiti.. . . Crediti. . . 1893 milioni 485. 2 » 1 0 2 .4 1896 582.7 208.7 374.0 Ecced. dei debiti milioni 382. 8

Il m ig lio ra m e n to della situazione del T e s o r o quindi è di soli otto m ilion i. E non d ic ia m o che sia m i ­ glio ra m e n to d is p r e z z a b ile ; non rappresenta p erò una entità tale da giustificare una q u a lu n q u e asserzione, c h e dicesse ra g g iu n to con ciò un p r o g ra m m a finan­ ziario.

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340 L’ E C O N O M I S T A 31 maggio 1896

m od ifica zioni apportate alla leg ge b ancaria sono cosi profonde, che bisogna attendere di v e d e r e in qual m o d o coloro che sono alla testa del m a g g io re Isti­ tuto le intendano e pensino di applicarle, per darne com ecchessia un giu dizio. O g g i si p otrebbe im p a c ­ c ia r e l’ opera lo ro e senza profitto del bene generale e s p rim e re pareri n on corrispon den ti alla verità.

LO SCIOPERO DILLE TRECCIMI

U n o sciopero che per le p rop orzion i assunte e pel­ le condizioni delle o pera ie presenta uno speciale i n ­ teresse è q u ello delle trecciaiole, a v v e n u to nella set­ timana decorsa p rop rio può dirsi alle porte di F i ­ renze. Si tratta di p a re cc h ie m iglia ia di donne che fanno la treccia di paglia e riv es to n o di paglia i fiaschi o fanno c o m u n q u e la vo ri di tal genere. L e lo r o retribuzioni sono effettivam ente assai scarse, c o m e a v v ie n e spesso, pur troppo, nelle industrie a d o m ic ilio , n elle quali g l ’ interm ediari sono n u m e ­ rosi e il la vo ro fatto in casa è retrib u ito dagli in­ te rm e d ia ri in m isura, che spesso non si c redereb b e possibile, se non si trattasse di fatti accertati c on la

m a g g io r e sicurezza. .

È' ben e sapere che I’ industria della fabbricazione d elle treccie e dei ca pp elli di paglia occupa un po­ sto im portante nella p rovincia di F ire n ze , sia p er la quantità d el prodotto, c h e trova s m e rc io in gran parte d ’ Italia e all’ estero (In g h ilte rr a , F ra n cia , G e r ­

m a n ia e A m e r ic a ), sia pel n u m e ro di o p e r a i a cui

dà la vo ro . L ’ industria ha tuttavia il carattere di un la v o ro d om estico, c o m e occu p azione accessoria dei- fi agricoltu ra, a lm eno p er quanto rigu a rd a la p r e p a ­ razion e d elle treccie. P e r la raffinazion e delle treccie e la prod u zion e dei cappelli esistono, in vece, dei v e r i e prop ri opifici. L a materia p rim a im piegata è la paglia del gra n o m arzu olo, sem inato assai fitto. I proprietari o fittaioli dei terreni seminati^ a gra n o da paglia v e n d o n o il prodotto ai fattorini, che lo con segn a n o alle fa m ig lie dei contadini, per ria v e r n e le treccie ed anche i cappelli. I fabbricanti poi raf­ finano, le u n e e gli altri sm acchiano ed assortiscono le treccie pel c o m m e r c io , im bian cano e sottopon gon o alla tintura, m odellatu ra e lustratura i cappelli.

L e fab briche raffinatrici sono p a recch ie e se ne tro v a n o a F ire n ze , a F ies o le , a B r e z z i, a Prato, a La stra a S ign a , a Sesto F iore n tin o, a C a m p i Bisenzio, a Sign a, ecc.

I l v a lo r e totale della prod u zion e tu valutato i n ­ torno ai 2 0 m ilion i di lire, nel q u a le v a lo re entra

p er un terzo circa q u e llo della m ateria p rim a. Il n u m e ro approssim ativo degli operai e o peraie o c ­ cupate, secondo notizie com u nicate dai sindaci alla D ir e z io n e ge n e ra le della Statistica p e r la c o m p ila ­ zione della statistica industriale, sarebb e di 2 1 ,3 1 2 . Im p orta a v ve r tir e, p erò, che il n u m e ro degli operai occupati in questa industria non è costante, bensì soggetto a sensibilissim e varian ti da un anno al- 1’ altro e d anch e da u n p erio d o all’ altro di una m e ­ d esim a annata.

E c c o , ad ogni m od o, alcune c ifr e sul n u m ero dei lavoranti nella fa b brica zio n e d elle treccie e dei cap­ pelli di p a g lia : N u m e r o d e i l a v o r a n t i § 8 f l O cj oì C O M U N I m a s c h i f e m m i n e <o 0)a aW S-. = l o g S $ g o H 53 tca -rtì M >0 eS * ■g w S " 3 Barberino di Mugello — 100 1500 50f» 2100 270

Barb. di Val d’Elsa 2 8 700 300 1010 180

Cantagallo'... — - 1000 540 1540 250 Capraia e Limite... — — 800 300 1100 300 Carmignano.. . . — — 3010 1128 4138 265 Castelfiorentino.. . . — 90 -1 O o 300 1090 300 Cerreto G uidi... 25 — 800 ' 450 1275 265 Firenze... 166 — 334 22 522 250 Fiesole... 25 — 50 — 75 300 Firenzuola... 20 80 550 550 1200 180 Galluzzo...

5

— 800 2(0 1005 300 Montemurlo... 5 15 750 300 1070 300 Vinci... 30 - V 25 I 1800 rii o O 2255 180

A b b ia m o indicato, ad eccezion e di F ire n ze e F i e ­ so le , soltanto i paesi che hanno più di 1 00 0 operai;

vi so d o poi altri Cornimi che ne hanno da poche

diecin e ad alcune centinaia. In totale erano, qualche anno fa, 2 1 3 1 2 , di cui 2 0 1 4 2 e ra n o donne.

Sen za che ci d ilu n gh ia m o in to rn o alle condizioni di questa classe di operaie, basterà rife rire le princi­ pali deliberazioni adottate alla riunione dei com ­ m ercia n ti e fattorini di prodotti in paglia da cap­ p e l l i , riu n ion e tenuta appunto p e r m igliora re le condizioni d elle trecciaiole scioperanti. F u deliberato: 1.» di stabilire la fattura dei ca pp elli di paglia m L 0 3 0 il n. 1 2 e L 0 . 1 0 o g n i g ir o p rog ressivo sino al n. 45, L . 0. 7 il g iro sino il n. 2 0 ; quanto al e treccie, non potendo d eterm in a re un prezzo fisso fu d elib e ra lo stabilire un aum ento p rop orzion ale a quello del ca ppello ; 2.° di sop p rim e re , fattorini e le fatto; rin e secondarie, affinchè le o p e ra ie siano in rapporti diretti col fattorino fabbricante, o v v e r o con chi do­ vrà c o n s egn a re a’ negozianti e portatori ; 3.° di creare un fondo sociale p er sottoscrizioni affine di procu­ ra re la v o ro alle operaie, sia di ca ppelli com e di tre c c ie e frattanto di aprire subito una nota di acqui­ sto d i ca p p e lli e di treccie, ecc.

