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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.40 (1913) n.2033, 20 aprile

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GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Anno X L - Voi. X L iV

Firenze-Roma, 20 Aprile 1913

N. 2033

SOMMARIO: Le Banche minori e l’ammontare dei loro depositi, A. J. de Johannis — L’Istituto Nazionale delle Assicurazioni, A. J. de Johannis — R IV IS T A BIBLIOGRAFICA: Ernest Lémonon, £ ’Italie economique

et sociale - Samuel George Smith, Social pathology - Eduard Michel, Monografie d ’wn Cantontype -Giulio Marcelli, Per il regime doganale della Libia - Federico Chiesa, L a trasmissione ereditaria delle professioni - Rag. L. Guatalla, Privative governative. Uffici di vendita e loro funzionamento, attribuzioni e retribuzioni dei titolari, rivendite - Benvenuto Griziotti, Considerazioni su i metodi, limiti e problemi delle « Scienza delle finanze » - Giuseppe GarihaldiRocco, Ebbra di sangue e di amore

(Salomé)R IV IS T A DI ECONOMIA : Le scadenze dei trattati Commercio - Per la pesca nella Libia - Il Credito agrario in Germania - Produzione dell’ oro nel mondo dal 1892 al 1912 - La produzione mondiale del petrolio nel 1912 - Industria dell’alcool in Francia nel 1912-1913 • Industria elettro-tecnica tedesca- nel 1912 - Industria carbonifera inglese nel 1913 - Il bilancio dell’Egitto, più di due milioni di avanzo Scambi nel Canada nell’ ultimo triennio. — Banca d’ Italia. Relazione all’ Assemblea Generale degli Azionisti. Esercizio 1912 (fine) — NOTIZIE VAR IE: Riscossioni doganali dell’Italia negli ultimi due anni - Commercio del sale nel 1912 - Utili, Dividendi, Interessi- Italia - Prestiti, Emissioni, Aumentidi Capitale -

— MERCATO MONETARIO E R IV IS T A D ELLE BORSE — PR O S P ETTO QUOTAZIONI, VALO R I, CAMBI, SCONTI E SITUAZIONI BANCARIE.

più del triplo deH’ammontare complessivo del capitale versato e delle riserve. Non si tratta quindi di limitazione alla esplicazione dell’eser­ cizio del credito, ma solo di sottostare ad una sorveglianza, quando i depositi oltrepassino una determinata proporzione del capitale e riserve insieme.

La proposta del Ministro implica una serie di questioni secondarie, ma tuttavia impor­ tanti, delle quali potremo occuparci in se­ guito. Qui ora vogliamo esaminare soltanto la questione di massima.

Accenniamo prima ai fatti, che hanno dato luogo alla proposta ; fatti che non hanno nulla che vedere colla recente catastrofe di una nota Banca lombarda ; e veramente il disegno di legge porta la data del 19 febbraio ed è stato certamente studiato ed apparecchiato molti mesi prima di quella data.

Ma sta il fatto invece, da molto 'tempo ri­ levato, che in molte regioni vi sono Banche con un esiguo capitale, inferiore ad esempio a 50,000 lire, e che hanno ricevuti depositi per più milioni. Ora si afferma che questo sia un grave pericolo, perchè, ammesse pure la maggiore capacità negli amministratori e la loro integrità ed oculatezza, ove sopravven­ gano fatti generali che turbino fortemente il mercato, il capitale e le riserve sarebbero di gran lunga insufficienti a coprire le perdite derivanti dall’impiego dei depositi, raccolti in così abbondante proporzione. Qualcuno proponeva addirittura che la legge fissasse

Le Panche minori

e l’ ammontare dei loro depositi

Da più tempo ormai si discute se sia pru­ dente permettere che le Banche possano ac­ cumulare nelle loro Casse depositi di terzi senza limite di somma, qualunque sia l’am­ montare del loro capitale. Ma recentemen­ te la discussione ha assunta forma più con­ creta, dopo che il Direttore generale della Banca d ’Italia, ha accennato ad essa in una sua relazione e dopo che la Commissione, incaricata di studiare la riforma delle leggi che regolano le società anonime, si è partico­ larmente occupata di questo argomento, rico­ noscendo, a quanto si dice, la necessità di speciali provvedimenti legislativi.

Ora ci si trova davanti ad una proposta, del resto molto moderata, del Ministro on. Nitti, e quindi l’argomento è entrato in una fase più viva ed intensa. È perciò il caso di esaminare il problema con cura particolare.

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246 L ’ ECO N O M ISTA 20 aprile 1913

un rapporto determinato tra l’ammontare del capitale e la cifra massima dei depositi ; ma tale misura parve ad altri eccessiva e venne scartata. Il Ministro si limita invece a doman­ dare che sulle Banche, le quali hanno depositi che sorpassino il triplo del capitale versato e delle riserve, sia esercitata la sorveglianza go­ vernativa, la quale naturalmente dovrà vigi­ lare sull’impiego dei depositi stessi.

Confessiamo subito che non abbiamo grande fiducia nella piena efficacia della sor­ veglianza governativa ; tuttavia riconosciamo del pari che essa può essere di qualche remora ad impedire, non diremo i fatti delittuosi, ma gli effetti della inesperienza e della ingenuità ; le quali sono oggidì temibili più di una volta, in quanto molte Banche sorgono pure in piccoli paesi, e sono chiamati ad amministrarle, anche per ragioni di partito o di confessione, brave persone, che non hanno però grande pràtica di affari: e poiché trattasi in non pochi casi di amministrare milioni, l’esperienza non

è certo cosa inutile.

Ma, a nostro avviso, è opportuno esaminare la proposta del Ministro sotto un punto di vista molto più generale. La nostra legge, che riguarda le società anonime, obbligando ad indicare in ogni atto l’am montare del capitale sottoscritto e versato, ha voluto mettere chiun­ que tratti con una società anonima in grado di conoscere, almeno di regola, quale sia l’impor­ tanza della società stessa. E per le società com ­ merciali, che esercitano il credito, ha anche vo­ luto che mensilmente sia depositata alla can­ celleria del Tribunale la relativa situazione; ha ancora voluto il legislatore che le società com­ merciali non possano emettere obbligazioni per una somma maggiore del capitale versato ; poi ha anche fatto obbligo alle società di ri­ durre o reintegrare il capitale quando sia ri­ dotto a meno di due terzi. Queste ed altre ana­ loghe disposizioni provano la tendenza del legislatore a conciliare la maggiore libertà con una qualche tutela dei terzi, che hanno rapporti di affari colle società anonime a responsabili- lità limitata ; nelle quali società la fortuna privata degli amministratori non è valida garanzia per gli affari che compie la società.

Non sarebbe stato quindi ragione di mera­ viglia se il Codice di Commercio avesse conte­ nuto una disposizione concepita alTincirca in questi termini : « le società che esercitano il credito non possono avere depositi a rispar­ mio per un’ammontare superiore al quintuplo

o, suppongasi pure al decuplo, dell’ammontare del capitale e delle riserve insieme. » Non cre­ diamo che tale disposizione di legge si sarebbe potuta chiamare illiberale, come nessuno con­ sidera illiberale la limitazione della facoltà di emettere obbligazioni al di làdeH’ammon- tare del capitale.

Se pertanto il Ministro propone soltanto di sottoporre a sorveglianza governativa le Banche, quando la somma dei depositi oltre­ passi certe proporzioni del capitale e riserve, non vediamo invero come si possa giudicare illiberale tale proposta.

D ’altra parte bisogna considerare che una Banca, la quale tiene a paragone del suo capitale una così alta cifra di depositi, non è più una banca n ell’esatto senso della parola, ma di-4 venta effettivamente una Cassa di Risparmio e, come è noto, le Casse di Risparmio sono sog­ gette alla sorveglianza governativa ed a prescrizioni speciali per l’impiego dei capitali disponibili.