L a causa d eterm in a n te dello sciopero è stata la scarsa retrib u zio n e del lavoro, intorno alla q u a le non si possono d a re c ifr e ufficiali, p ereh è la statistica d elle m e r c e d i non si occupa di questa industria. I P a r e c h e la m e r c e d e delie trecciaiole oscilli intorno

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31 maggio 1896 L’ E C O N O M I S T A 341

diretto col fa tto rino -fa b brica nte, o v v e r o con chi d o ­ vrà consegnare la m e r c e ai negozianti esportatori. Su questo punto un negoziante scriv e v a n e gli scorsi giorni a un giorna le locale una lettera, dalla quale togliam o il brano seguente :

« 1 cosiddetti fattorini di m estiere, non p er g e ­

losia di c o m m e r c io , ma più p er ignoranza si fanno una concorrenza spielata, e arrecano danni g r a v is ­ simi. Se un grossista m ette sulla piazza in fa b bri­ cazione le 1 0 0 o le 2 0 0 pezze di un tal g e n e re a L . 2 la pezza, ogni fattorino si fa uu d o v e re di andare ad offrire 1’ opera sua a m in or prezzo degli altri, tanto che, giorn i sono, fantasie uscite a tali prezzi sono ora ridotte a cent. 60. T o g l i e t e la m a ­ teria necessaria alla fabbricazione, date al fattorino il suo gu adagno... Cosa resta alla p overa donna ? N ien te. L ’ u ltim o colp o poi alla m er c e d e , c h e d o ­ vre b b e ro p erce p ire le donne, lo danno i fattorini e negoziantuooli d ’ occasione. Questo g e n e r e di fa b bri­ canti, p er lo più coloni, che si o ccu p an o del c o m ­ m ercio a tem po avanzato, senza distrarsi dalle g i o r ­ naliere occupazioni, n on -colpiti da tasse, che si con­ tentano di m eschini guadagni, costrin gon o i v e r i negozianti a continue lotte, d elle quali soffrono le operaie. Il fabbricante abbassa i prezzi, fa c o n c o r­ renza ad oltranza, n on d im in u e n d o i propri gu ad agni, ma la m er c e d e a chi lavora. »

Se si giu ngerà a rid u rre il n u m ero degli inter­ mediari si sarà fatto un passo non p iccolo v e rs o un m igliore trattamento d elle treccia iole, ma non v ’ è da illudersi questa c o m e tante altre industrie casa­ linghe hanno bisogno di trasform arsi e di assum ere un indirizzo più consentaneo alle condizioni e c on o ­ m iche gen era li, sia nei rigu a rd i della produ zion e tecnica, c o m e della orga nizza zione e c on om ic a della industria. È opera del tem po, certo, m a il m ale è che di solito non si fa nulla o tro p po poco p er af­ frettare il m om e n to , in cu i il dissidio tra gli o rg a ­ nismi o gli ordin am enti dannosi e i b iso gn i del - 1’ età nostra potrà essere elim inato.

LI RIFORMI DEI TRIBUTI LOCALI IIPRUSSII

A bb ia m o fatto con oscere altra volta le gra n di linee della riform a fiscale prussiana c h e il m in istro M iqu el è riuscito a c on d u rr e in porto e che ha avuto per oggetto di ris erva re il più possibile allo Stato l’ i m ­ posta personale, trasferendo alle autorità locali, le imposte reali, le im p os te sulle fonti di p rod otti, cioè le contribuzioni sulla proprietà fondaria, sui fa b b r i­ cati, sull’ esercizio d el c o m m e r c io e della industria. Il ministro M iq u el ha volu to lib era re in una misura assai estesa l ’ imposta sul re d d ito dai centesim i a d ­ dizionali, locali, che re n d e v a n o l’ imposta addirittura eccessiva io m olte città e, s ic c o m e l’ abbandono d elle am iche contribuzioni dirette non bastava ad a s si­ curare l’ eq u ilib rio dei bilanci com u nali, ha a v u to il pensiero di s tim o la re le autorità locali a c erca re nuove tasse. L a le g g e che regola i tributi locali è del 14 luglio 1 8 9 3 , 'È poiché il ministro d elle finanze e il ministro dell’ interno hanno presentato di recente un docum ento al P a rla m e n to prussiano per re n d e re conto dei p rim i risultati, p er l’ im portanza d e ll’ a r ­ gomento, v a le la pena di far c o n o s c e re i risultati

princip a li riassunti di recen te dal R a ffa lo v ic h n e l - l’ Economis'e. Il docu m en to presentato dal g o v e r n o rigu ard a 3 3 ,0 0 0 com u ni circa m entre il loro n u m ero totale è di 3 7,0 0 0.

Il 10 m a g g io 1 8 0 4 i funzionari e le a m m in is tra ­ zioni ric e v e tte ro circolari e re go la m e n ti con cernenti l’ applicazione della leg ge del Ì 8 0 3 , fra gli altri un m od e llo per l’ imposta fondiaria locale, c o m p re so v i una tassa stri terreni fabbricativi e altri m od e lli per l’ im ­ posta sui cani, sui d iv e r t i m e n t i , p er la sopratassa sulle birrarie e p er la imposta sulla birra. L a rela­ zione m inisteriale spiega che uno d ei fini principali che si sono avuti in vista è stato qu ello di d im inu ire la parte della imposta diretta com u nale, m ettendo a contributo altre fonti (fi reddito. N e l 1 8 9 4 -9 5 le città prussiane hanno dom andato alla im posta di­ retta personale e reale 1 7 0 milioni di m archi, cioè I’ 8 2 per cento del loro fabbisogno di bilancio con­ tro 187 m ilioni ossia il 7 2 p er cento nel 1 895-96. L ’ aum ento d elle spese locali ha d u n q u e im pedito la d im inu zione assoluta delle s om m e dom andate a questa form a di imposta. In 1 16 9 città le spese da c op rire si e le v a v a n o nel 1 8 9 4 - 9 5 a 2 0 6 m ilioni, I’ anno seguente ad oltre 2 3 6 m ilioni, c io è l’ aumento fu di 3 0 milioni pari al 1 5 per cento. L ’ aumento è sopratutto c on s id e re vo le nelle città che hanno m en o di 1 0 ,0 0 0 abitanti, ma in nessuna località è stato constatato un rallentam ento nelle spese.

Questo au m en to ge n e ra le e c o n s id e re vo le d ei bisogni finanziari, che sorpassa ciò che si p oteva considerare c o m e la progression e n o rm a le da un anno all’ altro e che assorbì la metà del prodotto d elle imposte reali abbandonate dallo Stato ai c om u n i urbani, si spieghereb b e, dicesi, col fatto che questi ultimi, in attesa della rifo r m a d elle im poste locali, hanno per alcuni anni te m p o re ggia to e sospeso d elle spese che si sono decisi a fare soltanto ora. Inoltre sino a tanto che le autorità locali hanno a v u to la loro parte nel prodotto dei dazi di dogana sui ce re a li - ed è noto che questa s o v v e n zio n e è cessata - esse se ne sono s ervite p er c o p rire le spese di carattere p iu t­ tosto straordinario, che cadono o g g id ì sul bilancio o rd in a rio .

F r a le cause d ell’ aum ento d elle spese bisogna m ettere le scuole, la viabilità, la partecipazione nelle costruzioni di strade ferrate, l’ assistenza pubblica (e questo m a lgra do 1’ assicurazione o b b liga to ria ) final­ m en te la polizia nelle città industriali, che crescono rap id am en te.

È v e ro s im ile che nei c o m u n i ru ra li le cose non siano trascorse d iv e rs a m e n te e che là p u re la ten­ denza sia v e rs o la progression e delle spese.

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sag-342 L’ E C O N O M I S T A 31 maggio 1896

g io a un liv e llo pericoloso, che potrebbe stim olare i I contribuenti a stabilirsi altrove. Questo tim ore di far e m ig r a r e il con tribu ente è caratteristico ed è fo n ­ dato sopra fatti precisi. S e si v o glion o stabilire i m ­ poste suntuarie sul lusso con v ie n e n on d im e n ti­ care che dalla introduzione della imposta sul reddito sotto la sua nu ova form a in Prussia, queste i m p o ­ ste suntuarie hanno p erduto della lo ro opportunità. L ’ imposta sugli o rgani e sui pianoforti è condannata, p erch è q u e g li strumenti serv on o spesso a esercitare una professione od al perfezionam en to della edu ca­ zione.

I com u ni hanno a vuto la tendenza di tassare i d iv e rtim en ti in una p rop o rzion e m olto più forte di

uello c h e il legislatore, avesse avuto l’ intenzione e i estendere la tassa sul m a g g io r n u m e ro di o g ­ getti possibile. P a rim e n te essi non v o le v a n o lasciare l ’ im m u nità ai cani da gu a rd ia . Esistono intanto delle tasse sui d iv e rtim en ti in 1 0 0 5 città con tro 7 6 6 e in 1 3 ,2 6 4 c om u ni rurali c on tro 8 5 5 8 nell’ anno p r e ­ ceden te; egu a lm en te, i cani sono tassati in 1 09 9 città, ossia 45 di più e in 6661 com uni, ossia in 8 0 7 di più.

L ’ im posta, sulla birra che poteva d a re una entrata ben più c o n s id e re vo le di tutte qu elle piccole tasse, ha incontrato una resistenza decisa da parte dei c o n ­ sigli com u nali, qu antu nqu e le autorità locali ne a v e s ­ sero fatto la proposta. S i è detto c h e sarebbe in­ giusto di c olp ire la b irra e non il v in o , m en tre il v in o è protetto dalla costituzione d ell’ im p e ro e la b irra è la b evan da della m a ggiora n za e poi perchè la riscossione della im posta esige re b b e u n controllo vessatorio. T u tta via il n u m e ro delle città che tassano la birra è aum entato da 1 2 4 a 4 2 0 . V a r i e circostanze hanno ristretto, attendendo la nu ova le g g e , la fa­ coltà p er le città di tassare gli articoli di con sum o così che P imposta sulla carne esiste soltanto nelle città di P o s e n e di Gnesen. In v e c e a P ostd a m , a B resla via , a Gottinga, a C ob len za , ad A c qu is gra u a e nei distretti di Gassel e di W i e s b a d e n , si trova un antico d iritto di c on su m o sugli articoli d ’ alim enta­ zion e le b ev a n d e e il com b ustib ile. A C re fe ld c’ è una tassa sul gas. L a le g g e del 1 8 9 3 ha p roibito del resto d ’in tro d u r re nu ovi diritti locali sugli a rticoli di prim a necessità. U n m od o di tassazione che è stato ben a c ­ colto e che ha probabilità di diffondersi è una tassa sull’ acquisto di terreni e ciò e q u iv a le a una imposta sulla loro c irco la zio n e e trasmissione. P e r non fare c on corren za alla imposta di Stato l’ a m m o n ta re della tassa locale è lim ita to, essa non d e v e sorpassare P I p e r cento. Il n u m e ro dei com u ni urbani che la ris c u o ­ tono è di 2 3 9 , q u ello dei C o m u n i rurali di 3 5 9 e questi sono tutti v ic in i alle grandi città. In rias­ sunto le im p os te indirette locali sono aum entate q u a ntu nqu e non rappresentino che P 8 p e r cento dei bilanci locali ( 1 9 m ilioni di m a rch i c ir c a ) , contro 5 p e r cento ( 1 1 m ilio n i) nel 1 8 9 4 - 9 5 . L ’ aum ento dip end e dalla imposta sulla birra e su lle trasm is­ sioni im m o b ilia ri.'

II m inistro M iq u el a v re b b e v olu to a lle g g e rire il p iù possibile il con tribu ente dei centesim i a d d i­ zionali alla imposta sul red dito ed è p er questo che egli a v e v a proposto di non a m m e tte re i centesimi addizionali che nella stessa p rop orzion e di quelli che c o lp ire b b e r o le im p oste abbandonate dallo Stato e ancora si era limitata la sovraim posta al 1 5 0 per cento. E r a n o p u re a m m esse delle eccezioni, m a si a v e v a la fe rm a intenzione di non c re a re p rivilegi, n è fa v o ri a p rofitto d e g li industriali e d ei p r o p r ie ­

tari. M a è questo che essi hanno tentato di o ttenere ; essi hanno avuto P a m b izion e di s erba re per sè stessi il b eneficio dello sgra vio, che poteva p ro d u rre la ri­ nuncia d ello Stato alle im p oste sulla proprietà fondia­ ria e sui fabbricali, sul c o m m e r c io e sulla industria. Senza entrare nella via della specializzazione pra­ tica, il g o v e r n o a v e v a desiderato che le v a rie entrate del b ilancio c om u n a le fossero attribuite ad oggetti determ inati a lm e n o nella misura del possibile. Così le spese che profittano a tutti gli abitanti del C o ­ m un e d o v e v a n o essere coperte dai centesim i addi­ zionali alla imposta sul reddito, le spese che sono di v a n ta g g io ai p roprietari, agli industriali o che fatte n e ll’ interesse g e n e ra le sono utili p er loro d o v e v a n o essere c op erte colle im poste reali. Ma queste in te n ­ zioni d ’ o rdin e teorico fu rono mal com p re se e m ale eseguite.