Ed è anche degno di nota il fatto che, aquanto sappiamo, le grandi Banche sono tutte consen­ zienti alla proposta del Ministro; ed è natu­ rale che lo sieno, perchè esse, più esperte e più conscie dei pericoli e delle conseguenti respon­ sabilità, provvedono sempre (ne è esempio la Banca commerciale) ad accrescere il loro capi­ tale, mano a mano che cresce la entità dei depo­ siti loro affidati.

Senza scrupolo pertanto, approviamo la proposta dell’on. Nitti, tanto più che abbiamo già avuto occasione ili esprimere nell'LVvmo-

mista in proposito identico parere, alcuni anni

or sono, quando pareva si dovessero proporre misure alquanto più restrittive.

In quanto alla opportunità di una legge spe­ ciale od alla convenienza che sieno lasciate meno ampie facoltà al regolamento, sono que­ stioni di cui si potrà discorrere in seguito.

A. J . d e Jo h a n n i s.

L’Istituto Nazionali dei Assicurazioni

I.

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20 aprile 1913 L ’ ECONOM ISTA 247

previsioni, che sono state fatte, bisogna te­ nerne conto e sperare che l’ulteriore svolgi­ mento confermi e consolidi i buoni risultati dell’ inizio.

Diciamo « s p e r a r e » , perchè, nè in questa nè in altre materie, non abbiamo mai se­ guito il sistema, che crediamo biasimevole, di augurare il male alle istituzioni, delle quali non sia stata pienamente approvata la fondazione. Mantenendo fermo il nostro con­ vincimento intorno ai Monopoli, non avremo certo che motivo di compiacimento, se l’ Isti­ tuto nazionale delle assicurazioni, dimo­ strerà, come sembra debba dimostrare, che, se non tutti, almeno molti dei pericoli e degli inconvenienti che si attribuiscono, con buone ragioni, ai monopoli, possono, dalla capacità e dalla cura intelligente'ed esperta di chi li dirige, essere superati ed eliminati.

Intendiamo quindi studiare e seguire lo svolgersi di questa nuova ed importante Isti­ tuzione, colla maggiore obiettività di giu­ dizio; e con quella stessa soddisfazione, colla quale, onestamente, si deve compiacersi dei buoni risultati che sono raggiunti da chi vince e Supera difficoltà, che si ritenevapo invincibili ed insuperabili.

Pochi forse di coloro che non sono per professione o per studio addentro alla pra­ tica delle assicurazioni possono rendersi conto della enorme complessità dei problemi grandi e piccoli che l’ impianto di una così vasta Azienda presenta; specialmente se si ten­ gono presenti le ostilità in mezzo alle quali essa è sorta, gli interessi di vario genere che essa ha turbati od urtati, ed il periodo relativamente breve concesso alla sua pre­ parazione. Molti anzi ritenevano e non na­ scondevano, fosse grande presunzione voler fissare per il I o gennaio 1913 il principio del funzionamento della nuova Azienda, per quanto da tutti fosse riconosciuto che il Mi­ nistro era stato molto oculato nella scelta dei componenti il Consiglio di Amministra­ zione e del Direttore Generale, uomo di spe­ ciali attitudini assimilatrici ed organizzatrici e rotto alle difficoltà burocratiche.

Invece l ’ Istituto ha potuto alla data fis­ sata, aprire gli sportelli in molte provincie del Regno, e soddisfare alle domande del pub­ blico, che sono state in un numero di gran lunga superiore a quello di ogni più larga previsione; nè ciò non ostante, il periodo di inizio delle operazioni ha dato luogo ad in ­

convenienti notevoli, che domandino qualche rilievo.

Il lavoro preparatorio pertanto è stato sol­ lecito e ben condotto: due qualità che rara­ mente si incontrano, specialmente quando si tratti di impiantare aziende vaste e com ­ plicate; il che vuol dire che i Preposti, i quali, perchè uomini superiori, possono aver avuto modo diverso nel concepire e vedere la soluzione dei molti problemi affacciatisi, hanno però saputo e voluto tenacemente metter da parte ogni personale punto di vista, e consacrare la loro intelligente ed in­ tensa attività al solo scopo di evitare qua­ lunque ritardo al funzionamento dell’ Istituto. E di questo affiatamento difatti, che ha sem­ pre presieduto nei Preposti all’Azienda, du­ rante il laborioso periodo di preparazione, va tenuto gran conto, come di un fattore fondamentale di quella riuscita della nuova organizzazione, che ha un po’ sorpreso an­ che gli ottimisti.

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248 L ’ E CO N OM ISTA 20 aprile 1913

liberi, scelti con cura, i quali possano tro­ vare nel lavoro il loro guadagno e quindi non abbiano a pesare sull’ Istituto che in quanto dieno la quantità di affari convenuta. Ormai la vecchia esperienza delle Compagnie, grandi e piccole nazionali ed estere, ha fis­ sato quali sieno le percentuali che possono ad un tempo invogliare l’agente e non riu scire di eccessivo carico alla industria assi­ curatrice; per cui il principio di costituire il Monopolio sulla esclusione dell’ invadente funzionarismo fu, fino ad ora, accuratamente rispettato; ed è credersi che perseverando su questa via e resistendo alle tentazioni di burocratizzare tutti gli agenti, anche le percentuali ora accordate potranno essere li­ mitate.

Se si aggiunge essere particolare cura del- l’ Istituto di venire presto alla applicazione delle tariffe « pop ola ri», cioè accessibili alle modeste fortune, e che a ciò si attende, a quanto si afferma, con particolare cura del l’ Ufficio attuariale, guidato da persona no­ toriamente, non solo illuminata e capace, ma anche per convincimento predisposta a favorire le classi meno fortunate, vi è luogo a ritenere che l’Istituto risponderà a quei desideri che possono anche render giustifi­ cato il Monopolio e tollerabile il modo al­ quanto rude, con cui fu trattata la industria privata delle assicurazioni.

Certo è che se l’Istituto, protetto dal Mo­ nopolio, non avesse altro risultato se non quello di sostituirsi alle Compagnie private, che esercitavano la assicurazione, non po­ trebbe trovare l’adesione di coloro che, sono convinti, come noi che lo Stato ha tante al­ tre cose da fare e da cercar di far bene, da non potersi ammettere che estenda eccessi­ vamente, e senza impellente necessità, il suo campo di azione. Ma se l’ Istituto, organiz­ zandosi solidamente, mira con opportuni provvedimenti ad allargare il benefizio della assicurazione, che è la risultante di una illuminata previdenza, a quelle classi so­ ciali che più ne hanno bisogno, ed integrerà così, a favore delle mediocri fortune, 1 uffi­ cio che pur dovrà compiere, a suo tempo, la Cassa Nazionale di Previdenza, farà di­ menticare facilmente la sua origine alquanto sopraffattrice ed arbitraria. Per ora è ragione di conforto sentirebbe il pensiero dei Pre­ posti è rivolto a questo altissimo scopo e i loro studi sono indirizzati a realizzare

que-sto importantissimo esperimento di solida­ rietà sociale.

Intanto emerge un fatto che è degno di studio particolare.

Sia che la discussione che ha accompa­ gnato l’esame del disegno di legge, da cui nasceva l’ Istituto nazionale delle assicura- razioni, abbia fatto penetrare più profonda­ mente nei diversi strati sociali la cognizione di questa forma di previdenza; sia che vera­ mente lo Stato ispiri 'u na fiducia di gran lunga maggiore di quello che non ispiras­ sero le Compagnie private, è singolarmente notevole il fatto che, appena l’Istituto na­ zionale ebbe aperti i suoi esercizi, non già ricercate, ma spontanee sono affluite le do­ mande di assicurazione in misura straordi­ naria; e tanto più ciò è notevole, in quanto molte agenzie non hanno cominciato a fun­ zionare che in ritardo, fi primo trimestre ha dato come fanno sapere i comunicati uffi­ ciosi, 64 milioni di capitali assicurati ; la qual cifra oltrepassa senza dubbio ogni più ottimista previsione, specie se si tien conto che due delle maggiori Compagnie estere, restano ancora operanti, nello stesso campo assieme ad altre minori italiane e straniere.

Come ben si comprende da questi brevi cenni, molti sono i punti di vista dai quali può essere considerata la funzione dell’Isti­ tuto nazionale; e ci proponiamo perciò a tempo opportuno di fare sopra ciascuno qual­ che particolare considerazione.

A. J . DE J O H A N N IS .

Eb n e s t Lé m o n o n. — L ’Italie économique et so­

ciale. Paris, F . Alcan 1913 pag. 43 2 (7 fr.). Non solam ente gli studiosi italiani hanno v o ­ luto celebrare il cinquantennario della costitu­ zione del R egn o, ma anche non pochi stranieri scrissero, più o meno benevolm ente, s u ll’ Italia e sul suo m ovim ento. Q uesto, che presentiamo ai nostri lettori, è t r a i libri più pensati e più obiettivi ; — tranne qualche frase esagerata sulla pretesa gallofobia del Crispi, che ogg i, data la corrispondenza pubblicata, non si può vera­ mente affermare, e tranne qualche inesattezza che qua e là si incontra nel volum e, si può dire che l’ Autore sia tra i pochissim i stranieri che abbia scritto d e ll’ Italia con ima prepara­ zione veramente am m irevole.

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20 aprile 1913 L ’ ECO NOM ISTA 24!)

Il volume è diviso in due parti beo distinte; nella prima, si trova un esam e dello sv o lg i­ mento della economia e della finanza italiana, durante il mezzo secolo. Gli apprezzamenti sono quasi sempre misurati e logici, così che, anche se non si divide il pensiero d ell’ A u tore, si trova che esso però non è mai avventato e superfi­ ciale, ma frutto di osservazioni apprezzabili. Forse nuoce a ll’ efficacia della esposizione la s o ­ verchia abbondanza dei dati, sia per quanto r i­ guarda la finanza, sia, e forse più, per quanto riguarda il movimento del commercio.

L ’ Autore ha diviso la parte economica in sette periodi: uno, precedente al 18 66 , per il quale mancano le statistiche complete ; gli altri pe­ riodi vanno dal t8 6 6 al 1873, dal 1873 al 1878, dal 1878 al 1887, dal 1887 al 1897, dal 1897 al 1907 e dal 1907 al 1912 sono, secondo le in lagini d e ll’ A u tore, periodi alternativamente di prosperità e di depressione econom ica Seb­ bene molto si potrebbe A ire su tale argom ento, tuttavia non si può negare che l’ Au tore ha sa ­ puto dim ostrare m olto bene la „su a tesi.

Alcune inesattezze, come che l ’ aggio abbia sempre seguito nel su o ’ saggio l ’ ammontare della circolazione; - - che la aliquota della im posta sul reddito sia stata portata dal Sonnino al 20 % , senza accennare che^quella percentuale si rife risce soltanto al debito dello Stato o dallo Stato garantito ; — che il partito di destra deside­ rasse nel 1876 l ’ alleanza colla Francia e quello di Sin istra, com posto, dice l’ A u tore, di meri­ dionali, l ’ alleanza colla G erm a n ia; queste ed altre mende non tolgono certo valore al libro.

La seconda parte tratta delle nostre leggi so­ ciali e del socialism o ; e, sebbene contenga delle belle pagine, ci è sembrata meno interessante della prima.

A d ogni modo dobbiam o essere sinceramente grati al sig. Lém onon per. avere studiato con tanta simpatia e diligenza il nostro paese ed averne bene augurato per l ’ avvenire.

Samuel George Sm ith. — Social p athology. L o n ­ don, The Macmillan C.°, 1911 pagg. 3 8 0. L ’ Autore avverte che la m ateria, indicata dal titolo del suo libro, è così vasta che egli non ha potuto che trattarne alcune parti, onde man­ tenere una certa proporzione al suo la v o r o ; tut­ tavia, anche così lim itato il libro è in teressan tis­ sim o, per il metodo e per le acute osservazioni. Prem esso che l’ uomo è soggetto a leggi fisiche, alle quali non può individualm ente sottrarsi, l ’ Autore vede, nella funzione della società la ragione della differenziazione d e ll’ uomo dal re­ gno anim ale, appunto perchè può la società

esercitare sugli individui quell’ opera di prote­ zione, che manca ai sin goli, i quali non hanno responsabilità alcuna, se sono in condizioni di inferiorità, come non sono responsabili se na­ scono deficienti di mente. Esam ina quindi le d i­ verse forme patologiche, quelle dipendenti dalla condizione sociale, e principalmente la povertà ; quelle derivanti dalla condotta, specialmente la crim in alità; e poi la patologia della mente, dei sen si, ecc. ecc.

Il libro ci pare pensato e scritto in modo che fa pensare.

Edmond Michel. —- Monographie d’un Canton-

type. Paris, Berger-Levrault, 19 11 , pagg. 270 avec onze cartogram m es, un graphique, et

151 gravures. (10 fc.).

A llo scopo di dipingere quanto è possibile esattamente, il modo di agire (le jeu) d e ll’ or­ ganism o di un centro am m inistrativo al p rin ­ cipio del ventesim o secolo, l ’ Autore ha scelto il Cantone di B ayieu x della terra norm anna. E, dopo uno sguardo generale, ne descrive m inu­ ziosamente la geologia, la orografia, la idro­ grafia e la clim atologia ; chiude la prim a parte uno sguardo storico. La seconda parte com prende, sotto il titolo d i : costumi e consuetu­ dini ed aggruppamenti sociali, gli elementi che riguardano la religione, la educazione, la a tti­ vità industriale e com m erciale, e la pubblica am m inistrazione.

Il metodo rigoroso seguito d a ll’ A u tore, e la chiarezza d ell’ esposizione sono sicura garanzia che anche le notizie ed i dati statistici raccolti in apposite tavole sono accuratamente rilevate.

Giulio Ma r c e l l i. — Per il regime doganale della

Libia. R om a, « Giornale degli Econom isti » , 1912, o p ., pagg. 2 7 .

L ’ Autore con una serie di acute ed interes­ santi considerazioni, propugna che il regime doganale della Libia abbia ad essere tale che consideri la colonia separata dalla madre-patria ; tuttavia vorrebbe che fossero esenti od almeno con dazi leniti, l ’ olio d ’ oliva , il bestiam e grosso da macello ed il grano.

Federico Ch ie s a. — - L a trasmissione ereditaria

delle professioni. T orin o, Fratelli Bocca, 1913, pagg. 136.

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250 L ’ E CO N O M IST A 20 aprile 1913

tradotto nella scelta delle professioni elementi diversi da quello preesistente della ereditarietà. E tra i nuovi elementi annovera i prin cip ali: le condizioni del mercato di lavoro, lo sviluppo delle varie industrie, le attitudini fisiche ed in ­ tellettuali degli individui, ecc. ecc.

R ag. L . Gu a s t a l l a. — P rivative governative (Uffici di vendita e loro funzionamento, attri­ buzioni e retribuzioni dei titola ri; rivendite).

M ilano, U. H oepli, 1913, pagg. 4 0 6 . (L. 3 ,5 0 ). In questo volum etto, che fa parte dei notis­ simi Manuali H oepli, l’ Autore premette alla rac­ colta delle leggi, che riguardano l’ argomento del libro, una chiara e com pleta esposizione « organica e sistem atica delle varie attribuzioni demandate agli uffici di v e n d ita : spacci e ma­ gazzini » .

11 lavoro m olto accurato ed ordinato lascia desiderare un indice alfabetico della materia, che agevoli le ricerche.

Benvenuto Gr iz io t t i. — Considerazioni sui m e­ todi, limiti e problemi della « Scienza delle fi­

nanze. Rom a, Im pr. P olyglotte, 1912, pagg. 39. Sarebbe possibile concretare una teoria su un ordine di fatti solam ente ipotetici"? 0 non si deve piuttosto amm ettere, come era costum e un tem po, che nessuna teoria si può avere se non desum endola dalla pratica? Se sì, la scienza pura non può intendersi che derivata da un esam e dei fatti distin gu en d oli, secondo il nostro giudizio, in utili o dannosi e raccomandando quella linea di condotta che procura i primi e sconsigliando quella che dà luogo ai secondi.