L e im p oste da p erce p ire dallo Stato nelle città sono state :

1895-96 1894-95

Imposta fondiaria. . . » sui fabbricati Industria e commercio Imposta sul reddito .

3,430,117 38,377,939 17,692,935 91,567,154 3,336,929 29,159,334 16,955,709 90,172,000 151,068,000 139,664,000

m en tre i C om u n i urbani hanno avuto bisogno, nel 1 8 9 5 - 9 6 , di 1 87 m ilioni ossia 1 2 3 2/ 3 per cento dello a m m o n ta re fissato dallo Stato, con tro 1 7 0 m ilioni o 121 per cento l’ anno precedente.

L ’ im posta sul re d d ito p er effetto della riform a è d im inuita di 3 7 ,8 0 0 ,0 0 0 perch è nel 1 8 9 5 - 9 6 non ha più b iso gno di p rod u rre che 1 0 4 m ilion i ossia 44 p er cento del totale, contro 1 4 2 m ilion i o 69 p e r cento.

L ’ a m m o n ta r e dei bilanci locali, c o m e si è detto, rappresenta p er le città 2 37 m ilio n i; senza la ri­ form a i centesim i addizionali d a re b b e ro 1 5 0 m ilioni. L a parte che hanno questi centesim i addizionali alla imposta sul red dito varia da 3 0 a 5 5 per cento; la m edia è di 4 4 per cento ; i centesim i addizionali sulla imposta sul red dito sono dim inuiti in un n u ­ m e r o c on s id e re v o le di circond ari, c o m e a Berlino. O g g i d ì in 2 0 7 città (a n te rio rm e n te in 3 0 7 ) la so­ v rim p o sta sorpassa 2 0 0 centesim i ; in 1 20 (in v e c e di 3 0 4 ) essa è di 151 a 2 0 0 centesim i. In un certo n u m e ro di città essa è aumentata e soltanto 5 0 città sono in gra d o di far senza questi centesim i ; 928 città hanno potuto re s trin ge re la sovraim posta allo

Einhommensteuer ; 8 4 hanno d ovu to aumentarla e

2 9 città continuano a p re n d e re più di 2 0 0 centesimi ; in 19 città o ltre 3 0 0 centesim i e una sola città 5 0 0 centesim i.

L ’ imposta reale riscossa nelle città e p er loro conto rappresenta 8 2 m ilioni c on tro 2 7 m ilioni nel 1 8 9 4 - 9 5 , ossia 5 5 m ilion i di più, una parte d el­ l ’ au m en to p r o v ie n e dalla re v is ion e della imposta sui fabbricati, re v is io n e d ecen n a le che ha dato un m a g ­ g i o r p ro v e n to . A lc u n e città sono riu scite a far so­ stenere dal 3 5 al 4 0 per cento d elle loro spese alle con tribu zion i d irette abbandonate dallo Stato ( B r o m - b erg, T r e r i v i , M a r i e n w e r d e r , P o s e n L u n e b o u r g , Cas- sel, C ob len za ).

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31 maggio 1896 L ’ E C O N O M I S T A 343

merci è divenuta più pesante. È quindi la classe dei proprietari che ha tratto il m a g g io r va n ta ggio dalla riform a. L ’ im pressione che se ne r ic a v a ' è alquanto confusa ; bisogna aspettare il risultato delle prossime indagini g o v e r n a tiv e . C iò che è stato ac­ certino è che i bilanci hanno la tendenza a in gro s­ sarsi, e ciò che il g o v e r n o dom anda è di im p e d ire i comuni di ric o rr e re troppo facilm ente ai centesim i addizionali, esso ama m eg lio che c rein o d elle tasse nuove le quali p rendono la form a di im poste sul consumo e sulle trasmissioni.

Tutta la questione delle finanze loeali è di una importanza c o n s id e re v o le , essendo necessario a [un tempo di im p edire gii abusi dei prestiti da parte delle autorità locali, non m en o che d elle imposte sui consumi. In Prussia il sindacato d ell’ autorità superiore è assai vigilante, ma anche in q u el paese si lotta contro ¡1 disavanzo e si ric erca n o ancora entrate, non se m p re con criteri giusti e pratici.

LETTERA PARLAMENTARE

Alla Camera — La legge degli infortuni — I bi­ lanci — Un po’ di regolarità — Per la Sici­ lia — Sonnino sempre conseguente a sè stesso — Per la Sardegna — Roma.. , . scalo del mondo.

Roma, Venerdì 29. ; La leg ge d eg li infortuni, così c om e la C am era l’ avea, nella discussione, peggiorata e scorretta fu votala con una sufficiente m aggioran za.

Quella povera le g g e votata prim a dal Senato, r i ­ baltata poi dalla C a m e ra , pareva p rop rio che non dovesse a v e r la fortuna che ha avuto. Si d ic e v a che, nel secreto d ell’ u rna , tutti co lo ro che non a v ev a n o potuto o introd u rvi una m odificazione o im p edirla , avrebbero votato contro. In v e c e il pensiero di non far uno sgarbo all’ on. G u ic c ia rd in i, il qu ale, ben ché non si capisse p erch è, P a v e v a fatta sua, e l’a v e v a difesa, ridusse gli anim i a più miti consigli, e la legge, votala c o n te m p o ra n e a m e n te al bilancio della guerra, ebbe appena una diecina di voti m en o di questo.

Ma ciò del resto, non significa il trionfo finale della legge, la qu ale va incontro, ora, al n u o v o v o to del Senato ; e non è certo che esso possa accettare tutte e modificazioni fatte dalla C a m e ra e specialm ente emendam ento N o c ito , che sancisce il d iritto d eg li operai all’ azione c iv i le oltre che al c om p en s o del- dell’assicurazione.

E am m esso, finalm ente, che anche il Sen ato a p ­ provi, resta lo sc oglio d ell’applicazione.

Sarà essa di v e r o v a n ta ggio p e r gli operai o non saranno forse questi i p rim i a sentirne danno con una inevitabile d im in u zio n e dei salari ? — Sarà di vantaggio p e r i disoccupati questo n u o v o inciam p o j1 capitale tanto p igro e p a u ro s o ? — Sarà un v a n ­ e g g i o per l’ industria e c om p le s s iv a m en te per l’ e c o ­ nomia nazionale ?