In altri termini la teoria deve seguire la pra­ tica e non precederla, come la gram m atica vien dopo il linguaggio ; e non si potrebbe concepire una teoria indipendente dai fatti. Le quali cose osserviam o perchè nella prim a parte del suo l a ­ voro, ci sem bra che l ’ A u tore si sia lasciato al­ quanto trasportare dal desiderio di separare so ­ verchiamente la teoria dalla pratica, cioè la scienza pura d a ll’ arte, da cui deve ricavarsi.

Del resto il breve lavoro è denso di pensiero e di dottrina.

Giuseppe Ga r id a l d i R o cco . — Ebbra di sangue

e di amore (Salomé). Rom anzo storico dei tempi di Erode. N apoli, Società Editrice Partenopea, 19 1 2 , pagg. 141.

Esce affatto dagli argom enti di cui ci occu ­ piam o, questo lib ro , inviatoci d all’ Editore, ma lo segnaliam o egualm ente ai nostri lettori, che vi troveranno un racconto em ozionante, non solo per il fatto in se stesso , del resto notissim o, ma anche per la form a poeticam ente affascinante che l ’ Autore ha saputo dargli.

Rivista di Economia

La scadenza dei trattati di commercio

Scadono nel 1914 i trattati di commercio col Brasile (31 dicembre) con Cuba (2 dicembre).

Scade nel 1916 il trattato di commercio col Nicaragua (28 settembre).

Scadono nel 1917 i trattati di Commercio con l’Austria-Ungheria (31 Dicembre), con la Germania (31 dicembre), con la Romania (31 dicembre) con la Russia (31 dicembre), con la Repubblica di S. Marino (29 luglio), con la Serbia (31 dicembre), con la Svizzera (31 Di­ cembre), col Giappone (31 dicembre).

L’Italia ha poi i trattati con denuncia inde­ terminata con i seguenti Stati : Aussa, Cina, Congo, Francia, Marocco, S. Domingo, Siam, Zanzibar.

Per la pesca nella Libia

Il Ministro delle Colonie, on. Bertolini, ha sot­ toposto alla firma reale il Decreto che approva il Regolamento per l’esercizio della pesca ma­ rittima in Tripolitania e iiF Cirenaica. Con tale regolamento, la cui applicazione rimane per ora limitata alla Tripolitania, restando in vigore in Cirenaica il divieto, si è proposto di disciplinare la pesca in rapporto alla conservazione e alla riproduzione della specie e di proteggere la gente di mare che si dedica a qiiesta industria, favo­ rendo l’organizzazione d.i associazioni e coope­ rative di pescatori e la costituzione in Colonia d ’importanti centri pescherecci.

Oltre le disposizioni generali d.i poliziaf per le navi e le barche addette alla pesca marittima, il regolamento stabilisce norme particolari per ogni ramo di questa industria.

Per la pesca delle spugne allo scopo di garan­ tire un. regolare sfruttamento degli algamenti spugniferi e d.i limitare l’uso dello scafandro che è cagione di alta mortalità e di molte infermità sono prescritte norme speciali le quali tendono inoltre a favorire sistemi di pesca nei quali anche i pescatori italiani possono trovare largo impiego.

Molto importanti sono le disposizioni rivolte ad aiutare l’industria d.ei pescatori. Questi aiuti sono diretti e indiretti.

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20 aprile 1913 L ’ ECONOM ISTA 251

cietà commerciali legalmente costituite e per quegli istituti di credito che prestino somme ad un determinato saggio di interesse e di magazzini di deposito per i prodotti non deperibili autoriz­ zati a rilasciare fedi di deposito e note di pegno. Come è noto il Ministero delle Colonie affidò lo studio di tali norme regolamentari ad una com­ missione presieduta dal comm. Bruno Direttore della Marina Mercantile ed alla quale partecipa­ vano il prof. Mazzarella, il dott. Levi -Moreno, ed il dott. Sella oltre alcuni funzionari dei Mini­ steri interessati, ma mentre la Commissione attendeva ai suoi lavori veniva contemporanea­ mente organizzato il piano di un primo vasto esperimento di pesca.

All’uopo era opportuno cercare di far adot­ tare metodi affatto moderni per la raccolta e il trasporto del pesce, metodi che non possono essere usati se non da una solida organizzazione industriale e d’altra parte conveniva evitare all’industria danni economici che ove si fosse permesso a tutti i richiedenti di recarsi immedia­ tamente nelle acque della Tripolitania per eser­ citarvi la pesca, si sarebbero verificati per causa della mancanza di sicure notizie sulla pescosità di quei mari, di luoghi di rifugio delle barche e di mezzi di conservazione e di trasporto dei pro­ dotti. Pertanto il Ministro delle Colonie si ri­ volse ai tre sindacati pescarecci sino ad ora costi­ tuiti in Italia ed affidò ad essi l’incarico di com­ piere una campagna di pesca con un limitato nu­ mero di barche per lo studio pratico dei fondi ma­ rini e per iniziare una ben ordinata organizza­ zione commerciale. Per invito del Ministro delle Colonie si recarono in Tripolitania il rag. Gari­ baldi Bosco, per il sindacato Siciliano, l’avv. Basevi, per il sindacato Adriatico e il nob. Secco Suardo, per il Sindacato Ionio-Tirreno; a questi tre Delegati fu aggregato il prof. Scholart di Napoli incaricato di designare le cooperative napoletane che dovranno partecipare all’esperi­ mento .

I tre delegati, aiutati con agevolezze speciali dalle Autorità locali compirono sul posto degli studi circa la possibilità di stabilire vari centri di pesca. In base ai risultati di questi studi pre­ liminari furono concretate le modalità per la spedizione delle barche da pesca e dei pescatori, che avverrà appena il tempo lo consenta. Per l’e­ sperimento l’on. Bertolini ha concesso aiuti pe- cuiiiari e materiali, provvedendo al trasporto gratuito delle barche e degli attrezzi di pesca, all’alloggio dei pescatori in barraccamenti even­ tualmente disponibili, alla vendita ai pescatori di alcuni generi di prima necessità a prezzo di tariffa delle sussistenze militari e all’assistenza

sanitaria, ed infine garantendo i Sindacati con­ tro un, eventuale insuccesso dell’esperimento. Da sua parte il Ministro Nitti ha consentito lo svincolo del capitale assegnato per legge ai singoli Sindacati ed ha concesso inoltre un sus­ sidio di L. 20.000 perchè si organizzino i mezzi di trasporto dai luoghi di pesca a Tripoli. Si avviseranno anche i mezzi per rendere più rapidi ed economici i trasporti dei prodotti della pesca della Colonia in Italia in modo da facilitare l’importazione di pesce fresco della Tripolitania sui mercati italiani.

Per le tonnare il Ministro delle Colonie a sal­ vaguardia degli interessati, ha stabilito che le domande di concessione possano essere presentate fino al 15 aprile e che siano poi esaminate da una ristretta commissione incaricata di vagliare la capacità finanziaria e tecnica dei richiedenti.

Poste così le basi di un vasto programma di attività marinara, se i risultati dell’esperimento saranno come si ha ragione di ritenere soddisfa­ centi, i pescatori delle varie regioni d ’Italia tro­ veranno un nuovo e vasto campo per l’esercizio della loro industria.

Il Credito agricolo in Germania

Il « Board of Trade » ha pubblicato un « Blue Book » contenente una relazione del sig. J. R. Cahill sulle istituzioni di credito agricolo in Ger­ mania.

Da questo studio risulta che entro i confini dell’impero germanico esistono 17.000 banche agricole cooperative, con un totale di soci supe­ riore al milione e mezzo, e con un movimento, in conto credito e capitale, di sterline 271655.000

Queste cifre si riferiscono al 1910.