Sono dei punti in terro ga tivi cui rispond erà l’ a v - yen,re- Intanto, c o m e assai m e g lio che a far una nu o va egge sarebbe stato prudente e utile m od ificare, in cui che possa essere difettoso il C o d ic e C iv ile in quella parte che rigu a rd a « il danno altrui fatto per causa p r°p ria cosj sj pU 5 p re v e d e re che, assai più

1 e della applicazione della le g g e , sarà agli operai, ai

padroni, all’ industria l’ applicazione s e m p re s evera e corretta della le g g e c iv ile anche c o m e o g g i è sta­ bilita.

— Ora la C am era p roced e in pace alla discussione dei bilanci, e si può facilm en te p re v e d e re che in pace essi passeranno. - Sono, c o m e ben disse ieri l’ o n o ­ r e v o le D i R u d in ì, i bilanci preparati dai predecessori, e il M inistero attuale ha potuto ben poco m utarli e m igliora rli. Ma le d ichiarazioni serie e liberali dal- l’ on. di R u d in ì ie r i stesso fatte, pur rigu a rd a n d o il solo bilancio d ell’ interno, dim ostra ron o nel G o ­ v e r n o intenti di m iglioria e di regola rità che affi­ d aron o la Cam era.

T anto più che bisogna ricon oscere c o m e nel poco tem po in cui il M inistero ha assunto, p e r dire una frase n u o va, gli ordin i del potere, ha mostrato di v o l e r e saper v o le r e gu ida re le cose un po’ secondo la leg ge, il diritto e la m ora le.

L ’ energia del G o v e r n o ci porta, intanto, ad evitare con ogni probabilità gli esercizi p ro v v is o ri che erano da q u alche anno, d iv e n u ti un artifizio stabile di un G o v e r n o che p oco si prestava, p e r natura sua, per cu ra re i diritti della C am era e del Paese, ad osser­ v a re la costituzione dalle sue gran di istituzioni fino a l l a . . . . le g g e di contabilità al Ministero d elIT n terno.

L ’ osservatore liberale si com p ia ce di questa r e ­ golarità am m inistrativa d i e c om in c iò a sostituirsi alla precedente d isinvoltu ra e mancanza del dovuto rispetto alle fo r m e parlam entari, manifestatosi fino da quando il G o v e rn o , em anando il d ecreto p e r la Sicilia, stabiliva che p er q u elle parti che a v e ­ v a n o bisogno della ap p rov a zio n e de! P a rla m e n to fino a che questa non fosse data, esso non avesse, effetto di legge.

M a la C am era, e più precisam en te qu ella parte di essa che l’ anno scorso con m a g g io r v a lo re c on ­ fessò la p ropria scarsa efficacia a p p r o v a n d o quei n u m erosi d e c r e t i- le g g e emanati dal G o v e r n o che teneva chiuso il P a rla m e n to , pare o g g i intenzionata ad approfittare del rispetto che il G o v e r n o le d im o ­ strò p er non far buon viso al d ecreto con cui c i ­ v ilm e n te si tentava di r im e d ia re in m od o sollecito ai m a li della Sicilia.

L a C om m ission e eletta dagli uffici studia da q u a l­ che settimana, o più p recisa m en te studiano i due relatori, il Fran eh etti, p er la m aggioran za fa v o re ­ v o le al progetto, l’ on. Sp irito p er la m inoranza contraria.

lersera ci fu una riu nion e e m a ggiora n za e m i­ noranza si tro v a ro n o confusi a re s p in g e r e , in mas­

sima, la a bolizione del dazio d ’ uscita n egli zolfi,

proposta non p er ris o lv er e, m a per c e rc a r di r e n ­ d e r più facile la soluzione della crisi d eg li zolfi, che è una delle cause di m iseria per l’ Isola. Sareb b e interessante sapere q u a li sono i concetti c h e m o s ­ sero la C o m m is s io n e a res p in gere questa proposta, p erch è ne potessero a v e r lu m e gli studiosi di cose ec on om ic h e, io anzi p rop o rre i la p u bblicazione a spese dello Stato del v e rb a le della seduta di ieri sera.

Intanto si ritarda la p re s e n ta z io n e 'd e lle due rela­ zio n i, le quali saranno finite forse m a rtedì, dopo che ad una nu o va seduta della C om m is s ion e saranno in terven u ti gli on. di R u d in ì e C o lo m b o espressa- m en te chiamati.

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che i suoi am ici, che v a n n o facendosi se m p re m en o n u m e ro s i lo vo g lia n o seguire.

D el resto è naturalissimo che I’ on. S e n n in o v o ­ glia proprio su questo d are la battaglia. M e m b r o di u n go v e r n o che considera la soluzione della q u e ­ stione siciliana attraverso la repressione violenta egli non può v e d e r v olen tieri, che un d ecreto, che p o ­ teva esser m ig lio re , non si nega, ma c h e a lm eno accenna ad essere civile, a v v ìi la Sicilia a sollevarsi dal suo disagio e con om ico.

E la politica acceca gli anim i al p u n to che I on. S o n d in o , il q u a le nella relazione sulla sua inchiesta a gricola in Sicilia ha appunto rileva to la necessità (u r g e n te già tanti anni o r s on o) di p ro v v e d im e n ti e c on om ic i e di giustizia am ministrativa e sociale, com b atte i p ro v v e d im e n ti che appunto tendono a ciò.

Passando dall' una all’ altra isola, cioè alla S a r ­ degna, ci tro v ia m o al solito fra gli studi, le p r o ­ poste, le c om m issio ni, le inchieste, le rela zioni; e p u r troppo, i sardi d e v o n o c o n c lu d e r e che i g o ­ v e r n i hanno troppo da studiare p er p oter fare q u alche cosa.

P re cis a m e n te il con trario di quel che si fa in v e c e q u i a R o m a a proposito del porlo, per il quale si fa nn o agitazioni, com izi, petizioni, ec e. senza stu­ d iare l’ a rg o m en to p er cui si fanno.

Il C on siglio s u periore dei L a v o r i Pub b lici ha dato il parere fa v o r e v o le al p rogetto e tecnicam ente sta b en e, d ei capitalisti esteri si p rop o n go n o di eseguirlo dando una cauzione ed esigen do, naturalm ente, un sussidio g o v e r n a tiv o ; e v o g lia m o a m m e tte re che stia b en e anche questo.

Ma è prudente agitare un paese, facendo s orge re speranze e illusioni e n o rm i, che saranno poi total­ m en te infrante trattandosi di un la v o ro tecnicam ente e finanziariam ente così colossale?