Il grande movimento cooperativo agricolo in Germania è cominciato un quarto di secolo fa, e diciassette anni addietro il ministro delle fi­ nanze prussiano, in un suo notevole discorso, prevedeva il giorno in cui ogni comune agricolo tedesco avrebbe avuta la sua Banca cooperativa. Questa profezia si può dire oggi avverata e l’ef­ fetto è stato estrememante benefico per l’agri­ coltura tedesca. Lo sviluppo di queste istituzioni di credito fu aiutato dal fatto che la Germania non possedendo casse di risparmio postali, i risparmi delle classi lavoratrici hanno affluito verso le istituzioni rurali. Il successo delle banche di credito cooperativo si può desumere dal fatto che durante gli ultimi sedici anni soltanto di­ ciannove hanno fallito.

(8)

252 L ’ E CO N O M ISTA 20 aprile 1913

quindi ad esaminare gli altri gruppi di di istitu­ zioni cooperative fiorenti in Germania e cita le latterie, le società per l’allevamento del bestia­ me, quelle per la vendita delle uova, quelle per la compera e distribuzione delle sementi e così via, notando che di tutte queste istituzioni l’In­ ghilterra ha bisogno urgente.

Produzione dell’oro nel mondo

dal 1892 al 1912

Anni Dollari Anni Dollari

1892 146.292.600 1903 329.475.401 1893 158.437.551 1904 349.088.251 1894 182.509.283 1905 378.411.327 1895 198.995.741 1906 405.551.639 1896 211.242.081 1907 441.294.723 1897 237.833.984 1908 443.434.792 1898 287.327.833 1909 459.925.805 1899 311.505.947 1910 454.213.843 1900 258.829.703 1911 459.377.854 1901 260.877.429 1912 469.618.901 1902 298.812.493

I rendimenti come si vede dalla presente sta­ tistica sono triplicati in venti anni e aumentano anche presentemente quantunque in proporzioni meno forti.

Questo aumento è dovuto in gran parte al Transwaal che l’anno passato ha prodotto circa 95 milioni di franchi in più del 1911.

Produzione mondiale del petrolio

nel 1912

Dal 1908, la produzione mondiale del petrolio ha conseguito il seguente progresso : 1908 ton­ nellate 37,970,697 ; 1909 39,897,338 ; 1910 43,514,285; 1911 46,095,926; 1912 47 milioni e 100,003. La produzione degli Stati Uniti è passata in 23,387,084 tonnellate nel 1908 a 29,663,927 tonnellate nel 1912, quella della Russia da tonnellate 8,484,840 a 9,263,56 6 tonnel­ late, quella della Rumania da 1,147,727 tonnel­ late ad 1,806,942. L ’aumento registrato del 1912 comparativamente al 1911 è di 1,000,000 circa di tonnellate, esso è inferiore agli aumenti degli anni precedenti, l’aumento si ripartisce e così in primo luogo gli Stati Uniti con 800,000 tonnel­ late ; poi; la Rumania con 262,000 tonnellate; il Messico con 227,000 tonnellate e la Rus­ sia con 110,000. La Galizia accusa una diminu­ zione di 275. mila tonnellate le Indie olandesi 150,000 tonnellate ed il Giappone 30,000.

Industria dell’alcool In Francia

nel 1912-1913

»

Al pari degli zuccherifici, le distillerie han­ no ottenuto un eccezionale raccolto di barba- bietole.

Mercè la qualità ed il peso della pianta e col fatto eziandio del contingente apportato dalla radice zuccherifica sotto forma di melasso, la produzione in alcool sorpasserà in misura notevo­ le tutte le produzioni precedenti.

Secondo i dati dell’Amministrazione delle contribuzioni indirette, la produzione dei 4 primi mesi, cioè da ottobre a fine gennaio, si sta bilisce come segue :

Alcool di vini Ettolitri 79,427; Id. di sidri, sidri di pere id. 32.383; Id. di grappe; feccie di vino id. 109,150; id. di farinacci id. 154,058; Id. di barbabietole id. 1,765.888 ; Id. di inelazzo id,. 103,645 ; Id. di diversi id. 1,335 totale Ettolitri 2,235,916. In confronto al 1911-1912, la. cui pro­ duzione per lo stesso periodo fu dì 1,51.0,767 et­ tolitri la presente campagna giunge in eccedenza di 725,000 ettolitri. Ma se la produzione è stata forte, si deve dire che, sotto l’influenza del ri­ basso dei prezzi, il consumo non lo è stato meno. Pei 4 primi mesi esso è asceso ad 1,219,198, ettolitri contro 1,050,237 dell’anno precedente, cioè una differenza di 160,000 ettolitri, ovvero 40,000 ettolitri al mese. Lo stock, alla fine di gennaio, ascendeva ad 1,311,720 ettolitri,con­ tro 762,738 ettolitri nel 1911-1912. Infine il prezzo medio dell’alcool durante il periodo è stato per quest’anno di 43 fr. 34 contro 71 fr. 22 nel 1911-1912, cioè che esso ha rappresentato per l’ettolitro una diminuzione di 27 fr. 88. Per avere un riassunto di ciò che sarà la produ­ zione .totale si deve ricorrere al processo talvolta ingannevole delle valutazioni. Tuttavia, parrebbe che le cifre che seguono possano esser consi­ derate come determinate con molta prudenza. D ’altronde esse verranno spiegate. Secondo que­ ste il periodo che va da febbraio alla fine di set­ tembre, chiusura della campagna, fornirebbe le seguenti diverse produzioni: Alcools di vini Et­ tolitri - Id. di grappe e feccie di vino id. -; Id. di sidri e sidri di pere 100,00Q; Od. di farinacei id. 300,000 ; Id. di barbabietole id. 70,000 ; lei 70,000 ; id. di melazzo id. 550,000. Totale Ett. 1,020,000. D’altra parte, calcolando che le importazioni saranno presso a poco le stesse del consueto ed aggiungendovi lo stock a fine gennaio, ovvero: Importazioni Ett. 130,000 ; Stock fine gennaio Etti. 1,311,720. Cioè 1,441,720 si ottiene, con la produzione di cui sopra, unto­ tale che costituisce : ett. 2,461.720.

Industria elettro-tecnica tedesca

nel 1912

(9)

I

20 aprile 1913 L ’ E CO N OM ISTA 253

per i migliori carboni di Galles e 17-0 per i mi­ gran lunga superate. Anche per il 1913 le abbon­

danti commissioni garantiscono già per varii mesi ottimi affari. La fondazione di nuove offi­ cine elettriche, le costruzioni di strade, di ferro­ vie elevate e sotterranee, hanno fatto certamente progressi considerevoli. Anche l’esportazione dei prodotti elettrici ebbe uno sviluppo assai favorevole. Difatti nei primi 10 mesi, dal 1907 fino al 1912 essa aumentò a quintali :

Gennaio - Ottobre 1907 Esportazione 592.926 In confronto con l’anno precedente - Id. 1908 id. 666.048 - id. 73.122; id. 1909 id. 631,768 -id. 34.280 ; id. 1910 id. 736,102 id. 104,334 ; id. 1911 id. 834,826 id. 98.724; id. 1912 id. 898.23-1-63.405.

Industria carbonifera inglese nel 1913

Secondo il Journal of Commerce di Cardili, l’anno 1913 per l’industria carbonifera sj pre­ senterebbe in buone condizioni ed offrirebbe un periodo di prosperità grande e forse superiore al 1900 anno veramente eccezionale per tale in dustria. Per avvalorare maggiormente tali asser­ zioni basti ricordare che, nella grande annata del 1907, il prezzo medio dei migliori carboni della Galles era di circa scellini 18-6 la tonnellata e quello dei carboni minuti di 11-9.1 contratti conclusi fino ad ora per conseguenza assicurano che tali medie si ripeteranno nell’anno in corso. È anche probabile che per i contratti futuri i prezzi saranno superiori a quelli già fatti e gli acquisti diverranno di giorno in giorno più one’, rosi ; il che avrà per effetto di aumentare le medie Si prevede anche un aumento enorme nelle ri­ chieste in corrispondenza al consumo che va sem pre più sviluppandosi. Gli altri centri di esporta­ zione di carbone non potranno che portare un modesto contributo agli aumentati bisogni mon­ diali.