E poi : si è ce rc a lo di v e d e r e se v e ra m e n te sarà un gra n d e b en efizio p er R o m a , città p er sua natura così poco industriale e c o m m e r c ia le , l’ essere c o n ­ giunta in un m o d o qualsiasi al m a r e ?

M a i giorn a li, parlando della cosa hanno in c o m in ­ ciato a intitolare i loro articoli : « Il mare a Roma » o p p u re « Roma porto di mare » e allora in questo nostro paese così facile a lasciarsi trasportare dalle p a role e dalle frasi, n on s’ è ragionato più.

C h e im p o rta se avete la c om u n ic a zio n e col T i r ­ re n o , R o m a non a v rà c h e . . . d elle illusioni sfatate di p i ù ? — « Il m a re a R o m a » è una cosa c u ­ riosa e p ia c e v ole, « R o m a porto di m a r e » è una frase c h e r ie m p ie la bocca e la testa d i gra n d io s ità . . . . 0 D u ilio n on era u n r o m a n o ?

E così circo li gran di e piccoli, associazioni, consi­ gli ecc. ecc. c o n v o c a n o adunanze, riu nion i, com izi, quasi convinti di poter in poche settim ane rid u rre R o m a lo scalo del M e d ite rra n e o, forse del m on d o intero, e m a ga ri anche di q u ello della L u n a , nel quale, in v e rità i D u ilii della nu ova R o m a s e m ­ b ra n o v iv e r e .

Rivista Bibliografica

Maurice Anslaux. — Heures de travati et salaires.

Elude sur l’amélioration directe de la condition des ouvriers industriels. — Paris, Felix Alcan, 1896,

pag. 300 (5 franchi).

L ’ A u to r e si è proposto di studiare due questioni fondam entali per la classe operaia, quella cioè della durata del la voro e l ’ alira della sua rim un erazione. A m b e d u e , e g li scrive, hanno acquistato con lo sviluppo della gra n ile industria una c on s id e re vo le importanza, p erch è la gra n d e industria ha avuto per risultato di ac cre sc e re c o n s id e re vo lm e n te in ogni ra m o di produ­ zion e la classe operaia stabile e la libera concorrenza industriale e c o m m e r c ia le ha a v u to per conseguenza di abbassare se m p re più il prezzo della mano d ’ opera. È naturale che le due questioni : quanto ci sarà p a ­ gato il nostro la vo ro e quante o re la v o re re m o per giorno, si presentassero dinanzi agli operai con una gra vità che fino allora non p oteva no a v e r avuto, p erch è n on è possibile d isconoscere che esse inte­ ressano quasi tutte la loro esistenza.

O rb e n e , lo scopo d e ll’ A u to re è stato appunto di c e rc a re di precisare da un punto di vista pratico i p rogressi che si possono realizzare in o rdin e a q u e lle questioni, allo scopo di ra g g iu n g e r e la pace sociale. C on r ifo r m e prudenti in materia di salari e di o re di la vo ro si potrà attenuare progressiva­ m en te l’ eccesso di la vo ro , là d o v e effettivam ente si ha, e la deficienza dei mezzi p er v iv e r e . L ’ Autore, esposte, q u in di, nella introduzione le linee generali dei due te m i che si è proposto di esam inare e pre­ sentato nel p rim o capitolo un cenno storico delle tend enze e c o n o m ic h e e del conflitto loro tra la fine del s eco lo scorso e il p rincipio del presente, si o c ­ cupa nei successivi capitoli della situazione attuale, della soluzione socialista, ossia della giornata di otto o re e del minimum di salario, della giornata m as­ sima di undici ore, delle r ifo r m e u lteriori nella durata del la vo ro , del rialzo gra d u a le dei salari, del p erfezio n a m en to dei m etodi di rim u n era zio n e del la v o ro , della con tro versia teorica intorno alla libertà e all' intervento d ello Stato, d elle m isu re applicate dai padroni, d ei sindacati, d e g li scioperi, dei r e g o ­ lamenti di Stato e finalm ente della con ciliazion e e d e ll’ arbitrato nei conflitti tra capitale e lavoro.

L 'A u t o r e c on osce la copiosa letteratura che già si è formata su ciascuno di questi a rgo m en ti e sa va lersene a bilm en te, così che il suo libro dà una idea precisa d ello stato attuale d elle v a rie questioni. A v v e r s a r i o del socialism o, egli c r e d e però che si d e v e lottare p er c o n v e r tir e più risolutam ente alle rifo r m e sociali b orghesia e g o v e r n o nello stesso tempo che bisogna g u a rire le classi o p e ra ie dalle idee false e pazze che le seducono.

Prof. Otto Warschauer. — Geschichte des Socialismus

und Communismus in 19 Jahrhundert. — I I I Abtei- lung; Louis Blanc. — Berlin, Hermann, Bahr, 1896,

pag. 163.

(9)

L’ E C O N O M I S T A 345 31 maggio 1896

giornalistica e scientifica, riassu m e le id e e esposte negli articoli sulla organizzazione del la vo ro e con quelle e coi principi accennati nell’ altre o p e re , la Storia di dieci anni e la Storia della R iv o lu z io n e francese, mette in luce la dottrina del B lan c sull’ in­ d ividualism o e il socialismo. Esamina poi gli a v v e ­ nimenti della riv o lu zio n e del febbraio -1818, d escrive l’ attrito del Blanc dopo la sua fuga io In ghilterra e fa una critica accurata dei principi p rop u gn ati dal Blanc. Si ha così una b re ve , ma assai succosa m o ­ nografia, frutto di uno studio d iligen tissim o d e ll’ opera del Blanc, intorno al quale si è scritto già m olto, ma di rado con tanta esattezza, imparzialità e a c u m e critico, c om e nel libro del W a rs c h a u e r. S ia m o p er­ suasi che la traduzione di questa m on ografia c om e delle precedenti, g io v e r e b b e a far m e g lio giu d ic a re gli scrittori socialisti francesi.

Comte de Rrcquigny. — La coopération de production

dans V agricolture. — Paris, Gtuillaumin, 1896,

XVI-207.

La cooperazione com incia a tro v a re a pplicazione anche nella industria agricola, c o m e ne fa fe d e la introduzione a questa opera del C onte di R o c q u ig n y , che tratta p articolarm ente della coop erazione di p ro ­ duzione nell’ agricoltu ra francese. L ’ e g r e g io A u tore ha fatto una inchiesta sulle c oo p era tiv e a g ric o le in seguito a una m issione affidatagli dall’ officio del lavoro e ha reso conto di tutte le v a rie ap plica­ zioni del princip io c oop erativo nella coltivazione del suolo, nella p reserva zion e del raccolto, nell’ a lle v a ­ mento del bestiame, nella tra sfo rm azio ne industriale e nella vendita dei prodotti agricoli.

L ’ A u to r e espone anzitutto le n o r m e gen era li per ciascuna applicazione del p rincipio c o o p era tiv o e su c­ cessivamente dà le notizie di fatto intorno alle as­ sociazioni già costituite in Fra n cia p e r gli scopi suaccennati. Si può così v e d e r e il progresso in d i­ scutibilmente fatto in F ra n cia dalla coo p erazio n e agricola e le fo rm e in gegn ose che essa ha già sa­ puto adottare p er rendersi utile ai produttori a g r i­ coli. P a rtico larm e n te interessante è il capitolo rela­ tivo alle coop erative p er la trasform azione dei p ro ­ dotti, ma tutto il lib ro , del resto, offre agli agric olto ri copiose indicazioni assai utili, d elle quali p otreb b ero trar partito in m olti casi.

Gertrude Lubbock. — Some poor relìef questione. — London, Murray, 1895, pag. X-329.

In questi u ltim i anni le discussioni intorno alla legge sui p o v e ri e alle r ifo r m e più necessarie di essa sono state assai frequenti in In gh ilterra , e non sempre riesce fa cile di con oscere tutti g li a rgo m en ti prò e contro le v a r ie r ifo r m e in ra gion e d el n u m e ro con siderevole di p ubblicazioni, nelie quali si trova no disseminate.

Con molta opportunità la signorina L u b b o c k ha preparato questo lib ro , nel q u a le sono fe d e lm en te esposte le opinioni espresse dai v a ri autori intorno ai soccorsi a d om ic ilio e nella casa di la vo ro , alle pensioni alla ve cc h ia ia , alla p rovvista d ei pasti pei bambini e ai soccorsi caritatevoli. In a p pendice si hanno poi gli estratti delle testim onianze rese di­ nanzi alla C om m is s ion e reale sui v e cc h i ind igen ti. Il libro della signorina L u b b o c k riesce utile p er la massa n o te v o le di argo m en ti che offre a sostegno

o in opposizione alle questioni più dibattute in In -

gh illerra intorno ai soccorsi ai p o v e ri.

Rivista Economica

/ dividendi sugli acquisti pagati dalle Società coo­

perative inglesi - Ordinamenti per le case operaie in Inghilterra - La relazione sul bilancio dell' in­

terno.

I dividendi sugli acquisti pagati dalle Società cooperative inglesi. — L a seguente tabella indica

i saggi del d iv id e n d o sugli acquisti pagati ai soci di 4 9 4 Società c oo p era tiv e di con sum o, con un nu­ m e r o totale di soci di 8 0 8 ,0 9 6 , le quali com p ila ro n o le situazioni del terzo trim esire di quest’ anno.

I saggi riportati sono quelli pagali sul com plesso degli affari. In pochi casi le Società pagano un d i ­ v id e n d o m a g g io re o m in ore sugli acquisti alle m i­ nori sezioni, c o m e per i tessuti, la carne, ecc. F u o r i di pochissime eccezioni, le Società pagano un d iv i ­ d en d o ai non soci in ra gion e della m età di quello corrisposto ai soci.

Saggi dei dividendi per L. sterline 1 di acquisti

1

Numero delle Società

N u m e ro d e i so ci n e ll a c o lo n n a 4 5 In g h il te rr a e G a ll e s 2 S c o z ia o S o m m a 4 Nessun dividendo... 5 5 1,524 Sei pence . . 1 11 2 1 2

Oltre 6 d. ma non più di 1 s. 0 d, 1 6 16 4,552

» I s. 0 d. » ts.6 d . 35 35 25,954 » 1 s. 6 d. . 2 s. Od. 6 6 6 7 2 9 8 , 9 0 3 » 2 s.o a . » 2 s. 6d. 60 2 2 82 160,544 » 2s. 6 a . . 2 s. Od. 101 37 138 296,245 . 3 8 .Od. 3 s. 6 a . 6 6 32 98 148,293 » 3 s. 6 d. » 4 s. 0 d. 21 15 36 60,801 » 4 s. 0 d. . 4s.6d . 7 ’ 1 8 8,914 » 4 s. 6 d. » 5 s. 0 d. 1 1 2 1,014 » B s. 8 d. 1 1 1,135 Somme 380 114 494 808,096

Ordinamenti per le case operaie in Inghilterra.

— L ’ in terven to dello Stato p er le case o pera ie nel- ]’ In ghilterra ris a le a più di q u aranl’ anni addietro. Sotto P influenza di lord Shaftesbury, un filantropo, fu approvata la le g g e del 1 8 5 1 , la q u a le tendeva princip alm ente a p r o v v e d e r e ai bisogni di a llo g g io d el popolo. L a le g g e rim as e lettera m orta, non es­ sendo mai stata applicata. D o p o quel te m p o una se­ r ie di p r o v v e d im e n ti presero posto n e g li statuti i n ­ glesi, p e r fo rn ire a g e v o le zze nel caso di e s p ro p ria ­ zioni per a lm e n o la metà delle p ersone spossessate. T u tta via si tentò s e m p re di d isp orre della possidenza p e r persone p riva te , con speciali restrizio n i quanto al m o d o di costru ire ed alla rendita da a g g r a v a r e . 1 costruttori n o n sono p re m u ro s i di acquistare q u e ­ sta specie di proprietà, e così a v v ie n e spesso che le corporazioni sono costrette di fa b b r ic a re e d i v e ­ n i r e p roprietari.

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pub-340 L’ E C O N O M I S T A

b lich e ad interessarsi d irettam ente degli alloggi delle moltitudini sono i seguenti :

1. Legge relativa agli alloggi delle classi operaie

del 1851. — Questa leg ge p erm ise a certe popolose

divisioni locali d e ll’ Inghilterra di far denaro con p r iv ile g io sulle lasse, allo scopo di p r o v v e d e r e case di a lloggio p er le classi operaie, d o v e n d o le case essere re go la te da com m issari nominati c o n fo r m e la le g g e . In essa si fa m en zione di case di a llo ggio d ’ appigion are, non di case d ’ a llo ggio com u ni.

2 . Legge relativa alle case di alloggio per le

classi operaie del 1866. — Questo statuto autorizza

i com m issari di prestiti per o pere pubbliche a c o n ­ c e d e r e anticipazioni allo scopo di facilitare l ' a c q u i ­ sto di terre e di fabbricati, o I’ erezione, la m o d i­ fica zion e e 1’ adattam ento di fabbricati da usarsi c o m e a llo g g io p er le classi o peraie. E ffetto di q u e ­ sta le g g e si è di autorizzare il con siglio di e d i fi ­ c a re casamenti p er le classi operaie.