La Westfalia, per esempio, per l’aumento del consumo interno vedrà necessariamente dimi­ nuire la sua esportazione che era giunta recente­ mente al massimo grado, Forse lo stesso potrà accadere agli altri bacini carboniferi. In conse­ guenza le maggiori richieste mondiali dovranno in gran parte essere esaurite dall’Inghilterra, la quale in questi ultimi anni ha provveduto a migliorare gl’impianti dell’industria carboni­ fera e ad aumentare l’estrazione del minerale. Ma siccome la stessa Inghilterra non potrà da sola esaurire le straordinarie richieste che si prevedono, conseguenza necessaria sarà un sen­ sibile aumento nei prezzi e forse perverranno ad un alto grado mai fino ad ora raggiunto.

È difficile stabilire i prezzi che otterranno le prossime esportazioni di carbone. Prevedesi però quasi con certezza, che i prezzi di scellini 621

-gliori del Nord, che ebbero certo nell’annata ec­ cezionale del 1907 saranno facilmente sorpassati e che l’aumento complessivo delle esportazioni si aggirerà fra i 7 od 8 milioni di tonnellate.

Concludendo, si può affermare che l’anno 1913 potrà compensare la perdita subita dall’in­ dustria' carbonifera inglese perii grande sciopero del 1912 e per il conseguente aumento di salari.

Il bilancio dell’ Egitto

Più di due m ilio n i di a v a n z o

11 Foreign Office ha pubblicato un rapporto sulle condizioni cV I bilancio dell’Egitto durante il 1912. Da questo risulta che mentre il bilancio preventivo prevedeva una entrata di lire egi­ ziane 15.909.000 le riscossioni ammontarono in realtà a lire egiziane 17.515.743. Siccome le spese vennero mantenute entro il limite preven­ tivato di lire egiziane 15.470.584, l’avanzo netto fu di 2.045.159. Questo straordinario aumento delle entrate in confronto della somma preven­ tivata non era preveduto, ma se si è realizzato si deve in parte alla rigidità dei criteri seguiti nell’esporre le cifre preventive. Lord Kitchener, che ha presieduto al lavoro preparatorio del bi­ lancio, ha infatti manifestato il desiderio che le entrate fossero calcolate in base a cifre minime onde non essere influenzati dalla probabilità di un largo avanzo nello stabilire i criteri per l’as­ segnazione delle spese. Un altro fattore dell’in­ cremento della tassazione è senza dubbio il grande e crescente sviluppo della coltivazione del cotone che le nuove irrigazioni permettono, essendo oramai il cotone divenuto la base della prosperità dell’Egitto. Lo sviluppo continuo del paese è anche provato dal fatto che gli in­ troiti delle ferrovie aumentano di anno in anno, e durante il 1912 salirono di lire egiziane 251.874 in confronto dell’anno precedente. Il bilancio preventivo per il 1913 è stato preparato cogli stessi, criteri di quello dell’anno scorso e le en­ trate sono previste in lire egiziane 16.130,000 mentre l’uscita è calcolata in 15.630.000 lire egiziane.

Durante la stagione del 1911-12 il raccolto del cotone in Egitto diede un totale di cantari 7.424.208 per un valore di lire egiziane 29.863,000. Il raccolto per la stagione del 1912-13 è calco­ lato in cantari 7.750.000 per un valore di lire egiziane 32.363.000.

Scambi col Canada nell’ ultimo triennio.

(10)

254 L ’ E CO N O M ISTA 20 aprile 1913

Dalle cifre seguenti però si desume soltanto appros'simatiyamentq l’andamento complessivo dei nostri scambi commerciali col Canadà in questi ultimi tre anni :

I nrporta /.. Esporta z . Ctìmm; totale nel Canadà dal Canadà 1909-10 D. 1.774.751 945.243 329.508 1910-11 » 1.401.075 1.021.805 379.270 1911-12 » 1.485.545 1.200.454 285.091 Considerando tali cifre, si dovrebbe concludere che nell’insieme degli scambi italo-canadesL e sopratutto nelle nostre importazioni nel Ca­ nadà vi è un certo progresso.

Nell’anno 1911-12 abbiamo occupato per or­ dine d ’importanza il 14° posto nelle importazioni c il 18° nelle esportazioni.

Nelle prime ci precedono gli Stati Uniti, l'In- ghilterra, la Francia, la Germania, il Belgio, la Svizzera, l’Argentina, il Giappone, l’Olanda, Cuba, l’Austria, le Indie olandesi, la Spagna, c ci seguono, a breve distanza, il Brasile, San Domingo, il Messico.

BANCA D'ITALIA

/delazione all’assem blea degli Azionisti 29 marzo 1913

(Continuazione e fine) (1)

A l conto delle perdite sulle sofferenze sono poi state registrate le somme che si presumono non ri­ cuperabili sulle cambiali cadute in sofferenza per l ’ammontare d i ...L. 1,746,858,57 al quale valore, considerato come

perduto, è stato contrapposto quello dei ricuperi ottenuti nell’ ann o :

a) sulle sofferenze degli esercizi precedenti in. . . . L. per capitale e spese, e » per interessi ;

b) i ricuperi conse­ guiti sulle sofferenze derivate dal terre­ moto di Messina e di Reggio Calabria, già amm ortizzate con gli utili, in (2) . . . »

842,802.90 49,538.70

20,574.52

» 912,916.12 Onde la perdita posta a bilancio di L . 833,942,45 ammortizzata con gli utili dell’ esercizio. I quali così ebbero a subire, tu tt’insieme, un defalco di L . 1.926,692,36, contro L . 1,336,880.24, nell’eser- cizio precedente,

Ma è bene di avvertire che i risultamenti del la­ voro compiuto dalla Banca nel 1912 hanno consen­ tito di anticipare l’ammortizzazione di cambiali in sofferenza assistite da garanzie reali nella

ci-(1) V e d i E conom ista 13 a p rile 1913, n . 2032.

(2) A v v e rtia m o ch e Balle sofferen ze d el a S a c c a r s a le di M essina, rite n a te r e c u p e ra b ili e resid u a te, a lla fin e d el 1911, a L . 97,261.47, fa r o n o ricu p e ra te , n e ll’ an n o d e co rs o , L ire 47,778.08, d i g a is a ch e la rim a n en z a di esse, a lla fine d e l 1912, era re g istra ta in L . 49,483.39.

fra cospicua, esposta sopra, di L. 498,943, senza attingere alla riserva temporanea di un milione di lire, costituita con gli utili dell'esercizio 1910.

Il servizio di tesoreria provinciale dello Stato, procedette anche nell’ anno passato, in modo piena­ mente regolare.

Le spese del servizio medesimo ascesero a lire 1,342,030.43 con un aumento di L. 53,272.95 su quelle dell’esercizio precedente. Siffatto aumento è dovuto principalmente all’incremento dei servizi per conto del Tesoro.

Il conto corrente del Tesoro, in dipendenza di­ questo servizio, am m ontò, in media, nell’ anno, a 87,4 milioni. L a giacenza massima fu di 197,8 m i­ lioni il 30 giugno, e scese al minimo legale nella prima decade di ottobre. Gli interessi liquidati a favore del Tesoro furono di 874,095.34 lire, contro L. 1.606,052.61 nel 1911.

Il conto corrente speciale dell’amministrazione delle Ferrovie dello Stato fu in media di 16,844,766 e fruttò alla stessa un interesse di L. 253,389.06.

Per le ragioni ampiamente accennate nella pre­ cedente relazione, la Banca ha creduto necessario di diminuire il numero delle Ricevitorie Provin­ ciali da esercitare nel decennio 1913-1922. Infatti delle 52 già tenute in appalto ne abbandonò 14, assumendone una soltanto di nuova, quella di Belluno : cosicché le Ricevitorie ora esercitate dàl- rIstituto sono 39.

Tuttavia l’ ammontare complessivo dei benefizi attesi da questo servizio per il decennio testé in cominciato, si può presagire in misura non inferiore a quella ottenuta nell’ appalto 1903-1912, a cagione dell’aumento assai grande nei carichi di riscossione.

La media degli aggi che nel cessato appalto era di L . 0.24 è salita ora a L. 0,29.

Le riscossioni ascesero nel 1912

a ... L. 424,469,995.54 contro, nel 1 9 1 1 ...» 407,102,120.33 I versamenti eseguiti allo Stato e alle Provincie ammontarono a ... L 425,975,934.94 contro, nel 1 9 1 1 ... .... .» 409,204,388.92 Gli arretrati che ascendevano alla fine del 1911 a ... L . 315,645,80 risultarono al 31 dicembre decorso di » 338,078.55 comprese L. 61,090.58, dovute da diversi Comuni della provincia diCosenza, eppérò di non dubbio r i­ cupero.

II credito delle ricevitorie, in dipendenza dei cessati appalti e di quelli in corso, era al 31 d i­ cembre 1912, di L . 276.987.97. ed era già ridotto alla fine dello scorso gennaio a L . 226,295,61.

A fronte di questo credito, la Banca ha una ri­ serva speciale di L . 124,938.75, da ritenersi più che sufficiente all’ ammortizzazione delle partite che risultassero eventualmente irrecuperabili.

Alla fine dello scorso anno, la Banca possedeva titoli pubblici per l’ ammontare di L . 162,875,367.18 assegnati com e appresso:

a) fondo di scorta libera . .L . 53.947.627.26

a) fondo di scorta libera . . .L . 53,947.627.26

b) fondo di cauzione per ser­

vizio della Tesoreria provinciale. » 89,920,889.58

c) fondo per impiego della

massa di r i s p e t t o ... .... » 17,499,985.27

d) fondi diversi accantonati, . » 1,506,865.07 Il Fondo di rivalutazione dei titoli, che am m on­ tava, al 31 dicembre 1911, a L . 4,436,161,86, si è ridotto a L . 3 ,8 55,7 23 .2 7, a cagione del minor prezzo dei titoli posseduti dalla Banca al 31 dicem ­ bre 1912. Il fondo stesso sta a fronte di titoli soggetti a variazione di prezzo rappresentanti un valore di poco superiore a 49 milioni.

D a notarsi che l ’impiego facoltativo in titoli non raggiungeva, al 31 dicembre 1912 i 54 milioni, di fronte al limite legale di 75 milioni.

(11)

20 aprile 1913 L ’ E CO N O M IST A 255

lire 3,5 43,4 63 .9 0, temporaneamente assegnati alla riserva straordinaria costituita a tenore della Con­ venzione 30 novembre 1 9 0 8 ; L . 5,8 21,5 15 .1 5 come reimpiego di una parte del patrimonio ricostituito dalla cassa di previdenza degli impiegati dei cessati Istituti ; e L . 84,757.05 per impiego del fondo della cassa di previdenza degli operai della officina carte-valori. In tutto L . 9,449,736.10.

Gioverà di aver presenti, raccolte in un quadro com parativo, le cifre risguardanti gli impieghi della Banca in fondi pubblici, distinguendo gl’impieghi facoltativi (titoli di scorta) da quelli obbligatorii

(Medie annuali in milioni e centinaia di migliaia di lire).

A N N I S c o r ta I m p ie g o d e ll e s o m m e p r e le v a te d a g li u t il i lo r d i V in c o la ti p e l s e r v iz io | d i T e s o r e r ia I m p ie g o d e ll a m a s s a d i r is p e tt o o r d in a r ia Im p ie g o d i fo n d i s p e c ia li T O T A L E 1903 115,2 61,3 15,1 0,6 192,2 1904 125,1 69,8 - 15,2 0,7 210,8 1905 1212, 78,7 15,1 1,1 216,1 1906 98,0 88,1 15,4 0,9 202,4 1907 59,3 98,3 15,7 1,0 174,3 1908 40,0 106,0 15,9 1,0 162,9 1909 53,8 91,6 17,5 1,0 163,9 1910 52,9 91,2 17,5 LI 162,7 1911 54,6 90,5 17,5 1,3 163,9 1912 56,8 90,7 17,5 1,4 166,4

Le operazioni finanziarie, nell’interesse dello Stato, alle quali partecipò largamente il nostro Istituto negli ulimi anni, non hanno ingrossato le somme degli impieghi in titoli a danno delle dispo­ nibilità per i bisogni del commercio ; l’A m m in i­ strazione ha avuto sempre cura di ciò, come si trae dal confronto tra le cifre del 1908 e quelle del 1912.

Per quanto risguarda la Riserva straordinaria, costituita a tenore della Convenzone approvata con la legge del 24 dicembre 1908, ecco la situazione degli impieghi al 31 dicem bre 1912 :

Cambiali per conto del gruppo

bancario siderurgico... 1, 8,481,000.00 Buoni del Tesoro ordinarli a

breve scadenza... » 2,584,000.00 Altri titoli di Stato o garantiti

dallo Stato... » 959,463.90

To t a l e.... L 12,024,463.90

Come si vede, le cambiali del gruppo siderurgico emesse, conformemente all’A tto finanziario del 7 agosto 1911, per la somma di 10 milioni di lire, sono ridotte di 1,519,000 in seguito al pagamento

regolare della prima rata dovuta ai sovventori nella misura complessiva di sei milioni (1).

L a parte della riserva straordinaria non impe­ gnata in siffatta operazione (lire 3,543,464), prov­ visoriamente rinvestita in titoli soggetti fra breve a rimborso o agevolmente collocabili, formerà il fondo di dotazione per le filiali delle colonie. Le quali così si costituiranno un patrimonio a sè, gio­ vandosi delle plusvalenze delle vecchie partite immobilizzate di proprietà esclusiva degli azionisti, indipendentemente dalle disponibilità bancarie dell’ Istituto per le operazioni nel Regno.

Gli edificii di proprietà della Banca a uso della Direzione generale e di 63 filiali rappresentavano, alla fine del 1911, un valore di . L. 23,805.611.26

N ell’ anno decorso furono ag­ giunte al conto le seguenti partite: 1) pagamenti per la costru­ zione del nuovo palazzo della sede di G e n o v a ... » 2) pagamenti per la costru­ zione del nuovo palazzo della se­ de di Milano ...»

3) pagamenti per lavori di co­ struzione nello stabile della suc­ cursale di Caltanisetta . . . . 4) acquisto di uno stabile a P i­ stoia per ridurlo a nuova residen- denza di quella succursale . . . »

5) acquisto di una casetta adi­ acente allo stabile a Como, per maggiori bisogni di quella suc­

cursale ... . » 25,434.00 6) pagamenti per lavori diversi

di sistemazione e miglioramento

di alcune filiali ...» 102,226.69 L. 25,799,667.67 D a questa somma sono da de­

durre le seguenti partite :

a) retrocessione di una pic­ cola zona di area al Comune di Bergamo . . ,L . 9,945 00

b) quota di am ­ mortizzazione, per l’ anno 1912, delle spese di costruzio­ ne di tutti gli stabi­ li della Banca a uso di ufficio compreso il palazzo dell’A m ­ ministrazione Cen­ trale in Roma » 476,112.22 » , 486,057.22 Restano L. 25,313,610.45 che rappresentano il valore di bilancio degli im ­ mobili al 31 dicembre 1912.