Legge modificativa per gli alloggi degli artigiani e degli operai del 1875. — Questa l e g g e si applica

alla città di L o n d ra , alla m e trop o li esclusa la città d i L o n d r a ed ai distretti urbani con una p op ola ­ zion e di 2 o ,0 0 0 abitanti e più. P r o v v e d e al bon ifi­ ca m en to di « aree insalubri » al riordina m ento ed alla ricostru zion e di strade e di case e ntro tali aree. Il piano d e v e rip ortare l’ ap p rov a zio n e del Ministero d ell’ interno, e d e v e p r o v v e d e r e a tante persone d e lle classi o pera ie, quante possono essere spostate.

-4. Legge relativa alle corporazioni municipali

del 1882. — P e r questa le g g e sono le corporaziou i

autorizzate, con l ’ a p prova zio ne del T e s o r o , a c edere 0 locare, p e r term in i non e cced en ti 9 9 9 anni, q u a ­ lu n q u e terra che ad esse appartiene p e r edificare case operaie. L a corp o ra zion e ha facoltà di bonifi­ c a re queste terre col fare strade, fogne, m u r i e r i ­ pari con la spesa approvata del T e s o r o .

L e corporazioni sono autorizzate a p re scrivere, p e r ogni cessione o locazione della terra, d isposi­ zioni, che o bb ligh in o il cessionario e locatario a fa b ­ b ric a r e in un certo m odo, a restaurare e m antenere 1 fabbricati, e possono vie ta re qu a lu n q u e d ivisione

del suolo dei fabbricati, o q u alu nqu e aggiunta od alterazione nella loro disposizione, senza il loro con­ senso. A ll e spese incorse dalla corp o ra zion e per m ettere in esecu zion e questa le g g e si p r o v v e d e col fond o del C om u n e , o con le tasse c om u n a li o con d en a ro tolto a prestito.

5. Legge relativa alle case delle classi operaie

del 1890. — Questa le g g e m odifica e fo rm a il testo

u n ic o delle p recedenti. G ra n d i aree insalubri possono es se re con m a g g io r e efficacia prese in considerazione, e, in com p a ra zio n e con la pratica p re ce d e n te , pos­ sono essere acquistate con m a g g io re e c o n o m ia . C in ­ quanta p er cento degli spossessati d e v o n o essere p ro v v is ti nel m ed e s im o lu o go , o nel vicin a to dalla parte che li sposta.

L ’ In ghilterra è n o te v o le p e r la parte presa dai m u n icip i nella questione d elle case. In L i v e r p o o l , G la s g o w , H u dd esfield, B ir m in g h a m e L o n d r a sono state edificate case per la popolazione operaia, le qu a li sono tuttora possedute e a m m inistrate dal m u ­ n ic ip io.

L o r d S h a fte sb u ry r ife rì alla C o m m is s io n e reale in gle se , che era cosa assai d ifficile in L o n d r a p r o c u ­ r a r e aree p er fa b brica re m od e lli di case. V i era spesso ripugnanza a v e n d e r e il terreno a tale scopo. E g l i s u g g e riv a c h e il P a rla m e n to a vesse diritto di

31 maggio 1896

assegnare la terra a questo scopo, p erch è trattasi di opera di pubblica utilità.

In relaziono sul bilancio dell’ interno. — N ei

giorni scorsi è stati distribuita alla C am era la r e ­ lazione dell’ on. C ib ra rio sul bilancio dell’ interno. L a relazione constata che da parecchi anni le p r e ­ visioni fu rono sistem aticam ente sorpassate, tantoché n e g li ultim i tre esercizi si ebb e una eccedenza di L . 1 5 ,3 8 1 ,9 2 0 e nella c o m p ila zio n e del bilancio 1 8 9 6 - 9 7 non si è tenuto conto a lcu n o delle osser­ vazioni della Giunta del bilancio nella relazione del 3 luglio 1 8 9 5 , nè d elle deliberazioni del P arlam ento sulla riform a penitenziaria e sul m antenim en to degli inabili al la vo ro . L a relazione, esam inando i fondi segreti, d ic e che la Giunta non v e d e la necessità p er 1’ au m en to del m ezzo m ilione richiesto, poiché la giustificazione addotta « per m a g g io ri esigen ze di s e rv izio » non risulta dimostrata.

L a relazione s o g g i u n g e : « M o ltissim o sarebbe da d ire sull’ opportunità di a ccrescere, n o rm a lm e n te i fondi segreti ; basti osservare, che appunto perchè trattasi di fondi, di cui l’ am m inistratore non è te­ nuto a re n d e re conto nelle solite salutari fo rm e c o n ­ tabili, troppo fa cilm en te si fa lu o go al sospetto di im p ie g o p er fini estranei alla sicurezza pubblica, cui d o v r e b b e r o e s clu s iv a m en te se rv ire . D o v e non è pos­ sibile il con trollo non devesi la rg h e g g ia re , se o c c o r­ ro n o m a g g io r i sacrifizi p e r quel s u p r e m o bene so­ ciale della sicurezza pubblica si a c co rd in o pure, ma con assegnamenti su altri capitoli, pei quali si sia assistiti dalla garanzia, dignità e m oralità della re ­ sponsabilità del pub b lico funzionario. »

L a Giunta g e n e r a le del bilancio lo scorso anno, guidata da questi crite ri, consenti e la C am era a p ­ p r o v ò il ra d d op p ia m en to della im postazione p er la rep ression e del m a la n drin aggio, e un cospicuo m a g ­ g io r credito fu m antenuto nello stato di previsione attuale. Essa non c re d e di poter fa re di più e pro­ pon e di respin gere il m a g g io r assegno chiesto al ca­ pitolo 5 9 . O gni a u m en to di spesa v ie n e così a ri­ dursi a lle lire 1 0 3 ,6 4 7 .2 9 o b b liga to rie per legge. N o n a m m e tte n d o niu no au m en to quanto a spese pei s e rv iz i di sanità p ubblica, la relazione dice che la Giunta porta un c rite rio larghissim o e b en e vo lo, r i ­ con oscendo gli ottim i risultam enti ottenuti nella di­ m in u zione delle m alattie infettive, nel m igliora m en to delle condizioni ig ie n ic h e del suolo, delle abitazioni, delle a c q u e potabili e contro le e p izo ozie ; però non c on v ie n e p reten d ere di c a m m in a re troppo presto e fare tutto in una volta.

M o lte applicazioni della le g g e sanitaria, special- m en te q u elle sull’ assistenza sanitaria e dei cim iteri, im p o r r e b b e r o ai C om u n i sacrifici incom p ortabili colle loro con dizion i e c o n o m ic h e e tributarie, già a ggra - va tis s im e ; con v errà p ro c e d e r e gra d a ta m en te n ell’ or- dinarli.

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