(1) L ’ a n d a m en to in d u s tria le s id e r u rg ic o , n o i d e co rs o anno, n o n p o te v a n o n ris e n tir e l ’ in flu sso d e lla g u erra lib ic a e d ello s cio p e ro m in e ra rio in g lese ; il q u a le durò p iù a lu n g o di q u a n to era p re s u m ib ile ed eb b e fo r te r ip e rcu s s io n e su tutta l ’ e c o n o m ia eu ropea , c o i co n seg u en ti s e n sib ilissim i aum enti n ei co s ti d ello m aterie p r im e o d ei noli. Le c o n d iz io n i g e ­ n era li n e lle q u a li si è s v olta l’ in d u stria o n d e tra tta si n on p o te v a n o n e m m tn o essere tali de a g ev ola re l ’ in cre m e n to d el co n su m o , ch e ra g io n i d i v a ria in d o le , fra le q u a li 1 d i­ m in u ito n u m e ro d i c o s tr u z io n i e d iliz ie o la scarsa la v o ra ­ z io n e d ei ca n tieri n a v a li, h a n n o a n zi co n tr ib u it o a lim ita re. L a cosa , p era ltro, n on t o c c a a lla o rg a n izz a zion e in d u stria le, n ò a lla s istem a zion e fin a n z ia r ia c o n effica cia co m p iu ta : p rov a di c iò è la con sta ta z ion e ch o, n o n o sta n te i fa tti co n tin g e n ti ai q u a li a b b ia m o a ccen n a to, lo S o cie tà si s o n o tro v a te in gra d o d i fa r fro n te senza s fo rz o a ll’im p e g n o d e lla p rim a s ca ­ denza.

619,655.08

1,048.678.41

137,140.24

(12)

256 L ’ E C O N O M IST A 20 aprile 1913

Indichiamo i risultamenti del lavoro compiuto dalla Banca nell’ anno decorso, distinguendo, come di solito i profitti delle filiali da quelli dell’A m m in i­ strazione Centrale.

L ’ utile lordo delle filiali fu di :L. 33.231,797.09 contro, nel 1911... » 30 ,308,137.55 aumento ... L . 2,9 23.6 59 .5 4

L ’utile lordo

deH’Amministra-zione centrale fu d i ...L. 12,569,79073 contro, nel 1911, . ... » 13,154,618.81 diminuzione ... » 584,828.08 Gli utili lordi dell’esercizio, ammontarono quindi, in tu tto, a ... L. 45,801,587.82 contro, nel 1911...» 43,462,756.36 a u m e n t o ... L. 2,338,831.46 Le operazioni di sconto, nelle quali si esplica la maggiore attività dell’ Istituto, diedero nell’anno decorso, un utile lordo di L . 23 ,811 ,97 3.08 , con un aumento di L. 1,598,278.02 su quello del 1911.

Gli interessi sulle anticipazioni ascesero a lire 5,479,770.22, vale a dire L . 865,812,34 più di quelli del 1911. I prorogati pagamenti della Stanze di compensazione fruttarono L. 923,800.25, di fronte a lire 657,296,50 nell’esercizio precedente.

L e operazioni con l’ estero fornirono un utile di L. 3,494,295.30, cioè L . 140,708.32 in meno di quelle del 1911.

Le provvigioni diedero un maggior utile di L . 45,000.

Gli utili del servizio di Ricevitoria e di Cassa Provinciale ammontarono a L . 1,085,409.76, vale a dire L. 184,856.75 in più del 1911.

L ’esercizio 1912, ha lasciato a quello in corso un profitto di L . 4,169,850.77 : L . 3,2 02,0 65 .1 0 per risconto sul portafoglio interno e L. 967,785,67 per risconto sul portafoglio estero.

Gli impieghi patrimoniali diedero un profitto d i ... L . 7,078.846.90 così distribuito :

a) interessi e proventi su fondi

pubblici ...» 5,7 95,724.47

b) redditi provenienti dal credito verso la Società per il Risanamento

di Napoli ... » 1,136,765.70 c) rendite fornite dalle attività

immobiliari residue . . . . , » 146,356.73 L e spese, le im poste, le tasse, le am m ortizza­ zioni e gli accantonamenti ascesero, nell’ anno 1912, alla somma d i ... L . 26,653,224,57 contro, nel 1 9 1 1 ... » 24,930,833,32 a u m e n t o ... L . 1,722,391,25 L e spese di amministrazione propriamente dette, comprese quelle per il servizio di tesoreria dello Stato, ascesero nel 1912, a L. 9.1 45.4 16 .5 6, con un aumento di L . 184.706.53 su quelle del precedente esercizio. Contribuì a questo aumento, per Lire 135.692, la spesa risguardante il personale, la quale si elevò a L. 6.768.993, rimpetto a L. 6.633.301 nell’ anno precedente.

L ’insieme delle imposte e delle tasse diverse ammontò, nel 1912, a L . 6.106.866.22, con un au ­ mento di L. 1.404.836.11, in confronto ai risultati dell’anno precedente, a cagione dell’ onere derivante dalla tassa straordinaria sulla circolazione ecce­ dente il limite normale. L ’ applicazione di questa tassa determinò un esborso di L . 2.575.600, rim ­ petto a L , 1.531.400 nell’ anno 1911 . Il tributo spe­ ciale sulla circolazione dei biglietti recò, nel 1912, una spesa complessiva di L. 3.0 45.1 10 , indipenden­

temente dalla partecipazione dello Stato agli util delle operazioni bancarie.

Nella somm a degli interessi pagati al Tesoro e all’ amministrazione delle ferrovie dello Stato, in L . 1.127.484.40, sui rispettivi loro conti correnti, si ebbe, invece, un’economia di L . 592.210.12.

Alle ammortizzazioni diverse fu attribuita una somma superiore a quella dell’ anno 1911 per lire 449.249.89, benché nel bilancio precedente si fosse fatta l ’assegnazione straordinaria di oltre un m i­ lione e mezzo per reintegrazione e rafforzamento del fondo di rivalutazione dei titoli applicati al fondo di scorta e alle cauzioni.

Siffatto aumento nella somm a delle am m ortiz­ zazioni del 1912 dipende: per circa L. 844.000, dalla copertura di perdite per frodi su operazioni diverse di anticipazione; per L. 200.000, dalle spese di impianto delle filiali in Libia; per circa L. 834.000 da maggior somma di sofferenze ammortizzate in occasione dell’ultimo bilancio.

Per di più, l’ Amministrazione ha creduto con­ veniente, com e si è già accennato, di accantonare un milione, in somm a rotonda, a copertura delle eventuali deficienze del fondo in titoli acquisiti alla liquidazione della Banca Rom ana, per dim i­ nuzione di prezzo nei titoli stessi.

Sottraendo dagli utili lordi dell’esercizio, nell’ac- cennato ammontare di . . . L. 45,801,587,82 il totale delle spese, dei tribu­

ti, delle ammortizzazioni e de­

gù accantonamenti in . . . . 26,653,224,57 si ha una somm a di ut. netti di

ai quali sono da aggiungere per residuo di utili del 1911

In totale . Deducendo da questa som ­ ma l’assegnazione al fondo del la cassa di previdenza dei ces­ sati Istituti, in ragione di 1/20 su L. 19.148.363.25 ... rimane la somm a di utili net­ ti da ripartire i n ... L . 19,148,363,25 » 399,621,75 L. 19,547,985,00 957,418,16 L . 18,590,566,84 Il Consiglio superiore della Banca, udita la R e ­ lazione favorevole dei Sindaci, accertato che, sulla base dei risultamenti del conto dei profitti e delle perdite dell’ esercizio, spetta allo Stato, a titolo di partecipazione agli utili della Banca, la somma d i ... L. 4,2 00,0 00 ,0 0 ha deliberato di distribuire a

-gli azionisti la somm a di » 13,800,000,00 pari a L . 46 pe azione, passan­

do a conto nuovo il residuo, di » 590,566,84 L . 18,590,566,84 Il lavoro com piuto dall’ Istituto nel decorso eser­ cizio e le condizioni del mercato interno, fra le quali esso si svolse, hanno consentito di provvedere ad ammortizzazioni e svalutazioni notabilmente su ­ periori a quelle dell’ esercizio precedente, e di asse­ gnare agli azionisti una maggior somm a di 300.000 lire, dopo aver fornito all’ Erario un contributo com ­ plessivo, tra tasse e imposte diverse e partecipazione agli utili, di circa 10.200.000 lire. E ciò, come si è accennato, senza valerci del milione prelevato dagli utili del 1910, e tenuto ancora a parte per de­ stinarlo ad ammortizzazioni di sofferenze.

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